KARAMAZOV Sala Shakespeare | 10 > 22 aprile

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KARAMAZOV Sala Shakespeare | 10 > 22 aprile
Sala Shakespeare | 10 > 22 aprile (feriali ore 20.30, festivi ore 16)
KARAMAZOV
liberamente tratto da I fratelli Karamazov di Fëdor Dostojevski
con Cèsar Brie, Mia Fabbri, Daniele Cavone Felicioni, Gabriele Ciavarra, Clelia Cicero,
Manuela De Meo, Giacomo Ferraù, Vincenzo Occhionero, Pietro Traldi, Adalgisa
Vavassori
adattamento e regia César Brie
musiche originali Pablo Brie
scene Giancarlo Gentilucci
costumi Mia Fabbri
luci Paolo Pollo Rodighiero
pupazzi bambini Tiziano Fario
maestra di musica Paola Sabbatani
assistente alla regia Mia Fabbri
direttore tecnico Robert John Resteghini
elettricisti Vincenzo De Angelis, Sergio Taddei
sarta Giada Fornaciari
scene costruite nel laboratorio di D. ex M.
foto Gabriele Ciavarra, Ilaria Scarpa
produzione Emilia Romagna Teatro Fondazione
Debuttato al Teatro Ermanno Fabbri Vignola il 14 ottobre nell’ambito di VIE Scena
Contemporanea Festival
Artista migrante e apolide, molto amato dal pubblico a cui sa regalare momenti di intensa
poesia, César Brie propone all'Elfo Puccini un nuovo affresco dal respiro corale, anche in
questa occasione con la complicità produttiva di Emilia Romagna Teatro Fondazione.
Dopo l’Odissea colorata e multietnica di due anni fa, la sua attenzione si è concentrata su
un altro capolavoro della letteratura mondiale, I fratelli Karamazov di Dostoevskij. Con uno
sguardo sempre attento alle tematiche sociali, con tutta la sua struggente sincerità, l’artista
si è affiancato a questo grande romanzo per metterne in evidenza il lascito etico, morale e
spirituale.
I fratelli Karamazov è l’ultimo romanzo di Dostoevskij. Morì solo qualche mese dopo averlo
ultimato. È la summa dei temi cha hanno assillato lo scrittore per tutta la sua vita: la fede,
la passione, il vizio, l’amore, la giustizia.
Nel romanzo sono i bambini i protagonisti occulti di riflessioni, ricordi e pentimenti, anche
se presenze spesso mute e silenziose, inermi.
Vediamo l’infanzia dei tre fratelli, orfani, abbandonati, sballottati in case diverse.
Ivan, nel Grande Inquisitore argomenta il suo pensiero scettico e la sua critica alla fede
cristiana con la sofferenza dei bambini.
Dimitrij, dopo il suo primo interrogatorio, è assalito nel sogno da questa domanda: “Perché
piange il marmocchio?” E questa domanda gli da, per la prima volta in tanto tempo,
sollievo e pace.
Illusjka, il bambino orgoglioso, malato, che adora suo padre, è in fin di vita, ma non si da
pace perché convinto di aver fatto male ad un cane randagio.
Il romanzo si chiude con un discorso di Aleksej ai bambini, tenuto al funerale di Illusjka.
Chiede loro di ricordare quell’istante in cui, per amore e pietà, sono stati insieme:
“Invecchieremo tutti, diventeremo cattivi ed egoisti ma saranno quei ricordi a rammentarci i
valori smarriti: la pietà, l'amore, l'amicizia”.
Ci sembra che I fratelli Karamazov parli del nostro presente, e che questo presente
assomigli all’abisso che Dostoevskij collocava nelle menti delle persone e delle loro azioni
individuali.
È un romanzo anche drammaticamente visionario e anticipa l’orrore dei gulag, dei campi
di sterminio, dei genocidi e la sofferenza degli inermi ritenuta da tutti un danno collaterale.
Abbiamo cercato leggerezza e ironia per rappresentare questa commedia umana, tragica,
farsesca e ridicola. Svelare con risate amare la nostra cocciuta idiozia.
César Brie
Sala Shakespeare, Elfo Puccini, da 20 al 25 marzo (feriali ore 20.30, festivi ore 16) Intero 30.50 €, ridotto giovani/anziani 16 €, martedì posto unico 20 € Info e prenotazioni:
tel. 02.0066.06.06, [email protected] - www.elfo.org