teatro ragazzi 2011
Transcript
teatro ragazzi 2011
Città di Savona TEATRO R AGAZZI 2011 27 Gennaio, ore 21 (fuori abb.) 28 Gennaio, ore 10 (fuori abb.) in occasione del “Giorno della Memoria” PANDEMONIUM TEATRO di Bergamo “La Bambola Bionda e la Bambola Bruna” Una fiaba racconta l'Olocausto ai bambini testo e regia di Lisa Ferrari con Giulia Manzini e Chiara Carrara indicato per le famiglie e la scuola elementare è possibile raccontare anche ai bambini la storia dell’Olocausto? Sì, con una fiaba. E come ogni fiaba c’è il bene e il male, il buono e il cattivo, la gioia e la paura. Una storia a lieto fine – anche qui, come in ogni fiaba! – che emoziona e commuove adulti e bambini. Insieme. In un negozio di giocattoli, due bambole ballerine, una bionda e l’altra bruna, interpretate da due giovani attricidanzatrici, cercano di attirare l’attenzione dei clienti danzando nella vetrina. Purtroppo nessuno entra a comprarle ed allora la bionda,,che, fra l’altro, non è così abile nella danza come la bruna, comincia ad incolpare la compagna di essere brutta e di scoraggiare i clienti dall’entrare nel negozio, disgustati dal suo aspetto. La bruna cerca debolmente di difendersi, ma poi soccombe di fronte alla forza e determinazione della bionda. Viene così relegata in cantina con tutti i giocattoli “inutili” e, come lei, destinati alla rottamazione. Lo spettacolo cerca di spiegare, con una semplice storia, come alcuni dei mali della nostra società possano nascondere in sé il "nucleo" di drammi più grandi: la paura del diverso, i piccoli razzismi che portano a tragici eventi. E, in particolare, ci racconta proprio il dramma della tragedia avvenuta, il "sogno" nazista, attuato servendosi dell'allontanamento dapprima, e dell'eliminazione poi, di un'intera razza considerata "elemento indesiderato" e nocivo per la collettività. Il linguaggio simbolico e l'utilizzo, da parte delle due attriciballerine, del corpo in rapporto allo spazio e agli oggetti, permette anche ai più piccoli di affrontare con semplicità ed immediatezza temi legati al rifiuto del diverso. 9 Febbraio, ore 10 (turno A) ACCADEMIA PERDUTA di Ravenna “I musicanti di Brema” Premio Stregagatto 2004 quale migliore spettacolo di Giampiero Pizzol e Claudio Casadio con Maurizio Casali, Mariolina Coppola, Lucia Puechler, Paola Bardarelli collaborazione all'allestimento Marcello Chiarenza musiche originali di Marco Versari regia di Claudio Casadio indicato per le scuole elementari Lo spettacolo è tratto dalla celebre favola dei Fratelli Grimm e racconta, come noto, le avventure di un cane, un gatto, un asino e un gallo che fuggono dai rispettivi luoghi di vita e si incontrano per ricominciare una nuova esistenza che permetta loro di vivere serenamente. I quattro attori musicisti, nel bel mezzo di un concerto sull’aia, raccontano comicamente e musicalmente le loro disavventure. Ciascuno si lamenta delle fatiche di una vita davvero bestiale: la solitudine e le legnate, la fame e le catene, i topi da acchiappare e le strade da attraversare, il chiasso del pollaio e la paura dell’arrosto… Tra tutti questi problemi a poco a poco si fa strada un sogno: Brema. Così comincia l’avventura dei nostri quattro amici. Ed eccoli per le strade del mondo a cantare e suonare finché non li coglie la nostalgia di casa. E come in ogni fiaba che si rispetti ecco apparire una casetta che offre un “sicuro” rifugio per la notte che arriva. Ma è destino che la notte non sia tranquilla perché anche una banda di sconclusionati gangsters di città ha deciso di utilizzare la casa come rifugio e nascondiglio del bottino…. Animali musicali con fisarmonica, organetto, trombone, tamburo, sassofono, ma anche, e soprattutto, attori comici e un testo tutto in rima per poter giocare con le parole e con la musica che, come il vento, invade a folate la scena. Tema dello spettacolo è la solitudine, ma anche l’amicizia e la speranza di arrivare insieme alla meta. Una meta non solo geografica, ma da ricercare nel proprio cuore attraverso il sentiero sottile di ogni riga musicale. 14 Febbraio, ore 10 (turno B, C1 e C2) TEATRO CITTA' MURATA di Como in collaborazione con Albero Blu “Chiamatemi Cirano!” liberamente ispirato a “Cyrano di Bergerac” di Edmond Rostand testo e regia di Stefano Andreoli con Elisa Carnelli, Marco Continanza e Davide Marranchelli indicato per il secondo ciclo elementare e medie Quante volte da ragazzi ci siamo chiesti o ci hanno chiesto: “Cosa farai da grande?”. La risposta era modulata sempre verso diverse direzioni, il calciatore, il cantante o forse il paracadutista, insomma molte aspirazioni e poche certezze. Per Tommaso, il protagonista di questa storia, ragazzo, sveglio e intelligente, ma con un naso assai pronunciato, avendo conosciuto un'antica e appassionata storia scritta molto tempo fa, invece, la risposta è sempre pronta ed immediata : Chiamatemi Cirano! Lo spettacolo del Teatro Città Murata prendendo spunto dalla famosa commedia di Edmond Rostand scritta nel 1898, vuole parlare dell'oggi, della diversità, della poesia, dedicandola ad un pubblico di ragazzi trasportandola così nella loro esperienza. Tommaso fugge la realtà insicura di ogni giorno, fatta di continui scherzi ed allusioni, proiettandosi in un futuro composto non da piccole, e inutili vendette, ma, soprattutto, dalla certezza che, alla fine, vincano le sue grandi qualità e che la poesia sia un efficace baluardo contro la stupidità e l'omologazione d e l l a b e l l e z z a . L'i m m o r t a l e storia di Rostand, attraverso la divertente e incalzante costruzione drammaturgica di Stefano Andreoli, rivive perfettamente nelle sue suggestioni e nei suoi personaggi (Cristiano, Rossana, De Guiche ) che il gioco del Teatro riconsegna perfettamente all'Oggi nell'alternarsi delle situazioni e delle emozioni. Marco Continanza, affiancato da Elisa Carnelli e Davide Marranchelli, che, via via, si misurano con personaggi diversi, dà a Cyrano di Bergerac tutto lo spessore di un eroe leggendario, ma che parla direttamente al cuore e all'intelligenza dei ragazzi del nostro tempo. 24 Febbraio, ore 10 (turno B e C1) TIB TEATRO di Belluno “Il volo di Icaro” drammaturgia e regia di Daniela Nicosia con Vania Bortot e Labros Mangheras scene di Gaetano Ricci indicato per il secondo ciclo elementare e la prima e seconda classe delle scuole medie Un papà e suo figlio. L’alchimia di un legame profondo che dalla prima infanzia ci accompagna per tutta la vita. Nella nostra storia il papà si chiama Dedalo, fa l’inventore e passa ore e ore rinchiuso nel suo studio, mentre Icaro, il figlio, lo osserva curioso, discreto e a tratti indiscreto. Aspetta Icaro, come ogni bambino, aspetta il tempo che il papà potrà dedicargli, aspetta la passeggiata della sera sulla scogliera, insieme, nel vento. Lassù il papà gli ha rivelato i segreti delle api e le sue segrete ambizioni e in quelle sere, Icaro si è sentito felice. Finché un giorno - imprigionati entrambi da Minosse, il terribile re di Creta che accusa Dedalo di tradimento - padre e figlio, si ritroveranno insieme con una infinità di tempo da condividere. Loro due soli, rinchiusi nel labirinto, la prigione a cielo aperto, inventata dallo stesso Dedalo, da cui è impossibile uscire. “Ma tu papà puoi tutto! Sei il mio papà e sei anche inventore, dai inventa un’invenzione, trova la soluzione!” Ora Dedalo e Icaro, occhi negli occhi, soli, cercano insieme una via d’uscita. Ora padre e figlio sono davvero insieme, perché insieme progettano il loro futuro... Lo spettacolo racconta il mito di Icaro attraverso il rapporto padre-figlio, un legame profondo e fondamentale che segna fin dalla prima infanzia la vita di un bambino. Un papà inventore che dedica il suo tempo al lavoro, ai numeri e alle formule. Un figlio, solo, che in disparte rimane ad osservarlo aspettando con trepidazione il tempo delle carezze e dei segreti, il tempo per raccontarsi, il tempo per poter stare un po’ con lui e scoprire che anche i grandi a volte hanno paura e sogni irrealizzabili. Il testo approfondisce anche la relazione tra Icaro e Minotauro, l’amico immaginario, il “diverso”, solo come Icaro, desideroso d’amore come ogni ragazzo. Lo spettacolo intende così avvicinare i più giovani al mito. Storie antiche che grazie ad un accurato lavoro di scrittura drammaturgica sanno parlare anche oggi di temi universali. 25 Febbraio, ore 10 (turno A) CA LUOGO D'ARTE di Reggio Emilia “Fiabe italiane” raccolte dalle tradizioni popolari italiane testo di Marina Allegri con Francesca Bizzarri e Dario Eduardo De Falco scenografie di Maurizio Bercini e Donatello Galloni regia di Maurizio Bercini indicato per le scuole elementari In questo spettacolo si è scelto di raccontare le fiabe del popolo italiano, fiabe raccolte con grande minuzia dal Nord al Sud, fiabe apparentemente tutte uguali, ma che hanno assorbito l’eco lontana dell’anima del popolo italiano raccontatore, gli odori del bosco e del mare, gli accenti di dialetti ormai perduti, profumo di povertà e di cibi diversi, mantenendo la passione e la speranza che si esprimeva nell’attitudine di “narrar fiabe”. Due attori si muovono nella scenografia di un’Italia in miniatura, che, come un grande flipper, si illumina a caso su una regione o una città, narrando fiabe italiane. Sono molto simili le une alle altre, le fiabe italiane, nei passaggi obbligati per arrivare alla soluzione, nei motivi che cambiano semplicemente “tipo”, nelle morali finali. Sta infatti alla piccola e grande “arte italiana” di questi due raccontatori organizzarle, valorizzarle, tenendole unite col sottile filo della storia di un popolo che trasmette con queste fiabe il colore dei suoi luoghi, le sue fatiche, le sue speranze, il suo contenuto. Le fiabe sono vere, scriveva Italo Calvino, sono, prese tutte insieme, nella loro sempre ripetuta e sempre varia casistica di vicende umane, una spiegazione generale della vita. Per questo è importante nutrirsi ed essere nutriti di fiabe. 3 Marzo, ore 10 (turno B, C1 e C2) CA' LUOGO D'ARTE di Reggio Emilia “Il racconto del pane” (Dura Crosta) testo di Marina Allegri con Alberto Branca, Zeno Bercini e Massimiliano Grazioli regia di Maurizio Bercini indicato per il secondo ciclo elementare e medie La crosta è ciò che dà forma al pane, lo definisce, lo caratterizza; fatta la crosta è pronto per essere mangiato. Il pane…La cosa più preziosa che la natura ci regala, metafora di una scelta di vita semplice, “primaria”. Scelta che nello spettacolo compiono un giovane imprenditore e il suo capo-officina, rinunciando agli orpelli di una vita complicata e trasformandosi in poveri frati francescani, in cammino per impastare il pane in giro per il mondo…Senonché il primo pane che fanno si materializza, nella loro madia magica, in un adolescente ribelle: Zeno, che non vuole “fare la crosta”. Non vuole prendere una forma, quella definitiva. Non vuole la “dura crosta”. E scappa…Quando torna è pronto, pronto per diventare un adulto definito. Prima però vuole dire la sua: inscena un breve spettacolo di burattini facendo scegliere a Cappuccetto Rosso la strada più pericolosa, sì, ma piena di sorprese e di imprevisti. Bastava quello, bastava lasciarlo andare, bastava dargli ancora per un po’ il suo tempo. Perché, come il pane che lievita, aveva bisogno di tempo, pazienza, cura e rispetto. (Marina Allegri). “... il pane diventa la metafora della crescita. Alberto Branca e Massimiliano Grazioli, muniti di una macchina dai mille accenti e dalle mille sorprese, impastano tra lezzi, frizzi e lazzi il pane che miracolosamente prenderà le forme di Zeno Bercini, virgulto che, come il pane, sta mettendo crosta. Un cucciolo d'uomo ancora di mollica che, ribaltando i ruoli, farà, una volta tanto, la morale agli adulti dicendo loro che l'infanzia, come il pane, ha bisogno dei suoi tempi giusti. Lo spettacolo risulta così essere un intelligente ed inusitato spettacolo di formazione che diverte e ammaestra senza retorica, come deve fare il buon teatro per ragazzi”. (Mario Bianchi, “Eolo”) 7 Marzo, ore 10 (turno A) FONDAZIONE TEATRORAGAZZI E GIOVANI di Torino “La favola della bellezza” Favolosofia n. 3. Premio Eolo Award 2009 per il miglior progetto produttivo di e con Pasquale Buonarota e Alessandro Pisci scenografia di Lucio Diana indicato per le scuole elementari “La favola della bellezza” racconta, tra le sale di un Muse o del Bello, l’av ventura favolosa e rocambolesca di un Re e del suo Buffone alla ricerca di quella bellezza che renderà migliore il proprio Regno, ovunque. Un giovane Re ha prome s so al vecchio Re, suo Padre, che avrebbe fatto del suo regno un Regno più bello. Ma a distanza di anni, il nuovo Re sente di non essere riuscito nel suo impegno e vede, negli occhi dei suoi sudditi e di sua figlia Gertrude, solo noia e tristezza. Un giorno ha un’idea un po’ bizzarra e, i n s i e m e a l s u o b u f fo n e, d à inizio a dei cambiamenti che porteranno i due protagonisti a vedere il mondo e le persone con occhi nuovi. Terza tappa del Progetto Favole Filosofiche, “La favola della bellezza” ha ottenuto una menzione speciale al “Festival Giocoteatro 2010” per “la validità del percorso e della ricerca su tematiche non comuni nell'orizzonte teatrale per ragazzi e giovani”. Il Progetto, accolto con grande interesse dal mondo della scuola italiana, ha un suo sito di approfondimento, www.favolefilosofiche.com, nel quale gli autori danno conto del lavoro svolto in collaborazione con gli insegnanti e i ragazzi. L’esperienza dei “Laboratori sulla Bellezza”, rivolta principalmente ai bambini della scuola primaria, ha preceduto la produzione e la trasformazione di questi nello spettacolo. Un percorso teatrale e ludico per evidenziare le domande che consentono il dialogo e l’interazione con i bambini: Come riconosco che una cosa è bella? Quali sono le idee di bello per gli altri? Che cos’è bello per me? Quando è bello l’ordine e quando il disordine? Le cose belle ci rendono più allegri? Più liberi? Qualcosa che sia bello per tutti ha delle regole? Posso rendere bello qualcosa? Io sono responsabile della bellezza di qualcosa? Lo spettacolo è una nuova favola che raccoglie domande, ragionamenti, immagini e pensieri fatti insieme ai ragazzi per capire cosa può essere bello e cosa no. 22 Marzo, ore 10 (turno A) GIALLO MARE MINIMAL TEATRO di Empoli “AccaDueO” testo e regia di Vania Pucci con Vania Pucci immagini eseguite dal vivo da Licio Esposito indicato per le scuole elementari L’acqua è un bene prezioso, è come l’oro, bisogna averne cura! Dell’acqua ti puoi fidare. Apri il rubinetto e lei riempie il bicchiere,. apri il rubinetto e lei riempie la vasca...sembra non finire mai... un mare d’acqua ! Ma l’acqua è anche la nostra memoria. L’acqua conosce tutte le storie del mondo perché l’acqua è l’origine del mondo. Si raccontano otto piccole storie originali sull’acqua e così appare la colomba che cerca di scappare dall’acqua del diluvio universale, la balena che si ammala per avere ingoiato un sacchetto di plastica, la goccia d e l l a s o rg e nte i m p r i g i o n at a in una bottiglia, il deserto che sot to la s a bbia nasconde il mare, l’iceberg che si scioglie. “Accadueo” vede in scena, oltre l’attrice Vania Pucci, l’ar tista multimediale Licio Esposito che utilizza una particolare macchina scenografica: una video camera riprende un piano colmo di sabbia che le mani di Licio scolpiscono, m o d e l l a n o, d i s e g n a n o c o n straordinaria abilità. Le forme, veri e propri quadri, tramite la videoproiezione diventano la scenografia dove l’attrice si muove e racconta. 24 Marzo, ore 10 (turno D) 25 Marzo, ore 9.30 (turno E) 25 Marzo, ore 10.45 (turno F) TEATRO DEL BURATTO di Milano “Giocagiocattolo” progetto di Franco Spadavecchia testo di Beatrice Masini scene e oggetti di Marco Muzzolon con Marialuisa Casatta, Daniela Dazzi, Nadia Milani, Elena Veggetti (l'amico immaginario) regia di Jolanda Cappi e Giusy Colucci indicato per le scuole materne e la prima classe della scuola elementare I protagonisti dello spettacolo sono i giocattoli: il pagliaccio, l’orsacchiot to, una bambola arrivata per sbaglio e pochissimo usata e l’amico immaginario. Loro, i giocattoli, sono sempre pronti a soddisfare ogni desiderio del bambino, ma quando lui non c’è loro giocano davvero, scherzano, sognano. Loro lo conoscono bene, lo vedono crescere, soffrire, ridere, piangere, conoscono i suoi segreti, le sue paure, i suoi desideri. E poi un giorno il bambino confida al suo amico immaginario la sua paura per l’arrivo di una sorellina, paura che poi la mamma e il papà non gli vogliano più bene. Per fargli passare lo spavento, per distrarlo, per farlo sentire importante, mamma e papà gli regalano un giocattolo nuovo. Adesso sono i giocattoli ad avere paura di finire dimenticati in una soffitta, in un vecchio scatolone e poi alla discarica! Comunque vada, lui sarà sempre il loro bambino. E loro i suoi giocattoli. Un bambino ha sempre voglia di giocare. E finché c’è un bambino che gioca, c’è un giocattolo felice. Le divertenti musiche scelte e composte da Mauro Casappa ci conducono nella dimensione del meraviglioso mondo dei giocattoli, dove riscopriamo alcuni aspetti dell’incanto infantile. Il linguaggio dello spettacolo prosegue una linea di ricerca del Teatro del Buratto, nel segno della contaminazione tra le varie tecniche: l’immagine fantastica animata nello spazio nero, l’azione e la parola che narrano la storia. La magia del teatro su nero ci porterà a credere che anche i giocattoli hanno un piccolo cuore e una loro vita. 31 Marzo, ore 10 (turno B e C1) ACCADEMIA PERDUTA di Ravenna “L'Orchetto” di Suzanne Lebeau con Claudio Casadio e Daniela Piccari musiche originali di Marco Biscarini allestimento scenico e regia di Marcello Chiarenza indicato per il secondo ciclo elementare e medie L'Orchetto vive solo con sua madre in una casa nel cuore di una foresta impenetrabile, in un luogo ritirato, lontano dalla comunità del vicino villaggio. Pensa di essere un bambino come tutti gli altri ma, il primo giorno di scuola, i suoi compagni si accorgono subito della sua diversità: è il figlio di un orco che, però, una madre amorevole ha cresciuto con infinita tenerezza. Per sfuggire all’attrazione irresistibile che prova per il sangue fresco, l’Orchetto dovrà affrontare tre difficili prove, dalla cui riuscita dipenderanno la sua crescita, la sua trasformazione e la sua salvezza. Se saprà superare queste prove, il coraggioso protagonista potrà esaudire il grande sogno di essere accettato, con tutte le sue differenze e le sue contraddizioni, all’interno della comunità del villaggio. L’Orchetto, con la sua forza straordinaria e la sua terribile eredità, ci riconcilia con la nostra parte oscura, in una storia che racconta la diversità, ma anche la forza di lottare per cambiare se stessi, per affermarsi e per vincere i propri limiti. La scelta artistica di Accademia Perduta cade, quindi, su di un racconto nero e tenero, che attinge la propria ispirazione dalle fiabe popolari ed è portato sulla scena dalla scrittura fine ed intelligente della grande autrice per ragazzi Suzanne Lebeau. Un testo, accolto con grande favore in anteprima assoluta in Italia all'ultimo Festival di Spoleto, che è già stato rappresentato in tredici paesi in tutto il mondo e soprattutto in Francia, dove questa raffinata autrice canadese è conosciuta ed apprezzata. Gli attori si confrontano con il testo poetico, ironico e suggestivo e lo fanno proprio, con l’intento di divertire, affabulare, ma anche far riflettere. L'allestimento si avvale di un utilizzo magico dello spazio teatrale, in cui gli attori si muovono con leggerezza, ma anche con drammaticità ed il gioco di scena prevede un susseguirsi di piccole magie, un’evoluzione di continue suggestioni visive e sonore, che avvince lo spettatore, grazie anche alle musiche originali, fino allo scioglimento finale. 11 Aprile, ore 10 (turno D) 12 Aprile, ore 9.30 (turno E) 12 Aprile, ore 10.45 (turno F) TEATRO DELL'ARCHIVOLTO di Genova “Abbecedario” drammaturgia e regia di Giorgio Scaramuzzino con Giorgio Scaramuzzino e Francesca Biasetton indicato per le scuole materne e la prima classe della scuola elementare Può una semplice let tera d i v e n t a r e, q u a s i p e r c a s o, letteratura? E giocare con le parole può aiutare a far nascere l’a m o r e p e r l a l e t t u r a? N o i crediamo di sì. L’Abbecedario è un percorso fantastico dalla A alla Z, dove ogni lettera del nostro alfabeto contemporaneo diventa occasione per raccontare una storia. Storie curiose, divertenti, inattese, da ascoltare, vedere e giocare. Racconti inediti, creati appositamente per lo spettacolo da professionisti della scrittura che hanno voluto confrontarsi e divertirsi col mondo dell’infanzia e del teatro, sempre più luogo di contaminazione e provocazione, di confine e incrocio. Un attore e una calligrafa guidano i piccoli s p e t t a to r i i n u n f a n t a s t i c o viaggio interagendo col pubblico attraverso parole e immagini, filastrocche e scenografie create con carta, inchiostro e forbici. Si scoprirà così perché la “m” ha due gobbe e la “n” una sola, la “x” è pericolosa e la “o” si nasconde timidamente fra le altre lettere. Un abbecedario per incuriosire, emozionare e scoprire che essere a teatro è sempre un evento unico, irripetibile. 13 Aprile, ore 10 (turno B, C1 e C2) COMPAGNIA LA PULCE di Bergamo “Bit Generation” di e con Michele Eynard e Enzo Valeri Peruta video di Giuliano Magni regia di Marcello Magni indicato per la quarta e quinta classe elementare e per le medie La generazione dei “Bit” è quella dei giovani, giovanissimi; dei ragazzini che fanno della tecnologia non solo un passatempo e un divertimento, bensì un vero e proprio stile di vita in cui si trasformano i modi di comunicare e di relazionarsi (telefoni cellulari, internet, chat-line). La storia attraversa situazioni di un quotidiano tra possibile e futuribile: case automatizzate, impiegati incompetenti, venditori che offrono continuamente prodotti innovativi, manager indaffarati, avventure virtuali. In questo ambiente si muovono i due protagonisti: un architetto affermato, la cui diffidenza verso la tecnologia rischia di comprometterne la brillante carriera e un giovane genio informatico che vive isolato nel proprio “mondo digitale”. Entrambi hanno bisogno dell’altro: uno per superare paure e pregiudizi ed imparare ad usare il computer, l’altro per accettare l’idea che i rapporti umani sono l’essenza della vita, anche della sua. Uno spettacolo attualissimo dal ritmo incalzante giocato in un alternarsi di comicità e dramma tra personaggi, suoni e video; per raccontare, in modo ironico e divertente, il divario generazionale tra ragazzi e adulti nei confronti della nuova era tecnologica, ma, anche, come sia possibile, attraverso la rivalutazione dell'autenticità dei rapporti umani, superare le possibili difficoltà dei ragazzi nella comunicazione e nelle relazioni interpersonali. 14 Aprile, ore 10 (turno A) TEATRO LA PICCIONAIA di Vicenza “La danza delle api” testo di Carlo Presotto, Titino Carrara, Paola Rossi con Carlo Presotto e Matteo Balbo regia di Titino Carrara e Carlo Presotto indicato per le scuole elementari In un vor tice di gag, lezioni inverosimili sull’anatomia del popcorn, lezioni di danza delle api, Carlo e Matteo giocano sul rapporto tra ciò che mangiamo ogni giorno e la qualità dell’ambiente in cui vivono. Incontreranno mais, trifoglio e girasoli, parassiti e farfalle, ma soprattutto dovranno vedersela con il mistero della scomparsa delle api. Perché lo sviluppo senza controllo e la ricerca esasperata del profitto in agricoltura ha ripercussioni pesanti su tutti gli abitanti del pianeta. Le api sono un sensibile indicatore della qualità dell’ambiente. Ma si occupano anche di trasportare il polline da una pianta ad un’altra, rivestendo un ruolo essenziale per il paesaggio che siamo abituati a vedere, e per i sapori che siamo abituati a gustare. Una storia divertente e poetica per riflettere su come il futuro sia già disegnato dai piccoli gesti che ognuno compie ogni giorno, come il battito d’ali di una farfalla che può scatenare un uragano dall’altra parte del mondo, secondo la celebre teoria dell’”effetto farfalla”. E poi cosa c’entra la passione per i popcorn con la scomparsa delle api? Perché è triste un girasole? Cosa ci vuole per fare un tavolo? E per fare un cavolo? Perché la diabrotica va sempre in vacanza nello stesso campo? Il trifoglio è maleducato? Chi cerca delle risposte forse si sentirà un po’ preso in giro. Chi invece crede nell’importanza delle domande potrà collezionarne qualcuna di nuova, e magari, anche attraverso un bel po' di risate, introdurre i ragazzi al tema, quanto mai contemporaneo, del rischio sopravvivenza per migliaia di specie del nostro pianeta proprio nell'Anno Internazionale della Biodiversità promosso dall'ONU. 3 Maggio, ore 10 (turno D) 4 Maggio, ore 9.30 (turno E) 4 Maggio, ore 10.45 (turno F) LA CITTA' DEL TEATROFONDAZIONE SIPARIO TOSCANA “Sette note in fuga” di Fabrizio Cassanelli, Donatella Diamanti e Letizia Pardi con Chiara Pistoia e Francesca Pompeo regia di Fabrizio Cassanelli indicato per le scuole materne e il primo ciclo della scuola elementare “Sette note in Fuga” è nato dal desiderio di parlare ai bambini di musica attraverso il teatro. L’incontro fra questi due linguaggi non costituisce certo una novità, ma l’intento era, non tanto quello di dar vita ad un gioco alla pari in cui competenze teatrali e musicali semplicemente si amalgamassero quanto, piuttosto, mettere le prime al servizio delle seconde in nome di una storia da raccontare evitando il rischio, tutto didattico e/o semplicistico di metter in scena una lezione di musica. “Sette note in Fuga” si fonda sulla concreta esperienza del mondo sonoro che l’infanzia effettua attraverso l’espressione vocale, la relazione con il corpo e la manipolazione ludica dell’oggetto sollecitando la sensibilità e la percezione del bambino attraverso forme visive e sonore, invitandolo ad attivare una propria ricerca di senso, analogamente a ciò che egli fa quando anima i propri giochi. In scena due attrici e danzatrici scoprono i suoni e la musica giocando con gli oggetti che li producono. Corde, bidoni, assi, tubi, carta usati in modo inventivo e insolito suggeriscono la configurazione di veri e propri strumenti musicali: pianoforte, violino, fisarmonica, flauto fino a comporre una grande orchestra immaginaria. Presentato al suo debutto da una prefazione di Roberto Farnè che ne ha sottolineato le grandi valenze educative, lo spettacolo è divenuto nel tempo un vero “classico” e punto di riferimento di un modo particolare di praticare la scena per l’infanzia. ABBONAMENTI Entro il 15 novembre tutte le scuole interessate faranno avere al Teatro le richieste numeriche e i turni desiderati a mezzo fax (0194519200) o e-mail (teatrochiabrera@ comune.savona.it) unitamente al nominativo dell’insegnante a cui fare riferimento. I posti saranno assegnati d’ufficio, secondo i criteri applicati nelle scorse stagioni, dando la precedenza alle scuole della città solo nel caso che la disponibilità risultasse inferiore alle richieste.La biglietteria osserverà l'orario 10-12/16-19. Gli abbonamenti assegnati dovranno essere ritirati dal 1 al 10 dicembre. La vendita di singoli abbonamenti a posto numerato inizierà l'11 dicembre alle ore 10. PREZZI Per le scuole elementari sono previsti due turni in abbonamento, A e B. Ogni turno si compone di 5 spettacoli con posto unico numerato al prezzo di Euro 15. Il turno A comprende: 09/02, 25/02, 07/03, 22/03, 14/04. Il turno B comprende: 14/02, 24/02, 03/03, 31/03, 13/04. Per le scuole medie sono previsti due tipi di abbonamento. Il turno C1 si compone di 5 spettacoli con posto unico numerato al prezzo di Euro 15. Il turno C1 comprende: 14/02, 24/02, 03/03, 31/03, 13/04. Il turno C2 si compone di 3 spettacoli con posto unico numerato al prezzo di Euro 10. Il turno C2 comprende: 14/02, 03/03 e 13/04. Per le scuole materne sono previsti tre turni in abbonamento, D, E e F. Ogni turno si compone di 3 spettacoli con posto unico numerato al prezzo di Euro 10. Il turno D comprende: 24/03, 11/04, 03/05. Il turno E comprende: 25/03, 12/04, 04/05 alle ore 9.30. Il turno F comprende: 25/03, 12/04, 04/05 alle ore 10.45. Lo spet tacolo ser ale del 27 gennaio è ad ingresso gratuito ed è rivolto in particolare alle famiglie. E' obbligatoria la prenotazione del posto ed il ritiro del biglietto a partire dal 1 dicembre 2010. Lo spettacolo mattutino del 28 gennaio è ad ingresso gratuito ed è rivolto in particolare alla scuola elementare. E' obbligatoria la prenotazione del posto a partire dal 1 dicembre 2010. L'assegnazione avverrà, sulla base delle richieste pervenute, in ragione proporzionale alle singole scuole in modo da assicurare la presenza dei vari istituti cittadini. BIGLIETTI Le richieste di acquisto devono pervenire solo a partire dal 2 dicembre 2010. Se inviate in data precedente non saranno prese in esame. Dalla data indicata sarà possibile acquistare i biglietti per tutti gli spettacoli in programma. La prenotazione può avvenire per fax o e-mail . Per l’assegnazione dei posti vale l’ordine cronologico di presentazione della richiesta. Singolo spettacolo posto unico numerato Euro 4,00. *** La Direzione del Teatro si riserva la facoltà di modificare il programma per cause tecniche e di forza maggiore. . adw it La cultura fa volare Savona.