teatro ragazzi 2011

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teatro ragazzi 2011
Città di Savona
TEATRO R AGAZZI 2011
27 Gennaio, ore 21 (fuori abb.)
28 Gennaio, ore 10 (fuori abb.)
in occasione del “Giorno
della Memoria”
PANDEMONIUM TEATRO
di Bergamo
“La Bambola Bionda
e la Bambola Bruna”
Una fiaba racconta l'Olocausto
ai bambini
testo e regia di Lisa Ferrari
con Giulia Manzini e Chiara Carrara
indicato per le famiglie e la scuola
elementare
è possibile raccontare anche ai
bambini la storia dell’Olocausto? Sì,
con una fiaba. E come ogni fiaba c’è
il bene e il male, il buono e il cattivo,
la gioia e la paura. Una storia a lieto
fine – anche qui, come in ogni fiaba!
– che emoziona e commuove adulti
e bambini. Insieme. In un negozio di
giocattoli, due bambole ballerine, una
bionda e l’altra bruna, interpretate da
due giovani attricidanzatrici, cercano
di attirare l’attenzione dei clienti
danzando nella vetrina. Purtroppo
nessuno entra a comprarle ed allora
la bionda,,che, fra l’altro, non è così
abile nella danza come la bruna,
comincia ad incolpare la compagna
di essere brutta e di scoraggiare
i clienti dall’entrare nel negozio,
disgustati dal suo aspetto. La bruna
cerca debolmente di difendersi, ma
poi soccombe di fronte alla forza e
determinazione della bionda. Viene
così relegata in cantina con tutti i
giocattoli “inutili” e, come lei, destinati
alla rottamazione. Lo spettacolo
cerca di spiegare, con una semplice
storia, come alcuni dei mali della
nostra società possano nascondere
in sé il "nucleo" di drammi più grandi:
la paura del diverso, i piccoli razzismi
che portano a tragici eventi. E, in
particolare, ci racconta proprio il
dramma della tragedia avvenuta, il
"sogno" nazista, attuato servendosi
dell'allontanamento dapprima, e
dell'eliminazione poi, di un'intera
razza considerata "elemento
indesiderato" e nocivo per la
collettività. Il linguaggio simbolico
e l'utilizzo, da parte delle due
attriciballerine, del corpo in rapporto
allo spazio e agli oggetti, permette
anche ai più piccoli di affrontare con
semplicità ed immediatezza temi
legati al rifiuto del diverso.
9 Febbraio, ore 10 (turno A)
ACCADEMIA PERDUTA
di Ravenna
“I musicanti di Brema”
Premio Stregagatto 2004 quale
migliore spettacolo
di Giampiero Pizzol e Claudio Casadio
con Maurizio Casali,
Mariolina Coppola, Lucia Puechler,
Paola Bardarelli
collaborazione all'allestimento
Marcello Chiarenza
musiche originali di Marco Versari
regia di Claudio Casadio
indicato per le scuole elementari
Lo spettacolo è tratto dalla celebre
favola dei Fratelli Grimm e racconta,
come noto, le avventure di un cane,
un gatto, un asino e un gallo che
fuggono dai rispettivi luoghi di vita
e si incontrano per ricominciare una
nuova esistenza che permetta loro
di vivere serenamente. I quattro
attori musicisti, nel bel mezzo di
un concerto sull’aia, raccontano
comicamente e musicalmente
le loro disavventure. Ciascuno si
lamenta delle fatiche di una vita
davvero bestiale: la solitudine e le
legnate, la fame e le catene, i topi
da acchiappare e le strade da
attraversare, il chiasso del pollaio
e la paura dell’arrosto… Tra tutti
questi problemi a poco a poco si
fa strada un sogno: Brema. Così
comincia l’avventura dei nostri
quattro amici. Ed eccoli per le
strade del mondo a cantare e
suonare finché non li coglie la
nostalgia di casa. E come in ogni
fiaba che si rispetti ecco apparire
una casetta che offre un “sicuro”
rifugio per la notte che arriva. Ma
è destino che la notte non sia
tranquilla perché anche una banda
di sconclusionati gangsters di città
ha deciso di utilizzare la casa come
rifugio e nascondiglio del bottino….
Animali musicali con fisarmonica,
organetto, trombone, tamburo,
sassofono, ma anche, e soprattutto,
attori comici e un testo tutto in rima
per poter giocare con le parole e
con la musica che, come il vento,
invade a folate la scena. Tema dello
spettacolo è la solitudine, ma anche
l’amicizia e la speranza di arrivare
insieme alla meta. Una meta non
solo geografica, ma da ricercare nel
proprio cuore attraverso il sentiero
sottile di ogni riga musicale.
14 Febbraio, ore 10
(turno B, C1 e C2)
TEATRO CITTA' MURATA
di Como
in collaborazione con Albero Blu
“Chiamatemi Cirano!”
liberamente ispirato a
“Cyrano di Bergerac”
di Edmond Rostand
testo e regia di Stefano Andreoli
con Elisa Carnelli, Marco Continanza
e Davide Marranchelli
indicato per il secondo ciclo
elementare e medie
Quante volte da ragazzi ci siamo
chiesti o ci hanno chiesto: “Cosa
farai da grande?”. La risposta era
modulata sempre verso diverse
direzioni, il calciatore, il cantante
o forse il paracadutista, insomma
molte aspirazioni e poche certezze.
Per Tommaso, il protagonista di
questa storia, ragazzo, sveglio e
intelligente, ma con un naso assai
pronunciato, avendo conosciuto
un'antica e appassionata storia
scritta molto tempo fa, invece,
la risposta è sempre pronta ed
immediata : Chiamatemi Cirano! Lo
spettacolo del Teatro Città Murata
prendendo spunto dalla famosa
commedia di Edmond Rostand
scritta nel 1898, vuole parlare
dell'oggi, della diversità, della
poesia, dedicandola ad un pubblico
di ragazzi trasportandola così
nella loro esperienza. Tommaso
fugge la realtà insicura di ogni
giorno, fatta di continui scherzi ed
allusioni, proiettandosi in un futuro
composto non da piccole, e inutili
vendette, ma, soprattutto, dalla
certezza che, alla fine, vincano le
sue grandi qualità e che la poesia
sia un efficace baluardo contro
la stupidità e l'omologazione
d e l l a b e l l e z z a . L'i m m o r t a l e
storia di Rostand, attraverso la
divertente e incalzante costruzione
drammaturgica di Stefano Andreoli,
rivive perfettamente nelle sue
suggestioni e nei suoi personaggi
(Cristiano, Rossana, De Guiche )
che il gioco del Teatro riconsegna
perfettamente all'Oggi nell'alternarsi
delle situazioni e delle emozioni.
Marco Continanza, affiancato da
Elisa Carnelli e Davide Marranchelli,
che, via via, si misurano con
personaggi diversi, dà a Cyrano
di Bergerac tutto lo spessore
di un eroe leggendario, ma che
parla direttamente al cuore e
all'intelligenza dei ragazzi del nostro
tempo.
24 Febbraio, ore 10
(turno B e C1)
TIB TEATRO di Belluno
“Il volo di Icaro”
drammaturgia e regia
di Daniela Nicosia
con Vania Bortot
e Labros Mangheras
scene di Gaetano Ricci
indicato per il secondo ciclo
elementare e la prima e seconda
classe delle scuole medie
Un papà e suo figlio. L’alchimia
di un legame profondo che dalla
prima infanzia ci accompagna
per tutta la vita. Nella nostra
storia il papà si chiama Dedalo,
fa l’inventore e passa ore e ore
rinchiuso nel suo studio, mentre
Icaro, il figlio, lo osserva curioso,
discreto e a tratti indiscreto.
Aspetta Icaro, come ogni bambino,
aspetta il tempo che il papà potrà
dedicargli, aspetta la passeggiata
della sera sulla scogliera, insieme,
nel vento. Lassù il papà gli ha
rivelato i segreti delle api e le sue
segrete ambizioni e in quelle sere,
Icaro si è sentito felice. Finché
un giorno - imprigionati entrambi
da Minosse, il terribile re di Creta
che accusa Dedalo di tradimento
- padre e figlio, si ritroveranno
insieme con una infinità di tempo
da condividere. Loro due soli,
rinchiusi nel labirinto, la prigione a
cielo aperto, inventata dallo stesso
Dedalo, da cui è impossibile
uscire. “Ma tu papà puoi tutto! Sei
il mio papà e sei anche inventore,
dai inventa un’invenzione, trova
la soluzione!” Ora Dedalo e Icaro,
occhi negli occhi, soli, cercano
insieme una via d’uscita. Ora padre
e figlio sono davvero insieme,
perché insieme progettano il loro
futuro... Lo spettacolo racconta il
mito di Icaro attraverso il rapporto
padre-figlio, un legame profondo
e fondamentale che segna fin
dalla prima infanzia la vita di un
bambino. Un papà inventore
che dedica il suo tempo al
lavoro, ai numeri e alle formule.
Un figlio, solo, che in disparte
rimane ad osservarlo aspettando
con trepidazione il tempo delle
carezze e dei segreti, il tempo per
raccontarsi, il tempo per poter
stare un po’ con lui e scoprire
che anche i grandi a volte hanno
paura e sogni irrealizzabili. Il testo
approfondisce anche la relazione
tra Icaro e Minotauro, l’amico
immaginario, il “diverso”, solo
come Icaro, desideroso d’amore
come ogni ragazzo. Lo spettacolo
intende così avvicinare i più giovani
al mito. Storie antiche che grazie
ad un accurato lavoro di scrittura
drammaturgica sanno parlare
anche oggi di temi universali.
25 Febbraio, ore 10 (turno A)
CA LUOGO D'ARTE
di Reggio Emilia
“Fiabe italiane”
raccolte dalle tradizioni popolari
italiane
testo di Marina Allegri
con Francesca Bizzarri
e Dario Eduardo De Falco
scenografie di Maurizio Bercini
e Donatello Galloni
regia di Maurizio Bercini
indicato per le scuole elementari
In questo spettacolo si è scelto
di raccontare le fiabe del popolo
italiano, fiabe raccolte con grande
minuzia dal Nord al Sud, fiabe
apparentemente tutte uguali, ma
che hanno assorbito l’eco lontana
dell’anima del popolo italiano
raccontatore, gli odori del bosco
e del mare, gli accenti di dialetti
ormai perduti, profumo di povertà
e di cibi diversi, mantenendo la
passione e la speranza che si
esprimeva nell’attitudine di “narrar
fiabe”. Due attori si muovono
nella scenografia di un’Italia in
miniatura, che, come un grande
flipper, si illumina a caso su una
regione o una città, narrando
fiabe italiane. Sono molto simili le
une alle altre, le fiabe italiane, nei
passaggi obbligati per arrivare alla
soluzione, nei motivi che cambiano
semplicemente “tipo”, nelle morali
finali. Sta infatti alla piccola e
grande “arte italiana” di questi
due raccontatori organizzarle,
valorizzarle, tenendole unite col
sottile filo della storia di un popolo
che trasmette con queste fiabe
il colore dei suoi luoghi, le sue
fatiche, le sue speranze, il suo
contenuto. Le fiabe sono vere,
scriveva Italo Calvino, sono, prese
tutte insieme, nella loro sempre
ripetuta e sempre varia casistica
di vicende umane, una spiegazione
generale della vita. Per questo è
importante nutrirsi ed essere nutriti
di fiabe.
3 Marzo, ore 10
(turno B, C1 e C2)
CA' LUOGO D'ARTE
di Reggio Emilia
“Il racconto del pane”
(Dura Crosta)
testo di Marina Allegri
con Alberto Branca, Zeno Bercini
e Massimiliano Grazioli
regia di Maurizio Bercini
indicato per il secondo ciclo
elementare e medie
La crosta è ciò che dà forma al
pane, lo definisce, lo caratterizza;
fatta la crosta è pronto per essere
mangiato. Il pane…La cosa più
preziosa che la natura ci regala,
metafora di una scelta di vita
semplice, “primaria”. Scelta che nello
spettacolo compiono un giovane
imprenditore e il suo capo-officina,
rinunciando agli orpelli di una vita
complicata e trasformandosi in
poveri frati francescani, in cammino
per impastare il pane in giro per il
mondo…Senonché il primo pane
che fanno si materializza, nella loro
madia magica, in un adolescente
ribelle: Zeno, che non vuole “fare
la crosta”. Non vuole prendere una
forma, quella definitiva. Non vuole la
“dura crosta”. E scappa…Quando
torna è pronto, pronto per diventare
un adulto definito. Prima però
vuole dire la sua: inscena un breve
spettacolo di burattini facendo
scegliere a Cappuccetto Rosso la
strada più pericolosa, sì, ma piena
di sorprese e di imprevisti. Bastava
quello, bastava lasciarlo andare,
bastava dargli ancora per un po’ il
suo tempo. Perché, come il pane
che lievita, aveva bisogno di tempo,
pazienza, cura e rispetto. (Marina
Allegri). “... il pane diventa la metafora
della crescita. Alberto Branca e
Massimiliano Grazioli, muniti di
una macchina dai mille accenti e
dalle mille sorprese, impastano
tra lezzi, frizzi e lazzi il pane che
miracolosamente prenderà le
forme di Zeno Bercini, virgulto che,
come il pane, sta mettendo crosta.
Un cucciolo d'uomo ancora di
mollica che, ribaltando i ruoli, farà,
una volta tanto, la morale agli adulti
dicendo loro che l'infanzia, come
il pane, ha bisogno dei suoi tempi
giusti. Lo spettacolo risulta così
essere un intelligente ed inusitato
spettacolo di formazione che diverte
e ammaestra senza retorica, come
deve fare il buon teatro per ragazzi”.
(Mario Bianchi, “Eolo”)
7 Marzo, ore 10 (turno A)
FONDAZIONE TEATRORAGAZZI
E GIOVANI di Torino
“La favola della bellezza”
Favolosofia n. 3. Premio Eolo Award
2009 per il miglior progetto produttivo
di e con Pasquale Buonarota
e Alessandro Pisci
scenografia di Lucio Diana
indicato per le scuole elementari
“La favola della bellezza” racconta,
tra le sale di un Muse o del
Bello, l’av ventura favolosa e
rocambolesca di un Re e del
suo Buffone alla ricerca di quella
bellezza che renderà migliore
il proprio Regno, ovunque. Un
giovane Re ha prome s so al
vecchio Re, suo Padre, che
avrebbe fatto del suo regno un
Regno più bello. Ma a distanza
di anni, il nuovo Re sente di non
essere riuscito nel suo impegno
e vede, negli occhi dei suoi
sudditi e di sua figlia Gertrude,
solo noia e tristezza. Un giorno
ha un’idea un po’ bizzarra e,
i n s i e m e a l s u o b u f fo n e, d à
inizio a dei cambiamenti che
porteranno i due protagonisti
a vedere il mondo e le persone
con occhi nuovi. Terza tappa
del Progetto Favole Filosofiche,
“La favola della bellezza” ha
ottenuto una menzione speciale
al “Festival Giocoteatro 2010”
per “la validità del percorso e
della ricerca su tematiche non
comuni nell'orizzonte teatrale per
ragazzi e giovani”. Il Progetto,
accolto con grande interesse dal
mondo della scuola italiana, ha
un suo sito di approfondimento,
www.favolefilosofiche.com, nel
quale gli autori danno conto del
lavoro svolto in collaborazione
con gli insegnanti e i ragazzi.
L’esperienza dei “Laboratori sulla
Bellezza”, rivolta principalmente
ai bambini della scuola primaria,
ha preceduto la produzione e la
trasformazione di questi nello
spettacolo. Un percorso teatrale e
ludico per evidenziare le domande
che consentono il dialogo e
l’interazione con i bambini: Come
riconosco che una cosa è bella?
Quali sono le idee di bello per gli
altri? Che cos’è bello per me?
Quando è bello l’ordine e quando
il disordine? Le cose belle ci
rendono più allegri? Più liberi?
Qualcosa che sia bello per tutti ha
delle regole? Posso rendere bello
qualcosa? Io sono responsabile
della bellezza di qualcosa? Lo
spettacolo è una nuova favola che
raccoglie domande, ragionamenti,
immagini e pensieri fatti insieme
ai ragazzi per capire cosa può
essere bello e cosa no.
22 Marzo, ore 10 (turno A)
GIALLO MARE MINIMAL
TEATRO di Empoli
“AccaDueO”
testo e regia di Vania Pucci
con Vania Pucci
immagini eseguite dal vivo
da Licio Esposito
indicato per le scuole elementari
L’acqua è un bene prezioso, è
come l’oro, bisogna averne cura!
Dell’acqua ti puoi fidare. Apri il
rubinetto e lei riempie il bicchiere,.
apri il rubinetto e lei riempie la
vasca...sembra non finire mai...
un mare d’acqua ! Ma l’acqua
è anche la nostra memoria.
L’acqua conosce tutte le storie del
mondo perché l’acqua è l’origine
del mondo. Si raccontano otto
piccole storie originali sull’acqua
e così appare la colomba che
cerca di scappare dall’acqua del
diluvio universale, la balena che
si ammala per avere ingoiato un
sacchetto di plastica, la goccia
d e l l a s o rg e nte i m p r i g i o n at a
in una bottiglia, il deserto che
sot to la s a bbia nasconde il
mare, l’iceberg che si scioglie.
“Accadueo” vede in scena, oltre
l’attrice Vania Pucci, l’ar tista
multimediale Licio Esposito che
utilizza una particolare macchina
scenografica: una video camera
riprende un piano colmo di sabbia
che le mani di Licio scolpiscono,
m o d e l l a n o, d i s e g n a n o c o n
straordinaria abilità. Le forme,
veri e propri quadri, tramite la
videoproiezione diventano la
scenografia dove l’attrice si muove
e racconta.
24 Marzo, ore 10 (turno D)
25 Marzo, ore 9.30 (turno E)
25 Marzo, ore 10.45 (turno F)
TEATRO DEL BURATTO
di Milano
“Giocagiocattolo”
progetto di Franco Spadavecchia
testo di Beatrice Masini
scene e oggetti di Marco Muzzolon
con Marialuisa Casatta,
Daniela Dazzi, Nadia Milani,
Elena Veggetti (l'amico immaginario)
regia di Jolanda Cappi
e Giusy Colucci
indicato per le scuole materne
e la prima classe
della scuola elementare
I protagonisti dello spettacolo
sono i giocattoli: il pagliaccio,
l’orsacchiot to, una bambola
arrivata per sbaglio e pochissimo
usata e l’amico immaginario. Loro,
i giocattoli, sono sempre pronti
a soddisfare ogni desiderio del
bambino, ma quando lui non c’è
loro giocano davvero, scherzano,
sognano. Loro lo conoscono bene,
lo vedono crescere, soffrire, ridere,
piangere, conoscono i suoi segreti,
le sue paure, i suoi desideri. E poi
un giorno il bambino confida al suo
amico immaginario la sua paura
per l’arrivo di una sorellina, paura
che poi la mamma e il papà non gli
vogliano più bene. Per fargli passare
lo spavento, per distrarlo, per farlo
sentire importante, mamma e papà
gli regalano un giocattolo nuovo.
Adesso sono i giocattoli ad avere
paura di finire dimenticati in una
soffitta, in un vecchio scatolone
e poi alla discarica! Comunque
vada, lui sarà sempre il loro
bambino. E loro i suoi giocattoli.
Un bambino ha sempre voglia di
giocare. E finché c’è un bambino
che gioca, c’è un giocattolo felice.
Le divertenti musiche scelte e
composte da Mauro Casappa ci
conducono nella dimensione del
meraviglioso mondo dei giocattoli,
dove riscopriamo alcuni aspetti
dell’incanto infantile. Il linguaggio
dello spettacolo prosegue una linea
di ricerca del Teatro del Buratto, nel
segno della contaminazione tra le
varie tecniche: l’immagine fantastica
animata nello spazio nero, l’azione
e la parola che narrano la storia. La
magia del teatro su nero ci porterà
a credere che anche i giocattoli
hanno un piccolo cuore e una loro
vita.
31 Marzo, ore 10 (turno B e C1)
ACCADEMIA PERDUTA
di Ravenna
“L'Orchetto”
di Suzanne Lebeau
con Claudio Casadio
e Daniela Piccari
musiche originali di Marco Biscarini
allestimento scenico e regia
di Marcello Chiarenza
indicato per il secondo ciclo
elementare e medie
L'Orchetto vive solo con sua
madre in una casa nel cuore di una
foresta impenetrabile, in un luogo
ritirato, lontano dalla comunità del
vicino villaggio. Pensa di essere
un bambino come tutti gli altri
ma, il primo giorno di scuola,
i suoi compagni si accorgono
subito della sua diversità: è il figlio
di un orco che, però, una madre
amorevole ha cresciuto con infinita
tenerezza. Per sfuggire all’attrazione
irresistibile che prova per il sangue
fresco, l’Orchetto dovrà affrontare
tre difficili prove, dalla cui riuscita
dipenderanno la sua crescita,
la sua trasformazione e la sua
salvezza. Se saprà superare queste
prove, il coraggioso protagonista
potrà esaudire il grande sogno di
essere accettato, con tutte le sue
differenze e le sue contraddizioni,
all’interno della comunità del
villaggio. L’Orchetto, con la sua
forza straordinaria e la sua terribile
eredità, ci riconcilia con la nostra
parte oscura, in una storia che
racconta la diversità, ma anche
la forza di lottare per cambiare se
stessi, per affermarsi e per vincere
i propri limiti. La scelta artistica di
Accademia Perduta cade, quindi,
su di un racconto nero e tenero,
che attinge la propria ispirazione
dalle fiabe popolari ed è portato
sulla scena dalla scrittura fine ed
intelligente della grande autrice
per ragazzi Suzanne Lebeau. Un
testo, accolto con grande favore
in anteprima assoluta in Italia
all'ultimo Festival di Spoleto, che
è già stato rappresentato in tredici
paesi in tutto il mondo e soprattutto
in Francia, dove questa raffinata
autrice canadese è conosciuta ed
apprezzata. Gli attori si confrontano
con il testo poetico, ironico e
suggestivo e lo fanno proprio, con
l’intento di divertire, affabulare, ma
anche far riflettere. L'allestimento si
avvale di un utilizzo magico dello
spazio teatrale, in cui gli attori si
muovono con leggerezza, ma
anche con drammaticità ed il gioco
di scena prevede un susseguirsi
di piccole magie, un’evoluzione
di continue suggestioni visive e
sonore, che avvince lo spettatore,
grazie anche alle musiche originali,
fino allo scioglimento finale.
11 Aprile, ore 10 (turno D)
12 Aprile, ore 9.30 (turno E)
12 Aprile, ore 10.45 (turno F)
TEATRO DELL'ARCHIVOLTO
di Genova
“Abbecedario”
drammaturgia e regia
di Giorgio Scaramuzzino
con Giorgio Scaramuzzino
e Francesca Biasetton
indicato per le scuole materne
e la prima classe
della scuola elementare
Può una semplice let tera
d i v e n t a r e, q u a s i p e r c a s o,
letteratura? E giocare con le
parole può aiutare a far nascere
l’a m o r e p e r l a l e t t u r a? N o i
crediamo di sì. L’Abbecedario è
un percorso fantastico dalla A
alla Z, dove ogni lettera del nostro
alfabeto contemporaneo diventa
occasione per raccontare una
storia. Storie curiose, divertenti,
inattese, da ascoltare, vedere e
giocare. Racconti inediti, creati
appositamente per lo spettacolo
da professionisti della scrittura
che hanno voluto confrontarsi e
divertirsi col mondo dell’infanzia
e del teatro, sempre più luogo di
contaminazione e provocazione,
di confine e incrocio. Un attore
e una calligrafa guidano i piccoli
s p e t t a to r i i n u n f a n t a s t i c o
viaggio interagendo col pubblico
attraverso parole e immagini,
filastrocche e scenografie create
con carta, inchiostro e forbici. Si
scoprirà così perché la “m” ha due
gobbe e la “n” una sola, la “x” è
pericolosa e la “o” si nasconde
timidamente fra le altre lettere.
Un abbecedario per incuriosire,
emozionare e scoprire che essere
a teatro è sempre un evento unico,
irripetibile.
13 Aprile, ore 10
(turno B, C1 e C2)
COMPAGNIA LA PULCE
di Bergamo
“Bit Generation”
di e con Michele Eynard
e Enzo Valeri Peruta
video di Giuliano Magni
regia di Marcello Magni
indicato per la quarta e quinta classe
elementare e per le medie
La generazione dei “Bit” è quella dei
giovani, giovanissimi; dei ragazzini
che fanno della tecnologia non solo
un passatempo e un divertimento,
bensì un vero e proprio stile di
vita in cui si trasformano i modi
di comunicare e di relazionarsi
(telefoni cellulari, internet, chat-line).
La storia attraversa situazioni di un
quotidiano tra possibile e futuribile:
case automatizzate, impiegati
incompetenti, venditori che offrono
continuamente prodotti innovativi,
manager indaffarati, avventure
virtuali. In questo ambiente si
muovono i due protagonisti:
un architetto affermato, la cui
diffidenza verso la tecnologia
rischia di comprometterne la
brillante carriera e un giovane genio
informatico che vive isolato nel
proprio “mondo digitale”. Entrambi
hanno bisogno dell’altro: uno per
superare paure e pregiudizi ed
imparare ad usare il computer,
l’altro per accettare l’idea che i
rapporti umani sono l’essenza
della vita, anche della sua. Uno
spettacolo attualissimo dal ritmo
incalzante giocato in un alternarsi di
comicità e dramma tra personaggi,
suoni e video; per raccontare,
in modo ironico e divertente, il
divario generazionale tra ragazzi e
adulti nei confronti della nuova era
tecnologica, ma, anche, come sia
possibile, attraverso la rivalutazione
dell'autenticità dei rapporti umani,
superare le possibili difficoltà dei
ragazzi nella comunicazione e nelle
relazioni interpersonali.
14 Aprile, ore 10 (turno A)
TEATRO LA PICCIONAIA
di Vicenza
“La danza delle api”
testo di Carlo Presotto,
Titino Carrara, Paola Rossi
con Carlo Presotto e Matteo Balbo
regia di Titino Carrara
e Carlo Presotto
indicato per le scuole elementari
In un vor tice di gag, lezioni
inverosimili sull’anatomia del
popcorn, lezioni di danza delle api,
Carlo e Matteo giocano sul rapporto
tra ciò che mangiamo ogni giorno
e la qualità dell’ambiente in cui
vivono. Incontreranno mais, trifoglio
e girasoli, parassiti e farfalle, ma
soprattutto dovranno vedersela con
il mistero della scomparsa delle api.
Perché lo sviluppo senza controllo e
la ricerca esasperata del profitto in
agricoltura ha ripercussioni pesanti
su tutti gli abitanti del pianeta. Le
api sono un sensibile indicatore
della qualità dell’ambiente. Ma si
occupano anche di trasportare il
polline da una pianta ad un’altra,
rivestendo un ruolo essenziale per
il paesaggio che siamo abituati a
vedere, e per i sapori che siamo
abituati a gustare. Una storia
divertente e poetica per riflettere su
come il futuro sia già disegnato dai
piccoli gesti che ognuno compie
ogni giorno, come il battito d’ali
di una farfalla che può scatenare
un uragano dall’altra parte del
mondo, secondo la celebre teoria
dell’”effetto farfalla”. E poi cosa
c’entra la passione per i popcorn
con la scomparsa delle api? Perché
è triste un girasole? Cosa ci vuole
per fare un tavolo? E per fare un
cavolo? Perché la diabrotica va
sempre in vacanza nello stesso
campo? Il trifoglio è maleducato?
Chi cerca delle risposte forse si
sentirà un po’ preso in giro. Chi
invece crede nell’importanza delle
domande potrà collezionarne
qualcuna di nuova, e magari, anche
attraverso un bel po' di risate,
introdurre i ragazzi al tema, quanto
mai contemporaneo, del rischio
sopravvivenza per migliaia di specie
del nostro pianeta proprio nell'Anno
Internazionale della Biodiversità
promosso dall'ONU.
3 Maggio, ore 10 (turno D)
4 Maggio, ore 9.30 (turno E)
4 Maggio, ore 10.45 (turno F)
LA CITTA' DEL TEATROFONDAZIONE SIPARIO
TOSCANA
“Sette note in fuga”
di Fabrizio Cassanelli,
Donatella Diamanti e Letizia Pardi
con Chiara Pistoia
e Francesca Pompeo
regia di Fabrizio Cassanelli
indicato per le scuole materne e il
primo ciclo della scuola elementare
“Sette note in Fuga” è nato dal
desiderio di parlare ai bambini
di musica attraverso il teatro.
L’incontro fra questi due linguaggi
non costituisce certo una novità,
ma l’intento era, non tanto quello
di dar vita ad un gioco alla pari in
cui competenze teatrali e musicali
semplicemente si amalgamassero
quanto, piuttosto, mettere le
prime al servizio delle seconde in
nome di una storia da raccontare
evitando il rischio, tutto didattico
e/o semplicistico di metter in scena
una lezione di musica. “Sette note
in Fuga” si fonda sulla concreta
esperienza del mondo sonoro
che l’infanzia effettua attraverso
l’espressione vocale, la relazione con
il corpo e la manipolazione ludica
dell’oggetto sollecitando la sensibilità
e la percezione del bambino
attraverso forme visive e sonore,
invitandolo ad attivare una propria
ricerca di senso, analogamente
a ciò che egli fa quando anima i
propri giochi. In scena due attrici
e danzatrici scoprono i suoni e la
musica giocando con gli oggetti
che li producono. Corde, bidoni,
assi, tubi, carta usati in modo
inventivo e insolito suggeriscono
la configurazione di veri e propri
strumenti musicali: pianoforte, violino,
fisarmonica, flauto fino a comporre
una grande orchestra immaginaria.
Presentato al suo debutto da una
prefazione di Roberto Farnè che
ne ha sottolineato le grandi valenze
educative, lo spettacolo è divenuto
nel tempo un vero “classico” e punto
di riferimento di un modo particolare
di praticare la scena per l’infanzia.
ABBONAMENTI
Entro il 15 novembre tutte le
scuole interessate faranno avere
al Teatro le richieste numeriche e i
turni desiderati a mezzo fax (0194519200) o e-mail (teatrochiabrera@
comune.savona.it) unitamente al
nominativo dell’insegnante a cui fare
riferimento. I posti saranno assegnati
d’ufficio, secondo i criteri applicati
nelle scorse stagioni, dando la
precedenza alle scuole della città solo
nel caso che la disponibilità risultasse
inferiore alle richieste.La biglietteria
osserverà l'orario 10-12/16-19. Gli
abbonamenti assegnati dovranno
essere ritirati dal 1 al 10 dicembre.
La vendita di singoli abbonamenti a
posto numerato inizierà l'11 dicembre
alle ore 10.
PREZZI
Per le scuole elementari sono
previsti due turni in abbonamento,
A e B. Ogni turno si compone di 5
spettacoli con posto unico numerato
al prezzo di Euro 15. Il turno A
comprende: 09/02, 25/02, 07/03,
22/03, 14/04. Il turno B comprende:
14/02, 24/02, 03/03, 31/03, 13/04.
Per le scuole medie sono previsti
due tipi di abbonamento. Il turno C1
si compone di 5 spettacoli con posto
unico numerato al prezzo di Euro 15.
Il turno C1 comprende: 14/02, 24/02,
03/03, 31/03, 13/04. Il turno C2 si
compone di 3 spettacoli con posto
unico numerato al prezzo di Euro 10.
Il turno C2 comprende: 14/02, 03/03
e 13/04.
Per le scuole materne sono previsti
tre turni in abbonamento, D, E e F.
Ogni turno si compone di 3 spettacoli
con posto unico numerato al prezzo di
Euro 10. Il turno D comprende: 24/03,
11/04, 03/05. Il turno E comprende:
25/03, 12/04, 04/05 alle ore 9.30. Il
turno F comprende: 25/03, 12/04,
04/05 alle ore 10.45.
Lo spet tacolo ser ale del 27
gennaio è ad ingresso gratuito ed
è rivolto in particolare alle famiglie.
E' obbligatoria la prenotazione del
posto ed il ritiro del biglietto a
partire dal 1 dicembre 2010.
Lo spettacolo mattutino del 28
gennaio è ad ingresso gratuito ed
è rivolto in particolare alla scuola
elementare. E' obbligatoria la
prenotazione del posto a partire
dal 1 dicembre 2010. L'assegnazione
avverrà, sulla base delle richieste
pervenute, in ragione proporzionale
alle singole scuole in modo da
assicurare la presenza dei vari istituti
cittadini.
BIGLIETTI
Le richieste di acquisto devono
pervenire solo a partire dal 2
dicembre 2010. Se inviate in data
precedente non saranno prese
in esame. Dalla data indicata sarà
possibile acquistare i biglietti per
tutti gli spettacoli in programma. La
prenotazione può avvenire per fax
o e-mail . Per l’assegnazione dei
posti vale l’ordine cronologico di
presentazione della richiesta.
Singolo spettacolo posto unico
numerato Euro 4,00.
***
La Direzione del Teatro si riserva la
facoltà di modificare il programma per
cause tecniche e di forza maggiore.
.
adw it
La cultura fa volare Savona.