c `era una volta la figlia di un re
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c `era una volta la figlia di un re
Nabucco C ’ERA UNA VOLTA LA FIGLIA DI UN RE Nabucco C ’ERA UNA VOLTA LA FIGLIA DI UN RE da Nabucco di Giuseppe Verdi. Dramma lirico in quattro parti. Libretto di Temistocle Solera. Prologo di José Cura. Personaggi GIUSEPPE VERDI NABUCCO ISMAELE ZACCARIA ABIGAILLE FENENA IL GRAN SACERDOTE DI BELO SOLDATO BABILONESE EBREI attore baritono tenore basso soprano mezzosoprano basso mimo coro di bambini e ragazzi Epoca 1840 Luogo Un piccolo mausoleo di famiglia ci apre le porte di un mondo magico la cui frontiera, rappresentata dal golfo mistico, divide due popoli. 1 NOTE DI REGIA C’era una volta un Re, un Re pazzo di ambizione e di potere, Sua Maestà del rancore fraterno, sovrano dell’odio fra nazioni e religioni. La sua storia di morte e rinascita, è la storia di un incubo, una visione oppressiva che in realtà è la Realtà. Ma è una storia di Amore e di speranza, la storia di un sogno che vorrei fosse Realtà, quella che vi racconto: la storia di Abigaille e delle sue scelte sbagliate. Presi per mano dal giovane Giuseppe Verdi, entriamo in un luogo magico la cui frontiera, rappresentata dal golfo mistico, divide due popoli che si odiano. In questa atmosfera di antagonismo, due ragazzi che si amano, lottano per tendere un ponte che, volando sulle ali dell’amore, unisca i loro rispettivi fratelli. Bambini e ragazzi, impersonando il popolo oppresso, vivono l’azione che si svolge tra palco e platea, fianco a fianco degli interpreti: dopo esser stati imprigionati, canteranno il Va’, pensiero, grido di dolore di un intero popolo che aspira alla libertà. Le parole di questo canto di esuli - che ai tempi di Verdi furono proclama di indipendenza degli Italiani oppressi dalla dominazione austro-ungarica -, sono anche parole che racchiudono la nostalgia degli emigrati nel ricordare la propria patria, lasciata per cercare altrove una vita migliore. Perciò nel finale dello spettacolo bambini, ragazzi e artisti, intonano l’inno Fratelli d’Italia, simbolo di fratellanza e di unità, nel senso più cosmopolita. Vorrei che questa mia versione del Nabucco, raccontato ai bambini dopo 150 anni dall’Unità d’Italia sia un appello di tolleranza, di unione e di comunione sincera. I bambini che ‘vivranno’ questo progetto sono anche gli uomini di domani e rappresentano la nostra speranza per un futuro in cui il mondo intero sarà considerato la patria di tutti, senza distinzioni di religione, colore, cultura e classe. Silvia Collazuol 2 3 LA TRAMA C’era una volta la figlia di un re… si chiamava Abigaille. In realtà del Re Nabuccodonosor di Babilonia era solo la figlia adottiva. Aveva una sorella, Fenena, che non amava, anzi, odiava a morte… ma in realtà odiava tutti a morte… amici, nemici, amori. Abigaille non sapeva amare: ci aveva provato una volta, con il giovane soldato Ismaele. Un Ebreo che era a Babilonia come ambasciatore. Aveva provato ad amarlo… ma in realtà il suo era un amore possessivo, ossessivo, persecutorio, malato; non corrisposta, in accordo col padre, l’aveva fatto addirittura imprigionare. Del carattere del padre adottivo aveva preso tutti i difetti: l’odio, la cupidigia, la sete di potere, l’ambizione sfrenata, la propensione alla violenza… ma in realtà dentro di lei qualcosa di buono c’era; solo che noi lo vedremo solamente alla fine o… per meglio dire… alla fine della fine. Ma in realtà… la nostra storia inizia proprio da qui, quando tutto è già successo… PROLOGO Un cimitero… provate a immaginare un cimitero, piccolo, molto buio, spaventoso. Il grande musicista Giuseppe Verdi è triste perché la sua seconda opera è stata fischiata dagli spettatori; per consolarsi è venuto a far visita alle tombe della moglie Margherita e dei due figlioletti Virginia e Icilio, che lo hanno lasciato da poco. Mentre con dolore racconta ai suoi cari di voler abbandonare la musica, ecco apparire un… fantasma. È lo spirito di Abigaille. Dopo aver vissuto una vita piena di odio, facendo del male alla sorella, al padre, all’uomo che amava, e a tutto un intero popolo, è arrivata persino a togliersi la vita. Lo spirito di Abigaille ha bisogno di trovare la serenità, altrimenti dovrà vagare in eterno senza pace: per raggiungere quella pace, chiede a Verdi di mettere in scena la storia della sua vita, affinché la sua esperienza negativa sia per tutti un esempio da non seguire. Solo così potrà riposare finalmente in pace e riconciliarsi con la sua famiglia, con se stessa, col mondo. Verdi, prima cerca di rifiutare, poi, incuriosito, accetta e si lascia affascinare e conquistare dalla storia che Abigaille gli racconta, che ci racconta… PARTE PRIMA Gerusalemme, sotto l’assedio del crudele re babilonese Nabucco. Il popolo ebreo è rifugiato dentro il Tempio. Zaccaria, il sommo sacerdote del popolo ebreo, porta ai suoi fedeli la prova che Dio non li ha abbandonati: Fenena, la figlia del re nemico è sua prigioniera e, come ostaggio, potrà essere il mezzo di scambio per fermare l’attacco del padre Nabucco. Mentre Zaccaria cerca di rassicurare il suo popolo, arriva Ismaele, giovane guerriero ebreo, ad annunciare l’inarrestabile assalto di Nabucco. Il sommo sacerdote vuole vedere con i suoi occhi l’avanzata del nemico e quindi lascia Fenena nelle mani di Ismaele, senza sapere però che i due giovani si conoscono da tempo, ovvero da quando Ismaele, andato a Babilonia come ambasciatore, era stato preso prigioniero. Era nato allora tra i due un amore così forte da non temere il passo del tempo e la distanza. Ismaele, non visto, cerca il modo di liberare la sua amata Fenena, ma viene bloccato da Abigaille, sorella di Fenena, che nel frattempo, è entrata con la forza nel tempio. Abigaille offre ad Ismaele la salvezza sua e del suo popolo in cambio del suo amore. Egli rifiuta; non vuole rinnegare il proprio amore per Fenena e non teme di morire per lei. Chiede però pietà per il suo popolo. In quell’istante, il re Nabucco entra nel tempio. Zaccaria, che spaventato dall’avanzare di Nabucco e dei suoi era ritornato a rifugiarsi nel Tempio, minaccia di uccidere Fenena se Nabucco oserà profanare il luogo sacro degli ebrei. Nel momento in cui il sommo sacerdote sta per colpire la ragazza, Ismaele riesce a liberarla. Nabucco, colto da un’immensa rabbia, ordina di saccheggiare e bruciare il Tempio; Abigaille giura di cancellare il popolo nemico dalla faccia della terra; Zaccaria ed il popolo ebreo maledicono Ismaele che li ha traditi. 4 PARTE SECONDA Babilonia. Abigaille, rovistando tra i documenti di famiglia, trova uno scritto in cui legge di essere in realtà figlia di schiavi e quindi non la figlia primogenita del re Nabucco. Questa scoperta avvelena irrimediabilmente il suo cuore. Il gran sacerdote di Belo informa Abigaille che Fenena, a cui Nabucco ha affidato il trono prima di partire alla conquista della Giudea, sta liberando tutti gli ebrei prigionieri, e che, per questo, il popolo babilonese è in rivolta. Le confessa quindi di aver architettato un piano diabolico: ha sparso la voce della morte in battaglia di Nabucco, così che il popolo acclami lei come regina. Nel frattempo, Fenena, desiderosa più che mai di unire i due popoli e di estinguere per sempre le ostilità, decide di farsi esempio di convivenza, facendosi battezzare da Zaccaria nella religione ebraica. Approfittando della sua nuova condizione chiede agli ebrei di perdonare Ismaele che, salvandola, salvò una di loro. Abigaille, che di nascosto ha assistito al battesimo, si scaglia su Fenena, pretendendo la corona. Sopraggiunge in quell’istante Nabucco e, nella sorpresa generale, riprende da sua figlia Fenena la corona e se la pone sul capo. Ordina ad entrambi i popoli di inchinarsi e di adorarlo come il solo e unico sovrano e dio. All’improvviso un fulmine mandato dal cielo lo colpisce e gli fa perdere la corona. Nabucco impazzisce e poi, stremato, sviene. Abigaille, non si lascia sfuggire l’occasione: raccoglie velocemente la corona, se la mette sul capo e s’impossessa del trono. PARTE TERZA Nabucco rinviene e trova Abigaille sul trono; ancora stordito, non la riconosce. Abigaille, approfittando della debolezza e della confusione del padre, si dichiara custode temporanea del trono regale, e non contenta, consegna al deposto re un atto terribile: la sentenza di morte di tutti gli ebrei. Ultimo atto del suo perfido disegno. Nabucco è indeciso e non vuole assecondare la figlia, ma Abigaille lo provoca rivelandogli tutto l’odio che la divora, aggiungendo che Fenena, ora convertita all’ebraismo, dovrà morire assieme agli altri ebrei. Nabucco è affranto e, in un ultimo disperato tentativo di convincere la figlia a desistere dai suoi crudeli intenti, le rivela le sue origini di schiava e le ordina di risparmiare la sua unica vera figlia Fenena. Abigaille, nella sua perfida determinatezza e ferita a morte nell’orgoglio, svelta distrugge la prova della sua nascita e fa imprigionare Nabucco che implora perdono. Il vecchio re, ormai ridotto all’ombra di ciò che era, è pronto a rinunciare al trono, e supplica invano Abigaille5 di risparmiare Fenena. Piegato dal dolore e vinto nell’animo, Nabucco si assopisce. Intanto il popolo ebreo, imprigionato in esilio e sul punto di essere annientato, ricorda con nostalgia la propria patria lontana. PARTE QUARTA Nabucco si risveglia confuso da un brutto sonno agitato e chiede il suo cavallo per andare in battaglia. Sente allora il grido di condanna a morte di Fenena e ricorda ciò che è appena accaduto; vuole correre a salvare la figlia, ma si rende conto di essere prigioniero. Chiede perdono al Dio degli Ebrei per tanta tracotanza e promette di ricostruire il Tempio distrutto e di convertirsi. Ritrovando la lucidità e la forza di reagire, riesce a liberarsi e finalmente libera anche il popolo ebreo. Nel frattempo, Abigaille nel veder crollare il suo diabolico piano si è avvelenata e, agonizzante, giunge in scena. È aiutata e sorretta da Giuseppe Verdi. Chiede perdono a tutti per come ha vissuto e per il male che ha commesso, poi ringrazia Verdi per averla aiutata a trovare la pace dell’anima. E così finisce la storia di Abigaille la figlia di un re… ma in realtà forse questo è solo un inizio… 5 I PERSONAGGI FENENA È la sola ed unica figlia naturale di Nabucco. È innamorata del soldato ebreo Ismaele, che ha conosciuto quando era ambasciatore a Babilonia e che aveva aiutato a fuggire quando era stato preso prigioniero dal padre e perseguitato dalla sorella. È una ragazza sensibile, premurosa e intelligente. Dimostra tutta la sua forza quando, spinta dall’amore, andando contro tutto e tutti, decide di convertirsi alla religione ebraica, nel tentativo di unire e riappacificare i due popoli nemici. ISMAELE NABUCCO Temibile e terribile re di Babilonia, è un conquistatore crudele che arriva persino a proclamarsi Dio. È il padre di Abigaille e Fenena. Messo di fronte al dolore e alla paura di perdere l’amata figlia Fenena, la sua blasfemia e crudeltà vengono punite. Pentitosi, cercherà di redimere la sua vita restituendo la libertà al popolo ebreo. Nipote di Sedecia, re di Gerusalemme, è un giovane e fiero guerriero. Era ambasciatore di Gerusalemme a Babilonia, quando il crudele re Nabucco lo aveva fatto prigioniero. Liberato da Fenena, che da allora aveva amato intensamente. Coerente e sincero, non rinnega se stesso e i suoi sentimenti di fronte a nulla. Cercando di liberare Fenena, presa in ostaggio da Zaccaria, e poi salvandola dalla morte, Ismaele diventa agli occhi del popolo ebreo un traditore. Solo alla fine riuscirà a riscattare il suo onore e la sua integrità davanti a tutti e ad unirsi definitivamente con la sua amata. ZACCARIA È il gran pontefice degli Ebrei, profeta e guida per tutto il suo popolo, che esorta, a volte, quasi in modo militaresco alla rivolta. È il solo in grado di opporsi alla ferocia di Nabucco. Prende in ostaggio l’amata figlia del re, Fenena, e volendola usare come ‘merce di scambio’ per ottenere la pace, non esita a sacrificarla, cercando di toglierle la vita, pur di fermare Nabucco nella sua conquista. IL GRAN SACERDOTE DI BELO È la controparte babilonese di Zaccaria. È complice dell’ascesa al potere di Abigaille a regina di Babilonia, attraverso l’inganno e il tradimento. Così come il suo alter ego ebreo, basa la sua predica sull’odio e sulla vendetta, più che sull’amore. ABIGAILLE Presunta figlia primogenita del re Nabucco, scopre di essere in realtà figlia di schiavi. È divorata dall’invidia, dalla gelosia, dall’insicurezza, dalla superbia, dalla brama di potere e di vendetta. Donna-guerriera forte e spietata, dimostra la sua fragilità agendo sempre guidata dai più bassi istinti. Era stata innamorata di Ismaele in segreto quando il ragazzo era a Babilonia: il suo era un amore persecutorio e non corrisposto che l’aveva resa furibonda di gelosia e odio verso la sorella Fenena. 6 GIUSEPPE VERDI Compositore italiano leggendario non solo per aver cambiato la storia del melodramma, ma anche per essere stato l’emblema politico di tutta una nazione in cerca della propria identità. È lui che dà vita a tutti i personaggi, per raccontarci una storia che non ha età: il trionfo dell’amore sull’odio. 7 Sinfonia PROLOGO L’Eletto (attorno ad un monumento funebre, illuminato da piccole fiammelle, si intravedono sagome di persone che sembrano inanimate. Intanto Verdi sistema dei fiori su tre tombe. Le sue parole interrompono la Sinfonia) VERDI Non c’è l’ho fatta, Margherita. Sono un fallito come compositore e come uomo… e in più sono rovinato… Contavo sulla mia nuova opera… Ma, ci hanno fischiato a morte. Che ironia… il mio Un giorno di regno, non durò neppure quello: in due ore mi spacciarono! Questo rotolo? Un libretto. Quelli della Scala, il Merelli, ti ricordi? Mi perseguita per convincermi a scrivere. Ma io gli scappo. Scappo da tutti. (scaraventa il rotolo che si sparpaglia) Io poi… Solo a me viene in mente di scrivere un’opera comica in una situazione del genere: prima Virginia, due anni fa. Poi Icilio. E poi… poi tu… amore mio… Sono distrutto… nell anima… vuoto. Non scriverò più nulla. Non ho niente da dire. (s intravede, tra le altre tombe, una donna che lo osserva, immobile) Ora vado, amori miei. Virginia, Icilio, papà non vi dimentica. Margherita, tornerò domenica e ti porterò quei fiori che tanto ti piacevano. Il fioraio stamane mi ha detto: «Maestro, maestro, nel fine settimana arrivano i gladioli che piacciono alla signora». Che piacciono… così… in presente… Non sono mica l’unico che non ti dimentica… Come, cara? Sì, sì, hai ragione, raccolgo, raccolgo… Non si dica mai che il Verdi sporcò il campo santo… (raccoglie i fogli e mentre li mette in ordine, trova per caso e legge) Va’, pensiero, sull’ali dorate… Margherita, senti che bello: Va’, pensiero, sull’ali dorate… Va, ti posa sui clivi, sui colli, ove olezzano… Margherita, dimmi la verità, qui c’è il tuo zampino! Ove olezzano tepide e molli, l’aure dolci del suolo natal! Sembra scritto da te… (sfoglia il libretto a voce alta) Gli ebrei, prigionieri del Re Nabucco, si lamentano e chiedono aiuto a Jeovha. Vuoi vedere che… Va’, pensiero, sull…ali dorate…Va…ti posa…sui clivi…sui colli… (leggendo ancora) Il popolo ricorda con malinconia la patria lontana, anelando di tornare a casa… Tornare a casa… a casa… Forse ho capito quel che devo fare, Margherita: tornare a casa, alle mie Roncole, ai miei campi, alle mie galline, al mio orto. Chi voglio ingannare con questa storia di credermi un compositore? Caro Verdi, tu non sei che un contadino… Tornatene a casa! DONNA Giuseppe! VERDI Margherita? DONNA No, Giuseppe. Non sono la tua Margherita. Tu non mi conosci. Sono secoli che vago nel mondo degli spiriti cercando una pace che mi sfugge. VERDI Mi dispiace, Signora… DONNA Abigaille. VERDI Mai sentito un nome del genere. 8 DONNA Significa ‘fonte di gioia’. Ero molto piccola quando il Re Nabucco, chissà per quale ragione, mi adottò come figlia. VERDI Nabucco, quello di… DONNA Sì. VERDI Beh, un brav’uomo, allora. Io vado… DONNA Non puoi. VERDI Perché? DONNA Sei stato scelto! VERDI Scelto? Per essere fischiato sono stato scelto… DONNA Appunto. Hai mai sentito che fischino un anonimo? Questo va al di là delle tue paure, delle tue insicurezze, del tuo creder di non essere all’altezza. VERDI E che dovrei fare? DONNA Smettere di far la vittima. Io rovinai la mia vita per far la vittima. La mia insicurezza mi fece diventare amara, spenta nel cuore. Folgorante di odio, la mia superbia mi fece distruggere ciò che amavo. Non fare tu la stessa cosa. E poi… ho bisogno di te… Quella che hai tra le braccia è la storia della mia vita. Ti prego, raccontala a tutti! Che i miei errori servano agli altri per imparare che non si può vivere odiando. Fallo! O non troverò mai pace. Margherita mi disse che… VERDI (correndo verso la tomba di sua moglie) Margherita? Tu conosci la mia Margherita… (si gira per parlare ad Abigaille, ma lei non c’è più) e anche Virginia e Icilio? (la Sinfonia continua da dove si è interrotta. Verdi si siede sulla tomba di Margherita e continua a sfogliare il libretto mentre, sulle note della Sinfonia, canticchia il Va’, pensiero. Quindi estrae una matita e inizia a scrivere. Con l’apoteosi finale della Sinfonia, Verdi è infuocato d’ispirazione, bacia pieno di speranze le tombe dei suoi cari e lascia la scena di corsa: la musica preme nel suo cuore ed ha urgenza di riversarla su carta. Le sagome si rendono visibili e guardano Abigaille) NABUCCO Allora? Ci darà vita? ABIGAILLE Sì. (tutti i personaggi compongono la torre di Babele. I Ragazzi indossano la maglietta bianca) 9 10 PARTE PRIMA Gerusalemme ISMAELE Fenena!!… O mia diletta! ISMAELE Fenena!!… O mia diletta! (Nabucco, Ismaele, il Gran Sacerdote e il Soldato Babilonese escono in quinta. Abigaille entra nelle Torre di Babele. Zaccaria scende in platea trascinando Fenena, e si rivolge ai ragazzi) FENENA Nel dì della vendetta chi mai d’amor parlò? FENENA Chi mai parlò d’amore nel giorno della vendetta? ISMAELE Misera! Oh come più bella or fulgi agli occhi miei d’allora che in Babilonia ambasciador di Giuda io venni! (dalla apertura della Torre di Babele compare Abigaille) Me traevi dalla prigion con tuo grave periglio, né ti commosse l’invido e crudele vigilar di tua suora, che me d’amor furente perseguitò!… ISMAELE Misera! Oggi sembri agli occhi miei ancora più bella di come mi apparisti tempo fa quando venni a Babilonia come ambasciatore di Israele. ZACCARIA Sperate, o figli! Iddio del suo poter die’ segno; Ei trasse in poter mio un prezioso pegno; del re nemico prole pace apportar ci può. ZACCARIA Che ritorni la speranza, o figli! Dio ci ha dato un segno della sua onnipotenza; ha messo in mio potere un pegno prezioso; la figlia del re nemico ci può condurre alla pace. RAGAZZI Di lieto giorno un sole forse per noi spuntò! RAGAZZI Forse per noi è spuntato il sole di un lieto giorno. ZACCARIA E RAGAZZI Freno al timor! v’affidi d’Iddio l’eterna aita. D’Egitto là sui lidi Egli a Mosè die’ vita; di Gedeone i cento invitti Ei rese un dì… Chi nell’estremo evento fidando in Lui perì? ZACCARIA E RAGAZZI Basta con le paure! Dio vi conceda l’eterno aiuto. Là, sui lidi d’Egitto egli diede la vita a Mosè; un giorno rese invincibili i cento di Gedeone… Chi mai nel momento estremo morì confidando in Lui? ISMAELE (entrando dalla porta centrale della platea, correndo allarmato) Furibondo dell’Assiria il re s’avanza; par ch’ei sfidi intero il mondo nella fiera sua baldanza! ISMAELE Il re degli Assiri avanza furibondo. Pare che voglia sfidare il mondo intero con la sua fiera arroganza! ZACCARIA E RAGAZZI Forse fine porrà il cielo all’empio ardire: di Sion sulle ruine lo stranier non poserà. (consegnando Fenena ad Ismaele) Quella prima fra le Assire a te fido! Come notte a sol fulgente, come polve in preda al vento, sparirai nel gran cimento, turpe giogo forastier! Tu, d’Abramo Iddio possente, a vegliar su noi discendi; ne’ tuoi servi un soffio accendi che ci rechi libertà. (Zaccaria esce dalla porta centrale della platea) ZACCARIA E RAGAZZI Forse il cielo porrà fine alla sua empia audacia: L’assiro straniero non giungerà sulle rovine di Sion (Gerusalemme). Ti affido la più importante tra le donne assire! Come la notte di fronte al sole splendente, come la polvere mossa dal vento, svanirai nella grande lotta o turpe dominio straniero. Onnipotente Dio d’Abramo, scendi a proteggerci; accendi nel tuoi servi la scintilla della libertà. Mi tirasti fuori di prigione rischiando in prima persona e non ti facesti influenzare dall’invidiosa e crudele sorveglianza di tua sorella che mi perseguitava con il suo amore furente…! FENENA Deh! che rimembri!… Schiava or qui son io!… FENENA Oh che ricordi!… Ora sono qui come schiava!… ISMAELE Ma schiuderti il cammino io voglio a libertà! ISMAELE Ma io voglio aprire il tuo cammino alla libertà.! FENENA Misero!… Infrangi ora un sacro dover! FENENA Misero!… Ora infrangi un sacro dovere! ISMAELE Vieni!… Tu pure l’infrangevi per me… Vieni! Il mio petto a te la strada schiuderà fra mille… ISMAELE Vieni! Anche tu l’hai infranto per me… Vieni! Col mio corpo ti farò da scudo e ti aprirò un varco in mezzo a mille persone… (Ismaele cerca una via per far scappare Fenena e salvarla, provando a guadagnare la strada verso Babilonia. Sulla Torre di Babele, Abigaille come una fiera che aspetta la sua preda. Zaccaria rientra spaventato dall’ingresso centrale della platea; lo seguono il Gran Sacerdote e il Soldato Babilonese) ABIGAILLE (al Gran Sacerdote e al Soldato Babilonese) Guerrieri, è preso il tempio!… ABIGAILLE Guerrieri, il tempio è stato preso!… FENENA e ISMAELE (atterriti) Abigaille!!… FENENA e ISMAELE Abigaille!!… ABIGAILLE (ad Ismaele) Prode guerrier! D’amore conosci tu sol l’armi? (a Fenena) D’assira donna in core empia tal fiamma or parmi! (con ira) ABIGAILLE Prode guerriero! Conosci solo le armi dell’amore? Nel cuore di una donna assira una tal fiamma d’amore mi pare molto malvagia! 11 12 Qual Dio vi salva? Talamo la tomba a voi sarà… di mia vendetta il fulmine su voi sospeso è già! (ad Ismaele) Io t’amava!… il regno e il core pel tuo core io dato avrei! Una furia è quest’amore, vita o morte ei ti può dar. Ah! se m’ami, ancor potrei il tuo popol salvar! Quale Dio vi salva? Il letto nuziale sarà la vostra tomba… il fulmine della mia vendetta già incombe sopra voi! ISMAELE Ah no!… la vita io t’abbandono, ma il mio core nol poss’io; di mia sorte io lieto sono, io per me non so tremar. Ma ti possa il pianto mio pel mio popolo parlar. ISMAELE Ah no!… posso darti la mia vita ma non il mio cuore; ora sono contento del mio destino, e non tremo per le tue parole. Ma spero che il mio pianto possa parlarti al posto del mio popolo. FENENA Ah! già t’invoco, già ti sento, Dio verace d’Israello: non per me nel fier cimento ti commova il mio pregar. Oh proteggi il mio fratello, e me danna a lagrimar! (Nabucco fa irruzione in platea) FENENA Ah! Oh Dio vero di Israele, già ti invoco e già ti sento: nel momento della fiera lotta ascolta la mia preghiera, ma non per me. Proteggi il mio fratello e condanna me a piangere. ZACCARIA Che tenti?… Oh trema, insano! (opponendosi a Nabucco) Questa è di Dio la stanza! ZACCARIA Cosa vuoi fare?… Pazzo, trema! NABUCCO Di Dio che parli? NABUCCO Di quale Dio parli? ZACCARIA Pria che tu profani il tempio della tua figlia scempio questo pugnal farà! ZACCARIA Prima che tu possa profanare il tempio questo pugnale farà scempio di tua figlia! NABUCCO O vinti, il capo a terra! Il vincitor son io. Ben l’ho chiamato in guerra, ma venne il vostro Dio? Tema ha di me: resistermi, stolti, chi mai potrà? NABUCCO O vinti, abbassate il capo! Io sono il vincitore. Durante la guerra ho chiamato molte volte il vostro Dio (per affrontarlo), ma è mai venuto? Ha paura di me: stolti, chi mai potrà resistermi? Io ti amavo!… per il tuo amore avrei ceduto il regno e il mio cuore. Questo amore è una furia: ti può dare vita o morte. Ah, se mi ami potrei ancora salvare il tuo popolo. Questa è la casa di Dio. ZACCARIA (prendendo Fenena e minacciando di ucciderla) Iniquo, mira! Vittima costei primiera io sveno: sete hai di sangue? Versilo della tua figlia il seno! ZACCARIA Folle! guarda! Io uccido subito questa fanciulla: hai sete di sangue? Versa quello di tua figlia. NABUCCO Ferma! NABUCCO Fermati! ZACCARIA ZACCARIA No, pèra! No! Muoia! (mentre Zaccaria sta per colpire Fenena, Ismaele la libera. Fenena si rifugia tra le braccia del padre) ISMAELE Misera, l’amor ti salverà! ISMAELE Misera, ti salverà l’amore! NABUCCO (con gioia feroce) Mio furor, non più costretto, fa’ dei vinti atroce scempio; (al Gran Sacerdote e al Soldato Babilonese) saccheggiate, ardete il tempio, fia delitto la pietà! Delle madri invano il petto scudo ai pargoli sarà. NABUCCO Oh mio furore ormai libero di esprimersi, massacra atrocemente i vinti; saccheggiate, bruciate il tempio, e non abbiate alcuna pietà! I fanciulli devono essere uccisi e fate in modo che siano inutilmente protetti dalle loro madri. ABIGAILLE Questo popol maledetto sarà tolto dalla terra, ma l’amor che mi fa guerra forse allor s’estinguerà? Se del cor nol può l’affetto, pago l’odio almen sarà! ABIGAILLE Questo popolo maledetto sarà spazzato via dalla faccia della terra, ma l’amore che mi tormenta allora si calmerà? Se l’amore non riuscirà a soddisfare il mio cuore, almeno l’odio sarà soddisfatto! FENENA ed ISMAELE Sciagurato, ardente affetto sul suo/mio ciglio un velo stese! Ah l’amor che sì lo/mi accese lui/me d’obbrobrio coprirà! Deh, non venga maledetto l’infelice, per pietà! FENENA ed ISMAELE Uno sfortunato e ardente amore si è impadronito di me! Ah, l’amore che lo/mi accese mi/lo coprirà di infamia! Per pietà, l’infelice non sia maledetto/a! ZACCARIA E RAGAZZI Dalle genti sei rejetto, di fratelli traditore! Il tuo nome dèsti orrore, fia l’obbrobrio d’ogni età! «Oh fuggite il maledetto», terra e cielo griderà! ZACCARIA e RAGAZZI Dalle genti tu sia scacciato perché sei traditore dei tuoi fratelli! Il tuo nome dèsti orrore e sia sempre condannato! Il cielo e la terra grideranno: «Oh scacciate il maledetto»! (Nabucco porta Fenena fuori dalla platea attraverso la porta principale. Con una lunga corda, il Gran Sacerdote e il Soldato Babilonese rendono ‘schiavi’ Ismaele, Zaccaria e i ragazzi della platea; fanno in modo poi di sciogliere le corde legate nei palchi e nelle gallerie. Quindi restano a sorvegliare. Abigaille, piena d’odio, resta a guardare la scena da Babilonia) 13 PARTE SECONDA L’empio ABIGAILLE (aprendo uno dei cassetti della Torre di Babele trova uno scritto) Ben io t’invenni, o fatal scritto!… in seno mal ti celava il rege, onde a me fosse di scorno!… Prole Abigail di schiavi! Ebben!… sia tale! Solo un passo… è tua la sorte! Abbi cor!… ABIGAILLE Ebbene ti ho trovato, fatale documento! Il re cercava di nasconderlo per provare la mia colpa!… Abigaille è figlia di schiavi! Molto bene, sia così!… (Fenena, con la corona di Nabucco sul capo, entra in platea. Prova pietà e compassione per la sorella divorata dall’odio) Di Nabucco figlia, qual l’Assiro mi crede, che sono io qui?… peggior che schiava! Il trono affida il rege alla minor Fenena, mentr’ei fra l’armi a sterminar Giudea l’animo intende!… Ma se gli Assiri mi credono figlia di Nabucco, cosa faccio qui? Sono trattata peggio di una schiava! Il re, infatti, affida il trono a Fenena, la figlia minore, mentre lui, a capo dell’esercito, si preoccupa di sterminare la Giudea!… (Fenena ordina al Gran Sacerdote e al Soldato Babilonese di rispettare il volere regale. Libera i ragazzi, Zaccaria ed Ismaele, che la aiutano a slegare le corde) Me gli amori altrui E dal campo di battaglia manda me invia dal campo a qui mirar!… Oh iniqui ad osservare gli amori altrui!… Oh, scellerati, tutti, e più folli ancor!… d’Abigaille tutti e due, e ancora più pazzi!… Non conoscete mal conoscete il core… il cuore di Abigaille!… Su tutti il mio furore Vedrete piombare il mio furore piombar vedrete!… Ah sì! cada Fenena… su tutti!… Ah sì! Muoia Fenena… il finto padre!… il regno!… muoia il mio finto padre… tutto il regno!… Su me stessa rovina, o fatal sdegno! Scagliati pure su di me, oh sdegno fatale! Chi s’avanza? chi viene? (dalla platea salgono il Gran Sacerdote e il Soldato Babilonese, correndo agitati) 14 GRAN SACERDOTE Orrenda scena s’è mostrata agl’occhi miei! GRAN SACERDOTE Ho visto una scena terribile! ABIGAILLE Oh! che narri?… ABIGAILLE Di che si tratta?… GRAN SACERDOTE Empia è Fenena, manda liberi gli Ebrei; questa turba maledetta chi frenare omai potrà? Il potere a te s’aspetta… GRAN SACERDOTE Fenena è una sacrilega e sta liberando gli ebrei; e ora chi potrà fermare questa folla maledetta? Devi prendere il potere… ABIGAILLE Come? GRAN SACERDOTE Il tutto è pronto già. Noi già sparso abbiamo fama come il re cadesse in guerra… te regina il popol chiama a salvar l’assiria terra. Ormai ci siamo… è il tuo destino! Abbi coraggio!… ABIGAILLE ABIGAILLE Son tua! va’!… Sono con te! va’!… (il Gran Sacerdote ed il Soldato Babilonese entrano dentro la Torre di Babele) Oh fedel, di te men forte Oh fedele, non sarò sicuramente questa donna non sarà!… meno forte di te!… Salgo già del trono aurato Io ora salgo sul sedile insanguinato lo sgabello insanguinato; del trono dorato; ben saprà la mia vendetta da quel trono la mia vendetta da quel seggio fulminar. sarà terribile. Che lo scettro a me s’aspetta Tutti quanti vedranno tutti i popoli vedranno, che lo scettro spetta a me. ah! regie figlie qui verranno Ah, le figlie del re verranno qui l’umil schiava a supplicar. a supplicare l’umile schiava. (Abigaille si nasconde sulla torre di Babele per spiare la sorella. Fenena, con la corona sul capo, vuole convertirsi e raggiunge Zaccaria, che la battezza. Abigaille dopo aver osservato tutta la scena dalla Torre di Babele, vi entra dentro di corsa) FENENA Oh fratelli, perdonate! (indicando Ismaele) Un’ebrea salvata egli ha. Ha salvato me; me che ora sono un’ebrea. ZACCARIA Inni levate all’Eterno!… È verità! ZACCARIA Cantate inni a Dio!… Dice il vero. FENENA Oh, fratelli, perdonatelo! SACERDOTE DI BELO SACERDOTE DI BELO (uscendo dalla Torre di Babele insieme al Soldato Babilonese, che corre verso Fenena per strapparle la corona e consegnarla ad Abigaille) Gloria ad Abigaille! Gloria ad Abigaille! (Abigaille esce pomposamente dalla Torre di Babele. Nabucco entra in platea dalla porta principale e raggiunge Fenena) ABIGAILLE (a Fenena) Quella corona or rendi! ABIGAILLE Rendimi subito la corona! FENENA FENENA Piuttosto preferisco morire… Pria morirò… (Fenena, mentre il Soldato Babilonese la raggiunge, viene abbracciata da Nabucco che la difende, ma le toglie la corona dal capo per riappropriarsene) ABIGAILLE Cosa? NABUCCO Dal capo mio la prendi! (Nabucco sale in palco e raggiunge la Torre di Babele) NABUCCO Prendila dalla mia testa! GRAN SACERDOTE Tutto è già pronto. Noi abbiamo sparso la voce che il re è morto in battaglia… il popolo ti acclama regina per salvare la terra assira. NABUCCO e RAGAZZI S’appressan gl’istanti d’un’ira fatale; sui muti sembianti già piomba il terror! le folgori intorno NABUCCO e RAGAZZI Il momento di un’ira tremenda si sta avvicinando; sulle facce mute cala il terrore! Tutt’intorno 15 16 già schiudono l’ale!… apprestano un giorno di lutto e squallor! tuoni e fulmini… annunciano un giorno di lutto e disperazione! NABUCCO S’oda or me!… Babilonesi, getto a terra il vostro Dio! Traditori egli v’ha resi, volle tôrvi al poter mio; cadde il vostro, o stolti Ebrei, combattendo contro me. Ascoltate i detti miei… V’è un sol Nume… il vostro re! NABUCCO Ascoltatemi!… Babilonesi, sto per abbattere il vostro Dio! Lui vi ha fatto diventare traditori cercando di togliervi dal mio potere. Quanto a voi, stupidi Ebrei, anche il vostro Dio è caduto combattendo contro me. Ascoltate quanto vi dico… vi è un solo Dio… il vostro re! FENENA Cielo! FENENA Cielo! ISMAELE Che intesi!… ISMAELE Cosa sento!… ZACCARIA Ahi stolto!… ZACCARIA Ah, stolto!… NABUCCO Il volto a terra omai chinate! Me Nume, me adorate! NABUCCO Chinate il capo! Adoratemi come un Dio! ZACCARIA Insano! A terra, a terra cada il tuo pazzo orgoglio… Iddio pel crin t’afferra, già ti rapisce il soglio… ZACCARIA Pazzo! Abbandona la tua arroganza… Dio ti prenderà per i capelli e ti leverà il potere… NABUCCO E tanto ardisci? O fidi, a piè del simulacro quel vecchio omai si guidi, ei pèra col suo popolo… NABUCCO Come osi?! Oh miei fedeli, portate questo vecchio ai piedi della statua. Che muoia insieme al suo popolo… FENENA Ebrea con lor morrò. FENENA Ed io morrò con loro come ebrea. NABUCCO (furibondo) Tu menti!… O iniqua, pròstrati al simulacro mio! NABUCCO Tu menti!… Scellerata, inchinati davanti alla mia statua! FENENA Io sono ebrea! FENENA Io sono ebrea! NABUCCO Giù! Pròstrati!… Non son più re, son Dio!! NABUCCO Giù! Inchinati!… Non sono più un re, sono un Dio!! (rumoreggia un tuono, un ‘fulmine’ colpisce Nabucco. La Torre di Babele trema e si scompongono degli elementi. Nabucco cade. La corona rotola lontano. Nabucco pare sospinto da una forza soprannaturale; stravolge gli occhi e la follia appare in tutti i suoi lineamenti. A tanto scompiglio segue un profondo silenzio) RAGAZZI Oh, come il cielo vindice l’audace fulminò! RAGAZZI Oh, il cielo vendicativo ha fulminato colui che tanto osò. NABUCCO Chi mi toglie il regio scettro?… Qual m’incalza orrendo spettro?… Chi pel crine, ohimè, m’afferra?… chi mi stringe?… chi m’atterra? chi? chi?… Oh! mia figlia!… e tu pur anco non soccorri al debil fianco?… Ah fantasmi ho sol presenti… hanno acciar di fiamme ardenti! E di sangue il ciel vermiglio sul mio capo si versò! Ah! perché, perché sul ciglio una lagrima spuntò? Chi mi regge?… Io manco!… (Nabucco, sconvolto da ombre reali e irreali, sviene) NABUCCO Chi mi toglie lo scettro reale?… Quale orrendo spettro mi sta alle calcagna?… Ohimè, chi mi afferra per i capelli?… Chi mi stringe?… chi mi butta a terra? chi? chi?… Oh, figlia mia!… Persino tu non mi soccorri?… Davanti a me vedo solo fantasmi… hanno spade fiammeggianti di fuoco! Ed il cielo rosso di sangue è caduto sulla mia testa! Ah, perché mi viene da piangere? Qualcuno mi regge?… Mi viene da svenire!… ZACCARIA ZACCARIA Il cielo Il cielo ha punito il vantator! ha punito l’arrogante! (Abigaille raccoglie la corona e va a sedersi sul trono di Babilonia che estrae dalla Torre di Babele, chiamando il Gran Sacerdote e il Soldato Babilonese come testimoni e guardie) ABIGAILLE Ma del popolo di Belo non fia spento lo splendor! ABIGAILLE Ma non si spenga lo splendore del popolo babilonese. PARTE TERZA La profezia NABUCCO NABUCCO (si sveglia dal torpore, scompigliato e fuori di sé. Si avvicina al trono, trova Abigaille e non la riconosce) Donna, chi sei?… Donna, chi sei?… ABIGAILLE Custode del seggio tuo qui venni!… ABIGAILLE Sono venuta qui in qualità di custode del tuo trono!… NABUCCO Tu?… del mio seggio? Oh frode! Da me ne avesti cenni?… Oh frode! NABUCCO Tu?… Del mio trono? Impostora! Te l’ho chiesto io?… Oh, impostora! 17 ABIGAILLE Egro giacevi… Il popolo grida all’Ebreo rubello; porre il regal suggello al voto suo dêi tu! (gli mostra la sentenza) Morte qui sta pei tristi… ABIGAILLE Giacevi malato… Il popolo grida contro gli ebrei in rivolta; tu devi mettere il sigillo reale a questo decreto! NABUCCO Che parli tu?… NABUCCO Cosa dici?… ABIGAILLE Soscrivi! ABIGAILLE Firma! NABUCCO Un rio pensier!… NABUCCO Un brutto pensiero mi passa per la mente!… ABIGAILLE Resisti?… Sorgete, Ebrei giulivi! levate inni di gloria al vostro Iddio!… ABIGAILLE Ti opponi?… Alzatevi, allora, fortunati ebrei! Cantate liberamente i vostri inni di gloria al vostro Dio!… NABUCCO Che sento? NABUCCO Cosa sento? ABIGAILLE Preso da vil sgomento, Nabucco non è più! ABIGAILLE Nabucco è stato colto da vile paura e non è più lui! NABUCCO Menzogna! A morte, a morte tutto Israel sia tratto! Porgi! (Nabucco pone il suggello e rende la carta ad Abigaille) NABUCCO Menti! Muoia, muoia muoia tutto il popolo di Israele! Dammi il documento! ABIGAILLE Oh mia lieta sorte! L’ultimo grado è fatto! ABIGAILLE Oh, come sono fortunata! L’ultimo ostacolo è stato rimosso! NABUCCO Oh!… ma Fenena! NABUCCO Oh! … ma Fenena? Siano messi a morte i ribelli… ABIGAILLE ABIGAILLE Perfida! Perfida traditrice! si diede al falso Dio. Si è data al falso Dio! (facendo segno al Gran Sacerdote e al Soldato Babilonese di andare a prendere Fenena per ucciderla. La prelevano dalla platea con la forza) Oh, pèra! Che muoia! 18 NABUCCO (cercando di fermarla) È sangue mio! NABUCCO Ma lei è sangue del mio sangue! ABIGAILLE Niun può salvarla! ABIGAILLE Nessuno può salvarla! NABUCCO Orror! NABUCCO Orrore! ABIGAILLE Un’altra figlia… ABIGAILLE Un’altra figlia… NABUCCO Pròstrati, o schiava, al tuo signor! NABUCCO Inginocchiati, schiava, al cospetto del tuo signore! ABIGAILLE Stolto!… qui volli attenderti!… Io schiava? Io schiava? ABIGAILLE Pazzo!… Proprio qui ti aspettavo!… Io schiava? Io schiava? NABUCCO NABUCCO (cerca nel cassetto della Torre di Babele il foglio che attesta la nascita servile di Abigaille) Apprendi il ver. Ora ti mostro la verità! ABIGAILLE (prendendo il foglio e bruciandolo) ABIGAILLE Tale ti rendo, o misero, Non sei che un misero uomo; ecco, così ti restituisco il foglio menzogner! il foglio menzognero! (Abigaille fa cenno al Gran Sacerdote e al Soldato Babilonese di legare Nabucco, che viene immobilizzato alla Torre di Babele) NABUCCO Deh perdona, deh perdona ad un padre che delira! Deh la figlia mi ridona, non orbarne il genitor! Te regina, te signora chiami pur la gente assira; questo veglio non implora che la vita del suo cor. NABUCCO Oh, perdona, oh, perdona un padre che sta delirando! Ridammi mia figlia; non toglierla a suo padre! E che in cambio tutti gli Assiri ti chiamino pure regina e signora; questo vecchio non implora altro che la vita del suo cuore. ABIGAILLE Esci! Invan mi chiedi pace, me non move il tardo pianto; tal non eri, o veglio audace, nel serbarmi al disonor. Oh, vedran se a questa schiava mal s’addice il regio manto! Oh, vedran s’io deturpava dell’Assiria lo splendor! ABIGAILLE Va’ via! Invano chiedi la grazia, il tuo pianto tardivo non mi commuove. Vecchio presuntuoso, non la pensavi così mentre mi riservavi il disonore. Ora vedranno se a questa schiava si addice il manto reale! Ora vedranno se io deturpavo lo splendore dell’Assiria! (Abigaille, con il Gran Sacerdote ed il Soldato Babilonese e Fenena legata, scompare all’interno della Torre. Nabucco ancora preda della pazzia, e provato dalla sconfitta, si assopisce stordito ed affranto. I Ragazzi prendono in mano il proprio oggetto ‘caro’ ed insieme ad Ismaele e Zaccaria intonano un canto, ricordando la propria patria lontana) 19 RAGAZZI Va’, pensiero, sull’ali dorate; va’, ti posa sui clivi, sui colli, ove olezzano tepide e molli l’aure dolci del suolo natal! Del Giordano le rive saluta, di Sionne le torri atterrate… Oh mia patria sì bella e perduta! Oh membranza sì cara e fatal! Arpa d’or dei fatidici vati, perché muta dal salice pendi? Le memorie nel petto raccendi, ci favella del tempo che fu! O simìle di Sòlima ai fati traggi un suono di crudo lamento, o t’ispiri il Signore un concento che ne infonda al patire virtù! RAGAZZI Pensiero, vola sulle ali dorate; va’ e posati sui pendii e sulle colline, dove profuma, dolce e mite la dolce brezza del suolo natio! Saluta le rive del Giordano e le torri abbattute di Gerusalemme. Oh, mia patria, così bella e perduta! Oh, ricordo così caro e disperato! Arpa d’oro dei vaticini dei profeti, perché pendi muta dai rami del salice? Parlaci e facci ricordare del tempo passato! Simile al destino di Gerusalemme, o produci un suono di triste lamento, oppure Dio ti ispiri un canto che ci dia il coraggio di resistere alle sofferenze! PARTE QUARTA L’idolo infranto NABUCCO NABUCCO (legato alla Torre di Babele, si sveglia confuso ed ansante da un sonno febbrile in cui gli sembra di aver fatto un incubo) Son pur queste mie membra!… Ah! fra le selve Queste sono le mie braccia!… Ah! Correvo non scorrea anelando ansimando fra i boschi quasi fiera inseguita? come se fossi una belva inseguita? Ah sogno ei fu… terribil sogno! Ah no, era un sogno… un terribile sogno! Or ecco, Ora, ecco, il grido di guerra!… Oh, la mia spada! il grido di guerra!… Ecco la mia spada! Il mio destrier, che alle battaglie anela Ecco il mio cavallo che anela ad andare in battaglia come fanciulla a danze! proprio come una fanciulla anela a danzare! Oh prodi miei!… Sionne, Oh, miei prodi!… Sion, la superba cittade, ecco, torreggia… ecco si staglia la città superba… sia nostra, cada in cenere! deve essere nostra, deve cadere in cenere! Ah, prigioniero io sono! Ah! Sono prigioniero! (cercando di liberarsi e ritrovato il senno) Dio degli Ebrei, perdono! Dio degli Ebrei, perdonami! Dio di Giuda!… l’ara, il tempio Dio di Giuda!… L’altare e il tempio a Te sacro, sorgeranno… a te sacri sorgeranno di nuovo… Deh mi togli a tanto affanno Oh, liberami da un simile affanno e i miei riti struggerò. ed io distruggerò i miei riti. (si libera. Entra Verdi dall’entrata principale della platea. Guarda la scena insieme ai ragazzi) Tu, m’ascolti!… Già dell’empio Ascoltami!… La mia mente malata rischiarata è l’egra mente! di uomo empio è ormai rischiarata! Dio verace, onnipossente, Dio vero ed onnipotente adorarti ognor saprò. saprò adorarti per sempre. ISMAELE E ZACCARIA Viva Nabucco! 20 ISMAELE E ZACCARIA Viva Nabucco! FENENA, ABIGAILLE, GRAN SACERDOTE (da dentro la Torre di Babele) Qual grido è questo? FENENA, ABIGAILLE, GRAN SACERDOTE Cosa sono queste grida? RAGAZZI e VERDI Viva Nabucco! RAGAZZI e VERDI Viva Nabucco! SACERDOTE (da dentro la Torre di Babele) Si compia il rito. SACERDOTE Si dia inizio al rito. NABUCCO Stolti, fermate! L’idol funesto, guerrier, frangete qual polve al suol! NABUCCO Pazzi, fermatevi! Soldati riducete in polvere quell’idolo malvagio! TUTTI Divin prodigio! TUTTI È un miracolo divino! NABUCCO NABUCCO (corre in proscenio e si rivolge ai Ragazzi) Oh, ritorna ancora Israele, Ah torna Israello, torna alle gioie della tua terra natia! torna alle gioie del patrio suol! Sorga un nuovo tempio per il tuo Dio… Sorga al tuo Nume tempio novello… Lui solo è grande e forte, Lui solo! Ei solo è grande, è forte Ei sol! (esce Fenena dalla Torre di Babele e affianca il padre, sussurrandogli delle parole all’orecchio) Lui ha reso incosciente l’empio tiranno, L’empio tiranno Ei fe’ demente, ora dia pace al re pentito… del re pentito die’ pace al sen… Lui ha turbato la mente di Abigaille, d’Abigaille turbò la mente, al punto che la scellerata bevve il veleno! sì che l’iniqua bevve il veleno! Ei solo è grande, è forte Ei sol!… Lui solo è grande e forte, Lui solo! Figlia, adoriamlo, prostrati al suol. Figlia mia, adoriamolo, inginocchiati. (Abigaille moribonda esce dalla Torre di Babele trascinandosi. Verdi corre in suo soccorso e la aiuta a portarsi in proscenio. La tiene tra le braccia) NABUCCO Oh! chi vegg’io? NABUCCO Oh, chi vedo? RAGAZZI La misera a che si tragge or qui? RAGAZZI Perché l’infelice si sta trascinando fin qui? ABIGAILLE (a Fenena) Su me… morente… esanime… discenda… il tuo perdono! Fenena! Io fui colpevole… Punita… or ben ne sono! (ad Ismaele) Vieni!… costor s’amavano… (a Nabucco) fidan lor speme in te!… Or… chi mi toglie al ferreo pondo del mio delitto! (ai Ragazzi) ABIGAILLE Su me… morente… priva di vita… si posi… il tuo perdono! Fenena! Io fui colpevole… E per questo… ora sono giustamente punita! Vieni! Questi si amavano… possano riporre le loro speranze in te!… Ora… chi mi può togliere dal ferreo peso della mia colpa?! 21 Ah! Popolo, tu dicesti: Ah! tu dicesti, o popolo: «Dio conforta chi è afflitto» «Solleva Iddio l’afflitto». Ti imploro… oh Dio… ti venero… Te chiamo… te Dio… te venero… fa’ che io non sia dannata… non maledire a me… (Abigaille muore serena dopo aver ringraziato Verdi per averla aiutata a trovare la pace) RAGAZZI Solleva Iddio l’afflitto. RAGAZZI Dio allevia le pene agli afflitti. ZACCARIA ZACCARIA (a Nabucco) Servendo Jeovha, Servendo a Jeovha, sarai il re dei re!… sarai de’ regi il re!… (la corda, che era servita come elemento di costrizione dei prigionieri, viene afferrata da tutti i personaggi e i Ragazzi della platea per formare un grande girotondo. I Ragazzi prendono i fazzoletti bianchi, rossi e verdi e li mettono al collo. Si scambiano le corone e le indossano, mentre tutti insieme cantano Fratelli d’Italia, eleggendolo come canto di fratellanza e di unione di tutte le culture, le razze e le religioni) TUTTI Fratelli d’Italia, l’Italia s’è desta; dell’elmo di Scipio s’è cinta la testa. Dov’è la Vittoria? Le porga la chioma; ché schiava di Roma Iddio la creò. Stringiamci a coorte! Siam pronti alla morte; Italia chiamò. TUTTI Fratelli d’Italia, l’Italia si è svegliata; ed ha indossato l’elmetto di Scipione l’Africano per andare a combattere. Dov’è la Vittoria? che porga la capigliatura all’Italia in segno di sottomissione; poiché Dio ha fatto in modo che Roma sia sempre vittoriosa. Facciamo quadrato1 Siam pronti a morire; l’Italia ci ha chiamato. Noi fummo da secoli calpesti, derisi, perché non siam popolo, perché siam divisi. Raccolgaci un’unica bandiera, una speme: di fonderci insieme già l’ora suonò. Stringiamci a coorte! Siam pronti alla morte; Italia chiamò. Noi siamo da secoli umiliati e derisi, perché non siamo un popolo solo, perché siamo divisi. Ci raccolga ora una sola bandiera, un’unica speranza: ormai è giunta l’ora di unirci e diventare una sola cosa. Facciamo quadrato! Siam pronti a morire; l’Italia ci ha chiamato. 1 (come 22 nelle formazioni militari dell’antica Roma)! musica 24 25 26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 36 37 38 39 40 41 42 43 44 45 giochi TUTTI I COLORI DELLA MUSICA Si possono far vivere davanti agli occhi le emozioni che la musica accende dentro di noi? Esplosioni, contrasti, sfumature, delicatezze… sono infinite le impressioni! Però è così difficile comunicarle e lo è ancora di più trovare le parole giuste! Ma niente paura, un modo c’è: basta… non starci a pensare. Il nostro corpo sa benissimo come muoversi e le mani come dirigere un’orchestra immaginaria, gli occhi sanno scegliere subito i colori adatti. Per provare basta solo procurarsi: qualche foglio formato A4 qualche piatto di plastica su cui spargere un po’ di colori a tempera Il gioco può cominciare: 1. ascoltare 30 secondi di musica e danzare tutti liberamente 2. sulla stessa musica fare il direttore d’orchestra 3. tornare ai banchi e intingere le dita nei colori che la musica suggerisce 4. lasciar danzare le mani a suon di musica sul foglio Incredibile! La musica si lascia vedere e sotto i nostri occhi compaiono forme, colori, sfumature, contrasti… I migliori risultati? Sono di coloro che non ci pensano e lasciano giocare le mani. E adesso dipingiamo le emozioni dei personaggi dell’opera. Con internet in aula computer, prova a selezionare in Google alcune parole, ad es.: <Callas Ben io t’invenni>. E voilà, il gioco ricomincia! Prova a fare lo stesso gioco ascoltando le arie di ogni personaggio di Nabucco, potrai cosi reinventare la storia a colori in uno modo tutto nuovo! Alla fine non c’è niente di meglio di una grande esposizione di quadri divisa per personaggi, oppure si possono fotografare in digitale i fogli e inserire le immagini in PowerPoint. Ve le potete guardare, ma se le proiettate su una parete ci potete perfino danzare dentro! Che scenografia! COSAC’EDI PIÙ MODERNO DEL RITMO? Il nostro Nabucco trabocca di ritmi: a volte energici e tosti, a volte più lenti e soft. Proprio come oggi! Proviamo a confrontare i ritmi di Nabucco con quelli di oggi; quelli tosti ci possono dare la carica? Quelli soft sono poi così diversi da quelli odierni? Esercizio I Seduti in cerchio, cominciamo battendo una pulsazione regolare e variamola in modo da comunicare diversi gradi di calma e tensione: basta cambiare la velocità. Inventiamo una piccola idea ritmica: pochi suoni, ma interessanti. Ce n’è qualcuna presa da un ritmo conosciuto, da una canzone famosa? Proviamo ancora a modificare la velocità per variare l’effetto da calmo a teso. Ripetiamo l’idea ‘passandola’ al compagno a fianco. Se non l’abbiamo già inventata noi, aggiungiamo quest’idea nuova, da eseguire con un andamento piuttosto calmo. Ripetiamola uguale per tre volte, poi troviamo una variazione per fare il finale. Abbiamo ottenuto una frase ritmica: confrontiamola con quella che accompagna la nostra canzone preferita, quella più famosa del momento o di quest’estate. Non è impostata allo stesso modo? Esercizio 2 Adesso prendiamo il pezzettino più piccolo dell’idea ritmica, il più originale: ripetiamolo velocemente come un vero loop di musica rock, rap, ecc… Non siamo neanche troppo diversi da Verdi!: rataplàn, rataplan… Ai tempi di Verdi quest’idea ritmica aveva un nome: si chiamava galop. Cerchiamo queste idee ritmiche dentro la Sinfonia di Nabucco. Quando le abbiamo riconosciute, eseguiamole con precisione come un karaoke ritmico. Possiamo ripetere l’attività usando gli altri ritmi tosti che si trovano durante l’opera: ce ne sono veramente molti! Ad esempio, quello di Zaccaria: oppure il galop di Nabucco: Possiamo: ripetere, mescolare, alternare, variare tutte queste idee ritmiche per ottenere una composizione travolgente. Meglio ancora, se arricchita da idee di oggi, magari, composte da noi. Per completare l’esercizio, aggiungiamo anche il ritmo del Canto degli italiani di Novaro. Ora, i ritmi soft. In Nabucco, Verdi usa spesso il raggruppamento di tre pulsazioni, dispari, la terzina: così raro da sentire oggi, tranne che in certe canzoni basate sul ritmo slow-rock. Anche in questo caso, ascoltiamo, confrontiamo, componiamo. Per ottenere un buon ritmo soft, chiediamoci: c’entra la velocità? Quali tipi di musica soft hanno un raggruppamento di tre pulsazioni (le ninne nanne, le pastorali natalizie…). E se accelerassimo tremendamente la velocità della pulsazione, cosa succederebbe? 48 49 IL RISORGIMENTO NELL’ARTE CARTA DI IDENTITÀ Ma Abigaille è buona o cattiva? Sapresti definire ogni personaggio dopo averne letto le descrizioni che ha fornito la regista? E dopo aver letto il libretto, che idea ti sei fatto di quel personaggio? E i tuoi compagni di classe? Li conosci? Cosa sai di loro? E loro di te? A volte non è sufficiente trascorrere tante ore insieme per conoscersi, a volte bastano 10 minuti e si capisce tutto, a volte dopo 3 anni di scuola magari del tuo compagno di banco continui a sapere solo il nome e il cognome (e come va in matematica!). Descrivi te stesso, fai la tua carta di identità, prima con le informazioni classiche, il tuo nome e cognome e la tua data di nascita, e poi sbizzarrisciti e aggiungi quello che vuoi sul tuo conto, insomma prova a raccontarti, anche con disegni oltre che con le parole. Prova ora a fare lo stesso pensando al tuo compagno di banco. Fai la sua carta di identità, ma non scrivere il suo nome e cognome. Provate ora ad abbinare le carte d’identità che avete compilato al nome del vostro compagno: ci riuscite? UN CACCIATORE DELLE ALPI 1860 circa Olio su tela; cm 59,4 x 44 di Angelo Trezzini Como, Museo Storico Giuseppe Garibaldi Verdi Giuseppe Fortunino Francesco 10/10/1813 Roncole Il 27 maggio 1859 ebbe luogo la famosa battaglia di San Fermo, in cui Garibaldi, al comando dei Cacciatori delle Alpi, sgomberò le posizioni avanzate austriache poste a difesa di Como. Osserva con attenzione il dipinto. L’artista, attraverso le sue pennellate, riesce a trasmetterci sentimenti, stati d’animo e informazioni riguardo a questa battaglia? Il pittore ha aggiunto un dettaglio ‘irregolare’ alla divisa, attribuendogli un colore che spicca sui toni chiari dell’intero dipinto; riesci a vedere qual è? Il colore di questo dettaglio non è casuale, è una citazione garibaldina, perché? Parma italiana Roncole di Busseto coniugato musicista Il pittore tiene tra le mani un moschetto su cui è stata montata una baionetta. Sai cos’è un moschetto? Sai perché ha questo nome? Sai cos’è una baionetta? Sai perché si chiama in questo modo? L’artista si descrive in attesa dell’assalto; ci sono vari dettagli che sottolineano il suo impeto, riesci a vederli? Qui l’artista si raffigura come un eroe. Trova esempi di eroi del 1900 o dei tempi nostri raffigurati in qualche quadro: come è cambiato il modo di rappresentarli? 50 51 52 53 54 Nabucco, re dei Babilonesi, esulta per la vittoria sugli Ebrei ormai prigionieri: «Io sono il vincitore, chi mai potrà resistermi?». Zaccaria, il Gran Sacerdote degli Ebrei, tiene, però, in ostaggio Fenena (la figlia del sovrano) e minaccia di ucciderla: «Hai sete di sangue? Versa quello di tua figlia». 56 Ma ecco che Ismaele – il nipote del re di Gerusalemme innamorato (ricambiato) di Fenena – accorre a liberare l’amata: «Misera, ti salverà l’amore». Nabucco si autoproclama dio dei Babilonesi e degli Ebrei: «Vi è un solo dio… il vostro Re! Adoratemi come un dio!». Ma all’improvviso un fulmine colpisce l’empio sovrano: «Il cielo vendicativo ha fulminato colui che tanto osò». Nabucco si sente perduto: «Chi mi toglie lo scettro reale? Chi mi butta a terra? Il cielo rosso di sangue è caduto sulla mia testa». Abigaille (che nel frattempo ha scoperto di essere figlia di schiavi) con il conforto del Gran Sacerdote detronizza Nabucco ed ordina ai soldati di immobilizzarlo: «Va’ via! Invano chiedi la grazia. Ora vedranno se a questa schiava si addice il manto reale!». 57 Nabucco si converte al dio degli Ebrei e Fenena e Ismaele possono finalmente gettarsi l’una nelle braccia dell’altro. Ma appare Abigaille morente: in preda al rimorso, si è avvelenata. Prima di esalare l’ultimo respiro, però, anch’ella si converte e chiede perdono per il male commesso: «Ti imploro, oh dio… ti venero… fa’ che io non sia dannata!». IL CANTO DEGLI ITALIANI (1847) Musica Michele Novaro. Testo Goffredo Mameli. Fratelli d’Italia, l’Italia s’è desta; dell’elmo di Scipio s’è cinta la testa. Dov’è la Vittoria? Le porga la chioma; ché schiava di Roma Iddio la creò. Stringiamci a coorte! Siam pronti alla morte; Italia chiamò. Noi fummo da secoli calpesti, derisi, perché non siam popolo, perché siam divisi. Raccolgaci un’unica bandiera, una speme: di fonderci insieme già l’ora suonò. Stringiamci a coorte! Siam pronti alla morte; Italia chiamò. il tuo fumetto Ecco qui la trama del nostro Nabucco raccontata come un fumetto in solo 5 immagini. L’artista che l’ha disegnata ha deciso di ambientarla in un’epoca medievale e fiabesca. Tu come ripenseresti la storia di Nabucco? In che epoca la ambienteresti? Prova a disegnare il tuo fumetto di Nabucco in 5 quadri come questi ma nell’epoca e nell’ambientazione che preferisci. Oppure puoi fare il lavoro contrario: guarda le immagini nascondendo le didascalie e viaggia con la fantasia. Prova ora ad inventare altre didascalie per queste immagini, crea una storia nuova tutta tua! CONCORSO SESTA STROFA Mameli scrisse cinque strofe per il suo Canto degli Italiani. Vogliamo aggiungere una sesta strofa? L’argomento è libero: può riferirsi a fatti importanti della nostra società o a questioni più vicine alla vostra realtà… insomma potete dare sfogo alla vostra fantasia! La tre migliori strofe saranno selezionate e verranno pubblicate sulla rivista Amadeus. La strofa che inventerete dovrà essere inviata entro il 3 giugno 2011 a: Redazione Amadeus Via Alberto Mario, 20 - 20149 Milano 58 Uniamoci, amiamoci, l’unione, e l’amore rivelano ai Popoli le vie del Signore; giuriamo far libero il suolo natìo: uniti per Dio chi vincer ci può? Stringiamci a coorte! Siam pronti alla morte; Italia chiamò. Dall’Alpi a Sicilia dovunque è Legnano, ogn’uom di Ferruccio ha il core, ha la mano, i bimbi d’Italia si chiaman Balilla, il suon d’ogni squilla i Vespri suonò. Stringiamci a coorte! Siam pronti alla morte; Italia chiamò. Son giunchi per piegano le spade vendute: già l’Aquila d’Austria le penne ha perdute. Il sangue d’Italia, il sangue polacco, bevé, col cosacco, ma il cor le bruciò. Stringiamci a coorte! Siam pronti alla morte; Italia chiamò. Fratelli d’Italia, l’Italia si è svegliata; ed ha indossato l’elmetto di Scipione l’Africano per andare a combattere. Dov’è la Vittoria? che porga la capigliatura all’Italia in segno di sottomissione; poiché Dio ha fatto in modo che Roma sia sempre vittoriosa. Facciamo quadrato1 Siam pronti a morire; l’Italia ci ha chiamato. Noi siamo da secoli umiliati e derisi, perché non siamo un popolo solo, perché siamo divisi. Ci raccolga ora una sola bandiera, un’unica speranza: ormai è giunta l’ora di unirci e diventare una sola cosa. Facciamo quadrato! Siam pronti a morire; l’Italia ci ha chiamato. Uniamoci, amiamoci, l’unione e l’amore rivelano a tutti le vie del Signore; giuriamo di liberare il suolo dove siam nati: quando saremo tutti uniti, nel nome di Dio, chi ci potrà mai sconfiggere? Facciamo quadrato! Siam pronti a morire; l’Italia ci ha chiamato. Dalle Alpi alla Sicilia, dovunque si lotta contro l’invasore;2 e tutti hanno il coraggio e la forza di Francesco Ferrucci,3 tutti i bambini d’Italia sono dei piccoli eroi come Balilla; il suono di ogni tromba ha ormai suonato l’ora della riscossa.4 Facciamo quadrato! Siam pronti a morire; l’Italia ci ha chiamato. Le spade degli austriaci mercenari ormai si piegano come canne; l’Aquila austriaca5 ha ormai perso le penne. L’Austria, con l’alleanza dei cosacchi ha versato il sangue degli italiani ed anche il sangue dei polacchi, ma ora sta per morire Facciamo quadrato! Siam pronti a morire; l’Italia ci ha chiamato. 1 2 3 4 5 come nelle formazioni militari dell’antica Roma come accadde nella battaglia di Legnano l’eroe di Gavinana come durante i Vespri siciliani il simbolo degli Asburgo 59 LA TUA CORONA COSA PORTARE A TEATRO Come vorresti che fosse la tua corona? Come ogni anno lo spettacolo richiederà anche la tua partecipazione attiva, non solo per le arie da cantare, ma anche con alcuni oggetti e azioni da fare dalla tua poltrona in platea. Ecco cosa serve per aiutare Nabucco, Ismaele, Fenena e Verdi! Qui troverai degli esempi già pronti per essere ricopiati e ritagliati su un cartoncino colorato… ma non vogliamo mettere freni alla vostra fantasia! Scegliete quindi, forma, colore e pietre preziose da incastonare sulla vostra corona. UNA MAGLIETTA BIANCA In teatro, scambierai la tua corona con il tuo vicino e la indosserai prima di cantare Fratelli d’Italia, per finire la storia trasformando il simbolo della discordia e della brama di potere in un simbolo di unione e finale scioglimento dell’intero dramma. Dopo il prologo in cui Verdi in persona ci introduce l’opera che sta per cominciare, finalmente la scena si prepara, sia sul palco – alcuni cantanti e tecnici infatti prepareranno la scenografia – sia in platea. Appena entri in teatro quindi togliti la giacca e, dopo il Prologo, indossa una maglietta bianca, anche se è grande, non importa se sopra il maglione: l’importante è che quando si spengono le luci tutta la platea sia bianca. Sarà il segnale distintivo del popolo ebraico, e sarà la platea a impersonarlo! UN OGGETTO A TE CARO Da sventolare o tenere vicino al cuore durante il Va’, pensiero, il canto del popolo ebraico che, in esilio, ricorda con nostalgia la sua patria lontana. UN FAZZOLETTO (bianco, rosso o verde, a scelta per classe) Alla fine dello spettacolo, Abigaille chiede perdono e dalla platea anche il popolo ebraico dalla platea invoca perdono per lei. I conflitti si sono finalmente sciolti, la corda di prigionia diventa un girotondo e tutti sollevano il proprio fazzoletto cantando l’inno italiano, eletto a canto di fratellanza e unione fra tutti popoli. Al momento del canto finale legati al collo il tuo fazzoletto, come un vero garibaldino! 60 61 Education progetti di con Opera Kids progetto di teatro musicale per la scuola dell’infanzia III edizione Opera domani... progetto per la produzione di opere liriche introdotte da percorsi didattici Scuole primarie e secondarie XV edizione N E W it progetto di teatro musicale per la scuola secondaria di II grado I edizione NEW ORCHESTRA IN GIOCO progetto per le scuole dell'obbligo per la diffusione della musica sinfonica I edizione opEraEducatioN.org con il sostegno di in collaborazione con Ministero per i Beni e le Attività Culturali con il patrocinio di Ministero dell’Istruzione dell’Università e della ricerca OPERA EdUcAtION è membro di