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INDICE RASSEGNA STAMPA Trasporti e infrastrutture Corriere Della Sera 12/02/2017 p. 17 Telecamere, più agenti e carrozze dedicate I convogli della lista nera Giampiero Rossi 1 Giornale 12/02/2017 p. 3 «Rischiamo la vita»: l'inferno dei controllori Lndovica Bulian 3 Il Fatto Quotidiano 12/02/2017 p. 8 Milano, la speculazione sul grande risiko dei treni Gianni Barbacetto 4 Sole 24 Ore 12/02/2017 p. 16 Aeroporto di Bologna, piano da 120 milioni per le infrastrutture Vittorio Carlini 6 Sole 24 Ore - Nova 12/02/2017 p. 9 Progetti elettrici muovono l'Italia Elena Cornelli 9 Stampa 12/02/2017 p. 4 L'allarme infinito nei vagoni Un arresto al giorno Manuela Messina 10 Stampa 12/02/2017 p. 23 In bus sulle piste da sci "È comodo e si risparmia" Max Cassani 11 Indice Rassegna Stampa Pagina I FERROVIE E SICUREZZA 40 40 Telecamere, più agenti e carrozze dedicate I convoli della lista nera Il piano delle Fs. Reati in rul u, ma la paura resta di Giampiero Rossi 19 --- elecamere, monitor, filtri alle stazioni, agenti sui treni, carrozze consigliate. Le ferrovie si sono organizzate così per proteggere i loro clienti dai pirati dei binari, occasionali o seriali. E le statistiche dicono che in realtà il numero di episodi criminali registrati a bordo dei treni italiani è in calo. Con un'unica eccezione: le aggressioni ai danni di controllori e capitreno. Secondo i dati di Fs Italiane tutti i reati «ferroviari» sono in diminuzione. Dai vandali ai rapinatori, dai «Lof» (Ladri operanti in ferrovia) ai molestatori, le denunce e le segnalazioni registrate in tutto il territorio nazionale calano. Le rapine sarebbero non più di 30-4o all'anno, su un movimento complessivo di oltre mezzo miliardo di passeggeri distribuito su circa 6.5oo corse al giorno. Soltanto le aggressioni al personale delle ferrovie stesse sono aumentate del5 per cen- Trasporti e infrastrutture to, «ma proprio perché sono stati intensificati i controlli», sottolinea Franco Fiumara, direttore del centro di protezione aziendale del Gruppo Fs Italiane. La spiegazione di queste statistiche, piuttosto distanti dalla percezione di molti viaggiatori, starebbe nell'insieme di misure di sicurezza adottate negli ultimi tempi. «Dall'anno scorso spiega Fiumara la metà dei treni in servizio lungo le tratte regionali sono dotati di impianti di videosorveglianza a bordo e un quarto di questi anche di un sistema di monitor che permette ai passeggeri e al personale di vedere in tempo reale cosa accade in tut- te le carrozze. E quelle stesse immagini vengono trasmesse via Internet alle sale operative della polizia». Quindi puntualizza: «Siamo gli unici in Europa ad avere questa misura di sicurezza a livello regionale». A rendere necessarie tante precauzioni, però, è stato l'allarme suscitato dai non pochi episodi che hanno spaventato (se non dissuaso) gli utenti dei treni, soprattutto su alcune linee. Ogni regione ha stilato una propria black list dei treni e delle fasce orarie a rischio: dalla Roma-Nettuno alla Torino-Cuneo, dalla Milano-Mantova alla Napoli-Sapri, dalla Rovigo-Venezia alla Modena Rimini. Una mappa in continuo aggiornamento «anche per effetto delle misure di sicurezza che mettiamo in campo insieme alle forze dell'ordi- L Meno rapine e atti vandalici, in aumento le aggressioni a controllori e capitreno ne una volta ricevute lamentele e segnalazioni dei clienti», tiene a ribadire Fiumara. Il sistema di prevenzione parte dalle stazioni, dove i filtri ai varchi di accesso avrebbero ridotto le presenze pericolose o moleste sui treni, e che si avvale anche di una maggiore presenza della polizia. Dopodiché nulla e nessuno è riuscito a impedire, per esempio, che tre sere fa qualcuno mandasse in fiamme l'ultima carrozza del regionale BraccianoRoma. Anche l'episodio denunciato ieri a Milano sarebbe avvenuto in fondo al treno. E, in effetti, i responsabili della sicurezza suggeriscono a chi viaggia da solo di scegliere le vetture più frequentate, anche a costo di dover cambiare posto più volte. In Lombardia, addirittura, da qualche mese la carrozza a centro treno è stata istituzionalizzata da Trenord , la società che gestisce il traffico regionale, come «Safe & quiet». A tutela dei circa 730 mila utenti quotidiani delle 2.300 corse lombarde dopo l'allarme generato dalle aggressioni a colpi di machete e di martello sono state adottate misure di sicurezza che comprendono una convenzione con la polizia, l'arruolamento di vigilantes privati che accompagnano i controllori, oltre a filtri alle stazioni e all'entrata in servizio di nuovi convogli monopiano con dotazioni tecnologiche come telecamere e interfono in viva voce. Ma anche secondo Trenord gli episodi pericolosi sono in calo. Nel 2o16 è stata registrata una riduzione dei furti (meno 58 per cento) e dei danneggiamenti (meno 32 per cento). Così, oltre 16 mila treni «scortati» dalla polizia e 23 mila servizi di vigilanza nelle stazioni lombarde hanno portato all'arresto di 267 persone e a più di 1.5oo indagati. Ma basta un nuovo fatto di cronaca nera e la percezione di insicurezza ritorna prepotente. © RIPRODUZIONE RISERVATA Pagina 1 6 convogh che quotidianamente viaggiano sull'intera rete ferroviaria italiana Per cento L'incremento in un anno delle aggressioni al personale delle ferrovie Per cento La diminuizione dei furti registrata sulle linee lombarde Trenord nel 2016 Mila I treni scortati dalla polizia e 23 mila i servizi di vigilanza nelle stazioni lombarde A bordo I controlli della Polfer su un treno pendolari della Trenord che parte dal centro di Milano (foto Newpress) L- parola SAFE & QUIET Così è chiamata la carrozza dei treni Trenord la società che gestisce il traffico regionale in Lombardia per garantire sicurezza e tranquillità ai suoi passeggeri. Il vagone è stato introdotto a fine anno: situato al centro del treno, è dotato di telecamere e pulsanti Sos che possono essere attivati dai viaggiatori in caso di necessità per chiedere l'intervento dell'equipaggio. Una volta avvenuta la chiamata, squilla un citofono e una spia indica al macchinista il settore dal quale arriva l'allarme. Sul cruscotto di guida sono anche visibili le immagini delle telecamere Trasporti e infrastrutture Pagina 2 I .2016 _ %, AZ€ 1 D «Rischiamo la vita» : l'inferno dei controllori Aggressioni e minacce, i dipendenti hanno paura: «Serve una sala operativa dedicata» Lndovica Bulian Milano «Non si può rischiare la vita per fare questo lavoro». Se non fosse che «questo lavoro», il controllore ferroviario, è ormai considerato alla stregua di una prima linea contro la criminalità. E le carrozze di un normale convoglio frequentato da pendolari, possono incutere la stessa sensazione di una buia strada di periferia, ma senza vie d'uscita. Dove in caso di «problemi» la polizia ferroviaria interviene alla prima fermata utile, ma «nel frattempo c'è da sperare che non accada nulla». Eccola, la giungla quotidiana di chi viaggia e di chi lavora sui binari. Irregolari, malintenzionati, vandali, spacciatori. Hanno paura le passeggere e i passeggeri soli, ma temono per la loro incolumità anche gli operatori delle Ferrovie. Tra loro ci sono giovani donne, proprio come la studentessa aggredita venerdì pomeriggio sul Milano-Mortara, che «non rinunciano a fare questo mestiere» ma che vengono, per lo più «impiegate sulle tratte dell'Alta Velocità», ci spiega Angelo Acquafresca, della Filt Cisl, perché «più sicure». L'inferno, infatti, esplode soprattutto sulle tratte regionali: quella avvenuta alle porte di Milano è solo l'ennesima aggressione in pieno giorno. Nei primi dieci mesi del 2016, il Focal Point di Trenord, monitorato dalla Funzione Security, ha ricevuto 2.069 segnalazioni, un incremento del 51% rispetto all'anno precedente. In 236 casi è stato necessario richiedere l'intervento della polizia. «Oggi non ci sono più fasce orarie, prima queste cose accadevano solo di sera. Abbiamo paura perché questa gente non ha niente da perdere», ammette Antonio Mattera, responsabile provinciale della Ugl Bergamo. Tanto che la prima indicazione che viene data al personale che ha il com- grammi come «Tratta Sicura», affiancano i controllori nella verifica dei biglietti. Si parla però di una presenza sporadica che non può certo coprire l'intero servizio su tutta la rete ferroviaria. Per la maggior parte dei loro turni di lavoro i controllori sono da soli. Non lo sono invece i responsabili delle aggressioni. E il vero incubo è l'effetto branco: «Spesso ci sono gruppetti di due, tre, quattro persone che si sentono forti e in grado di fare qualsiasi cosa» e quando interviene la Polfer «si sono già dileguati». La soluzione, «senza bacchetta magica», è il «rafforzamento delle misure di vigilanza», ma non solo a bordo. L'esperienza di Atm, che gestisce il trasporto pubblico di Milano, insegna. Lo spiega ancora Abimelech: «La metropolitana è sorvegliata da telecamere collegate a una sala operativa dei viaggiatori, a sua volta in contatto con le forze dell'ordine. Da tempo chiediamo la stessa per Trenord, alla Regione e al Prefetto di Milano: è l'unico modo per evitare che questi episodi si ripetano». pito di verificare i titoli di viaggio è di «non fare questioni», racconta Giovanni Abimelech, segretario della Filt Cisl Lombardia. Possono sfociare in un attimo in «un pugno, uno spintone o in minacce». Poche domande, dunque, senza insistere davanti al rifiuto di fornire le generalità. Una regola che può salvare l'operatore da «ripercussioni» anche una volta sceso a terra, in stazioni che più che un porto sicuro sono a loro volta incubatori di degrado. La prudenza non è sufficiente, «visto che molte di queste persone sono straniere, irregolari, senza permesso di soggiorno - ricorda il sindacalista e proprio per la paura di essere denunciate alle forze dell'ordine reagiscono in modo violento. E noi non possiamo sapere se sono armate». Lo sono le guardie giurate che attraverso pro- Trasporti e infrastrutture Pagina 3 Milano, la speculazione sul grande risilo dei treni Milano A Milano, il sindaco Giuseppe Sala e il presidente della Re- gione Roberto Maroni stanno da tempo giocando a Monopoli, insieme a Renato Mazzoncini, amministratore delegato di Ferrovie dello Stato. Ma qualcuno deve aver preso così sul serio il gioco, da passare dai soldi del Monopoli a quelli veri, visti alcuni strani movimenti di Borsa che fanno pensare all'insider trading. Ma andiamo con ordine. È da mesi, se non anni, che circola l'ipotesi di mettere insieme Atm, l'azienda dei trasporti milanesi, con Ferrovie Nord Milano (Fnm), che gestisce i collegamenti regionali. LA PRIMA è un gioiellino, interamente controllato dal Comune di Milano, con una flotta di 942 treni del metrò, 1.544 autobus, 481 tram e 147 filobus, 736 milioni di passeggeri l'anno, un fatturato di 1,1 miliardi di euro e un utile netto di 26 milioni (bilancio 2015). Trenord è invece la società operativa dei trasporti regionali divisaal50 percentotraFnm e Trenitalia. Fnm è una società quotata la cui la maggioranza, il 57 per cento, è nelle mani della Regione. Trenitalia è Fs: dunque Mazzoncini è già padrone di metà dei trasporti regionali lombardi. Ma non nasconde l'ambizione di crescere, magari conquistando la maggioranza di Fnm e, soprattutto, Atm. Sì, perché le ferrovie Nord, come ben sanno, ahimé, i pendolari, non sono proprio un modello di funzionamento. Hanno 461 convogli, 462 stazioni regionali servite da2.300 Trasporti e infrastrutture corse al giorno su 2.200 chilometri di rete. Modesti i risultati dibilancio: fatturato di 783 milioni, utile di soli 3,8 milioni. E pesanti le critiche che vengono dagli utenti. Ritardi, soppressioni, carrozzevecchie, linee abinario unico, molte motrici non elettriche ma diesel. Tanto che Maroni, che sente già odore di campagna elettorale, non vede l'ora di aumentare le distanze tra sé e le Nord, che funzionano male e oltretutto costano alla Regione 400 milioni l'anno. Stenderebbe tappeti rossi a Mazzoncini e avrebbe già diluito la quota della Regione, se finora non fosse stato frenato dal suo compagno di partito Matteo Salvini, chenonvuole "dare aRoma" le ferrovie padane. Ma se nella partita di Monopoli entra anche Atm, Fs si può prendere tutto senza che Salvini possa lamentarsi più di tanto. RISULTATO FINALE dellapartita: una holding a tre, con il Comune di Milano che sarebbe socio, con un 33 per cento, di una azienda più grande, ma senzapiù il controllo del suo sistema di trasporti urbani che passerebbe, con i due terzi, aRegione e Fs, già oggi alleati in Trenord, sotto il comando di Mazzoncini. Milano oltretutto conferirebbe u- na società che ha un patrimonio netto 919 milioni, contro gli 85 di Trenord: più che un'integrazione, uno scippo. Il problema resterebbe tutto ai milanesi, che perderebbero una azienda che funziona bene, Atm, diluita in una grande baracca già ora croce dei pendolari, senza alcuna garanzia che il matrimonio tra un fusto e una racchia (o se preferite tra u- na strafiga e unbruttone) porti davvero un miglioramento del servizio. Epoi proprio non tornano i numeri del confronto tra Atm e Trenord: 9.250 dipendenti contro 4.150, margine lordo 163 milioni contro 41, utile netto 26 milioni contro 3,8. Se si guarda alla storia delle due aziende, è anche peggio: Atm ha da tempo una gestione trasparente, con gare pubbliche per ogni cosa; mentre Trenord-Fnm è sempre stata un feudo della politica ed è più volte sprofondata in grandi scandali (ricordate Giuseppe Biasuz e Norberto Achille?) La partita di Monopoli diventa addiritturapericolosase si osserva che cosa è successo a fine 2016.1129 dicembre, primadelveglione di Capodanno, la Regione Lombardia vara una legge che all'articolo 5 dice: "Le agenzie per il trasporto pubblico locale estendono la durata dei vigenti contratti di servizio qualora i soggetti gestori o i loro azionisti deliberino, entro il 30 giugno 2017, operazioni di natura straordinaria di integrazione societaria del gestore nell'ambito di società quotate nei mercati regolamentati, da perfezionarsi entro il 31 dicembre 2017". Sembra una legge fatta su misura per la fusione Atm-Trenord. Tutto per "estendere la durata dei vigenti contratti di servizio", senza fare una nuova gara. Ma la gara mica è una sciagura: è il sale del libero della holding Quanto resterebbe al Comune della nuova società mercato. Comunque per Atm, il cui contratto di servizio con il Comune scade nell'aprile 2017, la gara non si può fare, perché non è ancora operativo il soggetto deputato a lanciarla, cioè "l'autorità di bacino" (Comune di Milano, più Comuni attorno, più Città metropolitana). E comunque la gara può essere tranquillamente rimandata anche senza "operazioni straordinarie", perché è lo stesso contratto di servizio di Atm a stabilire che può essere prorogato per almeno 12 mesi alle stesse condizioni. Insomma: una legge inutile, se non a spingere la fusione. E FORSE ANCHE ad altro, a guardare ivolumi degli scambi del titolo Fnm, che s'impennano proprio a partire dal 20 dicembre 2016, pochi giorni prima del varo della legge regionale su misura per la fusione. Chi ha comprato? C'è stato insider trading? La Consob e la Procura della Repubblica sono interessate a verificarlo? © RIPRODUZIONE RISERVATA Nliluno. L +Exv:iilurin ic Pagina 4 Lombardia L'ad delle Fs Mazzoncini tenta di prendersi IAtm di Milano fondendola con la malridotta Fnm di cui Maroni si vuole liberare p Roberto Ma ioni, le Ferrovie Nord Milano, Beppe Sala che controlla Atm e Renato Mazzoncini di Fs Ansc Le azioni Fnnn Poco prima dell'intervento della Regione, comincia un rialzo sospetto in Borsa Il piano delle Ferrovie Renato Maz- ■ NON SOLO TRENI . L'ad delle Ferrovie dello Stato, Renato Mazzoncini, ha presentato un ambizioso piano strategico e non ha intenzione di limitarsi soltanto a gestire il gruppo. Deve quotare le Frecce, lavorare a un progetto di fusione con Anas, si sta espandendo in Europa (ha appena preso la gestione della tratta Atene-Salonicco in Grecia). Mazzoncini ha spiegato così la sua filosofia: "Oggi soddisfiamo meno del 10% della domanda interna di mobilità dei cittadini e il 2% nel settore merci. Abbiamo margini di crescita straordinar . Per realizzare una mobilità passeggeri e merci veramente integrata avremo bisogno di efficaci piattaforme digitali che accompagnino il cliente e soddisfino le sue esigenze". zoncini, ha lavorato a lungo sul trasporto su gomma Ansa Trasporti e infrastrutture ■ IN QUESTA OTTICA rientra l'interesse per le aziende del trasporto pubblico urbano. Come l'Atm di Milano, ma anche l'Atac di Roma, nonostante i suoi conti eternamente in rosso. Proprio di Atac Mazzoncini ha detto a Repubblica: "Ferrovie saprebbe come gestire al meglio quella opportunità una volta che il servizio andasse a gara", cosa che il Comune di Roma a Cinque Stelle non ha però intenzione di fare. Pagina 5 ', Lettera al risparmiatore .. : -.1 IN PROSPETTIVE E PROBLEMATICHE U nita 12 euro Il rapporto nei prossimi anni sarà di poco superiore a uno Il supporto definito dai «graficisti» Aeroporto di Bologna, piano da 120 milioni per le infrastrutture Non solo low cost: si punta a più voli delle compagnie ex di bandiera Rischio terrorismo: per la società l'impatto e comunque contenuto di Vittorio Carlini roseguire nella concretizzazione del piano di sviluppo. Soprattutto con riferimento all'allargamento dell'aerostazione. Poi: consolidare il traffico passeggeri che lo scorso esercizio è aumentato dell'11,5°0 rispetto al 2015. Sono tra le priorità dell'Aeroporto di Bologna a sostegno del business. Un'attività che nei primi nove mesi del 2016, ultimo dato disponibile, ha visto le voci di bilancio aumentare. I ricavi si sono assestati a 69 milioni (+15,5% rispetto ad un anno prima). L'Ebitda è stato di 22,7 milioni mentre l'utile netto ha raggiunto 10,1 milioni (erano stati 5,8 milioni a fine settembre 2015). Aldilà dei singoli numeri di conto economico il risparmiatore è però interessato a comprendere qual è la futura dinamica aziendale . In tal senso una delle priorità, per l'appunto, è la spinta sul progetto di sviluppo. La strategia 2016-2020 prevede circa 120 milioni d'investimenti complessivi. Gli esborsi, ovviamente comprensivi di quelli previsti (112,4 milioni) dal contratto di programmafirmato conEnac, dovrebbero articolarsi nel seguente modo. Ne12o16i Capex sono stimati in circa14milioni. Si tratta di investimenti focalizzati essenzialmente, da una parte, sulle progettazioni preliminari del nuovo terminal . E, dall'altra, quelle esecutive per la realizzazione della stazione del cosiddetto «people mover». Cioè la monorotaia che, superate le polemiche coni comitatilocali, collegheràlapista alla stazione ferroviaria di Bologna. Nel 2017 sono, invece, previsti ulteriori esborsi intorno a 20,5 milioni. L'utilizzo? Essenzialmente la progettazione esecutiva legata all'aerostazione e al parcheggio multipiano. Negli esercizi successivi, infine, si concretizzeranno gli altri investimenti. Tra questi l'allargamento del terminal (cui sono destinati circa 6o milioni) che nel 202o dovrà permet- Trasporti e infrastrutture tere una capacità aeroportuale (cioè il traffico passeggeri potenziale da potersi gestire) di 1o milioni di passeggeri annui. Un simile progetto, giocoforza, si intreccia conla dinamica dei ricavi. Questi, abenvedere, si dividono in «aviation» e «non aviation». Iprimi, in linea di massima, sono legati all'uso dello scalodaparte delle compagnie e deip asseggeri cui scaturiscono varie forme d'incasso: dai diritti d'approdo, partenza, sosta, rifornimento e imbarco fino ai corrispettivi per la sicurezza. I secondi, invece, ricomprendono attività diversificate: dalla gestione dei parcheggi alla pubblicità fino alle subconcessioni di spazi per business commerciali. Ebbene al 30/9/2016 la divisione del fatturato è la seguente: l'«aviation» incide per il 6o% dei ricavi mentre il rimanente 4o% o è da ricondursi al «non aviation». La ripartizione si allinea con quella di un anno prima. L'indizio, quindi, che il rapporto tra i due business rimarrà tale? La risposta è positiva. La società considera effi- ciente la ripartizione. Un po' diversa, invece, la dinamica sul fronte dellaredditività. Qui, al 3o settembre 2015, l'Ebitda generato dal business «non aviation» rappresentava il 69%ro del totale e quello da «aviation» il 31%- Un almo dopo l'incidenza di quest'ultimo è salita al 36%. Insomma: c'è stato l'incremento del peso dell'attività «core» della società. La dinamica, a ben vedere, è stata la conseguenza di due fattori. Il Primo consiste nel recupero di redditività su alcuni contratti con i carrier. Il secondo, invece, è l'aumento del traffico legato alle compagnie Legacy. Cioè:le società ex di bandiera. Queste, tradizionalmente, coprono tratte aree più lunghe e utilizzano aereipiù grandi e pesanti. Una condizione che, evidentemente, permette al gestore aeroportuale di avere maggiori incassi. A fronte di un simile contesto quale, allora, possibile dinamica della redditività? L'obiettivo della società è mantenere il peso dell'«aviation» sulMolintorno ai livelli raggiunti. Quindi la strategia è consolidare, ed aumentare, i voli realizzati dalle compagnie Legacy. L'accordo con Ryanair può indurre l'idea di concentrazione del rischio finanziario Per l'azienda la nuova intesa permette maggiore visibilità sui ricavi e prevede una più alta redditività rispetto a prima Pagina 6 Già, le compagnie Legacy. In realtà il ruolo del traffico «low cost» è essenziale per lo scalo felsineo. Una centralità confermata dal rafforzamento, avvenuto lo scorso ottobre, della partnership tra l'aeroporto e il vettore Ryanair. L'accordo prevede il prolungamento dei termini contrattuali al 2022. Oltre, poi, l'impegno della compagnia aerea d'incrementare il numero di destinazioni dae per Bologna. L'intesaè stataaccoltapositivamente dagli esperti. Il risparmiatore, tuttavia, esprime un dubbio. Il ragionamento è il seguente: l'accordo aumenta il peso della singolaRyanair sul traffico aereo dello scalo (era già al43%io alla fine del 2015). Di conseguenza può ipotizzarsi un'eccessiva concentrazione del rischio finanziario su un'unica controparte. Il che non èpositivo.Aeroporto diBolognanoncondivide la considerazione. Inprimis, viene ricordato, Ryanair è statanel2o16 il primovettore europeo per passeggeri. Quindi, a fronte dell'espansione del carrier, il suo maggiore impegno su Bologna costituisce un'opportunità e non un problema. Inoltre: tra i primi 1o scali in Italia, dice la società, uno solo può vantare una minore concentrazione sul suo più importante vettore-cliente. Oltre aciò, aggiunge sempre l'azienda, la nuova partnership è migliorativa. Da una parte la sua durata è allungata di quasi due annirispetto alpassato.I1 che consente maggiore visibilità sui ricavi. E, dall'altra, la redditività del nuovo contratto è più altarispetto aiprecedenti. In conclusioneAeroporto di Bolognanonvede, conriferimento a Ryanair, alcun particolare problema per il suo business model. Quel modello di business che, in linea di massima, si basa su assunzioni ben precise. Vale a dire: lo scalo felsineo deve considerarsi pista di collegamento di un'area ricca dell'Italia (dall'Emilia Romagna al Nord delle Marche fino alla Toscana e il Sud del Veneto) con gli hub internazionali. Certo: ci sono anche voli diretti (ad esempio, Dubai). Inoltre: le tratte nazionali, in particolare con il Sud e le Isole, sono rilevan G. E, però, l'impostazione di fondo resta quella: Bologna deve sfruttare la sua caratteristica di scalo d'interconnessione coni grandi snodi globali del cielo. Sennonchè, a fronte diunsimile contesto, il risparmiatore sottolinea un rischio per lo sviluppo del suobusiness:lacreazione dellanuova pista nell'aeroporto di Firenze. La Commissione Via del ministero dell'Ambiente, lo scorso dicembre, ha dato l'ok per la realizzazione dell'opera. Certo: si dovrà avere il benestare anche della Conferenza dei servizi. Tuttavia è indubbio che l'ampliamento dello scalo gestito daToscanaAeroporti, afronte della presenza di più piste efficienti che insistono su un territorio simile, può costituire un problema. Alcuni esperti smorzano il timore. Viene sottolineato infatti che i tempi d'esecuzione non sono immediati (si ipotizza la fine dei lavori nel 2019-2020). Quindi l'eventuale ulteriore maggiore concorrenza non è dietro l'angolo. Inoltre, aggiungeAeroporto di Bologna, probabilmente i grandi veivoli, destinati alle rotte intercontinentali, non potranno atterrare sulla nuova pista. Ciò detto la società sottolineati essere comunque abituataaconfrontarsi con la concorrenza. E, di conseguenza, di nonvedere particolari problemi. Anche perch è tutte le ricerche descrivono ilcomparto caratterizzato daflussi di passeggeriin crescita. Tanto che lo stesso Aeroporto di Bologna conferma l'obiettivo d'incremento del traffico fino al 2020,sianellowcostchenelLegacy, ad un tasso medio annuo intorno al300. Le considerazioni effettuate sono plausibili. E, tuttavia,può ulteriormente obiettarsi: c'è la variabile-terrorismo che influenza le dinamiche legate ai viaggi. La societànon condivide il dubbio. Dapprima viene ricordato che il temariguardal'intero comparto: dalle società di gestione degli scali fino alle compagnie aeree. Ebbene: proprio quest'ultime vanno aumentando la capacità di trasporto. Un indicatore di come, nel medio lungo periodo, le prospettive di settore rimangano comunque positive. Ciò detto, Aeroporto di Bologna sottolinea che la terribile variabile in oggetto ha un limitato impatto sull'attività aziendale. Afronte di simile contesto lasocietà, conriferimento all'esercizio appena concluso, stima i ricavi e la redditività in miglioramento sul 2015 e in linea con le dinamiche dei primi nove mesi del 2016. e RIPRODDZIONE RISERVATA Quali le indicazioni dell'analisi tecnica su Aeroporto di Bologna? Il titolo aeroporto di Bol ogna ha aggiornato nuovi massimi nell e ultime sedute, con unaviolenta accelerazione rialzista partita a inizio anno. L'impulso è scaturito dalla rottura del precedente massimo in area 10,5 curo e, in poche settimane, i corsi sono balzati intorno ai 15 giuro. il rally è stato molto imponente ed è difficile individuare come sempre dei target: ci sono ampi spazi per correzioni senza che venga compromessa la struttura rialzista di medio e lungo termine. In particolare discese fino ad area 12 curo non intaccherebbero il sentiment positivo di fondo. (diAndrea Gennai) Alitalia, è noto, deve affrontare una nuova fase problematica. Il risparmiatore esprime il timore che questa situazione possa creare difficoltà albusiness aziendale... Aeroporto di Bologna non condivide il timore. Inprimis, viene sottolineato, la compagnia ex di bandiera ha aumentato gli investimenti sullo scalo. Il che mostra come la pista bolognese sia considerata rilevante nelle strategie del carrier. Oltre a ciò, si aggiunge, l'esposizione dell'aeroporto felsineo alla compagnia in oggetto è comunque limitata. Intorno al 5% del traffico. In conclusione, quindi, Aeroporto di Bologna non vede alcun particolare problema con riferimento ad Alitalia. Quale l'andamento della Posizione fmanziaria netta? Alla fine dei primi nove mesi del 2016 la Posizione finanziaria netta (Pfn) è risultata in rosso per 8,6 milioni.Ii dato si confronta con valore positivo di 14,6 milioni alla fine del 2o15 e quello di 12,9 milioni di un anno prima. La dinamica non preoccupala società. Questa infatti, viene sottolineato, è essenzialmente l'effetto di una riclassificazione meramente contabile in forza della quale investimenti finanziari abreve (circa 24 milioni) sono stati ricondotti fuori dalla Pfn. Ciò detto la società aggiunge che il rapporto tra il debito lordo e il patrimonio netto è inferiore all'unità. Per l'intero arco di piano la previsione è che il multiplo rimarrà sudi un valore poco superiore ad uno. Quale la dinamica dei costi operativi? Nei primi nove mesi del 2016 i costi operativi complessivi si sono attestati a 46,29 milioni. Si tratta di un valore in rialzo del13,9%. Questo aumento è inferiore a quello dei ricavi, tanto che l'Ebitda è aumentato. Ciò considerato, però, il trend fa storcere il naso al risparmiatore. Gli esperti, però, sottolineano un aspetto. I cosiddetti «construction cost», vale a dire poste meramente figurative, sono saliti del 227%. Al netto di questavoce contabile sia gli oneri del personale (+6,6%) che quelli dei servizi (+6,2%) sono saliti in maniera contenuta e meno che proporzionale rispetto al fatturato. 0 RI PRO DD ZIO NE RISERVATA Trasporti e infrastrutture Pagina 7 I numeri dell'Aeroporto di Bologna NOVE N9ESI 3I BILANCIO A CONFRONTO Ricavi Ebitda 59,757 68,990 19,110 22,692 Utile netto 10,149 5,769 Pt'? ts5's 9 s ; sss ?ú 9 ?r,95. ,<G3.s RICAVI E MOL PER BUSINESS UNII RICAVI EBITDA 604s4 Primi 9 mesi 2016 Primi 9 mesi 2016 41% ¡ 69%4 59% Primi 9 n PASSEGG ERI PERTIPOLOGIA 31 COMPAGNIA - 36% - 40% I 64% - 2015 100 t , - 31% Primi 9 me-A 2015 100 Altro Low cost -Legacy (ex bandiera)- Primi 9 mesi 2016 I I Primi 9 mesi 2015 AEROPORTO 300 3iBCìLOGF1A APIAsZAAFIARI 250 +141,09 200 150 +19,12 {3 50 #t,tza ;ser o 9/2/16 Trasporti e infrastrutture 9/5/16 9/8/16 9/11/16 9/2/17 Pagina 8 OD OD Pro ge tti el e ttri ci muovono l'Ita li a Non solo automobili: dalle batterie al design ai sistemi di s haring anche in Italia e nata una filiera di innovazione di Elena Coelll I veicoli elettrici sono ancora prodotti di nicchia nel grande mercato globale della mobilità, ma crescono rapidamente. Le previsioni sono le più svariate e spaziano dalla prudenza di Bp, che vede l'auto elettrica al 6% del mercato nel2035, al grande ottimismo di Carbon Tracker, che le attribuisce metà del mercato nel 2040. Su due punti, però, sono tutti d'accordo: la mobilità elettrica va verso un boom e il mercato trainante sarà quello cinese, dove il governo punta ad avere cinque milioni di auto elettriche su strada entro il 2020. Non a caso anche in Italia, dove si sta sviluppando una filiera completa che comprende tutti i segmenti di questo settore, dalla ricerca di base fino ai veicoli finiti, diverse aziende si rivolgono a Oriente. Un panorama a volo d'uccello, su questo nuovo paesaggio di imprese italiane impegnate in un settore nascente, verrà presentato mercoledì prossimo dalla Fondazione Symbolae dall'Enel, con un rapporto su cento e-mobility stories. Non siamo più, dunque, allo stadiodipochi pionieri sparsi. Lafilieraitaliana della mobilità elettrica spazia ormai dalle moto agli autobus, dal design ai servizi di sharing, dalle batterie ai freni, dai sistemi di controllo ai punti di ricarica e sta mettendo in moto un circolo virtuoso di idee innnovative, da cui emergono filoni di ricerca e startup. In quest'avventura sono entrate imprese, come Zagato o Tazzari, che da sempre si muovono nel mondo dell'automotive, ma anche altre, come Askoll, che vengono da esperienze diverse e Trasporti e infrastrutture vedono sfide interessanti nelle nuove esigenze di mobilità sostenibile. Per Zagato, che ha firmato tutti i modelli sportivi più eleganti dalla mitica "Maserita" degli anni Quaranta all'Aston Martin Vanquish di oggi - passare all'auto elettrica è stata una scelta naturale. Non a caso, la sua Thunder Power era in mostra al salone di Francoforte nello stand accanto aTesla e allaPorsche Mission E. Contrariamente a questi due marchi, però, l'operazione Thunder Power è planetaria: proprietà taiwanese, produzione cinese, ingegnerizzazione europea, design italiano. Oltre a Zagato, anche Dallara è coinvolta nel progetto, che dovrebbe debuttare in Cina quest'anno. All'altro estremo dello spettro, nell'area dei veicoli super-leggeri, troviamo il Birò di E s trima, il più piccolo quadriciclo in commercio e l'unico con batteria estraibile. Il veicolo elettrico più immatricolato in Italia è nato dall'intuizione diMatteo Maestri, che ha diversificato con la sua startup l'attività di famiglia, specializzata nelle cabine di sicurezza per macchine agricole. Unavia di mezzo fra scooter e auto, Birò si può guidare con il patentino e ha il vantaggio di poter estrarre labatteria per ricaricarla in casa. Anche questa innovazione viene da un'impresa italiana, Archimede Energia, che ha inventato Aenerbox, la "valigia energetica" che contiene i moduli al litio completi del sistema di gestione della batteria, utilizzata in diversi contesti. Aenerbox si usa sulle piattaforme petrolifere, nei gruppi di continuità dei data center o nei battelli Alilaguna di Venezia e Vedetta di Lugano. Per il trasporto pubblico sono già in circolazione da tempo i bus elettrici di Rampini, che nasce come azienda produttrice di veicoli speciali, dagli antincendioperaeroportiaicamion peri servizi televisivi Rai. Dall'impegno degli ultimi anni per la mobilità sostenibile è nato Alè Elettrico, autobus a zero emissioni che viaggia sulle strade di Vienna, Amburgo o Budapest, oltre che di molte città italiane. La Benevelli di Rubiera, specializzatanei sistemi di trasmissione, ha realizzato invece il gruppo motopropulsore per la navetta elettrica senza conducente utilizzata a Sion, in Svizze- ra, per il trasposto dei turisti. Nei servizi di ricarica troviamo la presa Scame, considerata lo standard di sicurezza nel settore, tanto che anche Renault e Nissan hanno scelto l'azienda bergamasca come partner nello sviluppo di dispositivi per la ricaricadomesticae pubblicadelle proprie auto elettriche. Per le bici elettriche, invece, c'è Lock&Charge, startup ideatrice di un sistema che con un solo cavo ricarica la bici e la blocca. Nei sistemi di car-sharing elettrico per ora in Italiac'è sololalivornese Share'Ngo, che ha sceltodibasare il suo sistemaaflusso libero su unquadriciclopesantebiposto, soprannominato Equomobile, prodotto dalla Xindayang del gruppo cinese Geely, proprietario, tral'altro, di Volvo. Presente a Milano, Roma e Firenze, Share'Ngoè decisaa sfidare unamiriade di concorrenti, prevalentemente basati su veicoli con motori endotermici. L'entusiasmo degli italiani per ogni novità e il forte spirito imprenditoriale nei settori nascenti sta dando una bella spinta allo sviluppo di una filiera nella mobilità pulita, ma bisogna vedere come si evolverà il settore con la crescita dei volumi. Il caso di Cecomp fa scuola. La società torinese siè aggiudicata nel 2009 una grossa commessa dal gruppo Bolloré per produrre la Bluecar, disegnata da Pininfarina e destinata al car-sharing elettrico di Parigi, il più grande del mondo con 4mila veicoli e iomila utenti al giorno, e di Lione. Da allora Cecomp ha sfornato 7mila veicoli, ma quando il progetto si è allargato ad altre città, tra cui Torino e Singapore (dal2oi8), Bolloré ha stretto un accordo con Renaultper riportare a casa, nella fabbrica di Dieppe, la produzione della Bluecar. La storia mette inevidenza una debolezza intrinseca nel sistema produttivo italiano: bravissime nella prototipazione del nuovo, le imprese nostrane zoppicano quando si tratta d'industrializzazione su larga scala. Soprattutto quando i gigantilocali dell'auto mancano all'appello della modernità. Delencomelli 1 PP.ODUZ IONE RISERVATA Pagina 9 Edarme infinito nei vagoni Un arresto al giorno Nonostante i convogli scortati, in Lombardia resta l'emergenza Erano appena le 21 - un orario in cui ancora in molti viaggiano sui treni di rientro dal lavoro quando lo scorso marzo una 22enne bergamasca diretta a Milano ha dovuto trovare la forza di trascinarsi fuori dalla carrozza per chiamare aiuto, dopo essere stata colpita in testa con un martello frangivetro da un uomo che voleva rubarle un cellulare e 15 euro. E come non ricordare la storia di Carlo Di Napoli, il capotreno sopravvissuto quasi per miracolo, dopo che un giovane appartenente alla gang latina MS13 nel giu- uno al giorno. Certamente collegati a reati minori, ma anche alle rapine e alle violenze sessuali. In generale episodi ai danni dei passeggeri e del personale, che se non possono dirsi sistematiche, sono «in aumento», stando alle considerazioni del sindacato dei ferrovieri. «Su alcune tratte, specie quelle adiacenti ad alcune stazioni particolarmente degradate, dove circola un pendolarismo legato allo spaccio, registriamo aggressioni quotidiane, sia a danno del personale che dei passeggeri», osserva Luigi Ciracì, responsabile Filt-Cgil Lombardia. E se l'attività della polizia ferroviaria è capillare - con quasi 20 mila treni scortati, 6622 pattugliamenti lungo la linea ferroviaria, 28709 servizi di vigilanza negli scali ferroviari certamente non è sufficiente. Anche l'azione della Lombar- gno 2015 gli ha reciso un brac- dia guidata dal leghista Rocio con un machete durante berto Maroni, che ha fatto delun pestaggio sei contro due al- la sicurezza un cavallo di batla stazione milanese di Villa- taglia, sembra una lotta conpizzone. Un'inusuale ferocia tro i mulini a vento. Unica, sequalifica la cronaca delle ulti- condo l'assessore alle Inframe aggressioni sui treni lom- strutture e Mobilità Alessanbardi - ora che è stato reso no- dro Sorte, ad essersi presa Iato solo l'ultimo di questi casi, rico di presidiare treni e stacon la denuncia della sedicen- zioni, la Regione Lombardia ne di Vigevano picchiata da ha stanziato oltre sei milioni di due uomini. Secondo i dati relativi alle attività della Polfer in Lombardia nel 2016 diffusi da Trenord, se i furti a bordo treno e i danneggiamenti ai danni dei convogli registrano una flessione a due cifre, gli arresti sono stati 267, quasi Trasporti e infrastrutture euro per consentire alle forze dell'ordine di spostarsi gratuitamente su tutti i mezzi del trasporto pubblico lombardo. Non basta, ha sbloccato anche tre milioni di euro per l'assunzione e la formazione di guardie giurate da fare circolare sui treni. Un progetto supervisionato dalla prefettura, che ha il compito di tenere i corsi per i nuovi vigilantes e che vede al momento in azione quaranta guardie giurate sui 2300 treni lombardi, orari serali e notturni compresi. «Certamente non è sufficiente - ha detto l'assessore - ma puntiamo a raddoppiare questa cifra entro la fine del 2017. E comunque ricordiamo che la sicurezza non è una competenza regionale, ma dello Stato, che in questo momento si sta rivelando assente». Una lotta contro i mulini a vento, si diceva. Con i ferrovieri, che, racconta Ciracì, "hanno sempre più paura". O BY NC NDALCUNI DIRIRI RISFRVAiI i ti Sono i treni scortati dalla polizia ferroviaria in Lombardia per garantire maggiore sicurezza ai cittadini c ° Ni t il numero di pattugliamenti effettuati dalla Polfer lungo la linea ferroviaria lombarda Pagina 10 In bus sulle piste da sci "E comodo e sì» risparmia" Wí-fi a bordo e niente stress : si moltiplicano i pullman della neve MAX CASSANi ndare a sciare in macchina? Ti tocca avere il portasci, guidare minimo per due-tre ore, cercare parcheggio una volta arrivato a destinazione, pagare carburante e autostrada: un salasso, oltre che uno stress. Raggiungere le piste in treno sarà pure scenografico ma è lungo e scomodo, a parte qualche lodevole eccezione. Sarà per questo che i bus della neve stanno vivendo una seconda giovinezza. Erano un classico negli anni Settanta/Ottanta: partenza all'alba e via in pullman con gli amici dello sci club. Poi l'usanza è passata di moda, assieme allo sci estivo e alla settimana bianca. Ora gli skibus sono tornati alla grande. Un ritorno al futuro, si direbbe. Sono comodi, confortevoli, hanno il wi-fi gratuito, non devi neppure fare la coda in biglietteria per lo skipass, dato che te lo consegnano a bordo. Soprattutto sono economici. La rivoluzione l'ha innescata Flixbus, l'operatore tedesco fondato nel 2011 da tre giovani bavaresi: in pochi anni è riuscito a creare la rete più estesa d'Europa con oltre 100 mila Ritorno al futuro Erano un classico negli Anni Settanta e Ottanta: oggi i bus sono tornati di moda per raggiungere le località sciistiche. Sono confortevoli, economici ed evitano la fatica del viaggio _uro Il prezzo medio del servizio bus gran turismo a,/r + skipass dalle città alle località sciistiche. In pratica si risparmia il costo (e la fatica) del viaggio Trasporti e infrastrutture collegamenti quotidiani notare online viaggi condivisi in lowcost verso mille destinazio- pullman. «Puntando a replicare ni in 20 Paesi. Il modello è simi- il successo estivo dei bus per i le a quello delle compagnie ae- concerti e dei bus del mare - diree lowcost: un algoritmo cal- ce Alessandro Zocca, co-fondacola la tariffa in base alla di- tore di GoGoBus - con gli autobus della neve vogliamo far ristanza dalla data di partenza. Grazie a un accordo con scoprire la comodità di andare Trentino Marketing, quest'in- a sciare in giornata risparmianverno sono previsti nuovi col- do sui costi del pernottamento o legamenti Flixbus a basso co- lo stress di lunghe ore di guida. sto verso la Val di Sole e la Val Senza dimenticare il rispetto Rendena, con interscambio a dell'ambiente e la possibilità di Trento. Per gli sciatori di Tori- poter condividere questa espeno, Milano, Bergamo, Venezia, rienza con altri appassionati». I bus partono alle 7/7.30 e Padova e Verona il weekend è possibile raggiungere località fanno ritorno alla chiusura degli come Pinzolo, Madonna di impianti. Per ora il servizio colCampiglio, Marilleva o il Pas- lega un pugno di località: Torino so dei Tonale (anche se non in con Cesana e Sestriere (bus orario utile per sciare in gior- Vialattea Express+skipass a nata). Via Bolzano sono colle- 47.50 euro), Torino con Valtourgate la Val di Fassa e la Val di nenche a 15 euro, Padova e VeFiemme, mentre tramite il nezia con San Martino di Caservizio Alto Adige Bus si toc- strozza (da 39 euro viaggio+skicano tutte le altre stazioni del- pass), Roma con Ovindoli e Campo Felice in Abruzzo (da 39 le Dolomiti. Per andare a sciare in gior- euro bus+skipass). Vista la ponata, l'alternativa ai pullman sitiva esperienza di questo priorganizzati dagli sci club è Go- mo anno, dal prossimo inverno GoBus. Nata un anno e mezzo si aggiungeranno altre tratte fa dall'idea di due trentenni, è lungo tutto l'arco alpino. una start-up di "social bus Il business cresce, e anche le sharing" che permette di pre- ferrovie hanno deciso di connet- fatta attendere: i viaggiatori in partenza il weekend da Roma, Firenze e Bologna possono sciare a Canazei e nelle altre località della Val di Fassa grazie al collegamento Italobus dalla stazione di Verona. Visto il successo, diverse località hanno messo in piedi il proprio servizio skibus. La Riserva Bianca ha lanciato il Pullman della Neve: da Savona e Genova a Limone Piemonte a 38 euro, viaggio+skipass. Ogni sabato e domenica Bardonecchia è collegata a Milano con uno shuttle gran turismo: 40 giuro inclusi skipass e colazione. Per 15 euro a corsa, il Winter Bus fa invece spola ogni mattina e pomeriggio tra le valli d'Ayas e Gressoney con la Valtournenche: così freerider e scialpinisti possono rientrare a casa dopo la giornata fuoripista. Twitter @ maxcassani O BiNCNDA1.íUNIDIRIifIRISfRVAiI tere il trasporto su rotaia a quello su gomma fino alla base degli impianti: treno+skibus in un'unica soluzione. Da dicembre, il fine settimana è attivo il servizio FrecciaLink di Trenitalia verso Courmayeur (dalla stazione FS di Torino), Madonna di Campiglio (da Verona) e Cortina (da Venezia). Supplemento: 19 euro. Grazie al progetto "Scopri il bianco in Lombardia", con Trenord si possono raggiungere le piste di Aprica e della Valmalenco con un servizio navetta compreso nel prezzo: con il pacchetto treno+bus+skipass si risparmia fino al 25%. La risposta di Italo non si è Pagina 11 Con Flixbus si raggiungono la Val di Sole e la Val Rendena, con interscambio a Trento. Arrivando da Nord, via Bolzano sono invece collegatela Val di Fassa e la Val di Fiemme Per andare a sciare in giornata c'è GoGoBus, start-up di «social bus sharing». Per ora le tratte sono Torino-Vialattea, Torino-Cervinia, Veneto-Dolomiti, Roma-Abruzzo Tieno+bus. Coi servizio FrecciaLink di Trenitalia si raggiungono Courmayeur, Campiglio e Cortina. Trenord connette la Valtellina, mentre Italobus la Val di Fassa Trasporti e infrastrutture Pagina 12