68 I tre maestri del Tripitaka pregano per la pioggia

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68 I tre maestri del Tripitaka pregano per la pioggia
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I tre maestri del Tripitaka pregano per la pioggia
U
n albero che è stato trapiantato non
crollerà, anche in presenza di forti
venti, se vi è un solido palo che lo sostiene. Ma anche un albero cresciuto nella sua
sede naturale può crollare se le sue radici
sono deboli. Anche una persona debole
non cadrà se coloro che la sostengono sono forti, ma una persona di notevole forza,
se si trova sola, potrebbe cadere lungo un
sentiero accidentato.
Se il Budda non fosse apparso nel mondo, ogni singola persona del sistema maggiore di mondi, a eccezione del Venerabile
Shariputra e del Venerabile Mahakashyapa,
sarebbe caduta nei tre cattivi sentieri. Invece moltissime persone hanno potuto conseguire la Buddità, grazie al forte legame
creato affidandosi al Budda. Anche persone malvagie come il re Ajatashatru o Angulimala, di cui si sarebbe pensato che non
potessero mai ottenere l’illuminazione ma
sarebbero inevitabilmente caduti nell’inferno Avichi, avendo incontrato un grand’uomo, il Budda Shakyamuni, poterono
conseguire la Buddità.
Quindi il miglior modo per conseguire
la Buddità è quello di incontrare un buon
amico. Dove può condurci la nostra saggezza? Se abbiamo abbastanza saggezza da
distinguere il caldo dal freddo, dovremmo
cercare un buon amico.
Ma incontrare un buon amico è la cosa
più difficile. Per questo il Budda l’ha paragonata alla probabilità per una tartaruga
con un occhio solo di trovare un tronco galleggiante con una cavità della misura giusta
per contenerla, o alla difficoltà di calare un
filo dal cielo di Brahma e farlo passare attraverso la cruna di un ago posto sulla terra. Inoltre, in quest’ultima epoca malvagia,
i cattivi compagni sono più numerosi dei
granelli di polvere della terra, mentre i buoni amici sono meno del terriccio che può
stare su un’unghia.
Il Bodhisattva Percettore dei Suoni del
Mondo del monte Potalaka fu un buon
amico per il ragazzo Buoni Tesori, lo istruì
sulle due dottrine degli insegnamenti specifico e perfetto, ma non sul puro e perfetto insegnamento [del Sutra del Loto].
Il Bodhisattva Sempre Dolente vendette
se stesso nella ricerca di un buon amico,
e incontrò il Bodhisattva Dharmodgata.
Ma da quest’ultimo imparò solamente le
tre dottrine dell’insegnamento di condivisione, specifico e perfetto, e non venne
istruito sul Sutra del Loto. Shariputra si
mostrò un buon amico per un fabbro e lo
istruì per un periodo di novanta giorni, ma
riuscì solo a farlo diventare un icchantika,
cioè una persona di incorreggibile miscredenza1. Purna predicò le dottrine buddiste
1. Secondo il Sutra del Nirvana, Shariputra insegnò a un fabbro la meditazione sull’impurità del
corpo e a un lavandaio a contare i respiri nella meditazione. Nessuno dei due comprese gli insegnamenti
del Budda, bensì entrambi svilupparono opinioni errate. Quando Shakyamuni insegnò al fabbro a contare i respiri e al lavandaio a meditare sull’impurità del
corpo, entrambi raggiunsero lo stato di arhat.
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[hinayana] per una intera estate a persone
che avevano la capacità di comprendere le
dottrine mahayana, trasformandole così in
seguaci hinayana.
Così anche a grandi santi [come Percettore dei Suoni del Mondo e Dharmodgata]
non fu concesso di predicare il Sutra del
Loto e anche arhat che avevano ottenuto
il frutto dell’emancipazione [come Shariputra e Purna] non seppero riconoscere la
capacità delle persone. Da questi esempi
puoi immaginare quanto siano inadeguati
gli studiosi di quest’ultima epoca malvagia!
È molto meglio essere una persona malvagia che non impara niente [di Buddismo]
piuttosto che riporre la propria fede in tali
uomini che dichiarano che il cielo è la terra,
che l’est è ovest, che il fuoco è acqua o che
asseriscono che le stelle sono più luminose
della luna e che un formicaio è più alto del
monte Sumeru.
Per valutare le dottrine buddiste, io,
Nichiren, credo che i metodi migliori siano la ragione e la prova documentaria. Ma
ancora migliore di queste è la prova concreta.
In passato, circa nel quinto anno dell’era Bun’ei (1268), quando i barbari di Ezo
si ribellavano a est e gli inviati dei mongoli
giungevano dall’ovest con le loro pretese,
io ipotizzai che questi eventi stessero accadendo perché il popolo non aveva riposto
fede nelle dottrine buddiste corrette. Ritenni che sarebbero state sicuramente eseguite
preghiere rituali e che a eseguirle sarebbero
stati i preti della scuola della Vera parola.
Dei tre paesi, India, Cina e Giappone, lascerò da parte per il momento l’India, ma
sono certo che Giappone e Cina saranno
rovinati dalla scuola della Vera parola.
Il Maestro del Tripitaka Shan-wu-wei
giunse in Cina [dall’India] durante il regno
dell’imperatore Hsüan-tsung della dinastia
T’ang. A quel tempo c’era una grande siccità e fu ordinato a Shan-wu-wei di pregare
per la pioggia. Egli riuscì a far piovere copiosamente con grande gioia di tutti, dall’imperatore fino all’ultimo dei sudditi. Ma
subito dopo cominciò a soffiare un forte
vento che seminò la distruzione in tutto il
paese e il loro entusiasmo svanì.
Durante lo stesso regno giunse [in
Cina dall’India] il Maestro del Tripitaka
Chin-kang-chih. Anch’egli pregò per la
pioggia e, nel giro di sette giorni, cadde
un’abbondante pioggia che rese tutti felici,
come nel caso precedente. Ma quando poco dopo si sollevò un grande vento di una
violenza inaudita, si comprese che la scuola
della Vera parola era malvagia e temibile e
Chin-kang-chih rischiò di essere rispedito
in India. Egli però, adducendo varie scuse,
riuscì a rimanere.
Sempre durante lo stesso regno, il Maestro del Tripitaka Pu-k’ung pregò per la
pioggia e dopo tre giorni questa cadde in
abbondanza causando la stessa gioia delle
volte precedenti. Ma ancora una volta si alzò un forte vento, ancora più violento che
nelle altre due occasioni, che infuriò per
diverse settimane prima di calmarsi.
Come furono strani questi eventi! Non
c’è una sola persona in Giappone, saggia o
ignorante, che ne sia a conoscenza. Se qualcuno desidera averne notizie, farebbe meglio a interrogare me per imparare mentre
sono ancora in vita.
Per tornare al Giappone, nel secondo
mese del primo anno dell’era Tencho (824)
ci fu una grande siccità e fu chiesto al Gran
Maestro Kobo di pregare per la pioggia
nel giardino di Shinsen’en2. Ma un prete
chiamato Shubin si fece avanti, protestando che era membro del clero da più tempo
e il suo rango era più elevato di quello di
Kobo, e chiese che gli fosse permesso di
condurre il rituale. A Shubin fu accordato
il permesso ed egli eseguì le preghiere. Nel
settimo giorno cadde una forte pioggia, ma
solo sulla capitale e non sulla campagna.
2. Giardino Shinsen’en: situato nella zona
circostante il palazzo imperiale di Kyoto, fu fatto
costruire dall’imperatore Kammu. Vi si trovava un
grande stagno dove venivano condotte le preghie-
re per la pioggia. Secondo Biografie degli eminenti monaci dell’era Genko, nello stagno viveva un
drago e quando faceva la sua comparsa sarebbe
piovuto.
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Fu allora ordinato a Kobo di pregare,
ma trascorsero sette giorni senza alcuna
pioggia, quindi altri sette e ancora altri
sette. Alla fine l’imperatore stesso pregò
e la pioggia cadde. Ma i preti del tempio
di Kobo, il To-ji, ne parlarono come della
“pioggia del nostro maestro”. Se si desidera conoscere i particolari, basta semplicemente consultare le cronache.
Questa fu una delle più grandi frodi
perpetrate in tutto il paese. Oltre a questa
ci furono le frodi straordinarie riguardanti
l’epidemia scoppiata nella primavera del
nono anno dell’era Konin (818)3 e il vajra
a tre punte4. Ma di queste cose sarà meglio
parlare di persona.
In Cina, durante la dinastia Ch’en, ci
fu una grande siccità, ma il Gran Maestro
T’ien-t’ai recitò il Sutra del Loto e, in men
che non si dica, la pioggia cominciò a cadere. Il sovrano e i suoi ministri chinarono
la testa e la gente comune giunse le mani.
Inoltre fu solo una pioggia gentile, né torrenziale né accompagnata da vento. Il sovrano Ch’en rimase seduto davanti al Gran
Maestro dimenticandosi completamente di
fare ritorno a palazzo. In quell’occasione
egli si inchinò tre volte [in segno di riconoscenza verso il Gran Maestro].
In Giappone, nella primavera del nono
anno dell’era Konin, si verificò una grande
siccità. L’imperatore Saga ordinò a Fuyutsugu5 di mandare il suo sottoposto Matsuna6,
[dal Gran Maestro Dengyo per chiedergli
di pregare per la pioggia]. Il Gran Maestro
Dengyo pregò per la pioggia, recitando il
Sutra del Loto, il Sutra della Luce dorata e
il Sutra dei Re benevolenti e il terzo giorno
apparvero nuvole rade e cominciò a cadere
una pioggerella gentile. L’imperatore ne fu
così entusiasta che diede il permesso di istituire un palco di ordinazione mahayana7,
che in Giappone era la cosa più difficile.
Gomyo, maestro del Gran Maestro
Dengyo8, era un santo, il prete più importante di Nara, la capitale meridionale. Si
riunì con quaranta suoi discepoli a pregare
per la pioggia e recitarono il Sutra dei Re
benevolenti: cinque giorni più tardi la pioggia iniziò a cadere. Che piovesse il quinto
giorno fu splendido, ma sempre meno di
quando piovve il terzo giorno [come nel
caso del Gran Maestro Dengyo]. Per di
più, la pioggia fu molto violenta e quindi
l’impresa di Gomyo fu inferiore. Da questi
esempi potete giudicare i tentativi di Kobo
di produrre la pioggia.
Quindi il Sutra del Loto è superiore,
3. Si riferisce all’affermazione di Kobo, nella
Chiave segreta del Sutra del Cuore, citata dal Daishonin più avanti, secondo la quale, mentre stava
pregando per la fine di un’epidemia, il sole sorse
durante la notte. Il Daishonin ne parla diffusamente nel Gosho Ripagare i debiti di gratitudine
(p. 644).
4. Vajra (sans.: diamante, folgore) a tre punte:
oggetto usato nel Buddismo esoterico della Vera
parola, per simboleggiare la determinazione adamantina di ottenere l’illuminazione, in grado di
distruggere ogni illusione. La Biografia del Gran
Maestro Kobo afferma: «Il giorno in cui salpò dalla Cina […] si volse in direzione del Giappone e
gettò in aria il vajra. Questo volò lontano e scomparve tra le nuvole […]. Egli giunse ai piedi del
monte Koya e decise di fondarvi il suo luogo di
meditazione; […] più tardi si scoprì che il vajra
a tre punte che aveva lanciato al di là del mare si
trovava lì sulla montagna».
5. Fuyutsugu: Fujiwara no Fuyutsugu (775826), funzionario di corte del primo periodo
Heian (794-1185) che in seguito divenne ministro
della sinistra.
6. Matsuna: Wake no Matsuna (783-846), figlio di Wake no Kiyomaro. Come nobile di corte
patrocinò insieme al fratello un sermone del Gran
Maestro Dengyo al tempio Takao di Kyoto, al quale parteciparono quattordici rappresentanti delle
sei scuole di Nara.
7. Fino a quel momento i preti in Giappone erano stati ordinati esclusivamente secondo i
precetti hinayana. Dengyo aveva ripetutamente
chiesto il permesso imperiale per fondare un
centro di ordinazione mahayana sul monte Hiei,
incontrando la feroce opposizione delle scuole
di Nara. I suoi reiterati sforzi in questa direzione, uniti al suo successo nelle preghiere per la
pioggia e alle richieste di Fujiwara no Fuyutsugu
e di altri, indussero infine l’imperatore Saga ad
acconsentire.
8. La fonte secondo la quale Gomyo (750834), prete della scuola delle Caratteristiche dei
dharma, era il maestro di Dengyo è sconosciuta.
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mentre la scuola della Vera parola è inferiore. Ciò nonostante, quasi a causare deliberatamente la rovina del Giappone, si fa affidamento esclusivamente sulla Vera parola.
Considerando quello che accadde nel
caso dell’ex imperatore di Oki9, presumevo che se fossero state usate le pratiche
della Vera parola per sottomettere i mongoli e i barbari di Ezo, il Giappone sarebbe sicuramente stato sconfitto. Per questo
decisi di non curarmi della mia sicurezza
personale e di fare un ammonimento pubblico. Quando lo feci, i miei discepoli cercarono di trattenermi, ma, a giudicare da
come sono andate le cose, probabilmente
adesso sono felici di ciò che ho fatto. Io
sono riuscito a comprendere ciò che nessun sapiente in Cina o Giappone aveva
capito in più di cinquecento anni!
Quando Shan-wu-wei, Chin-kangchih e Pu-k’ung pregarono per la pioggia,
la pioggia cadde, ma fu accompagnata da
venti violenti. Dovresti considerarne il
motivo. Ci sono casi di persone che hanno
fatto piovere anche usando insegnamenti non buddisti, addirittura quelli taoisti,
che non vale nemmeno la pena di discutere. È naturale dunque che, applicando
correttamente gli insegnamenti buddisti,
anche solo hinayana, la pioggia non manchi di cadere e, a maggior ragione, se si
usa un testo come il Sutra di Mahavairochana che, sebbene sia inferiore ai sutra
della Ghirlanda di fiori e della Saggezza,
è comunque leggermente superiore ai sutra Agama [dello Hinayana]. Il fatto che
la pioggia cadde ma fu accompagnata da
venti violenti sta a indicare che le dottrine
applicate erano contaminate da gravi errori. E il fatto che il Gran Maestro Kobo non
fu capace di far piovere, sebbene avesse
pregato per ventuno giorni, e che si attribuì il merito della pioggia provocata dall’imperatore, indica quanto il suo errore
fosse ancora più grave di quelli di Shan-
wu-wei e degli altri.
Ma la falsità più grande di tutte è
quella che lo stesso Gran Maestro Kobo
riferì scrivendo: «Nella primavera del
nono anno dell’era Konin (818), quando
stavo pregando per la fine dell’epidemia,
il sole spuntò nel cuore della notte»10.
Tali erano le bugie di cui era capace quest’uomo! Questo è uno dei più importanti segreti che affido ai miei seguaci; essi
dovrebbero citare questo passo per mettere con le spalle al muro i propri avversari. Lasciamo da parte per il momento le
questioni dottrinali; voglio semplicemente sottolineare che i fatti che ho descritto
sono della massima importanza. Non se
ne dovrebbe discutere con leggerezza o
comunicarli ad altri. Ma poiché ti sei dimostrato sincero, li sto sottoponendo alla
tua attenzione.
E che ne è dei miei ammonimenti? La
gente li guarda con sospetto e si rifiuta di
tenerne conto, perciò si verificano disastri
come quelli a cui stiamo assistendo. Se i
mongoli dovessero sferrare un potente
attacco, sono certo che [gli insegnamenti
del Sutra del Loto] si diffonderanno anche in quest’epoca. Allora coloro che mi
hanno trattato duramente avranno ragione di pentirsi.
Gli insegnamenti non buddisti [dell’India] risalgono a circa ottocento anni prima
dell’epoca del Budda. All’inizio erano centrati sulle due divinità11 e sui tre asceti, ma
alla fine si frazionarono in novantacinque
scuole. Tra i capi non buddisti vi erano
molti uomini sapienti e persone dotate di
poteri soprannaturali, ma nessuno di loro
fu in grado di liberarsi dalle sofferenze di
nascita e morte. Inoltre le persone convertite ai loro insegnamenti, che li seguissero
fedelmente o meno, finirono tutte per cadere nei tre cattivi sentieri.
Quando il Budda apparve nel mondo, questi novantacinque gruppi di non
9. Ex imperatore di Oki: ottantaduesimo imperatore, Gotoba. Nel 1221, dopo aver abdicato, tentò
di rovesciare lo shogunato di Kamakura e un gran
numero di preti eseguì i rituali esoterici della Vera
parola per la vittoria delle forze imperiali. Ma il capo dello shogunato uscì vittorioso dallo scontro.
10.La chiave segreta del Sutra del Cuore.
11.Due divinità: Shiva e Vishnu.
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buddisti cospirarono con i sovrani, i ministri e il popolo dei sedici maggiori stati
dell’India; alcuni calunniarono il Budda,
altri lo attaccarono o uccisero un gran
numero di suoi discepoli e sostenitori laici. Ma la determinazione del Budda non
si affievolì; egli disse che se avesse cessato di predicare la Legge a causa delle
intimidazioni altrui, tutti gli esseri viventi
sarebbero caduti nell’inferno. Era mosso
da una profonda compassione e non aveva alcuna intenzione di desistere.
Questi insegnamenti non buddisti
erano scaturiti da una lettura errata dei
vari sutra predicati dai Budda precedenti
a Shakyamuni.
La situazione odierna è molto simile.
Sebbene in Giappone si insegnino molte
dottrine buddiste, tutte derivano in origine dalle otto scuole, dalle nove scuole
o dalle dieci scuole12. Tra le dieci scuole
lascerò da parte per il momento la scuola della Ghirlanda di fiori e altre. Poiché
Kobo, Jikaku e Chisho presero un abbaglio circa i meriti relativi delle scuole
della Vera parola e Tendai, il popolo del
Giappone è stato attaccato da un paese
straniero in questa esistenza e nella prossima cadrà nei cattivi sentieri. Anche
la rovina della Cina e il destino del suo
popolo di cadere nei cattivi sentieri derivano dagli errori di Shan-wu-wei, Chinkang-chih e Pu-k’ung.
Inoltre, dal tempo di Jikaku e Chisho, i preti della scuola Tendai sono stati
condizionati dalla falsa saggezza di questi
uomini, per cui la scuola è ora diversa da
quella originaria.
«Ma è proprio vero?» potrebbero
chiedersi alcuni dei miei discepoli. «Nichiren ha davvero una comprensione superiore a quella di Jikaku e Chisho?». Ma
io sto solo basandomi su ciò che il Budda
predisse nei sutra.
Il Sutra del Nirvana dichiara che nell’Ultimo giorno della Legge coloro che
offendono l’insegnamento del Budda
e cadono così nell’inferno di incessante sofferenza saranno più numerosi dei
granelli di polvere della terra, mentre
coloro che sostengono il corretto insegnamento saranno meno del terriccio
che può stare su un’unghia. E il Sutra
del Loto afferma che, anche se potesse
esistere qualcuno in grado di sollevare il
monte Sumeru e scagliarlo lontano, sarà
estremamente difficile, nell’Ultimo giorno della Legge del Budda Shakyamuni,
trovare una persona in grado di predicare il Sutra del Loto esattamente come
esso insegna.
Nei sutra della Grande raccolta, della Luce dorata, dei Re benevolenti, della
Protezione, del Parinirvana e dei Sovrani
è scritto che se dopo l’inizio dell’Ultimo giorno della Legge dovesse apparire
qualcuno che pratica il corretto insegnamento, coloro che sostengono i falsi
insegnamenti si appelleranno al sovrano
e ai suoi ministri che, credendo alle loro
parole, ingiurieranno quell’unica persona che sostiene il corretto insegnamento
o l’attaccheranno, mandandola in esilio
o addirittura condannandola a morte. In
quel tempo il re Brahma, Shakra e tutti
gli altri innumerevoli dèi come pure le divinità del cielo e della terra prenderanno
possesso dei governanti saggi dei paesi
vicini, inducendoli ad annientare il paese
in cui accadono tali fatti. La situazione
attuale non assomiglia forse a quella descritta in questi sutra?
Mi chiedo quali buone cause poste
nelle vite passate abbiano permesso a
tutti voi di far visita a me, Nichiren! Ma
qualsiasi cosa possiate scoprire esaminando il vostro passato, sono sicuro che questa volta potrete liberarvi dalle sofferenze
di nascita e morte. Chudapanthaka non
riuscì a memorizzare un insegnamento di
quattordici caratteri nemmeno in tre anni,
e tuttavia conseguì la Buddità. Devadatta
12.Otto scuole: Tesoro dell’Abhidharma, Affermazione della verità, Precetti, Caratteristiche
dei dharma, Tre trattati, Ghirlanda di fiori, Tendai
e Vera parola. Le nove scuole sono queste otto più
la scuola Zen. Le dieci scuole sono queste nove
più la scuola della Pura terra.
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che invece aveva imparato a memoria
sessantamila scritture, cadde nell’inferno
di incessante sofferenza. Questi esempi
rappresentano esattamente la situazione
del mondo in quest’ultima epoca. Non
pensiate che essi riguardino soltanto gli
altri e non voi.
Ci sono molte altre cose che vorrei dire, ma mi fermerò qui. Non sapevo come
ringraziarti per tutto ciò che hai fatto in
questi momenti difficili, così ho voluto
illustrarti alcuni punti importanti della
nostra dottrina.
Grazie per i fagioli dall’occhio e i fagioli di soia verde.
Nichiren
CENNI STORICI – Il Daishonin scrisse
questa lettera da Minobu, nel primo anno
di Kenji (1275), al prete laico Nishiyama
che viveva nel villaggio di Nishiyama, nel
distretto Fuji della provincia di Suruga.
Sembra che fosse l’amministratore del villaggio, nonché un sincero credente che fece
più volte visita al Daishonin a Minobu, recando viveri e varie offerte.
In apertura, Nichiren Daishonin spiega
l’importanza dei “buoni amici” che aiutano
o incoraggiano la nostra pratica buddista.
Mentre i buoni amici sono rari, i “cattivi
compagni” che ostacolano la nostra ricerca
dell’illuminazione sono troppi per essere
contati, afferma il Daishonin, e prosegue
commentando le distorsioni della scuola della Vera parola, alla quale Nishiyama
aveva in precedenza aderito. Inoltre, se la
prova documentaria e quella dottrinale sono importanti per valutare l’efficacia di un
insegnamento, molto più importante è la
“prova concreta”, ovvero il potere di una
religione di influire positivamente sulla vita
delle persone.
I tre maestri del Tripitaka citati dal titolo sono Shan-wu-wei, Chin-kang-chih e
Pu-k’ung, tre monaci indiani che nell’ottavo secolo introdussero in Cina gli insegnamenti esoterici che più tardi si diffusero in
Giappone con il nome di scuola della Vera
parola.
Il Daishonin riporta qui vari episodi
nei quali questi tre uomini pregarono per
la pioggia su richiesta del sovrano e tutte
le volte si verificarono tempeste distruttive.
Cita poi invece casi in cui preghiere basate
sul Sutra del Loto, come quelle offerte da
T’ien-t’ai in Cina e Dengyo in Giappone,
fecero cadere piogge miti e benefiche. In
paesi come la Cina e il Giappone, dove
l’agricoltura era vitale per l’economia, una
siccità prolungata significava carestia: per
questo motivo le preghiere per la pioggia
costituivano una parte importante della vita religiosa, e la capacità di far piovere con
la preghiera era considerata una prova della
virtù del prete e della validità della dottrina
che abbracciava.
Dopo aver citato esempi nei quali, sia in
Cina sia in Giappone, i rituali delle Vera parola avevano provocato disastri, il Daishonin
critica ulteriormente gli errori e gli inganni
da parte di Kobo, il fondatore della scuola
giapponese della Vera parola, e ammonisce
di non fare affidamento sulle preghiere di
tale scuola per la sicurezza del paese. A quel
tempo il Giappone viveva sotto la minaccia
di un imminente attacco da parte dell’esercito mongolo. Infatti, dopo un primo tentativo di invasione che si era fermato a causa
del maltempo, l’imperatore mongolo aveva
inviato nuovamente i suoi messi per intimare la sottomissione del Giappone. L’intero
paese era paralizzato dall’angoscia e il popolo si preparava a difendersi con scarsissime
probabilità di riuscita.
Il Daishonin, nel suo trattato Adottare l’insegnamento corretto per la pace nel
paese, aveva predetto da tempo l’invasione straniera e ora, supportato da citazioni
tratte dai sutra, ribadisce che il Giappone
si trovava in quelle condizioni a causa delle continue offese verso il Sutra del Loto
e dell’attaccamento a forme errate di Buddismo.
Il ventiduesimo giorno del sesto mese
Risposta a Nishiyama
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