Newsletter n.2

Transcript

Newsletter n.2
il futuro
ha posti
liberi
la
newsletter
del Club dei 15
ha posti liberi
n.2 anno 2015
S ile
U
C ss
F Oa e Te
d
o
M
La moda secondo Renzo
Rosso: studio, sacrifici e
personalità.
Renzo Rosso viene comunemente descritto come un imprenditore
che ha costruito un impero nell’ambito della moda partendo da zero.
Definizione sicuramente corretta, ma che non è sufficiente per descrivere la figura di un uomo visionario, figlio di contadini, che dalla
provincia veneta a 15 ha creato il suo primo paio di jeans, arrivando poi
a fondare non solo un’azienda unica al mondo
per ciò che rappresenta il proprio brand,
ovvero Diesel, ma anche un vero e proprio
polo della moda (oltre a
Diesel, del suo Gruppo
fanno parte Maison
Martin Margiela, Marni,
Viktor&Rolf, Staff International) e uno stile
di vita e di pensiero.
Quasi una filosofia che
si basa sul motto “Only
the Brave”, che non a
caso è il nome del suo
gruppo OTB.
Che percorso di formazione consiglierebbe a un ragazzo/ragazza
che vuole lavorare nel mondo della moda?
Dipende da quali sono le sue ambizioni. Se vuole diventare un creativo direi che la scuola per eccellenza è ancora ancora la Central
St. Martin di Londra. E’ la più professionale che io abbia mai conosciuto, una realtà completa, con laboratori interni, in contatto
con le aziende e molto internazionale e innovativa in tutti i campi.
Se invece si vuole diventare manager della moda è fondamentale una
formazione economico-finanziaria di base che è fondamentale, ma da
sola non basta. Per lavorare nella moda bisogna comunque sviluppare
anche la propria sensibilità creativa. Servirebbero più scuole come il FIT
(Fashion Institute of Technology) di New York dove vengono insegnati
ed esercitati i due pilastri di questo lavoro: la creatività appunto, il business e come essi interagiscono costantemente in un’azienda di moda.
Infine, se vuole diventare un tecnico della moda (e le aziende ne
hanno un enorme bisogno) posso suggerire una scuola per tutte,
quella che ho fatto io: l’istituto Natta di Padova che mi ha insegnato
tutto quello che dovevo sapere per entrare in un’azienda di moda
come responsabile di produzione e non solo.
Lei si è costruito una carriera da zero nel settore, oggi sarebbe
ancora possibile? E a quali condizioni?
Certo che è ancora possibile! Ci vuole voglia di fare, bisogna credere in sé e nella propria visione e mettere in conto molti sacrifici.
L’unico vero limite delle generazioni di oggi è che spesso hanno la
sensazione che sia tutto facile e che le cose accadono per caso o
per fortuna. Non è così. Anzi come io dico sempre, più fatica si fa
ad arrivare da qualche parte, più si apprezzano i successi.
Che caratteristiche devono avere coloro che aspirano a lavorare
in Diesel?
Devono saper lavorare in team, credere nel brand e viverlo dentro e
fuori dall’azienda, essere i primi consumatori di quello che facciamo per
capirne pregi e difetti, essere curiosi, guardarsi costantemente intorno
e pensare a come possono usare tutti gli stimoli del mondo esterno
per innovare e trovare nuovi mezzi per esprimere il Diesel lifestyle!
E’ interessante sapere anche chi non assumerebbe mai. Si racconta
che al termine di un colloquio di lavoro ad un ragazzo con un curriculum da manuale, lei abbia chiesto: “Se io ti assumo e ti dico
che ti devi mettere l’orecchino, tu lo metti?” Lui ha risposto di sì e
in Diesel non ha mai più messo piede. Ricorda ai ragazzi il perché?
Perché non apprezzo gli adulatori e gli yes-man senza personalità.
Rispetto invece le persone che difendono le cose in cui credono pur
sapendo lavorare in gruppo.
Crescere negli anni della
crisi: +23,6% dal 2009 al 2013
L’Area Studi Mediobanca ha stilato
un rapporto sulle performance
delle imprese italiane del settore
moda posizionando il Gruppo
OTB tra i 10 maggiori gruppi con
sede nel Bel Paese.
Nel 2013 il gruppo guidato da
Renzo Rosso ha fatturato 1.552
milioni di euro, solo Prada
e Armani hanno saputo fare
meglio, crescendo addirittura del
23,6% rispetto al 2009, ovvero
durante gli anni peggiori della
crisi.
Una spiegazione di questo
successo sta nell’importanza che
ricopre per OTB il mercato estero,
il quale, nel 2013, è valso l’88,3%
delle vendite. Non è un caso
che Rosso, accanito twittatore,
comunichi attraverso i social
network quasi esclusivamente
utilizzando la lingua inglese.
“Sistema Moda”, a Como si insegna a
realizzare capi, calzature e accessori
Creazione, progettazione e marketing nell’ambito della moda, ovvero
abbigliamento, calzatura e accessori. Questo è ciò che si impara
all’IIS Ripamonti di Como nel corso di istruzione tecnica denominato
“Sistema Moda”. Si tratta di un vero e proprio percorso di studi integrato che comprende l’acquisizione di competenze trasversali di
filiera per cui, a diploma raggiunto, sarà possibile assumere impieghi
sia nell’ideazione, nella progettazione e nella produzione di tessuti,
confezioni, calzature e accessori; sia nel controllo qualità fino all’ambito ricoperto dal marketing e dal processo di innovazione creativa
delle aziende di moda.
A seconda delle proprie attitudini, poi, sarà possibile scegliere una
delle due articolazioni del corso di studi, ovvero: “Tessile, abbigliamento e moda” o “Calzature e moda” che, in entrambi i casi, vedono
metà del monte ore del terzo e quarto anno dedicate ad attività di
laboratorio (al quinto anno le ore diventano un terzo del totale).
Oltre alle tradizionali materie trasversali (letteratura, lingua, matematica, diritto, economia e scienze), frequentando il “Sistema
Moda” si affronteranno insegnamenti specifici quali: tecniche di
rappresentazione grafica e autocad (modaris - sviluppo cartamodelli);
chimica applicata e nobilitazione dei materiali per i prodotti moda;
economia e marketing delle aziende moda; tecnologie dei materiali
e dei processi produttivi del settore moda; ideazione, progettazione
e industrializzazione dei prodotti moda per una completa conoscenza
di tutti gli aspetti di uno dei settori gioiello del Made in Italy.
Info: www.ripamonticomo.it/wp/corsi-e-indirizzi/istruzione-tecnica
Il Club dei 15
Nel 2003 le associazioni territoriali di Confindustria delle 15 province a
più alto tasso di industrializzazione hanno ritenuto opportuno mettere in
comune problemi ed esperienze che contraddistinguono le aree a forte
vocazione manifatturiera. Nacque così il Club dei 15 a cui, negli anni, si
sono aggiunti altri due componenti. Ne fanno parte le associazioni territoriali di Confindustria delle provincie di: Ancona, Belluno, Bergamo, Biella,
Brescia, Como, Lecco, Mantova, Modena, Monza e Brianza, Novara,
Pordenone, Prato, Reggio Emilia, Treviso, Varese e Vicenza.
All’interno del Club dei 15 è stato costituito un gruppo di lavoro focalizzato
sui temi dell’Education e che è il promotore di questa pubblicazione.
“Il futuro ha posti liberi”, anno III, n°10, marzo 2015. Testata giornalistica registrata presso il
Tribunale di Vicenza, n° 1281 del 14/03/2013. Edita da Confindustria Vicenza, Piazza Castello
3, 36100 Vicenza. Stampata da Tipografia UTVI Tipolito srl, via Zamenhof 687, 36100 Vicenza.
Direttore responsabile: Cinzia Zuccon.
Ora cambio: dal liceo all’istituto tecnico.
La scelta vincente di Silvia
Al liceo scientifico la sua media
sfiorava il 9 e quando ha deciso di
cambiare scuola aveva tutti contro
in famiglia, tranne papà. Alla fine,
però, ha vinto e convinto tutti.
Silvia Perino,
ultimo anno
all’IIS Quintino
Sella di Biella
non ha dubbi
su quello che
vuole fare nella
vita: la disegnatrice tessile.
Detto proprio
così, al femminile perché
- dice - in questo mondo le donne
devono cominciare a farsi strada.
“I disegnatori di tessuti sono quasi
tutti uomini - spiega Silvia - ma la
creatività è donna e trovo conferma nella mia
classe dell’indirizzo tessile –
moda.
I ragazzi sono
solo quattro, ma
se loro si distinguono in tecnologia e chimica,
le ragazze sono
indubbiamente
più brave a dise-
gnare. Ho sempre amato la moda e
per essere ammessa al terzo anno
all’istituto tecnico ho passato l’estate a studiare chimica, economia
e diritto.
Dopo la maturità il mio obiettivo
è ottenere l’ammissione al College
of Art di Londra per poi tornare
in Italia e disegnare tessuti nell’azienda di famiglia, il Lanificio di
Sordevolo.
Tuttavia non mi sento una privilegiata perchè secondo uno studio
che ci è stato recentemente sottoposto, solo a Biella nel prossimi 5
anni serviranno almeno 1200 disegnatori e tecnici nel settore moda”.
Istruzione tecnica: non solo roba da maschi
A Prato più di 50 nuove iscritte grazie al “Progetto Rosa”
Quando nel 2010 nell’ambito del
Club dei 15 nacque l’idea di “Progetto Rosa”, Prato vi aderì con
entusiasmo: piacque l’idea di un
maggior numero di ragazze nelle
scuole tecniche.
Sia gli istituti tecnici del distretto
tessile toscano sia l’Unione Industriale Pratese, che se ne fece
promotrice, videro nel progetto
un’occasione per ampliare la platea dei talenti da coinvolgere nell’istruzione tecnica e quindi, successivamente, nell’attività all’interno
delle imprese.
Una campagna sui mezzi di comunicazione, informativa nelle scuole,
presenza su Facebook e cartelloni-
stica negli spazi urbani, oltre naturalmente a incontri diretti, furono
gli strumenti utilizzati nella prima
edizione del progetto. L’efficace
grafica, elaborata nell’ambito del
Club dei 15, contribuì di certo al
successo dell’iniziativa.
I risultati infatti non mancarono:
all’ITIS Buzzi, scuola che rappresentava il principale terreno di prova
del progetto, le ragazze iscritte
raddoppiarono rispetto all’anno
precedente e raggiunsero il 16,2%
del totale. Un buon risultato se si
considera che le ragazze iscritte
agli istituti tecnici sia a Prato sia
in generale nel Club dei 15 superano di poco un terzo del totale,
con gli istituti tecnici commerciali
che contribuiscono fortemente ad
elevare la media.
Dopo quel primo esperimento
“Progetto Rosa” è andato avanti,
riproposto ogni anno con modalità diverse soprattutto laddove
ce n’è più bisogno, cioè proprio
all’ITIS Buzzi. Il dato delle iscrizioni 2014/2015 porta notizie positive sia in percentuale (16,8%)
sia soprattutto come dato assoluto (84 iscritte contro le 32 del
2010/2011).
L’invito a non credere a chi dice
che l’istruzione tecnica è “roba
da maschi”, insomma, viene accolto.
TECNICI CERCANSI
“Il settore tessile è stato tra quelli che
più hanno sofferto nel passato recente e
questo ha avuto un effetto negativo anche
sulle iscrizioni agli istituti specializzati
nella formazione. Fortunatamente il
settore è in ripresa e le iscrizioni stanno
aumentando, ma non siamo in grado di
soddisfare tutte le richieste di diplomati
da parte delle aziende che si rivolgono al
nostro istituto”. Lo spiega Paola Scanzio
coordinatrice dell’indirizzo sistema modaarticolazione tessile dell’IIS Quintino Sella
di Biella, tra le province di riferimento
nell’eccellenza tessile.
“Oltre alla ripresa - aggiunge - va
considerato che tra pochi anni si assisterà
ad un cambio generazionale nelle
industrie del settore e per i periti tessili si
apriranno ulteriori spazi di occupazione”.
Al Sella si impara tutto quello che c’è da
sapere sui tessuti, dal filo per produrli
alle tecniche di stampa, al finissaggio fino
al disegno del figurino più adatto per
valorizzare ogni stoffa; si studia anche
come valutare correttamente i costi di
produzione oltre ad elementi di marketing.
E poi si sperimenta. In laboratorio, ma
anche in alternanza scuola-lavoro. “Ormai
da un decennio - prosegue - è in corso
una collaborazione con il Lanificio Fratelli
Cerruti grazie al quale i ragazzi del quinto
anno per due settimane si dedicano solo
alla progettazione di nuovi tessuti con
sistema cad/cam. I tessuti non rimangono
semplici disegni su un file ma vengono
prodotti nei laboratori della scuola su
un telaio jacquard messo a disposizione
dall’azienda. Al termine del percorso,
manager e tecnici del lanificio spiegano
ai ragazzi punti di forza e di debolezza del
loro lavoro e, in alcuni casi, alcune stoffe
vengono messe in produzione. Superfluo
aggiungere che i più bravi trovano subito
lavoro”.