28 luglio
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28 luglio
ore 21.00, Sermoneta Castello Caetani “Sfida alla tastiera” TEO TRONICO pianista-robot ROBERTO PROSSEDA pianoforte Wolfgang Amadeus Mozart (1756 - 1791): Marcia Turca dalla Sonata K 331 in La maggiore Frydery Chopin (1810 - 1849): Notturno op. 9 n. 2 in Mi bemolle maggiore Franz Liszt (1811 - 1886): Studio Trascendentale n. 5 “Fuochi Fatui” Conlon Nancarrov (1912 - 1997): 2 Studi per player piano György Ligeti (1923 - 2006): 2 Studi per pianoforte Aldo Clementi (1925 - 2011): B.A.C.H. Sin dalla sua nascita, il pianoforte è stato anche un “campo di ba0aglia” per virtuosi della tas/era. Grazie alla sua polifonia e agli effe1 dinamici e /mbrici che via via si sono affina/ con lo svilupparsi della tecnica e della costruzione, il pianoforte ha s/molato i virtuosi a me0ersi in gioco e a superarsi a0raverso il confronto in pubblico. La storia della musica è costellata di celebri sfide alla tas/era, come quelle tra Mozart e Muzio Clemen/, tra Daniel Steibelt e Beethoven, tra Sigmund Thalberg e Liszt. La tradizione si è perpetuata anche in ambito jazz: bas/ pensare a Jelly Roll Morton, che nel film “Il pianista sull’oceano” duella con il protagonista. In senso lato, anche la odierna proliferazione dei concorsi pianis/ci deriva dall’umana propensione al confronto, come occasione di crescita ar/s/ca e scambio reciproco, senza peraltro trascurare il fascino spe0acolare, quasi spor/vo, che il competere in pubblico suscita negli spe0atori, s/molandone la curiosità e lo spirito cri/co. Mentre nell’O0ocento il pianoforte era ogge0o di con/nue sperimentazioni e innovazioni, nel Novecento la sua evoluzione ha subito un brusco arresto, tanto che il moderno Steinway gran coda non è troppo diverso dai modelli analoghi costrui/ un secolo fa. Eppure l’a0uale tecnologia, che solo negli ul/mi dieci anni ha rivoluzionato il nostro modo di vivere e di fruire dei contenu/ ar/s/ci e musicali (ipod, youtube, facebook, realtà aumentata) può facilmente applicarsi anche al vecchio pianoforte acus/co. Ne è un esempio Teo Tronico, il robot che suona il pianoforte con un notevole controllo dinamico e dell’ar/colazione, grazie alle sue numerose dita (più di 50, e in con/nuo aumento) azionate da ele0romagne/ che consentono di muoverle con grande precisione e velocità. Si tra0a del quarto proto/po della serie di robot pianis/ costrui/ da Ma0eo Suzzi presso il suo laboratorio di Imola. TeoTronico è in grado di eseguire qualsiasi brano pianis/co, anche quelli ineseguibili per i pianis/ umani, come gli Studi di Conlon Nancarrow per player-piano, che il robot riproduce alla le0era leggendo la par/tura in formato Midi. Se questo può essere un grosso limite interpreta/vo per gran parte del repertorio tradizionale, esso rappresenta, invece, un vantaggio nei casi (pochi) in cui i compositori pretendano una le0ura il più possibile esa0a e ase1ca della par/tura: è il caso, appunto, degli Studi di Conlon Nancarrow: ques/ era consapevole che la sua musica era troppo complessa per un interprete umano, e aveva deliberatamente optato per l’algida perfezione di una “macchina pianis/ca”: il player-piano, appunto, di cui Teo Tronico si può considerare l’ul/ma evoluzione. Oltre a suonare il pianoforte, Teo Tronico è dotato di parola: parla, canta e ha una ricca espressione facciale. Ciò gli consen/rà di sfidare il pianista “umano” (il so0oscri0o, in quest’occasione) non solo alla tas/era, ma anche verbalmente, argomentando sulle proprie scelte este/che e interpreta/ve e me0endo in discussione, non senza ragione, alcune prassi interpreta/ve che troppo spesso si danno per scontate. Un’occasione, dunque, per rifle0ere sul complesso rapporto tra riproduzione e interpretazione, tra fedeltà al testo e crea/vità. Ma anche un’opportunità per ascoltare musiche di rarissima esecuzione, come gli Studi di Nancarrow, affida/ al loro interprete ideale: il robot. Roberto Prosseda Sab. 28/7