ogni prima Domenica del mese ore 10,30 ORARIO

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ogni prima Domenica del mese ore 10,30 ORARIO
ORARIO SANTE MESSE
E CELEBRAZIONI
FERIALE:
Chiesa Parrocchiale:
lunedì, mercoledì e venerdì alle ore 9,00 o 20,15;
martedì ore 9,30
PREFESTIVO:
ore 17,30
FESTIVO:
ore 8,30 e 10,30
Chiesa dell’Ospedale: ore 16,30
ORARIO UFFICIO PARROCCHIALE
MATTINO:
MARTEDÌ: ore 10/12;
SABATO: ore 8,30/10,30;
SERA:
MARTEDÌ: ore 18/19
LUNEDÌ: ore 18/19
19
tel. 0121.690 99
3
9
0
fax 0121.6
i.it
occhia@fass
E-mail: parr
Il Santo Battesimo verrà amministrato
durante l’anno 2006 nelle seguenti date:
ogni prima Domenica del mese
ore 10,30
Siamo venuti per adorarLo
Riflessioni del Santo Padre Giovanni Paolo II
"Siamo venuti per adorarLo" (Mt. 2,2). La luce di Cristo
rischiarava già l’intelligenza e il cuore dei Magi. "Essi partirono" (Mt.2,9), racconta l’evangelista, lanciandosi con
coraggio per strade ignote e intraprendendo un lungo e non
facile viaggio. Non esitarono a lasciare tutto per seguire la
stella che avevano visto sorgere in Oriente…
"Ed ecco la stella… li precedeva, finché giunse e si fermò
sopra il luogo in cui si trovava il bambino" (Mt.2, 9). I
Magi arrivarono a Betlemme perché si lasciarono docilmente guidare dalla stella. Anzi, "al vedere la stella, essi
provarono una grandissima gioia" (Mt. 2, 10). E’ importante imparare a scrutare i segni con i quali Dio ci chiama
e ci guida. Quando si è consapevoli di essere da Lui condotti, il cuore sperimenta una gioia autentica e profonda, che si accompagna ad un vivo desiderio di incontrarlo e ad uno sforzo perseverante per seguirlo.
"Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre" (Mt. 2, 11). Quel bambino è
diverso dagli altri: è l’unigenito Figlio di Dio che si è spogliato della sua gloria (Fil. 2, 7) ed
è venuto sulla terra per morire in Croce. E’ sceso tra noi e si è fatto povero per rivelarci la gloria divina, che contempleremo pienamente in Cielo, nostra patria beata.
Chi avrebbe potuto inventare un segno d’amore più grande? Restiamo estasiati dinnanzi al
mistero di un Dio che si abbassa per assumere la nostra condizione umana sino ad immolarsi
per noi sulla Croce (Fil. 2, 6-8). Nella sua povertà, è venuto ad offrire la salvezza ai peccatori. Colui che – come ci ricorda san Paolo – "Da ricco che era, si è fatto povero per noi, perché voi diventaste ricchi per mezzo della sua povertà" (2 Cor. 8, 9).
I Magi incontrano Gesù a Betlemme che significa "casa del pane". Nell’umile grotta di
Betlemme giace, su un po’ di paglia, il "chicco di grano" che morendo porterà "molto frutto"
(Gv.12,24). Per parlare di se stesso e della sua missione salvifica Gesù, nel corso della sua vita
pubblica, dirà: "Io sono il pane della vita", "Io sono il pane disceso dal cielo", "Il pane che io
darò è la mia carne per la vita del mondo" (Gv.6, 35.41.51)…
Il Bambino, adagiato da Maria nella mangiatoia, è l’Uomo – Dio che vedremo inchiodato sulla
Croce. Lo stesso Redentore è presente nel sacramento dell’Eucaristia. Nella stalla di Betlemme
si lasciò adorare, sotto le povere apparenze di un neonato, da Maria, da Giuseppe e dai pastori; nell’Ostia consacrata lo adoriamo sacramentalmente presente in corpo, sangue, anima e
divinità, e a noi si offre come cibo di vita eterna. La santa Messa diviene allora il vero appuntamento d’amore con Colui che ha dato tutto se stesso per noi.
"E prostratisi lo adorarono" (Mt. 2, 11). Se nel bambino che Maria stringe tra le sue braccia
i Magi riconoscono e adorano l’atteso dalle genti annunziato dai profeti, noi oggi possiamo
adorarlo nell’Eucaristia e riconoscerlo come nostro Creatore, unico Signore e Salvatore.
"Aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra" (Mt.2, 11). I doni che
i Magi offrono al Messia simboleggiano la vera adorazione. Mediante l’oro essi ne sottolineano la regale divinità; con l’incenso lo confessano come sacerdote della nuova Alleanza; offrendogli la mirra celebrano il profeta che verserà il proprio sangue per riconciliare l’umanità con
il Padre…
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"Per un’altra strada fecero ritorno al loro paese" (Mt.2, 12). Il Vangelo precisa che, dopo
aver incontrato Cristo, i Magi ritornarono al loro paese "per un’altra strada". Tale cambiamento di rotta può simboleggiare la conversione a cui coloro che incontrano Gesù sono chiamati
per diventare i veri adoratori che Egli desidera. Ciò comporta l’imitazione del suo modo di
agire facendo di se stessi, come scrive l’apostolo Paolo, "un sacrificio vivente, santo e gradito a Dio".
Ascoltare Cristo e adorarlo porta a fare scelte coraggiose, a prendere decisioni a volte eroiche.
Gesù è esigente perché vuole la nostra autentica felicità…
Maria, "donna eucaristica" e Madre della Sapienza, sostenga i nostri passi, illumini le nostre
scelte, ci insegni ad amare ciò che è vero, buono e bello. Ci conduca tutti a suo Figlio, il solo
che può soddisfare le attese più intime dell’intelligenza e del cuore dell’uomo.
Giovanni Paolo II
Queste riflessioni che l’amato Papa Giovanni Paolo II rivolse lo scorso anno ai numerosi pellegrini,
le propongo a voi cavouresi in prossimità della festa del Santo Natale.
Domandiamo alla "Vergine dell’attesa" che sia vivo in ognuno di noi il desiderio di incontrare ed adorare il Signore ormai vicino.
Ci aiuti Maria "donna dell’ascolto", in questo anno dedicato alla Parola di Dio a "custodire e meditare nel nostro cuore" (Lc. 2, 51) quanto di prezioso stiamo vivendo.
Affidiamoci alla Parola del Signore come ha saputo fare la Madonna dichiarandosi "serva", la quale
con il suo "sì" alla proposta di Dio ha permesso al "Verbo di farsi carne e di venire ad abitare in
mezzo a noi" (Gv.1, 14).
Fervidi auguri per le Feste Natalizie
a tutta la comunità
Don Mario
Anche quest’anno,
gli AMICI DELLA ROCCA,
in collaborazione con il Comune
di Cavour e la Parrocchia S.
Lorenzo indicono il
CONCORSO
PRESEPI
Il presepe. Piccolo o grande, semplice o elaborato, il presepe costituisce una famigliare e quanto mai espressiva rappresentazione del Natale. E’ un elemento della nostra cultura e dell’arte, ma soprattutto un segno di fede in Dio, che a
Betlemme è venuto "ad abitare in mezzo a noi" (Gv.1, 14).
Giovanni Paolo II
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riservato ai bambini e
all’allestimento
delle migliori vetrine.
Le schede di partecipazione
saranno consegnate ai ragazzi
dai catechisti.
GIORNI DI PREPARAZIONE AL S. NATALE
NOVENA S. NATALE - ore 20,30 da venerdì 16 dicembre a giovedì 22 dicembre
Presso le seguenti famiglie:
Bosio Rita – via Saluzzo, 13
Cascina Smiraglia – Agriturismo – via Barrata, 22
Priotti, Godino e Palmero Maria – via Antica di Pinerolo
Secci Virgilio – via Barge, 6
E nei seguenti Centri e Frazioni:
Centro Alpini, Centro Anziani (alle ore 16,00), Frazione Babano, Frazione Gemerello,
Frazione Cappella del Bosco, Frazione San Giacomo, Frazione S. Antonio, Frazione S.
Agostino, Frazione Cappella Nuova.
Domenica 18 dicembre – ore 16,00 / 19,00: chiesa parrocchiale
Possibilità di accostarsi al Sacramento della Confessione (per tutti, anche giovani e giovanissimi)
Venerdì 23 dicembre – ore 20,00: chiesa parrocchiale
Conclusione della Novena e Liturgia penitenziale comunitaria – S. Confessioni.
Novena S. Natale per i ragazzi del catechismo
In chiesa parrocchiale nei seguenti giorni:
16 – 19 – 20 – 21 e 22 dicembre alle ore 16,45.
ORARIO SANTE CONFESSIONI
Domenica 18 dicembre
Ore 16,00 / 19,00: per tutti
Martedì 20 dicembre
Ore 9,00 / 11,00: per tutti
Venerdì 23 dicembre
Ore 15,00: per i ragazzi delle scuole medie
Ore 16,00: per i ragazzi di 4^ e 5^ elementare
Ore 20,00: Liturgia penitenziale comunitaria
Sabato 24 dicembre
Ore 16 /19.
AV V I S O
A causa degli impegni dei sacerdoti a disposizione per le S. Confessioni, raccomando a tutti i
fedeli di accostarsi al Sacramento negli orari stabiliti. NON ASPETTATE IL GIORNO DI
NATALE, NON TROVERETE SACERDOTI PER LE S. CONFESSIONI!
I M P O RTA N T E
Nel periodo dell’Avvento e del Natale: raccolta di generi alimentari pro-Caritas di Saluzzo e San
Vincenzo di Cavour.
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NOTIZIARIO PARROCCHIALE
MESE DI DICEMBRE
Sabato 24 dicembre
Ore 23,15: inizio Veglia di Natale con canti, preghiere; seguirà la S. Messa di mezzanotte
Domenica 25 dicembre - solennità S. Natale
Ore 8,30 e 10,30: S. Messe
Ore 10,30: S. Messa presieduta da Monsignor Livio Maritano, Vescovo emerito di Acqui.
Ore 16,00: Canto del Vespro.
Lunedì 26 dicembre - festa di Santo Stefano
Ore 8,30 e 10,30: S. Messe
Sabato 31 dicembre - ultimo giorno dell’anno civile
Ore 16,30: Adorazione Eucaristica di fine anno.
Ore 17,30: S. Messa di ringraziamento
MESE DI GENNAIO
Domenica 1° gennaio - Solennità della Madre di Dio e Giornata mondiale della pace.
Ore 8,30 e 10,30: S. Messe.
Ore 10,30: S. Messa presieduta da Mons. Giovanni Ceirano, Nunzio Apostolico emerito.
Venerdì 6 gennaio - Solennità dell’ Epifania e Giornata mondiale S. Infanzia.
Ore 8,30 e 10,30: S. Messe.
Domenica 8 gennaio - festa del Battesimo di Gesù.
Ore 10,30: Battesimi solenni.
Martedì 17 gennaio - festa di S. Antonio abate
Ore 10,00: S. Messa solenne e Giornata di ringraziamento da parte della Col diretti, donne
rurali e mondo agricolo.
Dal 18 al 25 gennaio settimana di preghiera per l’unità dei cristiani,
sul tema "Se due o tre si riuniscono per invocare il mio nome, Io sono in mezzo a loro”
Domenica 29 gennaio - giornata mondiale dei lebbrosi.
MESE DI FEBBRAIO
Domenica 5 febbraio - Giornata per la vita e festa di san Giovanni Bosco
Ore 14,30: in Oratorio - giornata di riflessione sulla Bibbia e sulla Parola di Dio con
suor Enedina.
Mercoledì 1° marzo - mercoledì delle Ceneri – astinenza e digiuno – inizio del tempo quaresimale.
Ore 9,30: S. Messa e imposizione delle Ceneri
Ore 16,45: liturgia per i ragazzi del catechismo e imposizione delle Ceneri
Ore 20,30: S. Messa e imposizione delle Ceneri – Cena del digiuno pro attività missionarie
e caritative.
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EREDITÀ PREZIOSA MA PROBLEMATICA
DEL CONCILIO VATICANO II
Siamo a 40 anni dal Concilio Vaticano II che è stato l’avvenimento ecclesiale più importante del secolo scorso. Questo evento che aveva riunito i Vescovi di tutto il mondo si concluse a Roma l’8 dicembre 1965, sotto il pontificato di Paolo VI.
Era stato l’anziano Papa Giovanni XXIII a prendere questa decisione e indire un Concilio il 25 gennaio 1959.
Lo scopo era quello di aggiornare la Chiesa e di ringiovanirla alla luce della Parola del Signore.
Stavo ultimando i miei studi a Roma, ma ricordo molte bene l’apertura del Concilio l’11 ottobre 1962,
con il commovente discorso del Papa alla immensa folla radunata in piazza San Pietro.
Quattro sono state le costituzioni emanate dalla grande assemblea di Vescovi:
- Lumen Gentium: sulla Chiesa in se stessa come luce delle genti e popolo di Dio convocato nella
comunione;
- Gaudium et Spes: la Chiesa di fronte al mondo come messaggera di gioia e di speranza per i
popoli;
- Sacrosantum Concilium: sulla Liturgia. In che modo magnificare e lodare il Signore, ognuno
nella propria lingua;
- Dei Verbum: sulla Parola di Dio rivelata alle genti, la sua necessità ed importanza per il cammino
della Chiesa.
Il noto teologo Hans Kung, amico dell’attuale Papa Benedetto XVI e insegnante di teologia con Lui
all’Università di Tubinga (Germania) affermava: "Il Concilio Vaticano II con le sue costituzioni e i
suoi decreti ci ha lasciato una eredità preziosa, anche se problematica poiché stenta ad essere accolta e vissuta. Ma quanto povere sarebbero la Chiesa Cattolica e la cristianità nel suo complesso, senza
questo Concilio!"
Ora, a quarant’anni di distanza di fronte ai problemi emergenti (diminuzione del clero, esodo dalla
Chiesa, problemi giovanili, crollo della pastorale, scandali sessuali, celibato dei sacerdoti, necessità
finanziarie della comunità…) non si dovrà, tuttavia seguendo l’ispirazione del Vangelo, riprendere
finalmente in mano e sul serio l’eredità spirituale e teologica del Vaticano II e far fare alla Chiesa,
come diceva Giovanni XIII, un balzo in avanti?"
Come comunità parrocchiale dobbiamo continuamente aggiornarci e approfondire la conoscenza
della Parola di Dio.
Siamo invitati a prepararci di più per essere catechisti ed animatori, escogitare tecniche e metodi
nuovi per rendere le nostre liturgie vive, partecipate e festose.
Solo facendo così il Concilio Vaticano II resterà vivo, darà i suoi frutti.
La Chiesa post- conciliare è diversa da quella pre- conciliare e il futuro della Chiesa è quello di rinnovarsi sempre di più, sotto il soffio dello Spirito Santo.
Don Mario
Incontri di preparazione al matrimonio cristiano
ANNO 2006
CAVOUR - domeniche: 5 - 12 e 19 marzo con inizio ore 9,30.
Si invitato gli sposi di Cavour a frequentare il corso nella loro Parrocchia.
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Dalla Lettera agli Anziani di Giovanni Paolo II
“Ai miei fratelli e sorelle anziani”
La Lettera agli Anziani è datata
1° ottobre 1999, ma abbiamo
pensato riproporre i contenuti
scegliendo alcuni brani più
significativi nell’ anno della
Missione Diocesana Anziani e
Pensionati.
“Gli anni della nostra vita
sono settanta,
ottanta per i più robusti,
ma quasi tutti sono
fatica e dolore”
(Salmo 90, 10).
1. Settant’anni erano tanti al
tempo in cui il salmista scriveva queste parole, e non erano in
molti ad oltrepassarli. Oggi,
grazie ai progressi della medicina, nonché alle migliorate
condizioni sociali ed economiche, in molte regioni del mondo
la vita si è notevolmente allungata. Resta, però, sempre vero
che gli anni passano in fretta; il
dono della vita, nonostante la
fatica e il dolore che la segnano, è troppo bello e prezioso
perché ce ne possiamo stancare.
Anziano anch’io, ho sentito il
desiderio di mettermi in dialogo con voi… Il mio pensiero si
volge con affetto a tutti voi,
carissimi anziani di ogni lingua
e cultura.
2. Carissimi fratelli e sorelle,
riandare al passato per tentare
una sorta di bilancio è spontaneo alla nostra età. Questo
sguardo retrospettivo consente
una valutazione più serena ed
oggettiva di persone e situazio8
ni incontrate lungo il cammino… Al di là delle singole
vicende, la riflessione che maggiormente si impone è quella
relativa al tempo che scorre inesorabile…. Ma se così misurata
e fragile è l’esistenza di ciascuno di noi, conforta il pensiero
che, in forza dell’anima spirituale, sopravviviamo alla morte
stessa. La fede poi ci apre a una
“speranza che non delude” (n.
5,5), additandoci la prospettiva
della risurrezione finale. La
vicenda umana, pur soggetta al
tempo, viene posta da Cristo
sull’orizzonte dell’immortalità.
Egli si è fatto uomo tra gli
uomini, per unire il principio e
la fine, cioè l’uomo a Dio.
“Nel passato
si nutriva grande rispetto
per gli anziani. E oggi?”
9… Presso alcuni popoli la vecchiaia è stimata e valorizzata;
presso altri, invece, lo è molto
meno a causa di una mentalità
che pone al primo posto l’utilità immediata e la produttività
dell’uomo. Si giunge persino a
proporre con crescente insistenza l’eutanasia, come soluzione
per le situazioni difficili. Il concetto di eutanasia, purtroppo, è
venuto perdendo in questi ultimi anni quella connotazione di
orrore che naturalmente suscita
negli animi sensibili al rispetto
della vita. Certo, può accadere
che, nei casi di malattie gravi
con sofferenze insopportabili,
le persone provate siano tentate
di esasperazione e i loro cari o
quanti sono preposti alle loro
cure possano sentirsi spinti da
una malintesa compassione a
ritenere ragionevole la soluzione della “morte dolce”. A tal
proposito occorre ricordare che
la legge morale consente di
rinunciare al cosiddetto “accanimento terapeutico”, e richiede soltanto quelle cure che rientrano nelle normali esigenze
dell’assistenza medica. Ma ben
altro è l’eutanasia intesa come
“Ai miei fratelli e sorelle anziani”
diretta provocazione della
morte! Malgrado le intenzioni e
le circostanze, essa resta un atto
intrinsecamente cattivo, una
violazione della legge divina,
un’offesa alla dignità della persona umana.
10. Urge recuperare la giusta
prospettiva da cui considerare
la vita nel suo insieme. E la
prospettiva giusta è l’eternità,
della quale la vita è preparazione significativa in ogni sua
fase. Anche la vecchiaia ha un
suo ruolo da svolgere in questo
processo di progressiva maturazione dell’essere umano in
cammino verso l’eterno…. Gli
anziani aiutano a guardare alle
vicende terrene con più saggezza perché le vicissitudini li
hanno resi esperti e maturi. Essi
sono custodi della memoria
collettiva, e perciò interpreti
privilegiati di quell’insieme di
ideali e di valori comuni che
reggono e guidano la convivenza civile. Escluderli è come
rifiutare il passato, in cui affondano le radici del presente, in
nome di una modernità senza
memoria….
“Carissimi anziani… vi sono
vicino con affetto. Penso in
maniera speciale a voi vedovi e vedove”
12.17.18.
Carissimi anziani, che vi trovate in precarie condizioni per la
salute o per altro, vi sono vicino con affetto. Quando Dio permette la nostra sofferenza a
causa della malattia, della solitudine o per altre ragioni connesse con l’età avanzata, ci dà
sempre la grazia e la forza perché ci uniamo con più amore al
sacrificio del Figlio e partecipiamo con più intensità al suo
progetto salvifico. Siamone
persuasi: Egli è Padre, un Padre
ricco di amore e di misericordia!
… In questo scorcio della vita,
nonostante le limitazioni
sopraggiunte con l’età, conservo il gusto della vita. ne ringrazio il Signore.
E’ bello potersi spendere fino
alla fine per la causa del regno
di Dio. Dacci, o Signore della
vita …. Di assaporare come un
dono … ogni stagione della
vita. E Tu, Maria, Madre dell’umanità pellegrina, prega per
noi “adesso” e nell’ora della
nostra “morte”.
Tienici sempre stretti a Gesù,
Figlio tuo diletto e nostro fratello, Signore della vita e della
gloria. Amen.
Giovanni Paolo II
ROMA - 8 dicembre 1965. In udienza dal Santo Padre PaoloVI al termine del
Concilio Vaticano II. Indicato dalla freccia don Mario.
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LECTIO DIVINA
2ª puntata
Guida e Maestro di Lectio Divina è il Cardinale
Martini.
Da Lui prendiamo la definizione sintetica: "La L.
D. è l’esercizio ordinato dell’ascolto personale
della Parola".
E spiega che cosa significa:
• esercizio: è qualcosa di attivo, in cui uno si decide, si mette in cammino, accetta di fare degli atti,
sa di realizzare un’esperienza importante;
• dell’ascolto: la L . D. è un ascolto, un ricevere la
Parola come dono, fatto in atteggiamento di adorazione e di sottomissione (vedi la Vergine di
fronte all’annuncio dell’angelo);
• personale: non è sentire una predica, ma il prolungamento dell’ascolto comunitario e la preparazione ad esso;
• della Parola: è Dio che parla, Cristo che parla, lo
Spirito che parla; ascolto del Tu assoluto di Dio,
della Parola che ha fatto il mondo, che lo sostiene,
lo guida…
Vuol dire che – prosegue il Cardinale Martini "Ogni
pagina parla del grande disegno di Dio per la salvezza dell’uomo. Senza questo principio, il cristiano
che si mette a leggere la Sacra Scrittura si disperde… La Scrittura parla all’uomo di chi è Dio per
l’uomo e dell’uomo davanti a Dio. esprime dunque
il profondo del cuore umano: la sofferenza, la gioia,
le aspirazioni, i desideri… Ciascuno legge se stesso
nella Bibbia e trova nella Parola di Dio la sua unità
interiore, una luce ed una consolazione per il proprio destino…. L’incontro con la Bibbia è incontro
con Dio che parla, con la Parola di Dio, e quindi
con il mistero di Cristo".
Il Vaticano II afferma che il cristiano si nutre con il
Pane di vita assunto dalle due mense: la mensa della
Parola che è la Bibbia e la mensa del Corpo di Cristo
(D .V. 21).
Il Cardinale Martini spiega poi quali sono i momenti della Lectio Divina:
lectio, meditatio, oratio e contemplatio (anche se
tende ad unificare le ultime due per facilitarne l’uditorio).
• Lectio: consiste nel leggere e rileggere il testo
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scelto. Leggerlo una prima volta, poi mediante la
riflessione personale o l’aiuto di un esperto, mettere
in rilievo i punti principali del testo, ossia "le azioni, i verbi, i soggetti, i sentimenti, gli ambienti…"
Scopo di tale lettura è quello di giungere ad una
conoscenza profonda del testo, scoprendone le molteplicità di aspetti. Anche se si tratta di un brano
biblico molto conosciuto, quando è sottoposto a
questo lavoro, ci presenta degli aspetti che non avevamo mai osservato prima;
• Meditatio: è la fase di riflessione sul messaggio
del testo, cercando di scoprirne i valori o significati
permanenti che stanno dietro alle azioni, alle parole,
alle cose, ai sentimenti… Si cerca di delineare a se
stessi il valore centrale, il messaggio specifico del
brano letto, rapportandolo al progetto globale della
Rivelazione, ma anche alla storia della Chiesa, al
contesto della propria vita:
• Oratio: dice il Cardinale "A poco a poco si viene
coinvolti nei profondi sentimenti religiosi che il
testo suscita o suggerisce a nome di Dio", rivolgendosi direttamente a Lui come risposta alla luce che
ci ha donato. E’ il tempo della preghiera, quando i
valori della "meditatio" che si sono colti, diventano
motivo di lode, ringraziamento, domanda, perdono… Dal riflettere su Dio al parlare a Lui e con Lui;
• Contemplatio: è una tappa singolare per cui dopo
tanti sentimenti evidenziati e riflessioni compiute e
preghiere elevate, si assume un occhio semplice e
profondo sulla verità della Bibbia, vedendo ogni
particolare dentro il mistero di Gesù, Figlio di Dio.
E dal mistero di Cristo, come centro delle Scritture
si giunge alla contemplazione adorante del Mistero
Trinitario. E’ tempo di silenzio e di affidamento
totale verso Colui che ci ha consacrato: Dio in
Cristo. La Costituzione dogmatica Dei Verbum
insiste su una lettura assidua delle Scritture, ed invita tutti "i fedeli di Cristo" ad apprendere "la sublime
conoscenza di Gesù Cristo". Accanto ad una lettura
individuale viene suggerita una lettura in gruppo. Il
testo conciliare sottolinea che la lettura della
Scrittura deve essere accompagnata dalla preghiera,
poiché questa è la risposta alla Parola di Dio incontrata nella Scrittura sotto l’ispirazione dello Spirito.
Noi a Colonia eravamo in 30!
Ricordando l’indimenticabile GMG
Siamo partiti da Cavour il 15 agosto alle ore 00,30 e, tra un
autogrill a l’altro siamo arrivati alle 16,00 circa. Il nostro gruppo alloggiava a Dusserdorf (circa 30 Km. a nord di Colonia) in
una palestra con altri italiani. Ad accoglierci c’erano dei simpatici giovani tedeschi che ci sono venuti incontro in tutto e per
tutto e che per farsi perdonare i disagi del cibo, una sera ci
hanno offerto una incredibile varietà di torte!
Dusserdorf è una cittadina molto bella e le sue vie in quei giorni sono state invase da migliaia di giovani, per lo più italiani!
L’atmosfera respirata a Colonia era indescrivibile. Ovunque,
metrò, vie, strade, potevi incontrare qualcuno che ti salutava,
che cantava con te; non importava di che nazionalità fossimo o
che lingua parlassimo…. Eravamo tutti amici, uniti dal pellegrinaggio, dal cammino verso il Bambino!
Non abbiamo mai visto scene di violenza o di odio, considerando che eravamo più di ottocento mila, non è certo stato da
poco! Italiani, tedeschi, francesi, australiani, iracheni, malesi,
canadesi, filippini, giapponesi, sloveni, russi, croati, indiani…
tutti assieme, tutti uguali nei canti, nelle urla, nelle preghiere,
tutti nello stesso modo figli di Dio, al di là delle diverse lingue
e culture. Il tema della GMG era "Siamo venuti per adorarlo" e ci proponeva di rivivere il viaggio dei Magi.
Noi abbiamo iniziato il nostro vero pellegrinaggio giovedì con
l’incontro del Papa sul Reno. Siamo stati circa quattro ore sugli
argini di questo imponente fiume che verso le ore 16,00 ci ha
donato la nostra stella cometa: Benedetto XVI. Sorridente,
emozionato, Egli ci ha accolto, ci ha fatto luce e guidato fino a
Gesù, fino a Marienfeld. Proprio qui, infatti, nella sperduta
campagna tedesca, ognuno di noi ha incontrato Cristo: nel sorriso di un amico, nella mano tesa di un vicino di sacco a pelo
appena conosciuto, negli occhi di una ragazza indiana incrociati per caso, nelle parole di un ragazzo francese appena conosciuto, nelle parole del Papa…
Benedetto XVI a Marienfeld ha espresso con fermezza e dolcezza grande interesse per l’integrità
della Chiesa. Ha invitato i suoi giovani, il futuro, a non "vivacchiare", ma a riscoprire i valori veri di
una vita semplice, felice e serena, volta a seguire la stella che è in ognuno di noi.
"Io so che aspirate a cose grandi, dimostratelo agli uomini, dimostratelo al mondo!!!" Ecco le
sue parole, ecco l’impegno che il Papa ci ha lasciato, quello di sfruttare le forze della nostra età per
gli altri. Fantastico!
Domenica 21 ore 20,30… è ora di tornare, ma prima c’è ancora tempo di fare amicizia con dei tedeschi che come noi stanno aspettando i loro amici e, tra un gioco e l’altro sentiamo che questa esperienza ci ha dato tanto e che di certo qualcosa in noi è cambiato: un nuovo entusiasmo alimenta il
nostro ritorno!
Erika Pistone
e i giovani cavouresi
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ROCCA DI CAVOUR – 18 settembre ’05
RICORDATO L’ANNIVERSARIO
DELL’INTRONIZZAZIONE DELLA STATUA
“Avevo solo dieci anni ma ricordo benissimo quel giorno, per percorrere l’ultimo pezzo erano state
montate delle slitte sotto il carro della statua”. Altri dicono che era stata una fatica immane, che le
ruote del carro spesso si piantavano nei solchi a bordo strada.
Nonostante la pioggia battente, centinaia di persone hanno partecipato domenica 18 settembre alla
giornata dedicata al 50° anniversario dell’intronizzazione della statua della Madonna della Rocca.
E la maggior parte porta con sé il ricordo di cinquant’anni prima quando, da protagonista come
Pasquale Musso e Giuseppe Perassi, o da semplice spettatore, aveva partecipato alla posa della statua della Madonna sotto le arcate del Faro della Rimembranza. Come ha ricordato il Sindaco Silvio
Fenoglio nel suo discorso alla popolazione, i cavouresi sono molto legati alla Rocca, da sempre non
solo simbolo naturalistico e ambientale della città, ma testimone e custode dei principali avvenimenti storici del paese. Ogni persona presente domenica scorsa, era lì perché realmente sentiva il dovere
di esserci, a testimoniare l’importanza del momento. E’ toccato poi al professore Ettore Peyron raccontare, catturando l’attenzione dei presenti per circa mezz’ora, le principali vicende di Cavour, i suoi
2300 anni di storia e i 1700 di cristianità, le quattro volte in cui venne distrutta e le quattro in cui fu
ricostruita. L’ultima dopo quell’eccidio del 1690, perpetrato dal generale francese Nicolas De Catinat,
fu la più dura e difficile. Non a caso dopo quella tragedia, costata la vita a due terzi degli allora 5000
abitanti di Cavour, la fortezza in vetta alla Rocca non venne più ricostruita e, nel 1931 i cittadini decisero di dedicare ai martiri dell’eccidio il pilone chiamato Faro della Rimembranza.
Sotto il pilone nel 1955 fu posata la statua della Madonna. Pasquale Musso, uno dei promotori dell’iniziativa, domenica ha ricordato quei giorni e, soprattutto, al momento dello scoprimento della
targa in marmo che a cinquant’anni di distanza ricorda le famiglie che costruirono il comitato, ha
voluto dedicare l’applauso e le preghiere dei cavouresi a chi nel 1690 perse la vita per difendere
Cavour. Dopo la processione e la S. Messa celebrata dal Parroco don Mario Ruatta, il Sindaco e
l’Amministrazione hanno consegnato al professor Peyron una fotografia del 1955 in cui, ai piedi della
Madonna appena installata, si vede il Sindaco di Torino, Amedeo Peyron, padre di Ettore Peyron,
congratularsi con i promotori dell’iniziativa. La giornata di festa, dopo il ricordo di Giuseppe Perassi
che, allora più che ventenne, guidò il camion fino in Toscana per il ritiro della statua, è proseguita tra
la mostra fotografica di Bruno Fusero e Danilo Giuliano e con il pranzo in vetta alla Rocca, cui hanno
preso parte i protagonisti di allora, i figli e gli eredi delle famiglie del comitato promotore.
Devis Rosso
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Saluto del sindaco Silvio Fenoglio
Cavour, 18 settembre 2005 - ore 11,00 - pilone della Rocca
Reverendo
don Mario Ruatta
Signore e Signori, Autorità
Al Sindaco del Paese, in un’occasione come questa, che è insieme
religiosa e civica, spetta soltanto il
compito di dire ai convenuti, che
non sono i diretti protagonisti di
questa bella iniziativa, le ragioni
che l’ hanno vista nascere.
I protagonisti diretti (il Parroco, gli
Amici di Cavour e della Rocca, gli
Anziani, la Pro Loco, l’Unitre e tutti
gli altri) sanno tutto. A loro parlo
solo per ringraziarli.
Cavour è sempre stata un luogo di
incontro ed è nota nella storia per
essere stata sede di una pace, “Il
trattato di Cavour”, 5 giugno 1561,
che pose fine ad un periodo di lotte.
Purtroppo anche Cavour è stata vittima di guerre e distruzioni (generale Catinat 1690) diverse da quelle di
oggi, ma altrettanto cruente.
I tempi cambiano: dove secoli or
sono vi era una fortezza (Fortezza
di Bramafame), strumento di difesa
ma anche di guerra, oggi vi è un
monumento che è simbolo di ricordo e di pace.
La nostra popolazione ha sempre
manifestato rispetto e ricordo, per coloro che, per difendere le loro idee e le loro terre (che sono anche
le nostre) hanno dato la propria vita. Non so esattamente come nel secolo scorso sia nato questo
monumento.
Per tal motivo ho chiesto al professore Ettore Peyron di farci la storia e lo ringrazio per la rinnovata
dimostrazione di amicizia della famiglia Peyron per Cavour.
Commemoriamo oggi due monumenti in cui, dai precursori degli Amici di Cavour e della Rocca
(Famija Cavoureisa) vennero realizzate iniziative volte ad esprimere con un monumento i sentimenti della popolazione, sentimenti di ricordo e di riconoscenza.
Negli anni 1920 – 1930 dopo la prima guerra mondiale, Cavour, che giustamente era ispirata dal suo
più noto cittadino Giovanni Giolitti (che fu Presidente del Comitato d’Onore), manifestò i suoi sentimenti mettendo in luce valori civili e religiosi, di cui sono testimonianza le parole incise sulla cornice del Pilone.
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Saluto del sindaco
Cavour all’Italia nuova – offre da questa Rocca
Olocausto di Libertà – Sentinella di gloria
Delle Alpi inviolabili – Delle ridenti pianure
Le ossa e i ricordi – di sua sabauda fierezza
Dopo un’altra guerra, per iniziativa dei Cavouresi, del Parroco di Cavour don Mario Amore, di S. E.
Onorevole Bovetti e il Senatore Guglielmone con l’orazione ufficiale dell’Avvocato Amedeo Peyron,
Sindaco di Torino, padre del professor Ettore Peyron, gli stessi sentimenti di ricordo, di gratitudine,
di devozione religiosa, venivano manifestati con la posa della statua della Madonna.
Da allora sono trascorsi esattamente 50 anni (18 settembre 1955).
Saluto uno dei protagonisti, il Cavaliere Pasquale Musso.
I nomi di coloro che allora ebbero e realizzarono questa idea sono scolpiti nel marmo che ora potete
vedere.
Don Mario Amore, Giovanni Audisio,
Francesco Bertini, Giovanni Costamagna,
Giovanni Battista Frairia, Pasquale Musso,
Giovanni Battista Odetti, Giorgio Salomone,
Giovanni Battista Toscano e Pietro Turina.
La festa di oggi ha un particolare significato: vuol dire che la nostra popolazione sa anche dedicare
momenti di riflessione e di ricordo a valori diversi, potremmo dire più alti, di rispetto e ricordo per
le vittime di tante guerre e di spirituale devozione nel cinquantenario della posa della statua della
Beata Vergine.
Di questo e di altro ci parlerà ora il professor Ettore Peyron che di nuovo, a nome di tutti ringrazio.
RENDICONTO MESE MISSIONARIO
Raccolta offerte per intenzioni di S. Messe da inviare ai missionari: 1.097,00 euro
Sono già stati consegnati:
300,00 euro ai sacerdoti dell’Alta Valle Maira
400,00 euro a padre Giuseppe Giaime - Nigeria
Offerte pervenute:
4.247,00 euro (150,00 euro chiesa dell’Ospedale, 50,00 Euro da Frazione
Gemerello…)
425,00 euro dai giovanissimi di 1ª Superiore (vendita caldarroste a Tuttomele)
Sono già stati inviati:
1.200,00 euro a padre Gino Zantedeschi Stimmatico - pro Thailandia;
747,00 euro a suor Angela Pirri – San Paolo – Brasile
1.400,00 euro a suor Domitilla – Caritas di La Paz- Bolivia
300,00 euro all’Ufficio Missionario Diocesano di Torino
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Ettore PEYRON
Discorso di commemorazione del cinquantenario dell’intronizzazione della statua della
Madonna sotto le volte del pilone eretto a ricordo dei caduti del 1690 sulla Vetta della Rocca
di Cavour domenica 18 settembre 1955 – domenica 18 settembre ’05 nel centenario e centocinquantenario della definizione del dogma dell’Immacolata Concezione da parte del Beato
Papa Pio IX.
Cinquant’anni fa i nostri genitori, e molti dei presenti, tra cui primo il sig. Pasquale Musso, (e
molti di noi ragazzi) nel centenario della definizione del dogma dell’Immacolata Concezione,
ponevano sulla vetta di questa Rocca una statua
della Madonna Immacolata, scolpita in bianchissimo marno di Carrara da Paolo Sanguinetti,
sotto le volte del tempietto laico eretto nel 1931,
su progetto del geometra Carlo Perassi, per celebrare le glorie di Casa Savoia; costruito sulla
cisterna del castello, contenente l’urna dei coraggiosi cavouresi caduti nell’agosto del 1690 per la
cieca violenza e vendetta alla loro resistenza
civile del generale del Re di Francia Luigi XIV,
maresciallo Nicolas di Catinat.
Si tratta di un fatto storico di grande rilievo per
Cavour, ultimo atto di una serie di eventi, che
trovano in quattro simboli, posti su questa vetta
la loro sintesi.
I quattro simboli posti sulla vetta della
Rocca di Cavour
Primo fra tutti la croce in pietra, posta sul rudere
più alto del Castello, portata in solenne processione dal Duca Carlo Emanuele I il 3 maggio
1595 dopo la storica vittoria conseguita contro
gli Ugonotti francesi del maresciallo Francesco
De Bonne di Lesdiguieres, nei campi accanto
all’Abbazia di Santa Maria, il giorno precedente.
Con essa riconquistava l’importante piazza militare conquistata dal Lesdiguieres, nel novembre/dicembre 1592; con tragica occupazione per
più di due anni delle terre di Cavour, depredazioni e distruzioni. Tra gli atti più sacrileghi, compiuti in odio al cattolicesimo, la dispersione delle
sacre reliquie di PROIETTO, primo Santo
Vescovo del Municipio Romano –Cristiano di
Cabur milleseicento anni fa, contenute nell’altare della cripta dell’Abbazia.
Secondo simbolo, come detto, l’urna con alcune
reliquie rappresentative del coraggio civile dei
tremila caduti del 1690, dinnanzi alla cieca violenza del generale francese Catinat.
Terzo simbolo il tempietto laico, tanti ricco di
segni massonici, quanto privo di cristiani, rappresentativo di una stagione risorgimentale, in
cui i Re di Casa Savoia, traendo il proprio profondissimo radicamento nella tradizione cristiana, pensarono di fare l’Italia perseguitando il
Papa Pio IX ed espropriando i conventi degli
ordini contemplativi, con danno civile enorme
non solo per il Regno Sardo, ma per tutte le
regioni italiane, ponendo così le premesse per la
perdita del loro regno.
Quarto, infine, l’immagine dell’Immacolata
Concezione, già venerata a Cavour nella Chiesa
ad Essa dedicata, sulla quale venne riedificata nel
1670 l’attuale parrocchia di san Lorenzo, prima
esistente fuori della Porta di Pinerolo.
La tradizione cristiana e la devozione
alla Madonna di Cavour
La tradizione cristiana di Cavour, e la devozione
alla Madre di Dio, data di quasi due millenni.
Se guardate verso la pianura potete individuare
chiaramente l’area geografica in cui si estendeva
la giurisdizione del municipium romano di
Forum Vibii Cabur. La lunga linea verde del Po a
sud ed est proveniente da dietro il monte Bracco
confluisce con la più breve linea verde del Pellice
a nord; lato lungo di questo enorme triangolo la
catena delle Alpi, con il regale Vesulus Mons.
Questa è l’area della giurisdizione del primo
Vescovo di Cabur Proietto (venerato e celebrato
il 18 di ottobre), quando nel IV o V secolo d. C.
il municipio romano divenne cristiano; contemporaneamente agli altri grandi municipi romani
piemontesi (da sud), Pedona (Borgo San
Dalmazzo), Pollentia, Augusta Bagiennorum,
Auriate (Busca – Saluzzo), Cabur appunto,
Segusium, Augusta Taurinorum, Eporedia,
Augusta; i più dedicati ai martiri della famosissi15
Ettore PEYRON
ma Legione Tebea proveniente dall’Egitto e operante in questa regione (e limitrofe), vittime dell’ultima persecuzione pagana: San Dalmazzo,
San Magno, San Chiaffredo, San Maurizio, i
Santi Avventore, Solutore ed Ottavio.
Dato da pochi ricordato (e probabilmente collegato con il quadro della Consolata) è che nel I
secolo dell’era cristiana lo stesso evangelista
Luca attraversò evangelizzando il Pedemonte per
recarsi in Gallia attraverso la Valle di Susa.
Altro indice dell’antichità della Parrocchia di
Cabur (allora come detto prima diocesi vescovile) è la sua dedicazione a San Lorenzo, martirizzato a Roma io 10 agosto del 258 d. C. e celebratissimo dalle prime comunità cristiane subito
dopo l’Editto di liberalizzazione delle religioni di
Costantino (312 d. C.).
La rinascita di Cavour dalle sue quattro
distruzioni nel conforto della fede
Cavour, in epoca storica, venne distrutta quattro volte, ed ogni volta ritrovò nella sua fedeltà ai valori cristiani e alla Regina della storia,
la forza per rinascere.
1) dopo le invasioni barbariche (dei
Borgognoni nel 489 e dei Longobardi nel 569),
che nel V e Vi secolo ne cancellarono la romanità, Cavour ritrovò nella Parrocchia di San
Lorenzo ricostruita con pietre romane fuori porta
sul lato nord dopo il Rio Marrone, il proprio centro di aggregazione. A nord- ovest della rocca sul
territorio dell’antica città romana, ove presumibilmente aveva sede ed esercitato il suo ministero in un monumentale tempio pagano il Santo
Proietto, giunsero all’inizio dell’VIII secolo dei
monaci agostiniani, cacciati nel 701 dal nord
Africa dall’invasione mussulmana, che ivi
costruirono il loro monastero.
Il Vicario parrocchiale di Cavour Domenico
Aliberti, che nel 1584 fece dipingere il quadro di
San Lorenzo, che ancora oggi (restaurato nel
1874 da Monsignor Vignolo) è conservato in
Parrocchia, ricorda, descrivendone i particolari,
un vetustissimo e ormai fatiscente quadro, venerato da secoli nella Parrocchia di San Lorenzo
16
extra muros (fuori le mura di Cavour); che, è ben
vero, è dedicato a San Lorenzo, ma secondo una
consuetudine antichissima, poneva al centro dell’icona, l’immagine della Madonna, con accanto,
il Santo, con la buona compagnia di S. Giovanni,
S. Sebastiano e S. Rocco, anche essi veneratissimi a Cavour. E’ presumibile che tale quadro
avesse dietro di sé molti secoli di storia, e fosse
un chiaro indice che oggetto primario della devozione fosse comunque e sempre la Madre della
Chiesa.
2) Una seconda volta Cavour viene distrutta
dai Saraceni, provenienti dall’avamposto mussulmano in Europa sito nella vicina Provenza,
con centro a Frassineto. Alla drammatica distruzione arabo- mussulmana delle fiorentissime
comunità cristiane copte e bizantine del nord
Africa, seguiva ormai una pesantissima pressione su tutta l’Europa, e solo parziale (purtroppo
sarà il necessario rimedio delle crociate). Cavour
devastata risorge per merito del Vescovo
Landolfo di Torino, che fonda nel 1037 una
Abbazia Benedettina dedicata a santa Maria, perché venga rinsaldata la fede, e con la fede la fiducia nel futuro. Essa è costruita sulla cripta di San
Proietto, sul terreno già cuore del Municipio
romano, e consegnata ai monaci benedettini della
Chiusa di San Michele. Si pare un periodo particolarmente felice per la popolazione e l’economia cavourese, con la costruzione di importanti
opere agricole, con una feudalità alquanto soffice dei santi abati, che permettono l’esplicazione
delle libertà comunali sulle famiglie di Cavour,
allontanando per quattro secoli le pretese di voraci signori feudali.
3) In parte in senso inverso il discorso con
l’infeudamento dei Savoia, i quali peraltro considerando il Castello di Cavour una delle piazze
più importanti del Ducato, nutrono particolare
stima ed attenzioni per la popolazione di Cavour,
la quale però purtroppo subisce pesantemente le
conseguenze dell’importanza militare del
Castello. Siamo alla terza distruzione degli
Ugonotti di Lesdiguieres, alla riconquista di
Carlo Emanuele I, all’esplicito riconoscimento
Ettore PEYRON
del Papa Clemente VII che attribuisce al dilettissimo figlio Carlo il merito di aver restituito una
parte così importante del Piemonte alla cattolicità. La croce di pietra sulla rocca è segno importante di questo sodalizio tra Duca e Papa.
S. Luca, S. Anna, S. Grato, S. Giacomo, tutti con
Cappelle caratterizzate dall’origine con immagine al centro dell’altare della Madonna, prima di
quella del Santo dedicatario.
4) Non passa un secolo che di nuovo i francesi del più assoluto dei monarchi di Europa Luigi
XIV, compiono l’eccidio forse più feroce di tutti
i tempi a Cavour. Il paese si risolleverà con grande difficoltà; e questo per merito della sua grande coscienza civile e della sua concreta e robustissima fedeltà ai valori ed alle istituzioni cristiane, unico vero sostegno civile e spirituale
della popolazione afflitta da tante sventure.
La rilevanza storica dell’atto di intronizzazione della Madonna Regina della Rocca
Torniamo alla celebrazione di oggi, ed alla sua
storicità.
I cavouresi sentono la necessità, strettamente
legata alla loro profonda cultura civile e religiosa, a metà del secolo scorso di riprendere in
mano a livello simbolico la loro storia, e di elevare sul punto più alto e significativo del loro territorio la statua della Madonna, Regina spirituale
della loro storia. Essi non si lasciarono toccare
(se non in una storpiatura, da loro certo non voluta, del nome del Comune) dalla tempesta illuminista di Napoleone, per la dirittura del Teologo
Giuseppe Pollano Vicario della Parrocchia di San
Lorenzo dal 1798 al 1834, che rifiutò la sudditanza al dittatore, e dal laicismo che appesantì la
positività della vicenda risorgimentale, e con
semplicità e sapienza, nello spirito del tutto pacifico della concretezza contadina, sfruttarono le
arcate del tempio laico, con sottile ironia chiamato dal popolo “il Pilone”, per proteggere fisicamente dalle intemperie la bianca statua di
marmo, ai cui piedi giacciono le ossa di coloro
che rappresentano il coraggio civile, “le Anime
della Rocca”, a lato del grande simbolo di pietra
della spiritualità cristiana.
Cavour, 18 settembre ’05
La devozione alla Madonna
nelle Cappellanie
La costruzione delle cappellanie negli ultimi
cinque secoli, è l’espressione di questa simbiosi
e della fiducia incrollabile dei cavouresi nella
Regina della Pace, da cinquant’anni Regina della
Rocca.
Guardandoci attorno:
Cappella del Bosco sorge per prima nel 1560 ed
è dedicata alla Natività e al Nome di Maria;
Cappella Nuova è dedicata al Cuore Immacolato
di Maria:
la Cappella di Gemerello alla Beata Vergine
Assunta in cielo;
la Cappella di Babano anch’essa alla Natività di
Maria;
seguono i nomi di Santi oggetto di particolare
devozione: S. Michele, S. Agostino, S. Antonio,
RINGRAZIAMENTO
Desideriamo esprimere con profondo senso di riconoscenza un vivo GRAZIE al Sindaco rag.
Silvio Fenoglio, all’Amministrazione Comunale, agli Amici di Cavour e della Rocca, a don
Mario ed alle varie associazioni cavouresi per aver voluto domenica 18 settembre ricordare
con lo scoprimento di una targa i promotori che 50 anni or sono deposero sulla vetta della
Rocca la statua della Madonna. Da allora questa Madonna, tanto Cara ai caovuresi veglia
sulle nostre gioie, sul nostro lavoro e ci conforta quando siamo nel dolore.
Per questo vogliamo sperare che i nostri figli, ricordino negli anni quello che i nostri padri
hanno iniziato.
Alcuni famigliari dei promotori
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Elenco lavori eseguiti nella sacrestia
e da eseguirte
Allo stato attuale sono stati già realizzati i seguenti lavori:
- rimozione del palchetto di legno, con numerazione delle singole tavole per il loro successivo riposizionamento nella sede giusta;
- asportazione del terreno dal fondo della camera d’aria;
- rinforzo dei piastrini in mattoni reggenti il palchetto;
- esecuzione di buchi sui muri perimetrali per ottenere una corretta ventilazione della camera d’aria;
- rinforzo strutturale del pavimento in legno;
- demolizione del marciapiede esterno, su due lati per la costruzione di scannafosso;
- realizzazione di scannafosso per l’allontanamento del terreno del muro perimetrale e per garantire
una corretta ventilazione alla camera d’aria del pavimento.
I lavori, sospesi lo scorso mese di maggio, sono ripresi a metà del mese di settembre per il montaggio del palchetto di legno.
Ora si dovrà procedere alla ristrutturazione dei mobili internamente alla sacrestia in quanto inamovibili.
La vostra generosità pro Restauro Sacrestia
100,00 € in occasione del 45° AVIS; 500,00 € in suffragio di Zaninetti Livio;
200,00 € da UNITRE di Cavour; 525,00 € amici di don Mario;
150,00 € dal "Coro d’la Roca"; 176,00 € Museo Arte Sacra;
1.100,00 € N.N.
Spese finora sostenute per i lavori
A Ditta Marino 28.900,00 €
A Ditta Chiri 4.830,00 €
A Ditta Demarchi 3.904,00 €
DOMENICA 29 Gennaio 2006
ore 15,00: in ORATORIO
Incontro per i genitori dei bambini che riceveranno la PRIMA COMUNIONE
e quelli dei ragazzi che riceveranno la S. CRESIMA
sul tema
"La Messa si impara in famiglia"
relatore: don Bruno Ferrero – ELLEDICI
* Al termine dell’incontro saranno comunicate le date riguardanti
l’amministrazione della Prima Comunione e della S. Cresima.
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Noi Oratorio S. Lorenzo IN-FORMA
Durante Tuttomele si sono organizzate diverse attività di raccolta fondi che hanno fruttato complessivamente circa 9.000 Euro dei quali 1.800 Euro dalla sola gestione dei parcheggi.
In parte questi soldi verranno impiegati per le spese della Parrocchia e gli altri andranno a coprire
parte della spesa prevista per un nuovo progetto che vedrà la realizzazione di una chiesetta vicino
all’oratorio.
Tale spazio sarà ricavato dalla sistemazione globale dell’attuale locale a piano terreno nel fabbricato che si trova tra la Chiesa parrocchiale e l’oratorio stesso.
L’obiettivo di questa iniziativa è quello di creare un ambiente accogliente che favorisca il raccogliemmo e l’incontro personale o comunitario con Gesù per tutti coloro che lo desiderano, anche
quando la chiesa grande è chiusa oppure non viene aperta perché troppo costoso riscaldarla.
La nuova chiesetta darà la possibilità agli animatori e ai catechisti di vivere momenti di preghiera
specifici con i loro ragazzi in un contesto studiato apposta per avvicinarsi a Dio e dovrà diventare
un punto di riferimento per l’intera comunità.
• Ricordiamo che l’assemblea annuale con la cena in Oratorio è stata programmata per sabato 21
gennaio con la collaborazione dei frazionisti di san Michele.
Al termine dell’anno vogliamo dire
GRAZIE
A tutti coloro che si sono impegnati per il nostro oratorio confidando nel loro
Sostegno anche per l’ormai prossimo 2006.
BUON NATALE E BUON 2006!
Il DIRETTIVO
Ritrovate le tele rubate
Domenica 27 novembre la S. Messa delle ore 10,30 è stata celebrata in ringraziamento per il
ritrovamento dei preziosi dipinti, da parte del Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale
di Torino. Erano presenti, oltre al Comandante Tenente Massimo Colazzo, alcuni Suoi collaboratori.
Al termine della S. Messa, nei locali del Palazzo Municipale è stato offerto un rinfresco dal
Sindaco rag. Silvio Fenoglio, il quale ha elogiato l’operato del Nucleo Carabinieri per l’impegno profuso e la professionalità dimostrata, a nome di tutta la comunità.
Le quattro tele del tardo ‘600, dipinte ad olio, raffiguranti momenti della vita di Giuseppe,
l’uomo che da schiavo diventò il consigliere del Faraone, ispirati ai racconti della Bibbia,
erano state rubate in casa parrocchiale la sera del 17 febbraio scorso durante la Visita Pastorale
del Cardinale Severino Poletto.
Le preziose opere sono state ritrovate dai Carabinieri abbandonate in un rudere nei pressi del
Cimitero di Carignano e avvolte in teli di plastica. Naturalmente, due di queste tele hanno
risentito dei diversi mesi trascorsi all’aperto e sotto la pioggia e hanno riportato tagli e fori di
un certo rilievo, per cui necessitano di un intervento di restauro.
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Corrispondenza Missionaria
Da Poxoréu (Brasile) scrive…
Reverendissimo don Mario,
come vedi, ho nuovamente cambiato indirizzo.
Gesù ha detto: "Sono venuto per servire…" e noi se vogliamo essere la sua chiesa, dobbiamo fare
nostre le parole del Maestro.
Con il tempo tutto cambia, anche da noi. 75 anni or sono i Salesiani costruirono la Parrocchia e le 14
Cappelle in Alto Araguaia (a 300 Km. da questa Parrocchia). Quest’anno il Vescovo per sistemare i
nuovi sacerdoti ordinati lo scorso 24 aprile ha deciso di trasferirci, e così abbiamo dovuto ubbidire.
Abbiamo lasciato la Parrocchia, casa, mobili, arredi, televisore, tutto quanto possedevamo …. E ci
siamo ritirati.
La Provvidenza è grande e provvede a tutto. Così mi sono trovato in questa Parrocchia, come viceparroco, anche se ho già 80 anni e con molti problemi di salute (cuore, diabete…). Mio confratello
è un polacco, con il quale avevo già lavorato insieme nella Missione Xavante negli anni ’70.
Il paese in cui mi trovo è un luogo di Garimpeiros = cercatori di diamanti; qui predomina la povertà,
c’è poca morale e tanta violenza. I Salesiani si trovano qui da oltre settant’anni, hanno costruito la
Chiesa e un bel "Centro giovanile" con corsi professionali, dove ospitano circa 450 persone al giorno. Si tratta di giovani, adulti, adolescenti e 50 preadolescenti. Abbiamo una convenzione con il
governo di Mato Grosso per i professori e per la merenda del mattino e del pomeriggio per i vari gruppi. Ci rimane molto lavoro nella pastorale e nella catechesi.
Caro don Mario, ti ringrazio per l’amicizia e la preghiera; ringrazio i cari amici di Babano che mi
hanno inviato l’offerta di 500 Euro. Sia lodato il Signore.
Termino chiedendo la carità di pregare per il nostro apostolato missionario qui in Brasile, dove le
distanze e il clima (37- 38 gradi) sono molto diversi da Cavour. Noi qui preghiamo per tutti coloro
che ci fanno del bene e ci aiutano.
La Cara Ausiliatrice aiuti te e tutti gli amici di Cavour e anche noi.
In unione di preghiere
Padre Mario Gosso SDB
Manila – Filippine dicembre 2005
Carissimi,
un caldo saluto dalle bellissime isole Filippine
dell’estremo oriente. C’è tanta povertà, ma anche
tanta serenità. Il Natale si festeggia anche qui, tra
accoglienza e indifferenza. Il Signore che nasce
ripropone a tutti noi: amore, solidarietà e speranza. Nel volto e nel sorriso di migliaia di bambini,
che i nostri Missionari aiutano, scorgo anche il vostro volto solidale che diventa aiuto concreto per
Gesù che nasce.
A voi il mio grazie e la mia riconoscenza accompagnata da una preghiera tutta speciale.
Buon Natale e buon 2006
Don Gino
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In ricordo
dell’amica Marina
Ti dicono: “Sarebbe bello scrivere qualcosa
su Marina per il bollettino parrocchiale” e tu
rispondi: “Sì, certo, lo faccio io… E poi ti
metti davanti ad un foglio bianco e lo guardi e pensi … mah …Marina è stata la
migliore Amica che si potesse avere.
Abbiamo condiviso tutto il condivisibile…
Eppure … il foglio rimane bianco! Perché?
Forse perché i ricordi sono troppi? Oppure
perché le emozioni sono ancora troppo forti?
… O magari semplicemente perché di fogli ne vorrei riempire a centinaia oppure banalmente perché
non riesco a scrivere di Marina coniugando i verbi al passato!
Lei è presente fra noi ed io lo posso sentire attraverso i legami inaspettati che ha saputo creare fra
persone sconosciute. Mi sono ritrovata a scrivere e-mail a persone mai viste eppure… mi sembrava
di conoscerle da sempre! Ho abbracciato e chiacchierato con persone con le quali non avrei mai pensato di scambiare una parola, persone con interessi così diversi dai miei ma uniti dal primo istante
dall’Amicizia e dall’affetto profondo per Marina, la fortuna di averla incontrata nella nostra vita!
E tutto questo grazie alla profondità con la quale Marina ha saputo vivere ogni attimo della sua esistenza. Ripensando alle sue scelte, bé .. credo che la frase: “Provo, poi se non riesco pazienza” lei
non l’abbia mai neanche pensata. Ogni scelta, che fosse professionale, personale, affettiva o quant’altro l’ha sempre fatta con consapevolezza ed ha sempre fatto affidamento sulla sua forte determinazione per portare a termine i progetti che aveva abbracciato. Parlando di Marina con degli amici di
Pesaro, ad un certo punto Patrizia ha detto: “Se una cosa si può dire di Marina è che è sempre stata
determinata, non ostinata, ma determinata”. In quel momento mi è passato davanti il film della sua
vita e ho realizzato quanto fosse vera la riflessione di Patrizia!
E subito dopo ho pensato come fosse bello che una persona che la conosceva da tre, quattro anni
potesse parlare di Marina usando le stesse parole che avremmo potuto usare noi che l’abbiamo conosciuta da bambina e chi da ragazzina. Ho immediatamente pensato che questo potesse significare
solo una cosa: che Marina aveva vissuto una vita coerente con se stessa sempre, in ogni luogo e con
chiunque si fosse trovata davanti. Per questo sono convinta che Marina abbia vissuto una vita vera,
piena, sapendosi circondare solo di persone sincere e nelle quali potesse trovare riscontro alla sua
onestà e lealtà affettiva. Ha saputo fare delle scelte senza rinnegarle mai: ha faticato per portarle a termine … ed è anche riuscita nell’impresa!
Penso che anche per questo chiunque abbia avuto la fortuna di incontrare Marina nel corso degli anni
abbia il dovere di custodire dentro di sé la capacità di vivere libera e consapevole che lei sapeva trasmettere. Quanti di noi pensano che per lasciare un segno si debba apparire più degli altri, alzare la
voce, dimostrare di essere i migliori, competere ad ogni costo… Ecco, tutto questo Marina non lo ha
mai fatto …ma che segno ha lasciato, con la sua discrezione, dentro ognuno di noi?
Un segno profondissimo, un seme che deve trovare solo terreno fertile!
Grazie Marina!
Monica e gli amici
In suffragio di Marina Monge sono stati consegnati a padre Gino Zantedeschi – pro missioni
Thailandia 1.035 Euro (famigliari, parenti, amici e conoscenti della giovane).
21
In ricordo
dell’amico Livio
E’ difficile trovare le parole per esprimere questo stato
d’ animo, ci scopriamo incapaci di dare una spiegazione al vuoto che hai lasciato, un significato alla vita, che
in questi momenti è come una ripida parete da scalare.
Ricordiamo i momenti passati in tua compagnia e
viene naturale sorridere, poiché ci rendiamo conto di
avere nel cuore un’immagine limpida e indelebile di te,
ed è questa che vogliamo conservare.
La nostra speranza è che nel luogo in cui sei ora tu
possa trovare la serenità e la pace che meriti.
Ciao Livio, noi non ti dimenticheremo
I tuoi amici
Vai libero
per le tue montagne
arrampica
le tue pareti
nell’aria elettrica
dell’inverno
con la luce
ancora della luna
come hai scritto tu.
In suffragio di Livio Zaninetti sono stati raccolti:
744, 13 euro (offerte S. Messa) e 3.329, 00 euro (ricavato cena del 22.10.05) e consegnati alla Comunità
Jesus Menino di Petropolis – Brasile.
RENDICONTO VOLONTARIATO VINCENZIANO
dal 01.11.2004 al 31.10.2005
A suffragio dei defunti:
Bordalotta Luigi e Maria 50,00 €; Peretti 100,00 €; Camusso Maddalena 750,00 €; Prassede
Martini ved. Amparore 300,00 €.
Offerte:
31.10, 1 e 2.11: 1574,00 €; offerte nella domenica delle Palme: 1205,80 €; contributo del
Comune di Cavour: 1100,00 €; questua interna (offerta delle consorelle): 1025,00 €.
22
ATTIVO
PASSIVO
€ 6.104,80
€ 5.349,24
IN CASSA
€
755,56
Dai Registri Parrocchiali
RINATI A VITA CRISTIANA
- Pastore Fabiana;
- Barotto Alessandro.
AUGURI E FELICITAZIONI A...
- Ippomei Luigi e Gamba Daniela
per il 25° di matrimonio celebrato il
22 maggio;
CHIAMATI ALLA VITA ETERNA
- Franco Luigi di anni 72;
- Longhi Norma di anni 85;
- Pallo Maria in Lungo Vaschetti
di anni 68;
- Bruno Lucia ved. Rossetti di anni 84;
- Cerutti Francesco di anni 87.
- Cotella Antonio e Davico Maria
per il 40° di matrimonio celebrato il
24 luglio;
- Giusiano Domenico e Bruno Lucia
per il 50° di matrimonio celebrato il
18 settembre;
- Bruno Maurilio e Baretta Domenica
per il 50° di matrimonio celebrato il
25 settembre.
Pubblicazione a norma dell'articolo 2 del Concordato - Dir. Resp. Don Mario RUATTA
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