La vera storia di Babbo Natale

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La vera storia di Babbo Natale
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La vera storia di Babbo Natale
Author : La Redazione
Date : dic 6, 2012
Verso l’anno Mille una nuova personalità, san Nicola, si presenta come fonte di felicità per i
bambini e come portatore di regali. Una episodio della sua vita riferisce che Nicola, avendo
appreso che un confinante di casa, diventato povero, stava considerando di indurre alla
prostituzione le figlie per guadagnare del denaro per le loro nozze, indusse Nicola a prendere
un mucchio di monete d’oro avvolte in un sacchetto per gettarle di notte attraverso la finestra
aperta di casa del vicino. L’inaspettata offerta consentì al padre disperato di maritare la prima
figlia. Nicola replicò l’atto ed il padre fu in grado di dare in moglie l’altra figlia. La terza volta il
padre sorprese il benefattore, che tuttavia gli fece giurare di non svelare la cosa a nessuno. Tra
la fine dell’XI secolo e la metà del XII molti scrittori, poeti e artisti diedero vita a leggende su
san Nicola che richiama in vita tre bambini o tre scolari.
Facendo riferimento a uno studioso statunitense, dovette essere in Francia che agli inizi del XII
secolo ebbe inizio l’uso di dare regali nel nome di san Nicola. Le religiose dei monasteri delle
province centrali promossero l’usanza di lasciare regali segretamente alle case di famiglie
bisognose con bambini la vigilia di san Nicola. Fino al 1400 Nicola era da tutti celebrato come il
santo della carità e dell’elemosina, il santo delle fanciulle da marito e dei bambini.
San Nicola era stato fino a quella epoca l’esempio di qualunque persona volesse fare del bene
al prossimo senza aspettare un riconoscimento. Questo atteggiamento di perfetta spiritualità
venne nondimeno a sovrapporsi con la materialità della strada, nonché con i giovani, più volte
appassionati ad azioni di altruismo, ma similmente mossi da comportamenti goliardici. Questi
due aspetti del Santo, quello sacro e quello profano, confluirono in una figura che comparve
verso la metà del 1400, e che potremmo ritenere il primo vero Santa Claus. La principale
informazione, in tal senso, risale al 1480. È di questo anno una lettera che Peter Schott
indirizzava al nunzio papale in cui si informava che a Strasburgo dal 6 dicembre al 4 gennaio si
aggirava un uomo vestito da san Nicola che raccoglieva beni e cose varie che in seguito
donava in elemosina.
Sempre al XVI secolo risale la prima documentazione dell’uso del caminetto, anziché della
finestra, come tema giocoso-drammatico dell’arrivo di S. Nicola.
Sebbene il protestantesimo, soprattutto in Olanda, prese provvedimenti contro la devozione di
san Nicola, i coloni olandesi vollero portare con sé in America, nella prima metà del XVII secolo,
la venerazione a san Nicola e le loro tradizioni nicolaiane.
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A questo punto Nicola era entrato irresistibilmente nel folklore statunitense. Nel 1821 veniva
presentato un opuscolo dal titolo “L’Amico dei Bambini”. Si trattava della prima testimonianza
letteraria in cui si parlava delle renne. Un elemento che ritornerà l’anno dopo nella più celebre
poesia di Natale che sia stata mai scritta “La Visita di S. Nicola”, di Clement Clarke Moore. Nel
Natale del 1822 Moore si trovava in famiglia e facendosi trasportare dall’aria della festa, scrisse
un componimento in versi in cui non solo Nicola è visto su una slitta di renne, ma è descritto
come un elfo. Questi elementi influenzeranno l’immagine di san Nicola fino ad oggi, ma
Clement Moore continuava lo stesso a chiamarlo St. Nicholas, o affettuosamente St. Nick.
Nella prima metà del XIX secolo vennero alla luce differenti modi di raffigurare san Nicola. Molti,
forse legati ai gruppi olandesi, lo rappresentavano con un abbigliamento più somigliante ai
consueti vestiti del tempo, con un colbacco, altri si orientarono alla prima raffigurazione a colori
di Santa Claus, creata nel 1837 da Robert Walter Weir. Col copricapo che gli scende sulle
spalle e con abiti più vicini agli attuali. Se non fosse per il copricapo più somigliante ad un
colbacco, il san Nicola del New York Mirror si avvicina di più alla figura fantasiosa.
Negli anni cinquanta prevalse l’aspetto di Santa Claus come elfo e nonostante avesse perso
del tutto l’aspetto del vescovo, tutti i libri e i giornali continuavano a chiamarlo St. Nicholas, o
talvolta Santa Claus. Gli statunitensi ormai si erano appassionati a san Nicola, ma erano
continuamente alla ricerca di una sua rappresentazione.
Nel corso del decennio 1880-1890 nasce una nuova rappresentazione di Santa Claus con un
vestito rosso abbastanza lungo, decorato da bordi bianchi e con il cappuccio rosso. A compiere
questa nuova trasformazione fu Louis Prang (1823-1909), il promotore della cartolina
statunitense e fu qui che ebbe luogo l’ultima metamorfosi di san Nicola o Santa Claus nel
Babbo Natale americano, poi ripresentato in Europa, come un uomo paffutello, con gli occhi
vivaci e con cappuccio rosso. All’artista Haddon Sundblom. la Coca Cola commissionò nel
1931 una serie di rappresentazioni di Santa Claus che potesse propagandare la popolare bibita.
Queste rappresentazioni furono consegnate a quasi tutti i magazine e quotidiani del tempo,
attraverso un’azione di mercato mondiale.
Antonio Calisi
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