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Sfide comuni, obiettivi condivisi Progetto cofinanziato dall’Unione Europea News letter Progetto DE.DU.ENER.T Programme Instrument Européen de Voisinage et de Partenariat (IEVP) Coopération Transfrontalière (CT) - Programme ENPI Italie-Tunisie 2007-2013 “Le Développement durable dans la production énérgetique dans le territoire” Ps 2.3.005 CUP: C17D13000000006 Progetto DE.DU.ENER.T. avvio della connessione dell'impianto ibrido alla rete VALDERICE (TP) Novità interessanti per il sia 2007-2013- -Programme Instrument Eu- Progetto "Le Développement Durable dans la ropéen de Voisinage et de Partenariat production Énergétique dans le Territoire" (IEVP). ENEL Distribuzione,infatti, ha prov- acronimo DE.DU.ENER.T. Programma di Coo- veduto alla connessione dell’impianto ibrido perazione Transfrontaliera (CT) Italia- Tuni- alla rete. Il presente documento è stato realizzato grazie all'aiuto finanziario dell'Unione Europea nell'ambito del Programma ENPI CT Italia–Tunisia 2007-2013. Il contenuto del presente documento è di esclusiva responsabilità del Comune di Valderice e non può in nessun caso essere considerato come riflesso della posizione dell'Unione Europea o della posizione delle Strutture di gestione del Programma Progetto cofinanziato dall’ Unione Europea - Programma ENPI Numero 7 Marzo 2016 Pagina 2 Progetto DE.DUE.ENER.T - Programme ENPI CT Italie-Tunisie 2007-2013 Il progetto DE.DU.ENER.T. intende sviluppare una strategia comune per la diffusione delle Energie Rinnovabili e dell'Efficienza Energetica, rafforzando la piattaforma di cooperazione tra l' I t a l i a e l a T u n i s i a . Il Comune di Valderice in qualità di capofila del progetto DE.DU.ENER.T ha coordinato i lavori del partenariato, composto dal Centre de Recherches et des Technologies de l'Energie CRTEn Technopôle Borj Cedria (Tunisia), il Consorzio Universitario della Provincia di Trapani (Italia) e la Provincia Regionale di Trapani (Italia). Il progetto DE.DU.ENER.T. prevede la realizzazione di dimostratori di microsistemi energetici sostenibili in grado di integrare e gestire i servizi e le risorse energetiche gravitanti su sistemi di edifici, complessi di edifici, centri di consumo del tipo residenziale, commerciale e terziario (sottosistema energetico centro di consumoedificio); di sistemi di microproduzione di energia da fonti rinnovabili (sottosistema energetico microproduzione) e sistemi di accumulo di energia elettrica (sottosistema energetico di storage elettrico). L’aspetto scientifico innovativo del progetto consiste nel dimostrare, attraverso la sperimentazione del dispositivo, che i centri di consumo (carichi) non sono semplici elementi passivi, bensì, integrandosi con gli altri sottosistemi (di generazione e di accumulo), diventano microsistemi energetici autosufficienti in grado di ottimizzare risorse e flussi energetici. Attualmente le procedure di allaccio alla rete degli utenti attivi stabilite dall'AEEGSI parlano genericamente di impianto di produzione, senza differenziare impianti alimentati da un'unica fonte rinnovabile e impianti ibridi alimentati da più fonti (ad esempio Eolico e Fotovoltaico). In realtà, sia TERNA che gestisce il portale per l'anagrafica degli impianti di produ- Pagina 3 Progetto DE.DUE.ENER.T - Programme ENPI CT Italie-Tunisie 2007-2013 zione (GAUDI') che il Distributore, ad oggi, non forniscono una procedura chiara per la connessione alla rete degli impianti ibridi, dato il carattere di innovatività di questa tipologia di impianti. Per tale ragione la connessione dell'impianto alla rete ENEL ha determinato un precedente che può essere considerato un output inatteso del progetto DE.DU.ENER.T. La potenzialità e la funzionalità che il microsistema energetico possiede consentirà di individuare, le strategie e le logiche di energy management (sia in assetto stand-alone che grid-connected), nonché ,i requisiti e le specifiche su cui basare lo sviluppo del sistema di acquisizione, supervisione e controllo dei diversi sottosistemi energetici, al fine di fornire una visione integrata degli aspetti di dispacciamento e controllo delle unità di generazione e carico. La realizzazione del microsistema energetico sostenibile trasformerà l'edificio del Comune di Valderice (Italia) e del CRTEn (Tunisia) in veri e propri laboratori guida per la sperimentazione di tecniche, tecnologie, soluzioni e strategie orientati alla reale implementazione del modello smart grid. Sulla scorta degli output individuati nelle precedenti attività si procederà all’analisi dei profili di assorbimento sia in configurazione stand-alone che grid-connected. Dai risultati di tale analisi si potranno individuare e valutare gli effetti, sia funzionali che economici, di una serie di strategie di gestione del microsistema. La fase di sperimentazione, già avviata, fornirà una serie di dati per valutare gli effetti che la diffusione di microsistemi energetici può avere sul sistema elettrico, sia a breve termine (riduzione di perdita di potenza lungo la rete, differimento nel tempo di interventi di rafforzamento e sviluppo del sistema elettrico, riduzione delle emissioni climalteranti) che a medio-lungo termine (future architetture di sistema elettrico - microreti autonome e non autonome, virtual power plant – innovative modalità di connessione e gestione dei microsistemi energetici sostenibili). Progetto DE.DUE.ENER.T - Programme ENPI CT Italie-Tunisie 2007-2013 Progetto DE.DU.ENER.T. Il Comune di Valderice aderisce alla Giornata del Risparmio energetico “M'Illumino di meno 2016” Il Comune di Valderice, attraverso il progetto DE.DU.ENER.T, rappresenta il polo di sperimentazione scientifica di un nuovo modello di sostegno all'edilizia "zero energy" che mira a migliorare la strategia comune per la diffusione delle energie rinnovabili e dell'efficienza energetica rafforzando la piattaforma di Cooperazione Italia-Tunisia. Il progetto inten- de sviluppare una strategia comune per la diffusione delle Energie Rinnovabili e dell'Efficienza Energetica, rafforzando la piattaforma di cooperazione tra l'Italia e la Tunisia. Per la Giornata del Risparmio Energetico “M’illumino di meno” 2016, il Comune di Valderice ha contribuito al rispetto dell’ambiente e all’uso razionale delle risorse energetiche, dando il buon VALDERICE (TP) 22/02/2016 Il Comune di Valderi- esempio : riducendo l'uso delle luci negli ce, progetto uffici comunali, spegnendo e non lascian- DE.DU.ENER.T. “Le Développement durable dans la do in stand by gli apparecchi elettronici, production territoi- abbassando i termosifoni, promuovendo re”, finanziato dal Programma di Cooperazione l’uso di mezzi pubblici e tutti i mezzi a Transfrontaliera (CT) ENPI Italia-Tunisia 2007- basso impatto energetico tra cui la bici- 2013-Programme Instrument Européen de Voisina- cletta. Il sindaco del Comune di Valderice, ge et de Partenariat (IEVP) ha aderito alla 12° edi- Avv. Girolamo Spezia, da sempre sensibile zione della Giornata del Risparmio energetico al tema della sostenibilità ambientale, ha ‘M’illumino di Meno’ tenutosi il 19 febbraio 201- invitato i cittadini e i sindaci dei Comuni 6. L'iniziativa è la più grande campagna radiofonica limitrofi ad aderire all'iniziativa, promuo- di sensibilizzazione sul Risparmio Energetico, pro- vendo azioni e politiche attive che sottoli- mossa dalla trasmissione Caterpillar di Rai Radio 2, neano l'importanza del risparmio energe- patrocinata dal Parlamento europeo, dal Senato del- tico e dell'uso intelligente dell’energia al la Repubblica, dalla Camera dei Deputati, dal Mini- fine di migliorare la qualità della nostra stero della Pubblica Istruzione, Università e Ricerca vita. nella qualità di energétique capofila dans (MIUR) e dal Ministero dell’Ambiente. nel le Pagina 4 Progetto DE.DUE.ENER.T - Programme ENPI CT Italie-Tunisie 2007-2013 Rinnovabili: Ue oltre 1 mln occupati, Italia quarto posto Il settore delle energie rinnovabili nell'Unione europea si mantiene oltre il tetto di un milione di occupati, con un giro d'affari di circa 143,6 miliardi di euro. A mettere nero su bianco gli ultimi dati del 2014 è il nuovo rapporto pubblicato da EurObserv'ER, che effettua il monitoraggio dei trend delle energie verdi nell'Unione europea. Secondo il documento, l'Italia con 82.500 occupati si piazza al quarto posto fra i Paesi Ue con la maggiore quota di posti di lavoro legati al settore delle rinnovabili dopo Germania (347.400), Francia (169.630) e Gran Bretagna (92.850), prima della Spagna (60.950), Svezia (50.350) e Danimarca (40.900). Ad incidere nei primi tre Paesi sono soprattutto eolico, fotovoltaico, biomasse, biocarburanti, pompe di calore e idroelettrico. Il settore nel complesso segna una perdita di 44mila posti di lavoro fra 2013 e 2014, che passano da 1,15 milioni a 1,11 milioni, a seguito delle preoccupazioni degli investitori per i tagli alle politiche di incentivi in diversi Stati membri e l'impatto indiretto della crisi finanziaria degli ultimi anni. Secondo il rapporto, a subire il maggiore calo il settore del fotovoltaico, che non è stato compensato dagli aumenti nell'eolico. Con 120.250 occupati, il comparto appare sempre più distante dai leader delle energie verdi: eolico (314.000), che avanza specie con impianti off-shore, e biomasse (306.000). In Italia si contano 20mila gli occupati nell'eolico, 19mila nelle biomasse, 10mila nel fotovoltaico, 8.500 nel campo delle pompe di calore, 5.500 sia per il geotermico che per i biocarburanti, 5mila per il biogas. In termini di giro d'affari, la classifica dei Paesi leader nell'Ue non cambia, con l'Italia che su un totale di 143,6 miliardi ne vale oltre 16, al quarto posto dopo la Germania, che ne macina il doppio, quasi a quota 33 miliardi, la Francia circa a 18,9 miliardi, poi la Gran Bretagna con 17,2 miliardi. Al quinto posto si piazza la Danimarca con 12,5 miliardi, la Spagna quasi a 7,5 miliardi, poi Svezia a 6.2 e Austria a quota 5,5 miliardi. L'eolico nell'Unione europea si conferma il principale volano di crescita e occupazione in tutto il settore delle rinnovabili, con oltre 324mila posti di lavoro e un giro d'affari di 48,3 miliardi, seguito dalle biomasse con 36 miliardi e 306mila occupati. Il fotovoltaico incide per 15,4 miliardi e 120mila posti di lavoro, mentre pompe di calore e biocarburanti contano 13,8 e 13,4 miliardi di euro, seguiti da biogas, idroelettrico, solare termico e geotermico. www.ansa.it Solare in Europa torna a crescere, segna +15% in 2015 Dopo tre anni consecutivi di declino, il solare in Europa l'anno scorso è tornato a crescere con 8 GW di connessioni in più in rete, segnando quindi un aumento del 15%. Il bilancio arriva dall'associazione dell'industria del settore, SolarPower Europe (ex Epia), secondo cui a livello globale l'aumento dei collegamenti alla rete di questa fonte di energia verde è stato del 25%, passando da 40,2 GW del 2014 a 50,1 GW del 2015. Nel complesso, nel mondo si stima che la capacità attuale ammonti a 228 GW di capacità attuale. Con circa 100 GW installati, rimane comunque l'Europa il continente con la quantità maggiore di energia prodotta da impianti solari e una media di consumo di quasi il 4% di elettricità prodotta, mentre nei mercati più maturi, come Germania, Grecia e Italia, la quota di solare arriva a circa l'8%. La domanda di energia solare l'anno scorso in Europa è arrivata soprattutto da Gran Bretagna, Germania e Francia, tre Paesi che da soli hanno totalizzato il 75% delle nuove connessioni, cioè 5,3 GW, con il Regno Unito in pole a quota 3,7 GW. "La sfida ora è quella di padroneggiare la fase di transizione da un mercato europeo del solare che è cresciuto tramite incentivi elevati a nuovi sistemi basati sul mercato, in cui un utente usa l'energia solare per l'auto-consumo nei settori residenziale, commerciale e industriale" spiega James Watson, ad di SolarPower Europe. "Ora dobbiamo creare un progetto di mercato intelligente che si basa sui punti di forza della tecnologia solare che sia capace di trarre profitto dal basso costo raggiunto" conclude Watson www.ansa.it Pagina 5 Progetto DE.DUE.ENER.T - Programme ENPI CT Italie-Tunisie 2007-2013 Celle solari leggere come una bolla di sapone. Un materiale così leggero da non sapere nemmeno di averlo sulla maglietta o sul notebook Al Massachssetts institute of technology (MIT) invitano ad immaginare celle solari così sottile, flessibili e leggere da poter stare su qualsiasi superficie, da un capello a una camicia o uno smartphone o perfino su un foglio di carta o un palloncino, così “leggere” da poter stare su una bolla di sapone. Un sogno che i ricercatori del MIT hanno già realizzato, grazie a un finanziamento ENI, attraverso l’Eni-MIT Solar Frontiers Center, e della National Science Foundation Usa, producendo le celle solari più leggere e sottili di sempre e dicono: «Anche se per svilupparlo in un prodotto commerciale potrebbero volerci anni, , il laboratory proof-of-concept mostra un nuovo approccio che per realizzare celle solari che potrebbero aiutare a fornire energia alla prossima generazione di dispositivi elettronici portatili». Il nuovo procedimento è descritto nello studio “In situ vapor-deposited parylene substrates for ultra-thin, lightweight organic solar cells” su Organic Electronics da Vladimir Bulović, Annie Wang e Joel Jean, e Bulović spiega che «La chiave per il nuovo approccio è quello di ottenere con un unico processo la cella solare, il substrato che la sostiene e una ricopertura protettiva per proteggerla dall’ambiente. Il substrato è realizzato in una posizione e non deve essere gestita, pulita, o rimossa dal vacuum durante la fabbricazione, riducendo al minimo l’esposizione alla polvere o ad altri contaminanti che potrebbero degradare le prestazioni della cella. Il passo innovativo è l’aver realizzato che si può far crescere il substrato allo stesso tempo mentre cresce il dispositivo». Per questo primo esperimento il team dl MIT ha utilizzato il parylene, un polimero flessibile comune, sia come substrato che per la ricopertura, e il DBP, un materiale organico, come strato fotoassorbente primario e sottolinea che «Il parylene è un rivestimento in plastica disponibile in commercio ampiamente utilizzato per proteggere dai danni ambientali i dispositivi biomedici impiantati e i circuiti stampati. L’in- tero processo avviene in una camera a vuoto a temperatura ambiente e senza l’uso di solventi, a differenza della fabbricazione di celle solari convenzionale, che richiede alte temperature e prodotti chimici. In questo caso, sia il substrato che la cella solare vengono “coltivati” utilizzando tecniche di deposizione di vapori stabilizzati. Queste scelte di particolari materiali sono solo esempi», mentre l’innovazione principale è la produzione del substrato. Per il substrato e l’incapsulamento potrebbero essere utilizzati diversi materiali e diversi tipi celle solari a film sottile, compresi punti quantici o perovskiti, potrebbero essere sostituiti con gli strati organici utilizzati nei test iniziali. Ma già ora il team ha ottenuto le celle solari complete più sottili e più leggere mai realizzate e per dimostrarlo ne hanno inserita una sopra una bolla di sapone, senza scoppiare la bolla. I ricercatori riconoscono che questa cella potrebbe essere troppo sottile per poter essere utilizzata: basterebbe «Un respiro troppo forte si potrebbe soffiarla via . spiega Jean – ma i film di parylene con spessori fino a 80 micron possono essere depositati facilmente su attrezzature commerciali di uso comune, senza perdere gli altri benefici della i formazione substrato in linea». Se prima i ricercatori utilizzavano un supporto di vetro loro celle solari, Jean dice che ora «potrebbe essere qualcos’altro. È possibile utilizzare quasi tutto il materiale, dal momento che la trasformazione avviene in condizioni così benigne. Il substrato e la cella solare possono essere depositati direttamente sul tessuto o sulla carta, per esempio. Mentre la cella solare in questo dispositivo dimostrativo non è particolarmente efficiente, a causa del suo peso ridotto, il rapporto potenza-peso è tra i più alti mai raggiunto. Questo è importante per le applicazioni in cui il peso è essenziale, come ad esempio sui veicoli spaziali o sui palloni di alta quota utilizzati per la ricerca». www.greenreport.it Pagina 6 Progetto DE.DUE.ENER.T - Programme ENPI CT Italie-Tunisie 2007-2013 Interventi di efficienza energetica ad un professionista per l’accatastamento dell’immobile. Gli interventi accedono agli incentivi del Conto Termico limitatamente alla quota eccedente quella necessaria per il rispetto degli obblighi di integrazione delle fonti rinnovabili negli edifici di nuova costruzione e negli edifici esistenti sottoposti a ristrutturazione rilevante, previsti dal D.Lgs. 28/11 e necessari per il rilascio del titolo edilizio. Chi può richiedere gli incentivi Tipologie di intervento incentivabili: Possono accedere agli incentivi previsti dal DM 28/12/12 i seguenti interventi di incremento dell'efficienza energetica: a) isolamento termico di superfici opache delimitanti il volume climatizzato; b) sostituzione di chiusure trasparenti comprensive di infissi delimitanti il volume climatizzato; c) sostituzione di impianti di climatizzazione invernale esistenti con impianti di climatizzazione invernale utilizzanti generatori di calore a condensazione; d) installazione di sistemi di schermatura e/o ombreggiamento di chiusure trasparenti con esposizione da Est-Sud-Est a Ovest, fissi o mobili, non trasportabili. Per poter accedere all’incentivo, gli interventi sopra citati devono essere realizzati in edifici esistenti e fabbricati rurali esistenti. Tali edifici e fabbricati rurali, comprese le pertinenze, devono essere iscritti al catasto edilizio urbano o deve essere stata dichiarata la fine lavori e presentata la richiesta di iscrizione al catasto edilizio urbano antecedentemente al 03/01/13 (data di entrata in vigore del Decreto). In alternativa, è sufficiente la dichiarazione di fine lavori antecedente al 03/01/13 e l’avvio della procedura di affidamento dell’incarico Solo le Amministrazioni pubbliche possono richiedere gli incentivi per la realizzazione di interventi di incremento dell'efficienza energetica, con le modalità descritte nella pagina web Come accedere agli incentivi. Per gli interventi di incremento dell' efficienza energetica l’incentivo consiste in un contributo pari al 40% delle spesa ammissibile sostenuta. Ad ogni tipologia di intervento sono associati costi massimi ammissibili unitari ed un valore massimo dell’incentivo erogabile. Gli incentivi per un singolo edificio/ immobile sono da intendersi utilizzabili una sola volta per singolo intervento o, laddove previsto, fino al raggiungimento del massimale del valore di incentivo ammissibile per tipologia di intervento. Il Decreto prevede anche un incentivo specifico per la Diagnosi Energetica e la Certificazione Energetica, se elaborate contestualmente agli interventi e secondo criteri che saranno specificati nelle Regole Applicative del GSE. L’incentivo coprirà il 100% o il 50% delle spese sostenute in funzione del soggetto ammesso. Il valore massimo ammissibile per questo incentivo è determinato in base alla destinazione d’uso e alla superficie utile dell’immobile oggetto di intervento www.gse.it Pagina 7 Progetto DE.DUE.ENER.T - Programme ENPI CT Italie-Tunisie 2007-2013 Fotovoltaico e biosensori, il futuro è nelle nanofibre? C’è molto genio italiano dentro NANOJETS, il progetto europeo dedicato alla creazione di nanofibre polimeriche di ultima generazione. Il lavoro di ricerca che si chiuderà nel 2018 dopo ben 5 anni di studi, è coordinato dal Prof. Dario Pisignano del Dipartimento di Matematica e Fisica “Ennio De Giorgi” dell’Università del Salento e ricercatore presso l’Istituto di Nanoscienze del CNR a Lecce. Ma per capire di cosa si occupi il progetto, bisogna fare qualche passo indietro. Negli ultimi anni, la produzione di materiali organici nanostrutturati in forma di fibre ha raggiunto progressi significativi sia in termini di lavorazione che di funzionalizzazione spalancando le porte ad un ruolo da protagonista delle nanofibre in settori la raccolta energetica (come nel caso del fotovoltaico) o la fabbricazione di biosensori. Realizzare strutture su scala nanoscopica presenta però dei problemi d’ottimizzazione non indifferenti quando il prodotto finale ha come obiettivo quello di “emettere luce”. Uno dei motivi di que- sta difficoltà è che nel processo di fabbricazione ci sono moltissime variabili che devono essere controllate, e questo fa lievitare i costi e riduce le efficienze produttive. O sarebbe meglio dire presentava, dal momento che gli scienziati di NANO-JET sono riusciti a compiere un notevole passo avanti a mettere a punto una nuova tecnica di fabbricazione chiamata filatura elettrostatica, o “elettrofilatura”. di un processo in cui campi elettrificati sono applicati ad alcuni augelli da cui viene fatta uscire una soluzione polimerica. I filamenti di polimeri risultanti presentano proprietà ottiche migliorate. Inoltre sono estremamente flessibili e capaci di adattarsi a qualsiasi superficie. Questa svolta si legge su CORDIS news potrebbe portare alla fabbricazione economicamente vantaggiosa di fibre a emissione di luce su scala nanometrica, le quali possono essere usate in sensori in pannelli solari e persino nei capi di abbigliamento “intelligenti” che sono in grado di reagire all’ambiente. Rinnovabili.it Fuel cell solari, in arrivo la nuova generazione La tecnologia alla base della fotoelettrolisi fa un salto in avanti e accorcia le distanze che ci separano da un futuro di carburanti solari producibili su larga scala. I progressi in questo campo arrivano dall’Università del Texas ad Arlington: qui un team di chimici ha sviluppato nuovi materiali ad alte prestazioni per le fuel cell solari, pile dotate di particolari elettrodi capaci di sviluppare una corrente in seguito all’assorbimento di energia luminosa. Questi dispositivi vengono progettati soprattutto con l’obiettivo di sfruttare la luce per dividere elettricamente l’anidride carbonica e l’acqua in combustibili utilizzabili come metanolo e idrogeno. “Le tecnologie che ci permettono contemporaneamente di rimuovere i gas ad effetto serra mentre sfruttano e immagazzinano l’energia solare sono in prima linea nella ricerca attuale”, ha commentato Krishnan Rajeshwar, professore di chimica e biochimica e co-fondatore del centro energia rinnovabile dell’Università. La chiave del progetto texano un materiale ibrido composto da una rete di nano tubi in carboni molto lunghi, la cui superficie è rivestita da uno strato omogeneo di minuscoli cristalli in ossido di rame. Il composto creato svolge due ruoli fondamentali all’interno della fuel cell solare: possiede un’elevata conducibilità elettrica legata alla nano struttura in carbonio e possiede tutte le qualità richieste al fotoanodo (l’elettrodo su cui avviene la reazione di ossidazione). Il risultato, spiegano i chimici, è una conversione efficiente dei raggi luminosi in una corrente elettrica necessaria per il processo di riduzione fotoelettrochimica. Rinnovabili.it Pagina 8 Progetto DE.DUE.ENER.T - Programme ENPI CT Italie-Tunisie 2007-2013 Energia eolica dagli “alberi”, la scommessa della Ohio University Nuovi strumenti per la raccolta dell’energia eolica potrebbero presto divenire parti integrali di ponti ed edifici. Alla Ohio State University, un team di scienziati sta progettando delle strutture meccaniche simili ad alberi artificiali capaci di produrre energia elettrica quando mossi dal vento. La “somiglianza” non è casuale: la ricerca – pubblicata in un recente numero del Journal of Sound and Vibration – si basa su una precisa scoperta, ovvero su come le vibrazioni attraversano gli alberi o oggetti ad strutturalmente simili. L’idea alla base del lavoro è stata quella di riuscir a trovar un modo per sfruttare le risonanze interne naturali (con cui queste piante dissipano l’energia interna) attraverso la creazione di piccole foreste artificiali. Nel dettaglio l’ingegnere meccanico Ryan Harne e la sua squadra hanno determinato come sia possibile per strutture meccaniche ad albero riuscire mantenere le vibrazioni interne a una consistente frequenza nonostante gli input esterni siano di grandezza variabile e del tutto casuali (e quindi non costanti); questo, in altre parole, ha significato comprendere in che modo l’energia cinetica delle vibrazioni potesse essere sfruttata per un sistema di produzio- ne elettrico efficiente. Una volta scoperto il modello matematico alla base della risonanza interna, gli ingegneri hanno creato un piccolo “albero meccanico”, una struttura in acciaio dotata di un tronco e un ramo connessi fra loro da una striscia in fluoruro di polivinilidene (o PVDF). Quest’ultimo è un fluoropolimero altamente cristallino con note proprietà piezoelettriche, ovvero in grado di convertire le sue oscillazioni strutturali in energia. Il piccolo albero artificiale è stato montato su un dispositivo oscillante che lo ha scosso ad alte frequenze (piccole ampiezze) producendo una tensione di 0,8 Volt. Introducendo dei “disturbi” nell’oscillazione si è riusciti a portare la tensione a più del doppio: circa 2 volt. I valori sono ovviamente ancora molto bassi, ma i ricercatori ci tengono a ricordare che si tratta ancora di un proof-of-concept: energie casuali possono produrre vibrazioni utili per generare elettricità. Le prime applicazioni di questo lavoro potrebbero includere sistemi di alimentazione di piccoli sensori che monitorino l’integrità strutturale e la salute di infrastrutture civili, come edifici e ponti. rinnovabili.it Eolico supera idroelettrico in Ue, 15% capacità installata L'eolico supera l'idroelettrico e diventa la terza principale fonte di produzione di energia nell'Unione europea, con il 15,6% della capacità installata. I dati arrivano dall'ultimo rapporto della European Wind Energy Association (Ewea), secondo cui attualmente il vento potrebbe produrre 315 TWh e coprire l'11,4% del consumo di elettricità dell'Ue. L'anno scorso sono stati installati 12,8 GW di nuova capacità di eolico, il 44% di tutti i nuovi impianti di energia, di cui 9.766 MW onshore e 3.034 MW offshore, registrando una crescita complessiva del 6,3% rispetto al 2014. Il 47% di tutte le nuove installazioni di impianti eolici in Europa nel 2015 si è concentrato in un Paese: la Germania. L'Italia si piazza al nono posto con 295MW installati (2,3% dell'Ue), preceduta oltre che dalla Germania da Polonia (1,3GW), Francia (1GW) e Gran Bretagna (970 MW), poi Svezia, Olanda, Finlandia e Austria. L'anno scorso nel Vecchio Continente sono stati investiti 26,4 miliardi di euro per finanziare lo sviluppo dell'energia eolica, sottolinea il rapporto dell'Ewea, cioè il 40% in più rispetto al totale dell'investimento del 2014. L'Italia si trova al quinto posto della classifica, dopo Germania, Spagna, Gran Bretagna e Francia. "L'energia eolica è un'industria matura, ha senso economicamente e contribuisce in maniera significativa alla sicurezza energetica e agli obiettivi di competitività dell'Europa" ha commentato Giles Dickson, ad della Ewea. www.ansa.it Pagina 9 Progetto DE.DUE.ENER.T - Programme ENPI CT Italie-Tunisie 2007-2013 Il prezzo del petrolio scende? Merito delle energie rinnovabili Non possiamo che prendere positivamente la continua discesa del prezzo del petrolio che in questi giorni ha toccato record storici di ribasso. Grazie a questo il livello generale dei prezzi scende perché, al momento, la quasi totalità di prodotti e servizi del nostro fabbisogno sono strettamente legati al costo energetico di produzione e trasporto. Ma cosa ha spinto in reatà così in basso il prezzo del barile? D’istinto verrebbe da rispondere che la causa sia legata alle solite manovre geopolitiche e diplomatiche che hanno ad esempio permesso all’Iran di trattenere di nuovo commerci con l’occidente. La realtà va cercata più a fondo. Sappiamo che fortunatamente in tutto il pianeta l’utilizzo di energie rinnovabili è largamente cresciuto in questi anni, in modo particolare la realizzazione di impianti fotovoltaici ha registrato ottimi incrementi. Uno studio redatto dalla società di consulenza Mercom Capital rivela che perfino l’India, finora restìa nell’attuare politiche e processi di trasformazione ecologici, ha esteso del 12% gli impianti fotovoltaici sul proprio territorio. Una delle maggiori aziende italiane nele settore delle energie rinnovabili e del fotovoltaico, AS SOLAR, riferisce che nei prossimi anni il territorio indiano incrementerà ulteriormente le strutture di ben 3,6 gigawatt. Se poi teniamo in considerazione chi fa la parte del leone (o meglio in questo caso del dragone) è la Cina e scopriamo che anche qui si sono fatti enormi passi avanti nella messa in funzione di impianti fotovoltaici, è facile capire come la domanda mondiale di petrolio sia potuta scendere anche in presenza di un aumento della produzione. Ed è proprio questa la chiave di lettura: l’offerta di petrolio sul mercato è inevitabilmente aumentata in funzione del calo della domanda e del fatto che gli avidi Paesi produttori arabi non abbiano rallentato le quantità di estrazione. Questo per le più classiche logiche di mercato si traduce in una sola cosa: il calo dei prezzi. Ma come si distribuirà nell’immediato futuro la presenza degli impianti di energie rinnovabili sul nostro pianeta? Cina, Stati Uniti e Giappone copriranno assieme il 65% della domanda globale. Per quanto riguarda l’Europa sarà la Gran Bretagna il Paese con maggior sviluppo, ma fortunatamente anche l’Italia avrà la sua parte. Secono EY, un importante punto di riferimento del settore, l’Italia per il periodo 20152020 vedrà quadruplicare gli impianti con una crescita sia tra le aziende che tra i privati. Il deterrente sarà però la presenza di detrazioni fiscali per l’installazione che senza dubbio invogliano gli utilizzatori ad avvicinarsi all’utilizzo di fonti rinnovabili. Se il quadro normativo e fiscale italiano agevolerà l’installazione degli impianti i benefici non saranno solo per l’ambiente, ma anche in termini occupazionali con 27.000 nuovi posti di lavoro. Il valore aggiunto che si creerà con il passaggio alle energie rinnovabili è stimato in 1.060 milioni di euro a fronte di un aumento di capacità produttiva annuale di 1650 MW. In ogni caso quello di cui tutti noi dobbiamo essere consapevoli è che i nostri consumi energetici dovranno a breve svincolarsi dall’uso del petrolio. Anche se in momenti come questo lo troviamo a buon mercato, sappiamo tutti che questa fase può subire cambi repentini che si legano a precari equilibri bellici e geopolitici. Con il supporto di professionisti del settore, è oggi facilmente possibile trasformare la propria abitazione o la propria azienda tendendo la mano al sole o ad altre fonti rinnovabili, il risultato sarà sicuramente un notevole risparmio economico nonché un forte aiuto al futuro del nostro pianeta e alla sua sicurezza ecologica. www.e-cology.it Pagina 10 Progetto DE.DUE.ENER.T - Programme ENPI CT Italie-Tunisie 2007-2013 Un nuovo materiale fonte di energia 'verde' Un nuovo materiale in grado di replicare il meccanismo della fotosintesi delle piante potrebbe diventare una nuova fonte di energia sostenibile. Lo hanno sviluppato alcuni ricercatori dell'Università della Florida e illustrato in uno studio pubblicato sul Journal of physical chemistry. Il materiale in questione, spiegano, è in grado di catturare la luce del sole e di utilizzarne l'energia per "rompere" la molecola dell'acqua in ossigeno e idrogeno. È lo stesso processo che accade nella fotosintesi con cui le piante ottengono energia per la loro sopravvivenza. Questa scoperta - partita dallo studio di un composto multistrato estrapolato da birnessite, un minerale (ossido di manganese) naturalmente presente nel suolo - per gli scienziati pone le basi per interessanti prospettive. Potenzialmente, affermano, l'idrogeno ottenuto dalle molecole di acqua potrebbe essere trasportato in altri siti e bruciato come carburante. "In teoria - spiega il professor Jose L. Mendoza-Cortes - questa potrebbe essere una fonte di energia che si auto-sostiene. Forse in futuro si potrebbe mettere questo materiale sul tetto per trasformare l'acqua piovana in energia con l'aiuto del sole". E a differenza di altre fonti energetiche questa non avrebbe impatto negativo sull'ambiente: "non genera né CO2, né spazzatura", aggiunge Mendoza-Cortes. www.ansa.it Uno zaino vegetale ti aiuterà a combattere lo smog Sembra arrivare direttamente da un lontano futuro distopico dove l’aria contaminata non permette più la vita all’aperto, l’originale zaino vegetale “The Bag Plant“. In realtà il progetto, ideato da un gruppo di studenti di design alla Delft University, nasce per le nostre città attuali, come ingegnoso sostituto delle sempre più comuni mascherine antismog. Mentre gli allarmi sull’inquinamento atmosferico si accendono sul mappamondo come tante piccole luci su un albero di natale, cinque giovani olandesi si sono chiesti “come dare una marcia in più ai tradizionali filtri per lo smog”. Ha preso forma così il primo prototipo di zaino vegetale in grado non solo di trattenere il particolato e regalare al proprietario boccate di aria pulita. “Questa borsa consente di filtrare le polveri sottili e di pulire l’aria”, ha spiegato in un recente intervista alla AFP il leader del progetto, Marnix de Kroon. Lo zaino comprende un filtro per PM10 attraverso cui l’aria viene aspirata prima di passare attraverso le radici di una pianta e quindi essere inviata da un sistema di tubi, alla bocca della persona che lo utilizza. Idea semplice, ma che è ancora tutta in divenire, spiegano gli studenti. Però ha già convinto la giuria di un concorso di design nazionale che ha voluto premiare il progetto per la sua originalità. Lo scetticismo nei confronti dell’utilità dello zaino vegetale non manca: secondo un esperto del Reale Istituto di Meteorologia olandese questo tipo di design non sarebbe così pratico (per non dire necessario) nella realtà dal momento che, da solo il filtro elimina già la maggior parte delle particelle fini, rendendo le piante inutili. Ma per gli studenti: la pianta svolge un ruolo essenziale nel sistema di filtraggio. “Ora stiamo cercando di capire quale pianta funzioni meglio, l’aloe è già una possibilità”, ha aggiunto De Kroon. Non credo che in Europa un tale progetto possa decollare in fretta, il nostro grande obiettivo sono città come Pechino o Teheran, dove sono presenti gravi problemi di inquinamento”. www.rinnovabili.it Pagina 11 Progetto DE.DUE.ENER.T - Programme ENPI CT Italie-Tunisie 2007-2013 Economia blu: corsa all'oro insostenibile nel Mediterraneo nei prossimi 20 anni I prossimi 20 anni vedranno una vera e propria 'Corsa all'Oro" nei mari del Mediterraneo: è il risultato della prima analisi svolta nel bacino sugli scenari di sviluppo di tutte le attività produttive. Lo studio, MedTrends, è stato effettuato dal WWF attraverso il suo programma Mediterranean Marine Initiative e coordinato dal WWF Francia in 8 paesi, Croazia, Cipro, Francia, Italia, Grecia, Malta, Slovenia, Spagna. I risultati di MedTrends, che forniscono un quadro globale e integrato della crescita delle attività economiche marittime nel Mediterraneo, sono impressionanti perché le attività vengono guardate per la prima volta nel loro insieme e in sovrapposizione l'una con l'altra. Dai trasporti marittimi al turismo, dall'acquacoltura tutto sta crescendo in maniera esponenziale e si prevede che tali attività si espandano considerevolmente nei prossimi 20 anni: il problema è che questa 'economia blu' sta avvenendo senza una visione a lungo termine di sviluppo sostenibile per la nostra economia e il nostro benessere. Questa Corsa all'Oro in Mediterraneo sta gettando le basi per una lotta sempre più crescente per lo spazio marittimo e costiero e per le risorse marine già ora limitati, con una pressione ancora maggiore su un ecosistema già in affanno. Per il WWF una pianificazione coordinata e a lungo termine dell'intero bacino non può attendere. Lo studio MedTrends analizza 10 settori economici marittimi chiave, illustrando e mappando il loro stato attuale e le tendenze future di sviluppo (fino al 2030), i fattori che li guidano, le loro interazioni e i relativi impatti ambientali. Attualmente oltre il 20% del Mediterraneo è dato in concessione per l'industria petrolifera e del gas e la produzione entro il 2030 di gas offshore verrà quintuplicata, soprattutto nell'area orientale del bacino. Per l'Italia sono previste 40 istanze di permesso di Ricerca e 9 istanze di Coltivazione e le zone più interessate sono il medio e basso Adriatico, il Canale di Sicilia e la Sardegna occidentale. Il tasso di sviluppo del trasporto marittimo cresce ogni anno del 4% mentre in Italia il trend prevede che dai 10 milioni di container standard si passi a 12,5 milioni entro il 2020 e ai 17,5 entro il 2030. Il turismo prevede oltre 500 milioni di arrivi internazionali entro il 2030 mentre i crocieristi che sbarcano in Italia potrebbero superare i 17 milioni entro il 2020 e salire fino ai 24 milioni entro il 2030. L'urbanizzazione costiera, che oggi già compromette gran parte del paesaggio mediterraneo, invaderà oltre 5.000 km di costa entro il 2025 e solo in Italia si rischia un consumo di suolo di 10 km all'anno. Anche l'acquacoltura crescerà del 112% entro il 2030 (paesi UE) così come la pesca ricreativa. A preoccupare il WWF è soprattutto la futura sovrapposizione e interazione tra le diverse attività: ad es, i conflitti per lo spazio aumenteranno tra l'acquacoltura e il turismo (finora l'industria più importante per l'economia del Mediterraneo con una previsione di 500 milioni di turisti entro il 2030) dato che entrambe le attività si svilupperanno sulla costa. Sorgerà anche un conflitto tra l'estrazione di petrolio e gas ed energie rinnovabili come illustrato in dettaglio nello studio. Il WWF ha anche mappato 13 aree del Mediterraneo dove si prevede una forte interazione tra la 'Blu growth' e i siti di interesse per la conservazione, uno scenario che compromette il raggiungimento degli obiettivi di conservazione nel bacino posti dalla Convenzione sulla Biodiversità che richiede almeno il 10% delle acque UE tutelate da Aree Marine protette o da altre efficaci misure di gestione a zona entro il 2020. Le 13 aree sono: il golfo di Cadice, il mare di Alboran, le isole Baleari, il Delta dell'Ebro, la costa della Catalogna, il golfo di Lione, il mare Adriatico settentrionale, lo stretto di Otranto, lo stretto di Sicilia (in generale l'area situata a sud della Sicilia), il mar Egeo settentrionale, il mar Egeo centrale e le coste ioniche della Grecia fino alla parte sud occidentale della Grecia . www.alternativasostenibile.it Pagina 12 Pagina 13 Progetto DE.DUE.ENER.T - Programme ENPI CT Italie-Tunisie 2007-2013 Progetto DE.DU.ENER.T/ Projet DE.DU.ENER.T Programme Instrument Européen de Voisinage et de Partenariat (IEVP) Coopération Transfrontalière (CT) - Programme ENPI Italie-Tunisie 2007-2013 “Le Développement durable dans la production énérgetique dans le territoire” Ps 2.3.005 CUP: C17D13000000006 Il progetto DE.DU.ENER.T, ha quale obiettivo generale quello di sviluppare una strategia comune per la diffusione delle energie rinnovabili e dell'Efficienza Energetica rafforzando la piattaforma di cooperazione tra i due Paesi, Italia-Tunisia. Per far ciò il Comune di Valderice, unitamente ai partner di progetto, intende realizzare due dimostratori (uno a Tunisi e uno a Trapani), comprendente l'elettricità fornita da fonti di produzione diverse (solare termico, fotovoltaico, mini-eolico) e sistemi di stoccaggio (idrogeno, batterie tradizionali e innovative), utilizzati per applicazioni “stand alone” (isolati e indipendenti dalla rete principale) e in rete. L’aspetto scientifico innovativo del progetto consiste nel dimostrare, attraverso la sperimentazione del dispositivo, che i centri di consumo (carichi) non sono semplici elementi passivi, bensì, integrandosi con gli altri sottosistemi (di generazione e di accumulo), diventano microsistemi energetici autosufficienti in grado di ottimizzare risorse e flussi energetici. CONTATTI E-MAIL [email protected] SITO WEB www.deduenert.eu Le Projet DE.DU.ENER.T, a pour objectif général de développer une stratégie commune pour le déploiement de l'énergie renouvelable et l'efficacité énergétique en renforcent la plate-forme de coopération entre les deux pays, l'Italie et la Tunisie. Afin de mettre en œuvre l'utilisation de microsystèmes énergétique durable, grâce à des technologies de pointe capables de générer et stocker, dans une approche intégrée, énergie à partir de plusieurs sources renouvelables, le projet prévoit le développement et la création de n.2 dispositif de microsystèmes énergétiques durables (1 en Tunisie et 1 à Valderice) qui permet de générer et stocker l’électricité à partir de différents sources renouvelables (solaire thermique, photovoltaïque, mini-éolienne) et systèmes de stockage (hydrogène, batteries traditionnelle et innovante) utilisés pour application «stand alone» (indépendant et isolé du réseau principal) et en réseau. L'aspect scientifique novateur du projet est de démontrer, par l'expérimentation du dispositif, que les centres de consommation (charges) ne sont pas seulement passifs, mais plutôt, l'intégration avec les autres sous-systèmes (de production et de stockage), devient microsystèmes autosuffisante en énergie en mesure d'optimiser les ressources et les flux d'énergie. Partenaires: • Mairie de Valderice/Comune di Valderice (Demandeur/Capofila) • Centre de Recherches et des Technologies de l'Energie C.R.T.En Technopôle Borj Cedria (Tunisie)/ Centro di Ricerca e Tecnologie dell’Energia Tecnopolo Borj Cedria (Tunisia) • Consortium Universitaire de la Province de Trapani/Consorzio Universitario della Provincia di Trapani • Libre Consortium de la Ville de Trapani/Libero Consorzio Comunale di Trapani SOCIAL NETWORK Progetto finanziato dall’ Unione Europea per un importo complessivo pari ad euro 733.948,00/ Projet financé par l'Union Européenne pour un montant total de EUR 733,948.00 Durata: 18 mesi/ Durée: 18 mois