A sorsi di cultura

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A sorsi di cultura
A sorsi di cultura
L’alcol è fonte d’ispirazione e di rimedio, dai tempi più remoti gli uomini cercano consolazione nel fondo del
bicchiere.
Numerosi artisti, scrittori come Charles Bukowski affetti da un rapporto morboso con l’alcol ne hanno riportato le
gioie e le disgrazie, facendo emergere gli alcolici come status-symbol di coloro che vivono una vita randagia in bilico
tra genio e sregolatezza, “Se succede qualcosa di brutto si beve per dimenticare; se succede qualcosa di bello si beve
per festeggiare; e se non succede niente si beve per far succedere qualcosa” (Charles Bukowski).
L’alcol diviene il dettaglio che definisce la classe e la mondanità in personaggi cinematografici come James Bond è
il suo prediletto “Vodka Martini, agitato non mescolato”, tuttavia non si può non considerare l’aspetto dannoso del
bere che allo stesso tempo probabilmente è ulteriore motivo d’attrazione e conferisce maggior fascino all’alcol quale
piacere proibito.
È per queste ragioni che ho deciso di dedicare un’ articolo all’ alcol, ma non per criticarlo quale sostanza dannosa
ma bensì per renderne omaggio. Non sono un sovvertivo né tanto meno inneggio all’autodistruzione, voglio
semplicemente porre i confini tra il “bere ignorante” e “la cultura del bere”, vorrei incominciare una rapida
esposizione della storia dell’alcol partendo dalle origini.
La parola “alcol” deriva dall’Arabo ‫( اﻟﻐ ﻮل‬al-ġuḥl, spirito) o da ‫( اﻟﻜﺤ ﻞ‬al-kuḥl, polvere di stibnite ottenuta per
sublimazione), questo termine si riferisce a tutte le bevande contenenti etanolo. Quasi come se fosse un paradosso i
primi utilizzi dell’alcol da parte dell’uomo furono per ragioni mediche, infatti veniva utilizzato l’alcol come
analgesico, o impiegato per motivi d’igene essendo antisettico, oppure fungeva da integratore alimentare (per
l’apporto di zucchero), in fine era fonte d’ ispirazione artistica o considerato afrodisiaco.
Passiamo ora ad un catalogo delle bevande alcoliche più diffuse e più discusse.
“A quei tempi tutti noi bevevamo troppo. Più eravamo in sintonia con i tempi più bevevamo, e nessuno di noi
apportava qualcosa di nuovo” (“The Great Gatsby-Francis Scott Fitzgerald”)
Long Island è un’isola federata allo stato di New York in cui è stato ambientato il romanzo “Il grande Gatsby”
capolavoro di Francis Scott Fitzgerald, ed è inoltre il luogo in cui durante il proibizionismo, secondo una leggenda,
fu inventato il “Long Island Iced Tea” cioè un cocktail alcolico che grazie all’ aggiunta di coca cola assumeva le
sembianze di un Tè freddo, in modo tale da essere camuffato.
PREPARAZIONE “LONG ISLAND ICED TEA”
1. 1,5 cl vodka
2. 1,5 cl white Rum
3. 1,5 cl triple sec
4. 1,5 cl tequila
5. 1,5 cl gin
6. 2,5 cl succo di limone fresco
7. 3 cl sciroppo di zucchero
8. 1 top di Cola
Da servire in un bicchiere “tumbler” di tipo alto, riempito di cubetti di ghiaccio e in aggiunta uno spicchio di lime o
limone come guarnizione.
Il Cosmopolitan fa parte della famiglia dei “Cape Codder” è il cocktail femminile per eccellenza tale denominazione
ha origine nel 1996 in seguito ad un servizio fotografico su Madonna avvenuto al Rainbow Room, dove la star fu
fotografata con un bicchiere di Cosmopolitan in mano. Il cocktail divenne famoso grazie alla serie televisiva “Sex
and the city” essendo il drink preferito da Carrie Bradshaw una delle protagoniste.
PREPARAZIONE “COSMOPOLITAN”
1. 4 cl di vodka al limone
2. 1,5 cl di triple sec
3. 1,5 cl di succo di lime
4. 3 cl di succo di cranberry
Gli ingredienti vanno tutti versati nello shaker con ghiaccio, successivamente viene servito in una doppia coppa
cocktail guarnita con una fettina di lime.
La storia del “Gin and Tonic” risale al settecento durante la conquista delle Indie da parte del regno unito, nella
compagnia Inglese delle Indie Orientali, per prevenire la malaria veniva somministrato ai soldati acqua tonica
contenente il chinino sostanza antimalarica, però l’origine del cocktail avvenne grazie ad un ufficiale che propose di
somministrare una bevanda a base di acqua tonica, zucchero, gin e lime, con lo scopo di rendere il “medicinale” più
appetibile.
PREPARAZIONE “GIN AND TONIC”
1. 4/10 di Gin
2. 6/10 di acqua tonica
3. 1 fettina di limone
4. cubetti di ghiaccio
“Un uomo intelligente a volte è costretto a ubriacarsi per passare il tempo tra gli idioti.” (Ernest Hemingway)
Hamingway ne avrà scolati di bicchieri con questo scaltro pretesto, tra i cocktail da lui prediletti c’è il Daiquiri. Le
origini di questo drink sono quasi una leggenda, secondo la quale nel 1898 durante la guerra tra Stati Uniti e
Spagna, dopo l’affondamento della nave Main nel porto dell’ Havana, un marine approdo in un piccolo villaggio nei
pressi di San Tiago de Cuba, di nome Daiquiri. Il marine per placare la sete entrò in una bettola dove rifiutandosi
di bere rum liscio, lo allungo con succo di lime e poi lo corresse con un po’ di zucchero, nacque così il Daiquiri.
PREPARAZIONE “DAIQUIRI”
1. 4,5 cl di rum bianco
2. 2 cl di succo di limone fresco
3. 0,5 cl di sciroppo di zucchero
Il cocktail viene preparato nello shaker e poi servito in una coppetta da cocktail, priva di decorazioni.
La cultura del bere significa venire a contatto con la storia delle varie bevande conoscendo anche le vaste e
sofisticate tecniche di preparazione, che racchiudono una ricca varietà di miti e simboli popolari. La cultura del
bere come ogni forma di cultura illumina la mente di chi s’appresta a conoscerla fornendo informazioni e sapere,
soprattutto utili per contrastare il “bere ignorante” dettato dall’ incoscienza che può inesorabilmente portare ad una
spiacevole fine, detto questo le bevande alcoliche non devono essere identificate come la patologia della gioventù, in
quanto il bere stesso è conoscenza (però attenzione bere troppo aiuta a perderla!).
Antonio Elio Caroli