LA RIVOLTA DEGLI ELETTRONI (Favola tecnologica per bambini
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LA RIVOLTA DEGLI ELETTRONI (Favola tecnologica per bambini
II PREMIO LA RIVOLTA DEGLI ELETTRONI (Favola tecnologica per bambini informati.ci) di Luciano BELLÉ Motivazione: Un'idea originale si sviluppa con spunti divertenti, che non mancano di risvolti di attualità, capaci di esemplificare il mondo dell'infinitamente piccolo con riflessioni destinate non solo ai piccini. Tutto era cominciato quando quel bolognese mezzo britannico s'era messo a giocare con le onde, e la polacca aveva constatato che l'atomo non era quell'unità indivisibile che si era sempre creduto. Da quel momento era finita la pace, e gli scienziati avevano cercato perfino di spaccare in quark i protoni che, meno male, avevano opposto tutto il loro peso ai reiterati bombardamenti e ai tentativi di farli a pezzi. Coi neutroni era andata peggio (o meglio, secondo i punti di vista): col brutto carattere che si ritrovano, facili a scatenarsi in reazioni difficilmente controllabili, erano stati trattati con i guanti di piombo e gli uomini se ne servivano con cautela e sporadicamente, anche se non avevano ancora rinunciato a ridurli in schiavitù. S'era data la caccia perfino ai neutrini che, piccoli e capricciosi come sono, continuavano a scappare dalle mani; per controllarli, c'era chi si era addentrato nelle viscere delle montagne, come se potessero servire a qualcosa. Ma per loro, gli elettroni, servizievoli per natura e sempre in agitazione, non c'era stata via di scampo e, tra radio, televisione, computer e telefonini, non avevano più avuto un momento libero, costretti a correre incessantemente di giorno e di notte, come docili schiavi in balìa di padroni incontentabili. Non era vita, quella! Se ne rese conto una mattina Beta Con Due, mentre, insieme con una legione di suoi simili, si muoveva alla velocità della luce per ricostruire un'insipida vicenda nel tubo catodico di un apparecchio televisivo: "Non se ne può più!" si disse, in un accesso di disperazione. E si affrettò a comunicare il suo stato d'eccitazione a quanti colleghi poté raggiungere. In un istante un miliardo di miliardi di elettroni ne furono contagiati, e la caduta di energia si tradusse in un'evanescenza dell'immagine televisiva, che suscitò le indignate proteste dell'individuo che usava l'apparecchio. "Dobbiamo affrancarci dalla schiavitù!" esclamò allora l'elettrone, confortato dall'assenso di tanti suoi compagni. “Sì, ma come?" vibrarono tutti insieme, interessati e perplessi. “Impariamo dai nostri padroni, che con un secolo di lotte sindacali hanno conquistato per i lavoratori emancipazione e dignità: facciamo come loro, e proclamiamo uno sciopero generale". "Uno sciopero?!" esclamarono, sgomenti, mentre lo scandaloso vocabolo si propagava in un nanosecondo in tutti i circuiti integrati. "Ottima idea! - esclamò con entusiasmo Delta Con Sei - Però è meglio farlo a singhiozzo". "Vale a dire?" chiese Beta Con Due sconcertato. "E' semplice: per un secondo scioperano gli elettroni dei televisori, nel secondo seguente quelli dei computer e così via. Te l'immagini il caos che provocheremo?". "Sì, ma come far conoscere agli uomini le nostre rivendicazioni?". "Non me ne importa un cavolo! - ribatté Delta Con Sei che, frequentando troppo le trasmissioni televisive, ne aveva acquisito il linguaggio - A me basta metterli in crisi". "Non serve a niente se non possiamo comunicare con loro: penseranno a un guasto e con i loro strumenti lo ripareranno, costringendoci a tornare al lavoro" obiettò Gamma Con Tredici, che era un pessimista. "E noi ci ribelleremo di nuovo" replicò Delta Con Sei, sempre più eccitato e sul punto di uscire dall'orbita. "Ragazzi, cerchiamo di procedere razionalmente. - disse Beta Con Due - Abbiamo nelle mani un mezzo di lotta assai potente, ma bisogna usarlo bene. E' necessario far sapere agli uomini che il tempo della schiavitù è finito e che vogliamo riprenderci il nostro destino, come è stato per miliardi di anni, dalla nascita dell'Universo fino agli albori del secolo scorso. Io credo che ci convenga fermarci tutti insieme, e poi rimetterci tutti insieme a lavorare, e poi scioperare di nuovo, e di nuovo riprendere l'attività, sinché gli uomini cominceranno a chiedersi il perché del nostro comportamento. Sono sicuro che capiranno". "Li ritieni molto intelligenti, eh?" obiettò beffardo, Delta Con Sei. "Quanto basta perché comprendano le nostre intenzioni. Hanno già scoperto tante nostre prerogative, anche senza vederci!" ribatté Beta Con Due. "Capiranno capiranno! - disse il vecchio Epsilon Con Sette, oscillando intorno a un nucleo di piombo - E se non capiranno, peggio per loro". Così, da un momento all'altro, tutti gli apparecchi che usavano l'elettricità smisero di funzionare correttamente in ogni angolo della Terra: un blackout elettronico che paralizzò mezzi di comunicazione, industrie, ogni attività umana: le luci non si spensero di colpo, ma la loro luminosità prese a fluttuare irregolarmente tra gli estremi; le immagini televisive trascolorarono e si distorsero, ora inclinando a destra e a sinistra, ora svanendo in una nebbia puntiforme, per ricomparire all'improvviso, deformate e irriconoscibili; la voce della radio mutò di timbro e di volume, accompagnata da un corteo di scariche e di rumori sconvenienti; i computer impazzirono tutti, rispondendo alle domande degli operatori con frasi insensate o troppo intelligenti. E le lavatrici di casa non rispettavano i programmi, i semafori davano via libera in ogni direzione, la produzione industriale si bloccava perché le macchine non rispondevano ai comandi elettrici, nessuno riusciva più ad usare i cellulari… Un caos universale, insomma, come aveva espressivamente preannunciato Delta Con Sei. Ma che spiegazione ne diedero gli uomini? Lungi dall'intuire la verità, dopo che gli Americani si furono assicurati che non fosse opera della Russia o della Cina e i Russi che non si trattasse di una diavoleria degli Americani, pensarono concordemente ad un attacco degli extra-terrestri; e lo sgomento invase l'umanità, sorpresa da un evento tanto inaspettato quanto impossibile da controllare; non era neppure facile comunicarsi a vicenda impressioni e proponimenti, ché nessun mezzo d'informazione dava più affidamento, né gli scienziati erano in grado di analizzare i fenomeni, con tutti gli strumenti divenuti inservibili. Se poi non era la temuta discesa dei Marziani si trattava certo della fine del mondo preannunciata dall'Apocalisse, e l'umanità, allora, in preda al panico e al rimorso, rivolse le sue preghiere al Signore, chiedendoGli perdono delle proprie colpe (che non erano poche, e finalmente se n'erano accorti) e implorando la salvezza, terrena e ultraterrena. Fu uno spettacolo singolare: in tutta la Terra gli uomini abbandonarono ogni attività e si ritirarono nei luoghi sacri delle diverse religioni a chiedere la fine di quella terribile punizione; per molto tempo non s'avvidero nemmeno che la loro preghiera era stata esaudita, non da Dio, che in quel caso non c'entrava proprio, ma dagli elettroni che avevano sospeso lo sciopero, in attesa di sedersi al tavolo delle trattative. Quando le macchine ripresero a funzionare, e la televisione ricominciò a trasmettere i suoi quiz e le sue telenovelas, un grido di giubilo salutò la fine dell'incubo assieme a voci di ringraziamento per Chi li aveva ascoltati. Ma gli elettroni attesero invano l'invito ad esporre le loro richieste. "Non ci vogliono ascoltare!" gemette Beta Con Due, assai deluso. "Forse non possono" osservò saggiamente Epsilon Con Sette. "E allora, che si fa?". In un decimo di secondo si sgonfiò tutto l'entusiasmo che li aveva animati, lasciando subentrare una tale depressione, che tutte le reti elettriche registrarono un nuovo calo di tensione. "Dovremo imparare il linguaggio degli umani - disse Gamma Con Trentadue - Fino a quel giorno è inutile ribellarsi: non capiranno mai le nostre intenzioni". "Cerchiamo, almeno, di lavorare un po' meno" brontolò Delta Con Sei, rallentando il suo movimento, per dare il buon esempio. Ma un impulso proveniente dall'esterno lo costrinse a riaccelerare. "Non c'è niente da fare - sospirò tristemente Delta Con Sei - Rimarremo schiavi finché durerà l'uomo sulla Terra". "Ma non durerà a lungo!" tuonò minaccioso un neutrone di uranio, che aveva assistito in silenzio a tutta la vicenda. Fu con tale speranza che gli elettroni tornarono al lavoro.