GRUPPO ASTROFILI DI PADOVA

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GRUPPO ASTROFILI DI PADOVA
GRUPPO ASTROFILI DI PADOVA
BOLLETTINO n° 64 - Ottobre 2016
Sodalizio fondato nel 1965
Costellazione di Orione - Nebulosa oscura “Testa di Cavallo”
...Così infinitamente
rendo grazie a Dio,
che si sia compiaciuto
di far me solo primo
osservatore di cosa
ammiranda et tenuta
a tutti i secoli occulta.
Galileo Galilei
Venezia, 30 gennaio 1610
SOMMARIO di questo numero
Pagg. 3 e 4
Articolo di Ivan Codato
“APPROCCIO ALL’ACQUISTO
DI UN TELESCOPIO”
Pag. 5
Articolo di Alessandro Bisello
“L’ASTRONOMIA AMATORIALE
inchiesta del Gap”
Pagg. 5 e 6
Articolo di Alessandro Bisello
“LA CINA ALLA CONQUISTA
DELLO SPAZIO CON FAST”
Pagg. 7, 8 e 9
Articolo di Giorgio Schileo
“BREVE STORIA DEL BIG BANG
parte seconda”
Pagg. 10, 11 e 12
Articolo di Nicola Signore
“LA STELLA DI BETLEMME”
Ed inoltre:
Pag. 1 - LETTERA DEL PRESIDENTE di A. Bisello
Pag. 2 - Vantaggi soci Gap e varie comunicazioni
a cura della redazione
Pag. 6 - Recensione del libro di N. Signore
a cura della redazione
AVVISO
Si invitano i soci e gli appassionati di astronomia
a visitare il nostro sito per conoscere i calendari
delle Serate Pubbliche, delle Serate Osservative
e dei Corsi di Astronomia.
LETTERA DEL PRESIDENTE
Cari soci astrofili,
vi siete accorti con che velocità va il tempo? E’ già passata anche questa estate
2016; mi auguro che tutti Voi siate in buona salute e possiate sorridere al nuovo
anno che parte a settembre. Voi tutti sapete che noi usiamo l’orario delle scuole.
Riepilogando le nostre attività possiamo ritenerci soddisfatti a metà in quanto
diverse manifestazioni sono andate buche anche per il tempo, ma quelle più
importanti hanno dato dei risultati eccellenti.
A Roncaglia/Ponte San Nicolò è andata buca l’osservazione ma è stata fatta la
conferenza. Prato della Valle è stato un successone anche se la gente è stata in
piedi. (Il Comune voleva farci pagare ben 120 € per 50 sedie per 2 ore! Probabilmente in Comune non comprendono lo spirito di noi astrofili; chi sa guardare il cielo lo ama).
Bene molte altre serate: Selvazzano, Roveredo di Guà, Illasi, Montegrotto
Terme. Veramente siamo orgogliosi di essere astrofili, spiegare le costellazioni,
i movimenti della Terra e della Luna, la posizione dei pianeti e tanto altro a
tante persone che ci hanno reso un credito grande.
Di tutte queste serate ve ne parlerò alla prima riunione annuale, perché sicuramente le ripeteremo. Voi seguiteci sul nostro sito e avrete tutte le informazioni per partecipare.
Con il mese di ottobre ripartono le serate del Gap che, come tradizione, sono
imperniate sulle conferenze di Astronomia e, a seguire, l’osservazione in terrazza con i telescopi. Tutti i soci sono invitati a partecipare.
Il programma lo troverete sulla pagina 2 di questo bollettino e sul sito.
La prima serata, venerdì 7 ottobre, sarà una serata osservativa esterna. Abbiamo colto l’invito del Parco Lonzina per fare osservazione diretta del cielo
(vedere la locandina sul sito e il percorso). Il giorno 11 ottobre faremo una serata a Piazzola sul Brenta con ritrovo nella piazza alle ore 20:45, ovviamente
tempo permettendo, mentre il corso di tre serate avrà inizio dal 15 novembre.
Sui due bollettini precedenti sono stati trattati argomenti un po’ ‘‘teologici’’
con riferimento alle grandi teorie che scienza e religioni spiegano in modo
diverso. Non ho ricevuto nessun commento da parte vostra e mi dispiace che
non abbiano incontrato il vostro gradimento. In futuro torneremo ad articoli più
astronomici.
Ci sono altre attività in preparazione. Il consiglio pensa di acquistare un telescopio solare, idoneo all’osservazione delle protuberanze, delle macchie, delle
granulosità ecc. che ci darebbe la possibilità di estendere la nostra attività anche
di giorno, in modo particolare nelle scuole.
Proprio mentre vi scrivo è arrivato il contributo della Fondazione Cassa di
Risparmio di PD e RO per l’acquisto del telescopio per l’osservazione del Sole
(LUNT 100)
Ricordo a tutti che partecipare alle attività è la vita stessa del gruppo.
Cieli sereni a tutti.
Alessandro Bisello
Gruppo Astrofili di Padova
Osservatorio e Sede: via A. Cornaro, 1b - 35128 Padova - tel. 348 2511670 - 334 3968941
www.astrofilipadova.it
1
CALENDARIO SERATE PUBBLICHE DI ASTRONOMIA
presso la Sede GAP di via Cornaro, 1b - Padova
diciannovesimo ciclo
ASSEMBLEA ORDINARIA
sabato 19 novembre 2016
ore 15:30 prima convocazione
ore 16:00 seconda convocazione
ORDINE DEL GIORNO
1 - Parola al presidente
relazione di un anno di attività
2 - Parola al segretario e cassiere
resoconto economico
3 - Parola ai soci
domande e richieste
Si avvisa che la biblioteca del GAP
è aperta ai soci il sabato dalle
ore 16:00 alle ore 18:00.
E’ possibile prendere in prestito, oltre
ai libri e alle riviste, anche i DVD.
presso il Parco Lonzina - (In caso di maltempo sarà fatta una
** Serata
video proiezione all’interno del Country Bar)
ore 21:00 - Inizio conferenze
* ore 22:15 - Osservazioni al telescopio (tempo permettendo)
*
MODALITA’ PER DIVENTARE SOCIO DEL GAP
E’ sufficiente effettuare il pagamento della quota sociale di € 25,00 da versare al tesoriere entro il 31 marzo
presso la Sede oppure con Bonifico sul libretto Cassa di Risparmio
Codice IBAN: IT17 Q062 2512 1240 4120 0001 061 intestato a Gruppo Astrofili di Padova
I VANTAGGI DEL SOCIO GAP
- Riceve il Bollettino GAP che contiene la sintesi delle nostre iniziative e
articoli di carattere scientifico-divulgativo.
- Ha accesso libero e gratuito ai nostri Corsi di Astronomia e alle Serate
Pubbliche.
- Può accedere gratuitamente all’Osservatorio previo accordo telefonico
con il responsabile.
- Può entrare al nuovo Planetario al prezzo di € 5,00 (invece che € 7,00)
mostrando la tessera del GAP valida.
- Può prendere a prestito gratuitamente riviste e libri della nostra biblioteca
- Può ottenere sconti presso il negozio Foto Ottica Deganello
via Beato Pellegrino 51 - Padova.
- Tutti i soci che lo desiderano possono ricevere il Bollettino al proprio
indirizzo @mail in formato PDF a colori.
(Fare la richiesta alla segreteria del GAP comunicando l’indirizzo e-mail).
SI RICORDA
A TUTTI I SOCI
CHE DAL 19 NOVEMBRE
SONO APERTE LE ISCRIZIONI
PER L’ANNO 2016 - 2017
SI PUÒ’ EFFETTUARE
IL PAGAMENTO
PRESSO LA SEDE IL SABATO
ORE 16 ALLE ORE 18
Il formato cartaceo in bianco e nero sarà comunque sempre a disposizione dei soci presso la nostra Sede
di via Cornaro e, per chi lo desidera, può riceverlo a mezzo posta all’indirizzo che ci verrà comunicato.
GRUPPO ASTROFILI DI PADOVA
O
Osservatorio, Sede : via Alvise Cornaro, 1b - 35128 Padova
tel. 348 2511670 - 334 3968941
www.astrofilipadova.it
Presidente: Alessandro Bisello
Consiglieri: Fabio Borella, Roberto Cariolato, Ivan Codato, Giacomo Maltese,
Rino Mazzuccato, Giuseppe Saonara
BOLLETTINO Comitato di redazione: Consiglio di Gruppo GAP
Il Bollettino del GAP è un periodico curato e realizzato interamente da volontari. Nessuna persona è retribuita per collaborare.
Lo spirito è quindi quello che porta avanti le attività del GAP. E’ per questo che ogni collaborazione è bene accetta. Tutto il
materiale esposto è pubblicato sotto la totale ed esclusiva responsabilità degli autori.
2
APPROCCIO ALL’ACQUISTO DI UN TELESCOPIO
di Ivan Codato
La passione dell'astronomia non può prescindere dal
conseguente bisogno di "osservare" il cielo e le sue
infinite meraviglie direttamente con i propri occhi che,
però, hanno i loro limiti che solo un telescopio riesce a
superare.
Sono ormai parecchi anni che frequento il GAP e,
grazie alle numerose serate osservative a cui ho
partecipato attivamente, ho acquisito una certa
dimestichezza con i telescopi.
Ho effettuato un percorso di avvicinamento allo
strumento principe dell'osservazione astronomica
durante il quale ho dovuto rintracciare nella memoria
scolastica le basi dell'astronomia, le leggi fisiche e i
principi che governano l'ottica: li ho rinfrescati ed
arricchiti con le nozioni specifiche dei telescopi che la
tecnologia attuale ci mette a disposizione; ho assorbito
tutte le informazioni e le indicazioni che i soci "esperti"
mi trasmettevano in tutte le prime esperienze fino,
appunto ad arrivare ad un certo livello di conoscenza.
Nel maturare le esperienze e con la passione ancora
ben presente, naturalmente mi è sorta la domanda:
"Comprarmi un telescopio? E, se sì, quale?"
Ed è la stessa domanda che mi sento rivolgere spesso e
volentieri dai tanti appassionati anche casuali che
frequentano le nostre serate e la cui risposta non è così
scontata come potrebbe sembrare.
"Dipende", replico ormai quasi automaticamente, e non
lo faccio per "svincolarmi" dalla risposta che richiede
premesse e considerazioni oculate. Quali?
Provo a elencare le cose che bisogna sapere e fare per
poi acquistare un valido compagno di osservazione del
cielo; una specie di decalogo, basato su esperienza
personale e consultazione di riviste specifiche e
volutamente, comunque, non esaustive.
Il rischio di non considerarle può portare ad una scelta
errata e all'abbandono di una curiosità iniziale - questa
è certamente la molla che inizialmente ci spinge a fare
il passo - dovuta agli effetti deludenti in cui si può
incorrere e che se, invece, ben ponderata si trasforma
poi inevitabilmente in passione.
Prima di tutto serve una base conoscitiva del cielo
stellato e della sua struttura.
L'ABC dell'orientamento e come riconoscere i punti
cardinali sono indispensabili: in particolare
l'individuazione del Nord Celeste, la Stella Polare,
che è anche un cardine per lo stazionamento del
telescopio. Familiarizzare con termini come il
Meridiano, lo Zenit, l'equatore celeste e l'eclittica, la
rotazione e la rivoluzione terrestre è altrettanto
importante: la materia dell'astronomia è ricca di
"letteratura" e ha un linguaggio proprio che serve a
"navigare" coscientemente nella volta celeste.
Prima di passare a strumenti ottici, poi, conviene fare
osservazione a occhio nudo, magari da locazioni che
permettono una visione ampia e poco disturbata
dall'inquinamento luminoso e cercare di riconoscere le
stelle e le costellazioni più importanti che popolano il
cielo in quel determinato periodo. L'ausilio di un
supporto che riproduca la mappa stellare, dall'atlante
cartaceo una volta indispensabile e ancora oggi
utilissimo all'applicazione di uno smartphone che
possiamo recuperare facilmente in internet, facilita la
navigazione e il riconoscimento degli oggetti celesti nel
corso dell'osservazione.
In queste esperienze, l'uso
di un binocolo è un altro
passo preliminare.
Oggetti come la Luna, la
nebulosa di Orione, le
Pleiadi, i pianeti Marte,
Venere, Saturno e Giove
sono ben rintracciabili ed
osservabili; inoltre il binocolo pur disponendo di
pochi ingrandimenti offre
un campo di visione più ampio, cosa gradita all’osservatore astrofilo, di norma.
Diciamo che questi primi tre punti sono un po' il sale
dell'appassionato aspirante-astronomo ed è quel
piacere del sapere già di per sé appagante che fa
pregustare l'osservazione futura.
Altro passo è conoscere le diverse tipologie di
telescopi con le proprietà, le specifiche, i vantaggi e
anche i "difetti".
Non serve una vera e profonda cultura ma è quasi
indispensabile apprendere le nozioni essenziali per
potersi orientare verso la scelta finale, tenendo presente
che non esiste il telescopio "ideale", specialmente
parlando di prodotti a livello amatoriale.
3
da pag.3 - APPROCCIO ALL’ACQUISTO DI UN TELESCOPIO di I. Codato
Scegliere un telescopio rifrattore, invece di un riflettore o
un catadiottrico, richiede una conoscenza almeno basilare
30 cm di diametro ed una montatura più che solida, ma
non tutti disponiamo di un "monte Palomar" privato e,
d'altra parte, dover rinunciare a portarsi appresso il
telescopio, perché appunto troppo ingombrante, magari
durante le ferie quando si raggiungono località molto
favorevoli per l'osservazione notturna del cielo sarebbe
una perdita imperdonabile. Essendo, poi, uno strumento
delicato il cui utilizzo è limitato, quasi esclusivamente di
notte e di norma per non tantissime occasioni all'anno,
avere un posto dove riporlo ben riparato diventa
vincolante.
di quei parametri in cui poi ci imbattiamo nel corso delle
osservazioni. Sapere che il potere di ingrandimento di un
telescopio dipende dal rapporto della lunghezza focale
dell'obiettivo rispetto a quella dell'oculare non è una
opzione trascurabile, come non lo è il sapere che l’apertura dell'obiettivo (il suo diametro) incide direttamente
sulla qualità delle immagini in termini di potere risolutivo.
Altrettanto importante è avere conoscenza che un sistema
ottico senza correzioni alle diverse aberrazioni, sferica e
cromatica, comporterà delle visioni "mediocri", non
soddisfacenti.
Non ultima, in questa fase di analisi per la scelta del tipo
di telescopio è il nostro principale interesse per gli
oggetti del cosmo: intendiamo osservare con più
attenzione gli oggetti del profondo cielo, nebulose,
galassie, ammassi, stelle doppie o siamo più propensi a
puntare su Luna e pianeti? Certo, stiamo parlando già di
scelte "specializzate", ma non dimentichiamo che l’osservazione è essenzialmente un piacere soggettivo e
questo può fare la differenza.
Un po' di "pratical training" è decisamente consigliabile.
Approfittare di amici che possiedono già un telescopio,
facendoselo prestare (ammesso che lo cedano: sapete, gli
astrofili sono alquanto gelosi dei propri strumenti), oppure
condividendo momenti osservativi, permette una valutazione ed una calibrazione del proprio orientamento.
Se poi vi fate soci di organizzazioni astrofile come la
nostra, queste ultime hanno a disposizione normalmente
più strumenti e di diversa tipologia ed un calendario con le
serate osservative a cui si può accedere, e tanti consigli
utili da fornire.
E non è poco. Praticamente è quello che ho fatto io.
Non rimane che pensare alla parte economica. Il mercato
offre diverse occasioni e a farla da padrone ovviamente è
il proprio portafogli.
Quello che mi sento di suggerire è di escludere i telescopi
"giocattolo" che, a mio parere creano più delusi che filoastrofili.
Altrettanto dicasi di non cercare necessariamente da
subito il top della gamma, prima ancora di sapere se la
nostra passione avrà seguito. Tutti sappiamo che la qualità
ha un suo prezzo, quindi attenzione a proposte allettanti
specialmente in internet. Appoggiarsi ad un serio negozio
di ottica è certamente un approccio più che sensato.
Altrettanta attenzione richiede la scelta del supporto di
sostegno, treppiede e montatura; sapere che le due
soluzioni base, equatoriale e altazimutale, si differenziano in modo marcato, con pro e contro, agevola
l'orientamento della decisione. Per esempio, la scelta
obbligata per chi vuol fare anche astrofotografia sarà
quella di una montatura equatoriale, semplicemente
perché "insegue" con un solo movimento.
Stiamo parlando principalmente di telescopi amatoriali
con dimensioni contenute e quindi trasportabili, a meno
che uno disponga di una locazione così favorevole
riguardo all'ampiezza di visione e all'inquinamento
luminoso da potersi permettere scelte impegnative.
Come vedete, anche la disponibilità di spazio sia per la
locazione che per il deposito rientra nei parametri che
possono influenzare la scelta finale; a tutti piacerebbe
poter disporre di un telescopio con un obiettivo di almeno
Dopo questa chiacchierata, siete anche voi convinti che
la mi risposta "Dipende" sia più che giustificata?
4
L’ASTRONOMIA AMATORIALE
inchiesta del GAP
di Alessandro Bisello
Da molto tempo sono alla guida del Gruppo Astrofili di
Padova, con alterne soddisfazioni di presenza dei soci e
di molte persone appassionate alle nostre serate osservative.
Il Gruppo, che ha festeggiato 50 anni di attività lo scorso
anno, ha avuto nella sua lunga storia alterni momenti con
presenze di 60/70 iscritti ad altri periodi con solo 20/25
iscritti.
ne dell’osservazione del cielo stellato.
Le motivazioni della conoscenza e della ricerca pur
legate ad uno strumento come Internet, che ti offre un
confronto tra il tuo lavoro e l’altrui ti mette quasi sempre
perdente. Solo motivazioni eccellenti ti danno carica per
continuare.
Il gruppo Astrofili dovrebbe essere una forma positiva
per raggruppare anche i piccoli e modesti appassionati, in
quanto si possono trovare altre persone che con l’esperienza raggiunta possono aiutare a percorrere i primi
passi. Il gruppo Astrofili inoltre è dotato di una discreta
attrezzatura idonea alle prime osservazioni. Le molte
serate osservative in luoghi diversi e le varie conferenze
proposte dovrebbero essere una molla di lancio per molti.
Purtroppo notiamo ultimamente un calo di interesse,
anche se alle nostre serate molte persone sono presenti,
molte sono le domande, altri mostrano la meraviglia ma
forse basta internet per soddisfare la curiosità .
Per concludere, i grandi eventi che possono portare molti
osservatori dietro un telescopio sono rari.
Un’eclissi di Sole, di Luna, un transito di un pianeta sul
Sole, una cometa, come detto prima avvengono in annate
particolari; il cielo visto dalla stessa città è sempre lo
stesso (cambia solo un grado al giorno, ripetendo ogni
anno lo stesso cielo).
Gli astronomi professionisti hanno altri compiti nella
ricerca: non solo l’osservazione nelle varie lunghezze
d’onda, ma anche (e soprattutto) l’interpretazione dei dati
raccolti e la continua riformulazione delle ipotesi sul
funzionamento del Cosmo. A noi dilettanti rimane la
passione per una Scienza che sicuramente darà ancora
molte soddisfazioni a chi avrà la costanza di cercare negli
spazi infiniti la storia della vita.
Mi sono chiesto più volte il perché, e vorrei sbagliarmi
nel pensare che le molte scoperte della tecnologia hanno
lasciato pochissimo spazio di osservazione agli astrofili.
L’astrofilo dilettante ha un primo problema di mettere
insieme un po’ di attrezzatura il cui costo è a suo carico,
che poi lo rende comunque libero di dedicare a piacere le
serate osservative.
Secondo problema è trovare una postazione osservativa
degna, non molto lontana dalla propria abitazione, dove
l’inquinamento luminoso sia il più blando possibile.
Terzo problema: il limite degli strumenti ottici, che non
permettono visioni particolarmente interessanti, e per
avere qualche risultato più eccellente bisogna attrezzarsi
con web/cam oppure con ccd, computer, ecc.
Altri scelgono (come il sottoscritto) l’astrofotografia
digitale a fuoco diretto sul telescopio. Ma questa scelta
comporta tante altre difficoltà e tanto tempo.
Tutte queste impostazioni sono personali e raramente si
nota astrofili che lavorano in gruppo.
La sensazione che l’astronomia amatoriale stia attraversando un’irreversibile crisi di motivazioni e di ricambio generazionale sembra essere avvertita in ogni associazione.
Nella vita quotidiana ognuno si è spezzettato una serie di
impegni, che poco tempo lasciano a questa tipica passio-
LA CINA ALLA CONQUISTA DELLO SPAZIO CON FAST
di Alessandro Bisello
Da molto tempo osservo con attenzione il progresso
tecnologico della Repubblica Popolare Cinese.
Circa trenta anni fa avevo venduto alcuni macchinari ad
alta tecnologia di produzione cinese, e rimasi ben
impressionato dal fatto che, malgrado alcune finiture
grossolane, il prodotto tecnologico era di buona qualità
(per conoscenza si trattava di macchine per l’elettroerosione).
In questi giorni mi è pervenuto un articolo di aggior-
namento su tre avanzati progetti cosmologici.
Da una attenta indagine posso confermarvi la bontà di
questi progetti che vi vado a scrivere.
Il primo in assoluto che balza in primo piano nel campo
astrofisico, è il radiotelescopio Fast (Five hundred
meter Aperture Spherical Telescope) ossia: Telescopio
sferico con apertura di 500 metri.
Le dimensioni ciclopiche si addicono alle ambizioni di
5
da pag. 5 – LA CINA ALLA CONQUISTA DELLO SPAZIO CON FAST - di A. Bisello
questo paese con una popolazione di 1,36 miliardi di
persone. Il radiotelescopio è stato posizionato nella
provincia sud occidentale di Guizhou, e, per un raggio di 5
km, non c’è anima viva per non disturbare con interferenze i segnali radio.
Questa struttura era stata pensata e proposta già nel 1994
ma solo nel 2007 è stata approvata la sua realizzazione.
La prima pietra è stata posata l’anno successivo ma solo
nel 2010 i lavori hanno avuto una accelerazione. Oggi i
lavori sono al termine e nel mese di settembre 2016 ci sarà
l’inaugurazione.
che il radiotelescopio di Arecibo a Puerto Rico misura
solo 305 metri).
La struttura, la cui frequenza di funzionamento va da 70
MHz a 3,0 Ghz, è circondata da sei torri alte 100 metri
con al centro, sostenuta da cavi, vi è la cabina.
Una differenza di grande rilievo rispetto ad Arecibo è la
natura stessa della parabola che non è fissa. Infatti è
costituita da 4600 panelli di forma triangolare di cui si può
variare l’inclinazione. In questo modo si può esplorare
una zona della volta celeste più ampia (circa il doppio)
rispetto ad Arecibo.
Lo scopo per cui è stato costruito FAST è lo studio delle
sorgenti radio celesti, con particolare attenzione alla
osservazione delle pulsar, e delle molecole interstellari.
Inoltre parteciperà alle reti VLBI che consentono osservazioni interferometriche tramite radiotelescopi non
collegati fisicamente tra loro.
Ovviamente verrà usato anche per tentare di captare
comunicazioni artificiali di natura extraterrestre.
Gli altri due progetti a cui dedicare attenzione sono:
- Sbarco sulla Luna di astronauti.
A distanza di 50 anni dall’ultimo allunaggio di astronauti
si vuole ritentare con la tecnologia attuale lo sbarco sulla
Luna e a confermare a tutti gli scettici ancora oggi
esistenti che l’uomo è veramente sbarcato nel nostro
satellite.
(Di questo progetto vi parlerò nel prossimo bollettino).
- Il terzo appuntamento con la cosmologia è previsto verso
il 2050 con un tentativo di sbarco sul pianeta Marte.
Certamente molto c’è ancora da fare su questo progetto e
avremo modo di aggiornarci.
Quest’opera dal costo di 180 milioni di euro, finanziata da
National Development and Reform Commission verrà
gestita dall’Accademia delle Scienze Cinese. (Ricordiamo
IL TEMPO FRA REALTA’ E ILLUSIONE di Nicola Signore
Dedichiamo con piacere questo spazio alla recensione dell’ultimo libro del nostro
socio Nicola Signore con il quale affronta uno dei più importanti interrogativi che
l’uomo si pone fin dalla sua nascita.
Con questo nuovo libro l’autore, dopo tanti anni in cui si è occupato di argomenti
scientifici e, in particolare di quelli astronomici, ora intende affrontare argomenti
di tipo filosofico-teologico oltre che scientifico.
Nel libro precedente intitolato Confronto fra Scienza e Fede ha analizzato la
nascita dell’universo e la nascita dell’uomo sia dal punto di vista teologico che da
quello scientifico.
Ora, con questo ultimo libro l’autore ha affrontato il tema del tempo che è
considerato il più grande mistero dell’universo e della nostra vita.
Nicola Signore è un generale dell’Esercito che nella sua vita si è occupato di
molte attività, e l’astronomia è una di quelle per cui si è impegnato con maggiore
impegno ed interesse.
Ha scritto diversi libri scientifici e filosofici-teologici, fra i quali:
Il collasso delle stelle: nane bianche, stelle di neutroni e buchi neri; La misura
del tempo: i calendari; I vagabondi del cielo: comete, meteoriti e asteroidi;
Galileo Galilei: la vita, le opere, il processo (Cleup); Confronto fra scienza e
fede: creazione e big-bang, Adamo e Homo sapiens (Cleup).
6
BREVE STORIA DEL BIG BANG
parte seconda
di Giorgio Schileo
Nel precedente numero abbiamo visto come, a partire dagli
anni ‘20 del XX secolo si sia arrivati al cosiddetto Modello
Standard dell’Universo. Riassumendo, Hubble, Lemaître e
altri pionieri della cosmologia dimostrarono che
l’Universo, che consiste di milioni di altre galassie oltre
alla nostra, si sta espandendo in tutte le direzioni, e pertanto
deve esserci stato un momento nel passato (circa 13,8
miliardi di anni fa) in cui tutta la materia che osserviamo
era concentrata in un singolo punto (“Big Bang”).
5. Meccanica Quantistica e Relativitá
Quando Hubble dimostrò che l’Universo non era statico
come assunto da Einstein, lo scienziato tedesco ammise il
suo errore nell’introduzione della cosiddetta costante
cosmologica, ma il suo genio era tale che – paradossalmente – aveva ragione anche quando sbagliava! Infatti, per
come si è evoluta la nostra conoscenza dell’Universo, se
non fosse stata introdotta Einstein, un termine analogo
sarebbe stato introdotto da qualcun altro: vediamo perché.
Spostare Λgμν da sinistra a destra nell’equazione di campo
(pagina 8 del Bollettino n. 63) sembra un semplice e
innocuo passaggio matematico, ma ha delle implicazioni
enormi, perché passa da termine repulsivo a termine
attrattivo: ma cos’altro può ancora contribuire all’energia
totale dell’Universo, oltre a massa ed energia? Il Nulla! Ma
intuitivamente si sarebbe portati a pensare che nel Nulla
non sia contenuta alcuna energia, proprio perché nel Nulla
non c’è nulla! Tuttavia per risolvere questo problema
dobbiamo passare dall’infinitamente grande all’infinitamente piccolo, e avventurarci nella Meccanica Quantistica.
La Meccanica Quantistica fu sviluppata tra il 1912 e il 1927
da Niels Bohr, Erwin Schrödinger e Werner Heisemberg.
Bohr propose che le orbite degli elettroni intorno al nucleo
degli atomi potessero assumere solo valori discreti, multipli
di “quanti” di energia, il che spiegava la presenza delle
bande di assorbimento caratteristiche di ciascun elemento.
Schrödinger e Heisemberg dimostrarono che era possibile
derivare il modello di Bohr da principi teorici se gli
elettroni obbedivano a regole diverse da quelle della
Meccanica Classica o Newtoniana: come fu poi
ampiamente dimostrato, gli elettroni (ma anche protoni,
neutroni, etc..) si comportano sia come onde che come
particelle, il calcolo di alcune loro proprietà può essere
fornito solo in termini probabilistici, e certe coppie di
variabili non possono essere misurate entrambe con la
stessa precisione (il famoso Principio di Indeterminazione
di Heisemberg).
Un altro scienziato, Paul Dirac, tentò di uniformare la
meccanica quantistica alla teoria della Relatività, e scoprì
che – se le sue equazioni erano esatte – doveva esistere una
particella identica all’elettrone ma con carica opposta.
All’epoca solo il protone aveva una carica positiva, ma i
protoni sono 2000 volte più pesanti degli elettroni!
Solo due anni dopo altri ricercatori osservarono
sperimentalmente le particelle previste da Dirac nei raggi
cosmici e le chiamarono positroni. Oggi sappiamo che
quasi tutte le particelle elementari possiedono una
antiparticella, e se materia e antimateria vengono in
contatto, si annichiliscono convertendo tutta la loro massa
in energia (una nozione resa celebre nella cultura popolare
dalla serie televisiva Star Trek come mezzo propulsivo
della navicella Enterprise). Antiparticelle vengono prodotte
normalmente da anni negli acceleratori di particelle di tutto
il mondo, e abbiamo visto che esistono anche in natura, nei
raggi cosmici, ma coppie particella-antiparticella possono
anche spontaneamente apparire dallo spazio vuoto per poi
scomparire in un tempo rapidissimo. Vediamo come.
Il fisico americano Richard Feynman (1918 - 1988) fu il
primo a fornire una spiegazione intuitiva del perché la
Relatività richiede l’esistenza dell’antimateria. Sappiamo
che osservatori che si muovono a velocità diverse misurano
spazi e tempi diversamente, in particolare per oggetti che si
muovano a velocità prossime a quelle della luce c il tempo
sembra rallentare. Se per ipotesi essi si muovessero a
velocità superiori a c, dovrebbe andare indietro nel tempo,
il che chiaramente identifica c come il limite fisico
massimo della velocità. Ma il principio di indeterminazione
di Heisemberg dice che è impossibile determinare per certe
coppie di variabili, come posizione e velocità, valori esatti
per un dato sistema allo stesso tempo; o, in altre parole, se
misuriamo un sistema solo per un finito lasso di tempo, non
potremo misurare esattamente la sua energia totale. Ciò
implica che per tempi estremamente brevi, così brevi che
non possiamo misurarli, queste particelle possono viaggiare
a velocità superiori a quelle della luce, il che significa che
possono viaggiare indietro nel tempo! Ora, consideriamo
questo apparentemente assurdo risultato per un momento.
Immaginiamo un elettrone che si muova nello spazio in
questo modo, con la freccia rossa indicante velocità
superluminale:
Un altro osservatore potrebbe vedere la stessa situazione
diversamente, con l’elettrone che nella parte centrale si
muove indietro nel tempo:
Ma una particella negativa che si muove indietro nel tempo
è equivalente ad una particella carica positivamente che si
muove avanti nel tempo!
Possiamo quindi ridisegnare il diagramma come un
elettrone che viaggia a velocità v, ad un certo punto nello spazio una coppia positrone
/ elettrone
emerge
spontaneamente dal nulla, il positrone e il primo elettrone
si annullano a vicenda e il secondo elettrone prosegue a
7
da pag. 7 – BREVE STORIA DEL BIG BANG -Parte seconda di G. Schileo
velocità v:
ordinaria, si sottrae il risultato delle equazioni risolte
includendo particelle virtuali e “reali” e quello ottenuto
calcolando l’effetto sul solo spazio vuoto. Ognuna di queste
quantità è formalmente infinita, ma quando si sottraggono
rimane una quantità finita. C’è quindi un problema: quando
cerchiamo di calcolare l’energia che le particelle virtuali
conferiscono al solo spazio vuoto (completa assenza di
materia e radiazione elettromagnetica) il risultato è infinito,
il che non è chiaramente possibile. Ciò deriva dal fatto che
particelle sempre più energetiche possono apparire
spontaneamente se spariscono in un tempo sempre più
breve.
Le leggi fisiche che conosciamo possono però essere
applicate solo a distanze e tempi maggiori di una certa
quantità minima: fintanto che non avremo una teoria della
gravità quantistica siamo limitati al tempo di Planck (5,3 ·
10-44 s), e se usiamo questo valore come soglia per i nostri
calcoli, il risultato è estremamente alto: l’energia dello
spazio vuoto sarebbe 10120 volte maggiore di quella
associata a tutta la materia ed energia conosciuta
nell’Universo, inclusa la materia oscura! Il che è
ovviamente impossibile, poiché altrimenti l’effetto
repulsivo sarebbe così forte che le galassie non si sarebbero
mai potute formare. Questo problema, noto come il
problema della Costante Cosmologica, rimane tuttora
irrisolto.
7. Orizzonte Cosmologico e Inflazione
Un altro problema che assilla gli scienziati è il cosiddetto
problema dell’Orizzonte Cosmologico: quando l’Universo
aveva soltanto qualche decina di migliaia di anni, la luce (e
con essa qualsiasi informazione, ad esempio la temperatura) aveva potuto percorrere solamente alcune decine di
migliaia di anni luce, appunto: pertanto come è possibile
che regioni molto distanti nello spazio abbiano essenzialmente la stessa temperatura? In altre parole, come è
possibile che l’Universo abbia raggiunto l’equilibrio
termico in regioni che non si possono scambiare alcuna
informazione perché più distanti in anni luce dell'età
dell’Universo stesso? Nel 1979 il fisico americano Alan
Guth (successivamente in collaborazione con Anrei Linde e
Paul Steinhardt) propose la teoria dell’inflazione, cioè che
nei primissimi istanti dopo il Big Bang (da 0 a 10 -32 s),
l’Universo si sia espanso di 1028 volte. Tra parentesi, a chi
obbietta che la teoria non è valida perché la velocità di
espansione sarebbe maggiore della velocità della luce,
bisogna far notare che in realtà la Relatività Generale dice
che nulla si può muovere nello spazio a velocità
superluminale, ma non dice nulla dello spazio stesso, che si
può espandere a velocità ben superiori a 300.000 km/s
portando con sé oggetti che – nel loro sistema di
riferimento – non violano alcuna legge fisica.
Questa teoria permetterebbe di superare il problema
dell’Orizzonte Cosmologico, spiegherebbe anche perché la
geometria dell’Universo è piatta e perché non esistano
monopoli magnetici. La cosa interessante è che, sebbene
l’Universo si sia uniformato durante la fase inflazionistica,
le fluttuazioni quantistiche che abbiamo visto in precedenza
crearono quelle microscopiche anomalie che milioni di anni
dopo diedero origine alle galassie! Possiamo dire quindi
Fintanto che il lasso di tempo è così breve che non
possiamo misurare tutte le particelle direttamente,
Relatività e Meccanica Quantistica richiedono l’esistenza di
coppie particella/antiparticella (chiamate particelle virtuali)
che letteralmente spuntano fuori dal nulla.
Ora, postulare l’esistenza di qualcosa che spunta fuori
letteralmente dal nulla e che intrinsecamente non possiamo
misurare suona molto come le vaghe affermazioni
metafisiche delle religioni che sfuggono di proposito alla
prova sperimentale. O come un Atto di Fede. Per fortuna, a
differenza di quest’ultime, gli effetti delle particelle virtuali
sono misurabili eccome, e anzi costituiscono uno dei
risultati più precisi della storia della fisica.
Nel 1947 W. Lamb e R.C. Retherford colsero la possibilità
per primi di misurare la suddivisione della struttura fine dei
livelli energetici nell’atomo di idrogeno con una precisione
di 1 parte su 100 milioni. Le equazioni di Dirac però erano
in contrasto con la misurazione sperimentale di 100 parti su
1 miliardo, quindi 10 volte di più della sensibilità dello
strumento. Da dove nasceva questa discrepanza?
Per anni i teorici si arrovellarono sul dilemma fino a che –
in sintesi – Feynman e altri fisici ipotizzarono che in un
dato istante l’atomo di idrogeno appaia non come
tradizionalmente rappresentato nei libri di testo (Fig.1 a
sinistra) ma con una coppia particella/antiparticella che
distorce per un momento infinitesimale la distribuzione di
carica all’interno dell’atomo (Fig.1 a destra)
Ora, includendo l’effetto di tutte le possibili particelle
virtuali nelle equazioni di Dirac, la concordanza tra il
modello teorico e il risultato sperimentale è di 1 parte per
miliardo! Le particelle virtuali pertanto esistono, non sono
solo un mero espediente matematico.
6. L’Energia del Vuoto
Non solo le particelle virtuali esistono, ma contribuiscono
in misura preponderante alla massa a riposo delle particelle
che costituiscono la materia (protoni, neutroni, etc...). Per
calcolare l’effetto delle particelle virtuali sulla materia
8
da pag. 8 – BREVE STORIA DEL BIG BANG -Parte seconda di G. Schileo
che fluttuazioni del vuoto quantistico sono responsabili
della formazione delle Galassie, e quindi indirettamente
della Vita sulla Terra. Tuttavia la teoria dell’Inflazione,
anche se al momento è la migliore spiegazione che
abbiamo, non ha ancora avuto conferma sperimentale e non
è universalmente accettata dal mondo accademico.
In conclusione, vi sono due scenari possibili:
1.-La prima possibilità è che l’ordine matematico dell’Universo, le sue leggi, i valori delle costanti fondamentali, etc… sono stati creati da una intelligenza
superiore, ovviamente esterna e pre-esistente rispetto
all’Universo (Dio). A sua volta questa opzione può essere
ampliata ammettendo una delle due seguenti sotto-ipotesi:
a. Questa intelligenza superiore, che chiamiamo Dio, ha
guidato l’evoluzione (cosmologica e biologica) e ha
creato gli esseri umani con uno scopo, interviene nella
realtà sensibile, opera miracoli, etc… (teismo)
b. Dopo aver creato le leggi fisiche e “causato” il Big
Bang, tale essere superiore si astiene da qualsivoglia
intervento, non si cura della sua creazione, è trascendente
e inconoscibile (deismo1).
Conclusione
Ma un Universo in espansione non viola il principio di
conservazione dell’energia? Anche qui il risultato delle
ricerche è contro-intuitivo: in un Universo piatto (e solo in
un Universo piatto), l’energia gravitazionale Newtoniana è
perfettamente pari a zero! In altre parole, l’energia cinetica
dei corpi in movimento (positiva) è cancellata dall’attrazione gravitazionale (negativa). Ma anche se l’energia si
conserva, vi chiederete, da dove deriva questa energia in
primo luogo?
Abbiamo già visto che l’apparizione di materia (coppie
particella/antiparticella) dal Nulla è possibile: la Natura è
molto complessa e spesso contro-intuitiva, e non dovremmo scartare nessuna ipotesi scientifica a priori, a maggior
ragione riguardo all’origine dell’Universo. In teoria è anche
possibile, come hanno sostenuto Stephen Hawking e Jim
Hartle, che le leggi della Meccanica Quantistica esigano
che dal Nulla si formino spontaneamente interi universi,
cioè che il Nulla (l’assenza cioè di Spazio e Tempo) sia
intrinsecamente instabile. Il che è confortante, se pensiamo
che l’espansione dell’Universo sta accelerando e che, in
tempi estremamente lunghi ma finiti, tutto ciò che vediamo
scomparirà in un oceano di radiazione uniforme, da cui
forse potranno nascere altri Big Bang e altri – forse infiniti
– Universi.
2.- In modo diametralmente opposto, la seconda possibilità
è che le leggi fisiche siano eterne, che esse, e solamente
esse, abbiano causato la nascita dell’Universo, e che le
costanti fondamentali abbiano quei valori o perché non
potrebbero averne altri o perché esistono infiniti universi in
cui tali costanti assumono valori diversi e noi viviamo
nell’unico (o uno dei pochi) in cui tali valori permettono la
nascita della Vita come la conosciamo (Principio Antropico).
Non possiamo dire, ad oggi, con totale certezza, quale delle
due opzioni e quella giusta. Possiamo però affermare con
sicurezza che la soluzione non verrà da speranze, pura
speculazione o da una rivelazione di carattere religioso, ma
solamente dall’osservazione sperimentale supportata dal
metodo scientifico.
1
Kant, nella sua Critica della Ragion Pura, diede una definizione di teismo e deismo che è poi diventata canonica:
“«Colui che ammette solo una teologia trascendentale vien detto deista, e teista invece colui che ammette anche una
teologia naturale. Il primo concede che noi possiamo conoscere, con la nostra pura ragione, l’esistenza di un essere
originario, ma ritiene che il concetto che ne abbiamo sia puramente trascendentale: che sia cioè soltanto di un essere, la
cui realtà è totale, ma non ulteriormente determinabile. Il secondo sostiene che la ragione è in grado di determinare
ulteriormente tale suo oggetto in base all’analogia con la natura: e cioè di determinarlo come un essere, che in forza di
intelletto e di libertà contiene in sé il principio originario di tutte le altre cose. »
9
LA STELLA DI BETLEMME
di Nicola Signore
Il Natale è certamente la festa religiosa più importante
del vasto popolo di religione Cristiana. aaaaaaaaa
Tradizionalmente questa festa viene festeggiata il 25
dicembre di ogni anno, e nei giorni precedenti in tutte
le famiglie, in particolare quelle più tradizionaliste, si
prepara il presepe in cui vengono ricostruite le scene di
vita di Betlemme, dove nacque Gesù. Ma la cosa più
importante di questa rappresentazione è quella che tutti
noi chiamiamo la stella cometa di Betlemme.
Ma questa è realmente una stella oppure è una favola
religiosa?
Rispondere a questo interrogativo è proprio lo scopo
che mi prefiggo con questo articolo.
Il problema non è di facile soluzione, in quanto si rende
necessario stabilire prima la data di nascita di Gesù e
successivamente cercare di capire quale poteva essere
l’oggetto astronomico che guidò i Magi verso la grotta
di Betlemme.
LA NASCITA DI GESÙ
Prima di parlare della nascita di Gesù si rende
indispensabile fare alcune riflessioni sulla cronologia
dell’Anno Domini, quella che si divide in anni avanti
Cristo e dopo Cristo.
Il monaco Dionigi il Piccolo (470-544) è colui che
decise di calcolare la data di nascita di Gesù. Prima di
Dionigi si usava contare gli anni a partire dalla
fondazione di Roma, oppure dall'inizio del regno di
Diocleziano. Dionigi, invece, riteneva più opportuno
stabilire una cronologia che iniziasse dalla nascita di
Gesù.
Egli parti dal presupposto che Gesù fosse nato il 25
dicembre dell’anno 753 della fondazione di Roma (ab
Urbe condita). Tuttavia, non si sa bene a quali fonti o a
quali eventi storici il dotto monaco si riferiva. Inoltre
non è chiaro il motivo per cui egli abbia assunto il 25
dicembre come giorno della nascita di Gesù.
In ogni caso, l’anno successivo alla nascita di
Gesù (anno 754 a.U.c.) fu
chiamato il primo anno
dopo Cristo e l’anno precedente divenne il primo
anno avanti Cristo. Si noti
che in questa cronologia
manca l’anno 0 (zero).
Infatti Dionigi non poteva conoscerlo perché nell’Europa lo zero fu conosciuto solo qualche secolo
dopo.
Ma Dionigi ha elaborato correttamente il suo pensiero o
ha commesso qualche errore? Attualmente, la maggior
parte degli storici ritiene che Dionigi abbia sbagliato il
suo calcolo di alcuni anni.
Per esempio, dal punto di vista storico è noto che il re
Erode il Grande (73 - 4 a.C.) regnò la Galilea dal 37
a.C. fino alla sua morte, avvenuta il 4 a.C. E’ noto
anche (è scritto nei Vangeli) che Gesù nacque nel
periodo in cui regnava Erode. Pertanto Gesù non poteva
essere nato dopo la morte di Erode.
La mancanza dell’anno zero comporta l’inconveniente
di commettere l’errore di un anno quando si deve
calcolare il tempo intercorso tra una data avanti Cristo
ed una dopo Cristo.
Le uniche fonti relative alla nascita di Gesù sono il
vangelo di Matteo e quello di Luca.
L’evangelista Matteo scrive: “Dopo che Gesù nacque a
Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode, ecco
giungere a Gerusalemme dall’Oriente dei Magi, i quali
domandavano:
dov’è il neonato
re dei Giudei?
Poiché abbiamo
visto la sua stella in Oriente e
siamo venuti ad
adorarlo.
All’udir ciò il re
Erode fu preso
da spavento e
con lui tutta
Gerusalemme.
Convocò allora
tutti i capi dei
sacerdoti e gli
scribi del popolo e domandò loro: dove dovrà nascere il Messia? Essi
dissero: a Betlemme di Giudea […] Allora Erode
chiamò segretamente i Magi e chiese ad essi informazioni sul tempo esatto dell’apparizione della stella;
quindi inviò a Betlemme, dicendo: Andate e fate accu-
10
da pag.10 - LA STELLA DI BETLEMME di N. Signore
rate ricerche del bambino; qualora lo troviate,
fatemelo sapere, in modo che anch’io possa andare ad
adorarlo. Essi, udite le raccomandazioni del re, si misero in cammino.
Ed ecco: la stella che avevano visto in Oriente li
precedeva, finché non andò a fermarsi sopra il luogo
dove si trovava il bambino. Al veder la stella, furono
ripieni di straordinaria allegrezza; ed entrati nella
casa videro il bambino con Maria sua madre e si
prostrarono davanti a lui in adorazione. Poi aprirono i
loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e
mirra”.
(Mt: 2 - da 1 a 12).
Questo Vangelo non indica con precisione l'anno di
nascita di Gesù, e la frase “al tempo del re Erode” è
l’unico accenno temporale.
Dal vangelo secondo Matteo si legge che, alla morte di
Erode, Gesù era ancora un bambino: “Dopo la morte di
Erode, ecco che un angelo del Signore apparve in
sogno a Giuseppe in Egitto e gli disse: alzati e prendi
con te il bambino e sua madre e vai nella terra
d’Israele; sono morti infatti quelli che insidiavano la
vita del bambino” (Mt 2-19, 20).
Da questo racconto evangelico si deduce che Gesù
sarebbe nato uno o due anni prima della morte di
Erode.
Un altro avvenimento storico da
cui si potrebbero
avere alcune indicazioni
sulla
data della nascita
di Gesù è quello
relativo al censimento voluto dal
dall’imperatore
romano Augusto.
Questo avvenimento è descritto
nel vangelo secondo Luca: aaa
“In quei giorni uscì un editto di Cesare Augusto che
ordinava il censimento di tutta la terra. Questo primo
censimento fu fatto quando Quirino era governatore
della Siria. Tutti andavano a dare il loro nome,
ciascuno nella propria città. Anche Giuseppe della
Galilea, dalla città di Nazaret, salì nella Giudea, alla
città di Davide, che si chiamava Betlemme, perché egli
era della casa e della famiglia di Davide, per dare il
suo nome con Maria, sua sposa, che era incinta.
Mentre si trovavano là, giunse per lei il tempo di
partorire e diede alla luce il suo figlio primogenito. Lo
avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia, perché
per loro non c’era posto all’albergo” (Lc 2-1, 7). aaa
Alcuni storici autorevoli ritengono che questo censi-
mento ebbe luogo, con tutta probabilità, nell’anno 8 a.C.
In definitiva, sommando le indicazioni temporali dei
due racconti di Matteo e Luca è verosimile che Gesù
possa essere nato nel periodo compreso fra l’8 a.C. (il
censimento di Augusto) e il 4 a.C. (la morte di Erode).
LA STELLA DI BETLEMME
Calcolata la data della nascita di Gesù, seppure con
qualche incertezza, ora ci rimane il compito di stabilire,
dal punto di vista astronomico, cosa poteva essere la
stella di Betlemme.
Innanzitutto dobbiamo eliminare l’ipotesi che l’oggetto
che guidò i Magi fosse stata una stella cometa, e questo
perché la stella cometa è un qualcosa che non esiste, in
quanto la stella è cosa molto diversa dalla cometa: la
stella è un corpo celeste di grandi dimensioni, si trova a
enormi distanze dal sistema solare e nel firmamento
appare come fissa; la cometa, invece, è un oggetto di
piccole dimensioni, si trova all'interno del sistema
solare, è un oggetto che si muove nel cielo, dispone di
una coda che appare luminosa quando si avvicina alla
Terra.
L'ipotesi che la stella di Betlemme fosse stata una
cometa risale al teologo e filosofo Origene di Alessandria (185-254).
Egli condivise il parere del filosofo Cheremone di
Alessandria (10 - 80), il precettore del giovane Nerone,
secondo il quale l'apparizione di comete o nuovi astri
segnalasse la nascita di importanti personaggi. E ciò
rendeva plausibile l’idea che i Magi, in occasione della
nascita di Gesù (il re dei re), si fossero messi in viaggio
all’apparire di quello che loro ritenevano che fosse una
cometa. Alcuni studiosi hanno ipotizzato che l’oggetto
luminoso che seguirono i Magi fosse la cometa di
Halley, che fu visibile nel 12 a.C. Ma questa ipotesi
ebbe scarso successo, in quanto la data del passaggio di
questa cometa nel cielo della Giudea avvenne alcuni
anni prima della nascita di Gesù.
Dal punto di vista artistico, la stella cometa fu disegnata, per la prima volta, da Giotto in uno degli affreschi della cappella degli Scrovegni di Padova.
Gli storici dell’arte sostengono che Giotto abbia dipinto
11
da pag.11 - LA STELLA DI BETLEMME di N. Signore
questa stella cometa, in quanto egli aveva osservato personalmente il passaggio della Cometa di Halley del 1301.
Altri studiosi hanno ipotizzato che la stella di Betlemme
fosse stata una stella-nova o una supernova. Com’è noto
queste si formano a seguito dell’implosione delle stelle che
giungono alla fine della loro vita. Sono di straordinaria
luminosità, visibile per un periodo di tempo abbastanza
lungo, in ogni caso sufficiente per illuminare il cammino
dei Magi verso Betlemme.
Tuttavia questa ipotesi non ebbe molto seguito perché le
caratteristiche delle nove contrastano clamorosamente col
racconto evangelico. L’evangelista Matteo scriveva: ”ed
ecco che la stella che avevano visto in oriente li precedeva,
finché non andò a fermarsi sopra il luogo dove si trovava il
bambino”. (Mt 2-9).
Da questo frammento del racconto evangelico si evince che
la stella di Betlemme doveva essere un qualcosa che si
muoveva nel cielo, e certamente questa non poteva essere
una stella-nova, in quanto anche questo tipo di stella appare
fissa come tutte le altre stelle
L’astronomo Giovanni Keplero (1571-1630) nel suo trattato
De anno natali Christi, del 1614, fu il primo a ipotizzare
che la stella di Betlemme fosse la congiunzione fra il
pianeta Giove e Saturno e, secondo i suoi calcoli, questo
evento si sarebbe verificato nell’anno 7 a.C. nella costellazione dei Pesci. Successivamente questa ipotesi di
Keplero fu condivisa dalla maggioranza di studiosi, anche
quelli recenti.
Questa congiunzione così stretta si verifica molto raramente e nell’anno 7 a.C. si verificò addirittura tre volte.
Lo sviluppo di questo evento copre un arco di tempo di
circa sette mesi, da aprile a dicembre del 7 a.C. con una
separazione tra i due pianeti non superiore a 2,7°.
Con l’ausilio del programma astronomica Cartes du Ciel ho
realizzato una simulazione della triplice congiunzione tra
Giove e Saturno nei cieli della Galilea.
E’ possibile riscontrare nell’immagine sotto riportata la
posizione di Giove e Saturno nei tre momenti di massimo
avvicinamento: 29 maggio (separazione 59’41’’), 3 ottobre
(separazione 59’ 34’’) e 4 dicembre (separazione 1°03’).
Debbo precisare che questo programma astronomico non
contempla l’anno 0 (zero).
Su questo punto, onde evitare interpretazioni errate riporto
una parte dell’articolo di Giacomo Maltese apparso sul
bollettino n° 40 di ottobre 2008, dal titolo “L’uso dell’anno
zero nei programmi astronomici”:
“...Anche gli autori di software astronomici utilizzano sia
l’una che l’altra notazione come indicato nella tabella
comparativa n°2 nella quale ho inserito solo alcuni dei
programmi lasciando al lettore il divertimento di verificarne altri.
Alcuni di questi programmi avvisano di fare attenzione agli
anni negativi come ad esempio Cartes du Ciel “Fate
attenzione agli anni negativi, l’anno 1 BC (Avanti Cristo)
corrisponde all’anno 0 mentre l’anno 2 BC corrisponde
all’anno -1 e così via.
Invece, gli anni positivi, corrispondono esattamente agli
anni AD (Anno Domini o dopo Cristo).
Astronomia e cronologia sono sempre state strettamente
collegate nel tentativo di risolvere il non semplice problema
della misura del tempo. Per evitare che si prosegua sulla
strada della confusione tra notazioni diverse, l’Organizzazione Internazionale degli Standard (ISO) ha proposto la
ISO-8601. Con questo standard gli anni sono calcolati
secondo la cronologia astronomica utilizzando anche l’anno
zero (oltre a regolare le rappresentazioni delle date degli
anni, dei mesi, dei giorni e degli orari senza ambiguità)”.
12