Copertina RPM 10-07 - Recenti Progressi in Medicina

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Copertina RPM 10-07 - Recenti Progressi in Medicina
Domani
Vol. 98, N. 10, Ottobre 2007
Pagg. 484-494
Podcast, wiki e blog: il web 2.0
al servizio della formazione e dell’aggiornamento del medico
Eugenio Santoro
Riassunto. Nel corso dell’ultimo anno abbiamo assistito a una nuova rivoluzione nel
campo della comunicazione attraverso Internet. Al web tradizionale si sta affiancando il
web 2.0, un web più dinamico i cui contenuti sono frutto della collaborazione, della condivisione e della discussione tra più persone. I podcast, i wiki e i blog (le più note tra le
applicazioni del web 2.0), grazie alla loro semplicità d’uso e alla rapidità con la quale si
stanno diffondendo, vengono da più parti indicati come strumenti innovativi per la formazione di medici, operatori sanitari e studenti di medicina, e per il loro continuo aggiornamento. Podcast in ambito medico sono stati realizzati da riviste mediche come il
New England Journal of Medicine, Lancet, British Medical Journal e JAMA, ma anche
da società scientifiche e organizzazioni istituzionali per comunicare con i medici o per
informare i cittadini. Dall’esperienza di Wikipedia (la più nota esperienza di wiki) sono
nati nuovi wiki e blog medici che vengono proposti come supporto alla didattica, alla collaborazione tra ricercatori e, in certi casi, alla pratica clinica. Tali forme di collaborazione presentano però alcuni limiti, legati proprio alla loro particolare apertura che consente virtualmente a chiunque di modificare i contenuti o di crearne di nuovi, mettendo potenzialmente a rischio la loro affidabilità e, di conseguenza, la formazione di coloro che li
leggono, ma soprattutto la salute dei pazienti che decidono di seguirne le indicazioni. Sono quindi necessari studi che valutino i limiti e i benefici di questi strumenti, sia in contesti che riguardano la formazione sia in quelli che possono essere correlati alla pratica
clinica. Ma anche studi che, come negli anni passati è accaduto al web tradizionale, possano valutare, attraverso nuovi strumenti adattabili alla dinamicità del web 2.0, la validità e l’affidabilità dei contenuti.
Parole chiave. Blog, formazione medica, internet, podcast, RSS, wiki, web 2.0.
Summary. Podcasts, wikis and blogs: the web 2.0 tools for medical and health education.
In the recent years, we have witnessed a new revolution in the field of communication
through Internet. Web 2.0, whose contents are provided by the collaboration, discussion,
and sharing between more users, is replacing the traditional web (the web 1.0). The use
of podcasts, wikis, and blogs is rapidly increasing, and today they are proposed as educational tools for health professionals, physicians, and medical students. Medical podcasts
have been developed by online medical journals (such as the New England Journal of
Medicine, the Lancet, the British Medical Journal, and the JAMA), and by medical societies, medical schools and health institutions to communicate to and educate the physicians, the students, the patients, and the health consumers. Following the example of
Wikipedia, medical wikis and blogs are being developed to support the medical education,
the collaboration among researchers, and the clinical practice. However, these tools present some limits related to their openness and easy of use which virtually allows anybody
to alter and edit exiting contents or to create new ones. This could make the contents unreliable and inaccurate, and could introduce risks for a correct medical education and for
the health of those patients deciding to follow the medical advices included. Studies are
needed to evaluate limits, benefits, and efficacy of these tools when used in the contexts
of medical education and clinical practice. Other studies are needed to evaluate the reliability and the accuracy of the medical contents posted online through the web 2.0 services.
Key words. Blog, internet, medical education, podcast, RSS, wiki, web 2.0.
Laboratorio di Informatica Medica, Dipartimento di Epidemiologia, Istituto Ricerche Farmacologiche Mario
Negri, Milano.
Pervenuto il 28 marzo 2007.
E. Santoro: Podcast, wiki e blog: il web 2.0 al servizio della formazione e dell’aggiornamento del medico
Introduzione
Nel corso dell’ultimo anno abbiamo assistito (e
tuttora stiamo assistendo) a una nuova rivoluzione
nel campo della comunicazione attraverso Internet1.
Al web tradizionale, dove un autore pubblica i suoi
contenuti destinati alla lettura da parte dei potenziali lettori esistenti in rete, si sta affiancando un
web più dinamico i cui contenuti sono frutto
della collaborazione, della condivisione e della discussione tra più persone. Si tratta dell’applicazione della tecnologia web 2.0 (e più specificatamente dei blog, dei wiki e dei podcast) che ha la
sua massima espressione nei “social network” come
MySpace, YouTube e, per certi aspetti, iTunes (tabella 1). I grandi gruppi di comunicazione e di
software non si sono lasciati sfuggire l’occasione di
entrare in questo mondo. Dopo l’apertura di iTunes
da parte di Apple per vendere musica online e distribuire podcast, e l’acquisto di MySpace da parte di
Rupert Murdoch (avvenuto nel 2005 per 630 milioni
di dollari), è recente l’acquisizione di YouTube (il megasito di video dal quale ogni giorno vengono scaricati 100 milioni di filmati) da parte di Google per
1,65 miliardi di dollari, e ancora più recente è l’accordo tra la BBC e la stessa Google per trasmettere
su YouTube servizi della prestigiosa rete televisiva2.
La tecnologia alla base del Web 2.0 permette di
sviluppare applicazioni e lanciare iniziative impensabili fino a pochi mesi fa. Come, per esempio,
quella della 20th Century Fox che, attraverso MySpace e i pareri dei suoi frequentatori, si propone
non solo di selezionare il regista, gli attori e le musiche di un film che sarà prodotto nel 2008, ma di
rendere collettiva e interattiva la realizzazione
della sua sceneggiatura3. Esperienze simili sono
state lanciate anche in ambito letterario dalla casa editrice britannica Penguin con la realizzazione
del primo romanzo wiki, scritto e redatto online in
modo collaborativo da aspiranti scrittori attraverso la tecnologia wiki4.
Ciò che più affascina è che in questo mondo non
è necessario disporre di grandi mezzi per diventarne protagonista. È quanto è capitato a diversi
cantanti divenuti famosi dopo aver lanciato il proprio video musicale su YouTube, oppure a quel professore di un liceo americano le cui lezioni di storia bizantina sono oggi tra i podcast più scaricati
dalla sezione “education” del portale iTunes5.
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Il web 2.0 ha contribuito anche a creare un nuovo modello di business chiamato «wikieconomia»6,
nel quale il frequentatore di una comunità virtuale è
presente nella doppia veste di consumatore e di promotore di “prodotti” e servizi. Da una parte, rendendo il frequentatore partecipe nella distribuzione di
una quota dei proventi pubblicitari (peraltro previsti
in crescita su Internet nel 2007) così come annunciato di recente da YouTube7 e nelle scorse settimane messo in pratica in Italia dalle comunità virtuali
che fanno riferimento alla società DADA8. Dall’altra,
favorendo la nascita di nuove comunità virtuali attorno a un prodotto, in modo tale che la sua realizzazione e la sua promozione possano avvalersi dei pareri e delle opinioni del consumatore, nella convinzione che tali idee possano valere più di numerose
campagne pubblicitarie7. Un po’ quello che succede
sul sito Amazon, dove i libri in vendita sono accompagnati da numerose recensioni dei lettori che ne
possono decretare il successo o il fallimento.
E c’è anche chi sta pensando di utilizzare questo
modello per creare un business in campo sanitario.
È il caso della recente iniziativa di Steve Case (il cofondatore di American On Line), che ha lanciato un
sito web, ad accesso solo parzialmente gratuito, denominato Revolution Health (tabella 1), nel quale la
comunità virtuale e l’interazione tra gli utenti hanno un ruolo preponderante nell’identificare, in base
ai propri pareri, le migliori infrastrutture sanitarie
e i migliori medici presenti sul territorio americano9.
Il web 2.0 e i suoi strumenti stanno progressivamente facendo la loro comparsa
anche in campo medico. Sono sempre più numerose le applicazioni che in questo ultimo anno
hanno catalizzato l’attenzione degli operatori
sanitari e della comunità scientifica. Ma cosa è
esattamente il web 2.0 e cosa sono i blog, i wiki
e i podcast?
Il web 2.0
Il neologismo web 2.0 è stato coniato nel 2004 ma
fin da subito ha creato una certa confusione. Chi lo
definisce come una piattaforma, chi come “un’architettura della partecipazione”, chi come la seconda generazione di strumenti e servizi web-based volti a enfatizzare la collaborazione tra
Tabella 1 - Esempi di applicazioni del web 2.0.
utenti. La definizione forse più corretta è quella
Nome
URL
Tipologia di applicazione
che la avvicina al mondo
MySpace
http://www.myspace.com
social network
dell’ “open access”, inteso
come luogo (virtuale) al
YouTube
http://www.youtube.com
condivisione di filmati
quale chiunque può libeiTunes
http://www.apple.com/itunes
scaricamento podcast
ramente accedere attraverso l’impiego di softwaPenguinWiki
http://www.amillionpenguins.com esempio di romanzo wiki
re gratuito al fine di conRevolution Health http://www.revolutionhealth.com web 2.0 medico
dividere informazioni e
collaborare per creare
Flickr
http://www.flickr.com
condivisione di foto
nuova conoscenza.
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Recenti Progressi in Medicina, 98, 10, 2007
In esso gli utenti siano al tempo stesso produttori e fruitori dell’informazione. Più facile, forse, è definire gli strumenti del web 2.0 (chiamati anche social software) e più specificatamente i blog, i wiki e
i podcast.
I blog
Il blog (o weblog) è un sito web che presenta in
ordine cronologico gli interventi posti online da
una o più persone su un determinato argomento.
È una specie di diario elettronico e, a differenza
dei forum, dei gruppi e delle liste di discussione
dai quali discende, consente agli utenti di inserire testi, commenti, immagini (in questo caso si
può parlare anche di photoblog o moblog, se l’immagine è ottenuta da telefoni cellulari) e link,
con estrema facilità. È possibile creare blog personali usando sistemi come Blogger.com e WordPress.com, oppure operare ricerche su motori di
ricerca come Technorati (che ospita circa 60 milioni di blog) e Google Blog Search per partecipare attivamente a blog di interesse (tabella 2).
I wiki
no quindi residenti sul server che ospita il documento wiki) che chiunque può utilizzare con semplicità per creare nuove pagine e inserire link. È
possibile creare da zero un nuovo wiki attraverso
l’uso di MediaWiki (il software usato per costruire
Wikipedia) che può essere liberamente scaricato
da Internet e installato sul server che ospiterà il
wiki (tabella 2). Tale software offre anche gli strumenti per l’aggiornamento del wiki da parte degli
utenti.
I podcast
I podcast sono probabilmente lo strumento più
conosciuto e usato tra quelli offerti dal web 2.0. Un
podcast è un file audio (o video, e in questo caso è
consuetudine chiamarlo “vodcast”), generalmente
disponibile nel formato MP3 o MP4, che può essere scaricato da un server presente in Internet. Podcasting è un termine basato sulla fusione delle parole iPod (il famoso riproduttore di file audio della
Apple) e “broadcasting”. La particolarità dei podcast (e dei vodcast) è che possono essere ascoltati
(o visti) da chiunque, in qualunque momento e in
qualunque posto. Infatti, una volta scaricati, possono essere riprodotti sul proprio PC attraverso
Windows Media Player, sull’iPod o su un qualunque lettore MP3/MP4. La portabilità, insieme al
fatto che i podcast possano essere usati ovunque,
ne hanno decretato il successo e da strumento per
creare in Internet nuove forme di stazioni radiofoniche come in origine era nato, si è trasformato in
un nuovo mezzo per distribuire contenuti multimediali. Ha così trovato applicazioni nel campo dei media tradizionali (numerose radio,
reti televisive e quotidiani, attraverso il loro
siti web, distribuiscono contenuti audio e video in modalità podcasting) ma anche in
quello accademico, soprattutto con scopi formativi11.
Un wiki è un sito web collaborativo il cui
contenuto può essere modificato attraverso un
semplice browser da chiunque abbia accesso. Proprio per questa caratteristica, i wiki sono spesso
usati per attivare collaborazioni, scrivere documenti “a più mani”, condividere informazioni tra
persone impegnate in uno stesso progetto, creare
un ambiente nel quale il sapere viene messo a disposizione di tutti senza alcun genere di intermediazione. L’esempio più importante di wiki è senza dubbio Wikipedia, la nota enciclopedia realizzata dagli utenti di Internet e continuamente
aggiornata dagli utenti di Internet per gli utenti
di Internet che, con più di
1,6 milioni di voci (molte
delle quali disponibili in
Tabella 2 - Strumenti del web 2.0.
200 lingue) rappresenta
Nome
URL
una delle maggiori opere
mai concepite (tabella 2).
Blogger.com
http://www.blogger.com
Il suo successo è stato così
WordPress.com
http://www.wordpress.com
repentino che, pur essendo
nata in anni recenti (le
Technorati
http://www.technorati.com
prime voci sono state inseGoogle Blog Search http://blogsearch.google.com
rite nel 2001), è oggi al 12°
posto tra i siti web più viWikipedia
http://www.wikipedia.org
sitati10.
MediaWiki
http://www.mediawiki.org
A differenza dei blog,
i wiki possono quindi
PodcastDirectory
http://www.podcastdirectory.com
essere modificati in
Podcast.net
http://www.podcast.net
qualunque momento anche eliminando quanto
iTunes Store
http://www.apple.com/itunes/store
scritto in precedenza da
FeedReader
http://www.feedreader.com
altri utenti. Il loro aggiornamento è possibile grazie
Google Reader
http://reader.google.com
a strumenti software (che
Bloglines
http://www.bloglines.com
accompagnano il testo e so-
Tipologia di strumento
creazione di blog
creazione di blog
ricerca di blog
ricerca di blog
esempio di wiki
creazione di wiki
ricerca di podcast
ricerca di podcast
accesso a podcast
RSS reader
aggregatore di notizie
aggregatore di blog
E. Santoro: Podcast, wiki e blog: il web 2.0 al servizio della formazione e dell’aggiornamento del medico
L’esplosione del fenomeno dei podcast si fa coincidere spesso con la decisione nel 2005 da parte di
Apple di distribuirli attraverso il proprio negozio
virtuale di musica iTunes Store12. Ma la loro diffusione è legata anche alla semplicità di realizzazione. A un utente interessato a pubblicare podcast
sul web è infatti sufficiente usare un microfono
(meglio se professionale), un software per gestire
file audio e per convertirli nel formato MP3, e un
sito web dove pubblicarli13.
Esistono siti web che raccolgono e classificano in
apposite “directory” i podcast presenti in rete, in modo tale da semplificare il lavoro di reperimento da
parte dei navigatori. Tra i più completi si possono segnalare PodcastDirectory e Podcast.net (tabella 2).
Really Simple Syndication
Un aspetto che caratterizza la tecnologia del web
2.0 è la possibilità di ricevere e organizzare automaticamente i contenuti del web ai quali un utente
è interessato. A questo provvede la tecnologia RSS
(acronimo di Really Simple Syndication), un formato basato sul linguaggio XML (un’estensione del
linguaggio HTML, quello degli ipertesti) che molti
siti usano per fornire ai navigatori servizi per notificare l’aggiornamento dei propri contenuti. Il formato è stato adottato dai principali siti di informazione e dai quotidiani online. In ambito medico lo si
vede usato spesso dai siti delle riviste per distribuire online gli articoli ai quali il lettore è interessato,
oppure il sommario del nuovo numero ogni volta che
esso è disponibile sul sito (per esempio il New England Journal of Medicine distribuisce in questo
modo i contenuti delle sezioni “Current issue”, e
“Image of the Week”); oppure viene utilizzato da motori di ricerca come PubMed per automatizzare l’esecuzione di ricerche pre-impostate. Il supporto di
tale formato da parte di un portale o di un sito e la
disponibilità del relativo servizio di aggiornamento
è evidenziato dalla presenza di un simbolo sulla sua
home page. Concettualmente il formato RSS si colloca in quell’area chiamata “push technology”14 e si
pone come integrazione degli strumenti di “e-alert”
basati sulla posta elettronica.
Per leggere i contenuti nel formato RSS, fino a
poco tempo fa era necessario installare sul proprio computer un software denominato “feed reader” o “RSS reader” (uno tra i più noti si chiama
appunto FeedReader, ma ne esistono molti gratuiti che possono essere scaricati da Internet). Oggi,
invece, tali funzioni sono integrate nei principali
browser tra cui Mozilla Firefox e la versione 7 di
Internet Explorer, oppure sono disponibili su appositi server web che ospitano “aggregatori di notizie” come Google Reader e Bloglines (quest’ultimo è specializzato negli aggiornamenti provenienti dai blog). Indipendentemente dal fatto che
essi risiedano sul PC locale o su un server web, tali strumenti possono essere programmati per ricevere gli aggiornamenti da numerosi siti web che
in questo caso non è più necessario visitare. È come avere il supporto di un assistente che, per con-
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to nostro, si collega ai siti web di interesse, raccogliendo esclusivamente i contenuti dei documenti
rilevanti (tabella 2 nella pagina a fronte).
Non sono solo i contenuti del web tradizionale a
essere oggetto di questa tecnologia. Oggi infatti il
formato RSS è supportato anche dai blog, ma soprattutto dai podcast. In questo modo l’utente non è
più obbligato a sapere dove fisicamente risiedono i
podcast, ma è sufficiente che si registri a un servizio
di distribuzione, per esempio a quelli generati dal
New England Journal of Medicine, per riceverli puntualmente sul proprio computer (o sul proprio iPod o
lettore di file MP3) ogni volta che sono disponibili.
Esistono, in Internet, siti web dove è possibile registrarsi e ricevere gratuitamente podcast su qualunque argomento. Uno tra i più semplici è il sito iTunes Store della Apple, che può essere usato insieme
al software iTunes. Gli stessi iPod e i lettori di file
MP3 possono essere programmati affinché i podcast
siano scaricati direttamente su quest’ultimi.
Applicazioni del web 2.0 in ambito medico
Grazie alle loro potenzialità nell’ambito della collaborazione, comunicazione e condivisione di idee
e informazioni, blog, wiki e podcast, sono spesso
proposti come strumenti innovativi per la formazione di medici, operatori sanitari e studenti di
medicina, e per il loro continuo aggiornamento15,16. Quella che segue è una rassegna delle principali tipologie di applicazione finora sviluppate.
BLOG MEDICI
Tra i primi 3500 blog più frequentati al mondo,
5 sono curati da scienziati e ricercatori, impegnati
– però – in discipline diverse da quella medica17. Il
loro uso in medicina è ancora in uno stadio embrionale, come testimonia il limitato numero di articoli individuati sull’argomento (70 complessivamente) in seguito a una ricerca su Medline attraverso le parole chiave “blog*” e “weblog*”.
Uno dei blog più interessanti in ambito medico è “Clinical Cases and Images” (tabella 3 alla pagina seguente). Si tratta di un “laboratorio virtuale” per medici, operatori sanitari e studenti interessati al web 2.0 (figura 1). Il blog presenta casi
clinici (che riguardano diverse aree mediche) arricchiti dalla discussione generata dai commenti dei
lettori e fa ampio uso di strumenti offerti dal web 2.0
come i podcast, i “feeds” e i formati RSS. Tuttavia, la
particolarità più interessante è che le varie sezioni
che compongono il blog si autoalimentano collegandosi a siti che condividono la filosofia del web 2.0 come Wikipedia, Google Reader (per esempio, per avere sempre a disposizione le immagini della settimana del New England Journal of Medicine o le notizie
mediche della Reuters), e Flickr (un database pubblico per la condivisione di immagini) dal quale provengono le immagini cliniche illustrate (tabella 1).
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Recenti Progressi in Medicina, 98, 10, 2007
Tabella 3 - Esempi di applicazione dei blog in medicina.
Nome
URL
Clinical Cases and Images
http://www.clinicalcases.org
http://casesblog.blogspot.com
DIG@UTMB
http://digutmb.blogspot.com
International Dermatology
http://dermconsult.blogspot.com
Indian radiology
http://www.indianradiology.com
BMJ Blog
http://blogs.bmj.com
The Lancet Blog
http://blogs.thelancet.com
Nature Blog
http://www.nature.com/blogs
PlosOne
http://www.plosone.org
International Journal of Surgery
http://www.theijs.com
Figura 1. La home page del blog “Clinical Cases and Images”.
In ambito dermatologico sono da segnalare
l’esperienza di DIG@UTMB, un blog creato
dal Dipartimento di Dermatologia dell’Università del Texas come strumento di formazione e
comunicazione tra studenti, docenti e ricercatori18, e il blog International Dermatology. Strumenti analoghi sono stati pensati per altre discipline come quelle infermieristiche 19 o come
quelle relative all’ambito radiologico 15 e sono
stati proposti anche da gruppi di ricerca per facilitare la condivisione di informazioni e protocolli tra ricercatori impegnati nell’area della chirurgia20.
È inoltre da segnalare
l’apertura di blog sui
portali di alcune riviste
mediche come, ad esempio, quello del British Medical Journal, di Lancet, di
Nature e delle sue sottotestate specialistiche, per
attivare dibattiti (spesso
condotti da un moderatore) tra i lettori sugli articoli pubblicati, sebbene
non tutti siano d’accordo
che i blog medici, soprattutto quelli non filtrati,
possano trovare spazio tra
le attività di una casa editrice che produce contenuti medico-scientifici21.
Non sono evidentemente di questo parere quelli
della Public Library of
Science che di recente hanno pubblicato PlosOne, la
prima rivista “open access”
(per ora disponibile nella
versione test) ad utilizzare
la tecnologia messa a disposizione del web 2.0 per permettere ai lettori di partecipare direttamente al processo di pubblicazione di un
articolo e alla sua “post-publication peer-review”, e
agli autori di modificare i
contenuti degli articoli sulla base delle revisioni dei
lettori22. Oppure quelli dell’International Journal of
Surgery 23 che hanno
profondamente trasformato il sito della rivista in seguito alla sempre maggiore
integrazione tra editoria
tradizionale e strumenti
del web 2.0, adeguandosi a
un modello che ha un punto fermo nella bidirezionalità tra autore e lettore24.
WIKI MEDICI
Le applicazioni dei wiki in ambito medico stanno diventando abbastanza frequenti, sebbene siano ancora poche quelle riportate in letteratura, come testimoniano i 22 articoli individuati da una
ricerca dei termine “wiki” e “wikis” su Medline.
Quantunque si tratti di uno strumento generalista, con circa 10.000 voci dedicate alla salute e alla
medicina e una sottosezione interamente dedicata alla genetica che include più di 1.100 voci (Wikipedia
medical genetics project), Wikipedia rappresenta
uno dei wiki più completi in ambito medico (tabella 4).
E. Santoro: Podcast, wiki e blog: il web 2.0 al servizio della formazione e dell’aggiornamento del medico
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Sull’esempio di Wikipedia sono sorte altre iniziative.
■ La più interessante è
Ganfyd (“Get a Note From
Your Doctor”) (figura 2),
un’enciclopedia nata nel
2005 (e che oggi conta circa
3.000 voci) che, a differenza
di Wikipedia, è scritta e
continuamente aggiornata
da più medici10. La sua filosofia si basa infatti sull’assunto che un medico che
trova la risposta a un quesito dovrebbe renderla disponibile ai suoi colleghi
pubblicandola sul web, se
qui non è ancora apparsa25.
■ Più specialistica (e destinata a medici e operatori sanitari che non possono accedere alle riviste mediche) è Figura 2. La home page del wiki Ganfyd
invece la recente iniziativa
di Ask Dr Wiki, un wiki nato
nel novembre del 2006 con
l’obiettivo di pubblicare articoli (tra cui revisioni delQuesta funzione, unita ai bassi costi di realizla letteratura) su argomenti legati alla cardiologia e
zazione e alla flessibilità nell’ospitare i contenuti
alla elettrofisiologia (ma ben presto saranno contemin differenti lingue e in differenti formati che posplate altre discipline).
sono adattarsi al tipo di lettore, potrebbe essere
sfruttata per proporre i wiki medici (ma anche i
blog e i podcast medici) come strumento di agI wiki, per natura, possono contenere
giornamento in paesi in via di sviluppo in alinformazioni non del tutto affidabili. Per questo c’è chi pensa che essi debbano essere prodotti
ternativa alle riviste mediche e a costosi strumenda esperti del settore cui i contenuti dei wiki apti di aggiornamento presenti sul web10,15.
Un elenco più esaustivo di wiki in ambito mepartengono, soprattutto quando sono destinati al
dico è disponibile sull’ultimo sito segnalato nella
pubblico. È di questo parere uno dei fondatori di
Wikipedia, alla quale, nel frattempo, non più coltabella 4.
labora, perché ha creato Digital Universe, un wiki
sviluppato da esperti che comprende più di 1.000
voci riguardanti argomenti scientifici e che dal
PODCAST MEDICI
2008 ospiterà una sezione dedicata alla medicina
(tabella 4 a pagina 490).
Secondo un’indagine svolta dal Washintgon PoAl pubblico è rivolto anche Flu Wiki, uno strust nell’agosto del 2006, i pdocast con contenuti lemento che ha l’obiettivo di informare ed aggiornare la
gati alla medicina presenti in Internet sono circa
comunità su temi come l’influenza aviaria, e di pre2.00031. Nonostante ciò, poche esperienze sono sta16
pararla a convivere con una eventuale pandemia .
te documentate sulle riviste mediche, come dimostra l’esiguo numero di articoli (in totale 21) individuati su Medline attraverso la ricerca del termi■ Esistono wiki sviluppati come strumento di cone “podcast*”.
municazione all’interno di gruppi di ricerca20 e per la
I podcast medici sono diventati popolari nel
creazione di progetti collaborativi di ricerca, come
quello realizzato dal Journal of Medical Internet Recorso dell’ultimo anno, da quando i siti delle risearch (JMIR), ma anche al fine di avanzare propoviste mediche hanno iniziato a utilizzarli offrenste per aiutare il lavoro dei ricercatori impegnati nel
do in audio il riassunto degli articoli presenti
campo della genomica e della biologia (tabella 4)26-28.
sull’ultimo numero pubblicato, le interviste agli
autori degli articoli più significativi e quelle a
■ Ma soprattutto esistono wiki realizzati
esperti chiamati a commentarle. Tali file audio
per la formazione29 e per l’aggiornamento
(nel formato MP3) possono essere scaricati manualmente dal sito della rivista (dove esiste un
professionale in numerose aree mediche coarchivio dei podcast già pubblicati), oppure posme la chirurgia30, la radiologia, la nefrologia,
sono essere ricevuti automaticamente da parte
le scienze infermieristiche, l’evidence based
di che si è registrato a questo servizio.
medicine e la genomica (tabella 4).
490
Recenti Progressi in Medicina, 98, 10, 2007
Tabella 4 - Esempi di applicazione dei wiki in medicina
Nome
URL
Wikipedia medical genetics project
http://en.wikipedia.org/wiki/Wikipedia:WikiProject_Medical_Genetics
Ganfyd
http://www.ganfyd.org
Ask Dr Wiki
http://askdrwiki.com
Digital Universe
http://www.digitaluniverse.net
Citizendium
http://citizendium.org
Flu Wiki
http://www.fluwikie.com
JMIR wiki
http://www.jmir.org/wiki
WikiProteins
http://www.wikiprofessional.info
Wikisurgery
http://www.wikisurgery.com
Radiopedia.org
http://www.radiopaedia.org
Wikikidney
http://www.wikikidney.org
NursingWiki
http://en.nursingwiki.org
EBM Librarian
http://ebmlibrarian.wetpaint.com
GenomeWiki
http://genomewiki.ucsc.edu
Elenco wiki medici
http://davidrothman.net/2007/01/02/lots-more-medical-wikis
Le esperienze più significative di podcasting sono quelle delle riviste generali e ad ampia diffusione come il New England Journal of Medicine (che a
partire da aprile 2006 pubblica anche una nuova
sezione multimediale denominata “Video in Clinical
Medicine”32), Lancet, JAMA, British Medical Journal, Science, Nature e Journal of the Royal Society
of Medicine33. Tali riviste sono state immediatamente imitate da quelle specializzate come Cell,
The Lancet Infectious Diseases, The Lancet Neurology e Gastrointestinal Endoscopy34. Non sempre è
necessario collegarsi ai siti delle riviste per usufruire di questo servizio. Grazie a strumenti come il portale JournalJunklie è, infatti, possibile ascoltare e
scaricare podcast offerti da una selezione delle riviste sopra citate e quelli opportunamente creati da
terze parti per quelle riviste che ancora non dispongono di questo servizio (tabella 5).
Esperienze di podcasting sono state sviluppate da organizzazioni sanitarie internazionali come i Centers for Disease Control and Prevention di Atlanta, i National Institutes of Health statunitensi e l’Agency for
Healthcare Research and Quality, ma anche
da associazioni mediche internazionali quale
strumento per supportare la formazione continua dei loro associati, come dimostra la recente esperienza della Society of Critical Care
Medicine13, o per distribuire i contributi presentati ai congressi annuali, come ha iniziato
a fare l’American Academy of Ophthalmology
(tabella 5 nella pagina a fronte).
Grazie alla loro semplicità d’uso, i podcast stanno prendendo piede anche nelle Facoltà di Medicina delle Università americane, come testimonia l’esperienza dell’Università di Harvard dove, a partire dalla fine del 2005, gli studenti possono scaricare
i contenuti delle lezioni di numerosi corsi11.
■ I podcast sono utilizzati anche per distribuire informazioni al pubblico e ai pazienti.
Esperienze di questo genere sono state realizzate dalla National Library of Medicine per descrivere i contenuti di MedlinePlus, dal Cardiovascular Multimedia Information Network e dal Cleveland Clinic Institute che, insieme agli audio
podcast, distribuiscono video podcast. In questo filone non potevano mancare le associazioni di pazienti, come dimostra la recente iniziativa (tutta
italiana) dell’Associazione per la Difesa degli Psoriasici (ADIPSO).
■ Ma sono la formazione (continua) del medico e il suo aggiornamento gli obiettivi principali dell’uso dei podcast.
Esperienze di questo genere sono state sviluppate dall’American College of Cardiology, dall’American Heart Association e da altre Università e
istituzioni americane35,36. Sono gli stessi obiettivi
che, con strumenti per certi aspetti simili, e per altri addirittura più innovativi grazie all’ampio uso
della tecnologia web 2.0, persegue il gruppo italiano WEBM- ORG (Workgroups for Evidence Based
Medicine) attraverso il suo portale/blog (tabella 5).
Non potevano mancare iniziative editoriali volte a usare il podcast come strumento per distribuire news in ambito medico, come quelle intraprese dalle Case editrici Elsevier e McGraw-Hill.
E. Santoro: Podcast, wiki e blog: il web 2.0 al servizio della formazione e dell’aggiornamento del medico
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Tabella 5 - Esempi di applicazione dei podcast in medicina.
Nome
URL
New England Journal of Medicine
http://content.nejm.org/misc/podcast.shtml
Lancet
http://www.thelancet.com/online/audio
British Medical Journal
http://www.bmj.com/audio/
JAMA
http://jama.ama-assn.org/misc/audiocommentary.dtl
Science
http://www.sciencemag.org/about/podcast.dtl
Nature
http://www.nature.com/podcast
JournalJunklie
http://journaljunkie.com
Centers for Disease Control and Prev.
http://www.cdc.gov/podcasts
National Institutes of Health
http://www.nih.gov/news/radio/nihpodcast.htm
AHRQ
http://www.healthcare411.org
Society of Critical Care Medicine
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Università delle Hawaii – sez. podcast
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È pressocché impossibile tenere traccia di tutti
i podcast medici presenti sul web, anche perché
questo è un mondo in continua evoluzione. Per
questo esistono siti in Internet come New Media
Medicine e la sezione Medical Podcasts Links dell’Università delle Hawaii che segnalano vecchie e
nuove iniziative (tabella 5). Altri podcast medici
sono disponibili nella sezione “podcast/science and
medicine” del sito iTunes Store.
Internet e l’utente finale37, mentre nuove forme di
distribuzione dell’informazione (come “open access”)
avevano aperto la strada verso il concetto di condivisione dell’informazione e dato inizio a esperienze
comunicative più evolute38. Lo stesso mondo dell’associazionismo, del volontariato – fatto di cittadini, pazienti e loro famigliari – aveva avuto modo di
sperimentare nuove forme di partecipazione e di
condivisione delle storie dei propri associati39,40.
Discussione
■ È tuttavia con gli strumenti del web 2.0 e
in particolare dei podcast, dei wiki e dei blog
che questo fenomeno (condivisione+interazione) è esploso anche in ambito medico.
I vantaggi sono evidenti. Si tratta di tecnologie
semplici da utilizzare, che impiegano software gratuito e che, almeno per quanto riguarda i podcast,
grazie all’ampia diffusione di lettori MP3 e di iPod,
permettono di utilizzare i contenuti scaricati dalla
rete dove e quando si desidera.
Già prima della comparsa del web 2.0 alcune applicazioni costruite sul web tradizionale come il
“webcasting” (la trasmissione sul web, in diretta o in
differita, di eventi e congressi) e i “webinar” (i seminari virtuali trasmessi in diretta sul web a cui i navigatori possono partecipare anche ponendo domande ai relatori) avevano aumentato il grado di interazione tra le fonti di informazione presenti in
492
Recenti Progressi in Medicina, 98, 10, 2007
La tecnologia RSS permette inoltre di filtrare e
aggregare i contenuti fornendo i questo modo uno
strumento per limitare il sovraccarico di informazioni provenienti dalla rete.
C’è, per esempio, chi suggerisce che non è necessaria alcuna restrizione e che la stessa trasparenza del mezzo di comunicazione (accompagnata da meccanismi che consentono a un amministratore di ripristinare facilmente versioni
■ Tuttavia occorre osservare come tali forme di
precedenti di un documento in caso di atti di
comunicazione/costruzione/condivisione del sape“vandalismo informatico”) è in grado di correggere presentino alcuni limiti legati proprio alla
re e selezionare, in ultima istanza, i contenuti afloro particolare natura. Se blog e wiki tendono infidabili. Si tratta di un concetto che ricorda il profatti ad aumentare il livello di partecipazione
cesso darwiniano di selezione e per questa ragiograzie alla libertà di azione consentita a chi vi
ne chi sostiene questa teoria ha coniato il termine
prende parte, dall’altra pongono seri problemi di
“Darwikinismo”16. Altri invece propongono che
affidabilità dei contenuti. Chi scrive sui blog ha le
debba essere attivato un meccanismo di peer-recompetenze e le credenziali per esprimere un paview in base al quale i contenuti dei blog (ma sorere su un argomento che riguarda la salute? E
prattutto dei wiki) preparati dagli utenti di una
per quanto riguarda i wiki, dato che si tratcommunity (meglio se registrati e identificabili)
ta di pagine web che chiunque (per giunta
siano pubblicati solo dopo che un esperto li abbia
in maniera anonima) può modificare, come
valutati10. È quanto, per esempio, propongono alsi può essere certi del loro contenuto?
cuni autori che collaborano a Wikipedia e che con
I pochi studi finora condotti non sono confortanpiù forza propone il gruppo di coordinamento di
ti e sono spesso contraddittori. Un esempio riguarun nuovo wiki chiamato “Citizendium”, che nei
da proprio Wikipedia, i cui contenuti scientifici, seprossimi mesi attiverà una sezione dedicata alla
condo una recente indagine condotta da Nature, sosalute.
no paragonabili (in quanto ad affidabilità) a quelli
Più estrema è invece la posizione di altri auofferti da una fonte online come Enciclopedia Britori, come quelli che contribuiscono alla crescita
tannica41; ma, allo stesso tempo, tali contenuti posdi Ganfyd, i quali propongono uno scenario in cui
sono subire atti di “vandalismo informatico”42. Stula pubblicazione di nuovi articoli sia limitata
di condotti su altre tipologie di servizi offerti dal
esclusivamente ad un gruppo di medici “esperti”
web 2.0 sono concordi nel porre numerose questioni
che operano in un ambiente tecnologicamente
sulla loro validità e sulla loro affidabilità43, mentre
controllato per evitare ogni forma di abuso, lal’uso dei podcast e in particolare dell’iPod sembra
sciando la possibilità ai lettori di pubblicare solo
aumentare la capacità di studenti e specializzandi
alcuni commenti (validati da un moderatore) ed
in cardiologia di riconoscere i rumori cardiaci44.
invitandoli, eventualmente, a partecipare in moPer arginare il fenomeno della scarsa affidabido più attivo al wiki una volta che sia stata valulità, molti wiki e blog hanno attivato una serie di
tata la qualità e l’affidabilità dei loro contributi16.
Non mancano soluzioni ibride come la proposta di
soluzioni con l’obiettivo di rendere più difficile
attivare sistemi di “rating” attraverso cui gli
abusi ed errori (volontari o involontari) da parte
utenti possano segnalare gli articoli che risultino
di chi ne fornisce i contributi. Tali meccanismi soessere incompleti o che necessitino di una revino sia tecnici (come, per esempio, imporre l’uso di
sione; o come quella di integrare il testo dei wiki
meccanismi di password, proteggere i contenuti
medici con l’inserimento di riferimenti bibliograchiave, controllare chi può pubblicare e limitarne,
fici alla “letteratura ufficiale” pubblicata dalle riquando necessario, le funzioni, bloccare la pubviste del settore10.
blicazione da parte di specifici utenti) sia organizzativi (come, per esempio, introdurre un moQuest’ultima proposta è coerente con la stratederatore con il compito di monitorare i nuovi congia finora impiegata per verificare la qualità e l’aftenuti e ripristinare, se necessario, versioni
fidabilità di un sito web medico tradizionale. Una
precedenti degli stessi)16.
strategia fatta di strumenti come l’HonCode45, baTuttavia, l’aspetto più delicato è che i contenusata su un insieme di principî e regole non sempre
ti pubblicati sui blog e sui wiki non sono sottoposti
sottoposte a controllo, sull’uso di filtri costruiti da
ad alcun processo di peerterze parti e sull’applicareview tradizionale e che
zione di griglie di valutapertanto possono suggerizione (che non sempre riIn una nuova realtà come quella del web 2.0,
re comportamenti non
guardano il contenuto di
che si basa sulla collaborazione/condivisione
“evidence-based”, potenun sito, ma piuttosto il
per generare conoscenza, dove i wiki sono
zialmente dannosi alla sasuo aspetto) onde consencostruiti da persone che rimangono anonime
lute di chi decide di mettire al navigatore meno
(e la individuazione dell’autore di un docuterli in pratica.
esperto di misurare l’affimento da parte di un lettore è uno dei principî
dabilità del sito che sta
presenti in tutti i codici di affidabilità dei siti
web medici), ha ancora senso affidarsi a stru■ Ma è corretto imporvisitando.
menti come l’HonCode? O bisogna pensare
re limiti alla produzione
Un’altra questione
ad altro di più evoluto, che segua la dinamidi documenti wiki o
riguarda la stessa deficità con la quale cambiano i contenuti nel
blog, snaturando in quenizione di validità e afweb 2.0?
sto modo la natura colfidabilità dei contenulaborativa del media?
ti del web 2.0.
E. Santoro: Podcast, wiki e blog: il web 2.0 al servizio della formazione e dell’aggiornamento del medico
Questi, infatti, sono in qualche modo più simili a opinioni (condivise ma pur sempre opinioni)
su un prodotto o un servizio (l’uso di un farmaco,
la “efficienza” di un ospedale o di un medico) piuttosto che a fatti46. È quindi corretto dire che un’opinione è valutabile e affidabile? Su quali elementi dovrebbe appoggiarsi il giudizio di affidabilità?
La questione è importante perché da strumento di formazione/informazione, il web 2.0 viene proposto da più parti come strumento da applicare alla pratica clinica o da usare per prendere decisioni in medicina 15,47 . E questa trasformazione
potrebbe avvenire anche grazie ai commenti, ai
suggerimenti, alle opinioni di cittadini e pazienti
che con i loro giudizi possono influenzare le deci-
493
sioni di altri milioni di cittadini. Su queste basi si
muove proprio il sito Revolution Health9 che
rappresenta una linea di confine importante tra il
web 1.0 e il web 2.0, tra la spontaneità dei social
network che vi prenderanno parte e la necessità da
parte del proprietario di fare profitti (il costo annuo per l’iscrizione al sito è di 100 dollari), tra l’idea di subire il sistema che regola la sanità negli
Stati Uniti e quella di esserne parte attiva, di giudicarlo e di contribuire a migliorarlo (o affossarlo?)
con le proprie opinioni. È una sfida importante e
pericolosa al tempo stesso che, se temporalmente
fosse stata collocata in un altro periodo, avrebbe –
ad esempio – potuto dare alla terapia Di Bella un
esito diverso da quello che le prove scientifiche le
ha riservato.
Conclusioni e prospettive
Il web 2.0 – e in particolare i blog, i wiki, e i podacast (audio e video) – offrono numerose opportunità
che ancora sono poco percepite dal mondo medico/scientifico. Come testimoniano numerose applicazioni
e articoli in letteratura, le nuove tecnologie del web 2.0 si prestano bene al campo della formazione medica e in tutti quei campi nei quali si realizzano progetti collaborativi. Come tutte le nuove tecnologie
richiedono tempo per essere spiegate, comprese, utilizzate.
C’è tuttavia bisogno di studi che ne valutino i limiti e i benefici in rapporto ai costi, sia in contesti che
riguardano la formazione (del medico, dello specialista e del cittadino) sia in quelli legati alla pratica
clinica. Ma anche di studi che, come negli anni passati è accaduto al web tradizionale, possano valutare, attraverso nuovi strumenti, la validità e l’affidabilità dei contenuti in relazione alla loro possibile
ricaduta in termini di sanità pubblica.
Si tratterà di capire se nei prossimi anni ci sarà ancora spazio, in ambito medico, per il web tradizionale, eventualmente affiancato dalle applicazioni più significative del web 2.0 (o dalla loro integrazione come i “bliki”, cioè blog con il supporto di wiki), oppure se sarà completamente sostituito
da quest’ultimo. E tutto questo, quando già si inizia a parlare del web 3.0 (la evoluzione del web 2.0
e la sua integrazione con il web semantico) e della possibilità da parte degli utenti di crearsi proprie reti di conoscenza e di opinioni che potranno interagire con sempre maggiore semplicità con altre reti48.
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Indirizzo per la corrispondenza:
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Via La Masa, 19
20156 Milano
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