Guido Silvestri, alias Silver, è nato a Modena il 9

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Guido Silvestri, alias Silver, è nato a Modena il 9
Guido Silvestri, alias Silver, è nato a Modena il 9 dicembre 1952. Fin da piccolo mostra una certa
insofferenza nei confronti delle cosiddette “istituzioni”, a cominciare dalla scuola. Prima di frequentarla
aveva già cominciato a leggere fumetti – “Cucciolo”, “Kinowa” e il settimanale “Bimbo e Bimba”, oltre agli
immancabili albi della Disney. Con l’avvento del mitico “Linus”, intorno alla metà degli anni Sessanta, Silver
scopre il nuovo mondo del fumetto anglosassone con il formato della striscia, nuovi temi e soprattutto
nuove finalità. Un fumetto che mirava a un umorismo derivante da situazioni concrete, un umorismo che
faceva riflettere e non più riservato esclusivamente ai ragazzi, ma diretto a un pubblico di tutte le età. Krazy
Kat di George Herriman, e Pogo di Walt Kelly, sono i personaggi che influenzano maggiormente Silver in
questo periodo, anche dal punto di vista prettamente formale, come, ad esempio, il modo di scrivere
all’interno delle “nuvole parlanti” o l’impiego di lettering molto particolari.
Nel 1969 s’iscrive all’Istituto d’Arte di Modena, e nel 1970, nei ritagli di tempo,
comincia a collaborare con Franco Bonvicini, in arte Bonvi. L’incontro con il maestro modenese costituisce
uno dei momenti più importanti nella vita artistica di Silver. Entrato nello studio di Bonvi come ragazzo di
bottega, si mette subito a lavorare “in proprio”. La prima storia che disegna per Bonvi è Capitan
Posapiano, per la rivista “Cucciolo”, dell’Editrice Alpe. Ma il primo grande character sul quale si cimenta
in una produzione continua è Cattivik che, all’inizio, appare su “Tiramolla”, dove Silver firma i disegni su
testi di Bonvi. A partire dal 1974, quando questo grande personaggio passò al “Corriere dei Ragazzi”,
Silver, oltre che dei disegni cominciò ad occuparsi dei testi. La collaborazione con Bonvi continua anche
quando, nel 1972, viene chiamato ad assolvere il servizio di leva. Nel 1973, tornato civile, il giovane
Silvestri decide di trasferirsi stabilmente nello studio di Bonvi. I due creano a quattro mani tavole per il
“Corriere dei Ragazzi” (il nuovo nome assunto dal leggendario “Corriere dei Piccoli”), nella cui redazione
lavoravano personaggi del calibro di Dino Buzzati, Gianni Rodari e Mino Milani.
A Milano conosce Alfredo Castelli, futuro creatore di Martin Mystère e curatore
della rubrica (di carattere umoristico­demenziale) “Tilt”. Silver disegna le tavole fin dal primo numero e,
sempre con Bonvi, anche le avventure di un certo Nick Carter, che tanta fortuna otterrà nella trasmissione
televisiva “Gulp! Fumetti in Tv”.Silver, a questo punto, viene contattato per collaborare a un nuovo
progetto della Editrice Dardo: una rivista di grande formato, curata da Bonvi e Castelli, il cui nome sarebbe
stato “Undercomics”, sul modello della scomparsa “Off­Side”. L’occasione era molto interessante, in
quanto per la prima volta avrebbe potuto realizzare una serie a strisce completamente sua, ma i tempi
erano molto stretti. Mancavano solo venti giorni alla consegna del lavoro, così Silver decise di recuperare
un vecchio progetto, al quale aveva cominciato a lavorare già nel 1970, ma che non aveva entusiasmato
particolarmente Bonvi, tanto che quel lavoro era rimasto nel cassetto.
Protagonista di questa striscia era un “luogo”: una fattoria nella quale apparivano e agivano solo gli animali.
“Undercomics” non vide mai la luce, ma Bonvi, in una delle sue trasferte milanesi, mostrò questo materiale
a Giancarlo Francesconi, direttore del “Corriere dei Ragazzi”, il quale rimase entusiasta di quelle strisce e
invitò l’autore a proseguirne la produzione. La serie, in un primo momento, fu intitolata “La Fattoria dei
McKenzie”. Tutto infatti, nelle intenzioni di Silver, ruotava attorno al microcosmo di quella fattoria, e non a
un singolo personaggio; ma quel nome così difficile da pronunciare non piacque ad Alfredo Castelli, uno
dei caporedattori del “Corriere dei Ragazzi” che, senza neppure avvisare Silver, cambiò il titolo della serie
in “Lupo Alberto”.
La tradizione fumettistica imponeva (e impone tuttora) la creazione di un simbolo, un personaggio,
solitamente il protagonista, destinato ad entrare nell’immaginario del lettore. Lo stesso Silver, del resto,
ritenne che il Lupo era in ogni caso il miglior candidato al ruolo di primo attore delle sue strisce, senza
tuttavia nulla togliere alla coralità dei personaggi.Nel 1974 compaiono sul “Corriere dei Ragazzi” le prime
strisce: aveva così inizio la saga della fattoria McKenzie. Le prime storie di Lupo Alberto vengono
realizzate nella forma di strisce brevi ciascuna delle quali comprende un racconto completo. Nel 1975, a
meno di un anno dalla prima striscia, esce per la Dardo un volume dal titolo “Lupo Alberto. La Fattoria dei
McKenzie”. Nel 1976 Silver collabora con la Corno, la casa editrice diventata famosa per aver introdotto
in Italia i supereroi americani della Marvel: l’Uomo Ragno, i Fantastici Quattro, Capitan America, Devil, il
Mitico Thor. Lupo Alberto viene pubblicato sulla rivista della Corno “Eureka”, diretta da Luciano Secchi,
alias Max Bunker, creatore di Alan Ford, Satanik e Kriminal. Il successo è immediato sia di critica sia di
pubblico: nello stesso anno viene pubblicato un volume interamente dedicato a Lupo Alberto, e a Silver
viene consegnato il premio Rino Albertarelli, primo di una lunga serie di riconoscimenti ufficiali.
A conferma di tale successo, nel 1978 il Lupo viene votato dai lettori della rivista come personaggio
dell’anno, superando avversari quali Sturmtruppen di Bonvi e Andy Capp di Reg Smythe.
In quegli anni, sempre su Eureka, Silver disegna “Black Out”, una breve serie di storie a carattere
fortemente realistico e drammatico, scritta da Bonvi.Nel 1978 ha inizio la sua collaborazione con la Rai.
Partecipa alla realizzazione di Nick Carter per il programma “Gulp! Fumetti in TV”, mentre per il
successivo “Supergulp” vengono realizzati tre episodi dedicati a Lupo Alberto.Nel 1979 Silver abbandona
Lupo Alberto per entrare nella redazione del nuovo quotidiano, diretto da Maurizio Costanzo, “l’Occhio”,
dove è impegnato nella veste di commentatore grafico del giornale. Le vignette ricoprivano tutti i campi
della cultura, dello spettacolo e della politica: una gran mole di lavoro, ma anche un’esperienza del tutto
nuova e molto stimolante, come ricorda lo stesso Silver: “Passavo dalle illustrazioni per il racconto “Tre
uomini in barca” alla vignetta di costume… Almeno sette, otto disegni al giorno. Era faticoso, ma anche
divertente. Disegnare ogni giorno qualcosa di diverso è stimolante…”.
L’avventura con “l’Occhio” non durò però a lungo: il quotidiano chiuse i battenti dopo due anni, ma questa
esperienza venne riversata in un nuovo progetto, ovvero la ristrutturazione di “Eureka” la rivista della
Corno. Luciano Secchi aveva appena lasciato la casa editrice e a Silver fu proposto di tornare in veste di
direttore della rivista. Nasceva così la nuova versione di “Eureka”, sotto la direzione di Silver e di Alfredo
Castelli.
La testata in questo periodo raggiunge uno straordinario livello qualitativo. La linea editoriale scelta era
quella della divulgazione sul mondo del fumetto e dell’animazione a 360 gradi. Appaiono straordinari
reportages e i primi servizi sul cartooning e sull’animazione giapponese. Tutti questi servizi sono ancor più
straordinari se teniamo presente la scarsità dei mezzi di cui disponeva “Eureka”. Silver realizza le copertine,
cura diverse rubriche e realizza in collaborazione con Castelli, una nuova serie: “La vecchia casa oscura”.
Ma il personaggio di punta resta sempre Lupo Alberto che, proprio in questo periodo, imbocca una nuova
strada. In precedenza le strisce constavano di rapide e semplici gags di tre, quattro vignette; ora
cominciano a prendere forma vere e proprie short stories, legate da diversi fili conduttori, che si dipanano
ben oltre le quattro vignette. Inoltre è proprio a questo periodo che risale il progetto di una rivista
interamente dedicata a Lupo Alberto.
Il periodico nasce per la Corno con un nuovo formato, orizzontale, sul modello della famosa striscia. Tale
formato, sebbene già esistente negli Stati Uniti, era una novità assoluta nel mondo del fumetto italiano.
Inizialmente furono pubblicati otto numeri con una riedizione cronologica della serie. Purtroppo di lì a poco,
nonostante le buone vendite, la Corno fu costretta a chiudere e il Lupo si ritrovò ancora una volta orfano.
Il personaggio di Silver in quegli anni era sempre più richiesto. Nel 1982 appare su “Strisce e Musica”
(supplemento illustrato dei quotidiani “Resto del Carlino” e “La Nazione”) e su “Il Mago”, la celebre rivista
umoristica della Mondadori fondata da Mario Spagnol con la collaborazione di Edmondo Aroldi che si
avvaleva di autori del calibro di Giardino e Cavezzali. A questo punto, numerosi editori si fecero avanti per
pubblicare il lupo più famoso d’Italia e alla fine la spuntò la Glénat Italia. Nel 1985 uscì pertanto un nuovo
mensile interamente dedicato a Lupo Alberto, nel quale, oltre alla riedizione delle vecchie storie, venivano
pubblicate una quindicina di tavole inedite al mese. Nel frattempo il Lupo aveva subito una nuova
metamorfosi: dopo il passaggio dalle gags, alle short stories, venne gradualmente abbandonata la mitica
striscia in favore della più tradizionale tavola. Sempre per la Glénat, Silver illustra I casi di Zuzzurro e
Gaspare, su testi scritti dagli stessi comici (Andrea Brambilla e Nino Formicola), appassionati delle storie
del Lupo. Più tardi, nel 1988, la Rizzoli pubblica un secondo volume degli stessi autori, Salve… sono il
titolo, in cui i due comici non indossano più i panni del commissario e del suo aiutante, ma sono la classica
coppia di coniugi che si trova ad affrontare le più incredibili e divertenti situazioni, lasciando cosí molto più
spazio alla creatività di Silver.
A partire dal gennaio 1989 Silver diventa editore in proprio e, assieme a Francesco Coniglio e Mimmo De
Francesco, fonda la Acme.
Nel luglio dello stesso anno esce una serie interamente dedicata a Cattivik. Tale aumento della produzione
necessitava di una nuova squadra di disegnatori e sceneggiatori per i due personaggi. Le storie di Lupo
Alberto cominciano a passare per mani diverse da quelle di Silver, il quale comunque supervisiona
personalmente tutte le storie non illustrate o sceneggiate da lui. Nel 1991 la Acme assume il nome di
Macchia Nera, una casa editrice che si distinse per la sua politica editoriale volta a proporre materiale
sempre nuovo e di alta qualità. Tra le uscite più importanti è doveroso segnalare “Elfquest”, “Bone”,
“Strangers in Paradise”, “Torpedo”, “Animal House” e “I Simpson”, fumetto tratto dalla popolarissima
serie a cartoni animati.Nel 2000 la pubblicazione prosegue con McK Publishing, casa editrice che fa parte
di McK, la società di licensing che dalla fine degli anni ’80 si occupa della gestione dei diritti di utilizzo del
Lupo nel campo editoriale, del merchandising e dell’animazione televisiva.Del mensile Lupo Alberto sono
stati ad oggi pubblicati oltre 300 numeri.