L`Hobby della Scienza e della Tecnica

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L`Hobby della Scienza e della Tecnica
L’Hobby della Scienza e della Tecnica
SOMMARIO
N.25/2012
90° di
Cavalli Sforza
2
4
5
La Tabella
Mendeleev
30
di
Casa delle Farfalle di Bordano (UD)
L’Evoluzione del Sistema Energetico a Milano
Mostra “Dino & CO” a Bolzano
Micromotorismo d’Epoca a Modena
Riviera Model Show a Finale Ligure (SV)
Petrefakta a Stoccarda (D)
Proposte del GDS di Belluno
31
Buon Appetito a Milano
6
Panchine per
modelli navali
Attività Scientifiche per Tutti a Brescia
32
Come costruirle
Concorso di Elettronica a Forlì
34
10
37a Entomodena
12
Giuseppe Piazzi (1746 - 1826)
13
L’Arte della Tassidermia a Roma
Libro: Rifiuti & Termovalorizzatori
EuroMineral & EuroGem a Colmar (F)
Vedere la Scienza Festival a Milano
Le ultime su
Ricerca e Scienza
Amore,
41
La Cella Fotovoltaica
43
38
BASIC
18
21
38
36
un ratto
ALe 660
14
sei premurosa come
35
36
Science MuseoLab a Montefiore dell’Aso (AP)
Libro : “Acquario segreto”
39
Concorso Licheni & Didattica
L’Italia alla Scoperta delle Geoscienze
22
28
I
GRANATI
Mostra Scambio
Minerali e
Micromounts a
Lanzada (SO)
Distilla Instilla a Trento
40
Light Miscroscopy Summer School 2012 (GB)
Come si
misura
la radioattività
L’Hobby della Scienza e della Tecnica 42
(Parte terza)
Giovanni Battista Riccioli (1598 - 1671)
46
SCIENZA
SCIENZA
Buon Compleanno
allo scienziato Luca Cavalli Sforza
Festeggiato a Milano
presso il Museo di Storia Naturale
il 90¡ compleanno dello scienziato Luca Cavalli Sforza
LO SCIENZATO
In occasione del 90° compleanno dello scienziato Luigi Luca Cavalli Sforza è stata
inaugurata la mostra “I viaggi di Luca Cavalli Sforza – Ancora una volta ero io il curioso”. La mostra è aperta sino al 1° aprile 2012 e propone ai visitatori di immergersi
nei viaggi di uno scienziato speciale, che con le sue ricerche ha contribuito in modo
decisivo a chiarire le origine degli esseri umani capaci di popolare ogni luogo della
terra. Questa mostra evidenzia una profonda passione e una lunga carriera per la ricerca
diretta dei dati, un approccio multidisciplinare con interessi per le lingue, la cultura,
l’archeologia, oltre la genetica e la statistica.
Luca Cavalli Sforza è uno degli scienziati italiani maggiormente conosciuto in
tutto il mondo per i suoi studi sulla genetica delle popolazioni. Nel corso della sua lunga carriera scientifica ha contribuito in modo fondamentale allo studio dell’evoluzione
umana e delle migrazioni, attraverso la genetica.
Oltre all’attività di ricercatore e scienziato con tante pubblicazioni (oltre 500) su
riviste scientifiche importanti come “Nature” e “Science”, notevole è la sua attività di
divulgazione scientifica. Un impegno dedicato a rendere fruibile in modo semplice, ma
rigoroso, concetti spesso non facili da capire attraverso libri, articoli e forme di divulgazione innovative, come mostre tematiche di portata internazionale.
La sua carriera scientifica ha inizio con l’iscrizione alla facoltà di medicina all’Università degli Studi di Torino per poi trasferirsi dopo alcuni anni presso il prestigioso Collegio Ghislieri
di Pavia. Nel 1944 si laurea in medicina all’Università degli Studi di Pavia. L’interesse per
la microbiologia e la genetica delle popolazioni nasce grazie all’incontro con lo scienziato
Adriano Buzzati Traverso, uno dei più importanti scienziati italiani del XX secolo, il quale può
essere considerato il padre della genetica moderna in Italia. Un’altra fondamentale tappa
per le sue ricerche è il trasferimento a Cambridge nel 1948. In Inghilterra sotto la guida dell’illustre scienziato Sir Ronald Fisher, padre della statistica moderna conosciuto anche per il
test esatto di Fisher , si dedica allo studio dei meccanismi, che a livello molecolare, determinano la sessualità nei batteri. Nel 1950 Luca Cavalli Sforza rientra in Italia all’Università degli Studi di Pavia, poi lavorerà all’Istituto Sieroterapico Milanese e all’Università degli Studi
di Parma. A partire dal 1968 si trasferisce negli Stati Uniti all’Università di Stanford. A partire
dal 1971 e fino al 2008 è professore di genetica, sempre all’Università di Stanford. Sono
tanti anche i riconoscimenti ottenuti dallo scienziato: oltre 10 lauree honoris causa, premi
come il Premio Balzan, molte onorificenze e la nomina a membro di prestigiose accademie,
una tra tutte la Pontificia Accademia delle Scienze.
L’Hobby della Scienza e della Tecnica
LA DIVULGAZIONE SCIENTIFICA
“L’evoluzione della cultura”, “Perché la scienza”, “Geni, popoli e lingue” sono solo alcuni
dei titoli di libri dedicati al grande pubblico. La sua attività di divulgazione scientifica è stata
sempre molto attiva ed ampia. E’ possibile visitare sino al 9 aprile 2012 a Roma presso il Palazzo delle Esposizioni la mostra “Homo Sapiens – La grande storia della diversità umana”.
Questo importante evento è curato da Luca Cavalli Sforza e Telmo Pievani ed è un chiaro
esempio di un approccio multidisciplinare ad un argomento che tanto affascina il genere
umano: la storia dell’umanità.
LA MOSTRA E I SUOI VIAGGI
E’ possibile visitare fino al 1 aprile 2012 la mostra “ I viaggi di
Luca Cavalli Sforza – Ancora una volta ero io il curioso” presso
il Museo Civico di Storia Naturale di Milano. Si tratta di una mostra inaugurata il 25 gennaio 2012 in occasione del novantesimo
compleanno dello scienziato. E’ il racconto di tanti viaggi alla
ricerca di dati genetici ed antropometrici presso tanti popoli nel
mondo per giungere alla conclusione che non siamo poi così
diversi l’uno dall’altro e tutto iniziò in una valle dell’Etiopia circa
centomila anni fa. Per studiare la storia dell’umanità l’approccio
multidisciplinare proposto da Cavalli Sforza è la risposta adatta
ad una sfida tanto impegnativa.
Prorogata
fino al
9
aprile
2012
la mostra
“ Homo Sapiens – La grande storia
della diversità umana”
al
Palazzo
delle
Esposizioni
di
Roma
Grande successo in termini di visitatori per la mostra “ Homo Sapiens – La grande storia della diversità umana”, che quindi è stata prorogata fino
al 9 aprile 2012. Si tratta di un progetto imponente che
avrà altre tappe in Italia. La mostra ha come curatori
Luca Cavalli Sforza e Telmo Pievani.
Sono sei le sezioni in cui si articola l’esposizione:
♦ Mal d’Africa
♦ La solitudine è un’invenzione recente
♦ I geni, i popoli, le lingue
♦ Tracce di mondi perduti
♦ Italia, l’unità nella diversità
♦ Tutti parenti, tutti differenti: le radici intrecciate della
civiltà
Info mostra
http://www.homosapiens.net/lang/it
L’Hobby della Scienza e della Tecnica (M.R.)
... da non perdere
NATURA ECOSOSTENIBILE
ALLA CASA DELLE FARFALLE
La Casa delle Farfalle di Bordano in provincia di Udine è un centro dedicato alla natura. Qui si possono osservare tante specie di farfalle, insetti, pesci, rettili e piante carnivore che si trovano all’interno di terrari, acquari e serre tropicali. Molte
sono le attività didattiche proposte per le scuole, i centri estivi e le famiglie. Il programma prevede
la presenza di mostre tematiche permanenti, temporanee e approfondimenti di temi di particolare
interesse per il pubblico.
Amazzonia Blu – dal 1 al 9 aprile
Una settimana dedicata alla farfalla Morpho con il suo particolare colore blu
iridescente. Nella serra Amazzonica si potranno vedere centinaia di farfalle
Morpho che daranno vita ad uno spettacolo naturale.
Le giornate dell’energia sostenibile – domenica 15, 22, 29 aprile
Nell’anno Internazionale dell’Energia Sostenibile La Casa delle Farfalle di
Bordano dà il suo contributo per sensibilizzare i visitatori ad un tema così
importante e che ci riguarda direttamente. Sono in programma attività ludicodidattiche, sia per i bambini che per gli adulti.
Orchidays – I fiori gioiello – dal 26 maggio al 3 giugno
L’evento giunto alla quarta edizione è interamente dedicato alle orchidee. Verrà proposta una mostra tutta dedicata a questo bellissimo fiore. Inoltre il pubblico potrà partecipare ad un’escursione alla ricerca di orchidee locali. Per gli
appassionati di giardinaggio anche dei corsi dedicati alla conservazione e la
coltivazione delle orchidee.
Morpho peleides
“Dino & Co.
Sauri delle
Dolomiti”
Questa mostra porta all’attenzione del pubblico i
ritrovamenti fossili che negli ultimi trent’anni hanno
permesso di considerare le Dolomiti luogo di dimora di
dinosauri. L’esposizione presenta una serie di fossili,
postazioni interattive, ricostruzioni ed animazioni.
I visitatori avranno la possibilità di osservare per la
prima volta la maggior parte dei fossili presenti negli
allestimenti della mostra. L’evento è organizzato
dal Museo di Scienze Naturali dell’Alto Adige in
collaborazione con il Museo delle Scienze di Trento.
Info:
Museo di Scienze Naturali dell’Alto Adige
Via Bottai 1 - BOLZANO
e-mail: [email protected]
Lettura animata: Magico mondo della natura – 13 maggio e 23 settembre
Si tratta di un evento riservato ai più piccoli. Una fiaba per raccontare il mondo
della natura in un ambiente suggestivo.
A cena nella terra dei lemuri – Madagascar tra natura e cibo - 9 giugno
Una giornata dedicata a quest’isola così particolare. Verrà proposto un seminario e delle proiezioni di foto realizzate dallo staff della Casa delle Farfalle
durante una loro spedizione nell’isola. La giornata terminerà con una cena
tipica malgasci.
MOSTRA DEDICATA AI DINOSAURI
NELLE DOLOMITI
aperta fino all’8 aprile 2012
(M.R.)
RIVIERA
MODEL
SHOW
IV EDIZIONE
dal 24 al 28 aprile
2012
a Finale Ligure (SV)
Ricco programma dedicato al modellismo
dal 24 al 28 aprile 2012 a Finale Ligure
(SV). Sono previsti concorsi, mostra mercato di modellismo statico e dinamico e
borsa scambio, esibizioni di modellismo
dinamico navale e tante altre iniziative.
Info:
www.comunefinaleligure.it
(M.R.)
http://www.museonatura.it/
ALCUNE PROPOSTE DAL GDS
GRUPPO DIVULGAZIONE SCIENTIFICA DOLOMITI “E. FERMI”
Idea leuconoe
Butterfly safari – 17 giugno
Un’escursione presso il monte San Simeone alla ricerca di farfalle autoctone per osservarle nel loro ambiente naturale.
L’escursione naturalistica organizzata da entomologi ha anche l’obiettivo di vedere alcune delle più rare farfalle presenti
sul posto.
La notte delle farfalle – 23 giugno, 21 luglio, 18 agosto
La natura e l’ambiente della “foresta tropicale” visti di notte. Le falene sono gli insetti che durante la notte popolano gli spazi
delle serre. Un modo diverso e suggestivo per conoscere la natura che ci circonda.
A cena con le farfalle – 7 luglio
Le foreste tropicali sono il luogo principale della biodiversità, ma spesso sfugge la varietà di alimenti che si possono trovare
in esse. La cena è un percorso culturale e gastronomico dove una guida porterà i visitatori ad assaggiare nella varie tappe
cibi asiatici, africani e sudamericani.
Mozambico day – 9 settembre
Workshop fotografico
Macrofotografia 19 maggio
Fotografare le farfalle e altri insetti 16 settembre
RISERVATO A TUTTI I VISITATORI con scadenza al 30 settembre 2012
Chi visiterà la Casa delle Farfalle avrà modo di fotografare: insetti, animali, pesci, fiori e piante.
C’è la possibilità di partecipare ad un concorso fotografico. Un’anteprima delle foto selezionate dalla Casa delle
Farfalle saranno in mostra durante tutta la stagione. I
vincitori saranno selezionati da una giuria popolare e da
una tecnica. L’invito a partecipare è rivolto a tutti i visitatori.
(M.R.)
info:
Casa delle Farfalle
L’Hobby della Scienza e della Tecnica
via Canada,1 - 33010 Bordano (UD)
[email protected]
per le fotografie si ringrazia il dott. Francesco Barbieri
Apilio pilumnus
Il GDS DOLOMITI “E. Fermi” è un’associazione no profit con sede a Belluno. E’ un gruppo di abili ed
appassionati divulgatori con il moto ossimoro “vendiamo scienza gratuitamente”. Ecco alcune delle
loro attività in programma nei prossimi mesi.
I segreti dell´ambra – Prof. Eugenio Ragazzi (Università di Padova)
Draghi, fulmini e lenticchie: strane storie di fossili – Dott. Manolo Piat (GDS)
Sabato 10 marzo – ore 17:00
L’ingresso è gratuito e l’incontro si svolgerà presso la sala Bianchi “alla Cerva” a Belluno in viale
Giuseppe Fantuzzi n. 11.
Dolomiti: leggende e geologia – Dott. Manolo Piat (GDS)
Giovedì 29 marzo dalle ore 16.00 alle ore 17.00
La lezione è in programma presso l’Università degli Adulti - Anziani di Feltre (BL)
Biominerali: le pietre della vita – Dr. Manolo Piat (GDS)
La tavola periodica – Dr. Fabiano Nart
Martedì 8 maggio, ore 20.30
presso il Museo di Scienze Naturali dell’Alto Adige Via Bottai 1 - 39100 Bolzano
Info:
GDS DOLOMITI “E. Fermi”, Gruppo Divulgazione Scientifica
Viale Medaglie d’Oro, 23 - 32100 Belluno
[email protected]
www.gdsdolomiti.org
L’Hobby della Scienza e della Tecnica (M.R.)
Modellismo
Modellismo
PANCHINE
PER MODELLI NAVALI
COME
COSTRUIRLE
In questo periodo mi sto dedicando alla costruzione di un modello del piroscafo a pale Piemonte in
scala 1:50. Il modello, che è navigante e radiocomandato, ha già effettuato le prove di navigazione.
Adesso sto costruendo ed installando a bordo i particolari della coperta. Fra questi ho trovato piuttosto interessanti le panchine.
Ho quindi pensato che valga la pena raccontare, in queste pagine, come ho fatto a realizzarle.
Si tratta di un sistema piuttosto semplice che può essere adottato anche per la costruzione di altri
oggetti.
Il
piroscafo
Piemonte
Sul Lago Maggiore è tuttora
in servizio il romantico battello a ruote che si vede qui a
fianco.
Non effettua servizio di linea
ma viene utilizzato per crociere, noleggi, eventi particolari.
La Navigazione Lago Maggiore, alla quale mi sono rivolto per avere gli elementi
necessari per la costruzione
del modello, mi ha messo a
disposizione tutti i disegni necessari e mi ha consentito di
salire a bordo per effettuare
una serie completa di rilievi
fotografici.
L’Hobby della Scienza e della Tecnica
La nave è stata costruita nel
1904 dai cantieri Escher Wiss
di Zurigo. Ha una lunghezza
fuori tutto di 51,20 metri ed
una larghezza di 6,20 metri. Il
dislocamento a pieno carico è
di 273 tonnellate.
Il propulsore è costituito da
una macchina a vapore a du-
Le
plice espansione sub orizzontale da 294 kW che aziona
le due ruote a pale laterali. Il
vapore è prodotto da due generatori a vapore saturo. Può
raggiungere la velocità di 11,7
nodi.
La nave, che all’inizio del
‘900 svolgeva regolare servi-
zio trasporto passeggeri, con
il nome Regina Madre e con
lo scafo dipinto di nero, ha
subìto, nel tempo, importanti
aggiornamenti.
panchine
A bordo ci sono panchine di
tipo diverso, forse non sempre
originali ma aggiunte o sostituite nel corso della lunga vita
della nave.
Per semplicità io le ho suddivise in panchine di tipo “A” e
in panchine di tipo “B”.
Fra le panchine di tipo “A”
ci sono alcune differenze costruttive che non sono però
rilevanti per quanto riguarda
questa descrizione. Hanno Panchine di tipo “A”
infatti una struttura sostan- installate a prua
zialmente simile seppure con
dimensioni differenti.
Quelle di tipo “B”, completamente diverse, si trovano al
ponte superiore, vicino alla
ciminiera.
Panchine di tipo “A”
installate a poppa
Panchine di tipo “B” installate al ponte superiore
Tutte le panchine sono composte da una struttura in metallo e da parti in legno.
In quelle di tipo A installate a
prua, una serie di stecche in
legno costituisce sia la seduta
che la spalliera; in quelle installate a poppa, seduta e spalliera sono separate.
In quelle di tipo B seduta e
schienale sono separate.
L’Hobby della Scienza e della Tecnica Modellismo
La
Modellismo
costruzione delle panchine del tipo
Come prima cosa ho disegnato la sagoma della struttura in metallo che ho incollato su un foglio di compensato da 0,8 mm di spessore. Ho ritagliato accuratamente i pezzi e li ho incollati su una base, sempre
di compensato. Poi, con una piccolissima fresa, ho ripassato i tagli lasciati dalla lama del seghetto in modo
da creare lo spazio sufficiente per inserire, comodamente, un filo di ottone dello spessore di 0,5 mm.
A questo proposito ricordo che io uso il filo di ottone
che si trova nei negozi di ferramenta in piccole matassine. Ne taglio il pezzo che mi serve, lo pulisco
con carta abrasiva molto fine e, dopo averne bloccato
un’estremità in un morsetto, prendo l’altra estremità
con una pinza e gli do una “tirata”.
In questo modo il filo diventa perfettamente dritto.
Inserito il filo nelle scanalature, sagomandolo opportunamente, ho saldato i punti di contatto.
“A”
Sagoma per la costruzione
delle strutture metalliche,
semplici e doppie
Dopo aver formato un congruo numero
di supporti, li ho fissati su una tavoletta
e li ho uniti per mezzo di fili di ottone
longitudinali.
In questo modo ho ottenuto i supporti
metallici delle panchina.
Montaggio della
struttura di tipo “A”
Prima di staccare i listelli dal piano di montaggio li ho fissati con del nastro adesivo di carta.
Un rivestimento pronto per il montaggio
La
costruzione
delle panchine del
tipo
“B”
Le panchine di questo tipo, illustrate a pagina 7 in
basso, sono installate al ponte superiore e hanno
una struttura più complessa.
La struttura metallica si compone di due parti.
Una, opportunamente sagomata come si vede qui
sotto, sostiene lo schienale, la traversa alla quale
poggia la seduta e prosegue con le due gambe.
Costruzione della struttura
di tipo “B”
Le panchine di tipo A sono a loro volta di due tipi, semplici e doppie. Nella figura qui sopra si vedono entrambe
le sagome.
La procedura costruttiva è praticamente identica.
Costruzione della struttura di tipo “A”
mente di una tavoletta sulla quale ho incollato
delle strisce, sempre di compensato. Su queste
ho messo del nastro biadesivo in modo che la
parte superiore diventasse “appiccicosa”. Ho
così potuto fissare le striscioline di compensato
distanziandole con dei pezzetti di cartoncino.
Costruzione del rivestimento
delle panchine di prua
Per costruire il rivestimento delle panchine di tipo “A”,
montate a prua, sulla cui struttura è fissata una serie continua di stecche di legno, ho ritagliato, con un cutter, delle striscioline larghe 1 mm da un foglio di compensato
di betulla da 0,8 mm di spessore.
Poi, con compensato di pioppo da 5 mm, ho preparato
una sorta di “piano di montaggio”. Si tratta sempliceL’Hobby della Scienza e della Tecnica
In questo modo ho ottenuto una specie di “tapparella” che ho incollato, con colla molto resistente, alle strutture di metallo preparate in
precedenza.
Qui è necessario prendere alcuni accorgimenti
per far si che tutte le stecche, durante l’asciugatura della colla, rimangano perfettamente
aderenti al metallo. Ad esempio io ho fissato
la panchina su un piano e, nel punto di curvatura, fra la seduta e la spalliera, ho appoggiato
un tondino di legno che ho mantenuto premuto
verso il basso con degli elastici.
Nella figura di pagina 7 si vedono le panchine di tipo “A” installate a prua. Le due esterne
sono semplici e quella centrale è doppia.
Nell’altra immagine si vedono, invece, le panchine, sempre di tipo “A”, installate a poppa.
Queste panchine sono molto simili a quelle di
prua e sono dotate di braccioli.
Non è il caso di descrivere anche questa piccola
modifica.
Queste panchine hanno seduta e spalliera separate. Costruite sempre con listelli da 1 mm di
compensato di betulla da 0,8 mm, queste parti
sono di facile realizzazione e montaggio.
L’altra, saldata per punti all’esterno della prima,
dovrà subire una successiva piegatura in modo
da formare i braccioli e la parte anteriore della
panchina.
Piegatura e finitura della struttura tipo “B”
Qui sopra si vede l’attrezzo che ho costruito per
sagomare la parte anteriore della panchina. Si tratta di un tondino di legno che trattiene la struttura
L’Hobby della Scienza e della Tecnica Modellismo
aderente alla tavoletta sottostante e consente la
prima piegatura (verso l’alto). Per la seconda
piegatura ho usato un pezzetto di compensato,
dello spessore uguale alla profondità della panchina che, opportunamente arrotondato, permette la seconda piegatura (verso il basso). Appena fatta questa seconda piegatura ho saldato
la seconda traversa che sostiene la seduta.
Sulle panchine del tipo ”B” la seduta e lo schienale sono separate. Anche in questo caso ho
usato le striscioline di compensato già usate per
le panchine di tipo “A”. Le ho incollate su piccoli listellini sottostanti e le ho ritagliate secondo la sagoma necessaria.
Qui vediamo le otto panchine prima del montaggio.
Naturalmente tutte le parti sono state pitturate
prima del montaggio.
Installazione
delle panchine
sul modello
Le panchine sono fissate in coperta grazie alle
loro “gambe lunghe”.
Per facilitare questa operazione ho fatto delle
maschere di cartone sulle quali ho praticato, con
grande precisione, dei fori laddove si devono infilare le gambe delle panchine.
Con queste maschere ho potuto fare dei fori precisi sulla coperta del battello in modo da poter
installare le panchine finite.
Ovviamente il bloccaggio definitivo, con robusta colla, verrà effettuata solo a battello completamente finito.
Al momento in cui ho raccontato questa costruzione il modello del Piemonte è praticamente finito per quanto riguarda la struttura esterna. E’
navigante e radiocomandato ed ha già navigato.
Se andate sul sito www.mitidelmare.it trovate le
fasi della costruzione e potete trovare anche un
breve filmato nel quale, dopo aver descritto la
costruzione delle ruote a pale, si vede il piroscafo che compie alcuni tratti in navigazione.
37ª ENTOMODENA
Mostra scambio internazionale di Entomologia
sab. 9.00-18.00 - dom. 9.00-17.00
in contemporanea
Si terrà nei giorni 14 e 15 aprile 2012 a Campogalliano (MO) ENTOMODENA, la Mostra scambio
internazionale di Entomologia. E’ l’evento più importante in Italia per gli appassionati e studiosi di
entomologia, la scienza che studia gli insetti. La manifestazione oltre ad avere espositori, sia italiani
che stranieri, propone sempre degli allestimenti tematici e una serie di conferenze dedicate al mondo degli insetti.
SCIENZA
& NATURA
EXPO
(M.R.)
Info:
c/o polisportiva “Campogalliano” Via Mattei, 11 – Campogalliano (MO)
10 31 MARZO - 1° APRILE 2012
Duilio Curradi
Panchine tipo “B” prima del montaggio
Gruppo Modenese Scienza Naturali
Strada Morane, 361 - 41100 Modena (MO)
[email protected]
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57° MERCATO DEL CONSUMER ELECTRONICS
Entomodena 14 e 15 aprile 2012
sabato dalle 9,00 alle 19,00
domenica dalle 9,00 alle 13,00
L’Hobby della Scienza e della Tecnica
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Storia della Scienza
Storia della Scienza
Giuseppe Piazzi
(1746 - 1826)
A
stronomo italiano
nato a Ponte di Valtellina
(Sondrio) il 16 luglio 1746 e
morto a Napoli il 22 luglio
1826. Sacerdote dell’Ordine
dei Teatini (1769), una
congregazione religiosa
fondata nel 1524 da San
Gaetano da Thiene (14801547) e da Gian Pietro
Carafa (1476-1559) vescovo
di Chieti e futuro papa
Paolo IV, studiò teologia a
Torino per poi specializzarsi
in filosofia e matematica
a Roma. Insegnò filosofia
nei collegi del suo Ordine e
matematica all’Università
di Malta. Nel 1780 ebbe la
cattedra di calcolo sublime
all’Università di Palermo,
che tenne per ben 46 anni.
Dopo un viaggio all’estero
(1786-1789), durante il
quale entrò in contatto
con i maggiori scienziati di
Parigi e di Londra, tra cui
Joseph Jérôme Le Français
de Lalande (1732-1807) e
Frederick William Herschel
(1738-1822), diresse la
costruzione di strumenti
astronomici e, con l’aiuto
del viceré di Sicilia, fondò
la specola di Palermo
sulla torre Santa Ninfa
del Palazzo Reale (1791).
Lo strumento principale
di quell’osservatorio era il
grande cerchio meridiano
fatto costruire appositamente
dal Piazzi nelle celebri
officine del grande artigiano
inglese Jesse Ramsden
(1735-1800), il quale né
In seguito, nel 1817, il re di
costruì anche uno gemello
Napoli lo chiamò in quella
per l’osservatorio di
città per sovraintendere alla
Dublino. Mediante tale
costruzione della specola di
strumento il Piazzi studiò la
Capodimonte e fu nominato
posizione di numerose stelle
direttore generale degli
pubblicandone i risultati nel
osservatori esistenti nel
suo famoso catalogo stellare
Regno delle Due Sicilie. Fu
Praecipuarum stellarum
socio onorario di numerose
inerrantium positiones
Accademie, sia italiane sia
mediae ineunte saeculo XIX
estere, nonché presidente
del 1813 che raccoglieva
della Reale Accademia.
tutte le sue osservazioni
dal 1792 al 1813, la cui
seconda edizione del 1814
conteneva dati relativi a
7646 stelle. Tale catalogo si
rilevò estremamente utile
per lo studio dei moti propri
delle stelle e il Piazzi poté
dimostrare che alcune di
esse si muovevano rispetto
al Sole. Durante queste
osservazioni scoprì il primo
pianetino, Cerere (dea latina
protettrice della Sicilia),
avvenuta il 1° gennaio 1801.
Sempre nel 1801, benché
gli fosse stata offerta la
Frontespizio Della scoperta
direzione della specola di
del nuovo planeta Cerere
Bologna, il Piazzi rifiutò
Ferdinandea (1802)
per non lasciare Palermo.
12 L’Hobby della Scienza e della Tecnica
Tra le sue opere, alcune
ricevettero l’onore della
pubblicazione all’estero,
si citano una raccolta di
Lezioni di Astronomia in
due volumi (1817) tradotta
in tedesco (1822) con
prefazione di Karl Friedrich
Gauss (1777-1855) e il suo
catalogo stellare apparso in
Austria (1845) a cura della
specola di Vienna. Portano
il suo nome, un cratere
selenico (lat. 36.6° S, long
67.9° W con diametro di 134
chilometri) e il millesimo
pianetino che fu chiamato,
in suo onore, Piazzia
scoperto il 12 agosto 1923 da
K. Reinmuth a Heidelberg
(Germania).
Invernizzi, L. – Manara, A. – Sicoli, P., L’astronomo valtellinese Giuseppe Piazzi e la
scoperta di Cerere, Fondazione Credito Valtellinese Sondrio 2001
Maineri, B.E., L’astronomo Giuseppe Piazzi. Notizie biografiche, Salvi Milano 1871
Porro, F., Giuseppe Piazzi, Tipografia Commerciale Valtellinese Sondrio 1927
Giuseppe Piazzi: aspetti poco noti della vita e dei suoi lavori in campo scientifico
(Alessandro Manara & Luca Invernizzi)
www.brera.unimi.it/sisfa/atti/2001/Manara2.pdf
2. Frontespizio Della scoperta del nuovo planeta Cerere Ferdinandea (1802)
Michele T.
Mazzucato
EURO MINERAL e EURO GEM
dal 21 al 24 giugno 2012 a Colmar in Alsazia (F)
Minerali, meteoriti, fossili, gemme e bijoux
Novità per la prossima edizione di “Euro Mineral” e “Euro Gem” è che l’evento cambia sede e si
trasferisce a Colmar, una bella e caratteristica città dell’Alsazia ricca di canali e vecchie case a graticcio. La 49ª edizione dell’esposizione e borsa internazionale chiamata “EURO MINERAL e EURO
GEM” potrà contare su oltre 14.000 mq al coperto e altri 20.000 mq all’esterno. Gli spazi all’aperto
saranno organizzati in funzionali tende per accogliere espositori e visitatori da tutto il mondo.
Info:
MINERAL Concepts
B.P. 8 - 68311 ILLZACH CEDEX - France
[email protected]
http://www.euromineral.fr/
(M.R.)
21 e 22 giugno ingresso riservato
ai visitatori professionisti
VEDERE LA SCIENZA FESTIVAL
A Milano dal 26 marzo al 1 aprile 2012 XVI edizione
astrofisica e cosmologia, matematica, scienze biomediche e naturali, ambiente e clima, scienze della
Terra, storia della scienza, fisica, risorse energetiche, neuroscienze
Tutte le sessioni di proiezione del Festival sono aperte al pubblico, ai giornalisti e ai professionisti,
con ingresso libero e gratuito.
Il Festival Internazionale del Video, del Film e del Documentario Scientifico è in programma allo
Spazio Oberdan in viale Vittorio Veneto n. 2 a Milano. I video presentati al festival riguarderanno
la scienza nel suo complesso come ad esempio la botanica, le risorse energetiche, l’astrofisica, il
clima, la storia della scienza, le scienze naturali e quelle biomediche, la matematica, la fisica, la
cosmologia, le neuroscienze.
L’ingresso alle proiezioni è libero e gratuito per tutti.
Info:
Vedere la Scienza Festival
Istituto di Fisica Generale Applicata – Università degli Studi di Milano
Via Brera, 28 - 20121 Milano
[email protected]
http://www.brera.unimi.it/film/index.php
L’Hobby della Scienza e della Tecnica 13
(M.R.)
MODELLISMO
MODELLISMO
Vista frontale a tre quarti
ALe 660
A
l tempo dell’università
le forme sinuose mi attraevano più dei libri e subivo
il fascino delle curve delle
….. “littorine” del tempo,
ossia delle ALe 540, 660 e
840, (oltre che di altre curve di cui un gentiluomo è
meglio che non parli).
Le case italiane, Rivarossi e
una Lima ai suoi primi passi, non producevano quei
modelli ed era giocoforza
industriarsi per costruirli. I miei primi esperimenti
iniziarono prendendo un
foglio di ottone da 0,1 mm
di spessore e incollandovi sopra due disegni della
vista laterale dell’ALe 660,
ricavati per ricalco con carta carbone dall’Album “V
serie” del dr. Briano (allora
le fotocopiatrici non esistevano ancora). Distanziai i
due disegni di circa 30 mm
per tener conto del tetto ed
alle estremità di quest’ultimo aggiunsi la vista delle
due testate. Ritagliai la figura ottenuta lasciando 10
mm in più lungo tutti i bordi
per la bombatura del sottocassa e presi un blocco di
legno delle dimensioni interne del mezzo (in scala)
14 arrotondandone gli spigoli
fino ad ottenere la sezione
giusta dell’elettromotrice.
Ciò fatto vi arrotolai sopra il
foglio di ottone e ottenni un
semitubo a U rovesciata,
aperto alla base.
Con un chiodo appuntito
(da studente non avevo
un’attrezzatura specializzata) segnai la posizione
dei finestrini e con un trapano a mano ne forai gli
L’Hobby della Scienza e della Tecnica
Vista della fiancata laterale
angoli, lasciando -per quelli
delle testate- un franco all’interno del perimetro onde
poter correggere eventuali
errori a piega avvenuta.
Con le forbici feci un taglio
sulla mezzeria del raccordo
fra gli intercomunicanti e le
pareti laterali e una miriade
di taglietti perpendicolari al
taglio; infine incastrai fra di
loro i due bordi tagliuzzati
fino ad ottenere una parvenza di muso.
Sagomai a lima
come
il frontale dell’ALe660
un blocchetto di alluminio 30x30x50 mm trovato
presso un deposito di rottami e, inseritolo all’interno della U di ottone, con
un martellino spianai tutte
le frange che non si erano ben allineate: preso poi
un grosso saldatore da 200
watt regalatomi da un amico idraulico, iniziai a depositare sul muso uno spesso
strato di stagno. Una volta
raffreddato il tutto iniziai il
lavoro di lima, prima grossa, poi più fina e al termine
carta vetrata ad acqua da
carrozzieri. La successiva
stuccatura e verniciatura
coprì ogni imperfezione. In
questo modo ottenni il mio
primo modello di rotabile
con muso bombato, dalla
sagoma non proprio azzeccata ma sempre di soddisfazione data l’epoca.
Non mi rimase che ritagliare una striscia di ottone di
1 mm di spessore, lunga
quanto la carrozzeria pance escluse, da usare per telaio: due fori sulla mezzeria
in corrispondenza del centro porte servirono per fissare il carrello folle e quello
motore di un TEE Rivarossi
recuperati su un mercatino
dell’usato. Per evitare slittamenti delle ruote ho aggiunto peso con una lastra
di piombo sistemata sotto
la carenatura centrale e
fissata a mezzo viti. Quattro palline di Sintofer (lo
stucco per carrozzeria più
usato al tempo) sagomate
ad hoc assunsero la forma
delle caratteristiche custodie dei respingenti e, una
volta forato il tetto per gli
isolatori di pantografi, scaricatori a corna e linea A.T.,
non mi restò che dedicarmi
ai dettagli.
Le grate sulle fiancate le
ottenni utilizzando una
morsa per pressare contro il lamierino un blocco
di ottone fresato a disegno
presso l’officina di un amico; i respingenti nacquero
da chiodi saldati di testa ad
L’Hobby della Scienza e della Tecnica 15
un rettangolino di ottone,
col molleggio assicurato da
una molla di una biro usata;
i pantografi li feci utilizzando una piattina di ottone da
2x1 mm per il telaio di base,
tubo di ottone da 1,5 mm di
Ø per la base ruotante dei
bracci inferiori, filo di alpacca da 0,5 mm di Ø per il
resto, tubo da 2 mm per la
pompa di sollevamento, filo
d’acciaio da 0,2 mm per le
molle e filo di ottone da 1
mm per lo strisciante. Oggi
quei pantografi verrebbero
considerati grossolani (per
la difficoltà di effettuare circa 20 saldature contigue
su pezzi microscopici) ma
credo abbiano il primato di
Vista frontale
MODELLISMO
Ferri Comunicazione
VERONA - 3/4 marzo 2012
aver anticipato l’industria
per l’innalzamento e abbassamento a distanza: il
pistone che, come al vero,
mette in tensione le molle,
all’interno della pompa era
infatti mosso da una leva
comandata dall’eccentrico
di un relè rotativo Finder a
12 volt per impianti domestici (con un primo impulso il pantografo si alzava
a metà (per linea bassa),
col secondo raggiungeva
la massima elevazione,
col terzo ritornava a metà
e col quarto si posizionava
a riposo); in questo modo
lo si poteva comandare a
distanza con un pulsante
o con due contatti posti a
distanza ravvicinata fra le
rotaie di un binario del Deposito Locomotive.
Quanto descritto è valido
per l’ALe660; chi desidera
la ALe540 non ha che da
incollare o saldare sulle
fiancate due fili di metallo
ad imitazione delle modanature che racchiudevano
la fascia rossa che correva
lungo tutta la carrozzeria
porte escluse.
Per la verniciatura usare
il castano e isabella nonché il rosso segnali per la
fascia dei musetti e quella
eventuale laterale.
elettroexpo
Respingenti
46a fiera dell’elettronica
www.elettroexpo.it
Giorgio
Di Modica
Grate
Model Expo Italy
Tetto
8a fiera del modellismo
Dima in alluminio
www.modelexpoitaly.it
16 Carrello
L’Hobby della Scienza e della Tecnica
www.veronafiere.it - [email protected]
INFORMATICA
INFORMATICA
BASIC
Il test di un programma può essere usato
per mostrare la presenza di bug,
ma mai per mostrare la loro assenza.
B
en oltre 2500 sono i
linguaggi di programmazione oggi esistenti. Ognuno dotato di un lessico, una
sintassi e una semantica
propria e tali da rispettare
il modello computazionale
di Turing completo (1936)
dal nome di Alan Mathison
Turing (1912-1954) uno dei
padri dell’informatica. Tra
quelli storici si menzionano il FORTRAN [FORmula
TRANslation, 1957 di John
Warner Backus (19242007)], l’AlGOL [ALGorithmic Language, 1958 da
un comitato di informatici
statunitensi ed europei], il
LISP [LISt Processor, 1958
di John McCarthy], il COBOL [COmmon Business
Oriented Language, 1959
con un ruolo primario nello
sviluppo e programmazione di Grace Murray Hopper
(1906-1992)], il PASCAL
[così chiamato in onore di
Blaise Pascal (1623-1662)
da Structured Programming (1972)
di Edsger Wybe Dijkstra (1930-2002)
inventore della prima macchina calcolatrice automatica, 1970 di Niklaus Wirth],
il C [1972, di Dennis MacAlistair Ritchie (1941 - 2011)
e Brian Wilson Kernigham]
e il BASIC.
Il BASIC, acronimo inglese
di Beginner’s All-purpose
Symbolic Instruction Code
(codice di istruzioni simboliche di uso generale per
principianti) è uno dei più
diffusi e maggiormente noti
linguaggi di programmazione ad alto livello sviluppato
da John George Kemeny
(János György Kemény
1926-1992), che lavorò al
Progetto Manhattan (1945)
e fu assistente di Albert
Einstein (1879-1955) nel
1948-1949, e Thomas Eugene Kurtz, proveniente
dalla Princeton University,
nel 1964 presso l’università
di Dartmouth (New Hampshire, USA) dove le due
18 I professori Thomas Eugene
Kurtz e John George Kemeny
co-ideatori del linguaggio
BASIC (Dartmouth
University)
personalità si incontrarono
nel 1956. Da questa prima
apparizione ad oggi numerose sono state le versioni,
varianti e/o dialetti (oltre
200) e per indicare quello
originario esso viene identificato come Dartmouth
BASIC.
Primitivi tentativi senza
successo vennero effettuati da Kemeny e Kurtz
dal 1956 con il DARtmouth
SIMplified COde (DARSIMCO, 1956) e il Dartmouth
Oversimplified Programming Experiment (DOPE,
1962) dai quali scaturì il linguaggio BASIC il cui primo
programma venne eseguito il 1° maggio 1964 su di
un calcolatore della General Electric GE-200 series
mainframe dell’università
di Dartmouth.
L’Hobby della Scienza e della Tecnica
A Manual for BASIC, the
elementary algebraic language designed for use with
the Dartmouth Time Sharing
System (1 ottobre 1964) il
manuale di riferimento del
primo BASIC
Screenshot del GW-BASIC
Compendio istruzioni GW-BASIC
(Olivetti, 1986)
Una tra le più note versioni di questo linguaggio è il
Microsoft BASIC, sviluppato da William Henry “Bill”
Gates III, Monte Davidoff
e Paul Gardner Allen inizialmente chiamato Altair
Basic (nel 1975 per il primo
“personal computer” della storia l’Altair 8800 della
Micro Instrumentation and
Telemetry Systems MITS),
divenuto poi Microsoft BASICA (o Advanced BASIC),
successore dei IBM Cassette BASIC o BASIC C e
IBM Disk BASIC o BASIC
D, dal 1981 per i Personal
Computer PC con Sistema
Operativo MS-DOS (MicroSoft - Disk Operating System) dell’International Business Machine IBM (fondata nel 1889 con sede ad
Armonk, New York USA).
Seguì il GW-BASIC che
non richiedeva il BIOS originale IBM residente nella
ROM per poter funzionare,
come nelle precedenti versioni di BASIC, ed era per
PC IBM compatibili.
Il BIOS, Basic Input/Output System, è il programma (residente nella ROM
Read Only Memory) che il
microprocessore usa per
inizializzare il PC appena
si accende ed è anche responsabile per la comunicazione tra il Sistema Operativo e le periferiche di
input e output (come hard
disk, scheda video, scheda audio, tastiera, mouse,
etc.).
L’Hobby della Scienza e della Tecnica 19
Sul significato del nome
GW-BASIC vi sono varie
interpretazioni.
Ufficialmente le lettere GW indicherebbero Graphics &
Windows sottolineando le
potenzialità grafiche estese rispetto alle precedenti
versioni. Ma GW indicherebbero anche le iniziali di
Greg Whitten, l’informatico
dipendente della Microsoft
che ha maggiormente contribuito allo sviluppo degli
standard di tale linguaggio. Non mancano altri significati come: Gee Whiz
(un’esclamazione,
tipo
“perbacco”, per le numerose istruzioni grafiche in 2D
contenute nel linguaggio)
oppure le iniziali di Gates &
Whitten.
Dato che tutte le versioni
del BASIC sino ad allora
realizzate erano interpretate, nel 1982 la Microsoft
(fondata nel 1975 con sede
a Redmond, Washington
USA) sviluppò per i PC IBM
il programma BASCOM
(BASic COMpiler), il primo
e uno dei più potenti compilatori per il BASIC.
In informatica per compilatore si intende un programma che traduce le istruzioni scritte in un determinato
linguaggio di programmazione ad alto livello (codice sorgente) in istruzioni
di linguaggio macchina o
di basso livello (codice oggetto) mentre per interprete quel programma capace
di eseguire direttamente il
codice sorgente senza preventiva compilazione dello
INFORMATICA
INFORMATICA
stesso eseguendo le istruzioni nel linguaggio di programmazione utilizzato traducendole di volta in volta
in linguaggio macchina. Il
termine compilatore venne
coniato dalla statunitense
Grace Murray Hopper nel
1951, allora alla divisione
UNIVAC (UNIVersal Automatic Computer) della Remington Rand, per descrivere il suo primo programma traduttore. La stessa
Murray Hopper, pioniera
della programmazione informatica nonché ufficiale
di Marina congedatasi ammiraglio nel 1986, diffuse
anche il termine bug per indicare un malfunzionamento di un computer quando
nel 1947 una falena venne letteralmente trovata e
rimossa tra i circuiti di un
computer Harvard Mark II
a cui stava lavorando.
Lo sviluppo del BASIC proseguì con Quick BASIC
(dal 1985 all’ultima versione 4.5 del 1988 non richiedeva numeri di riga, integrava una IDE di sviluppo
codice e poteva compilare i
programmi), QBASIC (una
versione ridotta del precedente e solo programma
interprete), Quick BASIC
Extended (o Microsoft Basic Professional Development System PDS o BASIC
PDS, ultima versione 7.1
del 1990) e Visual BASIC
(dal 1991 sino alla versione
6 del 2006).
Screenshot per Quick BASIC
Screenshot per QBASIC
Screenshot per Quick BASIC Extended o PDS
Altre versioni BASIC furono il Tiny BASIC scritto da Dennis
Allison, la MBASIC della Microsoft per il sistema operativo
CP/M (Control Program for Microcomputers di Gary Kildall),
l’Applesoft BASIC (successore dell’Integer BASIC) per
l’Apple II, l’Atari BASIC, BBC BASIC e Amiga BASIC per
i computer Commodore serie Amiga. Degna di nota quella prodotta dalla Borland (fondata nel 1983 con sede ad
Austin, Texas USA) che nel 1988 rilasciò il Turbo BASIC
(come versione compilata del linguaggio) ideato da Robert
‘Bob’ Zale che ancora oggi lo pubblica, ulteriormente esteso, con il nome di Power BASIC.
Screenshot per Turbo BASIC
20 L’Hobby della Scienza e della Tecnica
Screenshot per Power BASIC
Inoltre, abbiamo il True BASIC, diretto discendente
del Dartmouth BASIC pubblicato dalla società fondata dallo stesso Kurtz, Real
BASIC
(originariamente
Cross BASIC di Andrew
Barry) linguaggio multipiattaforma che può compilare
eseguibili per Mac OSX,
Windows e Linus, GAMBAS (acronimo ricorsivo
di Gambas Almost Means
BASIC) un dialetto opensource per Linux nato nel
1999 e sviluppato da Benoît Minisini e Free BASIC
un progetto opensource
compatibile con il Quick
BASIC.
Il linguaggio BASIC, originariamente compilato,
successivamente interpretato e oggi anche ibrido, di uso generale, di
facile uso ai non addetti
ai lavori, rapido, potente, multipiattaforma, inizialmente con ambiente di sviluppo integrato (Integrated
Development Environment
IDE) per lo sviluppo del codice a riga di comando (prima generazione dei dialetti
BASIC: GW-BASIC) oggi
evoluto con i nuovi paradigmi di programmazione
strutturata (seconda generazione dei dialetti BASIC:
Quick BASIC, Turbo BASIC) e orientata agli oggetti
(terza generazione dei dialetti BASIC: Visual BASIC,
Real BASIC e GAMBAS).
ACQUARIOFILIA &
MICROSCOPIA
E’ uscito a febbraio il nuovo libro del biologo e divulgatore scientifico Maurizio Gazzaniga. Il volume dal titolo “Acquario Segreto” è
dedicato al mondo dell’acquario o per essere più precisi alle tante
specie che popolano gli acquari d’acqua dolce e tropicali. Le 298
pagine a colori si rivolgono sia agli appassionati di acquariofilia
che ai microscopisti intenzionati ad osservare il mondo nascosto
in un acquario.
Info
Acquario Segreto
Autore: Maurizio Gazzaniga
Editore: Gruppo Editoriale Castel Negrino
Prezzo: 29,00 euro
EAN: 9788889662762
L’Hobby della Scienza e della Tecnica (M.R.)
21
Per saperne di più
Gottfried Byron S., Programmare in BASIC, ETAS Milano 2ª
ed. 1984
Lien David A., The Basic Handbook. Encyclopedia of the BASIC Computer Language, Compusoft Publishing, 3ª ed. 1986
http://basicprogramming.org/
tutto sulla programmazione in
BASIC
www.opentraining.it/visual-basic-2010.aspx Corso video in Visual Basic di Andrea Martelli
Michele T.
Mazzucato
MINERALOGIA
Granato Almandino - Passo del Rombo (Bolzano)
I GRANATI
Struttura del tetraedro.
Al centro l’atomo di Silicio legato
a 4 atomi di Ossigeno
Struttura del nesosilicato.
Notare come i singoli tetraedri sono isolati e collegati tra loro
unicamente dai vari cationi interstiziali (pallini grigi)
La formula chimica generica di un granato si può schematizzare come segue:
X3Y2(SiO4)3
dove X è un catione bivalente (Ca2+ , Mg2+, Fe2+ , Mn2+)
mentre Y è un catione trivalente (Al3+ , Fe3+ , Cr3+)
C
on il termine granato
si indica genericamente un
gruppo di minerali appartenenti alla grande famiglia
dei silicati ed in particolar
modo dei nesosilicati.
La parola granato deriva
dal latino “granatus” (grano
o frumento) e molto probabilmente è legata anche al
termine “malum granatum”
(melograno) caratterizzato dall’avere frutti colmi di
chicchi rossi appunto simili
ai cristalli di granato.
Ritornando ai silicati abbiamo sopraddetto che i granati fanno parte di questa
grande famiglia mineralogica ed ora daremo un breve
accenno alla configurazione dei nesosilicati.
I nesosilicati possiedono
una struttura cristallina co-
Da questo si può facilmente comprendere come al variare dei vari elementi sopraccitati si
possono originare differenti varietà di granati.
stituita da una combinazione di tetraedri isolati, la cui
unità minima è formata dal
gruppo (SiO4)4- e dove,
nella struttura, nessun vertice è in comune.
I quattro atomi di
ossigeno sono legati al silicio in modo
tale da formare una
perfetta struttura tetraedrica alla quale
si possono poi unire
i vari cationi metallici
come Fe, Al, Ca, Cr,
Mg, Mn.
minerale che avrà comunque un impacchettamento atomico di solito molto
compatto, determinando
così pesi specifici elevati e
durezze decisamente apprezzabili.
Granato Almandino - Madagascar
Nell’organizzazione cristallina di un
granato i singoli tetraedri sono uniti tra
loro tramite i legami
ionici dei cationi interstiziali
presenti
nell’insieme, cationi
che determineranno
la struttura finale del
22 L’Hobby della Scienza e della Tecnica
Essenzialmente si possono distinguere due categorie di granati a seconda dell’elemento
sempre presente nella formula:
I granati Alluminosi :
- Almandino
- Piropo
- Rodolite
- Spessartina
I granati Calcici :
- Andradite
- Demantoide
- Grossularia
- Hessonite
- Melanite
- Topazolite
- Tsavorite
- Uvarovite
Granati Alluminosi.
Questa serie viene anche denominata piralspite, acronimo
formato dalle lettere presenti nei nomi dei quattro granati.
Granati Calcici.
Anche questa serie ha
il suo acronimo :
ugrandite.
L’Hobby della Scienza e della Tecnica 23
Granato Andradite Var. Demantoide
Val Malenco (Sondrio)
MINERALOGIA
granati Alluminosi
granati CALCICI
Granato almandino
Granato Piropo
Granato spessartina
Granato ANDRADITE
Fe3Al2(SiO4)3
Colore : da rosso scuro a
rosso-marroncino
Durezza : 7 – 7,5
Densità : 4,3 g/cm3
Ambiente geologico di formazione : è tra i granati più
comuni, rinvenuto nella
maggior parte dei casi in
rocce metamorfiche (scisti
micacei oppure gneiss),
ma anche in rocce filoniane
di origine pegmatitica.
Cristalli – Località : quando ben formati sono dodecaedrici o icositetraedrici,
possono raggiungere addirittura dimensioni pluridecimetriche. Si possono
rinvenire anche come granuli arrotondati o in forma
massiva. In Italia le località
più tipiche sono quelle dei
micascisti del Passo del
Rombo (Bolzano), e delle
rocce pegmatitiche della
Val Codera (Sondrio). Le
località estere più rinomate, anche per il ritrovamento di gemme da taglio (di
basso valore) sono quelle
dello Sri Lanka , Brasile e
Madagascar.
(foto di pagina 22)
Mg3Al2(SiO4)3
Colore : rosso, arancione,
rosso-violaceo, rosa
Durezza : 7,5
Densità : 3,7 g/cm3
Ambiente geologico di formazione : prevalentemente
in rocce ignee ultrabasiche (con contenuto in silice molto basso e di colore
scuro), come ad esempio
le peridotiti e le eclogiti.
Cristalli – Località : rombododecaedrici o icositetraedrici. I cristalli più belli
provengono da Sud Africa
e Boemia e, quando sono
privi di inclusioni, sono ottime gemme da taglio.
Mn3Al2(SiO4)3
Colore : da arancione a
rosso arancio fino a rosso
intenso.
Durezza : 6,5 – 7,5
Densità : 4,2 g/cm3
Ambiente geologico di formazione : Si trova essenzialmente in rocce pegmatitiche e granitiche, ma anche
in rocce metamorfosate.
Cristalli - Località : rombododecaedrici o icositetraedrici. Il suo nome deriva
dalla località bavarese di
Spessart dove è stato scoperto per la prima volta. In
Italia sono molto rinomati
e ricercati dai collezionisti i cristalli di spessartina
rinvenuti nei filoni pegmatitici dell’Isola d’Elba. Per
il resto del mondo i migliori
esemplari anche da taglio
provengono da Namibia,
Mozambico e Tanzania.
Ottimi esemplari da collezione ricchi di cristalli ben
formati, associati ad ortoclasio e quarzo, provengono dalle località cinesi nella
provincia del Fujian.
Ca3Fe2(SiO4)3
Colore : da giallo – gialloverde a verde smeraldino –
verde scuro – fino a nero a
seconda della sua varietà
Durezza: 6,7 - 7
Densità : 3,8 g/cm3
Ambiente geologico di formazione : E’ il granato più
comune, tipico di rocce denominate Skarn, (ex roccia
sedimentaria, ricca di calcare, metamorfosata per
contatto da un magma che
la intrude), anche in scisti
cloritici e serpentinosi, oppure in rocce ignee alcaline
(ricche di sodio e potassio).
Tutte le seguenti varietà di
Andradite si formano in
questi ambienti geologici.
Granato Piropo
Var. Rodolite
(Mg,Fe)3Al2(SiO4)3
Colore : rosso-violaceo
Durezza: 7-7,5
Densità : 3,8 g/cm3
Cristalli - Località : è un
granato con composizione
intermedia tra l’ Almandino e il Piropo con tracce di
manganese e vanadio. Si
rinviene in particolar modo
nelle antiche rocce metamorfiche tra Tanzania e
Granato Spessartina con quarzo
Cina Kenya. I cristalli più limpidi
e con la classica colorazione “rosso rododendro” sono
particolarmente apprezzati
dai tagliatori di pietre che
ne ricavano ottime gemme,
anche da collezione.
Granato ANDRADITE
Var. Demantoide
Ca3Fe2(SiO4)3
Colore : verde smeraldino
Durezza: 7 – 7,5
Densità : 3,8 g/cm3
Cristalli – Località : cristalli
rombododecaedrici in rocce metamorfiche scistoseserpentinose, spesso legate a giacimenti amiantiferi.
Rinomati in tutto il mondo
i granati demantoidi provenienti dalla Val Malenco (Sondrio) in particolar
modo come esemplari da
collezione e anche come
gemme da taglio (più rare).
I monti Urali, invece, rappresentano una delle fonti
principali per i cristalli da
taglio.
(foto di pagina 23)
Granato ANDRADITE
Var. Melanite
Granato ANDRADITE
Var. Topazolite
Ca,Fe,Ti (SiO4)3
Colore : nero
Durezza : 6,5 – 7,5
Densità : 3,7 – 4 g/cm3
Cristalli – Località : il colore nero dei suoi cristalli,
di solito ben formati con
abito rombododecaedrico,
è dovuto alla presenza di
titanio nel reticolo cristallino (solitamente circa 5% di
TiO2 – fino ad un massimo
di 11,5 %)
Le località italiane classiche
dove si possono rinvenire
cristalli di questa varietà di
andradite nera sono quelle legate al Monte Somma
(Vesuvio) e alla cava del
Montenero (Viterbo). All’estero sono stati rinvenuti
ottimi esemplari in molteplici nazioni, ad esempio in
Kazakistan, Mali e Messico.
Ca3Fe23+(SiO4)3
Colore : in varie sfumature
giallo-verdi e giallo-dorate
Durezza : 6,5 – 7
Densità : 3,7 g/cm3
Cristalli – Località : perfetti
cristalli rombododecaedrici
rinvenuti anche in Italia in
diverse località della Valle
d’Aosta, Valli di Lanzo e
Susa (Piemonte). In Madagascar recentemente sono
stati scoperti ottimi cristalli,
anche da taglio, nello stesso giacimento dei granati
demantoidi (Tetezembato).
Granato Andradite
Var. Melanite
Kazakistan
vedi articolo sul demantoide
24 rivista n°
L’Hobby della Scienza e della Tecnica
Granato Spessartina
su ortoclasio
Isola d’Elba
23 - 2011
MINERALOGIA
L’Hobby della Scienza e della Tecnica 25
MINERALOGIA
granati CALCICI
SCIENZA
& NATURA
EXPO
Granato GROSSULARIA
Ca3Al2(SiO4)3
Colore : da arancione a rosso-arancio – anche incolore
Durezza : 6,5 - 7
Densità : 3,6 g/cm3
Ambiente geologico di formazione : rocce metamorfosate.
Cristalli : dodecaedrici o trapezoedrici, anche in masse
compatte o granulari.
Con le sue varietà :
Granato Grossularia Var. Hessonite
Jeffrey Mine (Canada)
Granato GROSSULARIA
Var. Hessonite
Granato GROSSULARIA
Var. Tsavorite
Granato GROSSULARIA
Var. Uvarovite
Ca3Al2(SiO4)3
Colore : arancione più o
meno intenso a seconda
dell’esigua percentuale di
ferro che contiene.
Durezza : 7
Densità : 3,6 g/cm3
Cristalli e Località : Molto
famose le hessoniti della
località canadese di Jeffrey Mine (Quebec) sia per
il colore che per la trasparenza dei cristalli, anche
centimetrici. In Italia sono
state trovate bellissime cristallizzazioni di questi granati in particolar modo in
Val d’Aosta, Liguria ed in
Piemonte (Val d’Ala – Valli
di Lanzo)
Ca3Al2(SiO4)3
Colore : verde più o meno
intenso dovuto al contenuto di vanadio e cromo
Durezza : 7 – 7,5
Densità : 3,6 g/cm3
Cristalli e Località : Il suo
nome deriva dalla località del primo ritrovamento
in Tanzania, nei pressi del
parco nazionale keniano
di Tsavo. Kenya e Tanzania sono per il momento gli
unici stati in cui è possibile
rinvenire questa particolarissima varietà di granato
verde anche in cristalli pluricentimetrici e gemmosi.
Ca3Cr2(SiO4)3
Colore : verde , verde-smeraldino , verde-nerastro
Durezza : 6,5 -7,5
Densità : 3,8 g/cm3
Ambiente geologico di formazione : alterazione idrotermale di serpentiniti ricche di cromite, oppure nel
metamorfismo di skarn.
Cristalli – Località : dodecaedrici e trapezoedrici. Rinvenuto per la prima
volta (1832) nella miniera
di Saranovskoe nei pressi del villaggio di Sarany,
Monti Urali, (Russia), da
dove continuano ad essere estratti esemplari da
collezione molto belli. Da
segnalare anche cristalli di
Uvarovite finlandese legati
al giacimento di rame e zinco di Outokupu.
Granato Grossularia Var. Tsavorite
Tanzania
Granato
Grossularia
Var. Hessonite
Val di Susa
(Piemonte)
26 L’Hobby della Scienza e della Tecnica
Davide
Viale
Granato Grossularia Var. Uvarovite
Sarany (Russia)
5 a FIERA
della scienza
della tecnica
delle scienze naturali
degli strumenti scientifici
31 MARZO
1° APRILE
2012
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MINERALOGIA
Mostra Scambio di Minerali e Micromounts
a Lanzada (so)
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Microscopi stereoscopici
Anche quest’anno avrà luogo a Lanzada ( Valmalenco sopra
Sondrio) la Mostra Scambio di Minerali e Micromounts. Apertura nella giornata di sabato 25 agosto (ore 9 per gli espositori
e dalle 14 per il pubblico). Salvo breve pausa cena dalle 19
alle 20.30, rimarrà aperta sino alle 23.
La domenica 26 l’accesso al pubblico è dalle 9 alle 15.30
Lanzada è il punto centrale di un’area alpina che ha dato oltre
270 specie di minerali (Valmalenco), 460 nell’intero territorio
provinciale. Famosa per il rinvenimento di splendidi campioni
di demantoide e quarzi spettacolari, ha dato anche alla scienza minerali rarissimi e in alcuni casi unici come la Mckelveyite-(Y)2M. Diversi campioni di minerali rinvenuti oggi nelle miniere di talco di Tornadri (Lanzada) si presentano come nuovi
e sono attualmente in fase di studio. La Val Chiavenna, oltre
alle acquemarine e spessartine di particolare bellezza, ha
dato alla scienza la Sigismundite oggi denominata dall’IMA
“arrojadite(Ba,Fe)”. Non è da dimenticare neppure l’Alta Valle,
con l’arsenico nativo dello Stabiello (Sondalo) e i rari minerali
associati, come la Kermesite, e i recenti bei rinvenimenti di
gismondina e di zeoliti varie della Val Zebrù e Val di Cedèc.
La Mostra Scambio di Lanzada è nata per iniziativa dell’Istituto Valtellinese di Mineralogia “Fulvio Grazioli”, con il patrocinio del Comune di Lanzada. Negli anni ‘50 lì a Lanzada si
incontravano durante l’estate cercatori di minerali provenienti
da varie parti d’Italia, per ricerche e per godere dello scenario
fantastico offerto dai ghiacciai del Disgrazia e del Bernina.
Il punto d’incontro era la piazzetta di Campo Franscia, di fronte
al ristorante Edelweiss. Parlavano di avventure e ritrovamenti,
effettuavano scambi e interrogavano i minatori del luogo alla
ricerca del demantoide o del
quarzo spettacolare.
Un piacevole ricordo che si è
voluto ravvivare con questa
mostra, consentendo agli appassionati una più ampia visualizzazione di campioni di
scambio. E’ un appuntamento
dunque da non perdere, visto
anche lo scenario delle montagne e la cucina locale che
offre diverse gustose specialità.
Microscopio Stereo
ingrandimenti 20x
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Ideale per osservare insetti, minerali. Adatto per saldature, microelettronica, e lavori
di precisione.
Elevato rapporto qualità-prezzo.
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Distanza di lavoro: 70mm
Oculare: 10x
Obiettivo: 2x
L’inclinazione a 45° rende più comoda
la posizione dell’osservatore.
Ottimo per ogni oggetto tridimensionale.
Lenti in vetro e struttura in metallo.
Illuminazione.
Oculare: 10x
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Distanza di lavoro: 70mm
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Testa rotante a 360°. Regolazione diottrica dell’oculare
e della distanza interpupillare. Attacco per macchina
fotografica e telecamera.
Campo di osservazione: 5,5-23mm
Distanza di lavoro: 85mm
Cod. OT0268
E 590,00
Cod. OT0361
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con illuminatore e reticolo
di misurazione
Microscopio portatile per veloci
e precise misurazioni, particolarmente indicato nei settori tessile,
grafico e meccanico. Messa a
fuoco sull’oculare e correzione
verticale. Completo di illuminatore
laterale a penna funzionante a
batteria, che può essere facilmente rimosso. Il supporto in
metallo è aperto nella parte bassa
per permettere eventuali manipolazioni dell’oggetto in visione.
► Microscopio 20x (cod. OT0326)
Reticolo graduato 0,1mm
Campo d’osservazione 6mm
► Microscopio 40x (cod. OT0327)
Reticolo graduato 0,05mm
Campo d’osservazione 3mm
► Microscopio 60x (cod. OT0328)
Ingrandimenti
Reticolo graduato 0,02mm
Campo d’osservazione 2mm
► Microscopio 100x (cod. OT0274)
Reticolo graduato 0,01mm
Campo d’osservazione 1mm
20x
40x
60x
100x
Reticolo
graduato
0,1mm
0,05mm
0,02mm
0,01mm
Codice
OT0326
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Prezzo
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alla maggior parte dei microscopi in
commercio e sono fornite di adattatori. In base al modello di telecamera
scelto è possibile avere un’uscita video (TV) oppure un’uscita su PC.
USB2
uscita PC
uscita Video
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► Mod. 1,3 Mega E 200,00
Uscita USB2.0
Massima risoluzione
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► Mod. 3,1 Mega E 300,00
Massima risoluzione
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Massima risoluzione
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INFORMATICA
EVENTI
LA TABELLA DI
MENDELEEV
La tabella di Mendeleev
Questa volta, per continuare a sviluppare il tema del
software libero, voglio proporvi un programma sulla
tabella di Mendeleev, presentata sul numero scorso
da un bell’articolo di Michele Mazzucato, a cui rimando per gli elementi teorici
dell’argomento.
Molto rapidamente comunque ricordo altre possibilità:
► si possono rappresentare
gli elementi raggruppati in
una tavola degli isotopi
► esiste un calcolatore molecolare che permette di
cimentarsi nella “costruzione” di nuove molecole e/o
nella verifica delle nostre
formule.
Esistono ancora molte possibilità che ovviamente non
è possibile esporre completamente in questa sede,
comunque è possibile scaricare dal web un manuale
molto completo, sempre
gratuito, che permette di
utilizzare questo valido
strumento al meglio.
docs.kde.org/stable/en/
kdeedu/kalzium/index.html
Nuova sezione espositiva dedicata all’evoluzione del sistema energetico Al Museo Nazionale della Scienza e
della Tecnologia Leonardo da Vinci di Milano
Sabato 31 marzo e domenica 1 aprile verrà inaugurata e aperta al pubblico la nuova sezione espositiva dedicata all’evoluzione del sistema energetico. Attraverso postazioni interattive, attività pratiche e laboratori di piccoli gruppi i visitatori avranno la possibilità di confrontarsi con temi che ci
riguardano direttamente. Le fonti di energia, il risparmio energetico, la distribuzione e l’accumulo di
energia sono alcuni degli argomenti proposti da questa nuova sezione. Inoltre, nelle stesse date,
riaprirà rinnovato il “laboratorio interattivo “i.lab Energia & Ambiente.”
Info:
Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci
via San Vittore 21 - 20123 Milano
http://www.museoscienza.org/
Mostra scambio Modena il 14 Aprile 2012
“Micromotorismo d’Epoca e costruttori amatoriali”
E’ in programma a Modena il 14 aprile 2012 la 12 edizione della mostra scambio Micromotorismo
d’Epoca e costruttori amatoriali Memorial “Amato Prati”. La mostra si terrà preso la polisportiva Madonnina in via Amundsen, 90 a Modena con orario dalle 9.00 alle 16.00
(M.R.)
vedi articolo sulla
Tavola Periodica
rivista n° 23 - 2011
Alberto Campiglio
PETREFAKTA
La mostra mercato dedicata
Si tratta del programma
Kalzium (http://edu.kde.
org/kalzium).
Questo programma permette di esplorare vari
aspetti della classificazione degli elementi chimici,
visualizzando la tabella in
vari modi.
Si possono avere diverse
rappresentazioni; in quella tradizionale, le caselle
possono essere colorate in
vari modi e fornire diverse
informazioni.
al mondo dei fossili
24 e 25 Marzo 2012 a Stoccarda (D)
17ª edizione di PETREFAKTA, la mostra
mercato riservata agli appassionati di fossili
e paleontologia. L’evento si svolge vicino a
Stoccarda nella regione tedesca del Baden
– Wϋrttemberg. Gli espositori previsti sono
circa 80, il numero dei visitatori delle edizioni
passate ha raggiunto circa 1200.
Info: 17ª Petrefakta
Filderhalle Leinfelden – Echterdingen (D)
24 e 25 Marzo 2012
Ingresso
sabato 10 - 18
domenica 11 – 17
[email protected]
www.petrefakta.de
30 L’Hobby della Scienza e della Tecnica
(M.R.)
(M.R.)
BUON APPETITO
L’ALIMENTAZIONE IN TUTTI I SENSI
Al Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia “Leonardo da Vinci” di Milano
fino al 24 giugno 2012 è possibile visitare la mostra
interattiva BUON APPETITO. L’ALIMENTAZIONE
IN TUTTI I SENSI. L’evento è rivolto in particolare
ai giovani ed alle famiglie.
(M.R.)
Nello scorso numero di questa rivista è stato
pubblicato un articolo di approfondimento.
info:
Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia “Leonardo da Vinci”
Via San Vittore, 21
Milano
http://www.museoscienza.org
Ingresso alla mostra:
da martedì a venerdì ore 9.30 – 17.00,
sabato e festivi ore 9.30 – 18.30
Durata della mostra:
dal 16 ottobre 2011 al 24 giugno 2012
L’Hobby della Scienza e della Tecnica 31
Eventi
Eventi
TANTE ATTIVITA’ SCIENTIFICHE
PER TUTTI
a
Brescia e dintorni
Ecco un elenco, senza la pretesa di esaustivi,
delle attività in programma nei prossimi mesi.
MARZO - IL MESE DELL’ACQUA
Dedicato alle scuole il “Mese dell’acqua”. Una
serie di laboratori hanno per tema “l’acqua” con
tanti esperimenti coinvolgenti e osservazioni di
microrganismi acquatici al Museo di scienze
naturali di Brescia. Sono previste anche visite
alla Fonte di Mompiano.
RICONOSCERE ALBERI E ARBUSTI
Mercoledì 14 Marzo, alle ore 20.45, al Museo
di scienze naturali di Brescia, inizieranno le lezioni teoriche del corso sul tema “Riconoscere
alberi e arbusti”. L’iniziativa ha come obiettivi il
riconoscimento degli alberi e degli arbusti spontanei del territorio bresciano e la realizzazione
di un erbario da parte di ciascun partecipante. Il
corso è organizzato dall’Associazione amici dei
parchi e delle riserve naturali in collaborazione
con il Centro studi e ricerche Serafino Zani. Le
lezioni saranno condotte da Livio Pagliari.
Il corso comprende tre escursioni e altre due
lezioni teoriche. Quota di iscrizione: 30 euro
(15 euro per i soci dell’Associazione amici
dei parchi, Unione Astrofili Bresciani, CTS).
Iscrizioni presso il CTS di via A. Diaz 18A, a
Brescia.
MEETING BRESCIANO DI ASTRONOMIA
PRATICA
Sabato 2 marzo, alle ore 15, al Museo di scienze
naturali di Brescia, si svolgerà l’annuale Meeting provinciale di astronomia pratica. Ne sono
promotori l’Unione Astrofili Bresciani e l’Osservatorio astronomico Serafino Zani. L’elenco
degli interventi sarà disponibile qualche giorno
prima dell’evento nel sito www.astrofilibresciani.it
32 IMPARA AD USARE IL TUO TELESCOPIO
Ogni giovedì a partire dall’1 marzo, alle ore 20.30,
avrà luogo al Museo di scienze naturali di Brescia l’annuale corso sul tema “Impara ad usare il
tuo telescopio”. Ne sono promotori il Centro studi
e ricerche Serafino Zani e l’Unione Astrofili Bresciani. Il programma delle lezioni è il seguente: Il
telescopio questo sconosciuto: breve descrizione
dello strumento; Lo stazionamento di un telescopio: come fare e perché; Centratura delle ottiche.
Utilizzo dei cerchi graduati; esperienze pratiche
di puntamento dei corpi celesti e breve cenno
sul riconoscimento delle costellazioni. Sono infine previste alcune lezioni pratiche al Planetario
di Lumezzane e all’Osservatorio Serafino Zani.
ASTRONOMIA IN FAMIGLIA
Domenica 3 marzo, alle ore 15.30, al Museo
di scienze naturali di Brescia, è in programma l’appuntamento con “Astronomia in famiglia”; una serie di attività ludiche sulla scienza
del cielo. La partecipazione è libera e gratuita. Gli appuntamenti per i giovanissimi sono
segnalati nel sito www.museogiovanissimi.it
seggiata verso la cava di Mompiano e il
fiume Garza; ore 15, visita alla Fonte di Mompiano e agli alberi del giardino (via Fontane
48); ore 16, info-point “Casa della natura”, via
Resolino 4, apertura della “Ludoteca di scienza attraente” e osservazioni al microscopio.
La partecipazione a tutte le attività è libera e
gratuita.
Gli appuntamenti per i giovanissimi sono segnalati nel sito www.museogiovanissimi.it
CORSO DI FOTOGRAFIA ASTRONOMICA
Ogni giovedì di maggio, alle ore 20.30, avrà luogo
presso il Museo di scienze naturali di Brescia la
prima edizione del corso di fotografia astronomica. Sono inoltre previste alcune lezioni pratiche
all’Osservatorio Serafino Zani. Il corso è a cura
del Centro studi e ricerche Serafino Zani e dell’Unione Astrofili Bresciani (www.astrofilibresciani.
it) i quali organizzano a fine luglio anche l’annuale
stage astronomico all’Osservatorio di Lumezzane.
(M.R.)
Info:
• Centro Studi e Ricerche Serafino Zani
via Bosca 24, 25066 Lumezzane Gazzolo – Brescia
• U.A.B. - Indirizzo: Traversa XII, 172, Villaggio Sereno, 25125 Brescia
http://www.astrofilibresciani.it/
w w w. m i n e r a l b i j o u . i t
Minerali
Ambre baltiche
PIETRE DURE
Domenica 18 marzo, alle ore 16, al Planetario di Lumezzane, in via Mazzini 92, avrà luogo la proiezione “Le favole del cielo” in occasione della Giornata dei Planetari. La prenotazione è obbligatoria, ingresso gratuito.
Le attività del Planetario sono segnalate nel sito www.museodellecostellazioni.it
SCIENZA VIVA NELLA VALLE DI MOMPIANO
Sabato 31 marzo si svolgerà a Brescia la manifestazione “Scienza Viva nella Valle di Mompiano”
a cura del Coordinamento gruppi scientifici bresciani.
Il programma è il seguente:
ore 14.15, via Resolino 4, inizio della pas-
L’Hobby della Scienza e della Tecnica
[email protected]
L’Hobby della Scienza e della Tecnica 33
Vercelli - Italy
Novità
Blu Nautilus ● E.D. Elettronica Didattica ● Sandit
propongono
MOSTRA AL MUSEO CIVICO DI ZOOLOGIA DI ROMA
CONCORSO PRATICO ELETTRONICA
« SIAMO TUTTI INVENTORI »
REALIZZAZIONE DI PROGETTI INNOVATIVI
DI ELETTRONICA
MECCATRONICA, DOMOTICA, RADIOTRASMISSIONI,
APPLICAZIONI ENERGIE ALTERNATIVE
Il concorso ha l’obbiettivo di stimolare la realizzazione pratica dei
progetti per consentire agli appassionati di mostrare e condividere
i propri prototipi in un ambiente adatto a valorizzarli.
Non solo una stesura teorica, ma oggetti concreti, costruiti e
funzionanti.
Il concorso è rivolto a tutti
studenti, tecnici, appassionati ed hobbisti...
I vincitori verranno premiati con :
componenti elettronici, strumenti di misura, accessori per computer,
attrezzi da laboratorio, libri, riviste, materiali di consumo.
Una commissione di esperti nominata dagli organizzatori giudicherà i progetti migliori e più originali.
La premiazione avverrà in occasione di “Expo ElEttronICa dI forlì” il 5 e 6 maggio 2012.
Tutti i progetti saranno esposti durante lo svolgimento della manifestazione.
Iscrizione ●
La partecipazione è gratuita. Prevede la compilazione di una scheda con i dati del costruttore del prototipo
e una breve descrizione del progetto.
E’ inoltre possibile accompagnare la scheda con schemi ed immagini.
Inviare a Blu Nautilus : [email protected]
Consegna dei progetti ●
La consegna dei progetti è prevista per venerdì 4 maggio dalle 14.00 alle 18.00.
Ogni progetto consegnato dovrà essere riconoscibile con il titolo e il nome del progettista.
per informazioni:
Blu Nautilus
E.D. Elettronica Didattica
Sandit
www.expoelettronica.it
(sig.ra Erika Fontemaggi)
Tel. 0541 53294
www.cliped.it
(sig. Massimo Roncati)
Tel. 039 9920107
www.sanditlibri.it
(sig. Giancarmelo Moroni)
Tel. 035 752755
“L’arte della Tassidermia
Un mestiere al servizio della Natura”
FINO AL 15 APRILE 2012
E’ possibile visitare fino al 15 aprile 2012 presso il Museo Civico di Zoologia di Roma la mostra dedicata alla tassidermia. L’evento mette
in luce il ruolo del tassidermista in un museo:
attraverso la sua professione e passione noi
visitatori possiamo vedere esemplari di animali
presentati in tutta la loro bellezza e precisione.
Tanti musei in tutto il mondo hanno potuto conservare reperti importanti di animali, in alcuni
casi ormai estinti, ed esporli ai visitatori grazie
al lavoro di un tassidermista.
Info:
Museo Civico di Zoologia
Via Ulisse Aldrovandi, 18 - 00197 Roma
(M.R.)
[email protected]
http://www.museodizoologia.it/
Cos’è la tassidermia
Con il termine tassidermia si identifica la tecnica di
preparazione degli animali per essere conservati.
Un suo sinonimo è quello di imbalsamazione e, volendo essere precisi, non riguarda solo gli animali,
ma anche gli esseri umani. E’ una professione di
tipo artigianale e richiede specifiche competenze
per poter presentare alla fine del lavoro esemplari da esporre nelle sale dei musei, il più possibile
in condizioni “reali”. Spesso succede di osservare
presso i musei di scienze naturali diorami con scene
che sembrano vere.
In Italia esiste anche un’associazione di categoria che raggruppa i tassidermisti di professione
(http://www.atitassidermia.it/)
Rifiuti & Termovalorizzazione
I come ed i perché del recupero
energetico dei rifiuti
Un libro dedicato ad un argomento sempre attuale: I rifiuti e la loro
trasformazione in energia. L’autore, Pierluigi Poggi, entra nell’argomento con un approccio tecnico, ma facile da capire. La lettura del
libro potrà essere d’aiuto a tutti coloro che di fronte ai vari problemi di
smaltimento dei rifiuti nel nostro paese, desidera capirci un po’ di più.
Il tema, oltre ad essere di attualità, è lontano dall’essere risolto come
ben dimostra la tabella di pagina 29 del libro. Vi sono indicati i metodi
di smaltimento in uso in Europa: in Italia la percentuale di rifiuti solidi
urbani che finiscono in incenerimento è al di sotto del 13%, in discarica
arriva circa il 50% e alla voce altro il 37,90%. Il lettore potrà ben capire che le tecnologie a disposizione esistono, come mostrano i dati dei paesi virtuosi del Nord Europa.
(M.R.)
Info:
“Rifiuti & Termovalorizzazione
I come ed i perché del recupero energetico dei rifiuti”
Euro 9,90
ISBN: 9788897599180
Editore: Sandit srl
L’Hobby della Scienza e della Tecnica 35
SCIENZA
Scienza
Le ultime su Ricerca e Scienza
Amore, sei premurosa come un ratto
Resistenza all’HIV con un fattore genetico
Un recente studio svolto da
Mara Biasin (Immunologa
del Dipartimento di Scienze Cliniche dell’Università
di Milano) e Manuela Sironi
(Istituto Scientifico IRCCS
E. MEDEA), e coordinato
da Mario Clerici (di Università degli Studi di Milano e
Fondazione Don Gnocchi),
ha chiarito alcuni dei fattori
genetici in grado di conferire resistenza all’infezione
da HIV.
L’esposizione al virus dell’immunodeficienza umana
(HIV), non risulta necessariamente in un’infezione
produttiva. Esistono infatti
soggetti, definiti HIV-esposti sieronegativi (HESN)
che, nonostante ripetute
esposizioni al virus, non
siero convertono, né presentano i segni clinici della
malattia.
I fattori in grado di influenzare la suscettibilità all’infezione da HIV sono molteplici (fattori ambientali,
esposizione a diverse varianti virali, fattori genetici
e immunologici dell’ospite)
e la loro caratterizzazione
riveste un’enorme rilevanza nella messa a punto di
terapie preventive contro
l’infezione da HIV.
Nello studio appena pubblicato su Journal of Immunology è stato scoperto che
particolari varianti geniche
del gene per il recettore
Toll-Like receptor 3 (TLR3)
sono molto più frequenti
nei soggetti esposti e sieronegativi.
TLR3 è attivato da RNA
a doppio filamento, un intermedio universale della replicazione virale, e in
particolare di HIV; i dati indicano anche che la variante di TLR3 che si concentra
negli esposti sieronegativi
permette l’attivazione di
una risposta immune anti
HIV molto più precoce e
potente, che potrebbe essere in grado di impedire
la replicazione del virus e
dunque l’infezione.
MolecularLab.it a Scienza e Natura Expo
MolecularLab.it sarà presente con una mostra ed un proprio stand per far conoscere agli appassionati di tutte le
età i suoi servizi e contenuti orientati sia per ricercatori
ed universitari, che per chi ha una minor conoscenza approfondita di biologia molecolare o della scienza, ma che
vuole avvicinarsi a questi argomenti.
Con l’occasione presenterà al grande pubblico il progetto/
blog OMG! Science! con il quale alcuni ricercatori spiegano gli affascinanti fenomeni della scienza con un linguaggio irriverente.
MolecularLab.it contribuirà all’evento anche con una mostra nel quale saranno presenti foto
molecolari alta qualità provenienti da ricercatori di tutta Italia riguardanti soprattutto la microbiologia e l’embriologia, ma anche la bioinformatica e gli strumenti di ricerca in esperimenti di localizzazione proteica, confronto di culture cellulari, immunofluorescenze di tessuti
ed altre tecniche applicate su un gran numero di soggetti.
36 L’Hobby della Scienza e della Tecnica
Empatia: l’abilità di capire
ed immedesimarsi nello
stato d’animo di qualcun
altro. Di capire se qualcun
altro soffre, se qualcun altro ha bisogno d’aiuto. Una
cosa che abbiamo dentro
tutti: dal bambino che piange per averne sentito un
altro piangere allo sconcerto che ci prende quando
un mendicante ci tende la
mano, e cerchiamo di placare allungandogli qualche
monetina. Questa caratteristica, che pareva distinguere la specie umana dalle altre, è stata poi osservata in
animali a noi molto vicini, i
primati. Ma a quanto pare,
è evolutivamente più antica: anche i ratti provano
empatia. Com’è che non
ce l’aveva solo la mia prof
di matematica?
Se intrappolate un ratto in
una gabbia molto piccola, non la prenderà tanto
bene. I ratti sono bestioline
dalla vocina acuta e dalla
pazienza scarsa: inizierà a
lanciare grida di panico ad
una frequenza oltre la nostra soglia di udibilità. Mentre voi non sentirete nulla,
questo basterà a mettere
in allarme l’altro ratto che
avrete posizionato all’esterno della prigione del primo
amico. Quando un ratto incontra qualcosa che lo lascia perplesso, solitamente
si immobilizza con grande
nonchalance. E invece, sfidando il suo stesso istinto,
il ratto libero – dopo un po’
di esplorazione - si metterà
al lavoro per cercare di capire come liberare il compagno intrappolato!
Risorse e Networking per le Life Sciences
Questo è ancora più interessante se consideriamo
che il ratto all’esterno non
si sbatterà più di tanto nel
tentativo di aprire la gabbia
nel caso in cui questa fosse vuota o contenesse un
pupazzo a forma di ratto
(questo dimostra tre cose:
che neanche i ratti si sbattono per niente; che i ratti
non sono così scemi come
potreste pensare; che però
potrebbero esserlo alcuni
ricercatori).
Ciliegina sulla torta, in
compresenza di due “prigioni”, una con un ratto intrappolato e un’altra piena
di cioccolato (il cioccolato
per i ratti è un po’ come
le puffbacche per i puffi),
il ratto libero tenderà ad
aprirle entrambe e a lasciare volontariamente del cibo
per il ratto meno fortunato
di lui.
Notevole, devo dire, anche
se un po’ il dubbio mi rimane: siamo sicuri che l’apertura della gabbia non sia
semplicemente un modo
per salvarsi i timpani da
una vocina che ti trapassa
il cranio a 23 Khz?
Tratto da OMG! Science!
un blog creato da quattro
biotecnologi appassionati.
Pagine a cura di MolecularLab.it
Portale di divulgazione scientifica per appassionati, universitari e ricercatori dedicato alla
biologia e alla ricerca con news, community,
didattica e molto altro ancora.
L’Hobby della Scienza e della Tecnica 37
Tecnologia
Tecnologia
La cella
fotovoltaica
elettrica e all’utenza.
Nel secondo caso, l’energia
viene utilizzata per alimentare una generica utenza
tramite l’interposizione di
una batteria, di un regolatore di carica e di un eventuale inverter, se il nostro
carico è in alternata.
Applicazioni tipiche sono
gli impianti di pompaggio
acqua nei paesi in via di
sviluppo, le baite di montagna, le segnaletiche stradali, le barche e i camper.
Al fine di ottenere il miglior
irraggiamento possibile i
pannelli solari vanno posizionati verso l’equatore
ovvero verso sud se siamo
nell’emisfero nord e verso
nord per l’emisfero sud,
vanno inoltre inclinati di un
numero di gradi pari a quelli della latitudine del luogo
di installazione. Occorre
verificare inoltre che nessun oggetto (ad esempio
alberi, case, ecc.) possa
oscurare completamente o
parzialmente i pannelli durante tutta la giornata.
Carlo Vignati
Cosa sono e come funzionano i pannelli solari
N
el 1840 Becquerel
scoprì che una giunzione
di silicio p-n era in grado
di trasformare direttamente l’irraggiamento solare o
luminoso (fotoni) in energia
elettrica, dando origine alla
prima cella fotovoltaica.
Queste celle possono essere realizzate con silicio
monocristallino, policristallino o amorfo.
Le celle di silicio amorfo
presentano un rendimento
molto basso (6%) e sono
in grado di produrre corrente anche se irradiate
debolmente o con luce artificiale, vengono prodotte
e tagliate in modo da generare la tensione richiesta e
trovano applicazione negli
orologi, nelle calcolatrici e,
più in generale, in tutti quei
dispositivi caratterizzati da
un basso assorbimento di
corrente.
Le celle di silicio policristallino (distinguibili dal colore
azzurro) hanno un rendimento del 13%, ma solo
se irradiate da sufficiente
energia. Queste celle unite
in serie tra loro e incapsulate tra due fogli di EVA (Etil
Vinil Acetato) e due lastre
di vetro, il tutto trattenuto
da una cornice tipicamente
di alluminio, danno origine
al pannello fotovoltaico.
Le celle monocristalline
(colore marrone) hanno un
rendimento più alto (15%)
ma presentano una durata
inferiore rispetto al policristallino, che invece garantisce il rendimento iniziale anche dopo 10 anni di
esposizione al sole.
Stiamo parlando di rendimenti riscontrabili oggi e
nei prodotti di largo consumo; i pannelli solari aerospaziali invece presentano
38 un rendimento del 40%.
Il pannello solare fotovoltaico è dunque un generatore
di corrente, i dati di targa
che lo caratterizzano sono
espressi alla massima irradiazione solare possibile,
circa 1KW al metro quadrato, e sono la tensione
emessa a circuito aperto
(tra 16 e 18V, per sistemi a
12V) e la corrente in condizione di corto circuito.
I pannelli solari vengono
utilizzati per produrre energia da immettere nel circuito elettrico standard oppure
in tutte quelle applicazioni
dove l’energia elettrica non
è disponibile.
Nel primo caso, più pannelli solari vengono collegati
tra loro, la corrente generata viene trasformata in
alternata e applicata ad un
apposito contatore collegato anche alla normale rete
L’Hobby della Scienza e della Tecnica
APRE
A MARZO
il Science MuseoLab
e L’Osservatorio Meteorologico di
Montefiore dell’Aso (AP)
La passione dell’ingegner Oronzo Mauro per la valorizzazione di antichi strumenti scientifici e per
la divulgazione scientifica di alto livello, ma nello stesso tempo rivolta a tutti, è riconoscibile anche
in quest’ultimo progetto da lui curato. Durante la scorsa estate grazie alla collaborazione di giovani
volontari, di alcuni artigiani, l’impegno dell’Amministrazione Comunale,
del Consiglio Comunale Baby e delle Scuole della zona è stato possibile
restaurare il laboratorio di scienze delle Scuole Primarie e Secondarie di
Montefiore dell’Aso. Questo ambiente, con il nome di Science MuseoLab
avrà due principali obiettivi: il primo è quello di mostrare al pubblico alcuni strumenti scientifici del passato, mentre il secondo è quello di proporre
un vero e proprio laboratorio per una scienza pratica ed attiva. L’offerta
scientifica e didattica rivolta alle scuole ed al pubblico in generale comprende anche l’Osservatorio Meteorologico.
(M.R.)
Info:
[email protected]
http://www.comune.montefioredellaso.ap.it/sciencemuseolab/
L’Hobby della Scienza e della Tecnica 39
Appuntamenti Scientifici
CONCORSO
LICHENI & DIDATTICA
Il concorso nazionale “LICHENI & DIDATTICA”
promosso dalla Società Lichenologica Italiana e
giunto alla quinta edizione è rivolto agli studenti
delle scuole primarie e secondarie italiane. Entro il 30 Aprile 2012 andrà consegnato il modulo
d’iscrizione mentre la consegna degli elaborati è
prevista per il 5 Giugno 2012.
Due sono le categorie del concorso: una riguarda le Scuole Elementari e Medie Inferiori mentre
la seconda è riservata alle Scuole Medie Superiori.
L’Italia alla
scoperta delle
Geoscienze
dal 14 al 21 ottobre 2012
La Federazione Italiana di Scienze della Terra
in occasione della prima Settimana del Pianeta
Terra propone l’iniziativa “L’Italia alla scoperta
delle Geoscienze” in programma dal 14 al 21
ottobre 2012. E’ possibile partecipare al progetto organizzando un Geoevento nella propria
zona. Le iniziative possono essere delle più
varie: conferenze, escursioni, presentazione di
volumi, videoproiezioni, mostre e dibattiti, visite
museali; solo per indicare alcune delle modalità
a disposizione dei partecipanti. Le proposte devono essere formulate entro il 30 giugno 2012.
Per chi non ha idea di cosa sia un lichene ecco
una semplice definizione: si tratta di un vegetale simbiotico formato da un fungo e da un’alga.
Uno dei vantaggi della loro simbiosi è di poter
adattarsi ad ambienti considerati spesso estremi.
(M.R.)
Info:
http://www.didattica.lichenologia.eu/concorso_scuole.html
DISTILLA INSTILLA
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L’Essenza Segreta delle Piante
Info:
[email protected]
http://www.settimanaterra.org/
Electronic Days + Mercatino
Venturina (LI)
Fiera 31 marzo - 1 aprile 2012
Electronic Days + Mercatino
Modellismo Show Erba (CO)
(M.R.)
Lario Fiere 14 - 15 aprile 2012
A Trento fino al 9 aprile 2012
Mostra temporanea presso il Museo
Tridentino di scienze naturali
Una mostra temporanea dedicata alla distillazione “DiSTILLA InSTILLA” in programma al Museo delle Scienze di Trento
sino al 9 aprile 2012. Una mostra interattiva con laboratori per i giovani e le loro
famiglie alla scoperta di una tecnica che
ha accompagnato la storia dell’umanità
per molto tempo. Una storia che parte dalla cultura araba per arrivare alla moderna
industria farmaceutica. I visitatori potranno
vedere quali sono gli strumenti utilizzati per
distillare, quali sono gli ingredienti e capire
i segreti che alla fine, goccia dopo goccia,
producono un utile distillato.
Info:
Museo delle Scienze
Via Calepina, 14 - 38122 Trento
www.mtsn.tn.it
(M.R.)
40 Electronic Days + Mercatino
Light Microscopy
Summer School
2012
Lario Fiere 12 - 13 maggio 2012
Sono aperte le iscrizioni al corso residenziale di
microscopia ottica Light Microscopy Summer
School 2012 che si terrà dal 9 al 11 luglio 2012
presso l’Università di York in Inghilterra. Il corso
è organizzato da Peter O’Toole dell’Università di
York.
InformatIca
computer
cD e DVD
eDItorIa specIalIzzata
antenne
sIstemI satellItarI e rIcambI
batterIe
Info: http://www.rms.org.uk/events/Forthcoming_Events/
LightMicroscopySummerSchool
Organizzatori :
Scuola estiva di microscopia ottica
Un corso di tre giorni
presso l’Università di York
in
Gran Bretagna
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Tecnologia
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COME
3
SI MISURA
LA RADIOATTIVITA’
a
Durante il nostro percorso,
abbiamo acquisito tutta una
serie di informazioni che ci
hanno avvicinato al concetto
di radioattività, alle diverse
unità di misura e abbiamo
capito come funziona lo strumento più semplice per effettuare misure di radioattività,
il CONTATORE GEIGER.
A questo punto siamo pronti
per poter effettuare le prime
misure, utilizzando il nostro
strumento.
Al contrario di ciò che avviene per apparecchiature di tipo
professionale, che possono
essere acquistate, solo dagli
“addetti ai lavori”,dati i costi
elevati, di contatori geiger se
ne possono trovare per tutti i
gusti e per tutte le tasche, su
internet, a prezzi che vanno
da 250 a 500 euro.
Naturalmente
vanno tutti
bene se ci troviamo nei dintorni della centrale di Fukushima, sicuramente tutti danno un allarme e visto l’elevato
livello di radioattività nell’am-
Tecnologia
biente, il grande errore sulla misura che normalmente
questi “geiger” hanno, diventa trascurabile.
Però, questo non è il nostro
caso, quello che normalmente
ci troveremo a misurare, sono
livelli di radioattività molto più
bassi rispetto alla situazione
sopra indicata e cioè il livello
ambientale.
Ma a quanto ammonta
l’intensità di dose
ambientale?
Al suo valore finale contribuiscono per :
► il 27% le radiazioni provenienti dal suolo
► il 60% le radiazioni derivate
da Radon e Thoron in ambienti confinati (casa ), che si
trovano nei materiali edili, nei
gas del suolo che si accumula
in cantina, nel suolo di fondazione contenente uranio
► il 13% da raggi cosmici provenienti dallo spazio
42 L’Hobby della Scienza e della Tecnica
Come si può notare da quanto riportato in questi
disegni, l’intensità di dose cambia, anche notevolmente, a seconda di dove ci troviamo, sia all’esterno che all’interno.
Per esempio se stiamo facendo un viaggio in aereo saremo sottoposti ad un rateo di circa 5 µSv/
h mentre se invece stiamo facendo una crociera
in mare il valore sarà notevolmente più basso
e cioè circa 0,03 µSv/h .
Per avere un’idea del valore approssimativo che potremo trovare nel luogo dove viviamo, possiamo
fare riferimento alla tabella, la quale esprime la dose gamma in aria espressa in nGray/h (nanoGray/
ora), secondo i dati elaborati dall’APAT (Agenzia per la protezione dell’ambiente).
Regione
PIEMONTE
VALLE D’AOSTA
LOMBARDIA
TRENTINO ALTO ADIGE
VENETO
FRIULI VENEZIA GIULIA
LIGURIA
EMILIA ROMAGNA
TOSCANA
UMBRIA
MARCHE
LAZIO
ABRUZZO
MOLISE
CAMPANIA
PUGLIA
BASILICATA
CALABRIA
SICILIA
SARDEGNA
Raggi γ
Raggi γ
cosmici della crosta terrestre
A B C
All’esterno
All’interno
40
57
95
46
10
35
57
82
49
49
88
38
53
46
40
51
69
39
49
116
38
54
50
40
53
44
45
59
128
39
58
58
39
136
42
51
63
35
43
64
37
162
298
38
61
46
41
89
40
65
39
68
37
31
98
Poniamo il caso che ci troviamo in Lombardia, il valore di intensità di dose gamma in aria (all’esterno) a cui saremo sottoposti sarà (all’incirca) dato dalla somma delle colonne A + B.
Quindi 35 + 57 = 92 nGy/h che corrisponde a 92 nSv/h o 0,092 µSv/h
Mentre all’interno di edifici sarà dato dalla somma delle colonne A + C.
Quindi 35 + 82 = 117 nGy/h che corrisponde a 117 nSv/h o 0,117 µSv/h
L’Hobby della Scienza e della Tecnica 43
Tecnologia
Sempre da fonte APAT troviamo in tabella i valori medio, minimo e massimo di intensità
di dose gamma, rilevati al centro, sud e nord Italia.
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Meccanismi al quarzo ed accessori
Intensità di dose γ
Media (nGy/h)
Minimo (nGy/h)
Massimo (nGy/h)
Sud
112
66
179
Centro
106
58
322
Nord
105
71
143
Vediamo ora come effettuare la verifica del rateo di
esposizione gamma a cui
siamo sottoposti all’interno
di casa nostra o all’aperto.
Accendiamo il nostro strumento tenendolo a circa un
metro da terra, impostiamo
un tempo di misura sufficientemente lungo, circa
60 secondi (se il nostro
strumento lo permette) e
facciamo partire la misura.
Ripetiamo la misura almeno 5 volte per avere un minimo di
statistica, annotando ogni volta il valore finale.
Ottenuti i 5 valori effettuiamo la media aritmetica dei risultati, avremo così il nostro valore di rateo di esposizione ambientale riferito al luogo dove ci troviamo (interno o
esterno).
Per esempio, supponiamo di aver rilevato i 5 valori della
tabella qui sotto.
In esterno, per ottenere dei valori più precisi è bene effettuare altri campionamenti in almeno altri due punti ad una
decina di metri di distanza l’uno dall’altro.
Se il nostro strumento è abbastanza sensibile e preciso, dovremmo trovare dei valori abbastanza vicini a quelli riportati
nella tabella della pagina precedente, con un’escursione
minima/massima secondo quanto riportato nella tabella qui
sopra.
Ci sono geiger che dispongono di un software (ne vedremo un esempio nel prossimo articolo), il quale permette di
acquisire i dati rilevati, memorizzandoli in un database con
data e ora, consentendo così di effettuare sia il “monitoraggio ambientale”, sia misure di “gamma totale” su campioni
di alimenti, terreno, ecc.
Tempo Misura 1 Misura 2 Misura 3
Misura
µSv/h
µSv/h
µSv/h
60 sec
0,125
0,150
0,122
44 Misura 4
µSv/h
0,130
Misura 5
µSv/h
0,120
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apprezzare questi valori
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Codice
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bilanciato da molle.
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Diametro lente: 130 mm
Ingrandimento: 3 diottrie
Media
µSv/h
0,129
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bilanciato da molle. Morsetto da tavolo per fissaggio. Luce fornita da 2 lampade neon da 9Watt ciascuna. Alimentazione 220V. Interruttore a bilanciere
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L’Hobby della Scienza e della Tecnica 45
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Storia della Scienza
Giovanni Battista
Riccioli (1598-1671)
Antiporta dell’opera
Almagestum novum...
(1651)
A
stronomo e geografo nato a
Ferrara il 17 aprile 1598 e a Bologna morto il 25 giugno 1671. Entrò
a sedici anni nei gesuiti, fu insegnante di lettere, filosofia e teologia
prima a Parma e poi a Bologna. Latinista, uno dei maggiori astronomi
del XVII secolo, scrisse un’importantissima Geographia et Hydrographia reformata (Bologna, 1661)
in dodici libri, dove egli mira al
coordinamento dei dati e delle notizie che in poco meno di due secoli
d’esplorazione e di misure si erano
raccolte in ogni parte del mondo. L’opera astronomica del Riccioli è, nella sua parte generale e
teorica, viziata dal proposito preconcetto di confutare a qualsiasi costo il sistema copernicano,
per quanto, com’ebbe ad osservare Jean Baptiste
Joseph Delambre (1749-1822)., egli sembri un
avvocato, cui sia stata affidata d’ufficio una cattiva causa e faceva ogni sforzo per perderla. Né
trovò alcun seguito il sistema da lui proposto,
in via d’ipotesi, per spiegare le irregolarità del
moto della Luna, nel quale Sole, Luna, Giove e
Saturno ruotanti intorno alla Terra e Mercurio,
Venere e Marte satelliti del Sole. Nonostante
ciò il Riccioli, con la sua instancabile attività di
trattatista e ricercatore, diede un notevole impulso agli studi astronomici. Tra le sue
opere in astronomia sono, in particolare, da ricordare l’Almagestum Novum (Bologna, 1651) dove fornisce
per 1500 stelle, osservate da Ipparco
di Nicea (II secolo a.C.), Tico Brahe
(1546-1601), Johann Kepler (15711630) e da lui stesso, le posizioni ri-
46 Almagestum novum (1651)
portate all’equinozio del 1700 e che conteneva
una carta lunare basata sulle osservazioni del suo
allievo Francesco Maria Grimaldi (1613-1663) e
l’Astronomia reformata (Bologna, 1665) che costituiscono un vasto e minuzioso repertorio in cui,
all’inizio di ogni trattazione, si trova una precisa
e diligente enumerazione dei risultati sino allora
ottenuti da altri scienziati che già si erano occupati dell’argomento. Notevoli sono i contributi
dati dal Riccioli all’astronomia di osservazione.
Soprattutto per quei tempi erano importanti gli
studi del Riccioli sulla Luna, in particolare sulla
librazione così mal conosciuta da Johannes Hevelius (1611-1687) e i suoi disegni lunari di gran
lunga più precisi di quelli dei suoi predecessori.
Descrisse 600 macchie lunari e né stabilì la nomenclatura che, con qualche traccia di quella di
Hevelius, è quella stessa ancora oggi universalmente adottata. In questa nomenclatura i nomi
delle montagne sono ripresi dalla geografia terrestre, quella dei mari dalla fantasia e quelli dei
crateri dai nomi di importanti scienziati, in genere astronomi, e di pochi altri personaggi storici.
Il Riccioli intravide anche l’anello di Saturno,
nel 1650 riconobbe nella costellazione dell’Orsa Maggiore la stella Mizar, il primo esempio
di stella doppia visuale e fece la prima osservazione della luce cinerea di Venere compiuta il 9
gennaio 1643. A lui è dedicato un cratere selenico (lat. 3.3° S, long 74.6° W di 139 chilometri
di diametro), una rimae lunare (lat.2.0° S, long.
74.0° W di lunghezza di 400 chilometri).
Almagestum novum... (1651) di Riccioli
http://fermi.imss.fi.it/rd/bdv?/bdviewer/
bid=300870&lng=it
L’Hobby della Scienza e della Tecnica
Michele T.
Mazzucato
L’Hobby della Scienza e della Tecnica
L’Hobby della Scienza e della Tecnica
Trimestrale
Anno VII numero 25 - marzo ‘12 - maggio ‘12
Iscritto al Tribunale di Lecco, n° 1/06 del 3 febbraio 2006
Editore: E.D. Elettronica Didattica, via Castelbarco, 17
23898 Imbersago (LC)
Direttore responsabile: Massimo Roncati
Hanno collaborato a questo numero: Alberto Campiglio, Antonio Costa, Duilio Curradi, Francesco Di Cello, Giorgio Di Modica, Laura Fratello,
Michele T. Mazzucato, Massimo Roncati, Davide Viale, Carlo Vignati
Alberto Campiglio, Antonio Costa, Duilio Curradi, Francesco Di Cello, Giorgio Di Modica, Laura Fratello, Oronzo Mauro,
Immagini: Michele T. Mazzucato, Massimo Roncati, Davide Viale
Progetto grafico: Laura Fratello
Redazione: E.D. Elettronica Didattica, C.P. 87, 23898 Imbersago (LC)
Tel/Fax 039/9920107 - [email protected]
Tipografia Litografia A Scotti S.r.l. - Cornate d’Adda (MI)
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