il Giornale - 6 Ottobre 2016 - 23-10-2016
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61006 9 771124 883008 il Giornale 40 ANNI CONTRO IL CORO Direttore ALESSANDRO SALLUSTI GIOVEDÌ 6 OTTOBRE 2016 Anno XLIII - Numero 238 - 1.50 euro* G www.ilgiornale.it La storia del Cavaliere in foto: in arrivo altre due puntate REFERENDUM, RICORSO SUL QUESITO APERTO IL TESTAMENTO DI CAPROTTI: CONGELATA LA VENDITA Il governo in mano a banche d’affari salvato da Verdini A chi va il tesoro di Mr. Esselunga Azienda a moglie e figlia, soldi a segretaria e nipoti, quadri al Louvre Stefano Filippi Il dubbio si fa sempre più insistente: la riforma costituzionale che sarà votata a dicembre sembra essere stata «ispirata» da un documento prodotto dalla banca d’affari Jp Morgan. Intanto il governo rischia di scivolare sulla rendicontazione dei conti e resta a galla solo coi voti di Verdini. L’apertura del testamento di Bernardo Caprotti, patron di Esselunga, regala sorprese: l’azienda (la cui vendita è stata congelata) passa alla vedova e alla figlia di secondo letto; risparmi alla segretaria e ai nipoti; quadri al Louvre. E briciole ai primi figli. servizi da pagina 2 a pagina 8 a pagina 18 LA GIORNATA DEI COMICI il giorno dei comici, ma c’è poco da ridere. Nell’infuocata campagna elettorale per il referendum, Roberto Benigni spiega di aver cambiato idea: il suo voto dal «no» passa al «sì», Crozza invece annuncia il suo «no». Il più comico di tutti è però il Financial Times, serioso quotidiano finanziario, che ieri mattina pubblicava un autorevole articolo per sostenere il «no» e ieri sera ha diramato una nota per dire che si è trattato di un errore. Da dove nasce la conversione di Benigni – che per anni ci ha fatto una testa tanta sulla «Costituzione più bella del mondo» - al renzismo non lo sappiamo ma presto lo si capirà guardando la tv. Comprensibile invece, alla faccia dell’indipendenza della stampa anglosassone, la retromarcia del Financial Times, nella cui proprietà figura il duo John Elkann-Marchionne da sempre sponsor del premier. I «testimonial» (escludo Crozza, non perché per il «no», ma perché so essere uomo libero) sono un po’ come le modelle alle sfilate: basta pagarli, non necessariamente in contanti, e indossano il tuo vestito anche se gli fa schifo o gli sta stretto. Pensano che l’opinione pubblica penda dalle loro labbra ma per fortuna non è così. A ogni turno elettorale si dimostra che, senza un progetto vero e coerente, non c’è relazione tra notorietà e credibilità politica, altrimenti questo Paese sarebbe permanentemente e saldamente in mano alla sinistra, da sempre sostenuta da attori, cantanti, scrittori, giornalisti famosi, vip dell’industria e della finanza. E pazienza se sono tutti milionari, alcuni super evasori, altri peccatori incalliti, altri ancora solo cortigiani. Prepariamoci, perché per i prossimi due mesi ne sentiremo e vedremo delle belle. I «testimonial» fanno paura alla politica e ai politicanti che vivono in un mondo artefatto. A noi, che l’unico mondo che frequentiamo è quello reale, queste prese di posizione lasciano il tempo che trovano. Siamo abituati a ragionare con la nostra testa ed eventualmente a sbagliare da soli. Benigni a volte ci piace, ma al cinema. *FATTE SALVE ECCEZIONI TERRITORIALI (VEDI GERENZA) SPEDIZIONE IN ABB. POSTALE - D.L. 353/03 (CONV. IN L. 27/02/2004 N. 46) - ART. 1 C. 1 DCB-MILANO È DANIELA SANTANCHÉ Caos al Sole24Ore Salvo il direttore «Aumento di capitale Visibilia è in salute» Marcello Zacchè a pagina 22 Roma in bancarotta regala 12 milioni ai rom E la Gran Bretagna è pronta a cacciare i lavoratori stranieri La Capitale è senza soldi, la giunta perde pezzi ma Virginia Raggi sborsa 12 milioni di euro per aprire nuovi campi nomadi. Alla faccia dei romani. Intanto a Londra il governo propone di schedare i dipendenti stranieri delle aziende. DALLA BOSCHI ALLA NAZIONALE Marino a pagina 10 servizi a pagina 13 ACCOGLIENZA FURBETTA Coop, affare profughi Incassa i soldi e li fa lavorare gratis di Giuseppe De Lorenzo a pagina 12 LETTERA AL MINISTRO LORENZIN Così mio padre in ospedale è morto senza dignità Sigarette e gioco, l’Italia ipocrita sponsorizza quello che vieta di Francesco Maria Del Vigo di Patrizio Cairoli S ignora ministra, sono passati circa tre mesi dal giorno in cui mio padre ha scoperto di avere un cancro. a pagina 4 a pagina 17 GIUSTIZIA LUMACA PER ACCERTARE L’EVIDENTE INFERMITÀ MENTALE La fa fuori dalla finestra, 14 udienze per assolverlo di Luca Fazzo U servizio a pagina 22 FOLLIA RAGGI E IL TRAMONTO DELLA POLITICA di Alessandro Sallusti EDITORIA n processo durato un anno, quattordici udienze con giudice, pubblico ministero, avvocati e cancellieri, una consulenza costata migliaia di euro affidata a uno psichiatra di chiara fama, interrogato per due volte nel corso dell’udienza. Tema: la pupù che un pover’uomo aveva lanciato dalla finestra della sua casa, imbrattando nientemeno che il cortile della austera scuola germanica di Milano. Sia il gesto in sé sia la cartella clini- ca dell’imputato, in cura da decenni da parte dei servizi psichiatrici, rendevano piuttosto evidente che si era davanti non a un reato ma ad una vicenda umana, peraltro assai triste. Ma questo non ha impedito che la Procura aprisse un fascicolo di inchiesta, indagasse l’uomo per «getto pericoloso di cose» e spedisse direttamente il poveretto a processo; davanti a un giudice che ha trattato la vicenda come un processo vero per un reato vero. Fino ad (...) segue a pagina 20 PUGNO DURO A TREVISO L’asilo che multa i genitori ritardatari Serenella Bettin In un nido nel Trevisano arrivano le sanzioni per i genitori che lasciano i figli troppo a lungo. M anche per chi li porta in anticipo. a pagina 19 ANALISI FMI Bancari, in Italia centomila esuberi Massimo Restelli a pagina 9 2 IL FATTO Giovedì 6 ottobre 2016 il Giornale SCENARI POLITICI Verso il referendum IL RETROSCENA di Gian Maria De Francesco Roma «I dati sono la via empirica alla verità». Questa è la teoria guida di Jim Messina, lo stratega elettorale americano che Matteo Renzi ha ingaggiato per vincere l’improba (stando ai sondaggi) battaglia del referendum. E, nonostante gli ultimi rovesci con David Cameron (referendum Brexit) e Mariano Rajoy (elezioni politiche spagnole di giugno), il costo della consulenza è da vera superstar: 400mila euro. Renzi svuota le casse del Pd per ingaggiare il guru del Sì Allo stratega di Obama Jim Messina 400mila euro, l’80% del contributo pubblico al comitato referendario poi il segretario-premier Matteo Renzi indirizzi le risorse finanziarie del Pd verso una campagna cui la minoranza è ostile è un discorso di democrazia «finanziaria» interna. «Abbiamo 14 milioni di euro a bilancio e la campagna del referendum è perfettamente coincidente con le tipiche attività del gruppo», ha spiegato alla Stampa il tesoriere del gruppo Pd alla Camera, Daniele Marantelli. Il dato certo, quindi, è che Jim Messina lo paghiamo un po’ tutti noi. Perché fare questo maxi-investimento? Perché il guru americano e i suoi collaboratori sono «maghi» dei big data, ossia hanno staff, competenze e, soprattutto, software per analizzare comportamenti, tendenze, orientamenti e preferenze della base elettorale. E sono in grado di intervenire in tempo reale sulla singola cam- pagna modificando i messaggi in base a quello che il potenziale elettore vuol sentirsi dire. I 400mila euro erogati a Messina sono un compenso anche per il sostegno nelle campagne delle amministrative per le quali tutti ricordano le sconfitte piddine di Roma e Torino, ma dimenticano la vittoria di Milano nella quale Messina ha avuto un ruolo nello sbiadire il «rosso» di Sala con i moderati e nel caricarlo con gli elettori più di sinistra. Un po’ come ha fatto con Obama nel 2008 e nel 2012. La stessa cosa intende fare con il referendum dopo l’avallo iniziale alla tattica suicida di Renzi di legare la consultazione alla sopravvivenza del governo. Il via all’operazione è stato dato a Firenze la scorsa settimana con l’indottrinamento dei militanti del «porta a porta». Costoro dovranno inseguire gli elettori sottoponendo loro un questionario: in base ai risultati la campagna cambierà. Sperando in una vittoria ora improbabile. DEMOCRAZIA FINANZIARIA Il partito spenderà quasi 3 milioni di euro per una campagna che lo divide La maxiparcella, ha rivelato ieri La Stampa, è di poco inferiore ai 500mila euro che il Comitato per il Sì al referendum ha incassato come rimborso elettorale pubblico (un euro per ogni firma raccolta) e che sono stati devoluti ai gruppi parlamentari del Pd. Questi ultimi contribuiranno con altri 700mila euro circa, mentre il partito di Largo del Nazareno aggiungerà altri 1,7 milioni per un totale che dovrebbe oscillare tra i 2,8 e i 2,9 milioni di euro. La maggior parte delle spese è a carico di tutti i contribuenti. I gruppi parlamentari sono finanziati rispettivamente da Camera e Senato, mentre il 2016 è - sulla carta - l’ultimo anno nel quale i partiti riceveranno il finanziamento pubblico sotto forma di rimborsi delle spese elettorali. A solo titolo di esempio basta analizzare il bilancio 2015 del Pd, approvato lo scorso luglio. Il contribuito statale si è attestato a circa 7,4 milioni, mentre gli oltre 9 milioni di contributi da persone fisiche provengono in maggior parte dai singoli parlamentari, che sempre dalle Camere vengono stipendiati. Di natura comunque pubblicistica sono i 5,3 milioni di 2 per mille versati tramite dichiarazione dei redditi dai cittadini: è sempre lo Stato che rigira parte delle entrate fiscali alle organizzazioni politiche su precisa indicazione del contribuente. Che L’INTERVISTA Stefano Fassina «I circoli in bolletta chiudono e loro buttano via i soldi così» L’ex esponente dem: «Non serviva certo un mago del marketing per capire che la sconfitta è inevitabile» Massimiliano Scafi PALCOSCENICO Il premier Matteo Renzi ieri al teatro Appiani di Treviso Chi è Jim Messina L’italiano del Far West Integratore alimentare con 2 componenti nutrivitive, 1) Il Lactobacillo Fermentum (fermento lattico) 2) Il Macromicete Maitake (Grifola frondosa) in Farmacia e nelle migliori Erboristerie BROMATECH srl • MILANO • Fax 02.778863259 • www.bromatech.it J im Messina (nella foto), il superconsigliere di Matteo Renzi, è un italoamericano del Far West (nato in Colorado e cresciuto in Idaho), ed è considerato un mago della matematica applicata alla politica. Ha 47 anni e fu scoperto da Max Baucus, l’attuale ambasciatore Usa a Pechino che ha alle spalle 36 anni di Congresso. Ha vinto con Obama nel 2012 e con Cameron nel 2014 e nel 2015 ma ha perso con Rajoy nel 2016. Roma C’era davvero bisogno di un guru, si chiede Stefano Fassina, «per capire che l’errore di Renzi è stato personalizzare il referendum?». E bisognava proprio spendere 400mila euro, spiega il leader di Sinistra italiana, ex viceministro all’Economia del governo Letta, uno che il Pd lo conosce bene, «per andare dritti verso una sconfitta?». Ma è Jim Messina, l’artefice della vittoria di Obama nel 2012, di quella di Cameron al referendum sulla secessione della Scozia... «D’accordo. Però mi pare che stavolta i risultati della consulenza americana non siamo molto incoraggianti per il Sì: Del resto fin dall’inizio era evidente che la personalizzazione imposta dal presidente del Consiglio era autolesionistica». Questo è stato il primo consiglio di Messina a Renzi. «Un consiglio tardivo, accolto poi in parte. Ma, ripeto, era una cosa lampante. Renzi ha cominciato a farsi da parte solo dopo la sconfitta alle amministrative. Tra il primo turno e il ballottaggio nessuno dei candidati sindaci lo ha più voluto sul palco perché faceva perdere voti. Per il referendum si è messo in moto lo stesso meccanismo». Che può fare allora il guru per invertire la tendenza? «Nulla. Il problema infatti è politico, non di comunicazione, e nasce dallo strappo compiuto facendo approvare la riforma costituzionale forzando il Parlamento, a colpi di fiducia, facendolo passare in un’aula semivuota e abbandonata dalle opposizioni. Ma le modifiche delle regole democratiche non si possono imporre a maggioranza». Quindi il guru non serve. «No, non serve. Qui ci troviamo di fronte a una questione sostanziale di politica che nessun mago del marketing potrà Etica Una scelta discutibile che riflette un’idea di politica molto lontana dalla gente Strappo Il problema nasce in Parlamento con una riforma approvata in un’aula semideserta mai risolvere. Bisognerebbe cominciare riconoscendo l’errore, magari chiedendo scusa per non aver voluto coinvolgere l’opposizione nella riscrittura della Carta... non mi pare però che si stia manifestando questa intenzione». Dunque, soldi buttati? «Direi di sì». E neanche pochi: 400mila euro è una bella parcella... Che ne pensa dal punto di vista etico? «Che è una cifra enorme, uno sproposito per un partito che, peraltro, sta affrontando un periodo molto difficile sul piano economico. C’è un calo degli iscritti e dei contributi, ci sono diversi circoli costretti a chiudere i battenti perché non riescono a pagare l’affitto e le bollette. E poi si pagano 400mila euro allo stratega della comunicazione...». Il comitato per Sì però sostiene che non si tratta di fondi sottratti al Pd. La parcella a Jim Messina e i manifesti sono stati pagati grazie ai contributi raccolti ai tavoli delle firme. «Certo, il comitato del Sì può spendere come meglio crede i suoi soldi. Ma al di là delle fonti del finanziamento, resta una decisione discutibile che riflette un’idea di politica molto lontana da un partito che dovrebbe essere legato alla gente e al territorio». Giovedì 6 ottobre 2016 IL FATTO 3 il Giornale SCENARI POLITICI Verso il referendum NEW YORK CHIAMA, PALAZZO CHIGI RISPONDE QUANTE INDICAZIONI DI JP MORGAN RACCOLTE DALLA RIFORMA COSTITUZIONALE Cosa scriveva la banca Cosa prevede Cosa scriveva la banca Cosa prevede nel dossier del 2013 la riforma Boschi nel dossier del 2013 la riforma Boschi «Esecutivo debole nei confronti del Parlamento» Riforma del titolo V della Costituzione «Istituto del voto a data certa» che riconosce il potere di chiedere che un disegno di legge sia iscritto con priorità all'ordine del giorno della Camera Superamento del bicameralismo, con un Senato depotenziato che non voterà più la fiducia al governo IL CASO di Camilla Conti Milano J ohn Pierpont Morgan è morto nel sonno mentre era in vacanza a Roma il 31 marzo del 1913, all’età di 75 anni. A dicembre di quello stesso anno nasceva la Federal Reserve, la banca centrale degli Stati Uniti. C’è chi dice che questi due eventi siano in qualche modo collegati. Soprattutto perché JP Morgan fu molto più potente dei presidenti della Fed. Oggi ritroviamo il colosso da lui creato, che nel 2015 ha registrato 24,4 miliardi utili, nel mezzo di molte partite importanti per il nostro Paese. Dal salvataggio di Mps, di cui peraltro la banca d’affari è stata consulente anche in passato, a quello dell’Ilva passando per la riforma costituzionale al centro del referendum del 4 dicembre. Cosa c’entra la riforma - in casa nostra - con Jp Morgan? Ebbene, martedì scorso la Repubblica ha ospitato un confronto ravvicinato fra Salvatore Settis, archeologo e storico dell’arte, e l’ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, sostenitore della riforma costituzionale varata da Renzi. Fra le domande, Settis ha ricordato che mentre Napolitano era ancora in carica un accreditato commentatore politico, Marzio Breda, scriveva sul Corriere della Sera (1 aprile 2014) un articolo dal titolo «Da Napolitano un segnale sul percorso delle riforme». In esso, citando una nota del Quirinale, Breda scriveva che «la riforma per il capo dello Stato è importante, anzi improrogabile», e va «associata alla legge elettorale». Ricordando che a questo proposito, sarebbe bastato rileggersi uno studio diffuso da Jp Morgan il 28 maggio 2013 in cui veniva fotografata la crisi economica europea indicando nella «debolezza dei governi rispetto al Parlamento» e nelle «proteste contro ogni cambiamento» alcuni vizi congeniti del sistema italiano». La domanda di Settis è dunque: «Quell’anali- «Governo centrale debole nei confronti delle Regioni» Soppressione della competenza concorrente con una redistribuzione delle materie tra competenza legislativa statale e competenza regionale «clausola di supremazia», in base alla quale la legge statale - su proposta del governo - può intervenire in materie non riservate alla legislazione esclusiva I NUMERI DI JP MORGAN Cosa scriveva la banca Cosa prevede nel dossier del 2013 la riforma Boschi «Licenza di protestare se sono proposte modifiche sgradite dello status quo» Salgono da 50mila a 150mila le firme per presentare un ddl di iniziativa popolare Restano 500mila le firme da raccogliere per la presentazione di un referendum. Quota che invece cresce a 800mila se si vuole abbassare il quorum non più sugli aventi diritto ma sui partecipanti all'ultima tornata elettorale 1799 L'anno di fondazione dell'istituto newyorkese 235.678 Il numero di dipendenti 24,4 miliardi di dollari L'utile netto relativo all'anno 2015 13 miliardi di dollari L'entità del risarcimento patteggiato il 19 novembre 2013 per la truffa dei mutui subprime Quella riforma sotto dettatura Governo in mano a Jp Morgan Un dossier della banca d’affari chiedeva modifiche poi finite nel ddl Boschi. Napolitano, interrogato, tace si della banca americana può valere, come alcuni vorrebbero, come un argomento per riformare la Costituzione?». Napolitano LONGA MANUS Dal caso Montepaschi al salvataggio Ilva, quanti interventi negli ultimi anni non ha risposto. Eppure la ricetta degli americani pare calzare a pennello con la riforma voluta da Matteo Renzi (grande fan di Tony Blair, che oggi lavora proprio per Jp Morgan), e sponsorizzata dall’ex inquilino del Quirinale. Cosa suggeriva la banca d’affari? Smontare la Costituzione perché troppo socialista, asservire il Parlamento al governo, una legge elettorale bipolare. Per chi mastica la finanza, non è inusuale che le banche d’affari propongano soluzioni o forniscano scenari ideali per garantire la crescita di una società o anche di un Paese. Ma la mancata risposta di Napolitano fa rumore anche perché va ad aggiungersi ai rapporti sempre più fitti fra gli americani e Palazzo Chigi dove a luglio è stato accolto in pompa magna il numero uno mondiale di Jp Morgan, Jamie Dimon arrivato a Roma per festeggiare i cento anni di attività della banca in Italia. Incontro cui è seguito un articolo apparso sul Sunday Telegraph in merito a una soluzione studiata dalla stessa banca d’affari contattata appunto dal governo italiano per risolvere il nodo dei crediti deteriorati del Monte. In cambio di laute commissioni. L’asse Renzi-Jp Morgan - allargato anche a Davide Serra e all’altro advisor in pista sul Monte ov- 2013 60 L’anno in cui la banca di New York Jp Morgan ha pubblicato un dossier sui Paesi del Sud Europa I giorni che mancano alla data del 4 dicembre, quando gli italiani voteranno il referendum vero la Mediobanca guidata da Alberto Nagel su cui il premier aveva scommesso, perdendo, nel match contro Cairo su Rcs - starebbe irritando i piani alti della Bce ma anche le altre banche d’affari concorrenti. Tanto che lo stesso pesante attacco alle rifor- me renziane lanciato martedì dal Financial Times (e arrivato a poche ore dall’editoriale di fuoco sulle ingerenze del governo nella vicenda senese firmato da Ferruccio de Bortoli sul Corriere) andrebbe letto in questa chiave. Tornando alla storia di John Pierpont Morgan, in pochi sanno che nel 1902 finanziò anche la nascita dell’International Mercantile Marine Company, una compagnia di navigazione che puntava a controllare i trasporti oceanici. La Immc possedeva anche il transatlantico Titanic. Ed è proprio il suo affondamento a segnare la strada verso il fallimento della compagnia. Anche i grandi banchieri a volte scommettono sul cavallo sbagliato. 4 IL FATTO Giovedì 6 ottobre 2016 il Giornale SCENARI POLITICI Verso il referendum La scheda truffa finisce in tribunale M5S e Si ricorrono al Tar. Il Colle: «Ha l’ok della Cassazione». E il Palazzaccio tifa Sì Roberto Scafuri Roma Acclarato che non sempre esiste un giudice a Berlino, da ieri il quesito che rimbalza dalle parti del Palazzaccio romano (sede della Cassazione) è il seguente: ma chi può giudicare la Suprema Corte? Nessuno, come dice il nome stesso. Così, se il senatore Gaetano Quagliariello denuncia che sul quesito referendario «la Cassazione ha violato la legge», sarà a tutti palese la portata retorica del grido di dolore. Ma questa era solo una premessa, perché ieri Cinquestelle e Sinistra italiana hanno depositato i loro ricorsi al Tar del Lazio, ponendo in chiave giuridica lo scandalo del quesito-spot già denunciato da tutti a livello politico. Fatto di gravità inaudita, come è chiaro dalla prosa dei ricorrenti. «Il testo della scheda è una truffa, propaganda ingannevole, l’ennesima trovata di Renzi per prendere in giro gli italiani. Contrariamente a quanto previsto dall’art. 16 della legge 352 del 1970, il testo non specifica l’indicazione degli articoli oggetto di revisione e di ciò che essi concernono e risulta, pertanto, palesemente ingannevole... Il presidente della Repubblica non può tacere...». Come spesso capita loro, i grillini sparavano un po’ alla ’ndo coglio coglio. Difatti il Quirinale era costretto a lavarsene le mani: «Impropriamente si attribuisce alla presidenza della Repubblica la formulazione del quesito referendario, negli ambienti del Quirinale si precisa che il quesito che comparirà sulla scheda è stato valutato e ammesso, con proprio provvedimento, dalla Corte di Cassazione... e riproduce il titolo della legge quale approvato dal Parlamento». La turpitudine, quindi, era stata perpetrata altrove, nei due Palazzi separati dall’aureo Tevere. In Senato, grazie alla doviziosa premeditazione renziana di dotare il ddl Boschi di un titolo capzioso fin dai suoi vagiti, senza che nessuno degli emendamenti per modificarlo riuscisse a passare. Tanto che l’autore della furbata ieri cantava tronfio come un gallo: «Il quesito lo impone la legge, non l’ha creato un genio del marketing». E l’incauta Boschi in tivù lo confermava: «Le polemiche sulla scheda? Me le aspettavo...». Ma c’è dell’altro, e forse di peggio. Come spiegava il film Amici miei: «Che cos’è il genio? Fantasia, intuizione, decisione e velocità d’esecuzione». Allora, in che cosa precisamente consisterebbe la valutazione della Cassazione se, come recitava una nota diramata ufficialmente ieri, «noi non formuliamo quesiti, l’impone la legge» (singolare concordanza con il premier)? Un semplice passaggio di carte, dunque, avvenuto FACCE DI BRONZO INCOERENTI Il ct della Nazionale di calcio Giampiero Ventura con lo sponsor «Intralot» e il ministro Maria Elena Boschi ALLA FACCIA DELLA LOTTA ALLE DIPENDENZE Azzardo e sigarette, l’Italia degli ipocriti Le scommesse sponsor della Nazionale. E la Boschi fa accordi sul tabacco ad agosto a opera dell’Ufficio centrale del referendum, istituito un mese prima dal Primo presidente, Giovanni Canzio, eletto nel dicembre scorso non senza polemiche per il suo «non essere sgradito al premier e al suo partito», come scrisse il ben informato Corsera. E chi presiede tale organismo? La presidente della prima sezione penale, Maria Cristina Siotto, anch’essa sulle soglie della pensione e «prorogata» (come Canzio). Nella cui abitazione, si vocifera nei corridoi cassazionisti, da qualche settimana si susseguirebbero cene amicali con spiccata propensione per il «Sì». Tutto lecito, per carità. E di certo malevolenze, come dubitarne? Altrimenti quell’edificio nel quale i romani si recavano sempre sbuffando e bestemmiando, sarebbe normale e non Palazzaccio. di Francesco Maria Del Vigo D alle parti del governo (e non solo) debbono mettersi d’accordo. Con loro stessi. Si mettano davanti a uno specchio - o se preferiscono si sdraino sul lettino di un analista - e facciano pace con le loro idee. Gli diamo una mano a svolgere questo esercizio, ponendo alcune domande esistenziali e forse esiziali. Le sigarette fanno male o no? Il gioco d’azzardo è pericoloso oppure non lo è? Non sono quesiti da un milione di euro, è evidente. I pacchetti di sigarette sono stati funestati (dallo Stato) con foto e messaggi mortiferi, i fumatori vengono «perseguitati», sbeffeggiati e costretti a coltivare il loro vizio in luoghi sempre più remoti. Le slot machine e le scommesse - da par loro - vengono descritte costantemente come idrovore che succhiano i soldi dei poveri cittadini riducendoli sul lastrico. E i dati sulla diffusione della ludopatia tra gli italiani sembrano confermare la pericolosità del gioco quando diventa patologico. Insomma, non dovrebbero esserci dubbi. Il governo-mamma ci inculca quotidianamente questi sani principi. Lo sanno anche i sassi. In teoria. Ma c’è un ma. Anzi due. Perché poi le stesse istituzioni - tutto a un tratto - si mettono a sponsorizzare quello che vorrebbero vietarci. Ed è un bel paradosso. Ieri la ministra per le Riforme Maria Elena Boschi ha partecipato alla firma di un contratto da 620 milioni di euro con la Japan Tobacco. Benissimo. Giustissimo. Pecunia non olet. Ma se non puzzano i soldi, allora non deve puzzare nemmeno il fumo. E, infatti, la ministra durante la conferenza ricorda - sognante - «il profumo di tabacco» che dalle finestre entrava nella sua casa di infanzia. Il profumo, mica la puzza. Per la gioia dei più incalliti tabagisti. Ma le reminiscenze boschiane stridono con la politica del suo stesso esecutivo, che nelle sigarette ha identificato un nemico da sconfiggere a tutti i costi. La signora Boschi non era presente al Consiglio dei ministri che ha ratificato la stretta sulle bionde? O in quel momento era uscita a fumarsi una sigaretta? Ma non è finita. Martedì è stato ufficializzato: il nuovo sponsor della Nazionale di calcio è Intralot, colosso del betting, e per betting si intendono le scommesse. Ma scoppia la polemica. Campagne su campagne contro il «gioco» e poi mandiamo in giro gli eroi d’azzurro vestiti - praticamente un’istituzione con stampigliato sulle magliette il nome di un’azienda che ha a che fare con l’azzardo? Anche in questo caso il denaro non puzza, ed è giusto così, ma l’ipocrisia inizia ad avere un odore non troppo gradevole. Fumo e scommesse non faranno bene alla salute, ma governare pare non faccia molto bene alla coerenza. il retroscena » Laura Cesaretti Roma Da Treviso a Genova a Torino: il tour di Matteo Renzi in giro per l’Italia per il Sì al referendum continua senza sosta. Ieri a dargli una mano è arrivato Roberto Benigni, secondo il quale una vittoria del No sarebbe «peggio della Brexit». Il comico toscano, diventato icona nella sinistra salottiera della «Costituzione più bella del mondo» per le sue letture televisive della Carta, stavolta si schiera per la riforma, affermando che «la vittoria del Sì è indispensabile». Una presa di posizione che porta un po’ di buonumore in casa Pd, dopo diversi segnali preoccupanti. Culminati martedì nel duro intervento contro la riforma renziana uscito sul Financial Times. Ieri, hanno fatto sapere dal Comitato del Sì per smorzarne l’effetto, il quotidiano del- Letta vuol tornare in campo se vince il No L’ex premier silurato da Renzi pronto a scalare la segreteria Pd la City ha comunicato, per vie informali, che quell’articolo rappresentava l’opinione personale dell’autore e non la linea del giornale. Ma nel frattempo tutti i supporter del No avevano celebrato l’evento, assicurando che anche i «poteri forti» stanno abbandonando la nave renziana. Il premier e i suoi sanno che il fronte del No, dato in testa dai sondaggi, ha dalla sua la spinta dell’antipolitica e della avversione verso chi governa. E sanno che sono in molti, anche in casa Pd, a scommettere sulla sconfitta di Renzi per tornare in sella. A cominciare dall’ex premier da lui scalzato, Enrico Letta, che da Parigi sta spiegando a più di un interlocutore di essere intenzionato, in caso di vittoria del No, a scendere in campo candidandosi al congresso Pd, per riportare la Ditta in mani sicure eliminando l’anomalia renziana. Del resto è quello che i capi della minoranza Pd, da D’Alema a Bersani, gli chiedono insistentemente da tempo: Letta è l’unico nome sufficientemente forte di quell’area da poter spendere per «riprendersi» il partito. A Treviso, tra una visita alla Latteria Montello della «Nonno Nanni» e una agli stabilimenti della Geox di Montebelluna, il premier sale sul palco dell’Audito- rium trevigiano ed esordisce con una battuta sulla guerra dei numeri della Stabilità: «Non potendone più di quelli che a Roma il Pil lo commentano, sono venuto a vedere quelli che il Pil lo fanno». La riforma costituzionale sottoposta a referendum, spiega, «è solo un pezzettino della grande riforma che serve al paese. Ma è un pezzettino fondamentale, come il Pin senza il quale il telefono non si accende». Non è «un punto di arrivo, ma un punto di partenza», che può dare «un’iniezione di fiducia all’Italia». «Di fronte al merito della riforma - spiega il viceministro alle Comunicazioni An- tonello Giacomelli - il Sì ha molte più possibilità del No di aumentare i propri consensi: gli stessi sondaggi dimostrano che gli stessi elettori del No sono in realtà in gran parte a favore dei singoli punti della riforma». Ecco quindi che governo e comitato del Sì sono al lavoro per «spezzettare» i punti della riforma in slogan brevi ed efficaci in grado di convincere gli elettori che «o si vota Sì, o resta tutto com’è», come dice lo spot che andrà in onda sulle tv. Sulla legge elettorale, il premier ribadisce di essere «un convinto sostenitore dell’Italicum», ma si dice disposto a modificarla. Ma il ballottaggio, secondo i renziani, resta una garanzia fondamentale per assicurare la governabilità: «Le simulazioni fatte su tutte le altre proposte di legge elettorale sul tavolo portano allo sbocco inevitabile delle larghe intese», spiegano. wellcare.it INFORMAZIONE PUBBLICITARIA SPECIALE STIPSI? Che fastidio quell’aria nell’intestino! Sveglia l’intestino combatti la stitichezza Oggi in farmacia c’è Dimalosio Complex il regolatore dell’intestino. Q uando l’intestino si “addormenta” e perde la sua regolare puntualità è possibile andare incontro ad episodi di stitichezza che possono causare cattiva digestione, senso di gonfiore con tensione addominale e alitosi. Secondo le recenti linee guida il problema può essere affrontato con una dieta ricca di fibre indispensabili per ritrovare e mantenere la corretta motilità intestinale. 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Il ritorno in Italia è previsto alla fine di questa settimana - sabato è il giorno indicato come il più probabile - o al massimo all’inizio della prossima. Un allungamento dei tempi dovuto alla necessità di evitare stress da volo troppo ravvicinati (il presidente di Forza Italia viaggia sul suo aereo privato). Berlusconi - che secondo quanto filtra alloggia al Waldorf Astoria - è in compagnia di Valentino Valentini, del suo medico Giorgio Zangrillo e del suo fisioterapista di fiducia, Giorgio Puricelli. Sabato potrebbe sottoporsi a un nuovo controllo medico per poi concludere il suo viaggio negli Stati Uniti (scherzando avrebbe anche proposto un passaggio alle Bermuda - a due ore di volo da New York - per verificare le condizioni della sua villa). Berlusconi, anche da migliaia di chilometri di distanza, segue con attenzione le notizie italiane. E, raccontano, non avrebbe preso per niente bene le insinuazioni su una sua presunta volontà di stare alla larga dal dibattito referendario non mettendoci la faccia, addirittura recandosi Oltreoceano anche per questo scopo. Pare che l’ex premier abbia con sé una valigetta di dossier sul tema delle riforme e su questi fogli apponga i suoi appunti e i suoi memo, come è sempre stato solito fare. Inoltre ha dato indicazione di procedere in sua assenza alla riunione dei coordinatori regionali per accelerare la programmazione sul territorio degli eventi per il «No» (riunione che però potrebbe comunque dover slittare a causa di un allungamento dei tempi d’aula a Montecitorio). Proseguono anche i contatti per la conferenza programmatica che dovrebbe svolgersi a Roma ed essere incentrata al massimo su Berlusconi, sul suo ritorno sulla scena e sull’opposizione di Forza Italia alla nuova Costitu- 52% La percentuale, tolti gli indecisi, del No al referendum secondo l’ultimo sondaggio del «Corriere» 3 I governi non eletti dai cittadini che si sono succeduti dopo la caduta di Berlusconi nel 2011 Berlusconi a New York studia il dossier riforme e mobilita il partito Il Cav tra business e riposo prepara la sua campagna. E accelera sulla road map di Fi zione renziana. Proprio su queste voci, peraltro, è intervenuta anche Mariastella Gelmini: «A chi insinua che ci sarebbero nostalgie renziane voglio dire che, avendolo sentito parlare sull’argomento, Berlusconi ha conosciuto Renzi e non ha alcuna fiducia in lui. Chi vuol far circolare che Berlusconi è tiepido con Renzi lo fa per so- stenere il governo, smettiamola con queste stupidaggini. E a chi dice che i due si somigliano dico: tra Renzi e Berlusconi c’è l’Oceano Atlantico, non scherziamo neppure». Nei fatti, comunque, la mobilitazione sul referendum prende sempre più quota. A Santa Marina, in Provincia di Salerno, sabato e domenica Stefano Caldoro con l’Associazione «Il Sud per l’Italia» spiegherà i motivi del Sud per votare «No», insieme ai coordinatori regionali di Forza Italia, a Gianfranco Rotondi, Mara Carfagna e Maurizio Gasparri. Ieri è anche sbarcato sulla rete il comitato #MAancheNo, presieduto da Raffaele Volpi e Barbara Saltamartini, che per la prima volta utilizza Musical.ly, la prima community mondiale di video musicali. Un «No» a suon di musica, attraverso un video ad hoc per intercettare il pubblico più giovane. BATTAGLIA Il convegno sul No al referendum organizzato dai parlamentari azzurri IL CONVEGNO ROMANO E gli azzurri puntano sulla coalizione del No «Una vittoria riunirebbe tutto il centrodestra» All’iniziativa dei deputati forzisti presenti anche fittiani e Rampelli di Fdi Roma Il referendum come collante e come officina per ritrovare l’armonia interna al centrodestra. Forza Italia si ritrova al Teatro Capranichetta al convegno «Quale centrodestra? Referendum? Certamente No!», organizzato da Fabrizio Di Stefano insieme ad altri deputati - Pietro Laffranco, Alberto Giorgetti, Paolo Russo, Basilio Catanoso, Roberto Occhiuto e Carlo Sarro - decisi a promuovere iniziative con cui favorire il dialogo e il confronto nel partito. Una iniziativa dal basso che sta prendendo quota con il pieno appoggio del capogruppo Renato Brunetta e si sta allargando al resto del centrodestra, come dimostra la presenza dei fittiani e di Fabio Rampelli. Il leit-motiv è proprio quello dell’unità, della ferma opposizione a Matteo Renzi contro ogni fantasma del Nazareno. «Non tutto quello che viene dopo è positivo» dice Di Stefano a proposito della tentazione di cambiare per cambiare, senza entrare nel merito della riforma. «Sono felice che il centrodestra tutto stia recuperando il suo spirito di iniziativa». Altero Matteoli fa notare che «se vince il No, vince anche il partito». Renato Brunetta fa prima autocritica: «Quando decidemmo di appoggiare Monti spaccammo il centrodestra». Poi guarda ai pericoli del renzismo, con lo strapotere mediatico del premier, «strabordante su Rai, tv private e giornaloni». Un motivo ulteriore per gridare che «mai più il centrodestra deve presentarsi diviso, il referendum è lo spartiacque di questa fase politica», con la «vittoria del No chiuderemo finalmente la parentesi golpista Monti-Letta-Renzi». Anche Pietro Laffranco non ha dubbi: «Il nostro No alle cattive riforme costituzionali è anche un no chiaro al governo Renzi che in due anni non ha risolto un solo problema degli italiani». Dello stesso avviso Gianni Alemanno: «Se il centrodestra è unito, possiamo vincere. Guardate cosa è successo a Roma dove I COLONNELLI CONCORDI «Basta dividerci, l’appuntamento sarà uno spartiacque. Siamo pronti allo scontro finale» le nostre divisioni hanno mandato al ballottaggio Giachetti con la più bassa percentuale della storia della Capitale». Mariastella Gelmini si prepara alla «mobilitazione finale», perché Renzi «è pronto a scassare i conti dell’Italia pur assicurarsi la sopravvivenza politica. Ma non può continuare a raccontare balle, gli italiani hanno capito». Maurizio Bianconi, dei Conservatori e Riformisti, entra nel merito di una riforma «pericolosissima». «Ci hanno gabellato dicendoci che il Senato non conterà niente mentre al contrario regalerà una golden share a Renzi. Il Senato non viene abolito, ha competenze che possono bloccare il lavoro di chi vince le elezioni. In sostanza la Camera resta al popolo, il Senato viene assegnato in pianta stabile al Pd». E Nunzia De Girolamo invita al «rispetto della Costituzione, perché si conosce la Costituzione che si ha, non si è mai sicuri di quella che si avrà». E conclude: «Il nostro No è anche un no a Renzi perché questo è anche un referendum su un premier illegittimo». FdF IL MANAGER DA VESPA Parisi: «Renzi? Se sconfitto sia coerente e si dimetta» Roma «Se vince il No per coerenza Renzi dovrebbe dimettersi». Non ha dubbi Stefano Parisi, che ieri sera, ospite di Bruno Vespa su Raiuno, si è confrontato con il ministro delle Riforme Maria Elena Boschi a Porta a Porta, sul tema della riforma costituzionale. Provocato dal ministro sulle sue richieste di cambiamento non votate in passato da Forza Italia il manager ha risposto lapidario : «Forza Italia non è il mio partito». «È stato lo stesso Matteo Renzi a caricare il voto di significato politico», ha osservato Parisi. Una personalizzazione che dunque rende le dimissioni del premier «inevitabili» in caso di vittoria del «No». Il premier è anche responsabile di aver creato «un clima ansiogeno» nel Paese. «Dire che bisogna votare Sì perché altrimenti si alza lo spread è una cosa gravissima - ha detto Parisi - In Italia se vince il No non ci sarà una crisi di sfiducia e Renzi deve chiarire questo tema, che si sta trasformando in un boomerang contro di noi». Sono molte le ragioni per bocciare la riforma nel merito e pure nel metodo secondo il promotore di Energie per l’Italia. «Abbiamo bisogno di un governo più forte e stabile ma questa riforma non enfatizza i poteri del premier - ha sostenuto Parisi - Poteri che invece Renzi ha tentato subdolamente di rafforzare con la legge elettorale». Con questa riforma per Parisi non verrebbero superate le attuali criticità del sistema perché da un lato resterebbe «il potere esclusivo del governo su tante materie» e «poi le stesse materie verrebbero trattate a livello regionale». Meglio sarebbe dunque «eliminare il Senato» perché si rischia lo stallo istituzionale. «Credo che questo bicameralismo non sia efficiente come poteva essere e genererà un contenzioso infinito», è la critica di Parisi che ha proseguito bocciando anche il metodo perché «il quesito referendario del 2006 indicava solo il numero del disegno di legge. Qui ci sono frasi che inducono a votare Sì». Sarebbe stato più opportuno «un quesito più asettico». Alle critiche di Parisi il ministro Boschi ha replicato mostrando di nutrire una completa fiducia nella vittoria dei «Sì». La sconfitta non viene presa in considerazione. «Appena entrerà in vigore la Costituzione faremo subito la legge elettorale per il Senato», ha detto confermando la disponibilità a cambiare l’Italicum purché si trovi «l’accordo in Parlamento». 8 INTERNI Giovedì 6 ottobre 2016 il Giornale I CONTI IN ROSSO IL CASO di Antonio Signorini Roma I conti pubblici diventano la trincea del governo. Rientrata l’offensiva della sinistra Pd sul Def, al Senato si è aperta una falla sui disegni di legge che contengono il Rendiconto generale dell’amministrazione dello Stato per il 2015 e l’assestamento. Il governo ha rischiato la bocciatura. A salvare i due provvedi- Verdini salva di nuovo Renzi Il Def passa con i voti di Ala In Aula il governo la scampa per un soffio sul bilancio Ma arriva lo stop dei tecnici: il documento va rivisto validazione della nota di aggiornamento del Def varato dal governo la settimana scorsa. La prassi vuole che governo riveda le sue stime o fornisca altre informazioni all’orga- nismo che vigila sui conti pubblici. Il governo conta di uscirne limitando i danni. «I numeri che produciamo sono basati sulla valutazione molto attenta degli impatti. Non sono quindi basati né su fantasie né su aspettative irrealizzabili, sono aspettative realizzabili», ha confermato ieri il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, intervenendo L’AVVERTIMENTO 0,4% Bruxelles non è disposta a fare troppi sconti all’esecutivo da qui in poi menti (e forse l’esecutivo) sono stati i voti di Ala, il gruppo di Denis Verdini. I voti favorevoli sono stati 142 sul primo; 143 sul secondo. Il quorum necessario a far licenziare il testo dall’assemblea ieri era di 141 sì. I verdinani sono stati determinati. Sul Def la sinistra Pd ha garantito che non voterà contro, ma il Documento di economia e finanza tornerà all’attenzione del Parlamento come chiedevano gli oppositori di Renzi. Una nuova audizione del ministro Padoan fissata per martedì, informazioni aggiuntive alle commissioni Bilancio di Camera e un rinvio del voto. A costringere il riesame del documento è stata la bocciatura dell’Ufficio parlamentare di bilancio. L’audizione di Giuseppe Pisauro di lunedì equivale a una mancata La percentuale di flessibilità che il governo ha messo a bilancio per migranti e terremoto 3-4 I miliardi che mancherebbero all’appello per il piano di messa in sicurezza degli edifici L’INTERVISTA AL DIRETTORE GENERALE DI FEDERMECCANICA «La nostra proposta ai sindacati: più servizi al posto degli aumenti» DECISIVO Denis Verdini si conferma stampella del governo 80 ANNI IN UN ALBUM FOTOGRAFICO Emozioni, segreti e momenti storici dell’avventura impreditoriale e politica del Cavaliere *Oltre al prezzo del quotidiano. al convegno «Obbligati a crescere» organizzato dal quotidiano Il Messaggero e dall’Abi. Ma gli ostacoli non termineranno con i chiarimenti che Padoan fornirà al Parlamento. La severità dell’Upb non è solo una questione interna all’Italia, una difficoltà di comunicazione tra le Camere e governo. L’ufficio di bilancio è in sintonia con la Commissione europea, vigila sul rispetto dei vincoli di bilancio fissati dagli accordi Ue e lo stop di Pisauro è il segno che Bruxelles non è disposta a farci sconti. La vera sfida per l’Italia non è quella del Def, un documento che contiene le previsioni macroeconomiche e le stime sui conti pubblici, ma la legge di Bilancio i cui dettagli saranno resi noti tra breve, ha assicurato ieri il ministro dell’Economia durante il simposio sulla crescita. Il governo ha già messo a bilancio una flessibilità aggiuntiva per lo 0,4%, motivata dall’emergenza migranti e da quella terremoto. Un ripiego rispetto alla flessibilità «buona», quella per investimenti e riforme, che la Commissione non ci concede più. Ma anche questa strategia alternativa potrebbe non portare a niente. Possibile che all’Italia vengano riconosciuti 4-5 miliardi per il sisma del Centro Italia, quindi per il piano di messa in sicurezza degli edifici. Ma non sui migranti. Mancherebbero all’appello quindi 3-4 miliardi e a farne le spese sarebbero alcune misure già in bilico. Ad esempio la proroga della decontribuzione per i neoassunti, che potrebbe saltare anche nella versione depotenziata, limitata al Mezzogiorno. Il governo ha tempo fino al 15 ottobre per presentare la legge di Bilancio. Poi la Commissione ha tempo fino al 30 novembre per pubblicare le sue valutazioni. Se ritiene che il bilancio comporta un «serio» mancato rispetto delle regole del patto di stabilità, entro una settimana (dal 15 ottobre) deve consultare lo Stato membro, entro due settimane deve chiede la revisione. Sarebbe un precedente pericoloso per l’Italia e il governo sta facendo di tutto per evitarlo. DA VENERDÌ 21 IN EDICOLA IL COFANETTO RACCOGLITORE A SOLI € 3.50* Domani in regalo il 10° inserto L’idea di Franchi: «Una assicurazione sanitaria gratuita» Roma Le imprese metalmeccaniche non ri- una proposta equilibrata perché da un lato nunciano al «rinnovamento contrattuale». La migliora condizioni dei lavoratori e dall’altro trattativa delle tute blu si è riaperta perché contiene costi delle imprese». Federmeccanica ha ammorbidito i toni sui La risposta dei sindacati è stata tiepida... salari prevedendo un recupero dell’inflazio«Lo capiremo il 12 ottobre quando ci inconne. Federmeccanica vuole cambiare radical- treremo di nuovo. Io penso che la risposta mente il modello di contratto e alcune idee non potrà che essere positiva». nate dalla confederazione potrebbero prenNel vostro modello di contratti rinnovadere piede anche oltre la categoria. In particoto, che spazio ha il livello nazionale? lare l’idea di sostituire in parte gli «Il contratto nazionale al quale aumenti dei salari con prestazioni stiamo pensando deve dare garansociali. Ne abbiamo parlato con Stezie di base sui salari e allo stesso fano Franchi, direttore generale di tempo deve liberare risorse perché Federmeccanica. la ricchezza deve essere redistribuiI sindacati sono tornati al tavolo ta solo dopo essere stata prodotta e dopo otto mesi di stop alle trattaquesto può essere fatto solo in azientive perché avete accettato di conda». cedere un recupero dell’inflazioPuò spiegare meglio in cosa conne, sia pure a calare (100% nel siste il welfare che dovrebbe so2017, del 75% nel 2018, del 50% stituire parte degli aumenti del per cento nel 2019)? contratto nazionale? «È ripartita perché abbiamo dato «Assicurazioni sanitarie a livello dimostrazione della nostra volontà nazionale e aziendale, parte delle di fare il contratto e del nostro senso spese scolastiche, bilanciamento vidi responsabilità». ta privata e lavoro. Secondo il CenMa sull’inflazione una concessio- La ricetta sis 11 milioni di italiani hanno rinunne c’è stata. ciato a curarsi per difficoltà econoÈ centrale «Lo abbiamo fatto in modo coeren- il welfare miche. Noi abbiamo proposto di rite con gli obiettivi che ci siamo dati conoscere a tutti dipendenti di fin dall’inizio. Il rinnovamento con- e marginale aziende metalmeccaniche e per le trattuale è un grande cambiamento la parte loro famiglie una assicurazione saniculturale che può essere realizzato retributiva taria integrativa totalmente gratuita, solo dentro un percorso graduale, pagata interamente dalle aziende. con un obiettivo di rinnovamento che abbia- Sul mercato una assicurazione del genere como tutt’ora». sterebbe circa 700 euro all’anno a persona». In cosa consiste? Il governo può aiutare? «Rendere centrale nei contratti la compo«Sarebbero necessari ulteriori interventi nente del welfare, rendere marginale la parte normativi per muovere altri passi in questa retributiva. Occuparsi del welfare nei contrat- direzione. Ad esempio innalzare le soglie ed i ti nazionali significa rispondere a bisogni rea- limiti attualmente previsti per la detassazioli delle persone con benefici concreti, che ne dei premi di risultato, ma anche ridurre la fanno dall’assistenza sanitaria alla previden- contribuzione a carico delle imprese». za complementare, poi il welfare aziendale. È AnS Giovedì 6 ottobre 2016 INTERNI 9 il Giornale I CONTI IN ROSSO LO STUDIO di Massimo Restelli Milano A inizio settembre Matteo Renzi ha prima lasciato intendere ai poteri forti riuniti a Cernobbio e poi smentito davanti ai sindacati del credito inferociti, che i 300mila bancari italiani potrebbero dimezzarsi nell’arco di dieci anni. Una bomba sociale che, pur con esuberi forse da ritoccare tra 60mila e 92mila, ha trovato ieri una indiretta conferma nella diagnosi del Fondo Monetario internazionale. La tesi di Washington è la seguente: nel Vecchio continente - ed quindi ci pare lecito Banche, analisi choc dell’Fmi «Centomila posti in esubero» Il Fondo: «Urgente chiudere almeno 10mila sportelli» Sarebbe una bomba sociale per un Paese già in crisi I NUMERI DEL SETTORE circa 200mila allo sportello circa 300mila I dipendenti delle banche italiane circa 100mila al back office 65.000 I bancari che uscirebbero dal lavoro se chiudessero un terzo degli sportelli 28.100 I bancari che usciranno dal lavoro entro il 2020 secondo gli accordi 29.500 gli sportelli bancari in Italia 56.000 Il costo medio annuo in euro al Fondo esuberi del singolo dipendente in prepensionamento LA SPARATA DI CERNOBBIO Renzi annunciò ai poteri forti la cura dimagrante salvo poi rimangiarsela Fonte: dati Abi e Bankitalia 2016 - Elaborazione “Il Giornale” pensare in una Italia che fino al 2008 ha visto le banche aprire sportelli in ogni dove per presidiare il territorio palmo a palmo e che ancora oggi ha un numero di filiali per abitante superiore alla media europea - ci sono gruppi che hanno un «notevole» spazio per migliorare la loro efficienza, adottando una cura dimagrante che potrebbe portare fino alla chiusura di un terzo degli sportelli. Una idea devastante che, trasportata nella Penisola significa la rottamazione di 9.800 sportelli sui 29.500 attualmente operativi secondo Bankitalia (34mila nel 2008). L’Fmi, che misura l’efficienza in base ai depositi, calcola che le banche europee potrebbero così arrivare a risparmiare 18 miliardi dollari di costi 6,5 i dipendenti in media operativi. Una manna per un settore alla spasmodica ricerca di redditività e per cui lo stesso Fmi ritiene «non possa essere più posticipata» una soluzione «più completa» dei problemi: si chiede in particolare «un’azione urgente» sui crediti in sofferenza oggi oltre il livello di guardia: 200 miliardi il totale lordo in Italia. Il problema di un taglio net- to delle filiali come vorrebbe l’Fmi però è un altro. Sarebbero a rischio fino a 65mila posti: in ogni sportello delle banche italiane lavorano infatti in media 6,5 addetti. Il tutto senza considerare le 28.100 uscite già messe nero su bianco negli accordi di ristrutturazione firmati con i sindacati per il periodo 2013-2020. Insomma in gioco ci potrebbe essere il de- 93.000 circa I dipendenti bancari in meno se chiudessero un terzo degli sportelli compresi quelli già in prepensionamento 3,6 miliardi Il costo medio in euro di ogni anno se i 65mila bancari venissero considerati in esubero stino di 90mila persone, e poco consola pensare che di norma il settore recupera tra il 30 e il 50% degli esuberi trasferendoli in altri sportelli o uffici di back office. Ammettendo siano «ripescati» la metà degli esuberi (65mila), sparirebbero infatti altri 32mila posti, e quindi 60mila considerando le uscite già decise. Accanto alla bomba sociale per un Paese già afflitto da una disoccupazione all’11%, ci sarebbe poi quella finanziaria sui bilanci delle banche. Si parlerebbe infatti di un esborso potenziale compreso tra 5,5 e 15 miliardi, a secondo se si considera il minimo dei posti a rischio (32mila) con il taglio delle filiali ipotizzato dal Fmi, o lo spettro dei 90mila tagli. La stima è fatta considerando che oggi un istituto in ristrutturazione versa annualmente circa 56mila euro (39.500 di assegno e 16.500 di contributi) per ogni prepensionato apportato al fondo e che di norma questo attende 3 anni prima di riINVITO PRESSANTE Nei giorni scorsi anche Bce e Bankitalia avevano proposto la stessa cosa cevere l’assegno Inps. Va da sé che l’aggravio lieviterebbe se, come appare probabile in caso di taglio verticale degli addetti, si dovessero utilizzare tutti i cinque anni previsti dall’ammortizzatore sociale. Quello che è certo è che, anche dopo i ripetuti inviti di Bce e Bankitalia - l’ultimo appello martedì da parte del direttore generale Salvatore Rossi - a tagliare i costi e trovare un modo per fare profitti, i sindacati Fabi, Fisac, First e Uilca non hanno mai ceduto su un punto: le uscite devono essere volontarie e tramite il Fondo. Insomma niente cassa integrazione, o sarà guerra aperta. QUALITA’ E RISPARMIO HANNO TROVATO CASA scarica i nuovi cataloghi da: www.giessegi.it Giessegi industria mobili s.p.a. - Appignano (Mc) - 0733/400811 10 INTERNI Giovedì 6 ottobre 2016 il Giornale I GUAI M5S » IL CASO Chiacchiere da Camera di Giuseppe Marino Roma di Romana Liuzzo Al Campidoglio serve un aiutino dalla Mole Anna Maria Bernini, senatrice azzurra e avvocato, segue con attenzione le disastrose vicende romane della sindaca Virginia Raggi e a chi le chiede di dare un consiglio alla prima cittadina della Capitale, lei risponde: «Il mio suggerimento è di farsi prestare l’agenda dei numeri utili dalla sua collega di partito e sindaco di Torino, Chiara Appendino». Capito o no? Anche la Melandri jr è in formato Maxxi Compleanno (con tutta la Roma che conta) della figlia della piddina radical chic, presidente della Fondazione Maxxi, Giovanna Melandri, sere fa, nella caserma proprio davanti al «suo» Museo di via Guido Reni. Tanti auguri (ma molto bipartisan) giungano a Maddalena, che ha compiuto 18 anni, ed è altissima come il padre, l’avvocato Marco Morielli. N on basta una condanna in tribunale, non bastano le rivelazioni di Mafia capitale. E soprattutto non bastano le promesse fatte in campagna elettorale: anche la giunta Raggi continua ad alimentare la politica dei campi Rom. L’accusa arriva dall’associazione «21 luglio», che si occupa di tutelare i diritti della minoranza «nomade» ma, a differenza di altre associazioni della capitale, criticando aspramente il sistema dei campi, con tutti gli sprechi e il business che ha generato negli anni. La «21 luglio» ha presentato un dossier che analizza le politiche sui rom messe in atto dalla nuova amministrazione nei primi cento giorni e rivela che non c’è stato alcun cambio di rotta, anzi: in vista nuovi sprechi per un valore complessivo di 12 milioni di euro. I bandi emessi dal commissario prefettizio Francesco Tronca in attesa di nuove scelte politiche, sono stati scongelati e hanno ripreso il loro iter, nonostante in campagna elettorale i Cinque stelle avessero propa- Roma è in bancarotta ma regala 12 milioni ai rom La Raggi stanzia un super-fondo per i campi nomadi della Capitale. E vuole aprirne un altro I numeri 3 33mila Gli assessori al Bilancio già dimessi (Minenna) o revocati (De Dominicis) o che hanno rifiutato l’incarico (Tutino) dalla Raggi nel giro di poco tempo Gli euro spesi negli anni scorsi dal Comune di Roma per ogni famiglia rom presente nei campi, secondo l’inchiesta sul sistema «Mafia Capitale» gandato la tesi del «superamento dei campi», così come del resto gli altri candidati. Promesse disciolte nel tepore dell’ottobrata romana: pochi giorni fa sono state aperte le buste per la gara d’appalto per la gestione dei sei campi «ufficiali» del Comune. Una gara da oltre sei milioni di euro ripropone la vecchia linea, superando anche lo stop agli stanziamenti per i campi che era stato deciso nel 2015, quando il tribunale civile di Roma aveva definito «discriminatorio» un campo i cui occupanti vengano selezionati su base «etnica», quello in zona La Barbuta, in passato finito al centro degli appetiti della cricca di Mafia capitale. Lo scorso 8 luglio inoltre il Campidoglio aveva bandito la «gara per il reperimento di un’area attrezzata», cioè una nuova baraccopoli, valore 1.549.448 euro. Marcia L’INIZIATIVA DELLA GIUNTA CINQUE STELLE A TORINO: 300 EURO AL MESE Uno stipendio per chi ospita un senzatetto Il ministro si concede a Pietro da Cortona Trecento euro al mese per ogni famiglia torinese che deciderá di ospitare un clochard in casa il prossimo inverno Il progetto fa parte del piano di assistenza per i senza tetto promosso dal sindaco M5S di Torino, Chiara Appendino (nella foto). La proposta firmata dall’assessore al welfare Sonia Schellino è stata approvata dalla giunta Cinque Stelle Grande serata dalla marchesa Giovanna Sacchetti per la donazione del quadro di Pietro da Cortona (il ritratto di Giulio Sacchetti) alla Galleria Borghese. Non poteva mancare il ministro della Cultura, Dario Franceschini con l’inseparabile moglie, la consigliera comunale del Pd, Michela Di Biase. Entrambi super corteggiati, forse perché gli unici politici di un certo livello. Un’infiltrata speciale nelle trame dell’Ama Sostiene Paola Muraro: «Continuerò a lavorare contro il sistema di potere che ha messo in ginocchio la città». Se lei continua, significa che da tempo si sta battendo. Ed ecco spiegata la sua vicinanza con due ex Ama, indagati: era un’infiltrata grillina. E faceva così bene il suo lavoro da ricevere dai due, per dieci anni, piena fiducia e lauti compensi. Brava. Tremonti col toscano ma non è Matteo Renzi Cosa ci faceva alcune mattine fa in Transatlantico, l’ex ministro Giulio Tremonti? L’accademico italiano, salutato da tutti con ossequio, si spostava poco dopo nel cortiletto di Montecitorio per gustarsi un buon sigaro. A tenergli compagnia l’amico di una vita, il fondatore della Lega, Umberto Bossi. Pure lui armato di Toscano: fuma tu che fumo anch’io. [email protected] 1 miliardo Il buco accumulato dalle società partecipate del Comune di Roma, secondo il dossier redatto dall’ex ragioniere generale del Campidoglio avanti, nonostante la bocciatura arrivata dagli stessi M5S del quartiere di Roma Nord che dovrà ospitare il campo, il XV municipio, puntualmente ignorata, come le denunce dell’Associazione 21 luglio e dei Radicali. Il 9 agosto il consiglio comunale a maggioranza grillina ha bocciato una mozione che chiedeva il ritiro del bando, sconfessando lo stesso Movimento, alla faccia dell’«uno vale uno». Eppure la giunta formalmente continua a sostenere la politica del superamento dei campi, inserita anche nelle proprie «Linee programmatiche 2016-2020». Ma evidentemente è una scelta che può attendere, per Virginia Raggi. Il rischio, denuncia la «21 luglio» è di perdere anche i 4,4 milioni di fondi stanziati dall’Europa per superare i campi e integrare i Rom. Il totale, tra mancato utilizzo e bandi per i campi, fa 12 milioni. «Fondi - dice Carlo Stasolla, presidente dell’associazione - che basterebbero ad aggredire alla radice il problema. Invece nelle riunioni in Campidoglio vediamo riaffiorare personaggi che in passato hanno lucrato su questo denaro». Un precedente dossier aveva svelato che negli anni di Mafia Capitale il Comune spendeva 33.000 per ciascuna famiglia rom, soldi non andati ai diretti interessati, ma alle cooperative e associazioni, le stesse poi finite nella maxi inchiesta, per gestire un’emergenza che conveniva non far mai finire. «LESA L’IMMAGINE DI INDIPENDENZA DELLA MAGISTRATURA» Foto osè e strani affari: il Csm indaga su Trani Nel mirino la Procura che indagò sulle agenzie di rating. Due toghe verso il trasferimento Patricia Tagliaferri Roma Sulla Procura di Trani, piccolo ufficio giudiziario ma sempre alla ribalta per clamorose inchieste mediatiche finite per lo più nel nulla, sta indagando il Csm. L’ennesimo polverone, dopo quello sollevato lo scorso luglio dalla foto pubblicata proprio dal Giornale che ritraeva l’avvocato di uno dei capostazione indagati per il disastro ferroviario di Andria intento a leccare ad una festa il piede della pm titolare dell’inchiesta sull’incidente. I giudici del Consiglio superiore della magistratura hanno aperto un fascicolo per valutare il trasferimento d’ufficio per incompatibilità ambientale di due sostituti procuratori, Antonio Savasta e Luigi Scimè. La prima commissione gli contesta una «lesione» all’immagine di «indipendenza e imparzialità» della magistratura. Del protagonismo di certe toghe pugliesi si è spesso parlato, così come delle perplessità sulla competenza territoriale ad aprire inchieste sui temi più disparati, da Deutsche Bank alle agenzie di rating, dai vaccini a Berlusconi. Ora il Csm vuole accertare se c’è qualcosa di vero in quanto denunciato in una serie di esposti anonimi e raccontato anche in un romanzo di un ex gip di Trani, Roberto Oliveri del Castillo, che sarà pure frutto di fantasia, come sostiene l’autore, ma ricalca in maniera impressionan- te i fatti riportati in alcuni di quegli esposti che svelano intrecci tra magistrati, avvocati e imprenditori. La notizia pubblicata sulle pagine locali di Repubblica non stupisce chi segue le vicende dell’attivissima Procura di provincia, al centro di un fuoco incrociato di veleni e polemiche, che in meno di due anni ha collezionato una decina di esposti al Csm. Anonimi, ma dettagliati, dove si evidenzia «l’esistenza di una rete di conoscenze tra sostituti procuratori, avvocati, IL SINDACO DI PARMA USCITO DAL MOVIMENTO Pizzarotti: «Grillo? Non mi telefona da un anno» «Mi aspettavo una telefonata di Grillo. Io dico che dalla squadra di calcetto in su, una telefonata non la si nega a nessuno. La telefonata non c'è stata, ma non solo ieri, anche sei mesi fa, un anno fa, durante tutto l’evolversi di questa situazione» racconta a Radio24 il sindaco di Parma Federico Pizzarotti. appartenenti alle forze dell’ordine, amministratori locali e alcuni imprenditori». Questi intrecci, secondo chi scrive gli esposti, non sarebbero estranei all’andamento di certe indagini, frenate o accelerate all’occorrenza. Il Csm stava già indagando su Frammenti di storie semplici, il libro di Olivieri del Castillo, e sugli episodi raccontati dall’autore che, seppur con nomi e riferimenti geografici di fantasia, erano perfettamente sovrapponibili a fatti e personaggi reali. Difficile, per esempio, non pensare a Savasta leggendo la storia di una masseria comprata da un tal «Cricco» quando il pm tranese possiede una masseria acquistata tra varie vicissitudini giudiziarie. I giudici di palazzo dei Marescialli stanno esaminando anche questa vicenda, oltre al ruolo e agli incarichi di alcuni parenti dei pm. Nel mirino anche alcune indagini eclatanti, finite sempre con un’archiviazione. 12 ATTUALITÀ Giuseppe De Lorenzo Gli affari sono affari, si sa. E i soldi sono come le noccioline: una tira l’altra. Da oggi infatti le cooperative non si accontentano più del pagamento dei 35 euro al giorno garantito per la gestione dei migranti: vogliono pure che i profughi lavorino per loro. Ieri il responsabile di Legacoopsociali Emilia-Romagna, Alberto Alberani, ha messo sul piatto una nuova proposta: la possibilità di iscrivere i migranti al Servizio Civile Nazionale, farli lavorare nelle cooperative (rosse) e assicurargli uno stipendio mensile pagato dai cittadini. Già in passato le associazioni caritatevoli e alcuni sindaci avevano provato a impegnare i richiedenti asilo in attività di volontariato gratuito: pulire le strade, dipingere i muri, raccogliere la spazzatura e via dicendo. Stavolta però le coop si sono spinte oltre. «Fare il servi- Giovedì 6 ottobre 2016 IN EMILIA-ROMAGNA Profughi, l’ultimo affare Lavoreranno per le coop pagati con soldi pubblici Le associazioni chiedono che gli immigrati svolgano il Servizio Civile a 500 euro al mese tività è al 3% e gli utili sono aumentati dell’11%. In totale parliamo di 200 aziende, 25mila dipendenti e un giro di affari miliardario che va dalla gestione di servizi per disabili a quelli per anziani, bambini, tossicodipendenti e richiedenti asilo. Nel dettaglio, secondo la proposta di Alberani, i profughi verrebbero ammessi al Servi- zio Civile Nazionale e potrebbero iniziare a lavorare in una cooperativa sociale, impiegati in progetti di assistenza alle persone, di protezione civile, in settori ambientali, del patrimonio artistico ed educativo. Il contratto sarebbe di 12 mesi con un impegno settimanale dalle 24 alle 36 ore. Lo stipendio mensile dovrebbe ammontare a 14,46 euro netti al gior- no, che al mese fanno 433,80 euro. Mica male. A questi bisogna aggiungere anche il pocket money giornaliero da 2,5 euro riservato ai profughi ospitati nei centri di accoglienza. Alberani, infatti, intende ammettere al servizio civile non solo chi ha già ricevuto lo status di profugo, ma anche richiedenti asilo e possibili clandestini. A conti fatti quindi un immigrato arriverebbe a incassare 500 euro al mese per l’intero anno di durata del servizio. Paga dignitosa, soprattutto se si considera quanti giovani italiani vivono oggi il dramma della disoccupazione. Il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini (Pd), non ci ha pensato due volte a raccogliere la proposta di Legacoop. «Per i migranti avevamo previsto l’opportunità di lavori socialmente utili per non lasciarli bighellonare - ha detto - Aprire al servizio civile è una proposta che merita di essere discussa». Ovviamente dovrebbe essere d’accordo anche il governo, chiamato a investire parecchi soldi. Ma è un dettaglio. Le coop intanto hanno lanciato il sasso, nella speranza che prima o poi i profughi possano lavorare per loro a spese dello Stato. Sommando così ai 35 euro al giorno (che già incassano) anche l’impiego gratuito degli immigrati. Una pacchia. BUSINESS MILIARDARIO «Sono una risorsa, non un problema». E gli utili 2015 sono aumentati dell’11% AGENTI ACCOLTELLATI, PER LA PROCURA È TERRORISMO Paura a Bruxelles: due poliziotti feriti zio civile in una cooperativa sociale, cioè in un’azienda vera, può produrre nuova economia» e «dare ai profughi prospettive di lavoro», ha detto Alberani al direttivo regionale di Legacoop. Poi ha concluso: «Dobbiamo pensare che i profughi non sono un problema ma una risorsa». Nessuno mette in dubbio che i migranti siano una risorsa per le cooperative. Anzi, sono una vera Eldorado e i numeri lo dimostrano: per rimanere in Emilia-Romagna, nel 2015 il fatturato delle sole associazioni sociali iscritte a Legacoop ha superato per il secondo anno consecutivo il miliardo di euro. Un miliardo. Mica bruscolini. Tanto che la reddi- Torna la paura terrorismo in Europa, dopo che a Bruxelles due poliziotti sono stati accoltellati nella zona di Schaerbeek, comune della capitale belga, in un attacco che la polizia ritiene probabilmente di tipo terroristico secondo la Procura belga che indaga sull’accaduto. L’aggressore è stato identificato: si chiama Hicham D., ha 43 anni e la sua nazionalità è belga. L’attacco arriva dopo che un dossier ha rivelato che gli attacchi di novembre a Parigi e di marzo a Bruxelles facevano parte di uno stesso elaborato piano d'azione. A rivelare quest'ultima informazione è stato il quotidiano francese «Le Monde», che ha citato alcune parti dell'inchiesta sugli attentati nelle due capitali europee POLEMICA NEL «SALOTTO» DI VIA XX SETTEMBRE La Genova radical chic lascia i migranti senz’acqua Richiedenti asilo ospitati in un palazzo del centro. I condomini negano l’allaccio alla rete idrica Valentina Carosini Genova I migranti «sbarcano» a Genova e, in pieno centro città, scatta la protesta dei residenti. L’ultimo capitolo si chiama guerra per l’acqua. Un’assemblea di condominio che, ai voti, nega l’adeguamento della fornitura idrica in un appartamento adibito all’accoglienza migranti. E cittadini e associazioni scendono in piazza per solidarietà. È solo l’ultima puntata di una querelle che prosegue da mesi e che riguarda l’inserimento di una struttura di accoglienza in un palazzo storico della centralissima via XX Settembre, cuore e «salotto buono» della città. Da 15 giorni circa, all’interno dell’immobile, di proprietà del demanio e gestito da una cooperativa sociale, sono arrivate undici persone, tre famiglie con bambini nell’ambito di un progetto di integrazione. Subito residenti e commercianti sono insorti e hanno protestato chiedendo che fossero ospitati altrove. Poi, la nuova polemica e una contro-protesta in segno di solidarietà per contrastare la scelta dell’assemblea condominiale del civico 11, che ospita i migranti, di negare l’adeguamento dell’impianto dell’appartamento. «Restiamo umani – Genova non nega l’acqua agli assetati», il titolo dell’evento lanciato su Facebook da diverse realtà tra cui l’Arci di Genova e della Liguria e semplici cittadini. Oltre un centinaio i manifestanti in presidio, ognuno ha portato con sé come gesto simbolico una bottiglia d’acqua, da consegnare a mano agli operatori che gestiscono la struttura. «Ci sono undici persone – spiega Walter Massa, presidente di Arci Liguria – tra cui tre donne incinte e bambini. Quell’appartamento non è allacciato all’acqua del caseggiato». L’adeguamento permetterebbe di inserire anche alcune docce. «Abbiamo deciso di ribellarci – continua Massa - e dare un segnale: la nostra città non è fatta solo di questi soli egoismi. Non viviamo alcun allarme migranti, la Liguria accoglie meno di 4mila richiedenti asilo, circa 1800 sono a Genova». La vicenda inizia due mesi fa. «Dopo Ferragosto - racconta Franco Gromi, l’amministratore del condominio che ospita la struttura – siamo venuti a sapere per caso che c’erano dei lavori in un immobile vuoto da tre anni, poi abbiamo scoperto che si stava ristrutturando perché sarebbero arrivati dei migranti». L’edificio, che conta circa 40 unità im- CONTRO PROTESTA Acqua per i migranti contro la scelta choc dei condomini mobiliari ed è costituito per metà da appartamenti e per metà da uffici, sorge proprio sopra uno dei più grandi mercati storici cittadini e ospita all’interno un B&b. «Nessun razzismo – aggiunge Gromi – riteniamo che in un ambiente come quello di via XX Settembre, posizionare una struttura per migranti in quel tipo di palazzo storico del ‘400, vincolato dalle Belle Arti, sia stata una scelta scellerata. Potevano essere posizionati in posti diversi con maggior controllo. L’appartamento, ex biblioteca universitaria, è dotato inoltre di una fornitura idrica per esigenze base». Gli ospiti sono arrivati solo una quindicina di giorni fa. E con loro proteste e richieste di nuove collocazioni. «Le preoccupazioni – continua Gromi – sono di diverso tipo: dalla difficoltà di integrazione, alle ripercussioni sul tessuto commerciale fino alla svalutazione degli immobili». Non solo. «La vicenda – conclude Giulio Sanson, residente dello stabile - è stata gestita male, nessuno ci ha presentato il progetto. Inoltre l’acqua è già presente, ma per noi l’impianto delle acque reflue è inadeguato e se diamo una portata maggiore può diventare un problema e creare danni al caseggiato, oltre a quelli già registrati durante le ristrutturazioni». il Giornale BOOM IN SICILIA Allarme sbarchi In soli 2 giorni gli arrivi sono oltre 11mila Valentina Raffa È raffica di sbarchi di immigrati recuperati in mare dalle navi dei soccorritori. 11mila in sole 48 ore. Tra ieri e oggi sono accolti nei porti del Sud Italia 6.297 migranti per essere avviati, dopo i controlli, nelle strutture di accoglienza. Ci sono anche 28 cadaveri recuperati nel Canale di Sicilia in 33 operazioni di soccorso coordinate dalla Centrale operativa di Roma della Guardia costiera. Questi morti si aggiungono ai 10 recuperati due giorni fa, quando sono stati tratti in salvo circa 5mila migranti. Morte e vita si intrecciano sulle navi dei soccorsi. Sono nati tre bimbi su unità navali della Guardia costiera e uno sulla nave di Msf. Recuperati lunedì scorso al largo della Libia, sono arrivati ieri a Vibo Valentia sulla Aquarius 725 immigrati, tra cui 198 minorenni, 178 dei quali non accompagnati. Dai primi controlli sanitari ci sarebbero due sospetti casi di malaria e 450 di scabbia. 1020 gli arrivi a Palermo, oltre 1000 a Catania, 664 a Messina. Circa 2mila tra Reggio Calabria, Salerno, Taranto. A questi si aggiungono altri sbarchi. E il computo è in evoluzione. L’accoglienza è sotto scacco, specie perché mancano i fondi per sostentare le coop. In Sicilia sono 400 le comunità per minori stranieri non accompagnati al collasso. A dura prova anche le forze dell’ordine, che devono ogni giorno presidiare i porti per le operazioni di identificazione, espletare le indagini per individuare gli scafisti e sono sempre più spesso impegnate a sedare risse e rivolte in centri di accoglienza. A Villanovaforru, in Sardegna, sono dovuti intervenire i carabinieri in soccorso di due operatori. Quattro minorenni gambiani tra i 16 e i 17 anni, infatti, li hanno aggrediti, minacciato di dar fuoco alla struttura e scatenato una rivolta reclamando l’acquisto di scarpe. Sono stati arrestati per tentata estorsione e trasferiti nel carcere minorile di Quartucciu. Sempre dallo stesso Comune, ma dalla struttura per adulti, era partita la protesta per chiedere pocket money, vestiti e scarpe. Anche la Sardegna è stata approdo di immigrati. 57 algerini sono sbarcati nel Sulcis martedì sera dopo avere eluso i controlli. Sono stati rintracciati dai carabinieri. Altri 19, arrivati a Cala Zafferano, sono stati bloccati dalla polizia. 24 sono sbarcati ieri alle 5 a Porto Pino. 28 Sono i migranti morti nelle ultime ore i cui corpi sono stati trovati nel Canale di Sicilia Giovedì 6 ottobre 2016 ATTUALITÀ 13 il Giornale IL CASO di Erica Orsini Londra «E adesso non chiamatemi razzista!». Non erano passate 24 ore dalla proposta del ministro agli Interni inglese Amber Rudd, di creare delle liste di proscrizione per i lavoratori stranieri, che già si era scatenato l'inferno. L'opposizione le aveva dato immediatamente della xenofoba, i rappresentanti delle aziende si erano indignati. Eppure la ministra aveva osato sollevare una questione abbastanza ragionevole al Congresso Conservatore. Aveva spiegato che in Gran Bretagna un giovane su dieci, tra i 18 e i 24 anni, è disoccupato e molto spesso le aziende preferiscono la manodopera straniera a quella locale. Creare una lista dei lavoratori provenienti da altri Paesi sarebbe stato uno strumento utile non solo per far emergere situazioni illegali ma anche per convincere i datori di lavoro a considerare prima le esigenze dei lavoratori britannici. Apriti cielo. La reazione alle parole della Rudd non si è fatta attendere. «Una lista simile sarebbe come appiccicare addosso a coloro che utilizzano «PRIMA I BRITANNICI» Londra, liste di proscrizione per i lavoratori stranieri La richiesta alle aziende del ministro degli Interni, che vuol favorire la manodopera locale, scatena l’inferno pensi di non poter affrontare il problema dell'immigrazione senza rischiare di venir tac- ciata di razzismo - ha replicato seccamente la Rudd in un'intervista radiofonica alla Bbc - dovremmo invece essere capaci di affrontare il discorso anche per comprendeTUTTI A CASA Dopo il Brexit il governo del Regno Unito valuterà se rendere più difficile per le società l'assunzione di lavoratori stranieri, nell'ambito di un controllo più stretto dei flussi migratori anche europei nell’ambito di un discorso su come favorire la nostra economia. Era uno strumento che faceva parte di una proposta che aveva come scopo assicurarsi che le aziende prendessero in considerazione la manodopera locale prima di assumere quella straniera». La Rudd ha anche fatto un CHI DEVONO ASSUMERE Carlo Lottieri L la manopera globale il cartellino della vergogna e questo sarebbe molto triste» ha commentato Adam Marshall, direttore generale della Camera di Commercio britannica. Andy Burnham, il ministro degli Interni ombra laburista ha rincarato la dose dicendo che «il tono di questo congresso conservatore sta diventando sempre più xenofobo. Che si parli di servizio sanitario, di migranti o di Europa, la colpa di questi fallimenti è di tutti, tranne che loro. Un'idea del genere sarebbe divisiva e discriminatoria e rischia di creare profonde ostilità negli ambienti di lavoro e nelle comunità». Strano che a dirlo sia proprio Burnham, lo stesso che lo scorso settembre aveva chiesto di mettere una quota ai calciatori stranieri nelle squadre di calcio nazionali. «É una disgrazia che la gente SONO I POLACCHI I PIÙ NUMEROSI Cittadini Ue residenti in Gran Bretagna nel 2015 883.000 411.000 297.000 229.000 204.000 176.000 147.000 132.000 129.000 96.000 87.000 79.000 0 La stretta riguarda anche gli studenti. Ma il sindaco della Capitale è contro NON DITE ALLE AZIENDE La richiesta respinta dalle società. La Rudd: «Ma non è una richiesta razzista» Fonte: Oxford University ROTTA DI COLLISIONE il commento ✒ QUANTE POLEMICHE POLONIA IRLANDA GERMANIA ROMANIA ITALIA FRANCIA LITUANIA PORTOGALLO SPAGNA LETTONIA UNGHERIA PAESI BASSI re che tipo di professionalità vogliamo in Gran Bretagna. Ho parlato di questa lista parziale passo indietro spiegando «che non si tratta di qualcosa che dobbiamo per forza fare, ma può essere uno degli strumenti da utilizzare anche per scoprire situazioni di abuso». «Di certo - ha sottolineato ancora - non volevo giustificare nessuna forma di razzismo o incoraggiare la gente a dire agli stranieri “tornatene a casa, stai rubandomi il lavoro“». A sostegno delle sue rassicurazioni vanno ricordate le parole dello stesso Primo Ministro May che, dallo stesso palco, aveva garantito ai lavoratori europei già operanti nel Paese, che la Brexit non avrebbe causato loro nessun danno. Sempre la Rudd ha preannunciato dei cambiamenti anche per gli studenti stranieri intenzionati a venire a studiare nelle università inglesi. In futuro è possibile che non possano più arrivare così numerosi, soprattutto quelli che scelgono i corsi più richiesti anche dalla popolazione universitaria nazionale. L'ipotesi stavolta non è affatto piaciuta al sindaco di Londra Sadiq Khan, che la ritiene fortemente dannosa per l'immagine internazionale della capitale. 200.000 400.000 600.000 800.000 1.000.000 a proposta avanzata dal ministro britannico Amber Rudd di obbligare le aziende britanniche a predisporre liste di lavoratori stranieri è un segnale preoccupante, che evidenzia alcuni aspetti cruciali di questo momento storico. In effetti, fermo restando che ogni comunità politica ha il diritto di definire le proprie regole, è assurdo che ci si voglia avviare – perché è questo il segnale che l'esecutivo britannico manda – verso una qualche forma di discriminazione a danno dei lavoratori non britannici. Non è un caso che i primi ad alzare la voce contro tale proposta siano stati gli imprenditori, poiché ogni chiusura verso l'esterno rappresenta un'amputazione della libertà contrattuale dei cittadini britannici stessi. Ma la Rudd non è sola, dato che il premier in persona ha annunciato di voler limitare l'arrivo dei medici stranieri, senza capire quanto danno questo può rappresentare alla salute dei suoi concittadini. Theresa May e gli altri memebri del governo, così come altri protagonisti della vita politica contemporanea, vorrebbero far credere che se qualche britannico è disoccupato ciò si deve alla presenza di lavoratori provenienti da altrove. Un fenomeno con molte cause quale la disoccupazione non volontaria (che in generale è in primo luogo da addebitare alla regolazione del mercato, oltre che alla tassazione) viene riletto in termini semplicistici: se abbiamo mille londinesi a spasso e mille francesi che lavorano a Londra, i primi sono senza occupazione a causa dei secondi. Non è così, in quanto non è affatto sicuro che quell'impresa assumerebbe l'inglese se non potesse assumere il francese, e non possiamo nemmeno essere certi che quella stessa azienda esisterebbe senza il contributo dei lavoratori «non indigeni», che con il loro impegno e le loro qualità contribuiscono al suo successo. C'è insomma una questione di diritto e di libertà, che riguarda in primo luogo la facoltà dei britannici di stipulare contratti con chi essi vogliono; e c'è poi anche una questione economica, dato che immaginare di voler restringere l'autonomia contrattuale dei britannici e delle loro imprese può solo danneggiare la società nel suo insieme. Per giunta, una realtà dinamica e multiculturale come Londra, formidabile centro finanziario e non solo, non può neppure immaginare di poter rinunciare al contributo di quanti non sono britannici: essa in questi decenni ha prosperato grazie alla globalizzazione e ogni forma di autarchia nazionalistica potrebbe solo azzopparla. Oltre a ciò, nel caso dei lavoratori europei emigrati nel Regno Unito è del tutto chiaro che una mossa come quella adombrata dal governo inglese spinge in direzione di una Brexit radicale. E questa sarebbe una sciagura, in buona parte da addebitarsi all'Unione e ai governi europei, dato che dopo il voto popolare che ha sancito l'uscita dei britannici dalle istituzioni europee sono stati in molti – a Berlino e non solo – a sostenere che «in is in, out is out». Affermando insomma che, avendo votato contro l'Europa, ora il Regno Unito dovrebbe uscire pure dal mercato europeo. A questo punto c'è da sperare che da entrambe le parti prevalga il buonsenso. È soprattutto necessario che si riconosca l'urgenza di non ledere le libertà fondamentali: a partire dalla libertà di assumere. Con il voto di qualche mese fa Londra ha deciso di lasciare l'Unione e ora non dovrà più sottostare alle direttive di Bruxelles, né rispettare le barrieri doganali alzate a Bruxelles. Ma è bene che l'economia del Regno Unito mantenga la propria integrazione con quella europeo-continentale. È nell'interesse di tutti. 14 ATTUALITÀ IL CASO di Valeria Robecco New York N on si placa la bufera su Yahoo, che dopo lo scandalo dei 500 milioni di profili violati dagli hacker, ora avrebbe permesso agli 007 Usa di accedere a centinaia di milioni di account email. Secondo quanto rivelato dall’agenzia Reuters, il gruppo guidato da Merissa Mayer avrebbe in gran segreto scannerizzato centinaia di milioni di indirizzi di posta elettronica dei propri utenti mettendoli a disposizione di Fbi e Nsa (National Security Agency). Un caso che la principale associazione statuniten- Giovedì 6 ottobre 2016 LE CONVERSAZIONI DEI PRIVATI AGLI 007 Email alla Fbi: Yahoo isolata dai colossi dell’hi-tech Usa Google, Microsoft e Apple concordi: nessuno ce lo ha chiesto, ma noi non avremmo mai tradito gli utenti se per la difesa dei diritti civili ha bollato come «senza precedenti e incostituzionale». «Gli utenti contano sul fatto che le società tecnologiche proteggano i loro diritti e difendano il loro dati di fronte a richieste di spionaggio», ha denunciato la American Civil Liberties Union, accusando il gigante del web di non essersi opposto alla domanda delle agenzie di intelligence federa- li. Anche gli altri colossi della tecnologia statunitense, da Google a Microsoft, fino ad Apple, hanno preso le distanze da Yahoo, assicurando il totale rispetto della privacy dei propri utenti. «A noi non è mai arrivata una richiesta del genere, ma se fosse successo la nostra risposta sarebbe stata solo una: in nessun modo», ha garantito Mountain View, che gestisce il servizio di po- sta Gmail. Stessa reazione da parte di Microsoft (che opera su milioni di indirizzi Hotmail), la quale assicura di non aver mai scannerizzato account email per fornire inforUN ALTRO CASO SNOWDEN? Arrestato un «contractor» dell’agenzia Nsa: ha trafugato codici segreti mazioni agli 007. D'accordo anche Apple, attivissima nella protezione dei suoi utenti, che con l’Fbi ha già portato avanti una battaglia rifiutando di fornire le chiavi per entrare nello smartphone dell’attentatore di San Bernardino, e costringendo il Bureau ad agire ugualmente senza il suo aiuto. «Non abbiamo mai ricevuto una richiesta di questo tipo. Se fosse acca- CORSA ALLA CASA BIANCA Nel confronto tv dei candidati vice s’impone Mike Pence, l’avatar moderato di Donald Trump Roberto Fabbri Calmo, preparato e rispettoso dell’avversario. Insomma l’esatto contrario di Donald Trump. Mike Pence, il candidato repubblicano alla vicepresidenza, si è aggiudicato secondo l’unanime giudizio degli osservatori il confronto televisivo dell’altra sera con il democratico Tim Kaine. Pence, ha commentato un esperto di pubblicità, sembrava l’avatar moderato di Trump e ha mostrato l’altra faccia del partito repubblicano, quella competente e rassicurante. Quella, in altre parole, che secondo tutti i sondaggisti porterebbe il candidato del Grand Old Party alla Casa Bianca in carrozza. Abbastanza logico pensare che si sia trattato di una classica strategia «poliziotto buono e poliziotto cattivo» concordata con lo stesso Trump dal governatore dell’Indiana per ricordare agli americani che nel partito repubblicano è rimasta ben presente anche la tradizionale modalità conservatrice moderata. Kaine, da parte sua, non è riuscito a trasmettere al pubblico calma e sicurezza, pur avendo a disposizione validi argomenti contro il suo avversario. Ha attaccato incessantemente Trump arrivando a definirlo «pazzo e maniaco» e ha ricordato che Ronald Reagan a suo tempo aveva messo in guardia dall’affidare la difesa nazionale e in particolare la politica nucleare a un personaggio con le caratteristiche di Trump. Il tutto con toni quasi isterici e una voce stridula che lo rendeva sgradevole. La miglior performance di Mike Pence è stata dunque unanimemente riconosciuta, e un sondaggio della Cnn l’ha quantificata in una vittoria per 48 punti a 42. Ma i giudizi sul suo significato e sulle sue possibili implicazioni divergono sulla stampa americana. Il Wall Street Journal afferma che Pence ha indicato a Trump la via da seguire se vuol vincere la sfida con Hillary Clinton, in particolare per quel che riguarda la politica di sicurezza nazionale. Ma per il Washington Post la bella figura fatta da Pence potrà essere utile solo a lui stesso, magari se vorrà pensare a una candidatura presidenziale nel 2020. Per il quotidiano della capitale, immaginare che Trump possa trarre vantaggio in qualsiasi modo dallo show dell’altra sera è un’illusione. BANDO DI ASTA PUBBLICA Prot. n. 2016/0180350 VENDITA DI BENI IMMOBILI DI PROPRIETÀ COMUNALE IL COMUNE DI PERUGIA RENDE NOTO che il giorno 09.11.2016 (nove novembre duemilasedici), alle ore 9,00 (nove), avrà luogo, presso la Residenza Municipale, n. 1 esperimento d’asta pubblica per la vendita, ad unico e nel presente bando, dei seguenti n. 11 lotti di beni immobili di proprietà del Comune di Perugia, ubicati nel Comune medesimo: DESCRIZIONE SOMMARIA FABBRICATI LOTTO n. 1: Ex scuola, con corte, in loc. Cordigliano LOTTO n. 2: Abitazione in via G. Oberdan n. 8 – Piano 2° LOTTO n. 3: Abitazione in via G. Oberdan n. 8 – Piano 1° LOTTO n. 4: Abitazione in via G. Oberdan n. 50 (R4) LOTTO n. 5: Ex scuola, con corte, in loc. Ferro di Cavallo LOTTO n. 6: Porzione edificio in via Sant’Ercolano LOTTO n. 7: Unità immobiliare in via Pinturicchio n. 78 LOTTO n. 8: Rudere lavatoi pubblici in loc. Bagnaia LOTTO n. 9: Annessi rurali diruti, con corte, in loc. Collestrada DESCRIZIONE SOMMARIA TERRENI LOTTO n. LOTTO n. 11: Comparto edificabile in loc. Lidarno (D6) PREZZO BASE - € 38.500,00 184.000,00 162.500,00 231.000,00 239.500,00 2.430.000,00 133.000,00 2.500,00 35.000,00 PREZZO BASE - € 299.500,00 4.200.000,00 Le modalità di partecipazione, le condizioni generali e particolari di aggiudicazione Il presente bando è integralmente pubblicato sul sito www.comune.perugia.it. IL DIRIGENTE U.O. ACQUISTI E PATRIMONIO f.to Ing. Fabio Zepparelli SOLI CONTRO TUTTI Nessuna solidarietà a Yahoo dagli altri colossi americani della tecnologia il Giornale duto ci saremmo opposti davanti alla Corte», ha affermato Cupertino in una nota, confermando la linea dura contro le pressioni degli investigatori, che chiedono spesso di violare la privacy degli utenti nell’ambito delle indagini sul terrorismo. Sulla vicenda è intervenuta anche la gola profonda dell'Nsa Edward Snowden, invitando tutti gli utenti Yahoo a chiudere immediatamente il loro account. E proprio in queste ore alla Nsa torna lo spettro di una nuova talpa: l’Fbi - secondo quanto riporta il New York Times - ha arrestato in gran segreto nelle scorse settimane un contractor dell'agenzia con il sospetto che abbia rubato e svelato alcuni codici sviluppati dagli 007 Usa per hackerare i sistemi informatici di governi stranieri. Il gruppo guidato da Marissa Mayer, intanto, si è immediatamente difeso dalle accuse, definendole «notizie fuorvianti». In una dichiarazione l’azienda ha sottolineato come Yahoo abbia sempre usato un criterio restrittivo nel consentire alle autorità di accedere ai dati personali del clienti. Inoltre, ha spiegato che «una scannerizzazione delle email in entrata come viene descritta non esiste nei nostri sistemi». Secondo le fonti citate da Reuters, invece, Mayer avrebbe obbedito alla richiesta di informazioni, e lo avrebbe fatto in contrasto con alcuni dei vertici del gruppo. In ogni caso rimane il fatto che si tratta della seconda pesante tegola che cade su Yahoo nelle ultime settimane, dopo l’attacco hacker attraverso cui sarebbero stati rubati i dati di 500 milioni di utenti. E per gli osservatori potrebbe addirittura rischiare di far naufragare le trattative per l’acquisto dell'azienda da parte del colosso delle telecomunicazioni Verizon per ben 4,8 miliardi di dollari. SPORT E POLITICA Anche il calcio avvicina Cuba all’America Stasera all’Avana prima partita in mezzo secolo tra le due nazionali di Alec Cordolcini K eith Richards e Jürgen Klinsmann appartengono a mondi lontanissimi. Sesso, droga e rock ‘n roll il primo, ascetico il secondo, del quale ancora oggi si ricordano le statue di Buddha poste nel centro tecnico del Bayern Monaco. Ciò che accomuna Richards e Klinsmann è Cuba. I Rolling Stones si sono esibiti all’Avana lo scorso 25 marzo, mentre stasera alle 22 (ora italiana) la nazionale di calcio degli Stati Uniti affronterà Cuba in una partita amichevole all’Estadio Pedro Marrero. Due eventi simbolo della svolta nelle relazioni tra l’isola caraibica e gli Usa formalizzata nel 2014 dalla visita di Barack Obama. Ma gli anni di lavoro delle diplomazie e della politica non arriverebbero mai al cuore della gente senza una manifestazione popolare come un concerto o un partita di calcio. The Times They Are a-Changin’, cantava Bob Dylan, e a Cuba lo sanno bene, visto che la citata amichevole è il terzo evento sportivo organizzato con gli Usa negli ultimi 18 mesi. Nel giugno 2015 la nazionale cubana ha affrontato i New York Cosmos, con tanto di inno nazionale americano suonato nel pre-partita. Lo scorso marzo è invece toccato al baseball con la sfida tra Cuba e la franchigia americana dei Tampa Bay Rays all’Estadio Latinoamericano. Oggi Cuba-Stati Uniti è un evento quasi esclusivamente sotto il profilo storico-politico, poiché a livello tecnico non c’è gara. Gli Usa, assieme al Messico, sono la nazionale di punta della Concacaf, nonché presenza fissa ai Mondiali dal 1990. I Leoni del Caribe vantano invece una sola partecipazione (1938), e già dallo scorso anno sono 1967 Gli Usa battono Cuba 2-1 in una partita dei Giochi Panamericani fuori dalla corsa a Russia 2018 dopo essere stati eliminati dalla piccola Curaçao (150mila abitanti contro 11 milioni). A Cuba il calcio gode di un buon seguito, ma l’intero movimento è stato affossato dalla Rivoluzione castrista, che ha vietato il professionismo e si è concentrato nello sviluppo di sport quali baseball e pugilato, dove il Paese poteva gareggiare alla pari contro gli odiati americani alle Olimpiadi e ai Giochi Panamericani. Il professionismo è stato consentito solo nel 2013 (20 dollari la paga mensile di un atleta), e tre anni dopo è stato abolito il divieto di trasferimento all’estero, a patto che le imposte su tutti i guadagni dell’atleta vengano interamente versate al governo cubano. Un modo per contrastare la politica del «wet foot, dry foot» introdotta dall’amministrazione Clinton: chi fugge da Cuba riuscendo a mettere piede sulle coste americane può rimanere e, dopo un anno, chiedere la cittadinanza, mentre chi è soccorso in mare viene rimpatriato. Lo scorso gennaio Maykel Reyes e Abel Martinez sono diventati i primi calciatori cubani a trasferirsi legalmente in un club straniero, i messicani del Cruz Azul. Giovedì 6 ottobre 2016 ATTUALITÀ 15 il Giornale IL CASO di Gian Micalessin S e Robbie Williams fosse Bennato potrebbe cavarsela con un «sono solo canzonette». Ma se a strimpellare la canzonetta è uno che nella propria carriera ha venduto 80 milioni di dischi ai quattro angoli del mondo la cosa rischia di essere molto seria. Soprattutto se nel video che l’accompagna compare un Robbie Williams intabarrato in una divisa con galloni e mostrine bordeaux in cui molti FILM IN ODOR DI PARODIA Nel mirino testo e divisa che l’artista indossa: ricorderebbe gli oligarchi giurano di riconoscere non il cantante, ma la parodia del presidente Vladimir Putin. La canzonetta che rischia di far riesplodere la secolare rivalità anglo russa si chiama Party like a Russian ed è contenuta in Heavy Entertainment Show l’ultimo album del cantante inglese la cui uscita è prevista a giorni. A scatenare la rabbia russa, provocando malumori e irritazioni quasi peggiori di quelle seguite al caso Litvinenko o alle sanzioni per l’Ucraina, è soprattutto il video che accompagna il singolo. In quel video un Robbie Williams, vestito con giacche e cravatte improntate al peggior cattivo gusto esibito da tanti oligarchi, s’aggira per una magione tutta legno, marmo e stucchi, circondato da ballerine inguainate in tutù di pelle nera e calze a rete. Ma in quei tre minuti di balletto e musica gli inferociti spetta- MUSICA E GEOPOLITICA La Russia alla guerra del pop «Robbie Williams ci offende» La star inglese messa sotto accusa per l’ultimo brano che ironizzerebbe sull’anima post-sovietica (e su Putin) tori russi non vedono la caricatura di un oligarca. In quella caricatura sono convinti d’intravvedere una plateale presa in giro del loro Paese, dei loro gusti e del loro presidente. Una presa in giro, fanno capire i media di Mosca e dintorni, perfettamente in linea con gli attac- chi indirizzati dai media occidentali al presidente Vladimir Putin e alle politiche del loro Paese. La canzonetta non sarebbe altro, insomma, che l’ennesima arma dell’arsenale propagandistico dispiegato in Occidente per colpire e dileggiare le politiche del nuovo «zar». Ma a ferire il nuovo orgoglio russo contribuiscono anche le parole. Nel video Williams parla apertamente di un leader che «allevia i contanti all’intera nazione, lascia solo spiccioli e si costruisce la sua stazione spaziale». Certo sono parole in rima, ma nell’assonanza ain’t no refutin’ or disputin’ – I’ m a modern Rasputin («non confuto o disputo, Io sono un moderno Rasputin») è difficile non percepire il tentativo d’evocare il nome del presidente. Ed allora ecco che la canzonetta diventa un offesa nazionale. Non a caso la televisione di stato Ve- IL PREZZO DELLO SHOW Un’immagine del video della canzone «Party like a Russian», che è interpretata dal cantante inglese Robbie Williams. Il corto del brano non è per niente piaciuto ai russi, che lo considerano alquanto provocatorio. Il cantante compare vestito con una divisa in cui molti giurano di vedere una parodia del presidente Vladimir Putin LA DIFESA DEL CANTANTE Robbie replica su Twitter: «Vladimir non c’entra» Ma rischia l’esilio russo quindi dire addio agli incassi in rubli. E così Williams, punto sul vivo e nel portafoglio si affetta a precisare su Twitter che la canzone «non riguarda assolutamente il signor Putin». Ma la tardiva precisazione rischia di non bastare. A reagire con durezza alle «canzonette» di Robbie Williams non sono, infatti, soltanto i fedelissimi di Vladimir Putin. Roman Popkov, un uomo assai vicino a Mikhail Khodorkovsky definisce il video una solenne «m...». «Una m...– spiega - che rappresenta solo la volgare élite russa e non ha nulla a che fare con l’estetica, la bellezza o il romanticismo del nostro popolo». E se lo dice persino un amico e collaboratore dell’oligarca incarcerato ed esiliato da Putin c’è veramente da dubitare sui futuri successi russi di Robbie Williams. Osvaldo Spadaro UNA DELLE LINEE PIÙ LUNGHE DEL MONDO Più che un treno la Transiberiana è una dimensione a parte. Da Mosca a Vladivostock il tragitto è lungo 9.829 chilometri e checché se ne dica non è il più lungo al mondo. Perché sugli stessi binari viaggia il treno che settimanalmente unisce Mosca a Pyongyang, che di chilometri ne percorre ben 10.267. Record a parte, la Transiberiana è di gran lunga la ferrovia più affascinante in circolazione. Anche se a voler essere precisi non è un’unica linea ma piuttosto un fascio di vie che attraversano la Russia, con decine di ramificazioni che si dipartono dal percorso principale e arrivano fino in Cina, in Mongolia e in Kazakistan. I lavori per realizzarla iniziarono nel 1891 per volere dello zar Alessandro III e di suo figlio Nicola II, ma la progettazione durò quasi 10 anni. Avanzando al ritmo di 740 chilometri l’anno, i lavori – che coinvolsero oltre 90mila persone – vennero ultimati nel 1901, ma in realtà mancavano numerosi tratti. Tra cui il giro del lago Baijkal che fino alla definitiva conclusione dei lavori, avvenuta il 5 ottobre di un secolo fa, veniva attraversato utilizzando navi a vapore in estate e slitte trainate da animali in inverno. Da allora ogni due giorni un convoglio delle ferrovie russe attraversa il Paese, da Mosca al mar del Giappone: due continenti, dodici regioni e 87 città. Il treno è il numero 2 (il numero 21 fa lo stesso viaggio all’inver- La Transiberiana compie cento anni Ma arriva sempre in orario (di Mosca) Voluta dallo zar, percorre 9.829 chilometri. A bordo si banchetta con vodka so), si chiama Rossiya e parte alle 13.20 dalla stazione di Mosca Yaroslavskaya. Arriva a Vladivostock alle 13.10 del settimo giorno, ora di Mosca. Perché nonostante attraversi dieci fusi orari l’ora segnata su tutte le tabelle è quella della capitale, su cui sono sincronizzati anche gli orologi delle stazioni attraversate. Al di là delle questioni legate agli orologi oggi rimane di gran lunga il mezzo di tra- sporto più sicuro per muoversi all’interno della Russia. Il paesaggio che si attraversa è sorprendete, immenso e monotono per lunghi tratti: fitti boschi e radure grandi come piscine, dacie di legno con la palizzata malmessa e città scrostate che un tempo erano precluse agli stranieri perché strategiche. Chi ci viaggia senza conoscere il Paese è portato a credere che la Siberia sia un’incredibile distesa di IL TRAGITTO Transiberiana Transmongoliana Transmanciuriana Mosca TRANSIBERIANA RUSSIA Omsk Yekaterinburg Irkutsk Khabarovsk Novosibirsk KAZAKHSTAN STORIA AFFASCINANTE I lavori per realizzarla iniziarono nel 1891 per volere dello zar Alessandro III e di suo figlio Nicola II La progettazione durò dieci anni sti mette in onda uno speciale in cui attacca senza mezzi termini il cantante britannico spiegando come le offese alla Russia siano solo l’ultima disperata risorsa di un Robbie Williams ormai alla frutta. Un Robbie Williams, aggiungono i commentatori, «diventato negli ultimi anni più una memoria che una realtà». Ma quel che il cantante - abituato a milionari tour internazionali - teme di più sono, forse, le sanzioni di una nazione scandalizzata. Sull’argomento venale, ma al tempo stesso esiziale, indugia il tabloid popolare Life. Per insinuare il dubbio nella mente e nelle tasche del cantante la rivista scomoda un intero gruppo di esperti pronti a giurare che nei prossimi anni la star del pop inglese potrà scordarsi di cantare in Russia e dovrà MONGOLIA Vladivostok CINA IRAN Pechino boschi di betulle. Falso. Le piantarono a fine ’800 gli ingegneri dello zar. Servivano per contrastare il vento, che specie in inverno potrebbe causare problemi ai convogli che si susseguono lungo la linea. Ma lo spettacolo vero è dentro i vagoni. I treni hanno tre classi: la prima con cuccette da due posti. La seconda, o kupé, con cuccette a quattro letti e i platskartny, vagoni aperti che concentrano molta umanità in poco spazio, i preferiti dai proletari russi. Signore incontrastati del treno sono le provodnik, le cuccettiste, inflessibili come ai tempi dell’Unione Sovietica. Durante in tragitto svestono l’elegante divisa dal tono militare decine di volte: una per ogni stazione. Quando il treno riparte si rimettono comode e gestiscono il loro piccolo regno, controllando che nessuno passi dalla terza classe alla seconda. Due volte al giorno spazzano il vagone con l’aspirapolvere. Di tanto in tanto arrivano a offrire snack che ben si accompagnano al tè che si può fare sfruttando i samovar del vagone: immense teiere che ribollono a tutte le ore. A loro volta tutti i viaggiatori russi appena saliti a bordo si mettono il pigiama e iniziano a banchettare a furia di vodka e cetriolini. Le provodnik ascoltano musica pessima e spesso sintonizzano la radio di bordo (che non si può spegnere, solo abbassare) su Radio Nostalgia. Per cui se vi pare di sentire Pupo che canta Firenze Santa Maria Novella non stupitevi. È proprio lui. 16 ATTUALITÀ Giovedì 6 ottobre 2016 Andrea Acquarone nostro inviato a Como IL GIALLO DI CARUGO Un caso Gucci in salsa brianzola. Stessa trama, identiche modalità, uguale il risultato. Undici mesi e dieci giorni dopo l’omicidio dell’«architetto del lusso», al secolo Alfio Vittorio Molteni, ammazzato mentre rincasava in quel di Carugo (Como), i carabinieri del reparto Crimini violenti del Ros sono riusciti a trovare anche gli ultimi due tasselli del diabolico mosaico. I più importanti, soprattutto i più difficili da incastrare: le menti del delitto. Il finale può apparire banale, arrivarci per gli uomini coordinati dal colonnello Paolo Vincenzoni è stato un cammino a ritroso. Un’indagine paziente, A un anno dal delitto i carabinieri sbrogliano la matassa: la donna non voleva che Molteni vedesse le loro due figlie L’architetto dei vip ucciso: arrestati ex moglie e amante lenta, certosina, contrappuntata da intercettazioni, immagini da «sbobinare», fermi (una decina), arresti e verità da decriptare. I due che, materialmente, spararono all’architetto cinquantottenne languono in cel- la dallo scorso luglio; chi gli aveva mandati si è ritrovato ieri, ancora nel sonno, con le manette ai polsi. Una coppia assassina, secondo gli investigatori, e clandestina. Eccola: Daniela Rho, 45 anni, ultima ex moglie del desi- Direzione Generale AVVISO DI GARA Codice gara: DG 51/16: Accordo quadro quadriennale, ai sensi dell’art. 54, comma 3, del D.Lgs. 50/2016, per il ripristino e la protezione degli impianti in galleria e all’aperto a seguito gner, madre di due figlie avute dalla vittima e Alberto Brivio, 49, sposato con un bambino, ma suo amante da tre anni. Un insospettabile: commercialista, volontario nella Caritas, dirigente di svariate società sportive dilettantistiche sparse per la Brianza, ex candidato consigliere comunale ad Arosio. Insomma figura rispettata e fino a ieri stimatissima non solo a Mariano Comense, dove abitava con la famiglia. Pur di assecondare la compagna segreta, gonfia di odio e rancore verso l’ex marito, l’avrebbe aiutata ad organizzare l’omicidio. Lei voleva Alfio morto in no- me delle figlie. Benestante rampolla di una famiglia di mobilieri, pretendeva che il papà non vedesse più le «sue» ragazzine. Se n’era infischiata persino della sentenza del giudice al momento della separazione, tanto che Molteni, quattro mesi prima di essere ammazzato, l’aveva denunciata per violazione delle disposizioni sull’affidamento. Da una parte la battaglia legale dell’uomo;, dall’altra l’inizio di una guerra combattuta a suon di minacce e intimidazioni. Non solo verbali. E che sarebbero sfociate nell’omicidio. Daniela pagava per spaventare e far il Giornale male all’ex. Tramite il commercialista-almeno stando all’accusa- arruolava balordi pronti a tutto. Mille euro per ogni «dispetto» all’ex. Da mesi l’architetto era nel mirino. Lo ricordano le denunce, le ultime poco prima di morire. Il 27 maggio dello scorso anno, a Mariano Comense un incendio doloso distrugge la sua Range Rover. Poi stessa sorte, alla macchina del figlio avuto dalla prima moglie. Il 17 giugno, i soliti ignoti gli lanciano una molotov contro la finestra di casa, a Carugo; il 25 luglio, due energumeni lo aggrediscono a Cabiate, mentre va a trovare le figlie, vicino a casa dell’ex moglie. E sempre in luglio un altro «avvertimento». Pesante: otto colpi di pistola sparati contro le mura della sua abitazione. Un’escalation finita con un paio di colpi, alle gambe ma mortali. Era la sera del 15 ottobre 2015. Forse non volevano uccidere i sicari, quella missione-si è scopre adesso- valeva per loro 10mila euro. Gli aveva un altro insospettabile, una guardia giurata già finita in manette. Ora il cerchio si è chiuso. Tipo di procedura: Ristretta (art. 61 del D.Lgs. n. 50/2016). Appalto suddiviso in otto lotti economicamente più vantaggiosa sulla base del miglior rapporto qualità/prezzo (art. 95, comma 6, del D.Lgs. n. 50/2016). Importo complessivo massimo: €.5.000.000,00 per il Lotto 1 (Regioni Valle D’Aosta, Responsabile del procedimento Dr. Ing. Luigi Carrarini. scadenze di cui ai punti IV.2.2) e VI.3) del bando di gara. IL DIRETTORE APPALTI E ACQUISTI Adriana Palmigiano INDAGINE CERTOSINA I Ris davanti all’abitazione di Alfio Vittorio Molteni (foto a destra). In alto, il commercialista Alberto Brivio, arrestato ieri ....... AVVISO DI GARA Codice gara: DG 52/16: Accordo quadro quadriennale per l’esecuzione di lavori di suddiviso in sette lotti ai sensi dell’art. 51, comma 2, del D.Lgs. n. 50/2016. Criterio rapporto qualità/prezzo (art. 95, comma 6, del D.Lgs. n. 50/2016). Importo complessivo L’INTERVISTA «Messo alla gogna senza alcun motivo» Mandolini, accusato per il caso Cucchi: «Una perizia scagiona me e l’Arma» Chiara Giannini Termine per la presentazione delle domande di partecipazione: ore 12:00 del scadenze di cui ai punti IV.2.2) e VI.3) del bando di gara. IL DIRETTORE APPALTI E ACQUISTI Adriana Palmigiano ....... AVVISO DI GARA Codice gara: DG 54/16: Accordo quadro quadriennale per l’esecuzione di lavori Tipo di procedura: Ristretta (art. 61 del D.Lgs. n. 50/2016). Appalto suddiviso in cinque economicamente più vantaggiosa sulla base del miglior rapporto qualità/prezzo (art. 95, comma 6, del D.Lgs. n. 50/2016). scadenze di cui ai punti IV.2.2) e VI.3) del bando di gara. IL DIRETTORE APPALTI E ACQUISTI Adriana Palmigiano VIA MONZAMBANO, 10 - 00185 ROMA Tel. 06/44461 - Fax 06/4454956 - 06/4456224 • sito internet www.stradeanas.it Il maresciallo Sapevamo di essere innocenti. Finalmente la verità. I lividi sono macchie ipostatiche «Le lesioni contusive riportate da Stefano Cucchi dopo il 15 ottobre 2009 non possono essere considerate correlabili con l’evento morte»: è questa la frase che scagiona il maresciallo capo Roberto Mandolini (nella foto), comandante, all'epoca della morte del giovane arrestato e portato nella stazione Roma Appia (nella quale Stefano fu portato dopo l’arresto) e i suoi uomini. «Siamo innocenti - spiega Mandolini - siamo stati messi alla gogna senza alcun motivo. L’Arma è pulita e questa perizia lo dimostra». Maresciallo, come entrò Cucchi nella sua vita? «All’epoca comandavo interinalmente la stazione di Roma Appia. Arrestammo Cucchi dopo una segnalazione di spaccio e dopo le procedure del caso fu portato in cella a Tor Sapienza. I miei uomini perquisirono la casa dei genitori del giovane, ma l’ingente quantitativo di droga fu trovato dopo in un secondo appartamento sempre di proprietà del Cucchi, ma all'epoca sconosciuto. La mattina dopo fu portato in tribunale per il rito direttissimo. Incontrò il padre, si abbracciarono e l’uomo dichiarò (e lo prova un vi- deo) che Stefano stava benissimo, parlava e che non aveva nulla». Che successe dopo? «Il giudice convalidò l’arresto e dispose la custodia cautelare in carcere. Venne allora portato a Regina Coeli. Venne preso in carico e noi andammo via. E chiunque del mestiere sa che la polizia penitenziaria, se il detenuto ha lesioni evidenti, non lo accetta, ma lo manda a fare una visita al pronto soccorso. Questo non avvenne. Per noi l’arresto Cucchi, amministrativamente e burocraticamente finì lì». Quindi voi non lo avete sfiorato neanche con un dito? «Non lo dico io che sarei di parte, lo dice il padre, come da sempre le varie perizie (comprese quelle dei Cucchi)». E gli ematomi che si vedono nella foto postata dalla sorella Ilaria Cucchi? «Dalla perizia formata da 14mila lastre, da ogni esame esterno o interno risulta che non si tratta di ecchimosi o lividi, ma di macchie ipostatiche dovute alla condizione post mortem». Coi suoi uomini si sente vittima di una gogna mediatica? «Devo dire che a me ha salvato l’opinione pubblica quella vera, for- mata da gente che ha letto le carte. In due giorni ho ricevuto 10mila messaggi privati. Mi ricordo che ho dovuto portare mio figlio a scuola in divisa per far vedere che tutto andava bene ed è stato come Mosé quando si aprono le acque. Non auguro a nessuno di dover spegnere il telegiornale per non far sentire il nome del padre ai figli oppure nascondere ogni cosa al coniuge per far vedere che tutto è come prima. Non è semplice». L’Arma come è stata con lei? «Integerrima e super partes, come è giusto che sia. Ha controllato ogni minima cosa, ogni minimo atto. Io sono stato interrogato per ore e ore dal pm e non c'è stato mai nulla perché vi assicuro che se avessi sbagliato di un millimetro starei già dentro da qualche anno». In che fase processuale siamo? «Siamo ancora in fase di indagini preliminari. Il gip Tamburelli, per dissipare ogni dubbio dalle perizie medico legali precedenti, ha fatto fare una perizia sulle perizie. È stato fatto un lavoro certosino. È qualcosa di straordinario, da cui emerge la vera verità». Per lei chi ha ucciso Stefano, allora? «Ha chiarito la perizia». Giovedì 6 ottobre 2016 ATTUALITÀ 17 il Giornale Tiziana Paolocci DRAMMA AL SAN CAMILLO DI ROMA Morire in un letto di un pronto soccorso davanti agli occhi di una folla eterogenea di tossicodipendenti, anziani abbandonati, familiari giunti a portare panini e pizza ai parenti ricoverati. Passare le ultime 56 ore di vita nascosto dietro a un maglione fissato al muro con lo scotch quasi a fare da paravento, per cercare di nascondere la sofferenza, aggrappandosi all’ultimo scampolo di dignità. Marcello se n’è andato così, nella confusione del pronto soccorso del San Camillo, uno dei tanti ospedali di una capitale che fino a qualche giorno fa guardava alle Olimpiadi, ma nel medagliere colleziona solo vergogne da record. Così si muore di cancro tra tossici, scotch e panini Nel pronto soccorso l’agonia di un uomo che per 56 ore i parenti hanno tentato di proteggere dall’indifferenza te arrivano i parenti dei ricoverati. Altra confusione, altro caos. Il figlio protesta, chiede una stanza in reparto o in terapia intensiva, ma ottiene solo un paravento. Allora la famiglia prende un maglioncino, con lo scotch lo fissa tra il mu- ro e il paravento, protegge la sofferenza dell’anziano formando una barriera con i corpi e attende la fine. Vergognosa. Il direttore sanitario del nosocomio, Luca Casertano, interviene sul caso spiegando che nella Regione Lazio sono operative strutture territoriali per accompagnare al termine dell’esistenza di malati oncologici presso il proprio domicilio o presso strutture residenziali protette. «I pronto soccorso di quasi tutti gli ospedali di fatto non dispongono di un’area strutturata per accogliere le persone in fine vita - ha sottolineato -. Tuttavia, a volte, accade che i familiari, di fronte all’improvviso aggravamento, accompagnino il congiunto presso il pronto soccorso più vicino per un estremo, ma purtroppo vano, tentativo di salvargli la vita. Il signor Cairoli, malato terminale-oncologico, era nell’area dei codici verdi e bianchi non per la gravità clinica, ma perché presso quel settore è consentito l’accesso dei familiari in maniera più continuativa, cosa impossibile nell’area cosiddetta “critica” dove ci sono i pazienti più gravi». Ma il caso ha fatto rumore e la Regione ha chiesto una relazione al manager dell’ospedale, mentre la ministra Lorenzin, secondo regolamento, ha disposto già l’invio di una task force per accertare se e in che modo siano stati lesi privacy e dignità dell’anziano paziente terminale. SENZA DIGNITÀ Quelle ultime ore di vita tra il via vai di gente che chiacchierava e mangiava A denunciare quanto accaduto all’anziano, malato di cancro, è stato il figlio Patrizio Cairoli, giornalista di Askanews, che in una lettera ha chiesto l’intervento della ministra della Salute, Beatrice Lorenzin. Dopo la scoperta del tumore, per tre mesi il padre ha aspettato inutilmente di iniziare la radioterapia. Nell’attesa gli è stata proposta quella «palliativa», che è servita a poco, perché i dolori alle ossa sono aumentati così tanto da impedirgli di camminare. «Un calvario, nell’indifferenza di medici, che si limitavano solo ad aumentare la sommistrazione di tachipirina - si legge nella missiva -. Nessuno ci ha aiutati a comprendere, nessuno ci ha detto quello che avremmo dovuto fare, ovvero rivolgerci a una struttura per malati terminali e garantirgli, con la terapia del dolore, una morte dignitosa. Quando l’ho fatto, era ormai troppo tardi: il giorno dopo papà è finito al San Camillo». A Marcello viene iniettata morfina, ma la situazione precipita. La fine è impietosa. «È morto dopo 56 ore, passate interamente in pronto soccorso - scrive Cairoli -. Lo ripeto: cinquantasei ore in pronto soccorso, da malato terminale, nella sala dei codici bianchi e verdi, ovvero i casi meno gravi. Accanto aveva anziani abbandonati, persone con problemi irrilevanti che parlavano e ridevano, vagabondi e tossicodipendenti che, di notte, cercavano solo un posto dove stare». E nell’orario delle visi- MALASANITÀ L’ingresso del pronto soccorso dell’ospedale San Camillo a Roma e il ministro della Sanità, Lorenzin ✒ la lettera Signora ministra, impari qualcosa dal calvario di mio padre di Patrizio Cairoli S ignora ministra, sono passati circa tre mesi dal giorno in cui mio padre ha scoperto di avere un cancro a quello della sua morte; metà del tempo lo ha trascorso ad aspettare l'inizio della radioterapia, l'altro ad attendere miglioramenti che non sono mai arrivati. Nonostante la malattia, ci avevano prospettato anni di vita da trascorrere in modo dignitoso. È stato sottoposto a radioterapia palliativa, ma di palliativo non aveva che il nome: mio padre aveva sempre più dolori alle ossa; alla fine, non riusciva più a camminare e anche le azioni più semplici, come alzarsi dal letto o scendere dalla macchina, erano diventate un calvario, nella Il Sudoku 7 Come si gioca 8 3 6 1 9 1 6 5 4 3 6 3 2 9 2 totale indifferenza di medici che, oltre ad alzare le spalle e a chiedere di avere pazienza, non sapevano dire o fare altro, se non aumentare la dose di tachipirina. Ci avevano detto che, dopo qualche giorno, avremmo visto i benefici della terapia; poi, di fronte ai dolori sempre più forti avvertiti da mio padre, era diventato necessario aspettare «anche 3-4-5 mesi». Nessuno ci ha aiutati a comprendere, nessuno ci ha detto quello che avremmo dovuto fare: rivolgerci a una struttura per malati terminali e garantire, con la terapia del dolore, una morte dignitosa a mio padre. Quando l'ho fatto, era ormai troppo tardi: il giorno dopo mio padre è finito in ospedale, al pronto soccorso del San Camillo (che non è l'ospedale do- 2 5 8 9 Medio Difficile Impossibile La soluzione di ieri 7 4 5 2 1 Facile 8 5 7 4 9 1 6 8 3 2 9 8 2 3 4 7 5 6 1 6 3 1 2 8 5 9 4 7 1 5 6 4 3 2 7 8 9 8 2 9 7 6 1 3 5 4 7 4 3 5 9 8 1 2 6 4 1 7 6 5 3 2 9 8 2 6 5 8 7 9 4 1 3 3 9 8 1 2 4 6 7 5 ve era seguito), dove finalmente gli è stata somministrata la morfina. Qui, la situazione si è aggravata velocemente. Mio padre è morto dopo 56 ore, passate interamente in pronto soccorso. Lo ripeto: cinquantasei ore in pronto soccorso, da malato terminale, nella sala dei codici bianchi e verdi, ovvero i casi meno gravi. Accanto aveva anziani abbandonati, persone con problemi irrilevanti che parlavano e ridevano, vagabondi e tossicodipendenti che, di notte, cercavano solo un posto dove stare. Il peggio, poi, si verificava nell'orario delle visite: sala sovraffollata di parenti che portavano pizza e panini ai malati e che non perdevano l'occasione per gettare lo sguardo su mio padre. Abbiamo protestato, chiesto una Il Lotto Tempi Completare lo schema, riempiendo le caselle vuote, cosicché ciascuna riga orizzontale, colonna verticale e riquadro 3x3 (col bordo più spesso) contenga una sola volta tutti i numeri dall’1 al 9. Buon divertimento stanza in reparto o in terapia intensiva, un posto più riparato. Ma non abbiamo ottenuto nulla. Allora sarebbe bastata una tenda, tra un letto e l'altro. Invece abbiamo dovuto insistere per ottenere un paravento, non di più, perché gli altri «servono per garantire la privacy durante le visite»; una persona che sta morendo, invece, non ne ha diritto: ci hanno detto che eravamo persino fortunati. Così, ci siamo dovuti ingegnare: abbiamo preso un maglioncino e, con lo scotch, lo abbiamo tenuto sospeso tra il muro e il paravento; il resto della visuale lo abbiamo coperto con i nostri corpi, formando una barriera. Sarebbe dovuto morire a casa, soffrendo il meno possibile. È deceduto in un pronto soccorso, dove a dare dignità alla sua morte c'erano la sua famiglia, un maglioncino e lo scotch. È successo a Roma, capitale d'Italia. I NUMERI IN RITARDO Sono indicati i 4 numeri attesi da più estrazioni I 10 MAGGIORI RITARDI STORICI Estratto Numero ritardatario Bari 28 128 85 Estrazioni di ritardo 76 14 82 21 Cagliari 27 81 52 75 82 63 72 56 Firenze 75 140 41 75 21 67 79 62 Genova 65 69 78 66 71 65 2 63 Milano 73 84 68 9 68 49 67 13 61 Napoli 44 91 35 61 65 58 39 54 Palermo 79 57 61 56 5 55 50 54 Ora inizio Roma 90 93 7 75 39 69 1 64 ------------------- Torino 69 84 57 60 52 58 53 47 Ora fine Venezia 28 70 80 65 2 64 5 63 ------------------- Nazionale 53 210 40 92 74 85 27 68 34 8 55 82 67 71 47 28 53 11 Ritardo Cagliari Roma Bari Bari Venezia Cagliari Bari Bari Venezia Torino 203 201 196 193 191 191 189 187 182 181 Il gioco è vietato ai minori di anni 18 18 ATTUALITÀ Giovedì 6 ottobre 2016 SIMBOLO L’imprenditore Bernardo Caprotti è mancato il 30 settembre alla soglia dei 91 anni. Nato in una famiglia di industriali tessili, ha costruito dal nulla l’impero Esselunga sfidando il predominio delle Coop I NUMERI FATTURATO 7,3 miliardi UTILE 291 milioni RETE DI DISTRIBUZIONE Stefano Filippi IL TESTAMENTO DEL «MAGO» DEI SUPERMERCATI Bernardo Caprotti ha lasciato alla moglie Giuliana Albera e alla figlia Marina Sylvia il controllo di Esselunga. Il testamento aperto ieri pomeriggio nello studio del notaio Carlo Marchetti di Milano ha confermato le previsioni. L’imprenditore poteva disporre del 25 per cento di Supermarkets Italiani, la holding di cui si era ripreso tutte le azioni. Il 75 per cento dell’asse ereditario è infatti assegnato dalla legge: il 25 alla vedova e il 50 ripartito tra i figli Giuseppe, Violetta e Marina Sylvia (16,7 a testa). Alla moglie e a Marina Sylvia, che sono sempre state vicine al vecchio patriarca, è andato anche l’ultimo 25 per cento. Con il 66,7 complessivo di Supermarkets Italiani, che assicura il controllo dell’assemblea ordinaria e straordinaria, esse hanno una solida maggioranza che garantirà la continuità della gestione attuale. «Faremo di tutto per salvare il gruppo», sono state le uniche, sibilline pa- Caprotti affida Esselunga alla moglie Giuliana E la vendita è congelata 153 supermercati Lo schiaffo ai figli ribelli: il 66,7% alla vedova e alla loro figlia Marina. Soldi ai nipoti e quadri al Louvre role pronunciate da Giuseppe uscendo dal notaio. Il testamento dispone anche lasciti in denaro a tutti i nipoti e la donazione di alcuni quadri al Louvre. Poche ore prima che si conoscessero le ultime volontà di Caprotti il cda di Supermarkets Italiani spa si è riunito nominando il nuovo presidente al posto del fondatore scomparso e deliberando di «non dar corso, allo stato, a operazioni relative alla controllata Esselunga». La delicatezza di questa transizione ha indotto gli amministratori a bloccare le trattative di vendita. In estate Caprotti aveva incaricato Citigroup di raccogliere I numeri 9 L’impero Esselunga costruito da Bernando Caprotti vale circa 9 miliardi, di cui 2 miliardi per la sola parte immobiliare 25% L’imprenditore poteva disporre nel testamento del 25% dell’asse ereditario, il restante 75% è assegnato per legge DIPENDENTI 22 mila QUANTO VALE le stime si aggirano attorno ai 6 miliardi di euro manifestazioni di interesse, che sarebbero state espresse dai fondi internazionali Cvc e Blackstone. Ora una figura di garanzia come il notaio Piergaetano Marchetti, cooptato ieri nel cda e nominato nuovo presidente, gestirà questa fase. L’impero di Bernardo Caprotti vale 9 miliardi di euro. Due miliardi per la parte immobiliare (151 negozi – 95 superstore e 56 supermarket - tutti di proprietà così come i terreni su cui il Giornale sorgono) più i 7,3 di fatturato. Una gestione con una redditività di circa 16mila euro ogni metro quadrato di superficie di vendita, la più alta d’Europa. Risale al 1996 il primo schema di successione, quando Esselunga fu intestata fiduciariamente ai figli. I due maggiori erano già in azienda: Giuseppe sarebbe diventato amministratore delegato mentre Violetta lavorava nel marketing. Nel 2004 Caprotti estromise il primogenito (Violetta se n’era già andata) e riorganizzò il gruppo. Gli immobili confluirono nella Villata Partecipazioni spa e la struttura societaria fu semplificata. La parte immobiliare doveva essere «la cassaforte di famiglia per almeno un paio di generazioni, qualsiasi sia il destino dell’impresa operativa», come Caprotti scrisse ai figli nel 2010 al compimento degli 85 anni. L’intenzione era di assicurare un avvenire tranquillo alla progenie grazie alla rendita fondiaria, ma di tenersi le mani libere quanto al «core business». In quello scritto Caprotti precisò pure che in famiglia «le cose predisposte nel ’96» sono «rimaste sempre valide». Cioè le azioni della holding rimanevano intestate fiduciariamente ai figli ma, in base a una scrittura privata, il padre poteva reintestarsi le quote in ogni momento e senza preavviso in base a una procura generale che lo autorizzava ad agire in nome e per conto dei figli. Cosa che avvenne nel 2011. Questa scintilla ha acceso la lite con i due figli nati dal primo matrimonio con Giorgina Venosta. E che dovranno accontentarsi di restare in minoranza, salvo ulteriori contenziosi. * Oltre al prezzo del quotidiano. IL NUOVO LIBRO DI MAGDI CRISTIANO ALLAM Io e Oriana A dieci anni dalla morte di Oriana, Magdi Cristiano Allam sente il dovere di raccontare un’esperienza estremamente significativa della sua vita, quando prese coscienza che Oriana Fallaci aveva ragione nel considerare i terroristi islamici il vero islam. Oggi noi tutti le siamo debitori. Lei è stata indubbiamente la voce che più di altre ha saputo costringerci a guardare in faccia alla realtà della guerra scatenata dal terrorismo islamico nel nome dell’islam. Noi tutti abbiamo il dovere di dire: “Grazie Oriana”. «L’Islam è il Corano, cari miei. Comunque e dovunque. E il Corano è incompatibile con la Libertà, è incompatibile con la Democrazia, è incompatibile con i Diritti Umani. E’ incompatibile col concetto di civiltà.» Oriana Fallaci In edicola a € 9.50*, e anche in libreria UNA GRANDE STORIA ITALIANA-Il potere della gente Da sempre al fianco di militari e agenti Per Silvio Berlusconi le Forze armate sono motivo di grande orgoglio. Ribadito soprattutto quando sedeva a Palazzo Chigi, elogiate pubblicamente durante le missioni in tutto il mondo, sulle frontiere calde della guerra. Alle Forze armate nel 2005 disse: «Siamo felici di rappresentare un Paese che sta svolgendo un ruolo storico grazie a voi, portatori di pace e sicurezza laddove ce n’è più bisogno. Per avere contribuito, con i vostri comportamenti e il vostro coraggio, a tenere alta la bandiera del prestigio italiano nel mondo». Disse anche: «I successi e la considerazione di cui godiamo all’estero, sono merito vostro, della vostra umanità, del vostro coraggio, del vostro senso del dovere e dell'onore». In Silvio Berlusconi le Forze armate e le forze dell’ordine hanno sempre avuto un paladino. Sulle tasse il consenso è sempre stato altissimo Certe battaglie di principio del Cavaliere sono sempre di attualità. Anche per questo il consenso popolare non è mai mancato a Silvio Berlusconi. Che diceva: «Dobbiamo mettere mano al complesso delle leggi: in Italia esiste un numero incalcolabile di leggi che non garantisce certezza del diritto e serenità a chi vuole operare nel pieno rispetto delle regole. Vanno rivisitati il Codice civile, il Codice penale, i codici delle procedure, si tratta di abrogare molte leggi, di dare vita a un nuovo codice fiscale abrogando le attuali più di tremila leggi fiscali». L’Italia che lavora non poteva che stare con lui. La sua Milano e i bagni di folla che non finiscono mai Milano, la città di Silvio Berlusconi, il suo punto di partenza, la sua famiglia. Nonostante il sempre notevole dispiegamento di forze dell'ordine, del resto proporzionale alla calca di giornalisti, fotografi e cineoperatori che lo hanno sempre seguito, Berlusconi non si è mai sottratto ai bagni di folla, alle strette di mano, ai sorrisi per tutti, alle battute informali, ai saluti dei sostenitori che lo hanno sempre incitato a non mollare. «Voi siete testimonianza di libertà - ha detto spesso al suo popolo - Grazie della vostra fiducia, del vostro affetto, del vostro sostegno». Le battaglie per mettere il popolo al centro La missione del Cavaliere è sempre stata mettere il cittadino al centro delle decisioni. Per questo molte delle sue battaglie sono state le battaglie dei cittadini. E uno dei cavalli di battaglia di Silvio Berlusconi è sempre stata l’elezione diretta del presidente della Repubblica, e poi il dimezzamento del numero dei parlamentari, il decentramento ai governi locali, più vicini alla gente, le responsabilità in tema di istruzione, formazione e sanità. Il popolo a decidere. Sempre. XXXIII UNA GRANDE STORIA ITALIANA-Tra giovani e anziani L’entusiasmo dell’Italia del fare La lezione per i ragazzi: «Amate la libertà» Il grande sogno è rifare l’Italia, ricostruirla dalle fondamenta, ridarle spessore, progetto, orizzonti. Il lavoro quindi, la buona gente che si rimbocca le maniche. Berlusconi piace al mondo del lavoro, al mondo del fare, perché è da lì che arriva, è lì che ha costruito il suo successo. C’è il piano per le grandi opere indispensabili per il nostro Paese, strade, autostrade, ferrovie, ponti, porti, metropolitane, reti idriche. C’è il piano per la difesa del territorio, la valorizzazione del patrimonio ambientale e artistico. I lavoratori sono con Silvio. La libertà, il bene più prezioso. Per Silvio Berlusconi è il principio base della politica e dell’economia. Senza libertà non c’è nulla. Parla soprattutto con i giovani, con i ragazzi, con gli uomini del futuro, con l’intento di «farli innamorare di più, in maniera più profonda e consapevole, di un bene la cui importanza si coglie appieno soltanto quando lo si perde. Come succede per l’aria, la salute, la pace. È il primo diritto che ci appartiene come persone, come uomini e come donne, per diritto naturale e viene prima dello Stato». La libertà è sempre giovane. I siparietti con i bambini nelle stanze del potere «Paolo, ti nomino ministro dell'Interno... e tu, Mario, alla Farnesina...». Succede a una scolaresca elementare, incontrare il premier per caso in piazza Colonna e ritrovarsi ospiti a palazzo Chigi, nominati per gioco ministri. Il Cavaliere coniò per l'occasione alcuni nuovi dicasteri come quello per le «caramelle» e quello dei «giocattoli». Poi iniziò la riunione proponendo una serie di disegni di legge: «Propongo che a ciascun bambino sia dato ogni anno almeno un chilo di caramelle». Approvata all'unanimità. E poi: «A ciascuno sia dato a Natale almeno un regalo: un pallone per i maschi, una Barbie per le femmine». «Obiezione - dice il ministro degli Interni jr - Ogni bambino deve poter scegliere il regalo che vuole...». Risposta: «Vedo che siete per la libertà...». Il primo bagno di folla a Roma ventidue anni fa Fin dall’inizio della carriera politica Silvio Berlusconi è stato circondato da folle che gli hanno trasmesso affetto e stima. La prima da politico risale al marzo del 1994, appena annunciata la sua decisione di scendere in campo, in una passeggiata attraversa le vie più chic di Roma, che si è trasformata ben presto in una camminata quasi trionfale, da vincitore predestinato. Una folla crescente che lo costrinse di tanto in tanto a rifugiarsi in qualche negozio: il Cavaliere strinse molte mani e firmò centinaia di autografi, mentre alcuni abitanti delle case del centro lo salutavano dai balconi. «Siamo con lei - gli dicevano non ci deluda». Raggiunta piazza di Spagna, fu circondato da un folto gruppo di studenti appena usciti da scuola che lo accompagnarono addirittura in auto. Silvio, uno di noi, per cambiare lo Stato Gli italiani sono stanchi dei politicanti di professione. E non fanno mancare a Berlusconi, che è uno di loro, uno che viene dalla società civile, dal mondo del lavoro, il loro appoggio e il loro apprezzamento. Il progetto che piace alla gente è la riorganizzazione dal profondo di tutti gli apparati dello Stato, un nuovo modello informatizzato e digitalizzato dello Stato stesso, l’estensione di internet e delle tecnologie digitalizzate alla Pubblica amministrazione, alla scuola, all’università, alle imprese. Un’Italia che cambia. E che sta con il Cavaliere. XXXIV UNA GRANDE STORIA ITALIANA-La piazza La rivoluzione liberale piace a tutti Piacciono i programmi, piace la filosofia che c’è alla base, piace l’idea della rivoluzione liberale. Il programma che fa innamorare gli italiani è quello per un Paese più giusto, più moderno e più competitivo. Comprende la modernizzazione dello Stato, le riforme istituzionali, le grandi opere, il piano per il Sud, la rivoluzione fiscale, il rilancio del sistema scolastico e della ricerca scientifica. Ad applaudire il Cavaliere su questi grandi temi sono milioni di italiani. L’anticomunismo che si riprende il Paese In una delle sue prime interviste politiche Silvio Berlusconi dichiarò seccamente: «Io sono, come diceva Raymond Aron, un anticomunista senza complessi». E dunque senza timori, senza reverenze, senza mediazione. E poi più avanti: «L’anticomunismo è un dovere morale della memoria». Dal rifiuto netto del totalitarismo marxista alla denuncia senza remore degli errori e degli orrori del comunismo il leader di Forza Italia ha poi sviluppato una precisa filosofia della libertà. E in moltissimi, per più di vent’anni, l’hanno seguito su questa strada. L’amato Inno di Mameli sempre presente nei comizi Le persone vengono prima dello Stato Milioni di elettori, di simpatizzanti, raccolti lungo la penisola, in sale, piazze, cinema, teatri e palazzetti dello sport. Per messaggi chiari e forti: «Lo Stato non è qualche cosa di superiore, è semplicemente un’associazione tra persone. Noi decidiamo per vivere meglio, di darci delle regole condivise, di dare vita a una convenzione che è lo Stato. Ma le persone vengono prima dello Stato: la società civile, il rapporto che c’è tra noi viene prima dello Stato». Silvio Berlusconi è un patriota. Il suo amore per l’Italia non è mai venuto meno. Moltissime volte ha voluto concludere il suo comizio politico invitando tutta la piazza a cantare con lui l'Inno di Mameli, il canto degli italiani. La folla non si è mai tirata indietro e la piazza è diventata tante volte un coro. «Tutti, con la mano sul cuore - è stato l'invito lanciato più di una volta dal palco da Berlusconi - uniamoci per cantare quella canzone che fin da piccoli ci ha sempre emozionato ascoltare, il canto di libertà, l'Inno di Mameli». Note di libertà. In milioni conquistati dai valori del Cavaliere La ricetta che conquista milioni di italiani è apparentemente semplice: «Per noi la migliore società è quella dove vi è il maggior benessere possibile per il maggior numero di persone. Nessuna produzione di ricchezza può esistere se la libertà individuale non viene rispettata». Perciò «è necessario battersi per un’economia sociale di mercato non distorta dai privilegi, un’economia che corrisponda ai valori fondamentali dell’etica laica e cristiana che promuova la prosperità generale». Ecco perché «avere la consapevolezza che bisogna creare ricchezza per poterla poi distribuire ai meno fortunati, a coloro che per molti motivi non sono stati toccati dalla diffusione del benessere». Su questi principi il cavaliere ha incardinato il suo impegno politico e sociale. Che ha fatto breccia su molti. XXXV UNA GRANDE STORIA ITALIANA-Tutti insieme La forza di avere sempre un grande popolo alle spalle La forza di Silvio Berlusconi è stata sempre la sua gente, i milioni di uomini e di donne che hanno creduto e credono in lui, lo speciale legame che ha tenuto unito il capo al suo popolo. A ventidue anni dal suo ingresso nella politica, nonostante le mille battaglie vinte e perdute, i colpi bassi, i tradimenti e le scorrettezze dei suoi nemici, il Cavaliere non ha perso l’affetto dei suoi e nemmeno la voglia di lottare per cambiare le cose. La battaglia liberale non è finita ma «abbiamo bisogno di un lungo convincimento di tutti quegli italiani rassegnati che non sono andati a votare». La fine è sempre, in fondo, un nuovo inizio. XXXVI Giovedì 6 ottobre 2016 ATTUALITÀ 19 il Giornale __ Bimbi come pacchi postali? Arriva la multa anti-ritardo In un nido sanzioni per i genitori che lasciano i figli troppo a lungo. O li portano in anticipo Penali per tutti Salti scuola? Paghi pegno In Gran Bretagna le famiglie che vanno in vacanza fuori calendario e fanno saltare la scuola ai figli possono essere multati di 60 sterline a figlio Pipì per strada Non a Milano A Milano si rischiano 40 euro di multe se si soddisano «le naturali occorrenze fuori dagli appositi manufatti». Ovvero si fa pipì per strada Serenella Bettin San Vendemiano (TV) A quanti genitori sarà capitato di andare a prendere il proprio bambino in ritardo all’asilo? A tutti, presi da mille faccende, impegni di lavoro e contrattempi: la telefonata all’ultimo minuto, la pratica da sbrigare, la fila alle poste, l’ultima mail, il traffico, il semaforo perennemente rosso e come puntualmente accade, quando si è di fretta, il passaggio a livello chiuso. Ecco, a San Vendemiano, un comune in provincia di Treviso, questi contrattempi costano cari. Nell’asilo nido comunale per chi va in ritardo a prendere il proprio figlio sono previste sanzioni salate. Il ritardo ammesso è di soli cinque minuti. Allo scattare del sesto, scatta anche la «multa». Già i genitori avevano protestato l’anno scorso, come riportato dalla stampa locale, per le rette un po’... altine. A seconda delle fasce di reddito e degli orari di permanenza all’interno della struttura, si va da un minimo di 270 euro a un massimo di 490, con una quota annuale di iscrizio- ne di 60 euro. Quest’anno le tariffe mensili sono state agevolate, ma con una delibera di Giunta comunale, datata 7 marzo 2016, spunta un tariffario con le sanzioni per i ritardatari. Questo per «punire» quelli cronici e per far sì che le insegnanti non siano costrette a sostare oltre l’orario di chiusura. Una scelta che sta facendo discutere e non poco. Per i primi 29 minuti di ritardo la RIGORE SVIZZERO I genitori avevano protestato per le rette troppo alte: adesso un nuovo salasso sanzione è di 10 euro. Allo scoccare del 30° minuto ai 10 euro se ne aggiungono altri 10 e per chi si dimentica - purtroppo alle volte accade - di andare a prendere il figlio a scuola o andrà con un’ora di ritardo la «multa» sarà di 40 euro. Che sia un asilo di impostazione svizzera lo si capisce anche leggendo il re- golamento. «L’asilo nido comunale è aperto dal lunedì al venerdì dalle 7.30 alle 16.30 per tutti, con possibilità di prolungamento orario fino alle 18 per motivi di lavoro o studio dei genitori. Al momento della domanda di ammissione i genitori dovranno indicare la fascia oraria di frequenza richiesta». Le entrate e le uscite dei bambini sono suddivise in cinque fasce: si va dall’entrata alle 7.30/9.00 con uscita alle 13 o alle 16.30 o alle 18; all’entrata alle 11.30 con uscita alle 18, fino all’entrata alle 12.30 con uscita sempre alle 18. Ovviamente la fascia che copre l’intera giornata costa di più. Ma è dopo le 18 che i genitori dovranno fare attenzione. Tutto questo ha suscitato parecchie reazioni. «Non possiamo dire niente – ci dice la coordinatrice dell’asilo ieri al telefono – è una struttura comunale e noi non siamo autorizzati a parlare. Tutto deve passare tramite l’amministrazione». Il sindaco Guido Dussin, da noi interpellato al telefono ci dice: «Ci sono una o due persone che ritardano sempre e allora abbiamo previsto queste sanzioni. Non possiamo tenere lì ferme le maestre oltre le 18. Un’ora di ritardo non è ammessa. O avvisiamo i carabinieri per abbandono di minori, o si paga il costo dell’accudimento oltre l’orario». Il nuovo regolamento ammette deroghe di mezz’ora in entrata e in uscita, ma devono essere almeno sei o otto famiglie a richiederlo. In questo caso sono 20 euro in più rispetto alla normale retta mensile. E per chi porta i figli in anticipo? Anche lì ci sono sanzioni? «No – ci risponde il sindaco –se trova chiuso il cancello perché l’operatrice non è ancora arrivata, semplicemente non entra». ERA RICERCATO DA 5 ANNI I cadaveri meglio di no Sempre nel capoluogo lombardo è di 3098 euro la multa per chi decidesse di «girare in auto con una salma nel bagagliaio dell’auto» Niente riso per gli sposi A Saluggia, in provincia di Vercelli, dal 2009 è in vigore il divieto di lanciare il riso agli sposi. Quello risparmiato è stato inviato in Afghanistan Il latitante nascosto nell’armadio di casa Si nascondeva in un curioso vano segreto, sopra l’armadio della sua casa di Benestare, a Reggio Calabria, Antonio Pelle, 54 anni, nato a San Luca, alias «La Mamma», capo indiscusso della cosca di ’ndrangheta «Pelle Vancheddu» implicata nella strage di Natale del 2005 e di quella di Duisburg in Germania di Ferragosto 2007. Era nell’elenco dei 100 latitanti più pericolosi stilato dal Ministero dell’Interno. Pelle è stato catturato dalla Mobile di Reggio Calabria dopo essere stato localizzato in un vano segreto realizzato nel suo appartamento, in contrada Ricciolio del centro del Reggino. Il boss deve scontare una pena definitiva di 20 anni e 1 mese di reclusione per associazione mafiosa e altri reati. Arrestato nel 2007, evase nel 2011 MATTEO SACCHI SIAMO TUTTI COMPLOTTISTI PER NATURA? Nell’era della tecnologia, della scienza esatta e del fact-checking, uno spettro si aggira per il mondo: il complottismo. Matteo Sacchi analizza i perché di questa ossessione collettiva smontando pezzo per pezzo le ipotesi più strampalate. Per dimostrare che il mondo(e l’Italia in prima linea) è complottista di natura: perché è più facile credere a una congiura segreta che accettare l’ineluttabilità del caso. Ogni giovedì in edicola a soli € 2,50* L’ATTRICE HA 93 ANNI Valentina Cortese derubata dalle governanti DIVA Cortese in una foto recente Valentina Cortese aveva affidato la sua vita nelle mani della «sua» Giovanna, ma lei voleva solo i suoi gioielli. La badante salvadoregna 59enne che da 30 anni lavorava come donna fidatissima alle dipendenze della 93enne ex musa di Strehler e Fellini si è rivelata una calcolatrice. e delle peggiori. Insieme a una «collega» peruviana 44 enne, che ogni notte da 15 anni vegliava sul sonno dell’attrice e quindi dormiva in casa Cortese - uno splendido appartamento a due passi dal Quadrilatero della moda - a maggio ha fatto sparire dalla cassaforte dell’artista 2 milioni di preziosi. Le governanti sono accusate anche del furto di un preziosissimo anello con un diamante da dieci carati scomparso da un armadio dell’attrice nel settembre 2013. Dopo quell’episodio - regolarmente denunciato - la famiglia Cortese aveva deciso di dotarsi di due cassaforti a muro per custodire oltre 30 scatole piene di gioielli storici e artistici, molti dei quali firmati Bulgari e Van Cleef & Harpels: parure, anelli, orecchini, bracciali. La prima cassaforte, quella completamente svaligiata, si trova nella camera da letto dove l’attrice è costretta da tempo, mentre la seconda in un vicino corridoio serve per custodire esclusivamente la chiave della prima, che per essere aperta ha bisogno anche di una combinazione. La chiave della seconda cassaforte e la combinazione della prima erano custodite solo dalla nuora (e unica erede) dell’attrice e dalle due governanti, ma i sospetti degli investigatori della Mobile si sono da subito orientati sulle badanti. Ora agli arresti domiciliari, accusate di furto aggravato, le due donne hanno sempre negato tutto. Tuttavia la polizia ha preferito ritirare i loro passaporti. La signora Cortese continua a chiedere della «sua» e nessuno ha il coraggio di dirle la verità. PaFu * Oltre al prezzo del quotidiano FA DISCUTERE L’IDEA DI UN ASILO DI SAN VENDEMIANO (TV) 20 ATTUALITÀ Giovedì 6 ottobre 2016 LA MODA DEL «FOLIAGE» Nel bosco non solo per funghi Ora è caccia alla foglia magica Da Nord a Sud turisti in cerca dei colori più belli Sulle app consigli e itinerari per un trend decadente Simonetta Caminiti La natura che si spoglia, il cielo che cala il sipario su terre dorate, schioccanti di foglie secche e bagnate da mari deserti. Quali meraviglie offra l’autunno italiano, in parte, lo sappiamo già, ma il foliage, il cambiamento dei paesaggi in questa stagione, miete anche il turismo più all’avanguardia, che oggi si avvale di app e siti appositi sui quali scambiarsi consigli. Quali sono i boschi e le campagne più belle in questo periodo? Dalla Valle d’Aosta alla Calabria, dalla punta al tacco dello stivale, è possibile fare una piccola mappa dei territori più suggestivi dell’autunno. Ai piedi del Monte Rosa, in Val d’Aosta, sorge la Val d’Ayas. Attraversata da un fiume, il torrente Evançon, è gremita di boschi di conifere, faggi e aceri che si svelano colorati d’amaranto, ambra e smeraldo; tra qualche mese saranno ricoperte di neve e si muteranno in piste praticabili solo con le ciaspole fino al Cervino. Al polo opposto si colloca la Sila calabrese. Le sue foreste sono rinomate NEL LAZIO Il parco di San Liberato, disegnato da Page, ha alberi da tutto il mondo VALLE D’AOSTA La Val d’Ayas è gremita di boschi colorati d’ambra TAVOLOZZA Alcuni esempi di colori autunnali in boschi di ogni genere amaranto e smeraldo per i faggi del parco, che costituisce il più esteso altopiano d’Europa; è il paesaggio autunnale tipico, orlato di rossori, gialli vivaci e arancio sgargiante. Quello della Sila è il più grande bosco d’Italia, che si allarga su 150 mila ettari di foreste impetuose, ricche di altopiani e corsi d’acqua chiale di San Massimo con le sue meridiane. Per chi ama ammirare e respirare il paesaggio sulle due ruote della bicicletta, questo itinerario è particolarmente consigliato: attraversa, infatti, gli antichi e bellissimi borghi occitani. Il percorso è disseminato dei nuovi colori dei laceri, dei pioppi tremoli, dei frassini e degli aceri. E questi luoghi ospitano incantevoli cervi. A Benevento, e dunque in Campania, è possibile assistere a spettacoli naturali di un meraviglioso autunno. Tra sagre dell’uva, delle noci e delle castagne, la Campania e in particolare la zona di Benevento spalanca gli occhi su panorami inebrianti nel Parco Naturale Regionale Taburno-Camposauro. È qui che sorge il bellissimo borgo di Sant’Agata de’ Goti, e i paesaggi del beneventano sono al loro punto più alto in quetso periodo. specchianti e dipinti delle suggestioni autunnali. Centro-nord: le foreste casentinesi in Toscana. Si allargano sulle pendici dell’Appennino tosco-romagnolo, e si aggiudicano un posto speciale tra le più variopinte d’Italia. Custodiscono più di 40 specie di alberi: una vastis- sima orchestra silenziosa di colori caldi. E dal 10 al 15 ottobre la compagnia dei Cammini organizza passeggiate guidate tra le foreste e i piccoli gioielli medievali che compongono il territorio: escursioni durante le quali si attraversano sentieri di media difficoltà che ripercorrono il Cammino di Francesco e la Via Romea, per scivolare nei boschi dove li aspetta il foliage. Uno dei fenomeni d’autunno più spettacolarii è in Valle Maira, Piemonte. Tra le borgate di Marmora, ricche di importanti testimonianze storiche come gli affreschi del Baleison e la Parroc- E ancora nel pieno centro, nel cuore del Lazio, il foliage colora anche il Parco di San Liberato. Si trova a soli 40 chilometri da Roma, sul lago di Bracciano, occultato dietro un alto muro della tenuta di Sanminiatelli, progettato dal paesaggista Russell Page. Un vasto giardino che procede verso il lago e custodisce una chiesa romanica fondata dai padri agostiniani in un bosco di castagni secolari; il parco è gremito di alberi provenienti da tutto il mondo. Compongono un intrigante patchwork paesaggistico gli aceri canadesi e i ciliegi giapponesi, colorati d’arancio e rosso porpora in queste settimane d’autunno. E in Lombardia? L’ autunno sul Lago di Como è imperdibile: il clima è ancora gradevole, e almeno fino a tutto il mese ottobre sono fattibili le gite in barca sul Lago. Tutto intorno all’acqua, le sfumature erubescenti della stagione catturano su per i sentieri, tra i boschi e nei monti: un must per gli amanti delle castagne, dei funghi, e soprattutto dei bei sogni. il Giornale GIUSTIZIA LUMACA Troppe udienze per accertare solo l’evidenza dalla prima pagina (...) arrendersi, la settimana scorsa, ed assolvere l’uomo perché incapace di intendere, come era dolorosamente chiaro fin dall’inizio della vicenda. Quanto sia costato tutto questo al contribuente è difficile calcolare. Tutto nasce in una strada signorile di Milano, via Legnano, a ridosso del Parco Sempione, su cui si affaccia l’edificio della scuola tedesca. Ma sul cortile della scuola si affaccia a sua volta una casa di proprietà dell’Aler, l’azienda delle case popolari. Qui, in un piccolo appartamento, vive da anni C., un uomo dal profilo clinico assai pesante: invalido civile, seguito da un amministratore di sostegno, in cura al centro psicosociale del Comune. Per otto lunghi anni C. è stato ricoverato in due comunità, poi si è provato a rimetterlo a casa, per seguirlo in un contesto più aperto. Un po’ ha funzionato, un po’ - come era inevitabile - ha fatto il matto. Cose innocue, come lanciare i vestiti dalla finestra nel cortile della scuola. A un certo punto, nel cortile della scuola piomba anche, dalle finestre dell’uomo, qualcos’altro. Escrementi, inequivocabilmente. «Adesso esagera», si indignano i dirigenti della scuola: comprensibilmente, anche se in realtà sembra che nel frattempo l’Aler avesse murato il gabinetto dell’uomo per costringerlo a lasciare l’appartamento. Follia o necessità che fosse, il lancio di pupù comunque scatena la reazione della scuola che fa partire la denuncia. Dovrebbero occuparsene l’Asl e i servizi sociali: invece l’esposto viene inviato direttamente alla Procura della Repubblica, e parte l’iter giudiziario contro C.; nei cui confronti la scuola tedesca si costituisce parte civile. Dopo un anno, l’assoluzione: ma C. non lo ha ancora saputo, perché nel frattempo lo hanno riportato in comunità. Luca Fazzo Giovedì 6 ottobre 2016 ATTUALITÀ 21 il Giornale LE SFILATE DI PARIGI Accappatoi come pellicce Miu Miu fra spugne e visoni Tipe da spiaggia con cuffie di gomma a fiori Vuitton aprirà un negozio in Place Vendôme Daniela Fedi Parigi «La verità, vi prego sulla moda» sembra chiedere Miuccia Prada quando nel backstage della sfilata parigina di Miu Miu si mette a parlare di un’intervista che ha concesso a Raf Simons sul tema scottante della censura. «La moda è un luogo libero nel lavoro, non nelle parole» esordisce la grande signora del Made in Italy per poi concludere che oggi siamo tutti condizionati a volte dal politically correct, più spesso dalle logiche del profitto per cui la stroncatura non esiste più perché i giornali temono di perdere la pubblicità. Qualcuno le fa notare che ogni tanto la stampa si censura per non mettere a rischio posti di lavoro e subito un portavoce della maison ci fa notare che il Gruppo Prada ha 14 mila dipendenti nel mondo, 8000 dei quali in Italia. Ebbene a rigor di logica nessuno di loro dovrebbe essere a rischio perché la collezione Miu Miu della primavera/estate 2017 è veramente deliziosa e piena di furbizie commerciali tra cui una cosa che gli stilisti sembrano aver dimenticato: il rispetto della stagionalità. «Visto che d’estate non parla più nessuno mi sono divertita a fare cose da spiaggia: costumi e cuffie da bagno, accappatoi, ciabattine e prendisole» spiega infatti Miuccia aprendo subito una finestra di dialogo sui gravi problemi connessi al mare: inquinamento, migranti, attacchi terroristici nei luoghi turistici. Ebbene dimentichiamoci per un attimo di essere intelligenti e consapevoli del mondo perché le 52 ragazze sulla passerella di Miu Miu sono le più belle tipe da spiaggia che si possano immaginare, con in testa le cuffie di gomma a fiori degli anni Cinquanta. Gli abiti sono composti dal tipico costume castigato alla Ester Williams abbinato con eleganti sottane a pieghe e fantastiche vestine che un tempo si chiamavano «vestagliette». Spettacolari gli accappatoi trattati come pellicce e viceversa: le stesse assurde fantasie d'antan nei più bei colori che si possano immaginare con un sapiente lavoro d'intarsio tanto nella spugna quanto nel visone. Ad onore del vero, comunque, la sfilata ci ha fatto ricordare un film meraviglioso come Le vacanze di Monsieur Hulot girato nel 1953 da Jacques Tati. Louis Vuitton sfila al 2 di Place Vendôme invece che nella me- ravigliosa Fondazione progettata da Frank Gehry e inaugurata due anni fa. Il perché è presto detto, in quello che è l'indirizzo-simbolo della città verrà presto aperto una maison, ovvero un negozio in cui tutto ciò che viene prodotto da Vuitton sarà esposto e venduto secondo i sacri crismi del lusso. La sfilata si svolge in una specie di cantiere senza polvere e con gli altoparlanti incastonati nel cemento che trasmettono prima un dialogo e poi la colonna sonora del film Rive Gauche et Rive Droite (in italiano Il desiderio e la corruzione) girato da Philippe Labro nel 1985. Pare che il designer Nicolas Ghesquiéres si sia ispirato a questa pellicola per creare la collezione e chissà se sa che gli abiti indossati da Natalie Baye portano la firma di Giorgio Armani. Sta di fatto che dai primi modelli in sbieco alle forme architettoniche delle giacche è tutto un riferimento agli anni Ottanta che non esclude nemmeno il remake del tailleur a quadri dell’architetto Andrèe Putman. Anche in questo caso la collezione è furbamente commerciale soprattutto per via degli accessori (uno più bello dell’altro a cominciare dal porta Iphone fatto come la celebre Petit Malle) che sono il business del brand. Moncler Gamme Rouge, invece, balla per conto suo nella ricerca di uno stile francese e modaiolo per quello che di fondo ormai è un marchio italiano. Il designer Giambattista Valli lancia così l’immagine della ragazza con il kepi e l’equivalente sartoriale e ricamato della divisa coloniale della Legione Straniera. Sorprendenti e in fondo commoventi anche le due Marianne con il mantellobandiera: ci piace pensare che il marchio del galletto s’inchini al Paese d’origine che ha vissuto un annus horribilis dal Bataclan a Nizza senza soluzione di continuità. Certo la moda trova significati e significanti solo nel passato e questo ci sembra quanto meno strano. Da Kenzo Humberto Leon e Carlos Lim propongono una bella collezione ispirata alla sfilata che Kenzo Takada fece nel 1977 allo Studio 54 di New York. Fin qui tutto bene, ma l’idea dei tableau vivant con gente nuda di ogni taglia ed età, compreso un ragazzo senza un braccio ci sembra più pretestuosa che ispirata dall’artista Antonio Lopez che con Kenzo (come con tutti i grandi della moda in quel periodo) collaborò molto seriamente. LUSSO ED ECCENTRICITÀ Accanto, i tableau vivant di Kenzo che ha fatto una collezione dedicata agli anni Ottanta, piena di paillettes e camouflage In alto, a destra, Moncler, sopra Louis Vuitton MIU MIU IL GIORNALE • BIBLIOTECA STORICA STORIA DELLA TURCHIA Questo libro presenta la narrazione dei processi politici e storico-sociali dalla nascita della Repubblica turca, fondata da Mustafa Kemal Atatürk e sorta sulle macerie dell’Impero ottomano, alla complessa articolazione della società turca contemporanea. Sospesa tra Europa e Asia, la Turchia ricerca delicati equilibri tra laicità e tradizione religiosa, tra democrazia e Islam. Una ricca analisi storica per capire ciò che la Turchia diventerà nei prossimi anni, la strategia di Erdogan e il suo futuro nella Nato. In edicola con Mustafa Kemal Atatürk e i suoi collaboratori a € 8,50* * Oltre al prezzo del quotidiano. Dall’Impero ottomano alla nuova islamizzazione 22 Giovedì 6 ottobre 2016 il Giornale __ Valore FTSE MIB FTSE Italia All Share FTSE Italia Mid Cap FTSE Italia Star 16.476,580 18.125,990 29.970,980 25.380,230 % 1,03 0,92 0,12 0,12 1) Esprinet 2) Aegon 3) Snai 4) Ubi Banca 5) B Carige Valore 6,080 3,700 1,270 2,140 0,309 var% su rif. 18,87 6,81 6,72 5,73 5,64 I peggiori Valore var% su rif. 1) Sintesi 2) Cad It 3) Acsm-Agam 4) B M.Paschi Siena 5) Invest e Sviluppo 0,015 3,500 1,636 0,174 0,032 -4,46 -4,11 -3,99 -3,93 -3,88 NEW YORK NEW YORK LONDRA FRANCOFORTE PARIGI TOKYO ZURIGO Dow Jones Nasdaq FTSE 100 Dax 30 Cac 40 Nikkei 225 SMI 18.294,300 5.329,520 7.033,250 10.585,800 4.489,950 16.819,200 8.195,230 0,69 0,75 -0,58 -0,32 -0,29 0,50 -0,43 CAMBI I migliori PIAZZA AFFARI BORSE ESTERE Economia DOLLARO STERLINA FRANCO YEN DOLLARO DOLLARO CORONA Americano Inglese Svizzero Giapponese Australiano Canadese Danese 1,121 0,882 1,096 115,650 1,472 1,482 7,442 0,45 0,70 0,09 1,00 1,08 0,81 -0,00 DOPO IL TERREMOTO AL VERTICE E I CONTI IN PROFONDO ROSSO Sole 24 Ore, Boccia salva Napoletano La redazione sfiducia il direttore, ma cda e vertice Confindustria lo confermano di Marcello Zacché Il cda Sole 24 Ore ha ieri dovuto confermare la fiducia al direttore del quotidiano Roberto Napoletano. La delibera è stata presa in una riunione straordinaria dopo che l’assemblea dei giornalisti del Sole aveva votato a larga maggioranza la sfiducia al direttore, con il 74% dei voti contro il 22%: su 203 votanti (225 gli aventi diritto) hanno votato la fiducia in 45, l’hanno negata in 151. A ruota, la stessa decisione del cda è stata presa anche da Confindustria, azionista di controllo, che in serata ha comunicato di avere rinnovato la fiducia al direttore. Per il gruppo Sole la figura del direttore, e di Napoletano in particolare (nominato nel marzo 2011), rappresenta un soggetto apicale per le strategie e la gestione dell’azienda, vicina coMAGGIORANZA Sono stati 151 (74%) i voti dei giornalisti contrari a Napoletano, 45 i «sì» me peso specifico a quella del presidente e dell’ad del gruppo. Non a caso, nel tempo, Napoletano ha cumulato anche le cariche di direttore editoriale e di direttore sia dell’agenzia Radiocor sia di Radio 24, situazione senza precedenti. Per questo i fatti di ieri assumono molta importanza nella vicenda della crisi del gruppo, arrivato vicino al dissesto finanziario e ora in attesa di un aumento di capitale. Infatti, con la sfiducia, la redazione ha inteso considerare Napoletano tra i responsabili di alcune delle dinamiche più controverse dei bilanci del gruppo, messi in discussione dal nuovo ad Gabriele Del Torchio. Con particolare riferimento alla reale dimensione e redditività delle copie e delle banche dati vendute. Il punto è che sta emergendo che la società, che è quotata in Borsa e si occupa tra l’altro di informazione economica e finanziaria, ha dato una rappresentazione non veritiera della sua situazione complessiva. Preferendo minimizzare i problemi in attesa di una futura inversione di tendenza del mercato. In quattro anni, è stato rivelato al cdr dai manager del Sole, il solo quotidiano ha perso 100 milioni, 10 nell’ultimo semestre. Tale messaggio non poteva però essere avallato dall’azionista, che infatti ha rinnovato la fiducia al direttore. Come peraltro avvenuto anche nel 2011 con Gianni Riotta, licenziato pe- di salute; un presidente di Confindustria che prova a tenere insieme i cocci di una redazione in rotta di collisione e che è atteso domani a Milano per un incontro, insieme al suo direttore generale Marcella Panucci, con il cdr del Sole; e con i vari esposti presentati alla Consob e ai pm di Milano. In questo clima, sempre domani, si terrà il primo incontro con le cinque banche, guidate da Intesa, che detengono il credito di 50 milioni su cui è stato chiesto di rinegoziare scadenze NEL MIRINO Roberto Napoletano è alla guida del Sole 24 Ore dal marzo 2011, quando prese il posto di Gianni Riotta. In precedenza era stato direttore del Messaggero rò qualche settimana dopo. Ma questa volta Vincenzo Boccia, presidente di Confindustria, è andato oltre: nel condividere la delibera del cda, si è auspicato che «in questa fase delicata si recuperi quel clima di armonia e serenità necessario per affrontare sfide difficili». La situazione sembra però più lacerata che mai, con un cda che ha deliberato pur essendo in decadenza (6 consiglieri su 11 si sono dimessi, assemblea per il rinnovo convocata il 14 novembre), con un presidente pro tempore e con Del Torchio ancora assente per motivi IL DEBITO DA 50 MILIONI Domani l’incontro con le banche, che chiedono mani libere per Del Torchio I numeri 50 Il Sole24Ore ha chiuso il primo semestre 2016 con un risultato netto negativo di quasi 50 milioni di euro. 30% I ricavi consolidati del Sole24Ore sono scesi del 30% in 5 anni e la semestrale non promette bene per il 2016. e covenants. Ed è su questo punto che si vedranno le novità, essendo le banche - a quanto si apprende - decise a sostenere il lavoro di Del Torchio fino in fondo, e a vincolare alle sue «mani libere» ogni possibile futuro intervento creditizio o di capitale a favore del Sole. IL PRESIDENTE E AD SMENTISCE LE VOCI DI UN’INDAGINE DELLA PROCURA Santanchè: Visibilia, pronto l’aumento di capitale Oggi il via libera. «Copriremo tutto l’eventuale inoptato». Respinto il ricorso di Paola Ferrari Via libera all’aumento di capitale di Visibilia Editore, società quotata in Borsa, al circuito Aim. La ricapitalizzazione, dell’importo di un milione di euro, sarà effettiva dal 21 ottobre, trascorsi in queste settimane i tempi tecnici legati sia al diritto d’opzione, sia al rispetto dei patta parasociali. Il socio di controllo (Visibilia holding con il 69%, a sua volta controllata tramite la concessionaria pubblicitaria Visibilia da Daniela Santanché) ha infatti accettato di «sottoscrivere anche tutto l’eventuale inoptato», come dice al Giornale Santanché, presidente e ad di Visibilia Editore. Negando quindi che la società editoriale stia attraversando un periodo di difficoltà, come riportato ieri dal quotidiano Libero. «Le notizie di quell’articolo - dice Santanché (la cui concessionaria raccoglie anche la pubblicità del Giornale, ndr) - sono in parte assolutamente false, in parte rappresentate in modo parziale e forma tendenziosa». In particolare, dice Santanché, «non è vero che mancano 700 mila euro di capitale: è solo una questione di tempi tecnici da rispettare. Proprio oggi la assemblea della holding darà il via libera alla ricapitalizzazione e all’esercizio anche dell’eventua- le inoptato. Non è nemmeno vero che i revisori abbiano espresso dubbi sulla continuità aziendale, basta andare a leggere le relazioni». Mentre per quanto riguarda la rottura con l’ex amica nonché socia sia della holding (al 33%), sia dell’Editore (al 5,4%), Paola Ferrari, Santanché nega che esista un’indagine delLE RISORSE CI SONO «Nessun dubbio dei revisori sulla capacità del gruppo di proseguire l’attività» la Procura: «È vero che la società della Ferrari ha presentato un ricorso al Tribunale di Milano, ma tale ricorso è stato rigettato, con condanna dei ricorrenti al pagamento delle spese processuali. E non è tutto: proprio oggi (ieri, ndr) la camera arbitrale ha rigettato la richiesta di arbitrato avanzata dallo stesso gruppo perché, scaduti i termini, non sono stati versati i fondi richiesti per procedere con l’arbitrato stesso». Infine, precisa ancora Santanché, «Non è nemmeno vero che Visibilia Editore debba preparare documenti da inviare a Consob, perché la ComAL LAVORO Dopo l’acquisto, nel 2014, di Ciak e Pc Professionale, Daniela Santanchè ha rilevato l’anno dopo dal gruppo francese Prs le testate Novella 2000 e Visto missione non ci ha chiesto alcuna carta». Visibilia Editore ha ieri emesso una nota in cui, oltre a chiarire questi punti, si annuncia un’azione legale. «In ogni caso - aggiunge Santanché - la scarsa autorevolezza di Libero è stata dimostrata dal mercato, dove il titolo Visibilia ha chiuso ieri in rialzo. La realtà è che il quotidiano ha pubblicato in prima pagina un articolo con notizie evidentemente rivolte solo a screditare la mia azienda e la mia persona. E mi chiedo anche con quale coraggio: sono andata a vedere il bilancio della EditoL’ATTACCO DI «LIBERO» «Il quotidiano ha scritto notizie rivolte a screditare la mia azienda e la mia persona» riale Libero srl, dove ho letto con interesse delle perdite accumulate, delle incertezze sulla continuità aziendale e dei procedimenti penali in corso. Ebbene, mi pare che non sia esattamente il giornale che si può permettere di darmi lezioni su come si gestisce una società editoriale». MZ Giovedì 6 ottobre 2016 ECONOMIA 23 il Giornale Rodolfo Parietti DOPO LE INDISCREZIONI SUL PIANO PER RIDURRE GLI ACQUISTI DI TITOLI «Sussurri e grida»: anche in quest’epoca ipertecnologica e informatizzata, vale ancora il vecchio adagio sullo stretto legame tra mercati e indiscrezioni. Gli spifferi che sarebbero filtrati martedì dalle segrete stanze della Bce su un piano per tagliare di 10 miliardi al mese, dagli 80 attuali, il piano di acquisto titoli, non sono passati inosservati. Ma certo non hanno provocato terremoti. Immobile l’euro (a quota 1,12 dollari) e fermo lo spread tra Btp e Bund a 137 punti, qualche tensione si è vista solo sul rendimento del decennale italiano, salito all’1,42%, il livello più alto da giugno. Quanto alle Borse, chiusura in ordine sparso: Milano è salita dell’1,3% trainata dai bancari, le altre piazze sono scese. Insomma: l’ipotesi che Mario Draghi possa suonare la ritirata appare remota. E altrettan- La Bce suona la «ritirata»? I mercati non ci credono Fermi euro e spread, Borse poco convinte. Milano sale (+1%) con le banche. La Buba sulle voci:«Solo fantasie» che ieri si è affrettata a smentirle definendole «pure fantasie». Non è del resto un segreto l’op- posizione manifestata dalla Germania nei confronti delle misure espansive non conven- zionali, sfociata poi in accuse violente contro la politica dei tassi negativi. Le resistenze teLEADER Il presidente della Bce, Mario Draghi distribuito da: banca mediolanum s.p.a. Numero Verde 800.107.107 www.bancamediolanum.it CAUTELA L’inflazione bassa e la scarsa crescita rendono complicato il tapering to quella che vorrebbe il gossip divulgato come una sorta di ballon d’assai giusto per saggiare il terreno e vedere l’effetto che fa. Uno stile che non appartiene all’Eurotower, sempre puntuale nel comunicare ai mercati i propri intendimenti strategici. Rispetto alla gestione pasticciata che la Fed sta mostrando da troppo tempo in materia di tassi, l’ex governatore di Bankitalia ha detto di recente che il tema delicatissimo del tapering non è stato affrontato dall’ultimo board dell’istituto e ha semmai più volte messo l’accento, negli ultimi mesi, sulla possibilità di estendere il Qe oltre la scadenza fissata per marzo 2017. E, forse, di potenziarlo ulteriormente. D’altra parte, con un’inflazione ben lontana dal target del 2% e una crescita anemica, con le turbolenze che colpiscono il sistema bancario europeo e le incertezze di natura geo-politica, ragionare ora sulla possibilità di tagliare di 10 miliardi gli acquisti appare quanto meno prematuro. Per Draghi, tra l’altro, sarebbe un’ammissione di sconfitta. Da dove arrivano, quindi, queste voci? Il primo indiziato è quella stessa Bundesbank Mediolanum International Life dac Sede Legale: 2 Shelbourne Buildings, Shelbourne Road, Ballsbridge, Dublino 4 - Irlanda Valore titolo al 31/08/16 Nome prodotto DiPiù 4 Markets 2008 DiPiù Ecology 2008 DiPiù 4 Markets 3 DiPiù New World 9 Bis DiPiù Key 13 Bis-1 DiPiù Money 2007/11 Valore Rating titolo Emittente (S&P) 98,94 98,98 98,93 98,94 98,94 100,02 BBBBBBBBBBBBBBBBBB- 98,94 BBB- DiPiù Key 13 Bis 98,94 BBB- DiPiù Key 13 98,94 BBB- DiPiù New World 8 98,94 BBB- DiPiù 2007/2 98,95 BBB- DiPiù 4 Markets 2008/3 98,38 BBB- DiPiù 4 Markets 2008/2 98,74 BBB- DiPiù 4 Markets 2008/1 100,10 BBB- Società per Azioni - Sede Legale: 20080 Basiglio (MI) Palazzo Meucci - Via F. Sforza Capitale Sociale euro 207.720.000 i.v. - Società con unico Socio POLIZZE DI PIÙ Valore titolo al 31/08/16 Valore Rating titolo Emittente (Moody’s) DDiPiù 1044 99,80 DiPiù 1045 99,80 DiPiù 1048 99,71 DiPiù 1052 101,41 DiPiù 1064 124,17 DiPiù 1078 100,21 DiPiù 1081 99,82 DiPiù 4 Markets 112,31 DiPiù 4 Markets Bis 100,72 DiPiù 4 Markets Ter 101,86 DiPiù Platinum Money 2007/10102,47 DiPiù Platinum Money 2007/12100,19 DiPiù Platinum Money 2007/15102,35 A3 A3 A3 A3 Baa1 Baa2 Baa1 Baa1 Baa1 Baa1 Baa1 Baa1 Baa1 DiPiù Platinum Money 2007/6107,04 DiPiù Step 2007/5 115,58 DiPiù Step 2007/9 109,99 Nome prodotto DiPiù 4 Markets 2 DiPiù 4 Markets Quater Ba3 Ba3 Baa1 Crescita al di sotto delle previsioni DECISIONI dell’occupazione nel settore privato americano in settembre. Il dato evi- Ma domani i dati ufficiali denzia comunque progressi del mer- potrebbero convincere la Fed cato del lavoro. Secondo il rapporto ad alzare i tassi entro dicembre mensile redatto da Macroeconomics Advisers e dall’agenzia che si occupa di preparare le presidenziali di novemle buste paga Automatic bre. L’ago della bilancia poData Processing, il mese trebbe pendere a favore del scorso sono stati creati giro di vite se i dati ufficiali 154mila posti di lavoro, sull’occupazione, che samentre le stime erano per ranno pubblicati domani, un rialzo di 173mila. daranno segnali confortanL’andamento del mercati dopo il deludente score to del lavoro è attentamen(151mila posti) di agosto e te monitorato dalla Fede- PRIMADONNA centreranno le attese degli ral Reserve in chiave di po- Janet Yellen analisti sulla creazione di litica monetaria, in partico170mila new jobs, con il taslare ora che la banca guidata da Janet so di disoccupazione che dovrebbe reYellen è alla prese con il rebus legato stare invariato al 4,9%. Per ora, in baal rialzo dei tassi. Le indicazioni giun- se alle cifre diffuse ieri, le piccole te sempre ieri dall’Ism servizi, ai mas- aziende hanno aggiunto 34mila posti, simi dell’ottobre 2015, unite a quelle quelle medie 56mila e quelle grandi arrivate lunedì scorso relative al ritor- 64mila. Nel settore servizi i nuovi ocno alla crescita di quello manifatturie- cupati sono stati 151.000, mentre nel ro, potrebbero convincere la Fed ad comparto per la produzione di beni i attuare la stretta entro la fine dell’an- lavoratori sono aumentati di 3mila no, verosimilmente in dicembre e unità. cioè dopo lo snodo fondamentale delRE distribuito da: banca mediolanum s.p.a. Numero Verde 800.107.107 www.bancamediolanum.it Quotazioni del * Euroequity Opportunità * Euroequity Sviluppo * Euroequity Protezione * Eurobond Opportunità * Eurobond Sviluppo * Eurobond Breve Termine Azionario Intraprendenza Azionario Dinamismo Azionario Protezione Obbligazionario Crescita Obbligazionario Moderazione Obbligazionario Liquidità Balanced Country Dynamic Moderate Opportunity 04-10-2016 03-10-2016 6,202 6,750 7,200 8,049 7,391 7,001 4,517 4,974 6,253 7,797 7,199 6,853 6,252 5,076 5,852 6,166 5,376 Valore Rating titolo Emittente (S&P) 98,96 99,25 1.183,17 16.265,95 Ulteriori indicazioni, quali ad esempio la Denominazione dell’Emittente, sono disponibili sul sito internet www.mediolanumvita.it. In caso di più Società di rating, è stato prudenzialmente indicato il rating minore. 6,198 6,749 7,201 8,062 7,403 7,008 4,514 4,974 6,254 7,810 7,210 6,860 6,253 5,076 5,853 6,169 5,370 Quotazioni del Alternative Fund 1 Alternative Fund 2 Alternative Fund 3 03-10-2016 26-09-2016 5,48237 5,82735 5,98793 5,48335 5,84077 6,01804 *Prezzo di vendita: il corrispondente prezzo di acquisto è maggiore del 2% Valori in Euro Quotazioni del Prudent Sector Azionario Fedeltà Azionario Intraprendenza bis Azionario Dinamismo bis Obbligazion. Evoluzione bis Obbligazion. Crescita bis Obbligazion. Moderazione bis Obbligazion. Breve Termine bis Obbligazion. Stabilità bis Balanced bis Country bis Dynamic bis Moderate bis Opportunity bis Prudent bis Sector bis distribuito da: banca mediolanum s.p.a. Numero Verde 800.107.107 www.bancamediolanum.it BBBBBB- INDICE DI RIFERIMENTO al 31/08/2016 HFRX GLOBAL XINHUA/FTSE CHINA 25 Doccia fredda negli Stati Uniti: posti di lavoro sotto le attese FONDI ASSICURATIVI UNIT LINKED DiPiù New World 9 Ulteriori indicazioni, quali ad esempio la Denominazione dell’Emittente sono disponibili sul sito internet www.mediolanuminternationallife.it. In caso di più Società di rating, è stato prudenzialmente indicato il rating minore. NR: alla data della presente documentazione l’Ente Emittente non è stato oggetto di valutazione da parte di agenzie di rating Nome prodotto IN SETTEMBRE 154MILA NUOVI OCCUPATI FONDI ESTERI ARMONIZZATI UE POLIZZE DI PIÙ desche sono costate alle Bce il ritardo con cui il Qe è stato varato rispetto agli Usa e al Giappone, anche se Berlino è il maggior beneficiario di queste misure. Ma, a fine elettorali, è meglio che non si sappia. Anche se poi il rischio è quello di ca- valcare l’ascesa di Afd, il partito nazionalista che sta strappando consensi alla Cdu non solo facendo leva sulla paura dell’immigrazione ma anche sulla retorica del denaro dei contribuenti tedeschi regalato agli inoperosi mediterranei. Di sicuro, la Bce si appresta a lanciare altri due Tltro (prestiti alle banche destinati al finanziamento di imprese e famiglie) e accetterà «per il momento» anche nel 2017 i bond bancari non garantiti come garanzia nelle operazioni di rifinanziamento. Sempre a partire dall’anno prossimo, l’Eurotower vuole però limitarne l’uso e aumentare i controlli. Il giro di vite è la conseguenza dell’entrata in vigore della direttiva europea sui fallimenti bancari, il cosiddetto bail-in. Quotazioni del Trio Fund 1 Trio Fund 2 Trio Fund 3 04-10-2016 03-10-2016 6,328 5,045 3,080 5,510 5,666 5,517 6,125 5,958 5,651 5,508 6,265 5,933 6,355 6,206 5,829 5,570 6,303 6,333 5,044 3,080 5,506 5,666 5,518 6,134 5,967 5,656 5,510 6,267 5,934 6,356 6,208 5,822 5,574 6,302 *Prezzo di vendita: il corrispondente prezzo di acquisto è maggiore del 2% Valori in Euro 03-10-2016 26-09-2016 4,33981 3,88161 2,26633 4,34543 3,88809 2,29377 Legenda: A=ad accumulazione dei proventi; B= a distribuzione dei proventi; cop=coperta CHALLENGE FUNDS - CLASSI MEDIOLANUM Quotazioni del 05-10-2016 Precedente Quotazioni del CH North American Equity - Med. L CH European Equity - Med. L CH Italian Equity - Med. L CH Germany Equity - Med. L CH Spain Equity - Med. L CH Pacific Equity - Med. L CH Emerging Markets Equity - Med. L CH Energy Equity - Med. L CH Cyclical - Med. L CH Counter Cyclical Equity - Med. L CH Financial Equity - Med. L CH Technology Equity - Med. L CH Liquidity Euro - Med. L CH Liquidity Us Dollar - Med. L CH Euro Income - Med. L-A CH Euro Income - Med. L-B CH International Income - Med. L-A CH International Income - Med. L-B CH Euro Bond - Med. L-A CH Euro Bond - Med. L-B CH International Bond - Med. L-A CH International Bond - Med. L-B CH International Equity - Med. L-A CH Flexible Fund - Med. L-A CH North American Equity Med. S CH European Equity - Med. S CH Italian Equity - Med. S CH Germany Equity - Med. S CH Spain Equity - Med. S CH Pacific Equity - Med. S CH Emerging Markets Equity - Med. S CH Energy Equity - Med. S CH Cyclical - Med. S CH Counter Cyclical Equity - Med. S CH Financial Equity - Med. S CH Technology Equity - Med. S CH Liquidity Euro - Med. S CH Liquidity Us Dollar - Med. S CH Euro Income - Med. S-A CH Euro Income - Med. S-B CH International Income - Med. S-A CH International Income - Med. S-B CH Euro Bond - Med. S-A CH Euro Bond - Med. S-B CH International Bond - Med. S-A CH International Bond - Med. S-B CH International Equity - Med. S-A CH Flexible Fund - Med. S-A CH Solidity & Return - Med. S-A CH North American Equity Med. L cop. CH European Equity - Med. L cop. CH Pacific Equity - Med. L cop. CH International Income - Med. L-A cop. CH International Income - Med. L-B cop. CH International Bond - Med. L-A cop. CH International Bond - Med. L-B cop. CH International Equity - Med. L-A cop. CH North American Equity Med. S cop. CH European Equity - Med. S cop. CH Pacific Equity - Med. S cop. CH International Income - Med. S-A cop. CH International Income - Med. S-B cop. CH International Bond - Med. S-A cop. CH International Bond - Med. S-B cop. CH International Equity - Med. S-A cop. CH Solidity & Return - Med. S-B 8,320 5,193 3,875 5,909 6,826 6,615 8,086 6,692 6,300 5,180 3,300 3,677 6,770 4,725 7,352 4,841 5,569 5,390 10,466 6,942 6,677 6,240 7,674 4,529 10,776 8,826 6,676 11,265 14,784 8,701 17,936 12,952 12,679 8,316 5,152 3,862 5,854 6,791 6,603 8,019 6,691 6,278 5,176 3,283 3,664 6,769 4,700 7,353 4,842 5,560 5,381 10,494 6,960 6,684 6,246 7,654 4,511 10,771 8,757 6,654 11,161 14,706 8,685 17,787 12,952 12,634 MEDIOLANUM BEST BRANDS - CLASSI MEDIOLANUM Quotazioni del 05-10-2016 Precedente Quotazioni del US Collection Med. L European Coll Med. L Pacific Coll Med. L Em Markets Coll Med. L Glb Tech Coll Med. L Euro Fixed Income Med. L A Euro Fixed Income Med. L B Glb High Yield Med. L A Glb High Yield Med. L B Dynamic Coll Med. L Equity Power Coup. Coll Med. L Med.Blackrock Glo Sel Med. L A Med. JP Morgan Glo Sel Med. L A Med. Morgan Stanley Glo Sel Med. L A Premium Coupon Coll Med. L US Collection Med. S European Coll Med S Pacific Coll Med. S Em Markets Coll Med. S Glb Tech Coll Med. S Euro Fixed Income Med. S A Euro Fixed Income Med. S B Glb High Yield Med. S A Glb High Yield Med. S B Dynamic Coll Med. S Equity Power Coup. Med. S A Med. Blackrock Glo Sel Med. S A Med. JP Morgan Glo Sel Med. S A Med. Morgan Stanley Glo Sel Med. S A Premium Coupon Coll Med. S US Collection Med. L cop European Coll Med L cop Pacific Coll Med. L cop Glb High Yield Med. L A cop Glb High Yield Med. L B cop Equity Power Coup. Med. L cop Med. Blackrock Glo Sel Med. L cop Med. JP Morgan Glo Sel Med. L cop Med. Morgan Stanley Glo Sel Med. L cop Premium Coupon Coll. Med. L cop Glb Tech Coll Med. L cop Dynamic Coll Med. L cop US Collection Med. S cop European Coll Med S cop Pacific Coll Med. S cop Glb High Yield Med. S A cop Glb High Yield Med. S B cop Equity Power Coup. S cop Med.Blackrock Glo Sel Med. S cop Med. JP Morgan Glo Sel Med. S Med. Morgan Stanley Glo Sel Med. S cop Premium Coupon Coll. Med. S cop Glb Tech Coll Med. S cop Dynamic Coll Med. S cop Med. DWS MegaTrend Sel L Med. DWS MegaTrend Sel L Cop Med. Franklin Templeton EM Sel L Med. Pimco Inflation Strategy Sel L Med. DWS MegaTrend Sel S Med. DWS MegaTrend Sel S Cop Med. Franklin Templeton EM Sel S Med. Pimco Inflation Strategy Sel S Coupon Strategy Collection La Coupon Strategy Collection La Cop Coupon Strategy Collection Lb Coupon Strategy Collection Lb Cop Coupon Strategy Collection Sa Coupon Strategy Collection Sa Cop Coupon Strategy Collection Sb Coupon Strategy Collection Sb Cop New Opportunities collection Lca New Opportunities collection Lhc New Opportunities collection Sca New Opportunities collection Shc Premium Coupon Coll L B Premium Coupon Coll L B Hed Premium Coupon Coll S B Premium Coupon Coll S B Hed Equity Power Coup. Coll L B Equity Power Coup. Coll L B Hed. Equity Power Coup. Coll S B Equity Power Coup. Coll S B Hed. Med. Invesco Balanced Risk Coup. Sel LA Med. Invesco Balanced Risk Coup. Sel LB Med. Invesco Balanced Risk Coup. Sel SB Med. Invesco Balanced Risk Coup. Sel SA Med. Carmignac Strategic Sel LA Med. Carmignac Strategic Sel SA Conv. Strategy Coll LA Conv. Strategy Coll LB Conv. Strategy Coll LA Hedged Conv. Strategy Coll LB Hedged Conv. Strategy Coll SA Conv. Strategy Coll SB Conv. Strategy Coll SA Hedged Conv. Strategy Coll SB Hedged Infra. Opportunity Coll LA Infra. Opportunity Coll LB Infra. Opportunity Coll LA Hedged Infra. Opportunity Coll LB Hedged Infra. Opportunity Coll SA Infra. Opportunity Coll SB Infra. Opportunity Coll SA Hedged Infra. Opportunity Coll SB Hedged Med. Pimco Inflation Strategy Sel LB Med. Pimco Inflation Strategy Sel SB Socially Responsible Collectin L A Socially Responsible Coll LA Hedged Socially Responsible Coll A Hedged Socially Responsible Coll SA Equilibrium LA Equilibrium LB Equilibrium LA Hedged Equilibrium LB Hedged Equilibrium SA Equilibrium SB Equilibrium SA Hedged Equilibrium SB Hedged Financial Income Strategy LA Financial Income Strategy LB Financial Income Strategy SA Financial Income Strategy SB Long Short Strategy Collection LA Long Short Strategy Collection SA European Coupon Strategy Collection LA European Coupon Strategy Collection LHA European Coupon Strategy Collection LB European Coupon Strategy Collection LHB European Coupon Strategy Collection SA European Coupon Strategy Collection SHA European Coupon Strategy Collection SB European Coupon Strategy Collection SHB US Coupon Strategy Collection LA US Coupon Strategy Collection LHA US Coupon Strategy Collection LB US Coupon Strategy Collection LHB US Coupon Strategy Collection SA US Coupon Strategy Collection SHA US Coupon Strategy Collection SB US Coupon Strategy Collection SHB Mediolanum Fidelity Asian Coupon Selection LA Mediolanum Fidelity Asian Coupon Selection LHA Mediolanum Fidelity Asian Coupon Selection LB Mediolanum Fidelity Asian Coupon Selection LHB Mediolanum Fidelity Asian Coupon Selection SA Mediolanum Fidelity Asian Coupon Selection SHA Mediolanum Fidelity Asian Coupon Selection SB Mediolanum Fidelity Asian Coupon Selection SHB Dynamic International Value Opportunity LA Dynamic International Value Opportunity LHA Dynamic International Value Opportunity SA Dynamic International Value Opportunity SA 5,634 6,395 6,660 10,539 2,615 6,008 4,706 11,783 5,631 6,742 6,665 6,910 7,106 8,101 6,461 8,834 9,537 9,594 17,070 7,771 11,588 9,139 17,403 8,868 11,589 10,327 13,349 13,728 15,652 12,616 6,220 6,926 5,539 7,687 5,014 5,985 5,687 5,889 6,978 6,170 8,584 6,755 11,799 13,009 10,476 14,748 9,603 11,412 10,957 11,377 13,453 12,028 16,530 13,066 6,110 5,673 5,363 5,214 11,908 11,017 10,455 10,229 6,475 5,880 5,177 4,685 12,673 11,471 10,132 9,162 5,935 5,435 11,650 10,652 5,206 5,004 10,362 9,896 5,608 6,378 6,629 10,419 2,599 6,008 4,706 11,713 5,598 6,723 6,617 6,861 7,050 8,039 6,440 8,794 9,512 9,550 16,876 7,726 11,589 9,139 17,299 8,815 11,556 10,253 13,256 13,618 15,531 12,575 6,218 6,905 5,499 7,680 5,010 5,954 5,656 5,855 6,935 6,156 8,564 6,746 11,795 12,970 10,402 14,735 9,595 11,352 10,897 11,311 13,370 12,001 16,491 13,049 6,083 5,661 5,341 5,219 11,857 10,994 10,411 10,240 6,428 5,854 5,139 4,664 12,581 11,419 10,059 9,121 5,911 5,423 11,604 10,630 5,189 4,992 10,328 9,874 PORTFOLIO FUND -CLASSI MEDIOLANUM Quotazioni del 05-10-2016 Precedente Quotazioni del PO Active 100 Fund S PO Active 80 Fund S PO Active 40 Fund S PO Active 10 Fund S PO Aggressive Fund S PO Aggressive Fund SH PO Aggressive Plus Fund S PO Aggressive Plus Fund SH PO Dynamic Fund S PO Dynamic Fund SH PO Balanced Fund S PO Balanced Fund SH PO Moderate Fund S PO Moderate Fund SH PO Liquidity Fund S PO Liquidity Fund SA 11,052 10,208 11,001 10,731 11,587 10,358 11,796 10,714 11,028 10,192 10,996 10,734 11,562 10,358 11,765 10,707 05-10-2016 Precedente 10,708 6,385 8,762 12,508 9,456 12,970 9,392 10,967 10,624 18,257 13,129 13,142 12,297 9,870 8,703 11,349 9,516 7,371 6,092 6,754 5,083 8,965 6,789 8,105 18,676 14,238 11,939 11,884 9,926 15,438 12,738 15,755 9,823 10,701 6,354 8,731 12,507 9,406 12,972 9,393 10,949 10,607 18,306 13,164 13,156 12,310 9,844 8,668 11,328 9,558 7,309 6,064 6,757 5,086 8,980 6,801 8,103 18,757 14,118 11,885 11,889 9,930 15,464 12,759 15,751 9,805 05-10-2016 Precedente 5,231 4,974 10,279 9,789 5,505 5,076 10,052 10,900 5,514 10,917 5,658 5,382 5,342 5,085 11,202 10,659 10,567 10,061 5,846 5,512 5,630 5,301 11,537 10,880 11,108 10,463 4,437 8,787 4,595 4,628 9,182 9,147 4,794 4,678 4,817 4,696 9,549 9,319 9,594 9,362 4,917 4,681 9,795 9,328 4,877 9,735 5,069 5,137 5,046 5,119 10,122 10,256 10,078 10,213 5,277 5,192 5,238 5,154 10,538 10,349 10,461 10,267 5,349 5,284 5,309 5,241 10,680 10,541 10,602 10,457 5,279 5,281 10,547 10,529 5,193 4,948 10,206 9,738 5,495 5,067 10,034 10,881 5,515 10,919 5,637 5,363 5,332 5,076 11,162 10,621 10,548 10,042 5,872 5,536 5,669 5,338 11,588 10,928 11,185 10,536 4,441 8,796 4,586 4,628 9,181 9,130 4,787 4,672 4,817 4,696 9,537 9,308 9,593 9,361 4,911 4,676 9,784 9,318 4,877 9,736 5,043 5,108 5,020 5,090 10,069 10,199 10,026 10,157 5,260 5,197 5,221 5,158 10,504 10,358 10,427 10,276 5,319 5,269 5,280 5,226 10,621 10,510 10,544 10,428 5,267 5,280 10,524 10,526 05-10-2016 Precedente 11,582 10,795 11,579 11,111 11,314 11,018 11,082 11,236 11,568 10,800 11,572 11,117 11,314 11,026 11,081 11,235 24 BORSA ITALIANA Giovedì 6 ottobre 2016 ITALCEMENTI FCA-IVECO-SNAM Titoli via dalla Borsa il 12 ottobre Alleati per dare forza al gas per auto La raccolta sale del 12% a 259 milioni Chiude i siti di Roma e Napoli Il titolo Italcementi, in seguito alla conclusione dell’Opa lanciata dal gruppo tedesco HeidelbergCement sul restante 55% del capitale di Italcementi (adesioni 86,087%), sarà revocato dalla quotazione in Borsa a partire dalla seduta del 12 ottobre prossimo. Fca, Iveco e Snam uniti per accelerare lo sviluppo del gas come carburante alternativo ed ecocompatibile. I tre soggetti, che hanno siglato una lettera d’intenti al Mise, collaboreranno per accelerare l’ulteriore sviluppo del metano per autotrazione. Previsto il raddoppio dei distributori fino a oltre 2.000 in 10 anni. » La giornata in Piazza Affari Prezzo AZIONE Chiusura di seduta in buon rialzo per la Borsa, che grazie alla fiammata dei titoli bancari distanzia gli altri principali mercati europei. L’indice Ftse Mib segna +1,03% a 16.476 punti. Insieme alle banche e ai finanziari si sono mosse Eni e Fca. Tra le prime balzo di Bpm (+5,15%), Banco Popolare (+3,45%), Bper (+5,02%). Intesa guadagna il 3,32%, Mediobanca il 3,72%, Unicredit il 4,08%, Ubi il 5,73%. Pesante Monte Paschi (-3,93%) giunta al nuovo minimo. Prosegue il momento vivace del risparmio gestito (+2% Azimut e Banca Mediolanum). Su Generali (+4,17%) e Unipol (+3,55%). Eni segna un +2,31%, sospinta sia dal rialzo del petrolio che dai report favorevoli, tra cui quello di Deutsche Bank, dopo l’accordo con Bp in Mozambico. In rialzo Fca (+1,74%), giù Telecom (-0,27%), male i difensivi Snam (-2,44%) e Terna (-2,89). Nelle altre Borse europee, Londra chiude in calo dello 0,58%, Francoforte archivia gli scambi in calo dello 0,32% e Parigi dello 0,29%. I chiusura AAcea Acotel Group Acsm-Agam Adidas ag Aedes Aeffe Aegon Aeroporto Marconi Bo. Ageas Ahold Del Air Liquide Airbus group Alba Alcatel-Lucent Alerion Allianz Ambienthesis Amplifon Anheuser-Busch Anima Holding Ansaldo STS Ascopiave ASML Holding Astaldi Astm Atlantia Autogrill Autos Meridionali Axa Azimut A2a BB Carige B Carige Rsp B Desio Bria Rnc B Desio e Brianza B Ifis B Intermobiliare B M.Paschi Siena B P di Sondrio B P Emilia Romagna B Pop Etruria e Lazio B Pop Milano B Pop Spoleto B Profilo B Santander B Sardegna Rsp B Sistema Banca Generali Banco Popolare Banzai Basf Basicnet Bastogi Bayer BB Biotech B&C Speakers Bca Finnat Bca Mediolanum Be Beghelli Beiersdorf AG Beni Stabili Best Union Company Bialetti Industrie Biancamano Biesse Bioera Bmw Bnp Paribas Boero Bon Ferraresi Borgosesia Borgosesia Rsp Brembo Brioschi Brunello Cucinelli Buzzi Unicem Buzzi Unicem Rsp CCad It Cairo Communication Caleffi Caltagirone Caltagirone Editore Campari MATERIE PRIME PETROLIO Light Sweet Crude Oil AGRICOLTURA (CBOT) Frumento Mais 10,91 5,715 1,636 155,9 0,336 1,029 3,7 9 33 20,77 95,6 54,6 2,686 3,492 2,01 134,8 0,368 9,225 115,7 4,41 10,5 2,616 97,5 3,32 9,67 21,65 7,54 17,32 19,62 14,2 1,202 0,309 65 1,713 1,734 20,47 1,048 0,174 2,606 3,388 0,583 0,396 1,794 0,174 4,038 5,76 2,112 17,33 2,22 2,76 77,3 3,22 1,03 90 46,59 7,05 0,309 6,145 0,594 0,36 82,45 0,543 2,382 0,362 0,138 14,67 0,205 78,25 47,5 20,29 18,53 0,285 0,343 53 0,049 18 18,1 9,78 3,5 3,676 1,189 1,95 0,722 9,78 Ultima 2016 Capital. Var. Uff. in mln min. max. -1,445 0,263 -3,991 -0,064 -0,149 -0,097 6,813 1,072 -0,954 3,605 -0,79 1,201 0,272 0,685 -1,283 1,343 -1,377 -2,081 -0,528 -0,403 3,209 2,085 -0,579 5,641 -3,166 -2,089 -3,927 4,575 5,022 5,149 1,462 0,174 3,529 1,583 3,448 -1,429 -0,579 0,312 -0,29 -0,111 -0,83 1,992 -0,419 1,839 -2,601 1,276 1,831 -1,429 2,516 0,049 1,033 2,97 -0,539 1,534 -2,752 0,559 1,117 -0,102 -4,11 -0,649 -0,084 -0,915 -1,096 -1,411 2323,45 23,83 125,35 32616,8 107,49 110,48 583,94 325,13 77604,83 2475,55 33028,61 42188,25 26,48 8092,74 87,59 61185,72 34,1 2084,08 186073,62 1322,14 2100 613,22 42250,02 326,77 850,96 17878,22 1918,18 75,78 40989,28 2034,21 3765,75 256,52 1,66 22,62 202,88 1101,51 163,71 509,3 1181,52 1630,67 126,62 1740,03 53,4 117,63 57810,56 38,02 169,85 2015,77 1837,63 113,27 71357,84 196,4 127,32 68790,77 2581,09 77,55 111,95 4541,45 80,13 72 20777,4 1232,39 22,27 39,06 4,69 401,86 7,38 47106,12 43324,57 88,07 145,92 10,81 0,31 3539,58 38,44 1224 2992,82 398,16 31,43 494,12 18,58 234,23 90,25 5680,22 9,84 5,495 1,264 126,9 0,316 0,945 3,038 6,1 28,89 18,759 89,074 49,03 2,212 2,898 1,521 119 0,351 6,755 110,8 3,924 9,735 2,01 87,3 3,208 8,935 20,94 6,215 15,98 16,25 12,83 0,956 0,282 49,9 1,706 1,585 16,66 1 0,174 2,126 2,582 0,583 0,332 1,794 0,16 3,29 5,69 1,86 16,02 1,83 2,466 56,8 2,698 1,005 84,65 36,94 6,24 0,299 5,315 0,358 0,352 81,1 0,477 2,25 0,231 0,114 10,36 0,189 65,05 36,7 17,5 16,59 0,25 0,342 32,78 0,045 13,28 12,1 7,35 3,4 3,37 0,874 1,785 0,722 6,94 preced. 48,69 48,81 406,5 348,75 395,5 348,25 Titolo ultimo preced. Riso FARINE E SEMI (CBOT) Farina di Soia Semi di soia 10,05 10,1 305,1 963,5 304,5 963,5 Quote al 05/10 Oro Argento Platino Palladio $ x Oz 1264,52 17,58 974,37 676,14 €x Gr 36,29 0,50496 27,64 19,3 MOT-TITOLI DI STATO Codice Isn Titolo 15.11.2016 15.12.2016 01.02.2017 01.05.2017 15.05.2017 01.06.2017 1.8.2017 01.11.2017 15.1.2018 01.02.2018 15.05.2018 01.06.2018 01.08.2018 15.10.2018 01.12.2018 1.2.2019 01.03.2019 15.04.2019 01.05.2019 1.8.2019 01.09.2019 01.12.2019 1.2.2020 01.03.2020 01.05.2020 01.09.2020 01.11.2020 01.03.2021 01.05.2021 01.06.2021 1.8.2021 01.09.2021 01.11.2021 15.12.2021 01.03.2022 15.04.2022 01.09.2022 15.09.2022 01.11.2022 15.03.2023 01.05.2023 01.08.2023 15.09.2023 15.10.2023 1.11.2023 22.12.2023 01.03.2024 01.09.2024 01.12.2024 01.03.2025 01.06.2025 01.12.2025 01.03.2026 01.06.2026 1.11.2026 1,38 0,75 2 2,38 0,58 2,38 2,63 1,75 0,38 2,25 0,13 1,75 2,25 0,15 1,75 2,13 2,25 0,05 1,25 0,75 2,13 0,53 2,25 2,13 0,35 2 0,33 1,88 1,88 0,23 1,88 2,38 0,03 1,08 2,5 0,68 2,75 0,73 2,75 0,48 2,25 2,38 1,3 0,05 4,5 4,25 2,25 1,88 1,25 2,5 0,75 1 2,25 0,8 3,63 100,34 100,36 101,38 102,88 100,87 103,27 104,51 103,96 101,15 106,12 100,56 105,9 108,28 100,71 107,63 109,88 110,83 100,2 106,37 104,11 112,21 103,15 114,59 114,1 102,16 114,97 101,96 115,41 115,57 100,59 116,3 121,3 99,74 108,81 123,97 104,5 128,59 105,04 129 101,47 124,15 126,68 118,29 99,05 155,96 160 125,55 120,55 111,09 131,12 102,91 106,4 128,31 102,47 155,41 100,34 100,36 101,39 102,9 100,89 103,31 104,52 103,98 101,17 106,14 100,57 105,93 108,33 100,75 107,7 109,94 110,9 100,25 106,43 104,21 112,29 103,23 114,71 114,22 102,27 115,12 102,1 115,57 115,82 100,76 116,57 121,59 99,93 109,1 124,32 104,85 129 105,38 129,44 101,89 124,63 127,18 118,88 99,44 156,69 160 126,12 121,21 111,73 131,86 103,49 107,22 129,31 103,24 156,63 Ultima 2016 Capital. Var. Uff. in mln min. max. Prezzo AZIONE chiusura Carraro Carrefour Cattolica Assicurazioni Cembre Cementir Holding Centrale del Latte d’Italia Cerved Information Sol Chl Cia Ciccolella Cir Class Editori Cnh Industrial Cofide Coima Res Commerzbank Conafi Prestito’ Continental AG Cr Valtellinese Credem Credit Agricole Csp International Cti Biopharma DDada Daimler Damiani D’Amico Danieli & C Danieli & C Rsp Danone Datalogic Dea Capital De’Longhi Deutsche Bank Deutsche Borse AG Deutsche Lufthansa AG Deutsche Post AG Deutsche Telekom Diasorin Digital Bros Dmail Group EEdison Rsp Eems Ei Towers El En Elica Emak Enav Enel Enervit Engie Eni E.On Erg Ergycapital Espresso Esprinet Essilor INTL Eukedos Eurotech Evonik Industries AG Exor Exprivia FFalck Renewables Ferrari Fiat Chrysler Fidia Fiera Milano Fila Fincantieri FinecoBank Fnm Fresenius M Care AG Fresenius SE & Co. KGaA Fullsix GGabetti Gas Plus Gefran Generali Geox Gruppo Waste Italia HHeidelberger Cement AG Henkel KGaA Vz 14,25 9,01 1,8 156,6 0,52 1,489 5,465 10,45 43,27 22,06 97,65 55,75 3,098 3,776 2,448 163,9 0,462 9,53 118,6 8,02 10,71 2,91 98,5 5,615 11,92 24,65 8,82 18,14 25,39 23,06 1,287 1,262 99,9 2,54 2,788 29,11 2,25 1,232 4,152 7,04 0,583 0,921 1,794 0,27 4,66 8,265 4 29,18 9,505 4,57 77,75 4,85 1,65 117 54,18 7,81 0,432 7,73 0,597 0,478 84,8 0,722 2,86 0,405 0,281 15,92 0,374 97,95 52,5 22,49 19,1 0,29 0,39 54,5 0,088 18,08 19,6 10,69 4,332 4,99 1,19 2,36 1 10,09 1,212 23,5 5,255 12,68 4,35 2,762 7,53 0,021 0,178 0,241 0,942 0,309 6,55 0,34 6,95 5,76 0,242 186,2 0,305 5,075 9,065 1,074 0,352 2,12 64,9 0,944 0,32 17,39 11,8 66,55 19,3 1,075 22,13 12,09 69,85 9,685 27,92 14,8 58,55 9,52 1,178 0,68 0,09 48,36 18,9 1,833 0,784 3,54 3,85 2,5 13,34 13,27 6,14 10,18 0,05 0,753 6,08 116,5 1,025 1,17 26,49 36,81 0,652 0,79 47,67 5,855 5,37 1,649 12,98 0,439 5,18 0,408 76,2 71,25 1,389 0,447 2,552 2,61 11,23 2,088 0,128 84,95 121,3 -0,082 0,427 2,537 -0,157 2,353 -0,933 -0,397 1,905 -1,114 0,641 -3,473 1,393 0,473 -0,714 -1,116 0,041 1,582 0,528 2,277 1,569 -0,508 1,727 0,62 -1,973 -3,614 0,753 1,201 1,063 2,387 2,284 -0,18 2,545 -1,342 -0,667 -1,07 -0,594 0,422 1,815 0,592 0,335 -1,104 3,96 0,714 -2,063 -1,557 -1,635 -0,319 -1,84 2,313 -2,307 0,098 0,808 1,482 18,866 0,49 1,211 0,877 0,462 1,282 0,676 1,738 -1,828 2,486 1,327 1,768 -1,423 -0,865 -0,235 0,772 4,174 1,261 0,631 -0,059 - 55,74 16565,21 915,91 215,56 692,17 38,67 1468,35 6,35 16,38 43,56 748,22 29,12 8927,06 244,53 250,25 7213,58 11,25 37241,11 338,1 1686,89 20181,79 35,72 99,61 35,36 62601,08 77,97 137,12 710,9 477,02 34193,53 1128,02 329,61 3308,44 6901,69 13481,05 4514,65 33860,08 64547,54 3275,77 134,34 1,8 74,91 3,92 1366,77 364,72 116,07 128,44 1917,78 39141,72 44,5 29263,21 48225,64 12286,14 1530,26 8,33 310,27 318,62 25403,61 23,31 41,55 12344,34 8871,21 33,83 230,22 9244,33 7523,2 27,51 118,59 449,96 742,84 3143,25 177,44 23341,13 38883,93 15,53 25,87 114,61 37,58 17517,49 541,22 7,15 15928,13 21611,16 1,107 21,22 4,98 12,35 3,38 2,57 6,145 0,015 0,17 0,241 0,764 0,309 5,17 0,316 6,95 5,25 0,201 172,8 0,303 4,81 7,095 0,776 0,274 1,99 51,45 0,899 0,307 13,4 10,8 57,7 12,52 0,997 18,93 10,49 69,6 9,6 24,77 13,9 42,68 3,886 1,04 0,605 0,06 41,59 8,938 1,402 0,605 3,484 3,398 1,972 13,06 10,93 6,14 9,495 0,042 0,696 4,664 114,6 0,878 1,1 26,49 23,61 0,608 0,65 28 5,11 4,142 1,357 9,85 0,27 5 0,341 76,2 65,8 0,99 0,445 2,48 1,43 9,815 2,062 0,127 68,55 108,2 Prezzo AZIONE 1,926 27,15 7,34 14,25 5,905 3,34 7,905 0,034 0,231 0,241 1,11 0,695 6,92 0,431 8,95 6,57 0,319 195,1 1,091 6,855 10,91 1,234 1,16 2,732 77,95 1,215 0,694 20,1 14,69 69,45 19,3 1,286 27,67 22,63 73,95 11,44 28,73 16,61 62 9,52 1,99 0,723 0,119 59,55 18,9 1,985 0,819 3,8 4,13 3,162 16,53 14,9 9,62 11,383 0,079 1,03 8,685 118,6 1,068 1,618 26,49 42,09 0,815 1,106 47,67 8,516 6,925 2,318 13,02 0,439 7,625 0,505 80,75 71,7 1,779 0,83 3,69 2,634 16,92 4,082 0,735 85 121,3 chiusura Hera II Grandi Viaggi Igd Il Sole 24 Ore Ima Immsi Industria e Innovazione Infineon Technologies AG Ing Groep Intek Group Intek Group Rsp Interpump Intesa Sanpaolo Intesa Sanpaolo Rsp Invest e Sviluppo Inwit Irce Iren Isagro Isagro Azioni Sviluppo It Way Italcementi Italiaonline Italiaonline Rsp Italmobiliare Ivs Group JJuventus FC KKering K.R.Energy K+S AG LLa Doria Landi Renzo Lazio S.S. Leonardo - Finmeccanica Linde AG L’Oreal Luxottica Group Lventure Group LVMH MMaire Tecnimont Marr Massimo Zanetti Beverage M&C Mediacontech Mediaset Mediobanca Merck KGaA Meridie Mid Industry Capital Mittel Moleskine Molmed Moncler Mondadori Mondo TV Monrif Munich RE Mutuionline NNice Nokia Corporation Nova Re OOlidata Openjobmetis Orange Ovs PPanariaGroup Parmalat Philips Piaggio Pierrel Pininfarina Piquadro Poligrafica S.Faustino Poligrafici Editoriale Poste Italiane Prelios Premuda Prima Industrie ProSiebenSat.1 Media SE Prysmian RRai Way Ratti Chiusura dei siti produttivi di Roma e Napoli con un taglio di 2.511 persone, di cui 1.666 riferite alla sede della capitale e 845 a quella del capoluogo campano. Sono questi i numeri, pari al 5% della forza lavoro del gruppo a livello globale, comunicata da Almaviva a sindacati e ministero del Lavoro. Scadenza 0,07 0,02 0 0,01 0 0 0 0,04 0,01 0,01 0,02 0,05 0,06 0,01 0,02 0,01 0,02 0,02 0,03 0,04 0,04 0,06 0,1 0,1 0,11 0,16 0,18 0,26 0,32 0,34 0,35 0,36 0,42 0,44 0,51 0,53 0,58 0,61 0,65 0,73 0,75 0,76 0,01 0,82 0,85 0,62 0,96 1,06 1,1 1,15 1,19 1,28 1,32 1,37 1,36 15/11/2016 15/12/2016 01/02/2017 01/05/2017 15/05/2017 01/06/2017 01/08/2017 01/11/2017 15/01/2018 01/02/2018 15/05/2018 01/06/2018 01/08/2018 15/10/2018 01/12/2018 01/02/2019 01/03/2019 15/04/2019 01/05/2019 01/08/2019 01/09/2019 01/12/2019 01/02/2020 01/03/2020 01/05/2020 01/09/2020 01/11/2020 01/03/2021 01/05/2021 01/06/2021 01/08/2021 01/09/2021 01/11/2021 15/12/2021 01/03/2022 15/04/2022 01/09/2022 15/09/2022 01/11/2022 15/03/2023 01/05/2023 01/08/2023 15/09/2023 15/10/2023 01/11/2023 22/12/2023 01/03/2024 01/09/2024 01/12/2024 01/03/2025 01/06/2025 01/12/2025 01/03/2026 01/06/2026 01/11/2026 Codice Isn Titolo Ced. Prezzo d’asta Rend. sem. ultimo preced. lordo Scadenza IT0005210650 IT0001174611 IT0004889033 IT0001278511 IT0005024234 IT0001444378 IT0005094088 IT0003256820 IT0003535157 IT0005177909 IT0003934657 IT0004286966 IT0004532559 IT0004545890 IT0004923998 IT0005083057 IT0005162828 01.12.2026 1.11.2027 01.09.2028 1.11.2029 01.03.2030 01.05.2031 01.03.2032 1.2.2033 01.08.2034 01.09.2036 1.2.37 01.08.2039 01.09.2040 15.09.2041 01.09.2044 01.09.2046 01.03.2047 0,42 3,25 2,38 2,63 1,75 3 0,83 2,88 2,5 1,13 2 2,5 2,5 1,28 2,38 1,63 1,35 98,76 151,48 135,04 143,2 122,58 155,73 99,65 155,9 146,48 104,15 132,5 150,52 151,12 131,97 149,46 119,13 106,6 99,51 152,56 136,16 144,42 123,89 156,89 100,69 157,14 148,1 105,62 134,18 152,52 153,1 133,58 151,94 121,02 108,48 1,42 1,49 1,55 1,62 1,65 1,72 1,72 1,82 1,95 2,04 2,08 2,23 2,28 1,11 2,37 2,41 2,45 01/12/2026 01/11/2027 01/09/2028 01/11/2029 01/03/2030 01/05/2031 01/03/2032 01/02/2033 01/08/2034 01/09/2036 01/02/2037 01/08/2039 01/09/2040 15/09/2041 01/09/2044 01/09/2046 01/03/2047 It It 15.9.2017 It 15.09.2018 15.09.2019 It It 15.9.2021 15.05.2022 It It 15.09.2024 15.9.2026 15.09.2032 15.9.2035 1,28 1,13 1,05 1,08 0,85 1,18 0,83 0,63 1,05 0,05 0,25 0,2 1,18 1,55 0,63 1,18 99,63 100,88 103,13 102,09 104,76 108,92 105,21 104,53 112,17 101,3 102,02 100,99 116,51 125,48 107,76 127,28 99,64 11,97 100,9 0,62 103,14 0 102,11 0,24 104,84 0,04 108,99 0,01 105,28 0,19 104,62 0,14 112,39 0 101,39 0,01 102,15 0,19 101,14 0,27 117,07 0,26 126,16 0,46 108,67 0,75 128,6 0,81 22/10/2016 22/04/2017 15/09/2017 12/11/2017 15/09/2018 15/09/2019 23/04/2020 27/10/2020 15/09/2021 15/05/2022 20/04/2023 11/04/2024 15/09/2024 15/09/2026 15/09/2032 15/09/2035 Tf 1.03.2017 15.06.2017 15.10.2017 15.04.2018 01.11.2018 15.11.2019 15.12.2020 15.06.2022 15.12.2022 15.07.2023 1,5 0,03 1,19 0,34 0,44 0,85 0,54 0,33 0,2 0,28 0,26 100,44 100,12 101,79 100,81 101,39 103,48 103,16 102,25 100,97 101,43 100,94 100,65 100,13 101,8 100,81 101,41 103,5 103,21 102,32 101,04 101,5 101,03 0,05 0,03 0,03 0,03 0,1 0,01 0,06 0,12 0,23 0,32 0,37 01/12/2016 01/03/2017 15/06/2017 15/10/2017 15/04/2018 01/11/2018 15/11/2019 15/12/2020 15/06/2022 15/12/2022 15/07/2023 - 100,11 100,11 - 100,19 100,21 - 100,15 100,17 0,08 0,02 0,01 27/02/2017 30/08/2017 28/03/2018 ☎ 1,5% 0,5% 4,35% 0,1% 0,25% Divisa 4000 Dollaro Usa 4003 Yen Giapponese Paesi euro Polonia lombard Russia tasso di sconto Svizzera lombard Usa federal funds 0% 1,5% 8,25% 0,5% 0,5% 1,1211 1,1161 1,0000 4007 Corona Ceca 27,0280 27,0210 24,1084 115,6500 114,5000 103,1575 4008 Rublo Russo 69,9836 69,7125 62,4240 305,8500 307,4200 272,8121 Agronomia 8% cv 2014-2019 Beni Stabili 0,875% Cv Gn21 Bomi 6% Cv 2015-2020 Ultima Var. quot. Zc 30.08.2017 28.03.2018 Cambio per doll. 1,4816 1,4697 1,3216 4010 Fiorino Ungherese 4016 Dollaro Australiano 1,4722 1,4564 1,3132 4011 Zloty Polacco 4,2941 4,2936 4002 Franco Svizzero 1,0959 1,0949 0,9775 4015 Dollaro Neozelandese 1,5612 1,5327 1,3926 4001 Sterlina Inglese 0,8816 0,8754 0,7863 4017 Rand Sudafricano 15,4086 15,1834 13,7442 3,8303 4005 Corona Svedese 9,6260 9,6005 8,5862 4020 Dollaro Hong Kong 8,6958 8,6565 7,7565 4004 Corona Norvegese 8,9872 8,9175 8,0164 4027 Dollaro Singapore 1,5365 1,5289 1,3705 domanda offerta 597,44 599,08 1100,51 1121,69 499,36 1083,07 664,68 1110,44 1319,61 627,61 640,92 1246,21 1267,39 550,03 1224,57 723,05 1245,41 1501,72 MONETE D’ORO Quotazione domanda offerta Moneta 262,48 263,57 263,57 211,74 210,19 209,47 209,47 209,45 258,26 293,12 298,53 298,53 230,86 227,35 226,21 225,71 225,71 289,22 10 $ Liberty 10 $ Indiano 20 $ Liberty 20 $ St. Gaudens 4 Ducati Austria 100 Corone Austria 100 Pesos Cile Krugerrand 50 Pesos Messico BOT CTZ IT0005089955 IT0005126989 IT0005175366 Divisa Quotazione CCT IT0004874399 IT0004584204 IT0004809809 IT0004652175 IT0004716319 IT0004922909 IT0005009839 IT0005056541 IT0005104473 IT0005137614 IT0005185456 Cambio per doll. ☎ Var. quot. Sterlina (v.c.) Sterlina (n.c) Sterlina (post 74) Marengo Italiano Marengo Svizzero Marengo Francese Marengo Belga Marengo Austriaco 20 Marchi 2,216 0,698 0,632 0,433 41,29 0,329 0,103 12,79 8,55 0,189 0,358 10,45 1,55 1,493 0,032 3,7 1,641 1,27 0,904 0,726 1,134 9,76 1,754 292,7 30,12 7,54 0,231 137 0,371 16 8,195 0,39 0,392 8,38 122,6 144,9 41,2 0,396 130,8 1,855 15,74 6,42 0,114 0,67 2,592 4,632 92,7 0,054 3,9 1,29 1,344 0,24 12,19 0,714 3,188 0,164 140,8 6,66 1,903 4,538 0,22 0,119 6,525 13,12 4,844 2,282 2,304 20,9 1,462 0,243 1,507 0,983 4,118 0,158 5,17 0,07 0,049 8,75 37,35 16,45 3,444 1,965 2,658 1,034 0,887 0,645 60 0,468 0,301 15,79 12,58 0,316 0,482 15,99 3,088 2,834 0,094 5,04 2,134 1,669 1,5 1,182 1,82 10,62 3,5 320 46,31 8,8 0,316 186 0,671 18,67 13,29 0,758 0,524 12,9 156,5 177 60,4 0,714 160,5 2,72 19,08 9,505 0,2 1,65 4,07 8,885 99,8 0,115 4,6 1,574 2,48 0,62 16 1,068 6,06 0,266 185,5 8,25 2,848 6,92 0,554 0,199 7,5 16,54 6,42 3,94 2,456 26,74 2,326 0,549 3,7 1,388 6,665 0,259 7,2 0,269 0,189 14,82 40,03 23,58 4,786 2,578 Prezzo chiusura Prezzo ultimo prec. 85,000 102,790 - 85,000 102,790 - Titolo Prezzo AZIONE chiusura Rcs Mediagroup Recordati Renault Reno De Medici Reply Retelit Ricchetti Risanamento Roma A.S. Rosss Rwe SSabaf Saes Getters Saes Getters Rsp Safilo Group Safran Saint-Gobain Saipem Saipem Rcv Salini Impregilo Salini Impregilo Rsp Salvatore Ferragamo Sanofi Sap Saras Save Schneider Electric Servizi Italia Sesa Sias Siemens Sintesi Snai Snam Societe Generale Sogefi Sol Space2 Stefanel Stefanel Rsp STMicroelectronics TTamburi Tas Technogym Tecnoinvestimenti Telecom Italia Telecom Italia Rsp Telefonica Tenaris Terna Ternienergia Tesmec Thyssenkrupp AG Tiscali Tod’s Toscana Aeroporti Total Trevi Txt e-solutions UUbi Banca Unibail-Rodamco Unicredit Unicredit Rsp Unilever Uniper Unipol UnipolSai VValsoia Vianini Vinci SA Vittoria ass Vivendi Volkswagen AG Vz. Vonovia SE YYoox Net-a-Porter Group ZZignago Vetro Zucchi Zucchi Rsp 85,000 102,790 103,000 0,943 28,32 76,8 0,287 122 0,81 0,169 0,063 0,425 0,586 14,73 9,07 12,81 9,15 8,95 63,95 38,52 0,392 5,85 2,592 6,75 23,02 68,6 81 1,382 17,95 61,9 3,634 15,19 8,33 105 0,015 1,27 4,724 31,03 1,817 7,925 9,905 0,16 145 7,23 3,69 0,77 4,48 4,298 0,73 0,6 9,1 13,01 4,372 0,77 0,49 21,46 0,044 47,88 15 43,13 1,228 7,195 2,14 231 2,092 5,375 41 10,8 2,39 1,485 17,4 1,111 67,55 9,68 18,1 120,3 34,04 28,45 5,13 0,019 0,142 Ultima 2016 Capital. Var. Uff. in mln min. max. 0,266 -0,211 1,386 2,464 0,412 2,532 0,118 -2,333 -0,399 -0,425 -3,599 0,392 1,589 1,554 4,096 -0,735 0,744 -0,652 -0,308 -1,003 -1,102 1,565 0,93 -1,595 -0,19 -4,459 6,723 -2,437 0,747 1,85 0,316 1,071 -0,063 0,069 2,216 -0,965 0,674 -0,647 -0,273 -0,662 -0,438 0,931 -2,888 2,125 0,459 0,504 0,134 -0,093 1,656 -0,069 5,731 1,852 4,08 0,844 -2,265 -0,917 3,553 3,125 -0,401 -1,681 1,097 0,754 0,388 0,391 -2,062 - 491,86 5922,42 21883,17 108,31 1141,05 133,05 13,83 113,09 168,77 6,77 7709,76 104,61 187,94 67,51 560,81 26669,04 21373,47 3962,99 0,64 1275,71 10,9 3885,55 90245,05 99286,79 1314,28 993,35 36444,12 115,6 235,36 1895,37 95991,36 0,63 239,3 16537,02 18019,97 215,71 718,8 297,15 13,52 0,29 6586,37 545,38 32,16 896 198,81 9848,19 3616,68 42815,47 15358,78 8787,69 31,05 52,49 12145,03 137,76 1584,52 279,18 102296,08 202,35 93,58 1929,74 22886,46 12924 13,57 70303,84 3952,37 1714,76 4202,13 184,7 33,45 40168,5 652,23 21180,73 24806,52 15862,66 2526,12 451,44 7,24 0,49 0,408 19,43 65,25 0,272 105 0,427 0,155 0,063 0,37 0,536 10,15 8,775 8,985 6,75 6,27 59,85 34,08 0,301 3,9 2,45 6,265 17,53 67,1 65,45 1,23 11,27 52,1 3,148 12,5 7,51 79 0,014 0,529 4,722 26,16 1,16 7,08 9,5 0,142 145 4,59 2,59 0,385 3,62 2,8 0,634 0,512 7,575 8,64 4,372 0,695 0,456 18,1 0,038 46 12,97 36,05 1,118 6,955 1,995 226,8 1,753 5,33 36,76 9,4 1,94 1,26 16,41 1,09 63,6 7,765 15,26 110,1 32,6 19,6 5 0,008 0,115 1,05 29,36 94,1 0,368 135,9 0,81 0,247 0,126 0,509 0,95 16 11,48 14 10,55 10,71 64,55 40 0,943 6,2 4,01 9,51 23,02 79,95 82,15 1,952 18,15 63,05 3,87 15,7 9,8 108,9 0,036 1,27 5,53 43,32 2,166 9,085 10 0,25 145 7,25 3,736 0,78 4,48 4,38 1,175 0,951 10,49 13,19 5,08 1,582 0,65 21,46 0,058 73,75 15,5 45 1,83 8,13 6,2 231 5,135 8,29 43 10,9 4,764 2,36 21,608 1,298 69,35 10,04 20,02 128,6 34,04 34,55 6,065 0,04 0,21 Giorni Prezzo Rend. Lordo Periodo 360 365 14.10.2016 31.10.2016 14.11.2016 30.11.2016 14.12.2016 30.12.2016 13.01.2017 31.01.2017 14.02.2017 28.02.2017 14.03.2017 31.03.2017 13.04.2017 12.05.2017 9 26 40 56 70 86 100 118 132 146 160 177 190 219 100,011 100,032 100,043 100,067 100,074 100,097 100,093 100,111 100,123 100,124 100,119 100,140 100,159 100,169 0,114 0,098 0,120 0,077 0,093 0,117 - 1 mese 3 mesi 6 mesi 9 mesi 12 mesi -0,371 -0,301 -0,203 -0,131 -0,064 -0,376 -0,305 -0,206 -0,133 -0,065 Tasso riferimento principale Depositi Rifinanziamento marginale 0,00 -0,40 0,25 TASSI BCE Fondo Alpha Immobiliare AMUNDI RE Europa AMUNDI RE Italia Atlantic 1 Atlantic 2 Beta Bnl Portfolio Imm Delta Immobiliare Estense Distrib Europa Imm 1 Immobiliare Dinamico Immobilium 2001 ultimo - 106,461 107,652 106,948 102,180 102,395 129,220 99,887 104,525 100,198 97,262 107,881 95,862 95,162 102,315 100,018 98,726 109,332 98,840 80,101 151,006 103,510 116,000 110,127 78,683 104,262 106,374 113,006 108,995 107,420 102,325 113,643 101,179 76,907 Titoli Prezzo chiusura Cdr Adv. Capital 6% Cv 2015-21 Cdr Adv Capital 6,5 Cv 2014-19 Chl Cv 2014-2018 101,000 102,900 Prezzo ultimo prec. 101,000 102,793 Quantità in migliaia 100,000 101,000 102,793 - OBBLIGAZIONI PIÙ TRATTATE NELLA GIORNATA 4,66 0,06 0,57 4,91 2,94 1,72 0,24 0,75 2,52 29,42 0,87 14,52 6,13 3,68 1,75 2,17 3,27 0,89 2,19 3,87 3,77 1,43 1,34 2,13 3,69 3,10 0,82 2,66 1,95 2,76 3,35 4,86 2,34 FONDI CHIUSI EURIBOR (aggiornato al 04/10) Scadenza Quantità in migliaia Prezzo d’asta Rend. Scadenza ultimo lordo Alerion TF 2015-2022 Eur Atla Nv18 3,625% Eur Autostrade 12.06.2023 1,625% Banco Popolare Nv20 5.5% Eur Bca Carige 99/2019 132 ind Bei 99/2019 Eu S Bond Bimi Gn17 Tv Eur Bimi Mg19 Tm Bancoposta CFloor Bimi Mz17 Mc Eur Bimi 27.11.2016 Brl 10% Bimi 30.08.2019 Eur 4,5% Bnp Arbitr Tf 10% Dc17 Brl Bnp Arbitr 02.02.2020 4,5% Mxn Bpop 30.07.2022 Eur3m+4,375% CassaDdPp 20.03.2022 Mc Centrob 2019 Eu Sd Ind Centrob 98/2018 Cap Rf Centrob 98/2018 Zc Comit 97/2027 Zc Crediop step down 2^ 99/24 12% Crediop 99/2019 Rfc IADB 98-18 Coupon Reset IADB 98-18 Rev.Float.Capped ISP fb28 zc Ivs Group 15.11.2022 4,5% Mb Gn21 Tv Mb Mg20 P Atto 4,5% Mb Nv20 Eur 5% Mb 04.12.2023 TM Cap Floor Mb 10.09.2025 Tv Floor Sub2 Mb 18.04.2023 5,75% Mbp Nv17 Sc Eur Mcr Centr 98/2028 Zc 11-02-2022 30-11-2018 12-06-2023 18-11-2020 17-05-2019 05-02-2019 30-06-2017 31-05-2019 31-03-2017 27-11-2016 30-08-2019 02-12-2017 02-02-2020 30-07-2022 20-03-2022 22-01-2019 20-10-2018 30-01-2018 08-01-2027 26-02-2024 29-01-2019 24-12-2018 06-11-2018 17-02-2028 15-11-2022 13-06-2021 14-05-2020 15-11-2020 04-12-2023 10-09-2025 18-04-2023 30-11-2017 10-02-2028 Titolo Prezzo d’asta Rend. Scadenza ultimo lordo Mcr Lomb 2018 75 R F Mcr Lomb 2019Eu Sd Ind Mcr Lomb 2019EU 3 Rfc Mcr Lomb 98/2028 25Zc Mcr Lomb 99/19 37a step-down Mediob Ap19 TM Eur Mediob Opera gn26 sb t2 3,75% Mediob Tv Cap Floor Ag 23 Mediob 12.06.2025 2,75% Call Mediob 12.12.2017 Zc Eur Mittel 12.07.2019 6% Eur Mps 27.10.2017 Mc Eur Mps 29.09.2017 Mc Eur RBS Ge20 Royal Sicurezza RBS Ge20 Royal 5,5 Inflazione RBS Ott19 Tsf Sg Issuer 04.02.2019 6,75% Zar Sg Issuer 05.12.2016 10% Brl Sg Issuer 27,4,2018 rub 10,5% Sg 29.01.2019 7,25% Idr Spaolo 97/2022 115 Zc Spaolo 99/19 7 IND Tip 4,75% 2014-2020 Ubi Feb17 lt2 3.1% Ubi Ge17 SU Eur Ubi Gn19 SubLT2FixFloat Ubi Mz19 Mc Sub Call Ubi Nv17 Eur 4,3% Ubi Nv18 Mc Eur Ubi 08.10.19 6% lt2 Ubi 08.10.2019 T M LT2 Welcome Ubi 30/06/11-18 5,4% 109,523 98,777 109,368 77,897 98,536 100,771 100,791 106,927 104,159 99,569 105,035 99,593 99,242 108,388 102,790 99,604 96,865 97,154 103,603 100,240 93,719 105,400 108,102 100,542 101,166 97,438 97,553 100,839 97,494 103,255 104,093 102,373 3,14 2,25 3,10 2,22 1,76 0,86 3,69 1,98 2,22 0,37 4,09 5,14 5,11 0,89 0,77 0,53 8,28 29,18 7,95 7,11 1,23 0,87 2,29 1,10 0,28 2,73 2,76 2,73 1,89 3,59 3,25 3,57 06-11-2018 15-01-2019 18-02-2019 18-02-2028 03-06-2019 02-04-2019 16-06-2026 29-08-2023 12-06-2025 12-12-2017 12-07-2019 27-10-2017 29-09-2017 11-01-2020 11-01-2020 08-10-2019 04-02-2019 05-12-2016 27-04-2018 29-01-2019 30-01-2022 25-01-2019 14-04-2020 23-02-2017 31-01-2017 30-06-2019 13-03-2019 05-11-2017 18-11-2018 08-10-2019 08-10-2019 30-06-2018 Dati ed elaborazioni di borsa sono curati da prec. 1363,000 1369,000 1131,000 1135,000 971,500 970,000 288,900 291,700 97,050 97,050 129,300 129,900 507,500 510,000 65,900 65,550 686,500 690,000 942,000 942,500 85,900 85,850 1935,000 1910,000 Per la vostra pubblicità su [email protected] - www.visibilia.eu 3300,82 47,36 534,58 18,76 2355,6 129,91 3,16 18295,69 22921,66 68,72 18,38 1693,07 31623,99 1754,95 2,09 2604 48,44 1731,23 29,51 14,69 12,85 3695,28 231,82 2,18 1056,04 330,51 309,89 23539,3 15,4 19512,31 254,05 46,35 33,9 5787,29 28435,75 100241,49 20139,28 12,2 76479,23 664,22 1185,48 246,27 91,99 18,59 3312,16 5221,77 12407,26 4,91 17,3 121,4 515,34 215,99 3857,83 236,36 126,59 29,09 34159,83 303,06 303,69 19422,85 3,12 5,24 91,18 36261,02 1203,1 145,14 4374,4 25759,19 668,85 14,63 46,19 55,65 6,19 23,21 8097,88 91,44 9,35 145,72 8172,08 5110,28 979,2 55,68 Titoli 4014 Dollaro Canadese Moneta -1,599 0,152 0,921 -0,915 0,251 0,079 4,328 1,645 1,067 -0,704 -0,575 3,316 2,283 -3,881 -0,504 -0,29 -2,333 -0,661 0,583 -0,377 -0,591 1,117 -0,065 0,27 -0,62 -2,44 1,229 2,962 1,265 -2,29 0,897 -0,75 -0,256 0,092 0,394 -0,278 -0,103 0,499 0,214 3,72 -0,156 0,58 -0,097 1,048 -0,55 0,615 -0,052 0,73 0,656 2,667 -1,731 -0,375 -1,561 0,952 5,611 0,085 0,684 -0,875 1,278 1,593 0,815 -1,894 3,534 0,813 -0,502 0,725 0,769 -1,37 - MOT-OBBLIGAZIONI Ultima BTPI IT0004863608 IT0004917958 IT0004085210 IT0004969207 IT0004890882 IT0004380546 IT0005012783 IT0005058919 IT0004604671 IT0005188120 IT0005105843 IT0005174906 IT0005004426 IT0004735152 IT0005138828 IT0003745541 2,216 0,992 0,658 0,433 60 0,382 0,135 15,79 11,12 0,199 0,367 15,55 1,994 1,882 0,032 4,34 1,722 1,465 1,202 1,036 1,625 10,58 2,02 320 44,34 8,485 0,308 186 0,465 16,84 8,195 0,412 0,501 10,01 153,1 166,4 41,62 0,477 156,1 2,174 17,82 7,18 0,194 1,008 2,804 5,995 96 0,095 4,1 1,381 2,426 0,513 15,42 0,904 4,578 0,194 165,5 7,67 2,618 5,11 0,231 0,154 6,65 13,87 5,3 3,2 2,358 26,49 1,699 0,269 1,531 1,113 5,18 0,176 6,2 0,079 0,05 13,9 37,35 23,58 3,6 2,036 Ultima 2016 Capital. Var. Uff. in mln min. max. OBBL.CONVERTIBILI Australia tus Canada tus Cina p/t Giappone tus G. Bretagna tus CAMBI DELL’EURO Ced. Prezzo d’asta Rend. sem. ultimo preced. lordo BTP IT0004960826 IT0004987191 IT0004164775 IT0004793474 IT0005023459 IT0004820426 IT0003242747 IT0004867070 IT0005058463 IT0004273493 IT0005106049 IT0004907843 IT0004361041 IT0005139099 IT0004957574 IT0003493258 IT0004423957 IT0005177271 IT0004992308 IT0005030504 IT0004489610 IT0005069395 IT0003644769 IT0004536949 IT0005107708 IT0004594930 IT0005142143 IT0004634132 IT0004966401 IT0005175598 IT0004009673 IT0004695075 IT0005216491 IT0005028003 IT0004759673 IT0005086886 IT0004801541 IT0005135840 IT0004848831 IT0005172322 IT0004898034 IT0004356843 IT0004243512 IT0005215246 IT0000366655 IT0000366721 IT0004953417 IT0005001547 IT0005045270 IT0004513641 IT0005090318 IT0005127086 IT0004644735 IT0005170839 IT0001086567 La raccolta netta di Banca Generali è stata di 259 milioni a settembre (+12% in confronto al settembre 2015), portando quella di inizio anno a 4,1 miliardi (+36%). La raccolta gestita di settembre è stata di 246 milioni (2,8 miliardi da inizio anno, con un +4% su base annua). TASSI UFFICIALI METALLI PREZIOSI ultimo ALMAVIVA MERCATO AZIONARIO Bene Unipol con Mediolanum Terna scivola Titolo BANCA GENERALI il Giornale Milano TEL 02 3658 6750 FAX 02 3658 6774 Roma TEL 06 9521 3200-01-02 FAX 06 9521 3233 Fondo Invest Real Sec Investietico Mediolanum Re A Mediolanum Re B Obelisco Polis Risp Imm Uno Energia Securfondo Socrate Tecla Unicredit Imm Uno Valore Imm Globale ultimo prec. 845,000 244,000 3,324 2,400 508,000 911,500 6660,000 1087,000 268,100 131,500 1250,000 1654,000 846,500 244,000 3,424 2,400 504,000 919,000 6660,000 1124,000 270,000 132,000 1250,000 1650,000 Milano Finanza è parte del Gruppo Class Editori. Per informazioni e abbonamenti numero verde 800 822195 26 Giovedì 6 ottobre 2016 Album LETTERATURA Il Prix Prince Pierre de Monaco al poeta siriano Adonis L’edizione 2016 del «Prix littéraire Prince Pierre de Monaco» è stato conferito allo scrittore siriano Adonis, 86 anni, considerato uno dei principali poeti contemporanei di lingua araba e anche uno dei favoriti nella corsa del Premio Nobel per la Letteratura di quest’anno. Adonis è stato premiato per l’insieme della sua opera che ha contribuito in maniera determinante all'apertura della letteratura araba alla modernità. Adonis ha ricevuto un assegno di 15mila euro. l’intervista » Joël Dicker Eleonora Barbieri I l protagonista è sempre Marcus Goldman, scrittore. Però non è più alle prese con La verità sul caso Harry Quebert (bestseller da tre milioni di copie), bensì con il suo passato, la sua famiglia, il suo grande amore perduto, i cugini ricchi e splendidi (i Goldman di Baltimore), i suoi genitori più «sfigati» (i Goldman di Montclair), e la tragedia che ha colpito il clan. Il libro dei Baltimore è il nuovo romanzo di Joël Dicker (lo pubblica La nave di Teseo). Lo scrittore svizzero è a Milano per presentarlo, appena arrivato da Ginevra, dove è nato nel 1985 (sì, ha solo 31 anni...). Alla fine del romanzo, Marcus scrive che «tutto è riparato». I libri riparano la realtà? «Può darsi. In questo caso però bisogna considerare tutto il resto del romanzo: Marcus usa l’arte per cercare di dare una sistemazione, un senso alla vita, al passato, a tutto ciò che credeva andasse sistemato. È quello che non solo i libri, ma tutta l’arte riesce a fare: riutilizzare la propria realtà, quello che ci rende felici o tristi, per qualcosa di diverso. Anche se non è un romanzo autobiografico». Marcus è ossessionato dal passato, dalla verità. «Però non è una ossessione dal punto di vista nostalgico, è per capire come siamo diventati quello che siamo, perché facciamo le cose e perché le facciamo in un certo modo. Attraverso questa ossessione del passato, Marcus sta cercando di capire se stesso». Come Marcus, anche lei è ossessionato dalla scrittura? «Non direi “ossessione”, è una parola che non mi piace». Passione? «Passione sì, mi piace di più. Per me è molto importante, quando lavoro a una storia, che la storia mi segua ovunque io vada e qualunque cosa faccia, perché vuol dire che sono davvero immerso nella storia stessa». È piuttosto produttivo: ha scritto molti romanzi in pochissimi anni. «In realtà sono uno scrittore molto lento: mi ci vuole un sacco di tempo per scrivere. È un processo molto lungo, fatto di scrittura e riscrittura delle stesse frasi. E mi piace che, alla fine, le persone dicano che i miei libri sono facili da leggere: io cerco di essere il più semplice possibile. Ma è difficile essere semplice». Per scrivere Harry Quebert si era chiuso a casa di sua nonna. Lo ha fatto di nuovo? «È vero, di solito andavo da mia nonna a scrivere, ma è morta due anni fa. La sua casa era in affitto. E allora mi sono chiesto: adesso dove vado a scrivere?». Che cosa aveva di speciale la casa di sua nonna? «Ci sono andato fin da quando ho iniziato a scrivere, intorno ai vent’anni: avevo provato in un caffè, ma non ci riuscivo. Avevo bisogno di uno spazio tutto mio, di un posto tranquillo. Da lei c’era questa stanza inutilizzata e così sono andato lì per quasi dieci anni: è stato il mio primo ufficio da scrittore. E mia nonna è stata la prima OLTRE IL BUSINESS «Quando scrivo un libro non so come finirà E non penso al lettore» Gelosia, ossessioni, rivalità: ecco il nuovo romanzo del giovane autore svizzero di «Harry Quebert» a prendere il mio lavoro di autore molto seriamente: non lasciava mai entrare nessuno, era severa». Alla fine dove è andato? «Ho provato a lavorare a casa mia, ma non riuscivo neanche lì. Quindi ho preso un piccolo ufficio a Ginevra, solo per scrivere. Ho bisogno di molta tranquillità, e poi ho quintali di appunti, scarabocchi, foglietti... Un caos». E nel caos ha una routine? «Sì. Il mio obiettivo è scrivere il più possibile, da sempre. Anche quando studiavo Legge, anche quando lavoravo come assistente al parlamento a Ginevra, cercavo di trovare il tempo per scrivere, ogni giorno, e cercavo di scrivere più che potevo. Inizio subito, al mattino presto». Uno dei temi del romanzo è la gelosia, anche fra amici, fra Marcus e i cugini, fra i cugini stessi. Siamo tutti gelosi? «Viviamo in un mondo in cui passiamo molto tempo a ostentare quello che siamo e abbiamo, e a cercare di ottenere l’approvazione degli altri, anche se non li conosciamo. Ci affanniamo a ottenere “like” per una foto su Facebook». Viviamo sempre in un OGGI A MILANO Joël Dicker presenta il suo nuovo romanzo, «Il libro dei Baltimore» (La nave di Teseo, pagg. 590, euro 22) oggi a Milano, alla Feltrinelli Duomo, alle ore 18.30. «La verità sul caso Harry Quebert» (Bompiani, 2013) è stato un bestseller mondiale il Giornale confronto con gli altri? «È tutto un confronto fra come è la mia vita e come è quella del mio vicino. Ma la questione vera è fra me e me: la persona di cui sono geloso è lo specchio di quello che non sono, che non ho o che avrei voluto essere, o avere. Quindi interrogarci sulla nostra gelosia è un modo per riflettere su noi stessi e mettere in discussione quello che abbiamo raggiunto». È una trilogia? «Non lo so. L’ho accennato quando mi chiedevano perché avessi ambientato il mio romanzo negli Stati Uniti. Il fatto è che con Harry Quebert, che è il mio primo vero romanzo, dopo cinque che erano stati rifiutati, avevo deciso che per me sarebbe stato un bene scrivere un paio di libri ambientati fuori dall’Europa; e Il libro dei Baltimore era parte di questo piano, anche se non potevo aspettarmi tutto il successo che è arrivato». E dopo il successo? «Ne sono stato molto felice, ovviamente, e ho accennato alla trilogia. Ma non lo so, perché in realtà non so mai davvero a che cosa sto lavorando fino a che non è pubblicato. Ed è anche quello che mi piace del mio lavoro: non ho piani, non so come finirà un mio Le frasi PROCESSO LUNGO Sono lento e caotico Ma sono felice che al pubblico sembri tutto semplice APERTO AL CASO Una trilogia? Non lo so Anche la mia suspense non è mai pianificata romanzo fino a che non l’ho finito, tutte le strade sono aperte». Non sa come va a finire? «Esatto. Del resto io amo leggere un libro perché mi piace l’atmosfera, certo, ma anche perché voglio sapere quello che succede: se lo so già, perché leggerlo? E così è anche quando scrivo. Non ho un piano, tutto può cambiare. Ed è per questo che non parlo mai di quello che faccio, e che parlo di un mio libro solo dopo che l’ho scritto: non so mai se lo finirò davvero...» Quindi la suspense per cui è tanto famoso è casuale? «Non è pianificata. Ogni capitolo è situato in anni diversi, lontani fra loro, perché scrivo così: faccio un salto indietro nel tempo per scoprire che cosa è successo, poi torno in avanti e racconto quello che è successo dopo. Alla fine di ogni capitolo non so che cosa succederà dopo. Ma intanto i vari capitoli, i vari momenti del tempo, mi frullano in testa». Ama il lieto fine? «Più che lieto, direi speranzoso. Mi piace che, quando un romanzo finisce, ci sia una nota di speranza, che tutto si possa sistemare, che le persone possano tornare insieme, che non vada per forza tutto a rotoli». Qual è il suo obiettivo quando scrive? «Il piacere. Quello che faccio è, per me, una vera fonte di piacere. Non so mai se alle persone piacerà, visto oltretutto che c’è un sacco di roba che ho scritto e nessuno ha mai letto... Perciò la cosa più importante è godermi quello che faccio». E nei confronti del lettore qual è l’obiettivo? «Non penso al lettore. Spero che gli piaccia, e sono molto felice se c’è qualcuno che mi legge e apprezza quello che scrivo. Ma non lo faccio per il lettore». Di Montigny teorizza un’economia che si fa eroica Matteo Sacchi L’ economia serve l’uomo o è l’uomo a servire l’economia? Nel mondo di oggi, dove tutto accade più velocemente, l’incertezza è un’opportunità o soltanto una minaccia? In un’epoca dove l’individualismo sembra essere il vero Zeitgeist c’è spazio per ripensare a un nuovo modo per sentirsi parte di una collettività? Sono alcune delle domande che si pone Oscar di Montigny nel saggio che ha appena pubblicato per i tipi di Mondadori: Il tempo dei Nuovi Eroi (pagg. 262, euro 13). Di Montigny (Milano, 1969) è direttore marketing, comunicazione e innovazione del gruppo bancario Mediolanum. Da anni si occupa, anche attraverso il suo blog Riflessioni per il terzo millennio, di coniugare business, management, filosofia, arte e scienza. Nel testo condensa il suo lungo percorso di riflessione per tracciare la strada di una nuova economia. Una economia «0.0» che metta l’essere umano al centro e trovi un nuovo spazio per la responsabilità personale. Un’economia che vada oltre i vecchi concetti di violenza contro violenza e furbizia contro furbizia. Per raccontare questo modello, Di Montigny fa largo uso della sua esperienza personale e costruisce la sua narrazione collegando i fatti della sua vita presentati per il loro valore di svolta personale e non per sterile autobiografia ai ragionamenti di alcuni dei più importanti pensatori contemporanei, da Bauman a Sgalambro passando per Bohr e la teoria quantistica. Può sembrare strano, trattandosi di un libro dove largo spazio è dato, ovviamente, all’impresa e all’economia ma, alla fine, quello che Di Montigny teorizza è anche il ritorno a una dimensione eroica della vita. Nel senso di una più ampia realizzazione di se stessi passando per la capacità di dare agli altri, di sostenere una visione più olistica che porti ad un miglioramento collettivo. Utopia? Forse, ma è un’utopia che Di Montigny argomenta molto bene, partendo da modelli come quello della Corporate Social Responsibility ma spingendosi decisamente oltre. Così per lui l’atto economico per eccellenza diventa l’amore. Giovedì 6 ottobre 2016 ALBUM 27 il Giornale ROMANZO Il porno candore di Mario Desiati «profana» Pasolini Massimiliano Parente C SI TERRÀ DAL 19 AL 23 APRILE Internazionale, interattivo e niente soldi pubblici Ecco l’anti-Salone di Milano Presentato «Tempo di libri». Il programma affidato alla «correttissima» Chiara Valerio Stefania Vitulli D ue scrittori, Chiara Valerio e Pierdomenico Baccalario, a guidare il programma per il pubblico. Un logo dallo stile a metà tra gli anni ’40 e un doodle di Google («il libro è la meridiana dell’epoca»). Un grido di partenza come «Siamo liberi imprenditori» lanciato da Federico Motta di AIE per sottolineare l’autonomia dai contributi pubblici nonostante un budget preventivato tra i 2 e i 3 milioni di euro. E un primo obiettivo numerico in puro «stile Giuseppe Sala», anche se a dichiararlo è l’amministratore delegato di Fiera Milano, Corrado Peraboni: fino a 120mila visitatori attesi alla prima edizione da 400 espositori distribuiti nei padiglioni 2 e 4 di Rho, i più vicini a metropolitana e passante, per una superficie complessiva di 35mila metri quadrati. È sorto ieri il sole (rosso, come detta il logo, su libro blu cobalto e ombra gialla) sulla nuova fiera del libro di Milano. Si chiamerà «Tempo di libri», è stata presentata a un gran folla di addetti ai lavori tra editori, editor, uffici stampa, librai del mondo reale e online, bibliotecari – tutti più numerosi dei giornalisti presenti ma anche più ignari rispetto ai media dei dettagli sulla “rottura” Torino-Milano - e si svolgerà, come già più volte preannunciato, dal 19 al 23 aprile, con una chiusura in concomitanza con la Giornata Mondiale del Libro e del Diritto d’Autore. Il casting per la squadra è in parte interno agli editori in parte soffiato alla tradizione del salone torinese (come l’ufficio stampa guidato da Carmen Novella) e in parte “interna”, come Giovanni Peresson, responsabile Ufficio Studi AIE, che diventa curatore del programma professionale. Impossibile ignorare il pedigree politicamente correttissimo di Chiara Valerio, neocuratrice del programma generale, la più attesa tra le nomine: redattrice di Nuovi Argomenti e Nazione Indiana, editor di nicchia radical chic con la Nottetempo di Ginevra Bompiani e Roberta Einaudi, già nella scuderia di Concita De Gregorio, ora collaboratrice di Rai Radio3 e autrice Einaudi. Percorso netto. Più popolare la scelta di Pierdomenico Baccalario - scrittore per ragazzi da record: oltre 4 milioni di copie vendute con la serie Ulysses More - per il proIN MANO AI PRIVATI Il budget previsto è di 2-3 milioni. Il settore giovani affidato a Baccalario gramma da 0 a 18 anni e di BookCity come sinergia di territorio per curare eventi e serate fuori salone sparsi per Milano e oltre. Molto di più e di nuovo in realtà non si può dire su questo evento, che si andrà configurando più avanti e che rimane, per ora, ancora troppo legato alla questione da cui è nato. È vero che l’Associazione Italiana Editori ha dato vita con Fiera Milano alla joint venture chiamata Fabbrica del Libro (presieduta da Renata Gorgani e con amministratore delegato Solly Cohen) per creare un evento autonomo di promozione della lettura. È vero che questo evento, ieri, è stato presentato come aperto a tutti, dinamico perché aperto ad analogico e digitale anche sui formati dei libri, interattivo perché prevede il coinvolgimento dei lettori come “prosumer” ovvero co-creatori di contenuti e plurale, perché il “Paese ospite” mutuato dal Salon torinese si evolve in dichiarata dimensione internazionale, con un oc- chio sempre più puntato a Barcellona, Londra e in generale a fiere che rendono protagonista il business di settore, quindi soprattutto acquisizione e vendita di diritti, oltre allo sbigliettamento. Tutto vero. Ma è vero anche che gli echi della battaglia con Torino, che conferma il “suo” Salone del trentennale un mese dopo, dal 18 al 22 maggio, non si sono spenti. Si dichiara infatti implicitamente fallito il tentativo di compromesso avviato dal governo in settembre per dare vita a un evento a regia condivisa, anche se il presidente di Regione Lombardia Roberto Maroni dichiara: «Mi spiace che il governo abbia polemizzato e preso questa posizione un po’ critica, ma va bene così. Del resto, “Milan l’è un gran Milan” anche dal punto di vista culturale, come dimostrano i numeri delle imprese culturali, delle cause editrici. Lasciamo al settore privato, in questo caso alle società, scegliere dove andare, ma con Torino dobbiamo collaborare, per valorizzare le attività. Conviene sia a Milano che a Torino». Tuttavia presentare ufficialmente Tempo di libri senza citare chiaramente, come è accaduto ieri, una futura collaborazione con il Salone di Torino significa prendere le distanze appena in tempo dalla Fondazione per il Salone del Libro, un’istituzione mista politica e privata che ancora ieri ha subito l’ennesimo affondo d’inchiesta al vertice: indagato per turbativa d’asta, il suo vice-presidente Roberto Moisio ha dato le dimissioni e rimangono in carica solo due consiglieri. FONDAZIONE Nella foto, (da sinistra) Federico Motta, presidente della Associazione italiana editori e Corrado Peraboni, Ad di Fiera Milano. Ieri hanno presentato la nuova kermesse libraria milanese, «È tempo di libri», che si terrà dal 19 al 23 aprile. La scrittrice Chiara Valerio sarà curatrice del programma generale SPILLO Caso Ferrante, ora c’è anche la falsa Anita Raja N ella notte, Anita Raja ha ammesso su Twitter di essere Elena Ferrante. Immediata la reazione di alcune agenzie di stampa e perfino dell’edizione mattutina di qualche telegiornale. «Apro questo profilo Twitter e presto lo chiuderò. Sarò qui solo per il tempo necessario a spiegare», recita il primo di sei cinguettiii, seguito da «lo confermo. Sono Elena Ferrante. Ma questo ritengo non cambi nulla nel rapporto dei lettori con i libri». «Quei libri - si legge ancora sono e resteranno di Elena, non miei. Non intendo parlare in alcun modo in prima persona o rilasciare interviste e dichiarazioni». Inoltre «ritengo volgare e pericoloso il modo in cui si è voluti arrivare a pretendere di svelare un’identità violando privacy e regole. Ma pazienza». Infine: «Vorrei solo chiedere, ora che la curiosità che durava da anni è stata esaudita, di lasciarmi vivere (e scrivere) in pace». Conclusione: «Lo ripeto: non parlerò mai di Elena Ferrante, né risponderò a suo nome, né dirò nulla riguardo ai suoi libri. Vi ringrazio. Anita Raja». Solo che è tutto falso, il profilo sul social è un «fake» come da comunicato della casa editrice e/o. Urge inchiesta giornalistica. he poi uno si chiede non solo quale dimensione erotica possano avere le femministe, così strette di vedute riguardo ai simboli fallici, ma anche quale pornografia sia possibile in tutti questi intellettuali impegnati, e veterocomunisti, e civili, perché come si farà a essere civili e corretti nel sesso non si sa, per ogni penetrazione ci vorrebbe un’assemblea del politicamente corretto. Tant’è che il porno è sempre stato appannaggio del capitalismo, disprezzato a sinistra come all’estrema destra, così è sempre stato in Italia almeno prima del candore di Mario Desiati, che sul porno ci ha scritto un romanzo, intitolato appunto Candore e appena pubblicato da Einaudi. Da Desiati, che sta alla letteratura italiana come Andreotti a cinquant’anni di Parlamento italiano, così ragazzo perbene, con i baffetti e la erre moscia, amico di tutti gli scrittori (perfino mio, e ce ne vuole), uno non se lo aspettava. Il protagonista si chiama Martino Bux, ragazzo ossessionato dal porno e dai miti del porno, da Moana Pozzi a Sasha Grey. Venuto via dalla Puglia a diciotto anni (la Puglia non può mancare nei libri di Desiati), si barcamena a Roma tra un lavoro occasionale e l’altro, ossessionato dal sesso, anzi dal porno in quanto dimensione ideale, metafisica del sesso. Frequenta locali di spogliarelliste, sexy shop, ordina videocassette a più non posso. Una vita misera protesa verso un’utopia, perché è inutile tentare di ricreare il porno nella realtà. «Il porno ha un vantaggio, l’immagine. Ti illude che il sesso non sia mai fallace e deperibile, come l’immagine dei suoi protagonisti». E tenera è la notte e ancor più tenero Martino quando cerca di convincere la sua Fabiana a andare con altri uomini, purché lui possa guardare. Perché l’osceno, si sa, è per definizione fuori dalla scena, come ha capito Pierre Woodman nei suoi castings: dove la «prova» sarà effettuata dal medesimo Woodman in una camera d’albergo, eppure, qui viene il bello, sono più eccitanti le interviste che la precedono. Come ha capito anche Desiati, il quale però, attraverso la voce di Martino Bux, compie un atto sacrilego per la comunità civile degli intellettuali impegnati: paragona Rocco Siffredi a Pier Paolo Pasolini. Ci aveva provato anche Walter Siti, ma con minor impatto: Siti è gay e ama i culturisti (sfruttatori dei loro clienti), la metafora anticapitalista ci sta ancora (si è visto con il brutto Resistere non serve a niente con cui vinse lo Strega). Per l’eterosessuale Desiati no, Siffredi è il nuovo Pasolini, papale papale, e prova ne è Petrolio, e non per le fatidiche pagine mancanti e complottismi vari. Piuttosto «la scena 55, il pratone della Casilina. Siffredi, senza citare Petrolio, ha riprodotto questa scena. Il protagonista del romanzo viene sostituito da una giovane attrice che, come lui, è una borghese che prova l’emozione di concedersi senza limiti a una trentina di borgatari». Nel paragone tra le gangbang di Siffredi e le ammucchiate di Pasolini, Desiati profana (finalmente!) un mito della sinistra, in realtà esaltandolo per ragioni che avrebbero fatto inorridire Pasolini, troppo moralista. Con estremo candore, Desiati propone un tana libera tutti. Dopo di lui anche Concita De Gregorio potrà andare a farsi un giro su Youporn e sognare Rocco. 28 ALBUM Giovedì 6 ottobre 2016 COMPOSITORE l’intervista » Giovanni Vernia «Mi scaldo per Fiorello con le parodie sul web E c’è chi se la prende» L’imitazione di Gianluca Vacchi già vista cinque milioni di volte. In attesa dell’«Edicola» Ferruccio Gattuso Non poteva pensare di passarla liscia, Mr Enjoy alias Gianluca Vacchi. Non puoi metterci quella faccia da io sono io, né lanciarti mezzo nudo e a bordo piscina in un balletto da villaggio vacanze in compagnia di una sirena con fisico da gara, senza pensare che, prima o poi, insieme al milione e 53mila fan su Facebook e ai 5 milioni di follower su Instagram, sarebbe arrivata pure la parodia. Ci ha pensato Giovanni Vernia e, a giudicare dai cinque milioni di visualizzazioni del suo video in cui si prende gioco dell’imprenditore bolognese, la missione è riuscita. Si ride da matti, e lo dice la nostra mascella indolenzita prima ancora che le cifre. D’altronde, parlando di cifre, Vernia era un ingegnere in una multinazionale Usa e il calcolo migliore che ha fatto è stato quello di mollare tutto. Per fare il comico. Oggi l’attore genovese è over 40, ha «famiglia e figli», non può più farsi le serate in pista che hanno fatto nascere la sua prima e più celebre maschera, quella del discotecaro decerebrato Jonny Groove, ma non ha allentato la presa sulla realtà che gli ruota attorno. Vernia, la sua imitazione di Vacchi spopola sul web: sa per caso come l’ha presa lui? L’ha chiamata? (sorride) «No, non mi ha chiamato. Significa, e lo dico per esperienza, che se l’è presa». Perché ne è convinto? «Perché altri personaggi più celebri si sono divertiti: penso a Jovanotti, che addirittura mi fece un endorsment facendomi i complimenti. O Fabrizio Corona, col quale ero stato perfido: ero arrivato a dire che aveva nominato un nero come amministratore delegato della sua società, per avere sconti di pena. Ecco: lui mi ha telefonato facendomi l’imitazione di me che imitavo lui. Mi ha fatto morire. Anche Marco Mengoni ha riso con me». Certo che Vacchi ce la mette tutta per atteggiarsi a guru della filosofia «Enjoy» (letteralmente: «goditela») e lei lo smonta così. Non è che si è fatto più cattivo? «Lo ammetto, sì. Con le maschere come Jonny Groove cerco di cogliere una categoria collettiva, con le parodie invece metto alla berlina quel che c’è dietro ad alcuni personaggi. La parodia in questione non sta nel riprodurre il balletto che lo ha reso celebre, ma nel mostrare quel che c’è dietro». E cioè? «Beh, dai, da dove è spuntato questo Vacchi? Da quel che leggo è un imprenditore ma in fondo non lo è... Spunta dal nulla ed eccolo lì con milioni di follower. Un re dei social. Si è costruito l’immagine dell’uomo facoltoso che ostenta il denaro e se la gode senza sensi di colpa. A me interessa mettere in scena quello che c’è dietro». Nei suoi video rappresenta Vacchi con una vocina un po’ esile, la cadenza da quasi milanese, dedito all’acquisto di follower in rete. Ma l’ha mai sentito parlare? «No, quella voce gliel'ho messa io: una cadenza classica da bauscia, come si dice a Milano. Insomma, lui è un po’ da cinepanettone dai...». È ufficiale, Giovanni Vernia si è fatto veramente cattivo. Un sogno che si realizza. Così Roberto Bolle parla dello spettacolo La mia danza libera con cui sabato, a partire dalle 20.35 (e non dalle 21,15 come consueto), porta nella prima serata del sabato di Raiuno la grande danza. Un progetto in gestazione da cinque anni che diventa realtà e che ha come obiettivo quello di far conoscere la danza classica alla gente raccontandola in maniera divertente, ironica, contaminata con il pop. Bolle proporrà un viaggio dentro se stesso e la sua danza con un linguaggio innovativo. Location dello show il Teatro Franco Parenti di Milano con i suoi immensi e misteriosi spazi e anche la bellissima piscina da pochi mesi riaperta al pubblico. «Questa serata rappresenta per me una grande sfida che ho accettato con enorme entusiasmo - ha detto l’étoile della Scala in conferenza stampa - e con la consapevolezza di avere un’opportunità storica che è proprio il mio più grande sogno, il Giornale Difatti a Forte dei Marmi il 17 settembre le hanno dato il Premio della Satira Politica. «Che poi io di politica non parlo mai. A meno che per politica si intenda anche il pungere determinati tic sociali e di costume, e smontare alcuni personaggi che hanno un seguito». Ad esempio, come Pif il buono? (sorride) «Sì, anche lui: Pif ha questa immagine da impegnato, fa film contro la mafia. Tutto molto bello, ovviamente. Poi però fa ricchi spot sulla telefonia: un marketing che con l’impegno un po’ stona. Comunque il successo di que- Le frasi «VITTIME» Corona e Mengoni si sono divertiti parecchio... Altri credo meno Ad esempio l’imprenditore ballerino «SAPER VIVERE» Da Fiorello segnalo gli appuntamenti «imperdibili» Come gli scontri tra gang nelle periferie... ste parodie non la decido io, ma il pubblico. Se il pubblico apprezza significa che qualcosa di vero nella mia presa in giro lo vede». Il premio della satira lo ha vinto grazie al suo programma su Rai Radio2 È qui Radio2?: dove si trova più a suo agio, in radio, tv o sui social network? «Sono dipendente dai social. Sulla mia pagina Facebook sperimento le mie novità, difatti mi segue un pubblico tra i 20 e i 50 anni di età, che è poi lo stesso della tv. Ultimamente prendo in giro anche i talent show. Ogni tanto creo un personaggio tipico dei talent: i miei concorrenti vogliono partecipare a La Fame, ogni settimana li posto su facebook. In radio mi segue un pubblico più maturo, istituzionale. In tv, dal 10 ottobre, mi vedrete invece nell’Edicola di Fiorello su Sky». Che ruolo avrà nel programma? «Curerò una rubrica del tipo: cosa fare di interessante alla sera. Segnalerò eventi che io spaccio per speciali ma che in realtà sono terrificanti: come un “imperdibile” scontro tra gang sudamericane rivali in un quartiere a rischio». WEBSTAR Giovanni Vernia, comico seguitissimo su Facebook. Sopra, mentre imita il balletto estivo di Gianluca Vacchi che ha fatto cinque milioni di visualizzazioni SABATO SU RAIUNO Bolle porta la danza in prima serata ma con «uno show divertente e ironico» Da Jovanotti a Elio, ospiti e performance per renderla accessibile al pubblico cioè fare innamorare della danza migliaia e migliaia di persone, portandola nelle loro case la sua magia». E per farlo la formula scelta è quella di un mix di linguaggi, tanto che ad affiancare Bolle ci saranno grandi nomi di diversi mondi. Da Luisa Ranieri e Francesco Pannofino che lo accompagneranno come conduttori, alle incursioni di personaggi come Paola Cortellesi, Virginia Raffaele, Michaela Ramazzotti e Jovanotti. Ironico e simpatico l’incontro con Lorenzo, da ridere quello con Virginia ovviamente nei panni di Carla Fracci. Non mancheranno i grandi ballerini, dalla giovane étoile della Scala Nicoletta Manni alla danzatrice basca Alicia Amatrian, fino alla Principal Dancer dell’American Ballet Theatre di New York Misty Cope- ORGOGLIOSO Roberto Bolle land. E ci sarà anche la partecipazione di Carla Fracci, quella vera. «La signora della danza non poteva mancare in una serata dedicata a quest’arte - ha voluto sottolineare Bolle - ed è anche un’occasione per celebrare i suoi 80 anni». Per la musica, invece, le collaborazioni con Stefano Bollani, Elio («che non ballerà, ma qualche passetto lo muoverà»), e il musicista israeliano Asaf Avidan. All’incontro sono intervenuti anche il direttore di Raiuno Andrea Fabiano e, in collegamento telefonico, il dg della Rai Antonio Campo dall’Orto che si è detto «orgoglioso» del progetto portato avanti con Bol- Morto Temperton scrisse «Thriller» per Jackson È morto il cantautore, compositore, produttore discografico e musicista inglese Rod Temperton, noto per essere l’autore di Thriller di Michael Jackson, canzone che dà il titolo all’album più venduto di tutti i tempi. Lo riferisce il sito della Bbc. A renderlo noto è stato, ieri, il presidente dell’editrice musicale Warner/Chappell, Jon Platt, specificando che Temperton è morto la settimana scorsa a Londra, all’età di 66 anni, dopo «una breve battaglia contro un cancro aggressivo». Per Jackson Temperton ha firmato anche, fra le altre, Rock With You e Off The Wall. Suoi numerosi altri successi, fra i quali Give Me The Night, Sweet Freedom, Always & Forever' e Boogie Nights (Spe/AdnKronos). EX INVIATI DI «STRISCIA» Sotto accusa solo Mingo (e non Fabio) Mingo, ex inviato barese di Striscia la Notizia, all’insaputa del collega Fabio, avrebbe truffato per 170mila euro Mediaset con la complicità di sua moglie, facendosi pagare 10 servizi relativi a fatti inventati e invece spacciati per veri, e facendosi anche rimborsare costi non dovuti per figuranti e attori. La Procura di Bari ha chiuso le indagini nei confronti di Domenico De Pasquale (in arte Mingo), Corinna Martino (amministratore unico della Mec Produzioni Srl di cui il marito Mingo era socio) e della segretaria della Mec. I due indagati sono accusati a vario titolo di truffe, simulazione di reato, falso, calunnia e di diffamazione ai danni degli autori del programma , da loro indicati come corresponsabili dei servizi falsi. le. «Lo ringrazio - ha detto - di aver accettato di portare la sua arte in Rai». Produttore Bibi Ballandi, autore Gianpiero Solari che ha spiegato che «lo show che non sarà semplicemente la trasposizione televisiva di un galà di danza, ma la creazione di una nuova forma di spettacolo, potremmo definirlo “dance-tainment“, che porterà la danza classica nei cuori e nell’anima di chi lo guarderà da casa». Una menzione speciale anche per la scenografia al Franco Parenti: «Una location fondamentale perché si presta perfettamente a dare corpo a questo insolito viaggio. Una sorta di labirinto nel quale prendono forma le diverse sfaccettature dello spettacolo». Un luogo magico, soprattutto la storica piscina, capolavoro architettonico risalente agli anni '30, che «ci ha consentito di girare alcuni passaggi fondamentali con telecamere subacquee». Appuntamento sabato alle 20.35. LR Giovedì 6 ottobre 2016 ALBUM 29 il Giornale prima visione DRAMMATICO DRAMMATICO Un disastro ben ricostruito Che piattume il film sul Santo 6/7 E’ stato il più grosso disastro ambientale americano. Il 20 aprile 2010, la piattaforma semisommergibile Deepwater Horizon esplose, nel Golfo del Messico, prendendo fuoco. Nell’incidente, morirono undici persone, mai più ritrovate. Il film ripercorre gli avvenimenti di quella tragica giornata, cercando di spiegarne il perché. All’inizio, si fa molta fatica a seguire «tecnicamente» la vicenda, ma l’ultima ora lascia senza parole. Tutto ben ricostruito e perfetto il cast. Uno dei migliori «disaster movie» di sempre. MA DEEPWATER - INFERNO SULL’OCEANO di Peter Berg con Mark Wahlberg, Kurt Russell, Kate Hudson DOCUMENTARIO Herzog racconta il web 6,5 Ecco cosa combinano gli animali domestici Quanto conosciamo il mondo di Internet? Al di là dell’uso quotidiano che ne facciamo, riusciamo ad immaginarci come cambierà, in futuro, ancora più drasticamente, la nostra vita? Siamo consapevoli, anche, dei rischi che comporta un uso sbagliato della rete? Partendo dalle origini del web, fino ad immaginare scenari nei quali la rete «potrebbe sostituirsi a Dio», Herzog confeziona un documentario esauriente, corposo, equidistante. MA ANIMAZIONE Si celebra il trenino Thomas Se avete figli o nipoti piccoli, avrete, probabilmente, «pagato dazio» con il trenino Thomas, protagonista di una delle più seguite serie tv animate. Inevitabile, quindi, l’ennesimo approdo al cinema, con questo film, programmato per soli due weekend, dalla durata a misura di vescica di bimbo. La locomotiva vuole partecipare, a tutti i costi, all’imminente Grande Show, ma al momento non risulta tra gli invitati. Circostanze favorevoli permetteranno, però, a Thomas di mostrare il proprio coraggio e altruismo. MA 5 IL SOGNO DI FRANCESCO di Renaud Fely, Arnaud Louveter con Elio Germano LO SCONSIGLIO Troppi miraggi nel deserto Maurizio Acerbi LO AND BEHOLD: IL FUTURO È OGGI di Werner Herzog con documentario 6 6,5 Un film piatto, che più piatto non si può. Non è una biografia, ma il racconto di una contrapposizione: quella tra l’ideale di fratellanza e povertà di Francesco e l’ottusità della Chiesa nell’accettare la Regola francescana. I due registi (quattro mani e neanche mezza idea) puntano anche sull’insolito ritratto di un Francesco incapace di accettare una opinione differente dalla propria. Il tutto, però, risulta troppo rigido, schematico, senza empatia. Il povero Germano fa miracoli per sopravvivere a questo fragile script. MA È un cartone adatto non solo ai bambini, naturali destinatari di questi prodotti, ma anche, e soprattutto, a coloro che convivono, a casa, con cani, gatti e altri animali domestici. Perché è altamente probabile che giudicherete il film in maniera differente e più benevola, se vi sentirete, più o meno, emotivamente coinvolti. La storia, infatti, cerca di dare una risposta alla domanda che in tanti proprietari di pets si saranno fatti: «Cosa fanno i nostri animaletti, tutto il giorno, quando andiamo al lavoro e li lasciamo a casa, da soli?». Partendo dal quesito, il film prova a rispondere «da cartone», inventandosi una avventura, pur esile quanto a trama, ricca di gag, slapstick, battute, situazioni simpatiche e personaggi buffi, che finirà per piacere anche agli adulti al seguito. Siamo a New York, dove vive Max, un terrier pazzo della sua padrona Katie; una convivenza che sembra non dare problemi fino a quando la ragazza porterà a casa Duke, un cane dalla grossa taglia. Mentre lei è in ufficio, il nuovo arrivato chiarisce subito le cose: metterà il povero Max in imbarazzo, per conquistare il cuore della proprietaria. I due, però, si ritroveranno in strada, costretti ad allearsi per affrontare una serie di avventure ricche di pericoli, sotto la minaccia di un crudele coniglietto psicopatico che guida un gruppo di animali abbandonati dai padroni e, quindi, desideroso di vendetta nei confronti di chi, invece, convive con gli uomini. L’inizio è davvero memorabile per un cartone, poi la trama si sgonfia di pari passo con la scelta di affidarsi a situazioni sempre più paradossali che non sempre si rivelano così divertenti. L’idea di base, in fondo, ricorda quella di Toy Story, ma sembra vincente «colpendo» il lato sensibile di chi ha la fortuna di ospitare un animale domestico. Di certo, a far salire di livello il film è la carrellata di animali bizzarri, come il già citato coniglietto, ma anche la gatta Chloe che impazzisce per i cerchietti di luce. Insomma, novanta minuti spensierati. IL TRENINO THOMAS - LA GRANDE CORSA (dall’8/10) di David Stoten con Cristina D’Avena (voce narrante) PETS - VITA DA ANIMALI di Chris Renaud, Yarrow Cheney doppiaggio con Francesco Mandelli, Lillo, Laura Chiatti Massimo Bertarelli Che sfiga mettere il piede su una mina. Doppia, se il film è identico, nella trovata iniziale, a un altro (il recentissimo francese Passo falso). Nel deserto il sergente Mike calpesta una mina: se si muove esploderà, come è appena capitato al collega Tommy. La tensione s’allenta fra i troppi miraggi, in balìa del ridicolo involontario. E poi che musica assordante. Al confronto gli scoppi sono una nenia celestiale. 5 MINE di Fabio Guaglianone e Fabio Resinaro con Armie Hammer DRAMMATICO Ipotesi su Emanuela Orlandi 5 Faenza lancia ipotesi e tesi per far luce su uno dei casi irrisolti più famosi. Utilizzando un personaggio inventato, quello di una inviata di una tv inglese, il regista racconta al grande pubblico cosa potrebbe essere capitato a Emanuela Orlandi, rapita nell’83. Lo fa, dando credito alle rivelazioni della Minardi, per dieci anni fidanzata di De Pedis, e al presunto coinvolgimento della Banda della Magliana. Intrecci politici, religiosi, criminali e carte secretate. Il tutto servito come fosse una fiction e senza creare empatia. MA LA VERITÀ STA IN CIELO di Roberto Faenza con Riccardo Scamarcio, Greta Scarano musica LEGGERA CLASSICA JAZZ LA RISTAMPA Devendra non sbaglia Grande Harnoncourt Fred Hersch, che trio Gli abissi degli Yes Paolo Giordano Giovanni Gavazzeni Franco Fayenz Jacopo Granzotto Nel favoloso mondo di Devendra Banhart si entra solo in punta di piedi. Può piacere o no, questo texano-venezuelano trapiantato a Los Angeles, però rimane comunque una cometa scintillante e unica della musica pop. Anche questo complicato Ape in Pink Marble lo conferma. Sono tredici brani onirici anche quando sono più intensi e tempestosi. Però attenzione, Devendra Banhart è uno che riesce a entusiasmare anche soltanto suonando la chitarra acustica perché, anche in Ape in Pink Marble, i suoi brani sono racconti assai emotivi ed emozionanti come Theme for a taiwanese woman in lime green o Saturday night, che sono due perle di questo disco. Per carità, non sarà un successo mainstream. Ma merita. Molto. Alla Missa Solemnis, rovello dell’ultimo Beethoven, colossale messa o titanico oratorio sacro, Nikolaus Harnoncourt ha affidato il suo congedo discografico. E lo ha fatto assieme ai fidati compagni di avventure musicali: il magnifico Coro Arnold Schönberg e il Concentus Musicus di Vienna, l’orchestra con la quale ha contribuito a un rivoluzionario cambio nella prassi esecutiva non solo barocca. La Missa beethoveniana con organici contenuti, diapason abbassato, legni «originali» differenziati, cura maniacale delle dinamiche, e soprattutto con quella che Harnoncourt riassume nel concetto di «drammaturgia dei tempi», non sembra affatto quel monstrum, che passa dal frenetico giubilare del Gloria alla sublime melodia del Benedictus. Fred Hersch, 61 anni, nativo di Cincinnati, pianista compositore e insegnante tra i migliori al mondo, sta vivendo oggi la sua seconda vita artistica dopo che una terribile malattia lo aveva portato a un passo dalla morte e a perdere qualsiasi ricordo del suo passato. I medici ce l’hanno fatta e soprattutto ce l’ha fatta lui. Questo disco appena pubblicato, inciso dal vivo, è una prova ulteriore che Hersch ha ritrovato il suono stupendo che aveva in passato, il tocco delizioso, il senso del jazz e dei suoi studi classici. Si consiglia di iniziare l’ascolto dall’ultimo brano, Valentine, un bis di sua composizione che Hersch esegue da solo, senza il suo trio. Nelle note di copertina Steven Wilson (grande restauratore del catalogo prog britannico) auspica che il colossale lavoro di rimissaggio (tre anni) di questa edizione celebrativa possa rendere finalmente giustizia all’«opera preminente, il capolavoro degli Yes», Tales From Topographic Oceans (1973). Bel coraggio a sostenere ciò, perchè non c’è opera più pretenziosa e incomprensibile di tutta la stagione del Prog rock. Garantito. Neanche i Tull, che si impegnarono a fondo, riuscirono ad eguagliare tale interminabile noia. Ma siccome è roba per collezionisti occorre dire dell’ottimo lavoro di remastering che dona al suono una nuova scintillante veste. C’è persino la versione alternativa di tutto il lato A. Per chi ce la fa. DEVENDRA BANHART Ape in Pink... (Nonesuch) NIKOLAUS HARNONCOURT Missa Solemnis (Sony) FRED HERSCH Sunday Night... (Palmetto) YES Tales from Topographic Oceans (Rhino) 30 Giovedì 6 ottobre 2016 Sport il Giornale ROMA 2024 «Se la sindaca di Roma Raggi non ha capito o creduto nell'Agenda 2020 del Cio relativa ai nuovi BACH, N°1 CIO: IL NO AI GIOCHI VICENDA DI POLITICA ITALIANA criteri per le candidature ai Giochi? Francamente non credo che questo abbia molto a che fare con la discussione sui Giochi. La mia impressione è che si parli di politica interna italiana». Così Thomas Bach, n°1 del Cio, all'uscita dal Vaticano per il convegno Sport e Fede. E ancora: «Roma avanti anche senza l’appoggio del Comune? Si tratta di una discussione politica italiana, il Cio è neutro». E il presidente del Coni Malagò sui progetti futuri: «Li saprete martedì». L’ATTACCO De Laurentiis «I procuratori sono il cancro del pallone» DECISIVA MA NON TROPPO La gara di oggi con la Spagna sarà fondamentale per la qualificazione. Soltanto la prima del girone va diretta ai Mondiali Davide Pisoni STASERA QUALIFICAZIONI MONDIALI La rivoluzione può aspettare. Stasera c’è una partita che si può solo vincere. Quindi niente esperimenti. Perché ci si gioca tre punti fondamentali nel cammino che porta ai Mondiali del 2018. Il discorso vale sia per l’Italia che per la Spagna. Lo Juventus Stadium è un crocevia che dirà molto per il primato del girone che vale il pass diretto per andare in Russia. Lo sanno bene i due ct: Giampiero Ventura e Julen Lopetegui. E sono loro le due vere grandi novità, tre mesi e qualche giorno dopo la sfida di Parigi, negli ottavi dell’Europeo francese, quando gli azzurri vinsero due a zero. Allora c’erano Antonio Conte e Vicente Del Bosque. Poi in estate per motivi diversi è cambiata la guida tecnica di azzurri e furie rosse. E diverse sono state le strade scelte dalle due Federazioni: l’Italia si è affidata all’esperienza e a un uomo che ha fatto grandi cose con squadre medio-piccole, la Spagna a un tecnico “federale”, cinquantenne con una parentesi in un grande club, nel Porto. Non vantano trionfi clamorosi, se non un titolo europeo under 21 lo spagnolo. Entrambi però sono come entrati in punta di piedi, non hanno subito marcato la distanza dalla precedente gestione. Se non a parole. Come Ventura dopo il ko all’esordio con la Francia: «Basta parlare di Conte». Per il resto hanno scelto la continuità a partire dal modulo. La difesa a tre “contiana” da una parte, il tridente con le ali dall’altra. Se c’è discontinuità è solo nell’interpretazione dell’idea di gioco: l’ex allenatore del Torino va più in verticale rispetto al predecessore, mentre l’ex Porto non è un integralista del tiki taka. Mentre anche nella scelta degli interpreti le novità non sono sostanziali. Addirittura stasera Ventura potrebbe cambiare due soli uomini rispetto alla vittoria di Parigi: oltre a Giaccherini, nemmeno convocato, lo squalificato Chiellini. Dall’altra parte non ci saranno sicuramente solo Juanfran e Fabregas, fuori dalle scelte di Lopetegui, che deve risolvere due ballottaggi. Nella peggiore delle ipotesi saranno comunque sette gli spagnoli titolari allo Juventus Stadium come in Francia. Insomma ribaltando Giuseppe Tomasi di Lampedusa «cambia- Ventura copia Conte In campo con la Spagna va l’Italia dell’ex ct La sfida si ripete 3 mesi dopo il 2-0 di Parigi Solo due novità con Romagnoli all’esordio re niente o poco per cambiare tutto». In una sfida che è diventata un classico, stasera sarà la decima negli ultimi dieci anni. Non è un caso perché in questo lasso di tempo l’Italia ha vinto un Mondiale, la Spagna un Mondiale e due Europei, l’ultimo nel 2012 proprio con un poker agli azzurPRIMA VINCERE POI CAMBIARE Anche Lopetegui, erede di Del Bosque, all’insegna della continuità ri. Non fu la sola volta che ci si giocò qualcosa di importante, allo Juventus Stadium andrà in scena il sesto confronto “pesante”. Si contano sulle dita di una mano i sempre presenti: da una parte Buffon e De Rossi (che sarà premiato dall’Uefa per le cento (e otto) presenze in azzurro), dall’altra Sergio Ramos, Iniesta e David Silva. E se Chiellini non fosse stato squalificato per l’ingenua espulsione in Israele, sarebbe stato un tre contro tre. Non ingannino le tre vittorie a uno (un pareggio) degli spagnoli perché due in TORINO, ORE 20.45 TV: Raiuno Arbitro: Brych (GER) ITALIA SPAGNA 1 BUFFON 1 DE GEA 15 BARZAGLI 20 CARVAJAL 19 BONUCCI 3 PIQUÈ 13 ROMAGNOLI 15 SERGIO RAMOS 8 FLORENZI 18 JORDI ALBA 6 PAROLO 8 KOKE 16 DE ROSSI 5 BUSQUETS 7 BONAVENTURA 6 INIESTA 2 DE SCIGLIO 11 VITOLO 9 PELLÈ 19 DIEGO COSTA 17 EDER 21 DAVID SILVA Ct. Ventura realtà sono arrivate ai rigori. Se non siamo stati alla pari, se non altro sul campo li abbiamo spesso fermati. Anche stasera potrebbe essere una sfida in equilibrio. E la chiave potrebbero essere i totem: De Rossi incrocerà spesso e volentieri Iniesta in mezzo al campo, mentre Buffon dovrà sbarrare la strada a David Silva. Non all’ex compagno Alvaro Morata perché gioca Diego Costa. Buffon “ringrazia” Lopetegui «perché Alvaro in questo tipo di partite mette sempre la zampata». Invece Ventura conferma: «In campo i soliti». Senza Verratti, ancora non al meglio. Assenza pesante perché contro Israele ha dimostrato di essere l’unico a poter accendere la luce come un tempo Pirlo. Nella difesa a tre al posto di Chiellini, suo l’uno a zero all’Europeo, dentro Romagnoli che sarà l’unico azzardo, ma calcolato del ct. A cui non manca il coraggio «d’altra parte ho lanciato Ranocchia e Bonucci ventenni in serie A a San Siro». Ne servirà di coraggio anche alla sua nazionale per ripetere l’impresa di Parigi. Non serve una rivoluzione. L’Italia sa come si fa. Aurelio De Laurentiis da Londra torna a parlare della cessione di Higuain: «Non è semplice, anzi non è possibile, trattenere un calciatore se nel suo contratto c'è una clausola rescissoria e c'è un club disposto a pagarla. Non mi aspettavo che questo club fosse la Juventus, che ha fatto una cosa a parer mio poco elegante». Il presidente del Napoli a margine del convegno “Sport Business Summit” ha rivelato: «L'amico Antonio Conte dirà che non è vero ma il Chelsea ha offerto 58 milioni per Koulibaly. Ho rifiutato perché per me il giocatore quest'anno doveva rimanere. Se ne potrà riparlare la prossima estate». E a proposito di mercato attacca i procuratori: «Gli agenti di calcio sono il cancro di questo sport. Io non capisco la necessità dei procuratori. Quando faccio cinema a Hollywood è l'attore a pagare il proprio agente, ma io nel calcio perché dovrei pagarli? Tra l'altro, rovinano anche i propri assistiti, proponendo contratti più ricchi in altre squadre». De Laurentiis guarda al futuro: «Mi piacerebbe avere un club in Cina, negli Usa. Anche in Inghilterra, mi piacerebbe partire dal basso e arrivare in alto a piccoli passi». Magari a quella Champions League che cambierebbe: «C'è una cosa che non mi piace ed è che quando fanno il sorteggio, o hai molta fortuna o sei morto. Meglio un campionato classico, con un'andata e un ritorno che duri tutto l'anno». Ct. Lopetegui ALLO STADIUM COL TORO NON HA MAI TRIONFATO «Vincere per liberarmi da chi mi ha preceduto...» Il commissario tecnico: «Ma potrebbe non bastare». Poi mani avanti: «Batterli non è decisivo» Domenico Latagliata Buffon Felice se non gioca Morata Nelle sfide che contano temo le sue zampate Piqué Noi poco umili? Non è vero. E ormai abbiamo voltato pagina Torino Ci scherza su, Ventura. «Quando sono venuto allo Stadium, ha sempre vinto la squadra di casa». Non ne pronuncia il nome, ma non ce n’è bisogno: lo Juventus Stadium (con l’enorme 34, che di solito fa mostra di sé all’ingresso, oscurato dalla Figc padrona di casa) è la casa bianconera e tutti ne conoscono le virtù. Ventura per primo, che qui con il Toro ha sempre perso. Servirà insomma anche l’effetto arena, stasera: «Spero stavolta tocchi a me gioire. Confermo quanto detto: per vincere, non basterà dare il sessanta per cento. Dovremo correre e farlo bene, leggendo quanto ci proporrà la partita. Ricordiamoci comunque che ci aspetta una partita importante, ma non ancora drammaticamente decisiva: la qualificazione arriverà più avanti». Fallire però lascerebbe un sapore amaro. E magari il fantasma di Conte tornerebbe a palesarsi: «Non so se, in caso di vittoria, questa possa essere la partita che ci affrancherebbe dalla gestione precedente. Lo spero, ma non so- no sicuro: se anche andasse bene, qualche rimasuglio rimarrebbe sempre. Ormai sono abituato, non è un problema». Buffon lo osserva, quasi divertito. E del resto lui con Conte ci ha giocato per anni: «Dovremo mantenere lo stesso atteggiamento avuto agli Europei, quando li battemmo – così il numero uno -. Sarà imprescindibile avere dentro di noi la giusta emozione e il desiderio di fare un’impresa. Mi aspetto una Spagna ferita, sì. E anche per questo non potremo sentirci appagati. Questa è una partita che vale tanto, pur se manca parecchio al Mondiale». Vale tanto, certo. Perché davvero potrebbe spazzare via i dubbi e le perplessità di tanta gente: «La Spagna, rispetto al recente passato, mi pare migliorata tatticamente – dice Ventura -. E rimane una squadra che ha qualità assolute, unite a spensieratezza ed entusiasmo. Hanno studiato come affrontare la difesa a tre? Può darsi. Ma poi dipende anche da come vai in campo: uno può studiare tutto il tempo che vuole, ma la differenza la determina il modo in cui si met- tono in pratica le cose apprese». «Noi siamo pronti – le parole del ct spagnolo Lopetegui -. E lo saremo anche se dovessero aggredirci. Il sistema di gioco di questa Italia è simile a quello di Conte: il collettivo viene prima di tutto, è la vostra scuola». «Non è vero che agli Europei ci è mancata l’umiltà e non ho mai sentito nessun calciatore italiano fare un’affermazione del genere – aggiunge Piqué -. Semplicemente, con Del Bosque abbiamo vinto tutto ma quel ciclo si è chiuso: abbiamo voltato pagina e siamo pronti a ricominciare. Se faremo nostri i tre punti, la qualificazione diventerà improvvisamente vicina». È lo stesso pensiero di Buffon, orfano di Casillas: «È un segnale che mi arriva. Ma è anche la vita dello sportivo: finché posso, la vivo da protagonista. E poi farò lo spettatore. Per adesso, però, sono concentrato sul bene del gruppo e sul poco futuro che mi resta: proprio perché è poco, voglio farlo bene e senza rimpianti. Ho ancora margini di miglioramento: pensarlo è il solo modo che conosco per cercare di essere felice». Le eccellenze della sanità italiana Presente a: MEDICA, Düsseldorf FARMAEXPO, Napoli S T O R I E D I G U E R R A IL JIHADISTA DELLA CIA Vincitore del prestigioso European Press Prize Perché persino Obama conosceva il nome di Morten Storm? È possibile che i servizi segreti americani si siano affidati proprio a un danese convertito all’Islam per scovare e uccidere il numero due di al-Qaeda? Un reportage sensazionale, una verità sconvolgente su una delle operazioni più rocambolesche dei nostri tempi. Da martedì 11 in edicola a € 8.50* *Oltre al prezzo del quotidiano. Una storia vera Giovedì 6 ottobre 2016 SPORT 33 il Giornale BASKET: EX CASERTA E VENEZIA MACEDONIA, MOORE CHOC ULTIMA SCHIACCIATA FATALE Pallacanestro in lutto per Cameron Moore, il cestista di 26 anni deceduto in Macedonia dopo un collasso in seguito a una schiacciata. Moore, un pivot i due metri e 8 centimetri, era affetto da cardiomegalia, un ingrossamento del cuore che era stato riscon- trato nel 2013 dallo staff medico della Juvecaserta, al suo arrivo in Italia. Gli era stato consentito di proseguire l’attività a patto di sottoporsi a controlli semestrali. A Caserta aveva giocato pochi mesi realizzando 155 punti e 77 rimbalzi prima del taglio a Natale per un’operazione al menisco. La stagione successiva era approdato a Venezia dove aveva disputato appena 11 partite. Nel giugno 2015, sempre a causa della cardiomegalia, era entrato in coma ma si era ripreso e aveva scelto di non abbandonare il basket. MILAN: UFFICIALIZZATO L’ARRIVO DI MIRABELLI COME DIRETTORE SPORTIVO I cinesi sbattono la porta in faccia a Maldini Non sono piaciute le parole di ieri dell’ex capitano e alcune sue frasi durante gli incontri Franco Ordine Il Milan dei cinesi ha chiuso la porta in faccia a Paolo Maldini. E l’ha fatto con un bel comunicato ufficiale con il quale ha reso pubblico e definitivo la catena di comando cui toccherà guidare le sorti del club: e cioè Marco Fassone col ruolo di ad delegato e Massimiliano Mirabelli con la qualifica di ds. La spiegazione di una tale scelta è elementare e deve far capire da oggi per il futuro che non è possibile giocare a fare la principessa nel castello. IlMilan dei cinesi ha considerato l’intervista concessa da Paolo Maldini come il no definitivo all’offerta, presentata per iscritto, e illustrata a voce da Marco Fassone nella giornata di martedì. Anzi, proprio le frasi e le espressioni su alcuni esponenti della vicenda utilizzate dall’ex capitano, hanno provocato più di un risentimento tra la compagine degli investitori del fondo destinato a diventare l’azionista di maggioranza del club berlusconiano dopo il closing fissato per fine novembre. Non solo: ma è stato anche formalmente tradito l’impegno tra le parti di far filtrare la notizia dell’incontro senza aggiungere dichiarazioni ufficiali nell’attesa che maturassero le riflessioni dell’interessato. Poiché Maldini ha rotto il patto di riservatezza, i cinesi hanno firmato la nota, annunciato l’arrivo di Mirabelli e sbattuto la porta in faccia all’ex capitano. Sono interessanti i particolari emersi del colloquio più recente che ha fatto se- guito a una serie di precedenti appuntamenti tra Maldini e un esponente del fondo cinese («l’unico che parla inglese» la battuta utilizzata come se fosse una colpa per i cinesi che hanno investito, tutto EX CAPITANO Paolo Maldini, 48 anni compreso, quasi 1 miliardo di euro nel Milan non parlare inglese, ndr) e il faccia a faccia con lo stesso Mirabelli, avvenuti tutti a casa di Paolo Maldini in zona piazzale Lotto, perciò al riparo da taccuini e telecamere. Durante questi incontri, in totale quattro, a dimostrazione della volontà di arruolarlo, Paolo Maldini ha ripetuto più volte di non voler “riferire a Fassone” del suo lavoro tecnico e anzi di reclamare per la sua figura un rapporto diretto con l’azionista di maggioranza, trascurando il dettaglio decisivo che trattandosi di un fondo e non di un solo proprietario come SilvioBerlusconi, la gestioneè interamente affidata all’ad. Altro ostacolo, ancora più insormontabile, è stato rappresenta- to dall’aspetto economico. È vero cheufficialmente Fassone e Maldini non sono passati a discutere di cifre ma una serie di frasi spese dallo stesso padrone di casa hanno fatto intendere all’ospite che non ci sarebbe stata possibilità alcuna di intesa. Maldini,sul tema al quale è molto sensibile fin da quando era calciatore, è partito da lontano. Ha chiesto a Fassone: «Ma lo sa quanto guadagnava Leonardo al Psg?». E ancora: «Lo sa a quanto ammonta lo stipendio di Galliani?». E infine, che è forse la frase più significativa, ha commentato: «Non posso guadagnare meno di Antonelli». La differenza era enorme: offerta una cifra intorno ai 600 mila euro, richiesti 3 milioni. A questo punto Fassone ha chiuso le porte non solo a Maldini ma anche a un’altra figura che possa occuparsi di scelte tecniche e lascerà l’uscio aperto solo per un altro eventuale ex milanistachiamato a occupareun ruolo diverso, tipo manager della squadra, replicando quello che fece Stankovic nell’Inter con Mancini allenatore. La scoperta dell’aria calda Pier Augusto Stagi Stadi vuoti: si gioca nel deserto. Il ciclismo ha deciso invece di andarci a correre. È la mondializzazione bellezza, e nessuno ci può fare niente. Qatar, Oman e da due anni anche l’Abu Dhabi Tour, manifestazione organizzata dalla Rcs Sport, mamma del Giro: questa è la nuova frontiera delle due ruote. Quest’anno poi, nel deserto si assegnerà anche il titolo di campione del mondo. Il 16 ottobre prossimo in Qatar, a Doha per la precisione, si assegnerà il titolo iridato riservato ai professionisti. Una sfida nel deserto, a 40 gradi all’ombra, ecco perché il mondiale è slittato così in là nel calendario. Ma nonostante la proroga, i problemi ambientali sono in ogni caso tanti, molti e tali da mettere in crisi tutti. L’organizzazione mondiale dei corridori(CPA), presieduta dall’ex campione del mondo Gianni Bugno, è vigile. La stessa Uci è molto preoccupata per le condizioni estreme e per la salute dei corridori che potrebbe essere messa a dura prova. Non a caso per l’evento è stato pubblicato in questi giorni un manualetto di 28 pagine per spiegare come «lottare contro il caldo». Dubbi sulla scelta operata dall'Uci ce ne sono stati fin dal primo giorno, fin dall’assegnazione e il percorso – nel frattempo - è stato cambiato più volte alla ricerca della quadratura del cerchio, ma avvicinandosi l'evento la tensione sale e i nodi stanno venendo al pettine. Su tutti, guarda un po’, quello del caldo e delle condizioni meteo in generale. Cose da non crederci. Il ciclismo ha scoperto che in Qatar, a metà ottobre, fa caldo. In Italia si vive ancora in un clima estivo e molti si sorprendono che negli emirati faccia caldo. La Fifa, omologo dell’Uci per il calcio, ha deciso di assegnare i mondiali 2022 al Qatar, ma saranno giocati per ragioni di caldo a dicembre; nel mondo del ciclismo, invece, ci si sorprende per GARA IRIDATA IL 16 OTTOBRE Il gruppo dei corridori impegnati nell’ultimo Giro del Qatar. Tutti fermi in mezzo alla strada che taglia in due il deserto mentre un cammello la attraversa. È solo una delle molte incognite che attendono i corridori al mondiale di Doha Mondiale, allarme Doha I ciclisti hanno capito che nel deserto fa caldo Pronto un manuale di sopravvivenza a 40° Gara dimezzata? Ct Cassani: «Imbarazzante» le condizioni ambientali che potrebbero mettere a rischio la salute dei corridori. Noi temiamo fortemente, invece, per la salute mentale dei dirigenti dell’Uci, ma questo è tutto un altro discorso. Cosa succederà? Che alla vigilia di ogni corsa (le sfide iridate incominceranno domenica 9 ottobre, con la cronosquadre, ndr) si riunirà la commissione deputata a verificare le condizioni meteo e potrà modificare tracciato e programma, sulla base del nuovo regolamentosulle «condizioni estreme». La commissione sarà composta,come prevedeil regolamento, dal presidente del collegio dei Commissari della prova Ingo Rees, dal direttore di corsa, dal medico della corsa, dal responsabile della sicurezza e dal rappresentante dell'associazione dei corridori Bobbie Traksel. Accanto a loro, l'Uci ha deciso di costituire una commissione di medici composta da Anton Zasada, Olaf Schumacher, Sébastien Racinais e Juan Manuel Alonso - che sarà incaricata di valutare le condizioni ambientali nella capitale Doha. Cosa puòdecidere tale commissione? Di non fare nulla, di cambiare il luogo di partenza e di arrivo, di utilizzare un percorso alternativo, di neutralizzare una parte della corsa, di annullare la prova. Così recita il regolamento ma in un mondiale di spostare partenza e arrivo o di modificare il percorso non se ne parla, anche perché se il problema è il caldo, fa caldo ovunque. Resta quindi come “extrema ratio” la neutralizzazione di una parte della corsa: come dire gare più corte e mondiali inevitabilmente falsati. In particolare, nella corsa dei professionisti potrebbe essere cancellata la parte che si addentra nel deserto, mentre c’è la concreta possibilità di aumentare il numerodei giridel circuito cittadino (per altro diminuito poche set- timane fa proprio a beneficio del tratto in linea) ma inevitabilmente ci sarebbe una riduzione del chilometraggio, attualmente fissato a 257,5 chilometri, che potrebbe scendere a circa 150 chilometri. Insomma, una farsa. Come divertente, oltre al manualetto mandato alle stampe in questi giorni su come combattere il caldo, sono le due moto in più munite di borracce di acqua fredda. Insomma, hanno pensato davvero a tutto. Preoccupato il ct azzurro Davide Cassani, che da lunedì è in ritiro con gli azzurri a Cavaso del Tomba,nel Trevigiano, alle pendici del Monte Grappa. «Sarebbe importante sapere quanto prima cosa hanno intenzione di fare – ci spiega il selezionatore azzurro - . Ho fatto delle scelte tecniche sulla base di un certo tipo di percorso (Viviani e Nizzolo le punte, ndr) e sulla base di un certo chilometraggio, se davvero si dovesse arrivare a ridurre la corsa iridata e ci si trovasse a correre solo 150 km è bene saperlo il prima possibile. Personalmente spero che non si arrivi a tanto, perché correre un mondiale così breve sarebbe semplicemente imbarazzante. Ma come si dice in questi casi? Resto in attesa di saperne di più». Anche noi. MOTOGP Marquez sicuro «Non casco nella polemica verbale di Vale» «La verità è che mi ha sorpreso il fatto che sia tornato ancora a parlare di questo tema ma si avvicina il finale di stagione e lui ha molta esperienza in questo genere di situazioni, è sveglio e ha saputo giocare le sue carte. Ma continuerò la mia guerra in pista, che è dove mi piace tirare fuori tutto quello che ho. Fuori dalla pista è una gara che non mi conviene e a cui non voglio prendere parte». Marc Marquez, a Madrid per presentare la sua linea di profumi, evita di rispondere a Valentino Rossi, che nei giorni scorsi è tornato a parlare dell’incandescente finale della passata stagione, puntando di nuovo il dito contro lo spagnolo. Ma il pilota della Honda sta già pensando all’appuntamento di Motegi dove potrebbe festeggiare il terzo titolo mondiale della sua carriera. Primo match-point insomma «ma è una possibilità molto piccola perché dovrebbero succedere troppe cose e non credo sarà così. Non dovrò farmi prendere dall’ansia, dobbiamo continuare a crescere per arrivare all’obiettivo finale che è il titolo. Non credo che in Giappone succederà niente di speciale». Del resto, nonostante i 52 punti di vantaggio su Rossi, Marquez non dimentica quanto successo nel 2014 quando, per una serie di errori ad Aragon, rischiò la beffa. «Non voglio preparare nessuna festa, il titolo non arriverà in Giappone né credo nella gara dopo. L’ansia potrebbe farmi commettere degli sbagli e non voglio ripetere lo stesso errore». 34 LA PAROLA AI LETTORI Giovedì 6 ottobre 2016 » il Giornale L’angolo Direttore responsabile ALESSANDRO SALLUSTI Vice Direttori GIUSEPPE DE BELLIS NICOLA PORRO SALVATORE TRAMONTANO Capo Redazione Romana VITTORIO MACIOCE Società Europea di Edizioni spa CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE Presidente GIAN GALEAZZO BIAZZI VERGANI Amministratore Delegato ANDREA FAVARI Consiglieri ALESSIA BERLUSCONI LUNA BERLUSCONI PAOLO BERLUSCONI FEDELE CONFALONIERI MAURO CRIPPA UGO ETTORE DI STEFANO ALESSANDRO MUNARI GIUSEPPE ORLANDO CARLO MANDELLI Direttore operativo LUCA ZUCCOLI Responsabile grafico MAURO BROLIS Sedi 20123 Milano Via G. Negri 4 - Tel. 02/85661 Telefax 02/72023859 00193 Roma Via Terenzio 35 Tel. 06/69003.1 Interni Fax 06/6786826 E-MAIL [email protected] CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÀ VISIBILIA srl - COMMERCIALE NAZIONALE - VIA SENATO n. 8 - 20121 MILANO - TEL. 02/36586750 - FAX 02/36586774 - VIA DELLA PURIFICAZIONE n. 94/95 00187 ROMA - TEL. 06/95213200/01/02 - FAX 06/95213233 - e-mail: [email protected] COMMERCIALE, FINANZIARIA, SERVIZI SPECIALI, ANNUNCI ECONOMICI, RICERCHE E OFFERTE DI PERSONALE, NECROLOGIE, LEGALE-NAZIONALE; EDIZIONE MILANO DISTRIBUTORE NAZIONALE: PRESS-DI SRL - VIA MONDADORI 1 - SEGRATE (MI) NECROLOGIE: TEL. 02/85.66.280 DALLE 16.30 ALLE 20.00; FAX 02/85.66.270; e-mail: [email protected]. STAMPA: QUALIPRINTERS S.R.L., Via Enrico Mattei 2, Villasanta (MB), Tel. 039/302992 - STAMPA QUOTIDIANA S.R.L., Loc. Colle Marcangeli, Oricola (AQ), Tel. 0863/997451 - S.T.S. S.P.A., Zona industriale strada 5ª n. 35, Catania, Tel. 095/591303 - ROTOCOLOR S.P.A. z.i. Predda Niedda, strada 31, 07100 Sassari, Tel. 079/222400 ARRETRATI QUOTIDIANO: Disponibili le copie degli ultimi dodici mesi, salvo esaurimento scorte, a 4,00 cad. con richiesta all’Ufficio Arretrati. Servizio clienti: LUN.-VEN. DALLE 10.00 ALLE 13.00 E DALLE 14.00 ALLE 16.00 TEL. 02/85.66.484; FAX 02/85.66.231; e-mail [email protected] Acquista su: store.ilgiornale.it ABBONAMENTI: PRESS-DI S.R.L. TEL. 199118800 (tariffa max, nazionale, 0,1188+ IVA al minuto senza scatto alla risposta; da telefonia mobile in base alle tariffe del gestore); FAX 0307772390; e-mail [email protected]. INFORMATIVA ABBONATI Ai sensi dell'articolo 13 del D. lgs. 196 del 2003, la Società Europea di Edizioni, titolare del trattamento informa gli abbonati che i dati personali verranno trattati con modalità informatiche o manuali solo per l'invio de Il Giornale, anche avvalendosi di responsabili ed incaricati preposti dall'Editore all'esecuzione dei servizi per la spedizione o la registrazione contabile. 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MN: + LA VOCE DI MANTOVA ..EURO 1,50 PREZZI VENDITE PREZZI ALL’ESTERO (solo per l’edizione cartacea F .......................................................................EURO 2,50 SLO ....................................................................EURO 3,00 HR ......................................................................HRK 23,00 CH .........................................................................CHF 3,70 di Alessandro Sallusti la stanza di Gian Galeazzo Biazzi Vergani Strage di Viareggio, assurda la pena richiesta per Moretti Egregio Biazzi Vergani, trovo assurdo che Moretti venga accusato di essere responsabile in prima persona della tragedia di Viareggio. Se è vero chel’ex Ad delle Ferrovie non ha considerato la pericolosità di far viaggiare un treno carico di gas tra le case di Viareggio, perché dovremmo sopportare che tanti aerei stracarichi di cherosene sorvolino in ogni momento le nostre teste? E perché dovremmo sopportare le autobotti cariche di benzina nei centri abitati? Leggo che Moretti non avrebbe considerato che il vagone, rovesciandosi, si sarebbe potuto tagliare con un picchetto di ferro… Incredibile. Forse il treno doveva viaggiare in un tunnel di materassi? Qui siamo in una gabbia di matti! Se c’è un colpevole sarà certamente chi ha omesso la manutenzione dei mezzi e della rete ferroviaria nel suo complesso, o chi ha autorizzato il trasporto del gas su ferrovia, ammesso che sia vietato per legge, cosa che non credo proprio. Moretti, caso mai, sarà colpevole di non aver messo le persone giuste al posto giusto, ma per questo non sarà certamente responsabile del disastro né tanto meno condannabile a 16 anni. Caro Cavallini, ho trovato anch’io qualcosa di strano nella sproporzionata richiesta di condanna di Moretti per la tragedia di Viareggio. In primo luogo mi pare assurdo che un Ad delle Ferrovie, seduto nel suo ufficio, debba rispondere di persona di ogni possibi- le incidente ferroviario, senza che sia dimostrata una sua personale colpa. La richiesta di condanna, poi, definirla eccessiva è poco. Mi auguro che sia possibile ristabilire certi equilibri, per ora assurdamente violati. TEMPO DI GUERRA Il cimitero di Porta Tosa Sono nata e cresciuta a Milano, in quel quadrilatero di case popolari che circondano la chiesa di Santa Maria del Suffragio: via Bonvesin de la Riva, via Marcona, via fratelli Bronzetti e, nel cuore, via Goffredo Mameli, la mia strada, la mia casa. Quando scoppiò la guerra, nel giugno del 1940, nelle cantine del caseggiato furono ricavati i rifugi e fu nominato il capo della casa. Quando di notte suonava la sirena dell’allarme, tutti correvamo giù in cantina. Noi bambini a giocare, le mamme in gruppo con i loro lavori a maglia, mentre una di loro incominciava la recita del rosario. Per un bel po’ non accadde granché, ma un pomeriggio l’allarme suonò mentre già si sentivano gli scoppi. Tutti giù di corsa nel rifugio. Ad un tratto una bomba cadde vicinissima. Sopra di noi la casa tremò e dalle travi cadde una pioggia di polvere. Noi bambini eravamo impietriti (si seppe poi che la bomba aveva colpito la cartiera di via Mameli, dstruggendo tutti i libri del deposito dell’editore Hoepli). Le mamme gridavano e piangevano. In mezzo a quel bailamme si levò, chiara e tranquilla, una voce femminile: «Non piangete donne. Queste case sono state costruite sopra l’antico cimitero di Porta Tosa. I morti sono ancora qui, sotto di noi e ci proteggeranno. Nessuna bomba cadrà su questa casa». E così fu. Se oggi andate a Porta Vittoria (l’ex Porta Tosa) la potete vedere. È sempre lì, bella e intatta. Nella Galmuzzi Marchesi Sesto San Giovanni (Milano) NO A UNA VIA COL SUO NOME IL GIORNALE Reg. Trib. Milano N. 215 del 29-5-1982 IL GIORNALE DEL LUNEDÌ Reg. Trib. Milano N. 500 DEL 24-12-1982 Responsabile del trattamento dati (D.Lgs. 196/2003): il direttore responsabile CERTIFICATO ADS N. 8167 DEL 6-4-2016 LA TIRATURA DI MERCOLEDÌ 5.10.2016 È STATA DI 154.645 COPIE il Giornale Sinistra contro Caprotti «nemico di classe» La sinistra si oppone a che sia intitolata una via a Bernardo Caprotti in quanto considerato «nemico di classe». Questo nonostante abbia dato lavoro a migliaia di persone, inaugurato e guidato il processo di modernizzazione della distribuzione italiana, con grande beneficio per tutti i consumatori (proletari Gianni Cavallini e-mail La vignetta di Krancic mune mezzo gaudio», ma qui c’è poco da godere. Il calcio un po’ ovunque si porta appresso un’immagine fosca, infangato da interpreti che pensano più ai fatti loro che non al benessere dello sport più bello del mondo. Giuseppe Da Sacco Belluno REFERENDUM UNGHERESE Evidente il sostegno al premier Orban compresi, anzi soprattutto) in termini di abbattimento dei prezzi. Di uomini come Caprotti ce ne vorrebbero tanti e in tutti i settori (anche nella pubblica amministrazione) per far ripartire l’Italia. e da dove arriva? Dalle Coop... e a chi vanno i fondi per il dopo terremoto? Alle Coop! Scusate se è poco. Ma il Pd non è all’asciutto in tema di finanze? E la magistratura? Tace. Paolo Ponzano Milano Piero Biglia Torino I «PADRONI» DELL’UE DIPENDENTI PUBBLICI Furbetti o mascalzoni Tedeschi impongono regole senza rispettarle vanno subito cacciati I tedeschi hanno ricevuto un sacco di benefici sin dalla loro riunificazione a scapito di altri Paesi della Ue. Stanno tirando troppo la corda dimostrando ingratitudine, esosità e menefreghismo delle regole che impongono ad altri di rispettare. Hanno un sacco di scheletri nell’armadio che giornalmente affiorano. Se avranno problemi seri di finanza se li saranno cercati con la loro cupidigia. Giuseppe Borghi Modena DOPO TERREMOTO/1 Alle solite: un affare per le Coop rosse Cominciamo bene... Il commissario Vasco Errani, sul quale si era giurato fosse un uomo del fare, indipendente dai partiti... Si parla già, salvo smentite, di un appalto a chi? Alle Cooperative rosse, naturalmente. Pietro Ferretti e-mail DOPO TERREMOTO/2 A sinistra niente di nuovo Chi si occupa della rinascita di Amatrice? Un tale Errani... Questa volta è accaduto a Biella scoprire che alcuni dipendenti pubblici timbravano il cartellino e poi se ne andavano per i fatti propri. Il direttore Sallusti ritiene opportuno chiamare le cose con il loro nome, alla faccia del politicamente corretto. Bene. Perciò questi personaggi, definiti semplicemente «furbetti del cartellino» siano chiamati «mangiapane a tradimento». Gente che ha il senso civico e morale sotto la suola delle scarpe. Spero che vengano cacciati presto per far posto a persone, migliori di loro, che cercano disperatamente un posto di lavoro. Giampaolo Cortese Cirimido (Como) SCANDALO IN INGHILTERRA Troppi mascalzoni infangano il calcio Non era solo l’Italia ad essere contagiata dalla metastasi che colpisce il calcio. Il cancro della corruzione è esteso a macchia d’olio anche in Inghilterra dove otto manager sono sotto inchiesta per aver intascato bustarelle «sontuose». Verrebbe da dire «mal co- L’esultanza di Gentiloni e soci per i risultati del referendum ungherese è fuori luogo. I numeri, infatti, non mentono. Se si fosse raggiunto il quorum dei votanti e ipoteticamente tutti i mancanti avessero votato contro la proposta di Orban il risultato sarebbe cambiato di poco. Se con i numeri dei partecipanti i favorevoli erano il 98% con il raggiungimento del quorum, come più sopra ipotizzato, la percentuale sarebbe scesa all’85%. Sempre e comunque un chiaro sostegno al premier Orban. Fulvio Bellani e-mail PONTE SULLO STRETTO Indecente battuta del ministro Delrio Se per capire la bontà e la levatura (sic) di questo governo non basta neppure la dichiarazioni del ministro (infrastrutture e trasporti) Graziano Delrio, il quale ha affermato, con sprezzo del ridicolo e usando un francesismo, – che il ponte sullo Stretto di Messina voluto da Berlusconi era una str…ata, mentre quello proposto da loro è una cosa seria, che altro ancora ci vuole per rendersene conto? Ma si può? Carlo Cerofolini Sesto Fiorentino (Firenze) Le teorie gender uccidono le differenze Gentile Direttore, nei giorni scorsi Papa Francesco ha espresso la sua contrarietà sulla cosiddetta teoria “gender”. Va precisato che questa teoria non è nata dalle menti confuse di alcuni teologi, ma negli ambienti femministi Usa degli anni ’60. Un’ideologia quella del “gender” che nega le differenze, se non culturali, tra maschi e femmine, che l’identità di ognuno prescinde dal dato biologico, ed è determinata da modelli culturali e sociali. In alcuni Paesi dove l’ideologia “gender” viene diffusa direttamente dal governo è in atto una vera e propria opera di indottrinamento sin dalla più tenera età. In Svezia esistono asili dove l’educazione dei bambini viene fatta senza alcuna distinzione di genere, dove sono stati aboliti i pronomi «Lei» e «Lui» in cambio del pronome neutro «Hen», giochi uguali per tutti ecc. e il governo ha pure approvato per legge 170 nomi unisex. Questa teorie trovano parecchi scettici se non oppositori fra antropologi, psicologi e neuroscienziati. Penso che le donne e gli uomini sono ugualmente esseri intelligenti, con stessi diritti e doveri ma hanno inclinazioni diverse ed è bello cosi. Condivide? Fabio Mendler e-mail Caro Fabio, certo che condivido. Un conto è la parità di diritti e di doveri, altro è negare differenze di genere. Il creatore, chiunque esso sia, non ci ha fatto tutti uguali e ci ha assegnato ruoli diversi. No c’è teoria che possa negare questo, non c’è moda che possa annullare differenze, non c’è cultura o società che possa sopravvivere a una simile sciocchezza. Io sono per le differenze, che vanno non annullate ma esaltate in quanto ricchezza del genere umano. Da sempre ci sono donne “maschiacci” che preferiscono il pallone alle bambole e viceversa uomini “effeminati”. Caratteri e gusti sessuali non sono nella nostra disponibilità di scelta. Ognuno è fatto a modo suo, e questo è legittimo oltre, appunto, che inevitabile. Ma sostenere che non siamo fatti diversi e impedire l’esercizio di questa diversità è una violenza inaccettabile. Da combattere come una forma di nazismo. » Il santo del giorno www.rinocammilleri.com Tran Van Trung La persecuzione dei cristiani in Asia durò per tutto il XIX secolo e cessò (fino all’avvento dei comunisti) solo grazie alla «politica delle cannoniere» occidentali. Nel 1858, nell’allora Tonchino, il soldato Tran Van Trung, battezzato cristiano dai missionari francesi col nome di François, faceva parte dell’esercito «imperiale» di Tu Duc, sovrano dell’Annam, nell’odierno Vietnam. Arrestato perché cristiano, a forza di torture si cercò di fargli calpestare un crocifisso in segno di rinnegamento. Poiché si rifiutava di farlo e di ritornare al buddismo, venne decapitato. Giovedì 6 ottobre 2016 Il consiglio Lo sconsiglio A Good year- Un’ottima annata 21.15 RETE 4 (Usa , 2006) di Ridley Scott con Russell Crowe Durata: 1.45 VOTO 6/7 TELEVISIONE 35 il Giornale COMMEDIA Provenza. Diventa triste il cinico agente di Borsa londinese Max Skinner (Russell Crowe) entrando nella tenuta del defunto zio Henri, che tante vendemmie prima l'ha allevato e l'ha appena nominato erede. Ora, costretto a rinviare il ritorno, si accorge che la caparbia ristoratrice Fanny Chenal (Marion Cotillard) è molto carina. Piacevole commedia paraturistica, un po' zoppicante quando tenta la via dell'umorismo, molto più riuscita sul versante romantico. A corrente alternata anche l'occhialuto burino Russell Crowe dal capoccione riccioluto: fuori parte quando fa il buffone in piscina o sul campo da tennis, perfetto negli assalti galanti. » FuoriSerie di Massimo Bertarelli Su Netflix fumetto fa rima con raffinatezza Sette anime DRAMMATICO Los Angeles. Ha una lista di sette nomi il malinconico manager aerospaziale Ben Thomas (Will Smith), sposato con Sara. Perché è tormentato dalla notizia di un incidente stradale? E come mai si finge un agente delle entrate con la bella tipografa Emily Rosa (Rosario Dawson), in attesa di un trapianto? Aggrovigliato e presuntuoso melodramma di Gabriele Muccino, che, stordito dal successo di «La ricerca della felicità», commette l'errore di tornare sul luogo del delitto, Hollywood, ancora per dirigere il monocorde Will Smith. Per un'ora e mezzo non si capisce niente, poi i troppi nodi vengono al pettine. Quando tutti dormono. 21.15 TV8 (Usa, 2008) di Gabriele Muccino con Will Smith, Rosario Dawson Durata: 1.55 VOTO 4 di Matteo Sacchi S e c’è una cosa che va riconosciuta a Netflix è la capacità di declinare temi pop, come i super eroi Marvel, in una versione decisamente adulta. Il canale on line può permetterselo perché il suo pubblico è tendenzialmente il più adatto a questo tipo di prodotto. Ma creare prodotti cinematograficamente raffinati partendo da un immaginario comune e fumettistico, comunque, è un risultato notevole. È andata così ad esempio con Daredevil e Jessica Jones, basti confrontarli con un prodotto, comunque gradevole, come Agent of Shields. Da un lato piani sequenza mozza fiato, dei personaggi ambigui e psicologicamente complessi. Dall’altro un onesto e divertente fumettone che piace a grandi e piccini. Ora Netflix sta lavorando per allargare il suo pacchetto di mischia. In primis prseguendo sul filone Marvel. Dal 13 gennaio arriverà la serie(8 episodi) tratta dalla ciclo di romanzi di Daniel Handler (il cui pseudonimo è Lemony Snicket) intitolato Una serie di sfortunati eventi. A fare da modello il film omonimo con Jim Carrey: tre orfani – Violet, Klaur e Sunny Baudelaire – devono vedersela con il perfido Conte Olaf (Neil Patrick Harris) deciso a mettere le mani sulla loro eredità. Poi proseguirà anche il filone Marvel. Netflix ha annunciato la data di messa in onda di Iron Fist, la quarta serie prodotta dal colosso streaming dedicata ai Difensori. Narra le vicende del miliardario Danny Rand, alias Pugno d’Acciaio e debutterà il prossimo 17 marzo 2017. E promette di proseguire con lo stesso stile delle precedenti. Raiuno Raidue Raitre Canale 5 Italia 1 Rete 4 La7 6.00 RaiNews24 Informazione 6.30 TG1 - Previsioni sulla viabilità CCISS Viaggiare informati Informazione 6.45 Unomattina Attualità 10.00 Storie Vere Rubrica. Condotto da Eleonora Daniele 11.05 Tempo & Denaro Attualità. Condotto da Elisa Isoardi 11.50 La prova del cuoco Varietà. Condotto da Antonella Clerici 13.30 TG1 Informazione 14.00 La vita in diretta Attualità. Condotto da Marco Liorni e Cristina Parodi 15.15 Torto o ragione? Il verdetto finale “La doppia verità” Real Tv. Condotto da Monica Leofreddi 16.30 TG1 Informazione 16.40 TG1 Economia - Che tempo fa Informazione 16.50 La vita in diretta Attualità 18.45 L’eredità Gioco 20.00 TG1 Informazione 20.30 Calcio, World Cup 2018 European Qualifiers Da Torino Italia - Spagna Evento sportivo (Diretta) 23.05 Petrolio “Mamma mia” Attualità 0.30 TG1 Notte - Che tempo fa Informazione 7.00 Il tocco di un angelo Telefilm 7.45 Le sorelle McLeod Telefilm 8.30 Homicide Hills - Un commissario in campagna Telefilm 10.10 TG2 Mizar Informazione 10.30 TG2 Achab Libri Rubrica 10.35 TG2 Eat Parade Rubrica 10.45 TG2 Medicina 33 Rubrica 10.55 TG2 Flash Informazione 11.00 I Fatti Vostri Attualità 13.00 TG2 Giorno Informazione 13.30 TG2 Tutto il bello che c’è Estate Rubrica 13.50 TG2 Medicina 33 Rubrica 14.00 Detto fatto Attualità 16.30 The Good Wife Telefilm 17.10 Madam Secretary Telefilm 18.00 Rai Parlamento Telegiornale Attualità 18.10 TG2 Flash L.I.S. Informazione 18.15 TG2 Informazione 18.30 Rai TG Sport - Meteo 2 Inf. 18.50 Blue Bloods Telefilm 19.40 N.C.I.S. “Primo piano” Telefilm 20.30 TG2 - 20.30 Informazione 21.10 Prima tv Rai Criminal Minds “Affari Interni” “Futuro allo specchio” Telefilm con Thomas Gibson 22.50 Criminal Minds “Angeli” Telefilm con Thomas Gibson 23.30 Prima tv American Gothic “La clinica Gross” Telefilm 8.00 Agorà Attualità 10.00 Mi manda Raitre - In difesa degli indifesi Attualità 11.00 Elisir “Aritmie” Attualità 11.10 Tutta salute Attualità 11.55 Meteo 3 - TG3 Informazione 12.25 Chi l’ha visto? 12,25 Attualità 12.45 Quante Storie Attualità 13.15 Rai Cultura Documentario 13.40 TG3 Fuori TG Attualità 14.00 TG Regione - Meteo Infor. 14.20 TG3 - Meteo 3 Informazione 14.50 TGR Leonardo Rubrica 15.10 TGR Piazza Affari Rubrica 15.15 Il Commissario Rex Telefilm 16.00 Question Time Attualità (Dir.) 17.20 Aspettando Geo Doc. 17.40 Geo Documentario 18.55 Meteo 3 - TG3 Informazione 19.30 TG Regione - Meteo Infor. 20.00 Blob Varietà 20.05 Gazebo Social News Attualità 20.30 Prova pulsante... Quasi Quasi Rischiatutto Gioco 20.40 Un posto al sole Soap 21.15 Agente 007 - La morte può attendere - Spionaggio (GB/Usa 2002). Di Lee Tamahori, con Pierce Brosnan 0.00 TG3 Linea notte Attualità 1.00 Meteo 3 Informazione 1.05 Rai Parlamento Telegiornale Attualità 6.00 7.55 8.00 8.45 7.35 Una spada per Lady Oscar Cartoni 8.00 Sailor Moon Cartoni 8.30 Supercar Telefilm 10.30 Person of Interest Telefilm 12.25 Studio Aperto - Meteo.it Informazione 13.00 Grande Fratello VIP Reality show. Condotto da Ilary Blasi 13.20 Sport Mediaset Notiziario 13.55 I Simpson Cartoni 14.45 The Big Bang Theory Telefilm 15.20 2 Broke Girls “E le prigioniere dei cupcake” Sit com 15.45 Due uomini e mezzo Telefilm 16.15 Prima tv free Baby Daddy “Il gruppo di gioco” Sit com 16.45 How I Met Your Mother Tf 17.35 Friends “Torte a domicilio” Tf 18.00 Grande Fratello VIP Reality show. Condotto da Ilary Blasi 18.30 Studio Aperto - Meteo.it Informazione 19.25 C.S.I. NY “Tra le mura domestiche”“Eroi” Telefilm 21.10 Colorado 2016 “Terza puntata” Varietà. Condotto da Luca Bizzarri e Paolo Kessisoglu 0.15 Prima tv free Ghost Movie Commedia (Usa 2012). Di Michael Tiddes, con Marlon Wayans, Essence Atkins 6.35 The Practice - Professione avvocati Telefilm 8.30 Cuore Ribelle Soap 9.30 I Cesaroni “Cattive influenze” Fiction. Di Francesco Vicario 10.40 Ricette all’italiana Rubrica. Condotto da Davide Mengacci e Michela Coppa 11.30 TG4 - Meteo.it Informazione 12.00 Un detective in corsia Tf 13.00 La signora in giallo “La morte usa il computer” Telefilm 14.00 Lo sportello di Forum Real Tv. Condotto da Barbara Palombelli 15.30 Flikken - Coppia in giallo Tf 16.50 Dimmi la verità - Commedia (Usa 1961). Di Harry Keller 18.55 TG4 Informazione 19.35 Dentro la Notizia - Meteo.it Informazione 19.55 Tempesta d’amore Soap 20.30 Dalla vostra parte Attualità. Condotto da Maurizio Belpietro 21.15 A good year - Un’ottima annata - Commedia (Usa 2006). Di Ridley Scott, con Russell Crowe, Albert Finney 23.50 Fair Game - Caccia alla spia Thriller (Usa 2010). Di Doug Liman, con Naomi Watts, Sean Penn, Sam Shepard 6.00 Meteo - Traffico - Oroscopo Informazione 7.00 Omnibus - News Attualità (Diretta) 7.30 TG La7 - Meteo Informazione 7.55 Omnibus Attualità (Diretta) 9.40 Coffee Break Attualità. Condotto da Andrea Pancani (Diretta) 11.00 L’aria che tira Attualità. Condotto da Myrta Merlino (Diretta) 13.30 TG La7 Informazione 14.00 TG La7 Cronache Attualità. Condotto da Bianca Caterina Bizzarri 14.20 Tagadà Attualità. Condotto da Tiziana Panella (Diretta) 16.15 L’Ispettore Tibbs Telefilm 18.00 Joséphine, ange gardien “Fantasmi del passato” Telefilm con Mimie Mathy 20.00 TG La7 Informazione 20.35 Otto e mezzo Attualità. Condotto da Lilli Gruber (Dir.) 21.10 Piazzapulita Attualità. Condotto da Corrado Formigli (Diretta) 0.00 TG La7 Informazione 0.10 Otto e mezzo Attualità (Replica) 0.45 L’aria che tira Attualità (Replica) Canali digitali free Paramount Channel 20.40 Will & Grace “San Valentino” Tf 21.10 Sherlock Telefilm 23.00 Spartacus: La guerra dei dannati “Morti e morituri” “La vittoria” Tf Rai 4 20.30 Calcio, Rai dire Nazionale Qualificazioni Mondiali 2018: Italia - Spagna (Diretta) 22.50 Prima tv Braindead - Alieni a Washington “The Power of Euphemism: How Torture Became a Matter of Debate in American Politics” Telefilm Iris 20.05 A-Team “Candidato scomodo” Telefilm 21.00 La Papessa (Drammatico, 2009) con Johanna Wokalek Film 23.40 Adesso cinema! Rubrica Rai Movie 20.50 Buona vacanza (Comico, 1932) con Stan Laurel Film 21.10 Il riccio (Commedia, 2009) con Josiane Balasko Film 23.00 Quando meno te lo aspetti (Commedia, 2004) con Kate Hudson Film Rai Storia 20.45 Rai Cultura - Il tempo e la Storia “1951 - L’inchiesta sulla miseria in Italia “ Documentario 21.10 A.C.d.C. - Le civiltà del passato “La lega anseatica tedesca, una superpotenza segreta” Doc. 22.10 A.C.d.C. - Le civiltà del passato “Padri Pellegrini - La terra promessa” Documentario Sky 507 Cubo Vision web tv - IP TV 7.00 11.10 11.30 12.10 12.30 15.00 15.40 17.00 Caffè Affari Rubrica Trading Room Rubrica Market Quote Attualità Forex Update Attualità Analisi Tecnica Attualità Linea Mercati Wall Street Rubrica I Vostri Soldi Attualità Alert Mercati Attualità 10.55 11.00 13.00 13.40 14.10 14.45 16.10 16.20 17.10 18.45 19.55 20.00 20.40 21.15 23.30 0.35 Prima pagina Tg5 Infor. Traffico - Meteo.it Infor. TG5 Mattina Informazione Mattino Cinque Attualità. Condotto da Federica Panicucci e Francesco Vecchi TG5 - Ore 10 Informazione Forum Real Tv. Condotto da Barbara Palombelli TG5 - Meteo.it Informazione Beautiful Soap Una vita Soap Uomini e Donne Talk show Grande Fratello VIP Reality show. Condotto da Ilary Blasi Il segreto Soap Pomeriggio Cinque Attualità. Condotto da Barbara d’Urso Caduta libera Gioco. 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Cartoni animati 19.05 Nuovi episodi Clarence Cartoni animati 19.30 Doraemon Cartoni animati 20.00 We Bare Bears Cartoni animati 20.50 The Next Step Telefilm Cielo 20.15 Affari di famiglia “Sbarco sulla Luna” “Il primo Spider Man” Documentario 21.15 Twin Dragons (Azione, 1992) con Jackie Chan Film 23.00 Hong Kong colpo su colpo (Avventura, 1998) con Jean-Claude Van Damme Film La7 D 19.40 A cena da me - Come Dine With Me Real Tv 21.20 Benjamin Lebel - Delitti D.O.C. “Missione a Pessac” Telefilm 23.05 Benjamin Lebel - Delitti D.O.C. “L’acquavite della discordia” Telefilm 18.00 Report - Il TG della Finanza “Ospite: M. Fortuzzi (Banca Leonardo)” Attualità 22.00 Linea Mercati Notte Rubrica 22.30 Italia Oggi TG Rubrica Film 21.15 Il solista (Drammatico, GB/Usa/Fra) con Robert Downey Jr. Premium Cinema Emotion 21.15 Momentum (Azione, 2013) con Olga Kurylenko Premium Cinema Energy 21.15 Gone Baby Gone (Drammatico, 2007) con Casey Affleck Studio Universal 21.15 Prima tv Steve Jobs (Biografico, 2015) con Michael Fassbender Premium Cinema 22.50 The Prestige (Drammatico, 2006) con Hugh Jackman Premium Cinema Energy 23.10 He got game (Drammatico, 1998) con Denzel Washington Studio Universal 23.10 Get on Up - La storia di James Brown (Biografico, 2014) con Chadwick Boseman Premium Cinema Emotion 23.25 Ex Machina (Fantascienza, 2015) con Domhnall Gleeson Premium Cinema Telefilm 20.15 No Limit “Traffico d’armi” Action 20.20 Covert Affairs “Attacco cibernetico” Premium Stories 20.25 Due uomini e mezzo “L’uomo più bello della casa” “Al, il papà figo!” Joi 21.15 Prima tv Containment “Inferno” Action 21.15 Prima tvThe Goldbergs “La famiglia si prende cura della famiglia” Joi Sky 221 Tivù Sat 55 Canali Satellitari 21.15 Shameless “Il ragazzo di casa” Premium Stories 21.40 Prima tvThe Goldbergs “Pupo spalla la palla” Joi 22.05 Prima tvContainment “Il punto debole di ogni cosa” Action 22.15 L’uomo di casa “Libero mercato” Joi 22.15 Shameless “Abitudini pericolose” Premium Stories 22.40 L’uomo di casa “Un posto per Kyle” Joi Sport 12.25 Calcio, Serie A 2016/2017 Lazio Juventus (Anticipo 2a giornata) Premium Sport 2 14.20 Calcio, Serie A 2016/2017 Palermo - Juventus (Anticipo 6a giornata) Premium Sport 2 15.00 Calcio, Ligue 1 2016/2017 Dal Parco dei Principi di Parigi Paris Saint Germain - Bordeaux Premium Sport 16.10 Calcio, Serie A 2016/2017 Napoli Bologna (Anticipo 4a giornata) Premium Sport 2 18.00 Calcio, Ligue 1 2016/2017 Dall’Allianz Riviera di Nizza Nizza Marsiglia Premium Sport 2 19.00 Premium Sport News Premium Sport 21.00 Speciale Premium Sport Premium Sport 21.00 Arsenal Channel Premium Sport 2 22.00 Speciale Premium Sport Premium Sport 22.30 Serie A Emotion Premium Sport 23.00 Premium Sport News Premium Sport 17.00 Cowboy tv “Il magico mondo della monta americana torna protagonista su ClassHorse Tv” Rubrica sportiva 8.10 Non Solo Cavalli Rubrica sportiva 9.00 Equitazione, Special Class: Polo per 19.10 Highlights FEI Classics 2016: un Sorriso 2016 Evento sportivo Burghley Evento sportivo 11.15 Special Class: Attacchi al Parco Giardino Sigurtà Il secondo parco più bello d’Europa ospita il Concorso di Eleganza degli Attacchi di Tradizione Evento sportivo Film 21.00 Revolutionary Road (Drammatico, 2008) con Leonardo DiCaprio Sky Cinema Cult 21.00 Lo straordinario viaggio di T.S. Spivet (Avventura, 2013) con Helena Bonham Carter Sky Cinema Family 21.00 Soldato semplice (Commedia, 2015) con Paolo Cevoli Sky Cinema Comedy 21.00 Spy (Azione, 2015) con Jude Law Sky Cinema Passion 21.00 Nightwatch (Thriller, 1997) con Ewan McGregor Sky Cinema Max 21.00 22.11.63 Buon compleanno, Lee Harvey Oswald (Drammatico, 2016) con James Franco Fox 21.15 Star Wars - Il risveglio della forza (Fantascienza, 2015) con Harrison Ford Sky Cinema 1 21.15 Fratelli unici (Commedia, 2014) con Raoul Bova Sky Cinema Hits 21.50 22.11.63 Tiratore scelto (Drammatico, 2016) con James Franco Fox 22.45 Head of State (Commedia, 2003) con Chris Rock Sky Cinema Comedy Telefilm 21.00 Prima tvCandice Renoir “Il peggior nemico è nel nostro cuore” Fox Crime 21.00 Rizzoli & Isles “La bestia che è in me” Fox Life 21.15 Mad Men “Un caldo tropicale” Sky Atlantic Sky 180 Tivù Sat 56 7.00 12.00 12.30 13.00 14.00 16.00 22.00 Rizzoli & Isles “Quando la pistola fa bum bum” Fox Life 22.05 Prima tvCandice Renoir “Meglio prevenire che curare” Fox Crime 22.10 Mad Men “Nixon contro Kennedy” Sky Atlantic 22.55 Nashville “Rapporti difficili” Fox Life 23.05 Criminal Minds “Il banco vince sempre” Fox Crime Sport 12.00 Biliardo, European Masters 2016 4a giornata, da Bucarest, Romania (Diretta) Eurosport 14.00 Golf, PGA European Tour 2016 Da St. Andrew (Scozia) Alfred Dunhill Links Championship: 1a giornata (Diretta) Sky Sport 2 18.00 Biliardo, European Masters 2016 4a giornata, da Bucarest, Romania (Diretta) Eurosport 20.00 World Cup 2018 Qualifiers Prepartita (Diretta) Sky Sport 1 20.45 Calcio, WC 2018 Diretta Gol European Qual. (Dir.) Sky Sport 1 20.45 Calcio, World Cup 2018 European Qualifiers Kosovo - Croazia (Diretta) Sky Sport 3 21.00 Wrestling, WWE Domestic Raw Sky Sport 2 22.45 World Cup 2018 Qualifiers Postpartita (Diretta) Sky Sport 1 22.45 Golf, PGA European Tour 2016 Da St. Andrew (Scozia) Alfred Dunhill Links Championship: 1a giornata Sky Sport 2 23.00 Calcio, World Cup 2018 Sudamerican Qualifiers Ecuador Cile (9a giornata) (Diretta) Sky Sport 3 18.00 Full Fashion Designer - Le sfilate dei grandi stilisti Rubrica 18.30 Breakout Rubrica Full Fashion Designer - Le sfilate 19.00 Ladies Rubrica dei grandi stilisti Rubrica 21.00 Models New York - Il reality della Milano Models - Il docu-reality sulla moda Real Tv moda e sulla vita delle modelle Real 23.30 Full Fashion Designer - Le sfilate Tv dei grandi stilisti Rubrica Breakout Rubrica Full Fashion Designer - Le sfilate dei grandi stilisti Rubrica Ladies Rubrica Fashion Dream Reality show