ola e muore «Si è spento un vulcano»

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ola e muore «Si è spento un vulcano»
Trento
l'Adige
Dotato di un’intelligenza veloce,
andava subito al nocciolo delle
questioni e delle persone e aveva
sempre nello sguardo la luce
e l’entusiasmo, per qualche
nuovo progetto o obiettivo
martedì 29 dicembre 2015
IL RICORDO
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Legatissimo alla famiglia, lascia
i genitori che gli hanno trasmesso
la passione per la montagna,
la moglie Enrica e i figli Edoardo
e Alessio dei quali andava
particolarmente orgoglioso
«Si è spento un vulcano»
Generoso, caparbio e leale Martino era una fucina di idee
A fianco, la famiglia Maffei per il Giro d’Italia: da sinistra Alessio,
con il grande Vittorio Adorni, Martino Maffei, la moglie ed
Edoardo. Qui sopra il Garnì Maffei di Pinzolo, della famiglia.
MAVIGNOLA
Ci eravamo visti due settimane fa, come era diventato piacevole obbligo da
quando ci conoscevamo: se passavo io
da Pinzolo facevo tappa al suo garnì,
quando invece scendeva a Trento era
lui a farmi visita. Stavolta era passato
lui. Nei suoi occhietti vispi, specchio di
un’intelligenza veloce, in grado di sfrondare immediatamente questioni ed interlocutori e andare dritto al loro nocciolo, Martino aveva sempre la luce accesa per qualcosa. La luce bella che hanno i bambini felici quando ti raccontano le loro avventure. Stavolta era per
la Lambretta Li bianca e azzurra del papà, che dopo mesi di lotta con la burocrazia e svariati viaggi in Motorizzazione, era riuscito caparbiamente a restaurare e rimettere in strada.
Ecco, Martino era anche un tipo caparbio, come ne sono rimasti pochi in giro. Un vulcano, uno che quando aveva
un’idea o ti aveva promesso qualcosa,
potevi stare sicuro che avrebbe mosso
mari e monti per centrare l’obiettivo. Lo
aveva fatto recentemente acquistando
alcune decine di galline ovaiole e, nel
rispetto di tutte le normative esistenti
dopo mille timbri e scartoffie e giornate trascorse negli uffici a Trento per raccoglierli, si era messo a produrre uova
biologiche che vendeva utilizzando un
sistema simile a quello dei distributori
L’ESPERTO.
di latte crudo. O come quando, alcuni
anni fa, si era messo in testa di fare la
Parigi-Roubaix per amatori in bici e
l’aveva fatta. Fosse rimasto tra noi, lo
avremmo visto al via del suo primo triathlon, l’ennesimo obiettivo che si era
dato. Un piccoletto tutta energia e la
giusta dose di pepe addosso per non farsi mettere i piedi in testa da nessuno,
sia nel lavoro (oltre a gestire con la moglie il garnì di famiglia era apprezzato
autista del 118 a Tione), sia nella vita
sociale. Martino ha dato e dava molto,
come testimoniano i 15 anni di servizio
Il ricordo di Martino Maffei rimane
per sempre nella memoria di internet
per il video di presentazione che
aveva girato quando era candidato
alle elezioni comunali. Correva per la
lista Civica a sostegno di Augusto
Gallucci, e si presentava come
«operatore del 118». Il video è su
Youtube all’indirizzo
https://www.youtube.com/watch?v=
DDrFDbUIuxw e ci piace ricordare
Martino con questa immagine: una
persona intelligente, solare e aperta.
«Sembra estate, ma non lo è»
ti e Comelli prova a spiegarci
le cause.
«Qualche giorno fa abbiamo
soccorso due escursionisti.
Quando li abbiamo raggiunti
ci hanno detto “Abbiamo fatto lo stesso percorso quest’estate, ma ora ci siamo bloccati”. Ecco, il punto è proprio
quella frase: così, a occhio nudo, pare effettivamente estate, ma non lo è. Scivolare è molto facile, i sentieri sono duri
come il cemento, in certe zone d’ombra non si sta in piedi,
anche se il ghiaccio non lo si
vede. Inoltre alle 17 è buio, le
giornate sono molto corte e
quindi bisogna stare attenti ai
tempi delle camminate. E poi
bisogna considerare che non
c’è la figura del gestore: i rifugi sono tutti chiusi e quindi vie-
menti e le gare in bicicletta di Edo (fino allo scorso anno Under 23 in una
squadra bresciana), e di golf e sci alpinismo di Ale? E come dimenticare l’affetto, l’orgoglio e le preoccupazioni di
padre che si coglievano quando parlava del loro futuro, con Edo incamminato sulla strada per diventare motorista
di elicottero ed Alessio davanti al dilemma se proseguire gli studi universitari
a Trento o puntare - viste le capacità alla Bocconi di Milano? Impossibile dimenticare. Impossibile dimenticare un
tipo come Martino. Ciao amico caro.
Il video delle elezioni
Comelli: «Senza neve i percorsi sembrano facili»
«Non so ancora nulla di questi
ultimi due casi, ma parlando
in generale posso dire che molti escursionisti guardano fuori dalla finestra e, non vedendo la neve, pensano che sia
estate. In molti usano gli impianti di risalita come nella bella stagione e non per andare a
sciare. Invece non è così: siamo in inverno, il terreno in
montagna è durissimo e ghiacciato, anche se è di colore verde o marrone. E dietro quei colori si nascondono tante insidie».
A parlare è Gino Comelli, storico capostazione del Soccorso Alpino dell’Alta Val di Fassa. Una persona che la montagna la conosce benissimo. In
queste ultime settimane gli incidenti in quota sono stati mol-
come capostazione del Soccorso Alpino di Pinzolo, e in cambio chiedeva «solo» correttezza assoluta. A beneficiare
della sua bellezza d’animo è stata soprattutto la sua famiglia: il papà Nereo
e la mamma Anna, storici maestri di sci
rendeneri che gli hanno trasmesso
l’amore per la montagna e che lui venerava; la moglie Enrica e i due figli,
Edoardo e Alessio, di cui ha assecondato - sempre con occhio vigile - passioni
e aspirazioni, spesso anteponendole alle proprie. Come scordare le lunghe trasferte che si sobbarcava per gli allena-
ne a mancare quel punto di riferimento in quota che possa
dispensare consigli utili e suggerimenti a chi arriva in cima».
Qual è il consiglio più utile da
dare?
«Prima di tutto ci sono molte
alternative sicure e comunque
belle e spettacolari. Non bisogna affrontare percorsi impegnativi che si fanno nella stagione calda. Poi è necessario
informarsi prima di partire: nei
paesi si trovano le guide, i maestri di sci, persone che conoscono bene la montagna e possono dispensare consigli. In
questi giorni non ci sarà il pericolo valanghe, ma ci sono pericoli ben più nascosti e insidie da tenere in grande e costante considerazione. Ci vuole molta prudenza».
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PIETRO GOTTARDI