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La prima impressione
Ritratto astrale di Claude Monet, protagonista dell’Impressionismo
dell'Astrologa Martina
n questo numero di
travelcarnet.it vi
proponiamo il ritratto
astrale del grande pittore
impressionista Claude Monet,
nato sotto il segno dello
Scorpione.
I
*****
«Figuriamoci, il Charivari è un
giornale satirico, caustico! Cosa
vi aspettate che ci sia scritto? E
poi quel Leroy, lo conosciamo
bene!»
«Come se gli altri ci avessero
trattato meglio. Hai letto, no?
L’unico che salvano un po’ è
Pierre-Auguste; noialtri, ci
trattano tutti da imbrattatele.
Dai, leggi, vediamo cosa ha
scritto questo qui».
«Allora, ecco qua: “Oh, fu
davvero una giornata tremenda
quella in cui osai recarmi alla
prima sul boulevard des
Capucines assieme a Joseph
Vincent, paesaggista, allievo di
Bertin, premiato sotto diversi
governi…”»
«Certo noi premi dal governo
non ne riceveremo! E poi questo
Vincent, chi l’ha mai sentito?»
«Ma no, non è mai esistito, è un
espediente per descrivere
l’effetto che farebbero i nostri
quadri a un pittore “vero”, no?
Ecco, Claude, ora parla di te:
“Che cosa rappresenta questa
tela? Guardiamo il catalogo:
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‘Impressione, sole nascente’.
Impressione, ne ero sicuro. Me
lo dicevo, perché ero rimasto
impressionato, che ci dev'essere
dell'impressione, là dentro. E
che libertà, che disinvoltura
nell'esecuzione! Una carta da
parati non finita è più curata di
questo dipinto”. Per questo nel
titolo dell’articolo ci chiama
Impressionisti, perché facciamo
impressione!»
«Beh, a me Impressionisti piace.
Che ne dite? Potremmo
chiamarci davvero
Impressionisti, no? In fondo,
non è quello che facciamo,
cogliere l’impressione fuggente
che ci lascia un paesaggio?»
Da quell’articolo del 25 aprile
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La pòr i ma i m pr ess ione
1874 nacque dunque il nome del
movimento pittorico forse più
fortunato della storia, il cui più
noto esponente è proprio
l’autore di quel quadro,
Impression: soleil levant, che
tanto aveva disgustato Louis
Leroy: il giovane e allora
sconosciuto pittore Claude
Monet.
Nato a Parigi ma presto
trasferitosi con la non troppo
benestante famiglia a Le Havre,
Monet aveva dovuto faticare per
seguire la sua vocazione alla
pittura. Privo dei mezzi
necessari per frequentare
un’accademia prestigiosa, si era
associato ad altri giovani artisti
come Camille Pissarro, Alfred
Sisley e Pierre-Auguste Renoir,
tutti interessati alla pittura en
plein air, cui Monet era stato
avviato dal suo primo maestro
Eugène Boudin. Questo tipo di
pittura rifuggiva dall’atelier per
ricercare l’immediatezza e la
freschezza del tratto consentite
dalla rappresentazione
Sopra; a sinistra, Claude Monet nel 1899 in un ritratto del fotografo Nadar (foto Fondation
Claude Monet); a destra l’Atelier Nadar al civico 35 di Boulevard des Capucines a Parigi
che nel 1874 accolse la prima vera mostra degli Impressionisti. A lato, il Palais de l'Industrie a Parigi in un'immagine di Edouard Baldus, il palazzo fu sede del Salon des Refusés,
mostra autorizzata da Napoleone III nel 1863.Nella pagina precedente, Claude Monet
nell'atelier al pianoterra della sua casa di Giverny (foto Fondation Claude Monet).
immediata del soggetto,
specialmente paesaggi,
direttamente sul posto; gli
impressionisti la coniugarono
con uno stile che anziché alla
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riproduzione minuziosa di
un’immagine realistica puntava a
cogliere appunto l’impressione
sensoriale che essa produceva
nell’osservatore, fortemente
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Monet nel suo giardino a Giverny (foto
Fondation Claude Monet).
A sinistra; in alto, la casa di Giverny, centro dell’esistenza del grande pittore dal
1883 alla sua morte avvenuta nel 1926
(foto Fondation Claude Monet); al centro,
il ponte giapponese che Monet fece costruire lungo la passeggiata principale
del Clos Normand a Giverny (foto Fontation Claude Monet); in basso. l’ingresso
del Museé des impressionismes Giverny
nato nel 2009 (foto J. Faujour/Terra
Foundation/MdIG).
dipendente anche dalle
condizioni atmosferiche e di
luce, dall’ora e dalla stagione,
tutti elementi che nel lavoro in
studio sbiadivano e si
perdevano.
Il successo però, proprio per la
“sovversività” del nuovo
movimento, giunse solo
gradualmente, e le difficoltà
economiche per Monet
continuarono ancora per anni,
mentre la vita privata lo
sottopose al grande dolore della
perdita dell’amatissima moglie
Camille appena trentaduenne,
che Claude ritrasse sul letto di
morte in un drammatico
dipinto.
Rimasto vedovo, Monet si legò
ad Alice Hoschedé, moglie di un
ricco finanziere collezionista
delle sue opere, che sposerà nel
1892 dopo la morte del primo
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La pr i m a i m pr e ssi one
marito di lei. Alice fu tormentata
da una gelosia quasi patologica
nei confronti della bella Camille,
che era stata modella e amante
di Claude prima di diventarne la
moglie nel 1870; non potendo
ovviamente distruggere i
numerosi dipinti in cui era stata
immortalata da Monet, uno su
tutti il celeberrimo ‘La
passeggiata’, del 1875, non le
rimase che scovare e fare in
pezzi ogni fotografia che la
ritraesse, nel tentativo di
cancellarla dalla memoria del
marito e di quanti altri la
conobbero.
Claude e Alice, con i figli dei
precedenti matrimoni, vissero a
Giverny, in Normandia, dove
Monet si dedicò a un
intensissima produzione
pittorica, raffigurando anche
decine di volte gli stessi soggetti
in diverse condizioni di luce e di
tempo atmosferico: che si
trattasse di stazioni ferroviarie o
di cattedrali, di covoni di fieno o
di ninfee, era alla continua e
perfezionistica ricerca della
sfumatura esatta di colore e di
luce per rendere l’unicità di
ciascun momento come appare
al pittore. Questa stessa ricerca
lo condusse a viaggiare dall’Italia
alla Norvegia, da Londra a
Venezia, catturandone le
immagini e le atmosfere così
diverse. Ormai divenuto un
caposcuola, rifiutò la Legion
d’Onore, ed entrò in polemica
con gli stessi epigoni
dell’Impressionismo, mentre la
sorte non gli risparmiò il dolore
della perdita della seconda
moglie e dei due figli nati da
Camille.
La disciplina, la precisione e
Scorpione, segno zodiacale di Claude Monet.
anche la metodicità che
caratterizzarono il lavoro di
Monet sembrerebbero derivargli
dal suo ascendente Capricorno
presente nella sua carta astrale;
celebre l’episodio, narrato dal
figlio del suo amico Renoir, di
quando, durante una delle sue
sessioni pittoriche alla stazione
di Saint-Lazare, egli chiese e
ottenne di far fermare un treno e
farne caricare le caldaie con un
determinato quantitativo di
carbone con lo scopo di eseguire
un dipinto che avesse le esatte
caratteristiche di luce e colore
che egli pretendeva.
Claude Monet era nato a Parigi
il 14 novembre 1840, con il Sole
in Scorpione, e di questo segno
zodiacale egli possedeva
l’intensità emotiva dello
sguardo, il fascino magnetico e
un po’ tenebroso e la forza di
volontà ferrea.
Il perfezionismo e l’eterna
insoddisfazione per i risultati
delle proprie opere
probabilmente erano dovute
all’aspetto di Marte in Vergine
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presente nel suo tema natale,
mentre il senso estetico e
l’amore per il bello erano
sostenuti dalla presenza nel suo
cielo di Venere in Sagittario.
Della propria esagerata
meticolosità egli ebbe a dire:
“Ho voluto la perfezione e ho
rovinato quello che andava
bene”.
Per quanto riguarda gli altri
aspetti del suo tema natale, nella
tenacia di Monet nel perseguire
gli obiettivi che si prefissava si
può riconoscere una
caratteristica tipica della
presenza di Saturno in
Sagittario, mentre il transito di
Urano in Pesci è spesso
associato alla creatività sul piano
artistico.
La grandezza di Monet fu quella
di un artista innovativo, pieno e
consapevole, per certi versi
anche controverso, ma talmente
sicuro del proprio percorso
artistico e del proprio naturale
talento da dire di sé: “Io
dipingo come un uccello canta”.
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