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ALCHIMIEONLINE Le mille e una nota – Dicembre 2009 SHAKESPEARE E BRONTE TRA LE NOTE DEGLI ANNI '80 di Maria Grazia Scrimieri Quando l'estensione vocale di Kate Bush e la chitarra di Mark Knopfler incontrano la letteratura inglese, i risultati sono singolari , diversi ma entrambi eccellenti. E' il 1978. A soli vent'anni, Kate Bush pubblica il suo album d'esordio "The Kick Inside" contenente Wuthering Heights, una di quelle ballate che lasciano il segno. La canzone è dichiaratamente ispirata all'omonimo romanzo di Emily Bronte, che la cantautrice inglese afferma di aver letto solo dopo la visione del film. Due curiose coincidenze, quasi una predestinazione, indicano alla giovane artista la strada giusta da percorrere: la stessa data di nascita della Bronte, il 30 luglio, e lo stesso nome della protagonista femminile del suo romanzo più celebrato, Catherine. Il testo di Kate rievoca esattamente le struggenti riflessioni amorose e i tormentati sentimenti per Heatcliff, riprende i passaggi essenziali della storia, alternando alle strofe, narrative, un ritornello corale e quasi integralmente tratto dal romanzo. E' un brano impulsivo e istintivo, semplice ed immediato dove si avverte la giovanissima età dell' autrice e da cui emergono l'irragionevolezza, la spontaneità, il romanticismo giovanile, elementi tipici della sua giovane età e non ancora corrotti dalle adulte consapevolezze. Solo due anni dopo, nel 1980, i Dire Straits pubblicano il loro terzo lavoro Making Movies. Mark Knopfler, voce, chitarra, autore e anima del gruppo, firma "Romeo and Juliet", un nuovo esemplare incontro tra spirito letterario e creatività musicale. La trasposizione di Knopfler non è fedele al testo di partenza così come Wuthering Heights. Romeo and Juliet contiene pochi elementi di unione con la tragedia di Mark Knopfler recita, con un sottofondo di chitarra dolce e sommesso, un dialogo molto più attuale tra i due protagonisti. Rispetto alle controparti seicentesche i personaggi di Knopfler sono più spigliati e moderni. Il testo è riflessivo, più autoriale, più ragionato. Knopfler registra Romeo and Juliet a 31 anni; è un autore già maturo, adulto e sa bene di non poter riproporre, all'inizio degli anni '80, il mito dei due giovani che muoiono per amore. La loro storia sarebbe poco credibile e di difficile immedesimazione. Quello degli amanti di Verona diventa, quindi, un sentimento non corrisposto, unilaterale. Romeo: insicuro, timoroso, fiducioso nella relazione con Giulietta, si ritrova con il cuore infranto. Giulietta: sicura di sé, decisamente più disinvolta, donna - più che ragazza - che perde interesse in Romeo, che sembra non volergli concedere un'altra possibilità; si lascia affascinare dagli sconosciuti e va avanti per la sua strada. Lui persevera e non smette di sperare, cercando di riprendere in mano quei fili che prima era capace di controllare. Sa di meritarsi un'altra occasione, anche se non è capace di parlare come i personaggi della televisione o di scrivere una canzone d'amore paragonabile a quella dei film che hanno visto insieme. Il suo romanticismo è più consapevole, ma non per questo disincantato. Il cantautore scozzese, come afferma in una intervista, sa bene che "quando una ragazza non ne vuole sapere...non ne vuole sapere e basta…" Mark Knopfler sorride dell'essere impacciato di Romeo, ma lo comprende. Il fatto che proprio Romeo, archetipo dell' amante perfetto, sia stato lasciato ha in sé qualcosa di ironico. Il fatto che speri ancora è buffo ma fa parte della vita.