A000962 L`ultima volta che Monica Bellucci è intervenuta

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A000962 L`ultima volta che Monica Bellucci è intervenuta
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FONDAZIONE INSIEME onlus.
Da Magazine del Corriere della Sera, pag. 46 <<E IO DICO: <<CASALINGHE
STIPENDIATE>>, opinioni di Monica Bellucci; di Stefania Ulivi, giornalista.
Per la lettura completa del pezzo si rimanda al settimanale indicato.
L’ultima volta che Monica Bellucci è intervenuta pubblicamente in
una questione interna italiana è stato due anni fa, ai tempi
dell’approvazione della legge 40/2004 per la fecondazione assistita,
da lei ritenuta <<coercitiva e iniqua>>.
Come finì quella battaglia si sa bene, o forse non si ricorda
neppure, visto il velo di silenzio che è calato sull’assunto, come
se i problemi di infertilità fossero miracolosamente scomparsi.
Il referendum del giugno 2005 non raggiunse il quorum e di
fecondazione praticamente non si parla più.
In questi due anni nella vita della Bellucci è successo invece di
tutto: è nata sua figlia Deva, che ha compiuto due anni in
settembre, lei ha fatto la madrina al festival di Cannes, ha girato
un film dopo l’altro: la settimana scorsa alla festa di Roma ne sono
stati presentati due, N di Paolo Virzì, nelle sale da pochi giorni,
e le concile de Pierre di Guillaume Nicloux.
Anche i fotografi, oltre che i registi, continuano a cercarla,
come dimostrano le foto di questo servizio opera di Gérard Rancinan
che l’ha scelta insieme ad un gruppo di altre, per realizzare un suo
personalissimo omaggio al cinquantesimo anniversario del film di
culto di Roger Vadim, E Dio creò la donna.
Però la Bellucci, a distanza di un anno dal fallimento del
referendum, non si dà pace, né dell’esito di quella battaglia, né
del silenzio che l’ha seguita.
Anzi.
Basta domandarle cosa crede
sia cambiato nei cinquant’anni passati dal celebre film con Brigitte
Bardot, per risvegliare l’animo più battagliero dell'ex ragazza di
Città di Castello.
Le parole per dirlo, alla Bellucci vengono fuori come un fiume in
piena, a cominciare da <<femminista>>, che per taluni è peggio di
una parolaccia.
<<La donna ci ha certo guadagnato in questi 50 anni, ma c’è ancora
moltissimo da fare: il vero problema è che non ha guadagnato
abbastanza.
Parlo da donna, da femminista e da chi crede
profondamente nella differenza tra uomo e donna.
Vive la
difference!, non dimentichiamo che la nostra forza è la possibilità
di fare i figli.
Ricordate donne, non c’è niente che non possiamo fare.
Invece
vedo silenzio, rassegnazione.
Bisognerebbe tornare in piazza,
farsi sentire.
Siamo in una società dove il maschio è tuttora
dominante, la simbologia, il linguaggio sono declinati al maschile,
non parliamo delle priorità dei politici>>.
Lei una proposta ce l’avrebbe.
<<una delle cose più urgenti
sarebbe un intervento concreto per riconoscere i diritti delle donne
che stanno in casa.
Chi si occupa della casa, della famiglia,
dovrebbe avere uno stipendio, come noi che lavoriamo fuori casa.
Fa la cuoca, la babysitter, le pulizie, gestisce la casa, i figli
etc. e nessuno le riconosce nulla.
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Intendiamoci, so bene di essere una privilegiata, io mi posso
permettere un aiuto, ho una babysitter per Deva, faccio un lavoro
bellissimo, guadagno bene.
Ma capisco che le donne possano
diventare pazze, alle prese con i problemi di tutti i giorni.
Si parala tanto di depressione, leggo storie di depressione
postparto, ma sono convinta che in molti casi si tratti di una
disperazione che nasce dalla solitudine, solitudine di donne che
devono affrontare quotidianità senza sostegni.
Un tempo le donne lavoravano moltissimo, ma potevano contare su
famiglie forti, numerose, si dava per scontato che le donne non
sposate aiutassero le parenti sposate e con figli.
Oggi le donne sono sole.
Ci rendiamo conto di quanta energia in
più deve avere una donna rispetto ad un uomo?
I pochi aiuti
sociali non bastano.
La donna che sta a casa ha lavorato per la
società, lo Stato deve riconoscerle uno stipendio e pensione>>.
HO STUDIATO MARCHIGIANO.
Non è difficile capire perché Monica Bellucci se ne sia andata
dall’Italia, un Paese che elegge con gioia maschia e fanciullesca La
pupa e il secchione come programma tv di riferimento.
Lei, con quella faccia e quel fisico, bella di una bellezza
inverosimile, perfetto assemblaggio di parti perfette: labbra,
occhi, naso,gambe, seno, capelli, doveva fare la pupa muta e
sorridente.
Invece, dopo una carriera da modella, è riuscita, al
contrario di altre bellissime come Claudia Schiffer e Elle
MacPherson, a farsi scrivere nelle biografie alla voce mestiere
l’agognata parola <<attrice>>, senza peraltro farla tanto lunga
(<<Devo ringraziare i registi che mi fanno lavorare tanto: anche un
somaro imparerebbe>>).
In poco più di dieci anni ha collezionato registi celebrati e non
ha mai rinnegato la sua esperienza con i Vanzina: <<I mitici ? Adoro
quel film, uno dei miei primi, lo considero il mio primo vero ruolo
da attrice: ho dovuto studiare l’accento marchigiano>>.
LA PROSTITUTA ED I PANNOLINI.
In più ha anche una vita privata assai soddisfacente.
Non paga
di aver conquistato uno degli ultimi bei tenebrosi sulla piazza,
Vincent Cassel, provocando brividi nelle mamme delle sue coetanee
ancora sensibili al fascino del suocero Jean Pierre Cassel, è
riuscita anche a farci una figlia, Deva, che si suppone bellissima e
destinata a vita altrettanto appagante.
Se ciò non bastasse, vale
la pena ricordare che nei mesi scorsi, per esigenze di scena, Monica
Bellucci si è buttata nelle solide braccia di Clive Owen, l’etero
più desiderato del momento, in Shoot’Em Up, una specie di miscela
tra film d’azione e soft-core dove Monica interpreta una prostituta
italiana specializzata nel soddisfare i desideri di clienti
dall’edipo problematico nostalgici di pannolini e latte materno.
Accetta di lavorare in film dove può portarsi dietro la bimba,
vive tra Londra e Parigi con rare puntate in Italia e si gode le
gioie di una maternità molto desiderata.
<<Con la nascita di Deva ho scoperto cose strane, la sentivo
crescere dal mio corpo con una potenza inaspettata.
Non l’ho
chiamata Bellucci di cognome ma solo Cassel per riconoscere uno
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spazio anche a lui.
La maternità è talmente una cosa da femmine
che è giusto dare il nome del padre, è un modo per riconoscere la
sua esistenza>>.
LA CHIOCCIA E LA PIAZZA.
Se le chiedi che tipo di madre è la risposta è netta.
<<Hai
presente la classica madre ebrea?
Ecco, io sono peggio di tutte e
due messe insieme, una chioccia terrificante.
Le mie amiche sono
molto sorprese, non se l’aspettavano, sono un po’ invidiose e un po’
affascinate da questo rapporto così istintivo con mia figlia>>.
Da bambina ha ricevuto un’educazione cattolica.
Deva, invece,
non è stata battezzata: <<Non rinnego affatto l’educazione che ho
avuto, ma credo che la religione sia una questione strettamente
privata e adulta, sarà lei a scegliere quando sentirà che è arrivato
il momento.
In Italia la religione è imposta: io sono andata a
scuola e avevo il crocifisso davanti alla faccia.
Ora sui può
scegliere di esonerare i figli dall’insegnamento religioso, che però
viene impartito fin dalla scuola materna.
Non credo che possa
essere una materia scolastica.
Mi sembra –e il referendum sulla
fecondazione me lo dimostra, sospetto sia stato il primo passo per
tornare indietro sull’aborto –che qui si continui a fare uso
politico delle religione>>.
Non è un caso se una delle sue politiche di riferimento sia una
laica.
<<Mi piace molto Emma Bonino per quello che è stata capace di
esprimere a livello internazionale.
Le donne in politica sono
troppo poche, e quelle poche seguono un’agenda stabilita dai
colleghi maschi.
Ho molto rispetto per che sceglie di fare
politica, ci vuole coraggio, si va in territori in cui anche se vali
di più stai un passo indietro ai maschi.
L’ho detto, le donne
sono stufe, facciamoci sentire.
Se no, a forza di stare zitte,
torniamo a cinquanta anni fa>>.