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N.B. Il testo è stato digitalizzato e pertanto non mantiene l’impaginazione originale 1 Presentazione Quattro sono i pregi che evidenzia questo nuovo “Quaderno del Centro Pastorale”. Anzitutto è nato dalla passione di alcuni giovani, e precisamente dai giovani della Commissione mondialità della Federazione Oratori e della S. Vincenzo giovanile di Cristo Re. E a partire dalle riflessioni svolte nei loro convegni, si è pensato di raccogliere e pubblicare queste provocazioni e queste informazioni per riuscire a diffonderle il più possibile. Il secondo pregio è che per realizzare questo piccolo fascicolo ancora una volta ci si è ritrovati da esperienze diverse per riuscire a lavorare insieme, anche come primo gesto di comunione. Pertanto un grazie va rivolto alle molteplici realtà coinvolte: dalla Commissione mondialità della Federazione Oratori alla S. Vincenzo giovanile di Cristo Re, dall’Ufficio di Pastorale Sociale alla Cooperativa di solidarietà sociale “Nonsolonoi”, fino alla Caritas diocesana, che sugli ambiti qui trattati è spesso in prima linea. Il terzo pregio riguarda i temi affrontati e le proposte avanzate. Non si tratta di un trattato, ma di una serie di possibilità concrete che vengono prospettate per far crescere una effettiva solidarietà che ci coinvolga a tutti i livelli: da quello individuale a quello familiare, fino a quello ecclesiale e sociale. Le iniziative qui proposte sono molteplici.., e tra di esse è possibile trovare quella che fa per noi, che ci consente di esprimere valori che altrimenti rischiano di rimanere solo parole inefficaci e illusorie. Sono proposte — non normative precettistiche e colpevolizzanti — e tuttavia proposte che spingono a coniugare maggiormente fede e vita, e sappiamo quanto ciò sia difficile. Quarto pregio: scegliere qualcuna di queste iniziative significa collocarsi su un piano di formazione che viene condotta con i fatti, con scelte simboliche (cioè che sanno mettere insieme il fare, l’agire con un significato che si vuole comunicare in modo esplicito). In una parola diventano azioni di testimonianza di valori che certamente vanno al di là del gesto materiale che si adotta, perché quel gesto, di per sé, spinge a riflettere, a pensare. Se un bar di oratorio adotta il caffè del commercio equo e solidale, e fa un bel cartello: “un caffè per un’economia di giustizia”, tutte le volte che qualcuno beve un caffè riceve un messaggio. E così la formazione non la facciamo solo con le parole e le conferenze, ma con le scelte di vita. Ecco: si tratta di questioni di stile di vita! Tutto qui! Don Enrico Trevisi 2 Per chi sogna un mondo più giusto e vuole impegnarsi per realizzarlo, questo semplice sussidio può costituire una preziosa guida. Si tratta di un’originale pubblicazione che vuole richiamare a un cambiamento di stile di vita, improntato alla sobrietà e alla giustizia. Vi sono illustrate, con linguaggio accessibile a tutti, 25 proposte, tutte già sperimentate, dal boicottaggio al consumo critico, dal risparmio etico all’informazione alternativa, dalla raccolta differenziata al digiuno televisivo, dalla sobrietà nelle feste al controllo del mandato elettorale. Proposte che per molte persone, singoli, coppie, famiglie e comunità sono già diventate esperienza di vita, da condividere e comunicare agli altri. Sono giovani, adulti, anziani che hanno già intrapreso, senza clamore, la strada del cambiamento, convinti che un nuovo stile di vita, solidale con i poveri, attento al bene comune, rispettoso dell’ambiente e dei diritti delle future generazioni, non solo mette in crisi e trasforma un sistema che condanna milioni di esseri umani alla miseria, ma aiuta a recuperare il vero significato del vivere bene. Il presente testo è stato quasi integralmente ricavato da una pubblicazione di alcune realtà ed associazioni della diocesi di Trento (in particolare, Caritas e Centro Missionario), omettendo solo quelle parti ricche di riferimenti alla realtà trentina. Per la stessa ragione, non si sono riportati gli indirizzi originari, perché si è preferito inserire quelli attinenti alla diocesi di Cremona. 3 PERCHÉ La paternità di Dio, che noi riconosciamo ogni qualvolta recitiamo il “Padre nostro”, fa dell’umanità intera un’unica grande famiglia: l’uomo è fratello di ogni altro uomo. Un concetto, quello della “fratellanza universale”, che rischia però di restare vago ed astratto, se non si traduce in una concreta assunzione di responsabilità verso il destino degli altri. La proposta delle adozioni a distanza fa leva proprio su questo senso di responsabilità e ci invita ad “allargare la famiglia” almeno nel cuore - per accogliere un’altra persona, la sua storia e i suoi progetti. CHE COS’È Nell’adozione a distanza l’impegno economico non si esaurisce nell’offerta “una tantum” - che talvolta rischia di tranquillizzare la coscienza senza incidere realmente nello stile di vita - ma ricorre ogni mese per un periodo prolungato: la persona o il progetto “adottato” entra così di fatto dentro il bilancio e la storia della famiglia come una costante e salutare provocazione a scelte di vita sempre più responsabili ed accoglienti. Spesso le adozioni a distanza di singole persone sono inserite in più ampi progetti locali di promozione umana gestiti da organismi o associazioni che garantiscono anche una periodica informazione sull’evoluzione dei progetti legati alle adozioni. L’adozione a distanza diventa così l’occasione per conoscere ed approfondire oltre gli stereotipi la storia, la realtà ed i bisogni di un determinato popolo o del suo paese. COME I FA Chi aderisce ad un progetto di adozione a distanza si impegna a versare mensilmente, per un certo periodo di tempo, un determinato importo per il sostentamento della persona adottata (bambini e/o famiglie, ma anche seminaristi, studenti, profughi di guerra...), o del piccolo progetto. A volte è possibile instaurare un rapporto epistolare diretto con “l’adottato” o con il responsabile del progetto. Naturalmente le adozioni a distanza non sono un’iniziativa aperta esclusivamente alle famiglie: vi possono aderire persone singole, associazioni, scolaresche, gruppi di colleghi ecc. PER SAPERNE DI PIÙ • CARITAS DIOCESANA CREMONESE via Stenico, 2/b 26100 Cremona tel e fax 0372/35063 • CONSIGLIO CENTRALE DELLA S.VINCENZO viale Trento e Trieste, 37 26100 Cremona tel 0372 /21753 • MISSIONARI SAVERIANI via Bonomelli, 81 26100 Cremona tel 0372 / 456267 • ISTITUTO RIFUGIO CUOR DI GESÙ via Bonomelli 64 26100 Cremona tel 0372/22065-412779 4 PE RCH È Per avviare una giusta distribuzione dei beni della terra. Infatti nel mondo c’è sufficiente ricchezza per garantire a tutti gli abitanti una vita dignitosa, ma gli squilibri a livello internazionale e nazionale sono ormai intollerabili. Secondo i dati ISTAT nel nostro Paese nel 1995: • il 10% delle famiglie più ricche può permettersi di spendere 8 volte più di quanto spende il 10% delle famiglie meno abbienti; • i disoccupati sono 2.724.000 con tasso del 12%; e di essi il 19% sono capi-famiglia. CHE COS’È È la decisione di destinare ogni mese una percentuale fissa del proprio reddito per iniziative di solidarietà verso i poveri del Sud del mondo e/o del nostro territorio, come primo passo verso una condivisione dei beni della terra e verso un cambiamento di quelle strutture sociali, economiche e politiche che creano ricchi sempre più ricchi e poveri sempre più poveri. E un gesto carico di quella giustizia che si vorrebbe veder realizzato tra tutti i popoli; è uno stimolo per vincere la tentazione di rinchiudersi spensieratamente nel proprio benessere; è un modo concreto per sostenere piccoli progetti di cooperative e associazioni, impegnate a promuovere faticosamente il proprio sviluppo umano, sociale ed economico. COME SI AGISCE Si stabilisce innanzitutto come singoli o come famiglie una percentuale del proprio reddito mensile come fondo per l’autotassazione (l’l% o il 2%, o anche più). Può essere utile ogni anno scegliere un progetto da sostenere, possibilmente in accordo con altre persone e famiglie. All’inizio o alla fine di ogni mese si raccolgono le offerte. Si hanno esperienze di comunità parrocchiali nelle quali l’iniziativa dell’autotassazione è diventata una tradizione. Le famiglie che liberamente aderiscono, in una determinata domenica di ogni mese consegnano in chiesa la loro busta. Le stesse si ritrovano periodicamente per momenti di riflessione e per decidere insieme la destinazione dei fondi. PER SAPERNE DI PIÙ o MANI TESE Organismo contro la fame e per lo sviluppo dei popoli viaCavenaghi, 4 20149 Milano tel 02 / 48008617 fax 02 / 4812296 E-mail: [email protected] o M.L.A.L. (Movimento Laici America Latina) via G. Bertoni, 6 37122 Verona tel 045 / 8003538 fax 045 / 8000930 5 PERCHÉ Per essere nella società un segno di gratuità e di testimonianza. Per percorrere insieme un tratto di cammino nel passaggio dalla violenza al dialogo, dall’emarginazione alla scelta preferenziale degli ultimi, dall’individualismo all’impegno solidale. CHE COS’È É la proposta rivolta a ragazze maggiorenni e a giovani non impegnati nel servizio militare di offrire e condividere un anno della propria vita a servizio volontario e gratuito delle persone più deboli ed emarginate. Può trattarsi anche di un periodo più breve di volontariato presso centri di servizio a persone in difficoltà. Va inteso come periodo privilegiato di crescita personale e comunitaria, momento di pausa per l’orientamento della propria vita, occasione di scoperta del servizio a cui orientare tutta l’esistenza. COME SI AGISCE Durante l’A.V.S. si presta servizio presso Centri Operativi a favore e con: anziani, minori in difficoltà, tossicodipendenti, madri nubili, portatori di handicap, persone con sofferenza psichiatrica, immigrati, ammalati di AIDS. L’esperienza è da vivere attraverso uno stile di vita che si concretizza in una serie di scelte: • vita comunitaria, che porta a sperimentare - attraverso momenti di preghiera, di verifica - un arricchimento vicendevole; • stile di vita sobrio, che predilige l’essenziale, evitando il superfluo; • dimensione di servizio, per orientare tutta la propria vita alla solidarietà e alla cooperazione; • impegno per un cammino di ricerca spirituale in uno stile di confronto e di reciproca accoglienza. PER SAPERNE DI PIÙ CARITAS DIOCESANA CREMONESE via Stenico, 2/b 26100 Cremona tel e fax 0372 / 35063 6 PERCHE’ Per vivere la solidarietà universale a partire innanzitutto dalle esigenze primarie della giustizia, che hanno a che fare con le nostre piccolescelte quotidiane di consumo. Infatti, per sostenere la nostra scelta consumistica, noi abitanti dei paesi più ricchi, che rappresentiamo appena il 23% della popolazione mondiale, consumiamo l’80% delle risorse del pianeta. Se tutti gli abitanti della Terra consumassero quanto consumiamo noi, ci vorrebbero altri sei pianeti da utilizzare come fonti di materie prime e come discariche di rifiuti. CHE C0S’È . L’Operazione Bilanci di Giustizia fu lanciata dal movimento “Beati i Costruttori di Pace” in occasione del V incontro organizzato all’Arena di Verona nel 1993 sul tema “Quando l’economia uccide bisogna cambiare”, con l’obiettivo di modificare l’odierna economia basata sulle leggi del profitto in un’economia fondata su criteri di giustizia, ovvero sul rispetto dell’uomo e dell’ambiente a partire dall’impegno in prima per sona di ognuno di noi. Si tratta di una proposta concreta che mira a rivedere e riorganizzare il bilancio familiare o della propria comunità in ordine alle esigenze di giustizia, sobrietà, sostenibilità e rispetto dell’ambiente con un atto di contabilità preciso e regolare dei propri consumi. COME SI AGISCE All’inizio di ogni mese, nella calma della nostra casa, possiamo fissare uno o più obiettivi per ridurre o spostare i nostri consumi, registrando giorno per giorno le nostre spese. A fine mese, su un’apposita scheda, riportiamo i nostri obiettivi ed il bilancio diviso per voci di spesa (alimentari, abbigliamento, casa, trasporti, scuola e cultura, divertimento...), verificando se abbiamo rispettato la nostra programmazione. Quindi inviamo il nostro “bilancio di giustizia” al referente provinciale. L’iniziativa risulta più coinvolgente e meno complicata se si realizza a piccoli gruppi di 3-4 famiglie. PER SAPERNE DI PIÙ • BILANCI DI GIUSTIZIA via Dell’Origaro, 2 30175 Venezia - Marghera tel 041 / 5381479 • COOPERATIVA “NONSOLONOI” Corso Matteotti, 42 26100 Cremona tel 0372 / 410778 0372 / 463800 (negozio Cremona) 7 PERCHÉ Per spezzare la catena di sfruttamento ai danni di milioni di lavoratori e di bambini nei paesi più poveri. Infatti le grandi multinazionali esasperano la logica del massimo profitto senza alcun tipo di scrupolo per le conseguenze di natura sociale o ambientale. CHE COS’È Il boicottaggio è un’azione straordinaria e consiste nell’interruzione organizzata e temporanea dell’acquisto di uno o più prodotti per forzare le società produttrici ad abbandonare certi comportamenti. COME SI AGISCE L’azione più semplice è quella di non comprare i prodotti più conosciuti delle multinazionali oggetto di azioni di boicottaggio (ad es. per la Nestlé sono stati indicati i prodotti Nescafé e Nesquik). Ma è molto importante anche comunicare alle imprese i motivi per cui si è deciso di non comprare i loro prodotti e nello stesso tempo far conoscere le proprie motivazioni anche ai lavoratori per avere in loro degli alleati che fanno pressione sul fronte sindacale. L’azione è senz’altro più efficace se viene concordata con altre persone o famiglie. Negli Stati Uniti, ad esempio, la pressione dei consumatori e dell’opinione pubblica ha indotto multinazionali famose come Levi’s e Reebok ad adottare un codice di comportamento per il rispetto dei diritti dei lavoratori del Sud del mondo. BOICOTTAGGI IN CORSO Alcuni boicottaggi in corso sono quelli organizzati nei confronti di alcune multinazionali come: Nestlè, Nike, Reebok per una serie di motivazioni: • Nestlè perché promuove irresponsabilmente il latte in polvere nel Sud del mondo • Nike e Reebok perché sfruttano il lavoro minorile dei paesi asiatici PER SAPERNE DI PI Ù o FEDERAZIONE ORATORI CREMONESI (Comm.Mondialità) via S.Antonio del fuoco, 9 26100 Cremona tel 0372 / 25336 o CENTRO NUOVO MODELLO DI SVILUPPO via della Barra, 32 56019 Vecchiano (PI) tel 050 / 826354 fax 050 / 827165 o COOPERATIVA “NONSOLONOI” Corso Matteotti, 42 26100 Cremona tel 0372 / 410778 0372 / 463800 (negozio Cremona) 8 9 PERCHÉ Per garantire ad ogni produttore una giusta ricompensa del proprio lavoro. • Nel commercio tradizionale al piccolo produttore del Sud del mondo rimane solo il 2-3% del prezzo finale pagato dal consumatore; nel circuito del commercio equo invece il 27-28% di quanto pagato al momento dell’acquisto va al produttore. • I paesi impoveriti del Sud del mondo esportano soprattutto materie prime (circa l’80% delle loro esportazioni); nello stesso tempo importano manufatti dai paesi del Nord, con una quota che supera il 70% delle importazioni. • Sono le ragioni di mercato, dominato dalle multinazionali del Nord, a fissare i termini di scambio, che sono decisamente sfavorevoli per i produttori del Sud. CHE COS’È L’idea del commercio equo e solidale nacque in Olanda circa trent’anni fa, da parte di alcuni organismi che già erano presenti nei paesi del Sud con progetti di sviluppo al servizio dei più poveri. Come primo passo aiutarono gruppi di contadini e di artigiani ad organizzarsi in coopera tive capaci di raccogliere i loro prodotti per avviarli parte sui mercati locali e parte all’esportazione. Contemporaneamente in Olanda fu fondata una cooperativa di importazione per far entrare nel Paese i prodotti di questo commercio alternativo e si aprirono dei punti vendita che furono battezzati “botteghe del mondo”. L’iniziativa si diffuse ben presto in tutta Europa. Il principio di fondo del commercio equo e solidale è di garantire ai produttori del Sud un compenso equo del loro lavoro. Nel commercio tradizionale questo obiettivo è ostacolato dalla presenza di intermediari locali e internazionali, che impongono prezzi bassissimi per la vendita dei prodotti dei lavoratori del sud. COME AGISCE Si privilegia l’acquisto nelle “botteghe del mondo” (a Cremona, la cooperativa “Nonsolonoi” ) di alcuni prodotti alimentari e di diversi tipi di prodotti artigianali provenienti da piccole cooperative di agricoltori e artigiani dell’Africa, dell’Asia e dell’America Latina. Alcuni prodotti alimentari si possono acquistare anche nei negozi COOP (tè e caffè) e presso la Federazione Oratori di Cremona Da ricordare, infine, l’iniziativa per l’acquisto di palloni equi: sono prodotti costruiti con la garanzia di non aver impiegato il lavoro dei bambini e con il rispetto dei più importanti diritti dei lavoratori. SAPERNE DI PIÙ • COOPERATIVA “NONSOLONOI” Corso Matteotti, 42 tel 0372 / 410778 26100 Cremona 0372 / 463800 (negozio Cremona) • “NONSOLONOI” - Casalmaggiore via Volontari del Sangue, 11 Casaimaggiore tel 0375 / 200859 • COOPERATIVA SOCIALE “LA SIEMBRA” via S,Chiara, 52 26013 Crema tel 0373 / 250670 10 • FEDERAZIONE ORATORI CREMONESI via S.Antonio del fuoco, 9 26100 Cremona tel 0372 / 25336 • BANCARELLA presso il mercatino mensile di Casalmaggiore • ALTRECONOMIA la rivista dell’economia solidale via Macello, 18 39100 Bolzano (sede CTM) via Grazioli, 63 38100 Trento (redazione) tel e fax 0461 / 236667 11 PERCHÉ Consumare e fare la spesa ci sembrano fatti banali che riguardano solo noi, i nostri gusti, il nostro portafoglio. Eppure il consumo è un fatto che riguarda tutta l’umanità, perché dietro a questo nostro gesto quotidiano si nascondono problemi di portata planetaria di natura sociale, politica e ambientale. Il nostro consumo contribuisce allo sfruttamento dei popoli del Sud del mondo; alcuni esempi riguardano: • le piantagioni Del Monte situate nelle Filippine, dove un bracciante guadagna solo 800 lire all’ora, per un totale giornaliero di 6.400 lire. Ma è stato calcolato che per garantire i bisogni fondamentali a una famiglia di sei persone, ci vogliono almeno 11.200 lire al giorno; • le fabbriche dell’ Indonesia che producono per la multinazionale Nike, dove gli operai lavorano 270 ore al mese e sono pagati meno di 64.000 lire. Questa somma, anche se corrisponde al salario minimo stabilito dal governo, copre appena il 31% dei bisogni vitali di una famiglia di quattro persone. L’impatto ambientale dei nostri consumi è preoccupante: • i consumi generano inevitabilmente rifiuti, che a loro volta creano sempre problemi di inquinamento; • in agricoltura l’uso massiccio e non controllato di fertilizzanti e pesticidi sta avvelenando le falde acquifere e sta rendendo sterili vaste quantità di terra; • l’industria della carta sta provocando un pauroso impoverimento di boschi e foreste a livello planetario. CHE COS’È E’ un atteggiamento di scelta permanente che si attua su tutto ciò che compriamo ogni volta che andiamo a fare la spesa. Il consumo critico punta a fare cambiare le imprese attraverso le loro stesse regole economiche, fondate sul gioco della domanda e dell’offerta. Infatti scegliendo cosa comprare e cosa scartare, non solo segnaliamo alle imprese i comportamenti che approviamo e quelli che condanniamo, ma sosteniamo le forme produttive corrette, mentre ostacoliamo le altre. In definitiva, consumando in maniera critica è come se andassimo a votare ogni volta che facciamo la spesa. COME SI AGISCE Ogni volta che facciamo la spesa possiamo scegliere i prodotti non solo in base al prezzo a alla qualità, ma anche in base alla loro storia e al comportamento delle imprese che ce li offrono. In particolare è importante valutare se sono prodotti utili, se sono frutto di oppressione in qualche paese del mondo, se richiedono alti consumi di energia per la loro produzione, se hanno conseguenze ambientali gravi... PER SAPERNE DI PIÙ o COOPERATIVA “NONSOLONOI” Corso Matteotti, 42 tel 0372 / 410778 26100 Cremona 0372 / 463800 (negozio Cremona) o COOPERATIVA SOCIALE “LA SIEMBRA” via S.Chiara, 52 26013 Crema tel 0373 / 250670 56019 Vecchiano (PI) fax 050 / 827165 12 o AMICI DI EMMAUS piazza Garibaldi, 3 26034 Piadena tel 0375/ 980662 o GUIDA AL CONSUMO CRITICO del Centro Nuovo Modello di Sviluppo, edito da EMI, 1997 13 PERCHÉ Per avviare un nuovo modo di intendere il rapporto tra elettore ed eletto; non più deleghe in bianco, non più rapporti privilegiati volti ad ottenere favori o contributi, ma accordi chiari per collaborare concretamente: il cittadino con l’apporto delle sue competenze, l’eletto con le possibilità offerte da ruolo e responsabilità. “Per un corretto svolgimento della vita sociale, è indispensabile che la comunità civile si riappropri quella funzione politica, che troppo spesso ha delegato esclusivamente ai “professionisti” di questo impegno nella società... Si fa politica non solo nei partiti, ma anche al di fuori di essi, contribuendo ad uno sviluppo globale della democrazia con l’assunzione di responsabilità di controllo e di stimolo, di proposta e di attuazione di una reale e non solo declamata partecipazione”. (Nota pastorale “Educare alla legalità”, 1991). CHE COS’È A candidati ed eletti (ai vari livelli: amministrativi e politici) viene chiesta l’adesione ad alcuni principi ritenuti essenziali e l’impegno sulle tematiche di riferimento nel corso del loro mandato. Il lavoro svolto dagli eletti viene poi controllato dai soggetti proponenti al fine di verificare la qualità di iniziative, interventi e voti sulle materie proposte e di valutare, perciò, l’effettivo rispetto dell’impegno inizialmente sotto- scritto. PER SAPERNE DI PIÙ • ASSOCIAZIONE POLIS laboratorio di impegno socio-politico via Robolotti, 13 26100 Cremona tel 0372 / 458176 – 458354 • W Democrazia è partecipazione rivista Missione Oggi via Piamarta, 9 25121 Brescia 14 PERCHÉ Per non rimanere indifferenti di fronte alla tragedia della fame, che ogni anno miete la vita di circa 40 milioni di persone, l’equivalente della popolazione di un paese come la Spagna. In occasione del Vertice Mondiale sullo Sviluppo Umano tenutosi a Copenaghen nel marzo 1995, l’agenzia UNDP dell’ONU ha comunicato che su una popolazione mondiale di 5 miliardi e 600 milioni, le persone che vivono sotto il livello della “povertà assoluta”, vale a dire senza la possibilità di soddisfare i bisogni più elementari di alimentazione, salute ed educazione, sono circa 1 miliardo e 300 milioni. Di esse il 70% sono donne. La miseria è quindi soprattutto al femminile, a causa di gravi discriminazioni nei confronti delle bambine e delle donne. CHE COS’È È un piccolo segno di condivisione con gli “ultimi” dell’umanità, che non hanno neppure la possibilità di sfamarsi con le “briciole” che cadono dalla tavola dei più ricchi. È un richiamo per noi e per gli altri ad approfondire l’impegno per una giusta distribuzione dei beni della terra. È un’occasione per scegliere una vita più semplice, meno consumistica, più umana e fraterna e più attenta ai bisogni veri della persona. COME SI AGISCE Sono due le modalità più conosciute. • Pasto del povero: viene proposto ormai da anni in alcune comunità parrocchiali in coincidenza delle giornate di digiuno previste dal calendario liturgico (Mercoledì delle Ceneri, Venerdì Santo) o in uno dei venerdì di Quaresima. Si preparano dei sacchettini con un pugno di riso, che simbolicamente rappresenta lo scarso cibo quotidiano di milioni di fratelli nel mondo, e si invita la gente a celebrare la giornata di digiuno con quell’unico riso, in famiglia oppure ritrovandosi insieme in parrocchia per un pasto ed una riflessione in comune. • Digiuno della cena: si propone per lo più in occasione di veglie di preghiera, di marce per la pace ed altre manifestazioni simili, ma può anche diventare un impegno regolare (ad es. una volta al mese), possibilmente in accordo con altre famiglie. L’impegno si completa devolvendo l’equivalente della nostra cena o dei nostri pasti per iniziative di solidarietà ed in particolare per la fame nel mondo. PER SAPERNE DI PIÙ o CARITAS DIOCESANA CREMONESE via Stenico, 2/b 26100 Cremona tel e fax 0372 / 35063 o MISSIONARI SAVERIANI via Bonomelli, 81 26100 Cremona tel 0372 / 456267 15 PERCHÉ Per un mondo più giusto non basta promuovere la cooperazione con i Paesi impoveriti: è necessario promuovere il cambiamento qui da noi, sensibilizzando il territorio ai temi della solidarietà, dei diritti della persona, dell’incontro tra i popoli e le culture. Solo così può nascere e diffondersi una mentalità nuova che, superando i punti di vista egocentrici e soggettivi, il giudizio sommario e lo stereotipo, apre alla convivenza umana sulla base dell’accoglienza, del rispetto e della partecipazione. CHE COS’È Il percorso di educazione alla mondialità è innanzitutto un’opportunità per riflettere: chi è avviato in questa direzione, è stimolato a leggere ogni problema, politico-economico-sociale-culturale che sia, da più punti di vista, in una prospettiva aperta ad accogliere la ricchezza e i valori di tutti i popoli e di tutte le culture. Ambito privilegiato dell’educazione alla mondialità è la scuola; nessun’altra realtà, infatti, può meglio proporsi quale portavoce di conoscenze e prospettive nuove, di stili di vita e di modelli che aiutino a formare i cittadini futuri del mondo come “comunità di popoli”. COME SI AGISCE Le proposte di percorso di educazione alla mondialità variano in base ai destinatari (gruppo classe nella scuola, gruppi nel territorio, gruppi parrocchiali, famiglie) o all’età dei partecipanti. Per questo motivo è importante che vi sia stretta collaborazione fra gli animatori di educazione allo sviluppo e i formatori (insegnanti, responsabili di gruppo, genitori...) per la definizione di cammini educativi adeguati ai vari contesti. Gli strumenti privilegiati sono i giochi di simulazione, l’intervento di esperti, filmati e diapositive, la testimonianza di volontari rientrati. L’obiettivo è quello di offrire ai destinatari delle chiavi di lettura che permettano di conoscere le problematiche relative agli squilibri Nord- Sud, di comprendere i meccanismi che li determinano e di interrogarsi sul proprio ruolo in tutto ciò. PER SAPERNE DI PIÙ • • • • • CENTRO MISSIONARIO DIOCESANO piazza S.A.M. Zaccaria 26100 Cremona tel 0372 / 29303 MISSIONARI SAVERIANI via Bonomelli, 81 26100 Cremona tel 0372 / 456267 FEDERAZIONE ORATORI CREMONESI via S.Antonio del fuoco, 9 26100 Cremona tel 0372 / 25336 CARITAS DIOCESANA CREMONESE via Stenico, 2/b 26100 Cremona tel e fax 0372 / 35063 COOPERATIVA “NONSOLONOI” - Cremona Corso Matteotti, 42 tel 0372 / 410778 0372/463800 (negozio) Corso formazione insegnanti su tematiche di Educazione alla Mondialità (Squilibri Nord/Sud ed Economie alternative) più iniziative nelle scuole (Educazione interculturale) 16 PERCHÉ Il mondo diventa sempre più un villaggio globale per quanto riguarda le informazioni, i contatti, gli scambi, i viaggi... Se per un verso cresce la consapevolezza che l’umanità è legata ad un unico destino e che le diversità tra i popoli non sono una minaccia ma una ricchezza, per l’altro assistiamo frequentemente a fenomeni di chiusura, di rifiuto, a volte addirittura di razzismo. Non è facile neppure superare tanti pregiudizi e “luoghi comuni” radicati tra la gente riguardo a una presunta superiorità della nostra civiltà e del nostro modo di vivere rispetto a quelli di altri popoli, soprattutto se del Sud del mondo. CHE COS’È La proposta si rivolge in particolare ai giovani oltre i 18 anni desiderosi di vivere a piccoli gruppi un’esperienza intensa di un mese in una realtà del mondo impoverito. Il contatto quotidiano con la gente del posto, il lavoro al loro fianco e la mediazione del missionario aiutano a capire e rispettare storie, culture, problemi di altre popolazioni ed a scoprire modi concreti di solidarietà e di speranza. È soprattutto un’esperienza di “occhi” e di “cuore”, capace di aprire a valori e a stili di vita da testimoniare poi qua con fedeltà nel nostro ambiente di vita di ogni giorno. PER SAPERNE DI PIÙ • CENTRO MISSIONARIO DIOCESANO piazza S.A.M. Zaccaria 26100 Cremona tel 0372 / 29303 • MISSIONARI SAVERIANI via Bonomelli, 81 26100 Cremona tel 0372 / 456267 • CARITAS DIOCESANA CREMONESE (Progetti “Estate volontaria) via Stenico, 2/b 26100 Cremona tel e fax 0372 / 35063 17 PERCHÉ Il modello di famiglia al centro dei sogni di molti giovani è quello di una famiglia rassicurante, ripiegata su di sé, impermeabile a tutto ciò che dall’esterno può attaccare e mettere in discussione la sua felicità privata. Tutto ciò si riflette anche sulla socialità dei bambini e dei giovani educati in famiglia, la cui capacità di relazione rimane limitata e fragile. È solo la condivisione della vita che arricchisce la vita. “Può essere facile aiutare qualcuno senza accoglierlo. Accogliere è fare spazio nel proprio tempo, nella propria casa, nelle proprie amicizie. La carità è molto più impegnativa di una beneficenza occasionale: la prima coinvolge e crea un legame, la seconda si accontenta di un gesto” (da “Evangelizzazione e testimonianza della carità”). È doveroso raccogliere il grido di aiuto di tante persone, soprattutto minori che in Italia, attraverso la loro solitudine, le lacrime e spesso anche la ribellione e la trasgressione, cercano famiglia. CHE COS’E Non è una famiglia straordinaria e superdotata o diversa dalla famiglia normale. È la famiglia disposta a cambiare, a mettersi in cammino, perché cosciente che il nucleo familiare è la sola struttura capace, per sua natura, di soddisfare i bisogni fondamentali della persona nella fase evolutiva. Le famiglie accoglienti sono famiglie che si mettono insieme, aiutandosi e facendosi aiutare, in primo luogo, a crescere come famiglia, ad aprirsi all’accoglienza al proprio interno, per poter poi aprirsi all’accoglienza di chi è in difficoltà. COME SI AGISCE Si punta alla costituzione di gruppi di famiglie territorialmente vicine ed affini in quanto ad esigenze formative e motivazionali, che si impegnano a creare reti familiari incentrate stilla solidarietà. Il gruppo inizia un cammino finalizzato innanzitutto a sperimentare la condivisione di scelte e la condivisione di vita. Per le famiglie disponibili ad accogliere persone diverse dai propri componenti si fa poi un lavoro di preparazione specifica. Nasce così il gruppo/comunità di famiglie: alcune accolgono temporaneamente un ragazzo in difficoltà (affidamento familiare); altre sostengono un’altra famiglia con difficoltà educative: altre ancora aiutano dei genitori in caso di malattia; altre si rendono disponibili per un sostegno scolastico pomeridiano o ad accogliere durante il giorno o nei fine-settimana bambini di genitori che lavorano e hanno difficoltà economiche. Coloro che non se la sentono di fare accoglienza in modo diretto, possono affiancarsi o essere di aiuto a chi sta vivendo questa esperienza. PER SAPERNE DI PIÙ • ASSOCIAZIONE PAPA GIOVANNI XXIII via Urbino, 22 26013 Crema tel 0373 / 257299 18 • ASSOCIAZIONE “IL GIRASOLE” Via Calatafini,2 26100 Cremona tel 0372 / 454584 (dott. Andrea Scaramuzza) • SERVIZIO DIOCESANO PER IL DISAGIO DELL’ETÀ EVOLUTIVA Via 5. Antonio del Fuoco 9/a - 26100 Cremona • CARITAS DIOCESANA CREMONESE via Stenico, 2/b 26100 Cremona tel e fax 0372 / 35063 19 PERCHÉ Fare festa, gioire e partecipare questa gioia a familiari ed amici è un’esigenza fondamentale per l’uomo. La festa accompagna tanti momenti significativi della nostra vita, tra questi anche alcune tappe importanti come il battesimo, la prima comunione, la cresima, il matrimonio. Fare festa in queste occasioni è bello, è giusto ed è importante: la festa infatti è per così dire l”abito esterno” della letizia interiore che nasce dal centro autentico della festa, cioè il sacramento, ed è una letizia per sua natura “comunitaria”, che chiede di essere partecipata e condivisa. Ma sappiamo che non è sempre così... Il sacramento diventa sempre meno celebrazione e sempre più cerimonia, parte di un “rito delle cose” che culmina nella festa sontuosa, nella rincorsa a chi fa di più, all’abito più bello, al buffet più ricco, al regalo più appariscente, in una logica di sfarzo e spreco che offende i poveri e tradisce il senso vero di ciò che viene celebrato. CHE COS’È Per il cristiano la proposta è impegno innanzitutto a ristabilire il giusto equilibrio tra celebrazione del sacramento e festa; per tutti è invito a privilegiare l’essere rispetto all’avere, la gioia della semplicità rispetto alla schiavitù dello sfarzo, a riscoprire la centralità delle persone rispetto alle cose. È una scelta che si traduce in pratica in svariati modi, più o meno “radicali” a seconda della sensibilità e della possibilità di chi l’accoglie. Si tratta comunque di una scelta “controcorrente”, che richiede anche un pizzico di coraggio perché può scontrarsi con tradizioni o aspettative altrui ben diverse: la mediazione può costare fatica, ma il senso di tale scelta alla fine è compreso dai più. COME SI AGISCE • Si può scegliere la sobrietà nel banchetto, nell’abbigliamento, negli addobbi, nei regali, nel viaggio di nozze..., come segno della scelta di una vita semplice, ma anche per destinare il risparmio ad opere di condivisione o solidarietà; • Si può rinunciare ai regali e chiedere invece a familiari ed amici l’adesione ad una iniziativa di solidarietà; • Si può predisporre una lista di nozze (se proprio non si può farne a meno) essenziale... e magari “equa e solidale”; • Ci si impegna a riscoprire il senso davvero “comunitario” della celebrazione dei sacramenti e dunque aprire la festa alla comunità più ampia: meno buffet esclusivi, più merende comunitarie! 20 PERCHÉ Per non subire acriticamente il bombardamento quotidiano di immagini e notizie. Dai quotidiani e dai giornali, dai notiziari televisivi e radiofonici una valanga di informazioni ci portano il mondo in casa. Pare che il nostro pianeta sia diventato un piccolo villaggio, se si considera la rapidità di collegamento con qualsiasi paese o di informazione su qualsiasi avvenimento anche lontano. Ma siamo poi sicuri che la realtà corrisponda esattamente al quadro che tanto diligentemente molti ci dipingono? • Tra le prime 300 imprese di comunicazione e informazione 144 sono americane, 80 europee, 49 giapponesi. Esclusi Brasile, India e Messico, il Sud del mondo è privo di industrie di comunicazione. • Su 100 parole diffuse dai mass-media in America Latina, 90 provengono da agenzie di stampa non latino-americane. • Oltre il 90% delle notizie che ogni giorno vengono diffuse nel mondo provengono dalle 4 più grandi agenzie di stampa: Reuter (inglese), United Press e Associated Press (statunitensi), France Press (francese). CHE COS’È Esiste una fitta rete di riviste, giornali, TV, radio, centri di documentazione, videoteche, ecc. che non fanno dell’indice di ascolto il criterio di orientamento nella loro attività. Tutte quete realtà si propongono con semplicità come fonti di informazione alternativa, nel tentativo di offrire una lettura critica di avvenimenti e problemi nazionali e internazionali e di dare voce agli ultimi della storia e della società. Tra esse si distinguono le riviste del mondo missionario, della cooperazione internazionale e della solidarietà in generale. COME SI AGISCE . . . . . . .Per prima cosa e necessario evitare la sbornia di TV, giornali e riviste che monopolizzano il mercato dell’informazione e ritagliarsi qualche spazio settimanale di “lettura alternativa. In secondo luogo è opportuno abbonarsi ad almeno una rivista del mondo missionario e della solidarietà. Ce n’è per tutti i gusti, le esigenze e le età. PER SAPE RNE DI PI Ù • CENTRO MISSIONARIO DIOCESANO piazza S.A.M, Zaccaria 26100 Cremona tel 0372 / 29303 • CENTRO STUDI DOCUMENTAZIONE via Aselli, 15 26100 Cremona tel 0372 / 37598 • CEDOR Centro Documentazione Oscar Romero via Bacilieri, 1/A 37139 Verona tel 045 / 8900329 fax 045 / 8903199 • MANI TESE via Cavenaghi, 4 20149 Milano tel 02 / 48008617 fax 02 / 4812296 21 PERCHE’ Lo stile di vita scelto dai genitori, qualunque esso sia, coinvolge sempre e comunque anche i figli: oggi lo sperimentano direttamente dentro la famiglia, domani lo diffonderanno nel mondo rendendolo migliore o peggiore. I genitori hanno dunque la duplice responsabilità di consegnare ai figli un mondo più giusto e di trasmettere loro un ideale di impegno, di coinvolgimento, di condivisione che li metta in grado di lavorare a loro volta per renderlo ancora migliore. CHE C0S’È Il rapporto che instauriamo con i nostri figli è uno specchio del nostro rapporto con il mondo, le cose, il futuro. L’alternativa essenziale, anche qui come altrove, si condensa in una parola: “essere” anziché “avere”. COME SI AGISCE “Essere genitori” anziché “avere un figlio”: nostro figlio non è qualcosa che riempie un vuoto, né un cucciolo da esibire, né un conteriitore da riempire secondo i nostri sogni, bensì una persona unica, originale, con un proprio progetto di vita. Essere genitori significa aiutarlo a trovare la sua strada. “Esserci”, donare del tempo: meglio giocare insieme ai nostri figli che comprare loro tanti giocattoli, meglio fare insieme qualcosa durante il tempo libero che iscriverli a corsi su corsi, meglio guardare insieme a loro la TV che regalargli il televisore., Educare all”essere”: abituiamo i bambini fin da piccoli alla sobrietà e alla condivisione, a cominciare dall’uso dei giocattoli, di cui i nostri figli dispongono oggi in tale abbondanza da provarne persino noia. Educhiamoli piuttosto a sapersi accontentare di meno cose, a trattare bene i loro giocattoli perché altri bambini ne possano usufruire, o addirittura a privarsi di qualche giocattolo nuovo a favore di altri bambini meno fortunati. Ed ancora: è importante coinvolgere gradualmente anche i figli in qualche proposta concreta di solidarietà o di servizio cui la famiglia intera può aderire: se adeguatamente motivate ed adattate in base all’età, molte delle proposte per uno stile di vita alternativo contenute in questo sussidio sono accessibili anche ai più giovani. PER SAPERNE DI PIÙ • ASSOCIAZIONE GENITORI presso il Centro Pastorale Diocesano via S.Antonjo del fuoco, 9 /a 26100 Cremona tel 0372 / 24390 – 28647 • COOP. IRIDE via Gerolamo da Cremona 39 26100 Cremona tel 0372 / 458146 • SERVIZIO DIOCESANO PER IL DISAGIO DELL’ETÀ EVOLUTIVA Via S. Antonio del Fuoco 9/a - 26100 Cremona 22 PERCHÉ Per “gettare” (dal latino: obicere) le proprie convinzioni più profonde contro: • la follia di un mondo armato e la logica dell’equilibrio del terrore; • ogni forma di preparazione alla guerra, anche quando si dice di “difesa”; • l’ingiustizia che, per la costruzione di armi, sottrae enormi risorse allo sviluppo, lasciando morire milioni di persone per fame e miseria; • la violenza che pretende di risolvere i conflitti attraverso la barbarie delle armi e delle uccisioni; • la “ideologia del nemico” che considera l’altro uomo come antagonista feroce e pericoloso; • la cecità e l’indifferenza di molti che non badano a tutto ciò. CHE COS’È • Una forma di testimonianza concreta del primato della propria coscienza e della legge di Dio su ogni legge civile; • l’espressione della propria libertà di coscienza attraverso il rifiuto di compiere il servizio militare; • una delle diverse maniere di “difendere la patria”, attraverso la prestazione di adeguati comportamenti di impegno sociale non armato. COME SI AGISCE Con la dichiarazione, da parte di chi è obbligato alla leva, della propria contrarietà in ogni circostanza, all’uso personale delle armi per imprescindibili motivi di coscienza. Tale domanda scritta viene inviata al Ministero della Difesa entro i due mesi successivi alla visita di leva, oppure entro la fine dell’anno in cui scade il rinvio per motivi di studio. Coloro che vedono accolta la loro domanda prestano ai sensi della L.772/72 il servizio sostitutivo civile presso enti, organizzazioni o corpi di assistenza, istruzione, protezione civile e tutela del patrimonio forestale. PER SAPERNE DI PIÙ • CENTRO STUDI DOCUMENTAZIONE via Aselli, 15 26100 Cremona tel 0372 / 37598 • CARITAS DIOCESANA CREMONESE via Stenico, 2/b 26100 Cremona tel e fax 0372 / 35063 23 PERCHÉ In un mondo lacerato profondamente da numerosi conflitti armati e da ingiustizie immani che condannano gran parte dell’umanità ad una vita indegna, occorre aggiungere goccia a goccia, consapevoli che tante gocce, poco a poco, scavano anche la roccia più dura... Bisogna avere il coraggio di dire dei “no”, affiancandogli dei “sì”: sì all’impegno, alla solidarietà, alla coscienza. Bisogna esporsi in prima persona, senza delegare sempre agli altri, facendo crescere la consapevolezza che è possibile praticare una “difesa popolare nonviolenta” e riconvertire le industrie di armi in produzioni consone alla convivenza pacifica. CHE COS’È È una forma di azione non violenta che si configura come disobbedienza a quella norma che impone a tutti di contribuire alle spese militari. L’obiettore non si sottrae all’obbligo di contribuzione, ma chiede allo Stato di metter mano alla costruzione di una “difesa civile nonviolenta” accanto (e in futura sostituzione) di quella militare. Con la campagna di obiezione di coscienza alle spese militari (impropriamente definita “obiezione fiscale”) si chiede che in futuro sia possibile determinare la destinazione del denaro del contribuente verso scopi di pace anziché verso spese per la difesa armata. COME SI AGISCE Viene attuata al momento della dichiarazione dei redditi attraverso la riduzione volontaria di quella percentuale di imposta (circa il 5%) dovuta all’erario per finanziare, mantenere ed ampliare apparati e strutture militari. L’obiettore dichiara apertamente di commettere questa irregolarità, destina la quota obiettata ad iniziative di pace e di giustizia e ne sopporta le conseguenze (pignoramento), finendo quindi col pagare di più. Egli pubblicizza la sua scelta per sensibilizzare l’opinione pubblica sul problema degli armamenti, della guerra, della destinazione delle risorse per scopi di pace anziché di guerra. PER SAPERNE DI PIÙ • PAX CHRISTI via Bonomelli, 81 26100 Cremona tel 0372 / 456267 24 PERCHÉ Cambiare la situazione di ingiustizia in cui il 20% della popolazione mondiale possiede l’80% della ricchezza non solo è doveroso ma è anche possibile. Popoli esclusi dallo scenario socio-economico coltivano la voglia e la speranza di spezzare la loro situazione di oppressione, elaborano strategie e ci chiedono di collaborare ai loro processi di cambiamento. CHE COS’È I progetti di sviluppo sono iniziative di medio e lungo periodo. Il crescente numero delle situazioni di emergenza, non può far dimenticare la necessità di lavorare per la giustizia e la solidarietà su tempi lunghi, ai fini di prevenire l’esplosione delle catastrofi sociali. Si tratta di realizzare interventi partecipativi di promozione allo sviluppo in aree spesso trascurate dalle agenzie internazionali e dai grandi interventi, condizionati dalla geopolitica; i progetti di sviluppo sono riconducibili alle seguenti tipologie: intersettoriali, sociosanitari, agrozootecnici, artigianato e piccola e media impresa, educativo-formativi, ambientali, sperimentazione di tecnologie appropriate, supporto istituzionale. Il progetto di sviluppo non è un progetto edilizio, ma è la condivisione di cammini di liberazione assieme ai popoli impoveriti. Sostenere l’organizzazione di una cooperativa di agricoltori per la commercializzazione dei prodotti agricoli è più efficace che aspettare che gli agricoltori divengano così poveri da richiedere l’invio di generi alimentari. Purtroppo azioni del primo tipo sono spesso oscurate dalla spettacolarità degli interventi del secondo tipo, quelli assistenzialistici. COME SI AGISCE . . . Un associazione di quartiere, un sindacato di agricoltori, una cooperativa, un comitato di educatori, ecc. elabora un prima bozza di progetto e cerca un partner del nord che possa sostenere con risorse umane e finanziarie la proposta. Una organizzazione di volontariato del nord si mobilita su questa proposta e incontra la realtà del sud, si elabora un progetto di massima, si definiscono gli apporti e gli impegni reciproci. Molte volte vengono inviati dei volontari altre volte la richiesta è solo finanziaria con delle supervisioni di breve periodo, altre volte operatori del sud chiedono periodi di formazione in loco o in altri paesi. Il progetto procede, si conclude, viene valutato congiuntamente; un buon progetto continuerà autonomamente senza dipendere da sostegni esterni. PER SAPERNE DI PIU’ • COOPERATIVA “NONSOLONOI” Matteotti, 42 26100 Cremona tel 0372 / 410778 0372 / 463800 (negozio Cremona) • COOPERATIVA SOCIALE “LA SIEMBRA” via S.Chiara, 52 26013 Crema tel 0373 / 250670 25 PER CH E’ Per mettere un freno alla logica egoistica e irresponsabile dell”usa e getta”. La maggior parte delle risorse che sostengono il nostro sistema produttivo non sono rinnovabili nè saranno disponibili in eterno; analogamente, molto di ciò che il nostro sistema produce per la nostra esistenza quotidiana non è biodegradabile nè riciclabile e passerà in scomoda eredità a chissà quante altre generazioni future. Ma già ora miliardi di persone ne pagano il prezzo, in particolare nel sud del mondo, dove i paesi ricchi hanno trasferito lavorazioni industriali ad alto rischio e produzioni nocive, e dove spesso vanno a scaricare le scorie altamente inquinate che non potrebbero altrimenti smaltire. La tutela dell’ambiente, dunque, deve sempre accompagnarsi all’impegno per la giustizia e la solidarietà nei rapporti internazionali: solocosì essa diventa un vero atto d’amore per l’uomo, per tutti gli uomini. CHE COS’È La raccolta differenziata ed il compostaggio dei rifiuti domestici è un modo - piccolo, ma concreto ed efficace - per contribuire alla tutela dell’ambiente, poiché consente di ridurre i volumi delle discariche, evitare sprechi di risorse, risparmiare energia. L’impegno quotidiano nei piccoli atti della raccolta differenziata fa inoltre maturare in chi la pratica una consapevolezza più globale per i problemi dell’ambiente e per il consumo critico. COME SI AGISCE La raccolta differenziata dei rifiuti domestici inizia ancora al momento dell’acquisto, privilegiando i beni di consumo prodotti in materiale riciclabile ed evitando di acquistare quelli confezionati in imballaggi inutili e/o inquinanti. Una volta utilizzati, molti imballi possono servire in casa per altri scopi, prima di essere definitivamente eliminati. I rifiuti riciclabili (carta, vetro, stracci, plastica, alluminio) vanno raccolti separatamente in casa e poi gettati negli appositi contenitori. I rifiuti tossici e nocivi (batterie scariche, oli minerali esausti, medicinali scaduti, solventi ecc.), vanno consegnati ai centri specializzati di raccolta attivati dalle amministrazioni locali. I rifiuti organici (parte degli scarti di cucina, scarti del giardino ecc.) possono essere trasformati in composti, laddove si disponga di spazi adatti (ma si può pensare anche ad una cassetta di compostaggio “condominiale”...) Se le amministrazioni locali non si sono ancora attivate per promuovere la raccolta differenziata ed il riciclaggio, il primo e più importante impegno è quello di esercitare forme di pressione verso il comune e verso i politici locali perché ciò avvenga. PER SAPERNE DI PIÙ • AEM CREMONA viale Trento e Trieste, 38 26100 Cremona tel 0372 / 4181 fax 0372 / 412720 • CARITAS DIOCESANA CREMONESE via Stenico, 2/b 26100 Cremona tel e fax 0372 / 35063 26 PERCHÉ Per “umanizzare il risparmio”, facendo in modo che diventi più sociale, solidale, etico. Il risparmio non può rimanere un atto di puro interesse individuale e di pura delega per ciò che riguarda il suo uso finale, la sua trasformazione in investimento. È necessario poter esercitare un controllo effettivo anche sull’attività finanziaria, fondamentale per le sorti dell’umanità. • Ogni giorno sui mercati finanziari internazionali viaggiano “telematicamente” cifre da capogiro: circa 1000 miliardi $ per lo più a fini speculativi. • Duemila miliardi di dollari. È quanto 40 paesi “in via di sviluppo” devono restituire per i debiti accumulati a fine 1995. Un macigno terribile destinato a gravare sul futuro. CHE COS’É Il “risparmio etico” è una di quelle iniziative nate “dal basso” negli ultimi tempi, che progressivamente vogliono dare corpo ad un’idea di economia sociale, di un polo finanziario al servizio della solidarietà.. Da alcuni anni la CTM-MAG, un Consorzio formato da organizzazioni non profit come cooperative, associazioni, circoli, gestisce, secondo quanto previsto dalla legislazione vigente, il risparmio dei soci, che viene utilizzato per finanziare iniziative come il commercio equo e lo sviluppo dell’economia non profit o solidale. Inoltre un pool di associazioni e realtà economiche e finanziarie ha dato vita ad una vera e propria Banca Etica, la prima in Italia, nel tentativo di conciliare etica ed economia, solidarietà ed efficienza, equità e mercato. COME SI AGISCE Il comportamento economico al centro di tutta l’iniziativa è il risparmio. Il protagonista di questa azione è il cittadino in quanto risparmiatore, che può depositare il proprio risparmio presso una delle cooperative aderenti al Consorzio CTM-MAG. Sul deposito viene riconosciuto un interesse, corrispondente a quello di un conto corrente bancario, con la possibilità e libertà di autoridursi tale tasso a vantaggio delle iniziative finanziate dalla CTM-MAG. Con il gennaio 99, essendo effettivamente attiva la Banca Etica, si potranno effettuare investimenti finanziari destinati a sostenere iniziative socialmente utili con la garanzia di non appoggiare imprese economiche senza certificazione etica (industrie di armi, fortemente inquinanti...). Il risparmio che passerà attraverso la Banca Etica sarà una delle carte vincenti messe a disposizione del cittadino, per cominciare a svolgere una pratica sociale alternativa, proprio nei settori dell’economia e della finanza, quelli finora all’apparenza meno disponibili ad accogliere delle trasformazioni umanizzanti. PER SAPERNE DI PIÙ • COOPERATIVA “NONSOLONOI” Corso Matteotti, 42 26100 Cremona tel 0372 / 410778 0372 / 463800 (negozio Cremona) • BANCA POPOLARE ETICA. piazzetta Forzatè, 2/3 35137 Padova tel 049 / 651158 • ACLI via S.Antonio del fuoco, 9/a 26100 Cremona tel 0372 /26663 27 ! "#$ % PERCHÉ Per imparare a dare alla TV il giusto posto all’interno della famiglia, riappropriandosi del proprio tempo, della propria libertà e, non da ultimo, della propria identità. La TV in sé non è un “mostro”, eppure la sua presenza all’interno delle nostre famiglie è andata facendosi via via più “ingombrante”, fino a condizionare pesantemente i ritmi della nostra vita quotidiana e ad occupare spazi e tempi propri della dimensione familiare. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: spazi ridotti al minimo per dialogare in famiglia affrontando insieme problemi piccoli e grandi; scarsa capacità di iniziativa; bambini incapaci di concentrazione, di creatività e di manualità. Se a ciò si aggiunge la scarsa qualità di tanta produzione televisiva, sia per gli adulti che per i bambini, e i discutibili modelli culturali che la TV spesso propone (violenza, trionfo dell’apparenza e dell’effimero, banalizzazione della sessualità...), il quadro si fa ancora più inquietante. CHE COSÈ È una proposta rivolta alle famiglie perchè spengano la televisione per una settimana, per scoprire un modo nuovo di essere famiglia: per dialogare, ma anche per riscoprire l’iniziativa personale creativa, manuale e intellettuale. Il digiuno televisivo serve anche ad acquisire una nuova consapevolezza del ruolo dell’informazione e un migliore senso critico. COME SI AGISCE Ogni giorno della settimana, in alternativa alla TV si può leggere, giocare, parlare, per (ri)scoprire interessi ed entusiasmi comuni e per gustare la gioia di stare insieme. Nata come proposta per il periodo quaresimale, l’idea di un’alternativa creativa e “comunitaria” alla TV può essere applicata anche ad altri periodi dell’anno (avvento, vacanze scolastiche ecc.) o... a tutto l’anno! Si può decidere di avere un unico televisore in famiglia (meglio accordarsi e guardare insieme la TV, piuttosto che da soli, ciascuno la sua TV”). Si può decidere di spegnere la TV tutte le volte che si è a tavola (meglio ancora, non avere la TV in sala da pranzo). PER SAPERNE DI PIÙ • AGE - ASSOCIAZIONE GENITORI presso il Centro Pastorale Diocesano via S.Antonio del fuoco, 9 /a 26100 Cremona tel 0372 / 24390 – 28647 28 " & PERCHÉ Si allarga la disponibilità di tempo in cui, liberi dal lavoro: si gioca, si fa sport, si sta davanti alla TV, si ascolta musica, si passano serate al bar con gli amici, sul muretto o in discoteca. Un secolo fa si lavorava in media 70 ore la settimana: per la prima decade del 2000 qualcuno prevedeva la settimana cortissima di 30 ore. Quella del tempo libero è un’attività in espansione: è attraversata da dinamiche di vita, ma anche da insidie deformanti, è sempre più carica di significati simbolici (processi di identificazione), di comportamenti alternativi (da sballo o impegnati), di forti interessi economici (la logica di mercato impone le mode e i consumi). CHE COSÉ Il migliorare la qualità delle attività nel tempo libero è migliorare la qualità della vita: • si esalta il valore dell’intraprendenza autonoma, contro le spinte al vivere “computerizzato” o “a basso profilo”; • si favorisce la socializzazione e il confronto con tutti: così ci si allena al dialogo, alla tolleranza, al fare assieme; • si impara il lavoro di squadra. Vedi come una generazione gioca e si diverte e troverai il “codice” della sua cultura! COME SI AGISCE È importante che il tempo libero: ' serva a costruire se stessi in maniera sana, in vista di una cultura integrale dell’uomo e della vita. Perciò: • no alla ricerca della vittoria a tutti i costi, con l’inganno, con artifici chimici o sforzi sproporzionati; • sì allo sviluppo armonico delle proprie capacità corporee; • no allo sport privilegio di pochi; • sì alle politiche che sostengono lo sport per tutti, nella scuola e nel quartiere; • no allo sballo in discoteca, allo stordimento, agli alcolici... e fino a ora tarda; • sì alla gioia della musica che unisce, che fa sognare e crescere; ( serva anche a scoprire l’importanza degli altri e la loro domanda di aiuto. Perciò: • no all’umiliazione dell’avversario, alla violenza fisica o verbale; • sì al sostegno per far crescere le sue capacità, assieme alla gioia di vivere, alla giustizia e alla pace; • no allo sfruttamento dei poveri/deboli per il divertimento dei ricchi; • sì allo sport popolare e accessibile a tutti, favorito, insieme, dal pubblico e dal privato; • no al mito dell’immagine, pur di essere alla moda; • sì al valore della bellezza, purché non diventi simbolo equivoco, strumentale o prevaricatore; • no al mito dello sport e della musica che toglie spazio al volontariato e all’impegno sociale; • sì a manifestazioni sportive e musicali, a feste popolari, a favore dei meno fortunati. 29 PER SAPERNE DI PIÙ • CSI CENTRO SPORTIVO ITALIANO via S.Antonio del fuoco, 9/a 26100 Cremona tel 0372 / 23928 fax 0372 / 460004 • BANCA DEL TEMPO MAC Reggio Emilia 30 " PERCHÉ In tutti i paesi in via di sviluppo (dalla Corea all’India, dal Kenya al Madagascar) sale lo stesso grido d’allarme per le foreste, i parchi, gli animali e le popolazioni seriamente minacciate dall’ondata dei turisti occidentali in cerca di forti emozioni. Allora occorre riflettere per ritrovare le motivazioni del viaggiare, la dimensione politica di un viaggio e non solo quella dello svago; poter vedere ciò che in genere non si vede, poter sapere ciò che in genere nessuna guida riporta senza comportarsi da padroni ma da ospiti educati in casa altrui: ecco ciò che contraddistingue un viaggio da un qualsiasi genere di consumo. CHE COS’È Si tratta di viaggi: 1. organizzati utilizzando come riferimento locale gruppi di residenti che operano nel sociale e che sono estranei agli interessi dell’industria turistica; 2. preparati attraverso riunioni che spieghino ai partecipanti spirito e presupposti dei viaggi stessi; 3. in grado di offrire ai partecipanti uno spaccato il più possibile fedele della diversità sociale ed etnica delle realtà visitate (il turismo responsabile non esclude momenti di svago o la pratica di sport, ma non li mette al primo posto); 4. che utilizzano beni e servizi il più possibile di provenienza locale; 5. che destinano una quota del budget della vacanza (3-5 %) alla realizzazione di progetti di sviluppo gestiti da organismi locali. COME SI AGISCE Occorre rivolgersi agli organismi, ormai numerosi in Italia, che organizzano viaggi nei paesi in via di sviluppo secondo criteri del turismo consapevole e solidale. Non si tratta di agenzie di viaggio nel senso corrente del termine, ma di strutture che in gran parte si occupano di cooperazione o di commercio equo e solidale, per le quali l’attività turistica costituisce solamente un’attività di complemento. PER SAPERNE DI PIÙ • AITR (Associazione Italiana Turismo responsabile) via Mortola, 15 16030 S.Rocco di Camogli (GE) tel 0185/773061 • PINDORAMA via Grana, 35 20155 Milano tel 02 / 39218714 • YDAM do TANDEM via Giolitti, 16 10123 Torino tel 011 / 5172424 • RAM via Privetta del Parco 16036 Recco GE tel 018 / 720012 31 • Vacanze Contromano - La guida al turismo responsabile, ai campi lavoro& solidarietà, ai campi natura e archeologia. Editrice Berti. (Collana: I libri di Terre di mezzo). • CARITAS DIOCESANA CREMONESE via Stenico, 2/b 26100 Cremona tel e fax 0372 / 35063 • M.LA.L. (Movimento Laici America Latina) via G. Bertoni, 6 37122 Verona tel 045 / 8003538 fax 045 / 8000930 • COOPERATIVA “NONSOLONOI” Corso Matteotti, 42 26100 Cremona tel 0372 / 410778 0372 / 463800 (negozio Cremona) 32 # PERCHÉ • Per essere segno di autentica speranza per i poveri. • Per dimostrare con i fatti la solidarietà con i Paesi impoveriti, cooperando ad uno sviluppo integrale della persona e della società. • Per favorire con la propria presenza e professionalità il cammino di autopromozione delle popolazioni locali. • Per stimolare la nostra società ad una modifica della mentalità e del le strutture che creano dipendenza e asservimento. CHE COS’È È la proposta rivolta a singoli e famiglie di mettere a servizio dei Paesi poveri, per almeno 2 anni, la propria vita e competenza professionale per cooperare a progetti di autosviluppo in stretta collaborazionecon la popolazione locale. COME SI AGISCE Nel Sud del mondo, dopo una adeguata formazione, il Volontario coopera alla realizzazione di programmi che generalmente riguardano i bisogni primari dell’uomo e delle comunità, affiancando, stimolando e sostenendo il cammino di autopromozione delle popolazioni locali, nel rispetto e valorizzazione del loro patrimonio ambientale, culturale, sociale. Gratuità, sobrietà, professionalità, capacità di dialogo interculturale devono caratterizzare la presenza del Volontario al Sud. A Nord il Volontario si impegna ad approfondire e promuovere la conoscenza dei problemi del Sud e delle cause strutturali di questi, collaborando, a livello personale e comunitario, con quanti, in ambito civile, politico, ecclesiale, operano per una cultura di solidarietà e giustizia. PER SAPERNE DI PIÚ • CARITAS DIOCESANA CREMONESE via Stenico, 2/b 26100 Cremona tel e fax 0372 / 35063 • CENTRO MISSIONARIO DIOCESANO piazza S.A.M. Zaccaria 26100 Cremona tel 0372 / 29303 • MISSIONARI SAVERIANI via Bonomelli, 81 26100 Cremona tel 0372 / 456267 • M.L.A.L. (Movimento Laici America Latina) G. Bertoni, 6 37122 Verona 045 / 8003538 fax 045 / 8000930 33 # PERCHÉ Ogni società, per quanto evoluta ed organizzata, manifesta al proprio interno sacche di povertà, di disagio, di emarginazione.., alle quali lo stato non sempre è in grado di fare fronte con celerità e in modo adeguato. Quindi la gente stessa, al sorgere del bisogno, si organizza per provvedervi in maniera solidaristica e mutualistica. In questi anni sono nate molte associazioni e cooperative di solidarietà sociale per promuovere il bene comune e l’integrazione dei cittadini, specie di quelli svantaggiati. Esse lavorano assieme all’ente pubblico, ma fanno anche grande affidamento sul volontariato di milioni di cittadini. CHE COS’È Il volontario opera in modo personale, spontaneo e gratuito, per fini di solidarietà, in associazioni o cooperative impegnate per lo più nella gestione di strutture di accoglienza, nella erogazione di servizi socio-assistenziali e in attività di addestramento e di inserimento lavorativo di persone socialmente svantaggiate. Le attività concrete sono quindi molte e diversificate: assistenza domiciliare, centri diurni per anziani, centri aperti per minori, centri socio-educativi per portatori di handicap, centri di accoglienza per persone senza fissa dimora, centri di accoglienza per dimessi da ospedali psichiatrici, centri di accoglienza per immigrati, servizi di accompagnamento e trasporto di persone invalide, forme di auto-aiuto per famiglie con persone svantaggiate a carico, laboratori artigianali... Ma il volontariato è anche proposta politica: non può infatti proporsi come semplice risposta al dramma dell’esclusione sociale, ma sempre più come “domanda”: la domanda di un senso nuovo della convivenza civile, basato sulla solidarietà concreta e su una visione rinnovata dei rapporti umani. COME SI AGISCE Per vivere bene il volontariato è opportuno per prima cosa chiedersi perché si decide di aiutare gli altri, in modo da conoscere i propri limiti e le proprie risorse e mettersi al riparo da tentazioni di onnipotenza. Infatti non è possibile aiutare veramente un’ altra persona senza rendersi conto dell’aiuto che si riceve. Guardandosi poi intorno nel proprio territorio si scoprirà senz’altro la presenza di qualche gruppo o associazione o cooperativa di solidarietà sociale. A questi possiamo offrire la nostra disponibilità di tempo e di impegno, compatibilmente con le altre nostre responsabilità di famiglia e di lavoro, e soprattutto le qualità umane di cui ognuno è dotato. PER SAPERNE DI PIU’ • CARITAS DIOCESANA CREMONESE via Stenico, 2/b 26100 Cremona tel e fax 0372 / 35063 • FORUM DEL VOLONTARIATO piazza Giovanni XXIII . 26100 Cremona 34 • CENTRO STUDI DOCUMENTAZIONE via Aselli, 15 26100 Cremona tel 0372 / 37598 • CISVOL via Aselli, 17 /b 26100 Cremona . • tel 0372 /26585 fax 0372 / 26867 35 Presentiamo anche questi tre “decaloghi” provenienti da diverse parti come ulteriore spunto di riflessione su come cambiare il proprio stile di vita. 36 37 38 Presentazione Introduzione Adozioni a distanza Autotassazione A.V.S. Anno di Volontariato Sociale Bilanci di giustizia Boicottaggio (boycott) Commercio equo e solidale Consumo critico Controllo del mandato elettorale Digiuno di solidarietà Educazione allo sviluppo e alla mondialità Esperienza estiva in missione Famiglie accoglienti Feste sobrie Informazione alternativa I nostri figli Obiezione di coscienza al servizio militare Obiezione di coscienza alle spese militari Progetti di auto sviluppo Raccolta differenziata e compostaggio dei rifiuti domestici Risparmio etico Spegni la TV, accendi la famiglia Tempo libero: per liberarsi e per liberare Turismo responsabile e solidale Volontariato internazionale Volontariato sul territorio 1 3 4 5 6 7 8 10 12 14 15 16 17 18 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 31 33 34 Decaloghi 36 39 FAMIGLIA Famiglie accoglienti I nostri figli Spegni la TV, accendi la famiglia Volontariato sul territorio 18 22 28 34 GIOVANI E MINORI Adozioni a distanza A.V.S. Anno di Volontariato Sociale Obiezione di coscienza al servizio militare Tempo libero: per liberarsi e per liberare Turismo responsabile e solidale 4 6 23 24 31 ECONOMIA / POLITICA Autotassazione Bilanci di giustizia Boicottaggio (boycott) Commercio equo e solidale Consumo critico Controllo del mandato elettorale Digiuno di solidarietà Feste sobrie Obiezione di coscienza alle spese militari Raccolta differenziata e compostaggio dei rifiuti domestici Risparmio etico 5 7 8 10 12 14 15 20 24 26 27 MONDIALITÀ Educazione allo sviluppo e alla mondialità Esperienza estiva in missione Informazione alternativa Progetti di auto sviluppo Volontariato internazionale 16 17 21 25 33 40