Cartella stampa - Slow Food International
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Cartella stampa - Slow Food International
s t a m pa c a rte l l a Terra Madre Giovani e Slow Food a Expo 2015 La cartella stampa di Terra Madre Giovani – Slow Food a Expo è realizzata con il carattere Font ad alta leggibilità: eccellente per i dislessici, ottimo per tutti. www.easyreading.it Ufficio Stampa Slow Food Italia - Valter Musso, 335 742 2962 [email protected] - Alessia Pautasso, 342 864 1029 [email protected] Slow Food Internazionale - Paola Nano, 329 832 1285 [email protected] - Sharon Aknin, 0172 419 760 [email protected] w w w. s l o w f o o d . i t - w w w. s l o w f o o d . c o m Terra Madre Giovani – We Feed the Planet Riunire a Milano migliaia di contadini, allevatori, pescatori, pastori: tutti sotto i quarant’anni. Questa la nuova grande sfida di Slow Food, che organizza un grande evento nel capoluogo lombardo dal 3 al 6 ottobre. «I contadini fanno molto più che produrre cibo: ci insegnano a proteggere i semi, le piante, l’acqua e i suoli, ma soprattutto ci mostrano come gioire della bellezza delle piccole cose, della condivisione, come apprezzare quella saggezza che ci permette di proteggere la Terra per le generazioni future». Esordisce così Joris Lohman, membro del comitato esecutivo di Slow Food e rappresentante dello Slow Food Youth Network, la Rete Giovani che porterà a Milano i veri protagonisti che dovrebbero essere sotto i riflettori di Expo 2015. «Sono loro i difensori della biodiversità, loro che ogni giorno mettono tutto l’impegno, anima e cuore nel produrre un cibo buono, pulito e giusto per tutti noi, gli unici che possono davvero insegnarci come nutrire il pianeta nei prossimi anni», continua Joris. L’Expo inizia in un momento storico in cui il sistema alimentare mondiale sta attraversando una fase critica: «C’è bisogno di cambiamenti radicali, di innovazioni che non possono giungere solo dalle istituzioni e dal mondo del business. Le vere innovazioni avvengono nei campi, sulle barche, nelle cucine e nei campi. Non saranno i governi e le agro industrie a nutrire il mondo, ma le persone, i contadini, i pescatori e i cuochi», continua Joris. «È per questo che chiediamo a tutti i giovani di raggiungerci a Milano per far sentire la nostra voce, confrontarci e creare il sistema alimentare del futuro. Perché saremo noi, tutti insieme, a nutrire il pianeta!». Ecco allora che Milano si prepara a tre giorni di festa e dibattiti dedicati sia ai temi cari all’associazione della chiocciola, come ambiente e sostenibilità, che ad appuntamenti tematici in cui riunire chi condivide lo stesso lavoro. «Vogliamo che i panettieri di tutto il mondo abbiano la possibilità di condividere esperienze e problemi, così come i casari, gli allevatori e gli agricoltori. E che ripartano dall’Italia con idee e progetti nuovi, per continuare a collaborare una volta tornati a casa, creando le basi per una rete ancora più solida. Per portare migliaia di giovani a Milano abbiamo bisogno del sostegno di tutti», conclude Joris. «Dobbiamo garantire il diritto al viaggio per questi ragazzi che provengono dai quattro angoli del pianeta, per renderli artefici del loro e del nostro futuro». Ecco perché a breve sarà disponibile una piattaforma sul sito www.slowfood.it che permetterà a tutti di contribuire all’iniziativa. «Oltre a rendere possibile questo evento straordinario, i fondi saranno utilizzati per sostenere il progetto Diecimila Orti in Africa, che sta cambiando le sorti di molte comunità nel continente africano», conclude Joris. Terra Madre Giovani: ecco a voi gli eroi del futuro Petrini: «Le nuove generazioni salveranno la nostra biodiversità» «È davvero utopico pensare che il cambiamento del sistema alimentare possa avvenire rispettando le risorse del pianeta e la sovranità alimentare dei popoli?». È con una domanda che Carlo Petrini inizia la sua riflessione sul tema al centro di Expo 2015 e sul ruolo dei protagonisti che devono assicurare il pianeta per il futuro. «Tutto dipende dal livello di biodiversità alimentare che sapremo mantenere e preservare. La biodiversità non è solo un elenco di specie, razze e varietà, ma include le relazioni che intercorrono tra questi elementi: le relazioni che tengono in piedi il mondo e che ci consentono di sopravvivere. Insomma, è proprio la biodiversità la scintilla che accende l’energia per la vita e su cui mettiamo l’accento nel nostro spazio all’interno dell’evento milanese», continua Petrini. «Troppo spesso, però, ce ne dimentichiamo, perdendo terreni, varietà e spesso causando incredibili disastri». La soluzione sta proprio nelle generazioni future, in quei giovani che ogni giorno nel mondo lavorano duramente e lottano per difendere il pianeta e le nostre risorse: dai ragazzi africani costretti a lasciare i propri Paesi perché a causa del land grabbing la terra è svenduta a prezzi stracciati, agli italiani che si vedono pagare il latte 35 centesimi al litro, ai messicani che muoiono di fame perché il mercato locale è distrutto dalle importazioni di mais sottocosto e spesso gm proveniente dagli Stati Uniti. Molte storie, un unico destino e un obiettivo comune: rivoluzionare il sistema alimentare, che così non porta da nessuna parte, se non all’impoverimento della terra e allo spreco di cibo, per non parlare della distruzione di saperi tradizionali e culture millenarie. Ecco perché a ottobre saranno loro, le migliaia di contadini, pescatori, attivisti, studenti e cuochi da tutto il mondo a riunirsi a Milano per discutere di futuro, a stringersi la mano e instaurare nuovi legami. «Perché sono loro che ogni giorno, in ogni angolo del mondo, portano avanti la crescita, ma non solo quella economica, la crescita della nostra dignità, della cultura, della felicità. E devono essere coscienti che anche se vivono in un villaggio sperduto delle Ande o in un’oasi del deserto, con il loro lavoro realizzano la politica più forte e più bella, perché non sono soli, fanno parte di un’unica grande famiglia», continua Petrini. «La soluzione sta quindi nel dialogo e nel confronto, perché occuparsi di cibo significa occuparsi del pianeta e di tutti gli esseri viventi, significa tutelare la biodiversità e il bene comune», gli fa eco dall’Uganda Edie Mukiibi, giovanissimo vice presidente di Slow Food. «In Africa più che in altri continenti c’è bisogno di difendere la biodiversità, ed è grazie al progetto 10.000 Orti che si sta costruendo una rete di leader africani che prenderà in mano le redini del nostro continente. Sono i contadini i veri custodi delle tradizioni locali in Africa: distruggere le loro terre e le economie locali con politiche incontrollate equivarrebbe a bruciare le librerie dove custodiamo i nostri saperi», continua. «Ed è con i giovani africani, i sudamericani, gli europei che cercheremo le soluzioni per ridare valore al cibo e per nutrire il nostro pianeta». Petrini dà quindi a tutti appuntamento a Milano: «Nel nostro spazio Salva la Biodiversità. Salva il Pianeta potete scoprire la bellezza della biodiversità e assaggiare le ricchezze del mondo dei formaggi». Ma soprattutto, rivolgendosi ai giovani, conclude: «Lasciate per qualche giorno i vostri campi, le vostre barche, le vostre cucine, le vostre botteghe, venite a Milano per riunirvi, condividere le vostre idee, far sentire le risposte che il mondo sta cercando e che mai troverà senza ascoltarvi. Noi vi aspettiamo, Milano vi aspetta». Slow Food: a Expo in difesa della biodiversità «Un’Expo lunga 25 anni» Cibo come rete che racconta di uomini e di donne, di sfruttamento delle risorse, di biodiversità, di ambiente e di acqua, di sostenibilità e di diritto alla sovranità alimentare, di lotta alla malnutrizione, di saperi tradizionali e di innovazione, di cultura e di colture. Questi i temi e le sfide per cui Slow Food si batte sin dalla sua nascita nel 1989, per nutrire il pianeta in modo sostenibile, tutelando da un lato le risorse naturali e dall’altro il benessere sociale ed economico dei produttori. Per nutrire il pianeta garantendo a tutti un cibo buono, pulito e giusto, riscoprendolo come momento di condivisione e gioia. «Saremo a Milano proprio per alzare la voce e farci sentire anche dalle multinazionali e dalle organizzazioni di agrobusiness perché da sempre Slow Food propone soluzioni concrete, identificate in questi 25 anni lavorando fianco a fianco con le migliaia di comunità di contadini, allevatori e pescatori di tutto il mondo, i veri protagonisti a cui questa Expo dovrebbe essere dedicata», racconta Gaetano Pascale, presidente di Slow Food Italia. Il tema che caratterizza lo spazio animato dall’associazione della chiocciola è la biodiversità: «Solo proteggendola e preservandola, infatti, sarà possibile nutrire un mondo con sempre più abitanti e necessità. Ecco allora che ne illustreremo significato e valore, descriveremo i rischi che sta correndo e presenteremo tante soluzioni positive e semplici alla portata di tutti, stimolando i visitatori a diventare protagonisti attivi, consapevoli e curiosi», spiega Pascale. Per passare dalla teoria alla pratica, «declineremo il tema della biodiversità nell’ambito della filiera lattiero casearia, offrendo la possibilità di degustare formaggi unici, dagli imperdibili Presìdi Slow Food alle proposte italiane e internazionali più conosciute, in un viaggio alla scoperta della loro massima espressione organolettica». Tre gli edifici in legno certificato Pefc progettati dallo studio Herzog & de Meuron di Basilea che ospitano la mostra Scopri la biodiversità, le aree degustazione Slow Cheese e Slow Wine, lo Slow Food Theater, dove assistere a incontri, conferenze e spettacoli aperti anche ad altre associazioni, lo spazio associativo e la libreria di Slow Food Editore. «Nei sei mesi decideremo insieme ai visitatori il destino delle strutture nel dopo Expo, visto che sono tutte completamente smontabili e riutilizzabili», continua Pascale. «Abbiamo voluto e sostenuto un evento che non sacrificasse terreni agricoli lasciando in eredità solo l’ennesima cementificazione di un territorio, ed è proprio per questo che le nostre installazioni godranno di una seconda vita altrove, offrendo un esempio positivo e replicabile in altre manifestazioni». Al centro un orto con le varietà tipiche lombarde e curiosi consigli per creare il proprio sul balcone o in vasca. «È dall’orto che tutto ha inizio, è il primo strumento da cui davvero può partire il cambiamento», prosegue Pascale. «Ed è con gli orti che noi coinvolgiamo gli allievi delle scuole e le loro famiglie, perché capiscano il ciclo delle stagioni e la struttura dei terreni. Con il progetto 10.000 Orti in Africa collaboriamo con le comunità per garantire loro cibo fresco e sano, ma anche per formare una rete di leader consapevoli del valore della propria terra e della propria cultura, i protagonisti del cambiamento e del futuro di questo continente. Ed è proprio a loro che devolveremo l’utile dell’area Slow Food». Segui la chiocciola! A spasso tra biodiversità, formaggi e incontri Sarà un’enorme chioccola rossa a dare il benvenuto ai visitatori che entrano nello spazio di Slow Food, all’estremità est del Decumano. Ad accoglierli una struttura in legno di larice completamente sostenibile ispirata alle cascine lombarde, articolate su tre lati, con un cortile interno e progettata dallo studio Herzog & de Meuron. Si comincia con la mostra interattiva Scopri la biodiversità, per poi assaggiare i formaggi a latte crudo proposti nell’area Slow Cheese accompagnati da un buon calice di vino nella cantina Slow Wine, e finire con un dibattito organizzato nello Slow Food Theater. Al centro un originale orto in cui trovare varietà lombarde e consigli da ripetere a casa, per avere verdura ed erbe aromatiche a portata di mano. Scopri la biodiversità Come possiamo nutrire il pianeta garantendo a tutti un cibo buono, pulito e giusto? Ripartendo dalla biodiversità. Ecco allora che Slow Food propone un percorso educativo per grandi e piccini, suddiviso in colorate tappe in cui osservare e toccare con mano le ricchezze del nostro pianeta. Mondi a confronto: questa la prima fermata, un gioco che mostra modelli di agricoltura, produzione e consumo di cibo contrapposti. Allevamento intensivo versus pascoli erbosi, mercati versus fast food. Si prosegue con l’Albero del cibo, una struttura che rappresenta i valori al centro dell’associazione della chiocciola, per cui cibo significa suolo, cultura e saperi, ma anche convivialità, confronto e tradizioni. Ogni visitatore può partecipare appendendo ai rami un’etichetta con il proprio significato legato alla parola cibo. La Linea del tempo presenta la distruzione di biodiversità causata dall’evoluzione, o meglio l’involuzione, dell’agricoltura industriale. Nel Carrello della spesa troviamo merendine, bibite gassate, crocchette di pollo e molti altri prodotti, raccontandone impatto su ambiente e salute, ma anche proponendo utili alternative. Perché ad esempio scegliere l’insalata di quarta gamma, più costosa, meno sostenibile e meno gustosa di una appena raccolta? Ad aspettarci poi c’è l’Uomo di mais, a simboleggiare la predominanza di questa coltura sia nei campi che sugli scaffali dei supermercati, dai dentifrici ai dolcificanti, un vero gigante a cui si contrappongono le produzioni di piccola scala. Una provocazione per riflettere sull’impatto che ormai il mais ha su terreni, ambiente, problemi sociali e obesità. Accanto, numerose varietà di semi con cui i bambini possono giocare e disegnare, scoprendo una biodiversità spesso sconosciuta. Slow Cheese & Slow Wine In degustazione ogni giorno quattro formaggi a latte crudo e quattro vini, a rappresentare la variopinta biodiversità dei nostri territori. Accanto alle grandi eccellenze italiane, come la mozzarella di bufala e il parmigiano, oltre 30 prodotti dei Presìdi, il progetto con cui Slow Food sostiene le produzioni tradizionali che rischiano di scomparire. Protagonisti di queste realtà i pastori e i casari che ogni giorno lottano per un cibo di qualità prodotto rispettando ambiente e benessere animale. Per riconoscerne la tipicità e garantire informazioni complete ai consumatori, Slow Food identifica molti prodotti dei Presìdi con l’etichetta narrante, che fornisce informazioni precise sui produttori, le loro aziende, le tecniche di allevamento e lavorazione e sui territori di provenienza. Non mancano poi i formaggi regionali più tipici, dallo strachitunt lombardo al pecorino siciliano, e le specialità europee da Belgio, Francia, Grecia, Olanda, Regno Unito e Spagna. Il tutto accompagnato da un buon calice proposto dall’ampia selezione della Banca del Vino di Pollenzo. Slow Food Theater Uno spazio in cui assistere a conferenze, dibattiti, presentazioni, ma anche proiezioni di film e rappresentazioni teatrali e musicali, in cui incontrare la rete mondiale di Slow Food, conoscere le loro storie e confrontarsi con altre associazioni che condividono le stesse battaglie, in Italia e nel mondo. Non manca un’area in cui sfogliare le novità editoriali di Slow Food Editore e scoprire i progetti dell’associazione della chiocciola, entrando a far parte del mondo Slow. A fine ottobre le strutture utilizzate potranno essere facilmente smontate e riutilizzate in altri progetti, animando scuole, orti o aziende agricole. Durante la manifestazione una bacheca sarà a disposizione per raccogliere idee e proposte sul loro uso futuro. Appello ai giovani contadini, artigiani del cibo, pescatori, nomadi, indigeni che producono il nostro cibo quotidiano A Milano abbiamo bisogno di voi, il mondo ha bisogno di voi. Avete deciso di dedicare la vostra vita a custodire e coltivare il pianeta e per questo motivo siete così importanti. Sì, perché i contadini, che sono vicini alla terra, ci possono insegnare come fare per proteggere la varietà dei semi, le piante, le razze animali, l’acqua, il suolo, le fonti insostituibili del nostro nutrimento. Ci possono insegnare come il lavoro che fanno ogni giorno sia lontano da ogni forma di avidità, di egoismo, di guerra. Da tutti quei mali generati da un progresso che nulla ha più a che fare con la gioia di vivere, con la felicità che deriva dalle cose belle e buone, dalla condivisione, dalla saggezza che preserva la terra per consegnarla migliore alle generazioni future. Perché i contadini non fanno le guerre, le subiscono; non inquinano, ma sono vittime dell’inquinamento; non si arricchiscono, ma sono sotto scacco da parte degli arricchiti alle loro spalle; hanno fame, e paradossalmente chi li affama sono coloro per cui lavorano, per cui producono il cibo quotidiano. L’uso del tempo, il significato del lavoro, il valore del cibo, il senso del limite, l’intimo rapporto con la natura e con l’ambiente sono prerogative profondamente umane, ma la nostra specie oggi le sta perdendo per strada. Il mondo ha bisogno di voi giovani contadini, del vostro esempio, dei vostri saperi, della vostra gioventù ed energia. Venite a Milano a ottobre, sul finire della grande Esposizione Universale dedicata a “nutrire il pianeta”: chi meglio di voi, che nutrite il mondo con il vostro lavoro quotidiano, può essere il protagonista di una mobilitazione che finalmente lancerà un messaggio inequivocabile di speranza e di pace, di prospettiva futura, che traccerà le rotte di un nuovo umanesimo? Voi, giovani contadini di ogni angolo del globo, siete la speranza per il futuro di questa terra che calpestiamo, una possibilità di riscatto per chi patisce fame e malnutrizione, i primi in grado di sovvertire un sistema economico mondiale che sta distruggendo la casa che abitiamo in nome di una concezione che confonde lo sviluppo col profitto, la crescita con la competizione. Voi portate avanti una storia millenaria scritta da ogni zappa, ogni aratro, ogni falce, ogni rete da pesca, ogni pentola e cucchiaio, ogni fatica spesa per la terra e per il cibo: siete coloro che praticano e propagano il “lento contagio dell’esempio”. Lasciate per qualche giorno i vostri campi, le vostre barche, le vostre cucine, le vostre botteghe, venite a Milano per riunirvi, condividere le vostre idee, far sentire a tutti le risposte che il mondo sta cercando e che mai troverà senza ascoltarvi. Noi vi aspettiamo, Milano vi aspetta. Per un Expo che getti un seme contro la fame nel mondo Il primo maggio 2015 si inaugura a Milano l’EXPO, un contenitore di tematiche grandi come l’universo: "Nutrire il pianeta. Energia per la vita”. Una straordinaria occasione per una ritrovata consapevolezza della Terra che ci nutre: questa dovrà essere la prima vocazione di Expo 2015. Il pericolo tuttora reale é che l’esposizione universale sia solamente l’occasione strumentale per parlare e promuovere il cibo come merce, senza affrontare concretamente questo argomento e le sue innumerevoli implicazioni. È oramai senso comune ritenere che il cibo sia parte costitutiva del processo evolutivo dell'uomo e la capacità di condividere questa risorsa di vita sia la misura del nostro farsi di umanità. Il Pianeta che ci ospita non sopporta più le nostre offese. Non si può rimanere passivi di fronte all'avvelenamento delle fonti di cibo provocato dalle spregiudicate economie globali che, per un falso concetto di modernità, giustificano ogni stoltezza. E non ci consola che oggi questi padroni del mondo guardino smarriti le rovine del loro stesso fallimento, incapaci di progettare altrimenti. Oggi la fame che perseguita grandi parti di mondo determina migrazioni epocali, bibliche. Il Mediterraneo ogni giorno é tomba di una disperata umanità che cerca di superare i confini visibili e invisibili che la privano del cibo quotidiano. Le madri che affidano a criminali scafisti le sorti di un bambino che forse non vedranno mai più, si separano dal proprio affettivo biologico, nella speranza che il figlio possa avere un giorno la certezza di mettere insieme il pranzo con la cena e che quel cibo che ora manca, sia finalmente condito di libertà e di democrazia. A partire da queste dissonanze ormai intollerabili, nasce il nostro bisogno di lanciare un appello affinché l’Expo non si riduca a un’esposizione senz’anima, dove si enunciano vasti programmi e nobili intenzioni, mentre si tace sulla povertà e le ingiustizie che opprimono la vita di milioni di persone. Sono sotto gli occhi di tutti gli effetti di un sistema politicoeconomico che, a quasi settant'anni dalla “Dichiarazione universale dei diritti umani”, non solo non ha eliminato le ingiustizie ma le ha moltiplicate, nonostante gli studi più seri e documentati dicano che il nostro pianeta avrebbe tutte le risorse per garantire a ogni persona una vita dignitosa, non solo libera dai bisogni primari, ma garantita nei suoi diritti materiali, culturali, spirituali: la casa, il lavoro, l’istruzione, la salute. La povertà, la miseria dei disperati, non sono calamità, fatalità o un prezzo da pagare a una malintesa idea di “sviluppo”. Sono invece il frutto di scelte che hanno svuotato la politica della sua anima sociale. Cioé della sua principale responsabilità – uniformandola a logiche economiche che tanto badano ad accumulare profitti quanto poco a suddividerli con un minimo senso di equità. E da queste considerazioni che tre amici si sono ritrovati per aprire un dibattito collettivo non più moralmente rinviabile. Vorremmo insieme ad altri mettere a dimora un seme che possa crescere rigoglioso: il seme del buon senso e della dignità di ogni abitante della nostra casa comune: la terra. Vorremmo lavorare con l’energia della nostra e vostra anima, di chi ha voglia di fare un po' di strada insieme che possa cambiare in meglio e per sempre a rendere le parole “nutrire il pianeta, energia per la vita” una realtà per tutti. A partire dai contadini, custodi fedeli dei campi coltivati, della fertilità delle zolle, migliorando i frutti, migliorando noi nel saperli ascoltare. Questa utopica sfida ci viene da un lontano passato e occorre fare qualcosa di definitivo e importante per debellare la fame e la malnutrizione nel mondo, un’indegna vergogna che affligge più di un miliardo di umani e che non é più tollerabile. La fame non é una fatale calamità che ha colpito qualche nostro fratello per cui ci si può limitare a provare dispiacere: la fame e la malnutrizione sono anche colpa nostra e ne siamo in qualche modo responsabili perché ci sono tutte le possibilità per eliminarle e invece continuano a mietere vittime, soprattutto tra i bambini ai quali non viene nemmeno garantito il diritto fondamentale ad un accesso a un cibo buono, salutare, sufficiente, giusto. Dobbiamo cambiare: possiamo ridurre il nostro spreco quotidiano, fermarci a riflettere su quanto buttiamo via, quanta ricchezza ed energia per la vita riusciamo a volte a bruciare in un amen. La biodiversità che si riduce a ritmi impressionanti é un patrimonio irrinunciabile che va custodito e tutelato. Il suolo fertile che é insostituibile, sacro e in costante pericolo, é una risorsa che abbiamo il dovere di proteggere per garantire il diritto al cibo delle generazioni. Dobbiamo dunque superare questi problemi a partire dal bene più prezioso, indispensabile, che ci mette in diretta relazione con la natura, che può essere fonte di piacere, convivialità e condivisione: il cibo. C’é un grande bisogno di speranza e noi dobbiamo esserne un segno visibile ricercando alleanze e fiducia, stupore e accoglienza reciproca. Speranza é la consapevolezza che solo unendo le forze degli onesti la richiesta di cambiamento diventa forza di cambiamento. Noi tre amici, intanto, uniamo le nostre energie e di tutti quelli come noi ci credono e cominciamo subito: solidali e senza alcuna enfasi, a partire dalle cose minute del nostro quotidiano. Ricominciamo dai nostri comportamenti nel fare le cose che sappiamo fare e farle sempre al meglio. E per questo, occorre un supplemento di anima. In questa visione ideale del mondo l’Expo deve diventare occasione per tutti gli uomini di buona volontà, per condividere il proprio cibo, con la coscienza che é anche e sempre quello degli altri. C’é un destino comune che ci attende e uniti acquisteremo coscienza di popolo, di un'unica umanità. San Francesco, il poverello di Assisi, ci ha detto tutto con il suo Cantico delle creature. La sua contemplazione del Creato è un inno alla felicità: «Cominciate col fare ciò che é necessario, poi ciò che é possibile. E all’improvviso vi sorprenderete a fare l’impossibile». Carlo Petrini, Don Luigi Ciotti, Ermanno Olmi Ottobre 2014 Nr. 446 Expo Milan 2015 Padiglione Slow Food Milan, Italy Progetto 2014 – previsione termine lavori 2015 Dopo aver rinunciato a proseguire nell’attuazione dei concetti e realizzazione fisica del masterplan per Expo Milano 2015, non ci saremmo mai aspettati di essere nuovamente coinvolti nel sito di Expo con un progetto concreto. Per quanto fossimo convinti che il nostro masterplan sarebbe stata una piattaforma adeguata per una radicale reinvenzione del significato di Esposizione Universale per il XXI secolo, capimmo che gli organizzatori non avrebbero intrapreso i passi necessari per convincere le nazioni partecipanti a rinunciare ad una convenzionale auto-celebrazione, piuttosto che concentrarsi sul loro contributo specifico all’agricoltura e alla produzione alimentare. Eravamo inoltre a conoscenza della reticenza di Carlo Petrini a partecipare ad una manifestazione che avrebbe dato più visibilità alle grandi compagnie agro-alimentari piuttosto che al suo movimento Slow Food. Ciononostante Carlo Petrini è stato, sin dagli inizi, una delle figure più affascinanti ed interessanti coinvolte nelle fasi iniziali della pianificazione e la sua presenza è stata uno dei motivi della nostra partecipazione. Il suo approccio intellettuale e radicale sui temi della biodiversità e la produzione alimentare è stato d’ispirazione principale per il nostro masterplan, che sarebbe servito da modello per i padiglioni nazionali, gli spazi pubblici e le altre aree dell’Expo. Nel 2011 smettemmo di lavorare al progetto e tornammo inaspettatamente nel 2014 su invito degli organizzatori e dopo una telefonata di Carlo Petrini in cui spiegava i motivi per cui aveva accettato di presentare Slow Food con un padiglione speciale in una posizione molto interessante all’interno del masterplan. Abbiamo infatti sempre considerato quel sito, un’area triangolare all’estremità orientale del Boulevard ben posizionato e destinato a diventare uno dei principali forum pubblici nel nostro concetto di masterplan. Il padiglione dovrebbe consentire ai visitatori di scoprire l’importanza della biodiversità agricola e alimentare, di esplorare la varietà dei prodotti protagonisti della biodiversità e di prendere coscienza della necessità di adottare nuove abitudini di consumo. La nostra proposta architettonica ed espositiva si basa su un layout semplice, composto di tavoli che creano un’atmosfera di convivio e di mercato. I visitatori hanno la possibilità di avvicinarsi alla biodiversità guardando documenti audiovisuali e attraverso la lettura di testi chiave relativi alle nostre abitudini di consumo e il loro impatto sul pianeta. Possono inoltre incontrare e discutere con rappresentanti dell’agricoltura sostenibile e della produzione alimentare locale avvicinandosi alla ricchezza della biodiversità agricola e alimentare. Version Filename 1.0 446_PDI_141021_1-0_COM.doc Release 446_EV_141023 (Salone del Gusto) © Herzog & de Meuron 1/1 Nr. 446 Expo Milan 2015 Padiglione Slow Food Milan, Italy Progetto 2014 – previsione termine lavori 2015 TA ST N IN EX H IB IT IO G T H E AT R E 0 5 10m Abbiamo progettato tre case, strutture in legno arcaiche e quasi primitive che definiscono lo spazio triangolare di una corte interna o un mercato. Queste case sono edifici lunghi e sottili che ricordano le strutture agricole tipiche della Lombardia: le Cascine. Dopo l’Expo e nell’ambito dell’iniziativa Slow Food intitolata “Orto in condotta”, un programma scolastico nazionale per l’educazione alimentare e ambientale, queste strutture verranno smontate e riassemblate come capanne da giardino negli orti delle scuole di tutta Italia. Herzog & de Meuron, 2014 Version Filename 1.0 446_PDI_141021_1-0_COM.doc Release 446_EV_141023 (Salone del Gusto) © Herzog & de Meuron 2/2 Il nostro Expo in pillole Spazio 3500 metri quadri allestiti Slow Cheese e Slow Wine 84 tipi di formaggi italiani e internazionali in degustazione oltre 200 etichette selezionate dalla Banca del Vino di Pollenzo a rotazione Slow Food Theater 540 incontri, conferenze, presentazioni e momenti di intrattenimento L’Orto di Slow Food 250 metri quadri e decine di varietà presenti Info utili Dove siamo Al termine del Decumano accanto alla Collina Mediterranea, accesso Est Roserio La visita della mostra Scopri la biodiversità e la partecipazione agli eventi nello Slow Food Theater sono gratuite Ticket degustazione Degustazione formaggi: 8 Euro Degustazione formaggi accompagnata da un bicchiere di vino: 10 Euro