Riunione della Commissione ITRE

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Riunione della Commissione ITRE
Riunione della Commissione ITRE
LUOGO E DATA
ORGANIZZATORE
28 Maggio 2015
Parlamento Europeo
Rue Wiertz, 60 - 1000 Bruxelles
Commissione per l’industria, la ricerca e
l’energia
RELAZIONE
In data 28 maggio 2015 si è riunita la Commissione per l’industria, la ricerca e l’energia; nella
seguente relazione verrà riportato quanto detto riguardo ai punti 4, 9 e 10 dell’ordine del
giorno.
“Verso un’Unione europea dell’energia”
Il presidente Jerzy Buzek (PPE) ha aperto la seduta approvando l’ordine del giorno e dando
la parola al relatore. Marek Jozef Grobarczyk (Relatore, ECR) ha sottolineato l’importanza
che deriva dall’Unione europea dell’energia per ottenere l’indipendenza energetica, lo sviluppo
delle risorse energetiche e la sicurezza dei cittadini alla luce delle questioni riguardanti la
fornitura dell’energia. Ha aggiunto che si tratta di una sfida essenziale per l’Europa: molti
Stati membri dipendono dalle forniture di gas russo, altri da paesi dell’Africa del Nord, dunque
è necessario trovare soluzioni che stabilizzino le forniture dell’UE. Il relatore ha ricordato che i
prezzi europei dell’energia elettrica sono ancora molto più alti rispetto ad altri Paesi (il doppio
rispetto agli Stati Uniti), mentre i prezzi del gas sono addirittura due se non tre volte più alti
rispetto agli Usa. Inoltre il prezzo dell’elettricità per le famiglie, nel 2012-2013, è cresciuto
circa del 5%. Grobarczyk ha spiegato che la strategia da adottare deve considerare che il mix
energetico dei singoli Stati membri resta nella sovranità dei singoli Stati, mentre l’intervento
dell’UE deve riguardare la diversificazione delle diverse fonti di fornitura di energia,
sviluppando un sistema di interconnettori e di collegamento transfrontalieri per quanto
riguarda gas ed elettricità. Ha affermato che il ruolo della Commissione Europea è coordinare
il progetto a livello regionale per creare soluzioni accettabili, che garantiscano il
funzionamento dei Paesi in caso di crisi, oltre a sostenere gli Stati che vogliono partecipare
ad un negoziato di accordi energetici nel rispetto delle regole del mercato interno e della
regolazione mondiale del commercio. Ha aggiunto che anche la trasparenza degli accordi deve
essere rispettata: i dati sensibili non devono essere pubblicati, ma il campo di applicazione
dell’accordo si, per creare una base per un trattamento equo degli Stati membri. Dunque il
relatore ha sottolineato con enfasi il fatto che l’UE deve intervenire con la diversificazione
delle fonti di energia, poiché, essendo l’Europa in concorrenza con gli USA per portare avanti il
livello di vita dei cittadini, tutte le energie devono essere considerate e il mercato interno
dell’energia deve riguardare soluzioni accettabili per tutti i paesi dell’UE. Ha aggiunto che,
riguardo all’economia a basso tenore di emissioni, la decarbonizzazione fatta in modo non
neutrale potrebbe causare problemi energetici in molti Paesi. Ha concluso che è necessario
abbassare i prezzi dell’energia del 20% e proprio il 20% deve essere l’aumento della
partecipazione dell’industria al PIL. Andras Gyurk (PPE) ha sottolineato l’importanza
dell’equilibrio dei pilastri concorrenza, sicurezza della fornitura e sostenibilità, poiché
nell’attuale situazione economica si dovrebbe mettere l’accento sulla concorrenzialità
industriale dell’UE per sostenere la creazione di posti di lavoro, garantendo bassi prezzi di
energia per l’ente finale. Ha aggiunto che l’UE deve evitare la fuga del carbonio e diversificare
le fonti, le politiche di efficienza energetica devono essere ambiziose e affidarsi ad incentivi
soprattutto nell’edilizia. Ha concluso enfatizzando la necessità che l’Europa sia leader nelle
energie rinnovabili e che i governi mettano in pratica la legislazione esistente, in particolare il
terzo pacchetto energetico. Flavio Zanonato (S&D) ha mostrato il proprio disaccordo con
quanto dichiarato dal relatore, poiché trova una grande divergenza con le precedenti
affermazioni della Commissione Europea, dato che nella relazione presentata viene sacrificata
la parte della ricerca e dello sviluppo, la carbonizzazione ed altri temi. Ha auspicato che sia
possibile arrivare ad una convergenza che parta da ciò che la Commissione ha affermato. Ha
concluso che l’Europa deve puntare ad avere un sistema integrato, con un governo integrato
dei temi dell’energia e non a stabilire un insieme di trattati tra Paesi dove ogni Stato è
autonomo. Morten Helveg Petersen (ALDE) ha affermato che, riguardo la governance, il
progetto dice che è importante creare un mercato unico in Europa e per centrare questo
obiettivo è necessario rimuovere le barriere normative che ci sono tra i diversi mercati
nazionali dell’energia, costruire le infrastrutture necessarie e garantire che i Governi nazionali
applichino la normativa europea. Secondo Petersen, il Parlamento Europeo deve mantenere
una posizione decisa. Per quanto riguarda l’efficienza e la sostenibilità, temi che spesso
vengono presentati come oneri per le aziende, è necessaria una normativa ben applicata che
invii target chiari alle imprese e aiuti a tagliare i costi nel lungo termine. Claude Turmes
(Verdi/ALE) auspica il raggiungimento di un accordo nelle tre aree della relazione su cui c’è
dibattito. Per quanto riguarda la governance, secondo Turmes è necessario avere un sistema
più europeizzato: ci vuole un capitolo della relazione in cui si descriva bene come funzionerà
questo sistema di governance, nel quale sia previsto il ruolo del Parlamento. Ha aggiunto che i
cittadini e i consumatori si devono attivare nell’efficienza energetica, altrimenti la relazione
non può funzionare. Infine, per quanto riguarda la politica industriale, l’Europa ha la
leadership sulle rinnovabili, ma Cina e Usa stanno recuperando terreno, dunque ci vuole un
capitolo anche su come l’Europa può mantenere la leadership su tecnologie fondamentali.
Neoklis Sylikiotis (GUUE) ritiene che la relazione abbia delle lacune e che siano necessarie
nuove proposte per contrastare la povertà energetica, come infrastrutture pubbliche e
connessione tra i diversi sistemi energetici. Ha aggiunto che tutti devono avere accesso ai
beni di interesse pubblico e che è necessario usare le riserve di gas naturale e di metano che
esistono nell’UE, per esempio nel Mediterraneo. Ha sottolineato la necessità di sfruttare
meglio le energie rinnovabili e il disaccordo sull’uso del nucleare e su una politica dell’energia
controllata dalla Commissione e dagli Stati membri più grandi, perché in tal modo il margine
di manovra per altri Stati membri viene ridotto. Dario Tamburrano (EFDD) ha espresso il
proprio disaccordo su molti punti della relazione. Ritiene opportuno, come sta facendo l’Arabia
Saudita, abbandonare alcune risorse nel sottosuolo per eventualmente tirarle fuori quando
sarà più conveniente e venderle sul mercato globale. Considera inoltre assurdo bruciare gas
per il riscaldamento degli edifici, quando si potrebbe ridurre il consumo del gas con un piano
europeo di efficienza energetica. Tamburrano ritiene importante fare un salto nel futuro, verso
le energie rinnovabili. Krisjanis Karins (PPE) sostiene che, nello sforzo collettivo europeo per
ridurre l’emissione di CO2, sia stata persa la prospettiva della collettività. Inoltre è noto che i
costi energetici dell’UE sono più alti che negli USA per il regime di sovvenzione presente nei
diversi Stati membri. Dunque ritiene opportuno inserire nella relazione un elemento che dica
che ci vuole un approccio europeo per affrontar la questione dei costi per imprese e
consumatori. Kaja Kallas (ALDE) ha affermato che è difficile capire che l’obiettivo della
relazione sia arrivare all’Unione Energetica, dato che si concentra troppo sui singoli Stati
Membri e i loro interessi, piuttosto che sull’interesse europeo generale. Ha aggiunto che la
relazione non parla abbastanza dell’esigenza di costruire interconnettori per consentire il
commercio tra i diversi Stati Membri e la necessità di lavorare insieme per trovare un
compromesso che porti a creare un Unione Energetica.
“Sfruttare il potenziale di ricerca e innovazione dell’economia blu per creare
occupazione e crescita”
Joao Ferreira (Relatore, GUUE) ha affermato che ci sono buone condizioni per lavorare sul
tema dell’economia blu, tuttavia rimangono alcune questioni importanti sulle quali è utile
conoscere di più il parere della Commissione, tra cui la proposta di creazione di un’Agenzia
dell’UE che abbia una serie di competenze e doveri nell’ambito dell’economia blu. L’idea, ha
spiegato, è quella di conferire ad un’agenzia già esistente tutte le competenze sparse tra i vari
enti ed organismi per l’economia blu. Altra questione, ha proseguito, è la cattura e lo
stoccaggio del carbonio e la distribuzione delle risorse nell’economia blu: alcuni vorrebbero
attribuire le risorse a priorità fissate ex ante da parte dell’UE, altri vorrebbero rispettare le
diverse proprietà e scelte dei vari Stati membri. Maria Spiraki (PPE) ha affermato che,
insieme agli altri relatori ombra, presenterà varie proposte, tra cui la previsione di un
finanziamento dei settori in crescita dell’economia blu e la definizione di obiettivi precisi verso
cui destinare i finanziamenti. Ha aggiunto di essere contraria allo stanziamento di ulteriori
fondi per lo stoccaggio del carbonio. Miriam Dalli (S&D) ritiene che, per avere uno sviluppo
blu sostenibile, sia necessario creare coerenza tra tutte le soluzioni in ambito marittimo.
Ritiene che l’UE e gli Stati Membri debbano mettere a disposizione fondi per garantire
continuità e non mettere in repentaglio i progetti in corso. Marek Jozef Grobarczyk (ECR)
sostiene che manchi una politica comune per la gestione delle risorse marittime, un settore
che invece dovrebbe avere un forte significato nell’UE. Ritiene che il trasporto marittimo e
l’esplorazione marittima siano elementi essenziali per la Commissione e che vadano create
possibilità di maggiore indipendenza per la ricerca. Dario Tamburrano (EFDD) condivide la
preoccupazione che un eccessivo sfruttamento delle risorse marine non sia in equilibrio con i
tassi di ricrescita dell’ecosistema stesso. Deplora che il concetto di economia blu comprenda la
prospezione e lo sfruttamento delle risorse minerali ed energetiche fossili a largo, attività che
non portano alla creazioni di tanti posti di lavoro a lungo termine e distruggono gli ecosistemi
bentonici. Ritiene, infine, che lo sviluppo dell’economia blu si debba basare su attività
economiche sostenibili che devono rispondere al principio di precauzione, secondo l’art. 190
del trattato di Lisbona. Paul Rubig (PPE) ha ricordato che è stato richiesto uno studio delle
acque profonde all’UE per vedere scientificamente quali opzioni ci sono a livello legislativo per
sfruttare queste risorse, dunque ritiene che sia opportuno che tutti leggano questo studio. Il
rappresentante della DG Mare ha affermato che ancora non hanno raggiunto pareri
consolidati: per quanto riguarda l’idea dell’agenzia che si occupi di tutti i problemi
dell’economia blu, ritengono che sia interessante ma ancora non hanno preso una decisione. Il
relatore ha ripreso la parola affermando che continueranno a lavorare sulle proposte di
compromesso. Ha sottolineato che c’è un punto sul quale c’è un ampio consenso: la
constatazione del fatto che l’impostazione dell’UE sull’economia blu finora è stata troppo
restrittiva. Dunque ritiene importante che l’UE ampli la propria prospettiva, per abbracciare
tutti i settori che compongono l’economia blu.
“La tabella di marcia per il completamento del mercato unico digitale, scambio di
opinioni con Gunter Oettinger, commissario per l’economia e la società digitali”
Il Presidente ha dato il benvenuto al Commissario Oettinger. Gunther Oettinger (PPE,
Commissione per l’economia e la società digitali) ha affermato che c’è un pacchetto della
Commissione che è stato annunciato nei prossimi anni, per cui la strada della digitalizzazione
dell’EU passa dal Parlamento e dal Consiglio e c’è bisogno di collaborazione. Nessun altro
settore è così rapido nel cambiamento come il settore digitale, quindi ha evidenziato che c’è
bisogno di operare con velocità. Ha sottolineato più volte che i lavori stanno avvenendo con
troppa lentezza e che di questo passo l’Europa resterà indietro mentre avviene l’evoluzione
digitale. Ha enfatizzato la necessità di tornare competitivi, legiferare più rapidamente ma
bene. Ha parlato dei punti chiave dell’europeizzazione della politica digitale: un mercato
interno unico digitale, perché l’Europa è sempre stata il mercato unico per i produttori,
prestatori di servizi e cittadini; l’abolizione del roaming e di ogni discriminazione per quanto
riguarda l’accesso a internet, con il passaggio ad uno standard europeo. Ha aggiunto che,
dove ricerca e scienza mostrano che c’è una scienza particolare per il trasporto dei dati, deve
essere fatto per la sicurezza dei cittadini. Inoltre ha ricordato che la Commissione ha ricevuto
dal budget europeo diversi fondi per i progetti di ricerca per le startup in Europa, dal cloud al
big data, dunque bisogna attivare queste ricerche a pari condizioni per tutti. Per quanto
riguarda il tema industria, secondo Oettinger la nostra economia è minacciata dallo sviluppo e
dall’evoluzione digitale, dunque è necessaria maggiore sovranità digitale per poter lanciare
nuovi servizi e ottimizzare i processi. Il Commissario ha concluso ricordando che l’unione
digitale, la creazione di valore e la stabilizzazione della competenza industriale sono l’obiettivo
dell’Europa. Pilar del Castillo Vera (PPE) ha affermato che l’Europa deve essere la
locomotiva del treno dello sviluppo dell’economia digitale. La leadership è più necessaria che
mai, perché i tempi delle istituzioni sono molto lenti: secondo del Castillo Vera la Commissione
deve essere leader e fare pressione sul Parlamento e sul Consiglio, focalizzandosi sulle
priorità. Dan Nica (S&D) ha sottolineato l’importanza di mettere a disposizione i fondi per
attuare le politiche discusse. Ha inoltre posto enfasi sulla necessità di insistere sulla cyber
sicurezza. Marek Jozef Grobarczyk (ECR) ha posto alcuni quesiti tecnici riguardanti la sfera
delle infrastrutture, affermando che, con il passaggio dall’analogico al digitale, è stato
sviluppato un nuovo sistema senza fili che presenta un certo blocco di sviluppo e differenze di
condizioni tra i vari Stati membri: sono state lanciate soluzioni di fibra al desk, bloccate poi
per l’elevato costo, e quindi si è tornati al concetto di soluzioni adsl, tuttavia non sufficiente.
Grobarczyk ha chiesto se ci sarà un atteggiamento diverso nel sistema multimodale, con una
adeguazione anche degli investimenti. Inoltre ha domandato al Commissario, per quanto
riguarda il roaming, come valuta la situazione che le principali compagnie telefoniche sono
nelle mani dei Governi e che se si elimina il roaming subiranno delle perdite. Paul Rubig
(PPE) ritiene inaccettabile che al giorno d’oggi si parli di roaming dei dati nei Paesi nazionali,
non garantendo la protezione dei consumatori. Barbara Kappel (NI) ha espresso
preoccupazione per il fatto che nella strategia della Commissione non si parli abbastanza
dell’industria 4.0. Edouard Martin (S&D) condivide le prospettive degli esperti che ritengono
necessario mettere a disposizione le risorse ora. Ha aggiunto che è fondamentale convincere
gli investitori privati ad investire in aree rurali poco popolate, però gli Stati non hanno molti
mezzi per intervenire. Ha concluso chiedendo quali sono le risorse che possono essere messe
a disposizione dall’UE e come si prevede di passare da 28 Stati nazionali ad un unico mercato
europeo. Massimiliano Salini (PPE) è convinto della necessità di far passare il digitale nella
grande industria. Il nemico però è l’eccessiva regolamentazione. Salini ritiene che lo Stato
debba fare un passo indietro e che sia necessario migliorare il rapporto tra investitore e
politica. Ha ricordato che, infatti, l’investitore accetta il rischio ma non accetta il blocco
regolamentare e la burocrazia. Infine ha ripreso la parola il Commissario Oettinger, lanciando
l’appello ai relatori di agire rapidamente poiché in due tre anni il mondo digitale cambia,
motivo percui la direttiva deve essere affrontata rapidamente.
Link: http://www.europarl.europa.eu/ep-live/it/committees/search?committee=ITRE
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