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DINAMICHE MIGLIORI PER LA TESSITURA NAZIONALE NEL 2016 RISPETTO ALL’ANNO
PRECEDENTE…..MA NON PER TUTTI I SETTORI
BUONI RISULTATI PER LANA E LINO, FRENA IL CALO DEL COTONE,
LA SETA, DOPO ANNI DI FORTE POSITIVITA’, INVERTE IL TREND
GERMANIA SEMPRE PRIMO MERCATO
Per la tessitura italiana, nel suo complesso, il 2016 si apre con dinamiche migliori rispetto al corrispondente
periodo del 2015.
L’export recupera un +0,5%, mentre l’import si ferma al +0,1%.
Secondo quanto diffuso da ISTAT relativamente alla produzione industriale (corretta per gli effetti di
calendario), la tessitura italiana, tuttavia, nel periodo gennaio-marzo 2016, mostra un decremento tendenziale
del -2,3%, mentre da aprile a giugno contiene il calo al -1,0%. Pur restando in area negativa, l’attività produttiva
denota, dunque, un rallentamento del tasso di caduta rispetto a quanto registrato nei corrispondenti periodi del
2015.
Nel periodo gennaio-maggio 2016, il saldo commerciale positivo della tessitura italiana nel suo complesso
sfiora gli 830 milioni di euro, in aumento, seppur di poco, rispetto al dato del corrispondente periodo del 2015.
Il surplus della tessitura, giova sottolinearlo, proiettato su base annua, concorre per circa il 26% del saldo
commerciale positivo della filiera Tessile-Moda italiana, pur pesando solo per il 15% sull’intero fatturato.
L’andamento dell’export della tessitura, tuttavia, cela performance molto differenti dei singoli comparti
merceologici.
Da un lato, infatti, il tessuto laniero segna un incremento delle esportazioni del +3,3% nel caso del pettinato e
del +5,4% nel caso del cardato. Anche le vendite di tessuti in lino continuano nel loro trend positivo, con
un’accelerazione che raggiunge il +20%. L’export di tessuto in cotone, dopo le perdite non marginali accusate
negli ultimi anni, frena, al -0,9%. Oltreconfine il tessuto a maglia palesa un calo del -3,2%, mentre i tessuti in
pura seta cedono il -4,0% (al contrario del solo tessuto serico di fibre chimiche che vede un’evoluzione
dell’export pari al +5,9%).
Se si osservano i primi dieci mercati di sbocco, alla flessione (-2,2%) della Germania, pur sempre primo
mercato con un’incidenza del 10,3% sul totale, seguono dinamiche positive con riferimento a Romania (+7,1%),
Francia (+1,1%) e Cina (+0,8%). Tunisia, Turchia e Portogallo si mostrano interessati da crescite,
rispettivamente pari a +2,2%, +1,4% e +4,3%. Infine, gli USA, dopo la crescita particolarmente sostenuta
sperimentata nel 2015, arretrano del -11,2%, mentre Hong Kong e la Spagna perdono terreno, a fronte di cali
rispettivamente del -6,9% e del -3,6%.
Il dato medio della tessitura, tuttavia, cela performance molto differenti che hanno interessato le singole
merceologie.
Più in dettaglio, infatti, incrociando il dato per Paese con quello del comparto tessile, la flessione della
Germania è da ricondurre al tessuto in lana e in seta, mentre l’export di tessuto di cotone verso il mercato
tedesco risulta in sensibile aumento (+9,5%), similmente a quello di lino. Verso la Romania crescono le vendite
di tutte le tipologie di tessuto in esame, ad eccezione del cotone; la Francia presenta una crescita dell’export
delle produzioni laniere cardate e liniere, oltre che una tenuta delle cotoniere, mentre le restanti sono
interessate da cali ma di modesta entità. Passando alla Cina, si registra un sensibile calo nel caso del tessuto a
maglia e del tessuto di cotone, mentre crescono le esportazioni di tessuti lanieri (+8,6%) e, pur su livelli
contenuti, linieri (+23,9%). Relativamente agli USA, che nei primi cinque mesi del 2015 erano cresciuti del
+15,2%, si rileva un decremento generalizzato alle singole merceologie, con l’eccezione del tessuto a maglia e
del tessuto in pura seta.
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