51 • DRIADE produce mobili per la casa e complementi per l

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51 • DRIADE produce mobili per la casa e complementi per l
COMUNE DI CAORSO – PIANO STRUTTURALE COMUNALE – QUADRO CONOSCITIVOVO
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DRIADE produce mobili per la casa e complementi per l’arredamento, attualmente la ditta
occupa un’area di 45.000 mq, attualmente l’attività lavorativa di costruzione mobile è in
fase di diminuzione, all’interno della ditta vengono svolte prevalentemente lavorazioni di
assemblaggio e stoccaggio di prodotto finiti.
•
UNICAL, produce caldaie per il riscaldamento d’uso domestico, l’azienda è insediata su
un area di 11.000 mq. L’azienda ha vissuto alcuni momenti di crisi, attualmente sta
superando senza produrre gravi impatti negativi sull’occupazione.
•
TRS svolge le sue attività nell’ambito del risanamento ambientale e nello smaltimento di
rifiuti speciali, svolge le sue attività all’interno di un’area di 40.000 mq.
•
FURIA svolge attività analoghe alla ditta TRS, occupando una superficie di 100.000 mq.
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Confrontando i dati del Censimento 2001 e ASIA 2004, si evidenzia quanto segue:
•
Settore Industria: diminuzione del numero di addetti, da 891 nel 2001 a 824 nel 2004 di
fronte ad un incremento di una unità delle attività locali;
•
Settore Costruzioni: aumento delle unità locali nonché del numero degli addetti;
•
Settore Commercio: aumento del numero di addetti di fronte ad una lieve diminuzioni
delle attività locali;
•
Settore Servizi: forte aumento del numero di addetti e delle unità locali.
Tali dati evidenziano un generale incremento dell'occupazione nei settori costruzione, commercio
e servizi, ed una sostanziale tenuta del settore industriale. Complessivamente il sistema
produttivo evidenzia potenzialità di crescita senza segnalare fenomeni di particolare crisi. In base
a tali dati è credibile ipotizzare un consolidamento delle strutture produttive esistenti con
possibilità di incrementi del settore dei servizi.
Tale considerazione viene confermata confrontando i dati complessivi del Censimento 2011 che
vede un’ulteriore lieve crescita generale.
Si riporta inoltre la tabella relativa all’articolazione del tipo di impresa.
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A.3.5 Il settore commerciale
La struttura commerciale presente nel comune di Caorso, risulta costituita prevalentemente da
esercizi di dimensioni medio - piccole.
I punti vendita al dettaglio in sede fissa sono complessivamente pari a 72 unità, distribuite su
circa 5.715 mq di superficie di vendita.
Dei 72 esercizi, 16 sono di tipo alimentare, con una superficie di vendita pari a mq 1.366 mq e 56
di tipo non alimentare con una superficie di vendita pari complessivamente a 4.349 mq.
Nel suo complesso la rete distributiva risulta particolarmente frazionata, gli esercizi alimentari
rappresentano il 22% della rete commerciale, mentre la restante quota del 78% è rappresentata
da esercizi non alimentari.
La rete distributiva comunale è caratterizzata dalla presenza di esercizi di vicinato, con una quota
pari al 92% del totale degli esercizi, con superfici di vendita non superiori a 150 mq; il restante 8%
è costituito da esercizi commerciali di medie dimensioni.
Consistenza degli esercizi per settore merceologico
SETTORE
Nr.
Mq. TOT.
Alimentare
16
1366
Non alimentare
56
4349
Totale
72
5715
Fonte: Elaborazione di dati dell’Ufficio Commercio del Comune di Caorso
Consistenza degli esercizi per classe di superficie
Dimensioni esercizio
Nr.
Mq. totali
Esercizi di vicinato
66
2693
Medio-piccole strutture
6
3022
Medio-grandi strutture
---
---
Grandi strutture
---
---
Totale
72
5715
Fonte: Elaborazione di dati dell’Ufficio Commercio del Comune di Caorso
Il settore non alimentare assorbe il 70% della superficie di vendita complessiva, mentre il restante
30% della superficie di vendita appartiene al settore alimentare.
La rete commerciale presente nel comune di Caorso è prevalentemente concentrata nel
capoluogo, pur avendo caratteristiche di tipo frazionato, garantisce un discreto livello di servizio
alla popolazione.
Tuttavia, è da ritenere che buona parte della domanda della popolazione di Caorso venga
soddisfatta dai centri commerciali presenti nel capoluogo provinciale o nei comuni limitrofi.
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Occorre, comunque, rilevare che il comune di Caorso, pur non presentando una rilevante
dimensione demografica, può rappresentare un’area di sviluppo e diventare un polo commerciale
di riferimento per altre realtà comunali, per la sua collocazione, la presenza di un sistema di reti di
collegamento di primaria importanza (ex SS 10 Padana Inferiore ed autostrada A21), come del
resto evidenziato nell’ambito del PTCP.
Elenco delle medie strutture di vendita a Caorso
Denominazione
Settore Merceologico
Superficie di vendita totale
COOP ERIDANIA
Alimentare
399
DE.CO
Alimentare
514
TOTALE SETTORE ALIMENTARE
913
CENTRO DESIGN PIACENZA
Non Alimentare
196
TASCHIERI MARIO
Non Alimentare
698
DA DRIADE
Non Alimentare
555
ARTE MODA
Non Alimentare
660
TOTALE SETTORE NON ALIMENTARE
2.109
TOTALE SUPERFICIE DI VENDITA
3.022
Fonte: Elaborazione di dati dell’Ufficio Commercio del Comune di Caorso
I pubblici esercizi presenti ammontano a 20 unità, dei quali n. 14 nel Capoluogo, 3 nella frazione
di Roncarolo. 1 a Zerbio, 1 a Fossadello e 1 a Muradolo.
Di questi, 13 risultano adibiti anche a trattoria / ristorante.
Sono altresì presenti n. 3 circoli ricreativi (Circoli ANSPI) e n. 1 pubblico esercizio con annessa
attività di intrattenimento e svago.
Nel settore dei servizi alla persona, sono presenti n. 8 esercizi di barbiere / parrucchieri, n. 4
esercizi di estetica.
Infine, si rileva la presenza di n. 4 rivendite di giornali, di cui 1 nella frazione di Fossadello, n. 5
tabaccherie e n. 2 distributori di carburante.
A.3.6 Il settore dei servizi
In base alla classificazione definita dal PTCP 2007 il Comune di Caorso rientra nella definizione
di "centro integrativo", cioè quel centro urbano che ha la capacità di articolare l'offerta delle più
importanti funzioni urbane con dimensione sovralocale, grazie ad una dotazione di servizi e
attrezzature sia per i cittadini sia per le imprese. La dotazione di attrezzature e servizi dei centri
integrativi
si
articola
in
diverse
categorie:
istruzione
e
formazione,
sanità,
servizi-
socioassistenziali, servizi civili e religiosi, giustizia e sicurezza, commercio, cultura e tempo libero
e sport. I centri integrativi inoltre vengono definiti tali in quanto sono in grado di fornire
informazioni circa le previsioni di sviluppo sia di tipo sociale che economico. I criteri di valutazione
per le "tendenze future" sono riferiti all'andamento demografico, alla capacità produttiva, all'offerta
commerciale e turistica e alla ricchezza già presente sul territorio.
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Il comune di Caorso, che rientra a pieno titolo nella definizione di "centro integrativo", presenta
tuttavia alcune caratteristiche tipiche dei "centri di base" cioè quei centri che forniscono servizi
urbani puntuali garantendo la soglia minima di funzionalità e indipendenza del centro stesso.
La struttura dei servizi che il comune garantisce può essere quindi schematizzata nel seguente
modo:
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Centro Integrativo
Centro di Base
Ambulatorio, ospedale
Nido, fino a medie
Arti figurative, sale ballo
Chiesa, ufficio PT, Sportello Banca
Strutture commerciali medie
Carabinieri
Artigianale e industriale
Calcio, Centro Sportivo
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Fonte: Tavola C1.b "Sistema insediativo territoriale. Gerarchia dei centri urbani" - Quadro
Conoscitivo - allegato C - PTCP 2007
A.3.7 La struttura dell’occupazione
Dal confronto dei dati ISTAT sull’occupazione relativi agli anni 1981 - 2001, emerge una crescita
complessiva dell’occupazione. Crescita che si concentra prevalentemente nel settore industriale
ed in quello dei servizi, mentre il settore agricolo è caratterizzato da un calo progressivo
dell'occupazione.
Nel comune di Caorso, gli incrementi occupazionali sono in buona parte avvenuti nei settori
tradizionali, quali artigianato e piccola industria del comparto manifatturiero, in quanto presentano
una realtà dinamica e in costante incremento.
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Occupati comune di Caorso
Anni
1981
1991
2001
N. occupati
1.767
1.762
1.945
Fonte: Elaborazione di dati ISTAT – Censimento 2001
Occupati per attività economica
Comune
Agricoltura
Industria
Altre Attività
Totale
Caorso
130
831
984
1.945
Fonte: Elaborazione di dati ISTAT – Censimento 2001
Occupati per posizione nella professione ed attività economica - agricoltura
Posizione nella Professione
Comune
Imprenditore e
Libero
Professionista
Caorso
9
Lavoratore in
Socio di
Coadiuvante
proprio
Cooperativa
Familiare
63
3
10
Dipendente o
latra posizione
Totale
subordinata
45
130
Fonte: Elaborazione di dati ISTAT – Censimento 2001
Occupati per posizione nella professione ed attività economica -industria
Posizione nella Professione
Comune
Imprenditore e
Libero
Professionista
Caorso
29
Lavoratore in
Socio di
Coadiuvante
proprio
Cooperativa
Familiare
90
/
7
Dipendente o
latra posizione
Totale
subordinata
705
831
Fonte: Elaborazione di dati ISTAT – Censimento 2001
Occupati per posizione nella professione ed attività economica –altre attività
Posizione nella Professione
Comune
Imprenditore e
Libero
Professionista
Caorso
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Lavoratore in
Socio di
Coadiuvante
proprio
Cooperativa
Familiare
184
4
37
Dipendente o
altra posizione
Totale
subordinata
705
984
Fonte: Elaborazione di dati ISTAT – Censimento 2001
A.3.8 Il settore del turismo
Il settore turistico rappresenta una delle maggiori attività economiche a livello mondiale, ed è il
settore industriale che sta crescendo più velocemente in termini di creazione di nuovi posti di
lavoro. Tale settore ricopre inoltre un ruolo importante nel compresso sistema economico italiano
in quando coinvolge molte delle attività presenti sul territorio quali quelle inerenti all'ambiente,
all'agricoltura, al commercio, ai servizi, alla mobilità ecc... In questo contesto, l’Italia si posiziona
al terzo posto tra le destinazioni turistiche internazionali del 2005 nell’area del Mediterraneo solo
dopo Francia e Spagna.
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Di fronte a questa situazione è risultato di fondamentale importanza la scelta, pianificata anche a
livello provinciale, di insediare il porto fluviale nel territorio comunale di Corso: una scelta
importante per la valorizzazione del territorio dal punto di vista infrastrutturale, turistico e
commerciale. Lo strumento urbanistico provinciale indica il progetto del porto fluviale come un
nuovo Polo funzionale (PF) ai sensi dell’art. 91 delle norme del PTCP, identificandolo come
un'infrastruttura per il trasporto ed il commercio completa di attrezzature ricreative e turistiche.
Il progetto, inserito all'interno di un'ampia zona golenale posta tra l'argine del torrente Chiavenna
e l'argine maestro del fiume Po, prevede la realizzazione di una struttura portuale destinata alla
fruizione turistica diportistica per la potenzialità massima di circa 800 natanti con limitazione
superiore alla Classe III (lunghezza 10 m), con un bacino d'utenza di ampio raggio che investe le
provincie di Milano, Bergamo e Brescia, oltre a Piacenza e Cremona.
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Analisi swot
Punti di Forza
Punti di Debolezza
ASPETTI DEMOGRAFICI
•
Andamento demografico definito di “quasi
•
stazionarietà” sostituito da un’inversione di tendenza
con variazioni percentuali di crescita
•
•
Natalità determinata dalla presenza della
•
Il saldo migratorio registra un costante andamento
•
Il capoluogo è soggetto al maggiore incremento di
Incremento dell’indice di anzianità e contemporanea
riduzione della natività
Andamento negativo del valore del saldo naturale
popolazione straniera
positivo
popolazione e del numero delle famiglie
CONDIZIONI ABITATIVE
•
Necessità di uovi servizi a fronte di una tipologia di
•
Nuova richiesta di offerta abitativa dal punto di vista
popolazione differente
tipologico legato alle caratteristiche mutate della
popolazione
ASPETTI ECONOMICI ED OCCUPAZIONALI
•
•
Il settore agricolo risulta significativo
Significativo decremento del numero degli occupati
•
Il tessuto commerciale non presenta particolari
nel settore agricolo
Buone capacità imprenditoriale nel settore produttivo
e artigianale
•
•
Crescita complessiva dell’occupazione
caratteristiche, sia dimensionali che di
prevalentemente nel settore industriale e terziario
specializzazione e risulta prevalentemente
concentrato nel capoluogo, con la presenza di piccole
e medie realtà commerciali
•
Scarsa presenza di servizi significativi – le strutture
esistenti garantiscono solo un livello di servizio locale
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B.IL SISTEMA NATURALE E AMBIENTALE
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B.1 Premessa
Note metodologiche per l'analisi ambientale
Nell'analisi ambientale si fa riferimento al modello DPSIR (Determinanti, Pressione, Stato, Impatti,
Risposta), suggerito dall'AEA (Agenzia Europea per l'Ambiente) come estensione del modello
PSR, precedentemente proposto dall'OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo
Economico).
Lo schema metodologico di analisi, gli indici e gli indicatori utilizzati sono quelli suggeriti per
VIANAS e indicati dalla disciplina Ecologia del Paesaggio; l'approccio di analisi e valutazione
ambientale è olisticoc - sistemico, secondo una lettura del territorio come sistema di ecosistemi.
AI fine di comprendere lo stato di fatto, vale a dire la condizione del sistema ambiente sul
territorio comunale sono state individuate, inizialmente, le principali fonti di pressione esercitate
sul territorio dalle attività antropiche (Determinanti).
Vengono individuati gli effetti (Impatti) generati sul territorio dalle Pressioni, sia a livello di assetto
ecosistemico (ecomosaico territoriale) che di sistema dell'ambiente naturale (rete di ecosistemi)
determinandone l'attuale Stato.
Sulla base di questo quadro conoscitivo di massima, saranno definiti gli obiettivi di sostenibilità
cui il Piano stesso dovrà tendere.
In questa prima fase che vede alcune preliminari considerazioni valutative, sono individuate
solamente le categorie di Risposta da adottare per contenere Pressioni ed Impatti individuati, che
già premono sul territorio; al fine di contrastare tendenze evolutive risultate negative per il
territorio, vengono evidenziate le opportunità di miglioramento ambientale; la definizione delle
Risposte verte e proprie (in termini normativi e di individuazione di mezzi e risorse per attuarle),
avverrà in una fase più avanzata.
Rilevate le criticità delle quali oggi soffre il territorio, si è cercato di individuare (seppur in via
preliminare) le opportunità per il territorio in termini di sostenibilità ambientale; quando si parla di
territorio come sistema di ecosistemi è difficile e, soprattutto poco significativo, utilizzare i limiti
amministrativi per definire l'area di studio. Le opportunità sono intese in termini di recupero di
sensibilità naturalistiche già esistenti, di costruzione di nuove unità/ecosistemi progettati in modo
che alle funzioni per le quali sono progettati associno una valenza ecologica (cioè siano in grado
di svolgere una funzione ecologica); in termini di revisione delle reti viarie e di servizi, in modo da
contrastare, se non proprio equilibrare, le pressioni antropiche.
In questa ottica sono state lette le prime ipotesi degli interventi più rilevanti (in termini di superfici
coinvolte e/o di tipologia di destinazione ipotizzata) previsti per il Piano.
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Sulla base della definizione seppur di massima di scenari potenziali, saranno ipotizzati gli effetti
del Piano ed individuate le altemative localizzative e le idonee mitigazioni.
B.2 Gli aspetti faunistici
Negl’anni 70 la Provincia di Piacenza ha riconosciuto il valore ambientala dell’Area di Isola de
Pinedo comprendente oltre all’isola omonima un ampio tratto della sponda del fiume Po nel
Comune di Caorso per un totale di circa 400 ha.
Attualmente nell’oasi è vietata ogni attività di caccia e di disturbo della fauna nonché il divieto di
pesca sull’isola stessa e nelle lanche dell’Enel.
Nell'area nidificano alcuni animali tipici dei boschi golenali come il gufo comune (Asio otus) e il
lodolaio (Falco subbuteo). Essendo estremamente ridotti gli ambiti boscati, molti animali utilizzano
i pioppeti coltivati quali surrogati. Altri caratteristici uccelli che frequentano queste coltivazioni
sono il picchio rosso maggiore (Picoides major) e il rigogolo (Oriolus oriolus). La fascia arbustiva
è abitata da diverse specie di Passeriformi, quali usignoli (Luscinia megarhynchos), capinere
(Sylvia atricapilla), usignoli di fiume (Cettia cetti), scriccioli (Troglodytes troglodytes) e cannaiole
verdognole (Acrocephalus palustris). II bosco ripariate ospita i numerosi nidi delle colonie di aironi
(garzaie) soprattutto nitticore (Nycticorax nycticorax) e garzette (Egretta garzetta). Tipica è anche
la presenza del pendolino (Remiz pendolinus). Nelle aree boscate golenali si possono incontrare
arvicole rossastre (Clethrionomys glareolus) e moscardini (Muscardinus avellanarius). Tra le
canne nidificano alcuni Acrocefalini, come il cannareccione (Acrocephalus arundinaceus) e la
cannaiola (Acrocephalus scirpaceus), oltre al tarabusino (Ixobrychus minutus), all'airone rosso
(Ardea purpurea), al porciglione (Rallus acquaticus) e al falco di palude (Circus aeruginosus). Tra
i mammiferi più interessanti che frequentano il canneto vi è il topolino delle risaie (Micromys
minutus). Nelle lanche, troviamo numerosi anfibi tra cui la rara rana di Lataste (Rana latastei). Tra
gli uccelli che frequentano le ampie distese d'acqua vi sono le anatre, gli svassi, le folaghe e le
gallinelle d'acqua. L'Isola del Pinedo costituisce il tratto di Po piacentino più importante per la
fauna di passo e svernante, è infatti collocata su quella grande via migratoria che è il fiume Po.
Tra le specie più caratteristiche vi sono svassi, strolaghe, anatre di superficie (es. alzavola.
mestolone canapiglia, ecc.) e anatre tuffatrici (es. fistione turco, quattrocchi, moriglione, ecc.).
Le emergenze faunistiche individuate riguardano:
•
AGNATI: Petromyzon marinus.
•
OSTEITTI: Acipenser sturio, Acipenser naccarii Huso huso, Esox lucius, Perca fluviatilis,
Alosa fallax, Rutilus pigus, Chondrostoma genei, Barbus plebejus, Chondrostoma soetta,
Cobitis taenia, Cottus gobio, Sabanejewia larvata, Gobio gobio, Padogoibius martensii.
•
ANFIBI: Triturus camifex, Triturus vulgaris, Bufo bufo, Bufo viridis, Hyla arborea, Rana
lessonae. Rana kl esculenta, Rana dalmatina, Rana latastei.
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•
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RETTILI: Emys orbicularis, Podarcis muralis, Lacerta viridis, Elaphe longissima, Natrix
maura, Natrix natrix, Coluber viridiflavus.
•
UCCELLI: Tachybaptus ruficollis, Podiceps cristatus, lxobrychus minutus, Nycticorax
nycticorax, Egretta garzetta, Ardea purpurea, Ardea cinerea, Anas querquedula, Anas
platyrhynchos, Milvus migrans, Circus aeruginosus, Accipiter nisus, Buteo buteo, Falco
subbuteo, Rallus aquaticus, Gallinula chloropus, Fulica atra, Columba palumbus,
Streptopelia decaocto, Streptopelia turtur, Cuculus canorus, Athene noctua, Strix aluco,
Asio otus, Alcedo atthis, Jynx torquilla, Ficus viridis, Picoides major, Alauda arvensís,
Hírundo rustica, Delichon urbica, Motacilla flava, Motacilla alba, Troglodytes troglodytes,
Erithacus
rubecola,
Luscinia
magarhynchos,
Saxicola
torquata,
Phoenicurus
phoenicurus, Turdus merula, Cisticola juncidís, Cettia cetti, Locustella luscinioides,
Acrocephalus schoenobaenus, Acrocephalus palustris, Acrocephalus arundinaceus,
Acrocephalus scirpaceus, Hippolais polyglotta, Sylvia communis, Sylvia atricapilla,
Aegithalos caudatus, Parus caeruleus, Parus major, Remiz pendulinus, Oriolus oriolus,
Passer montanus, Fringilla coelebs, Carduelis chloris, Carduelis carduelis, Serinus
serinus, Emberiza schoeniclus.
•
MAMMIFERI: Erinaceus europaeus, Sorex araneus, Suncus etruscus, Neomys
anomalus, Crocidura suaveolens, Crocidura leucodon, Micromys minutus,Muscardinus
avellanarius, Sciurus vulgaris, Mustela nivalis, Meles meles, Pipistrellus kuhlii, Eptesicus
serotíno, Plecotus auritus.
In base al Piano Faunistico Venatorio il territorio del comune di Caorso ricade nell'ambito del
Comprensorio Omogeneo C.O. n. 1, relativo alla fascia pianeggiante e caratterizzato da una
vocazione biologico - faunistica del territorio di tipo medio - alta solamente per il fagiano e la
lepre, mentre per altre specie come la starna, la pernice rossa ed il cinghiale risulta essere
scarsa.
Come accennato, iI Comprensorio n. 1 è interessato da maglie territoriali a vocazione media e
alta per il fagiano; le prime interessano, rispettivamente, il 65,3 e il 68,2% della superficie, le
seconde il 22,7% ed il 13,7%; la presenza di questa specie interessa per la totalità della
superficie.
Circa metà della superficie provinciale risulta vocata alla presenza della lepre: le maglie ad
elevata vocazione interessano il 41,44% del territorio, mentre quelle a media vocazione il 11,01%
- II 14,58% della superficie provinciale, il 28.8% presenta bassa vocazione. I Comprensori della
fascia pianeggiante, i C.O. n. 1 e 2, presentano oltre il 70% del territorio ad elevata vocazione
(rispettivamente il 74,2% ed il 79,2%) e oltre I'80% di superficie tra aree altamente e mediamente
vocate.
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Dalla Carta della regolamentazione della pesca provinciale 2003 il territorio comunale di Caorso
ricade nella categorie di acque B; in base all’Ordinanza Presidenziale n. 44 del 22.03.2006
“Modifiche Zone protezione intergale, Zone a regime speciale e Zone ripopolamento e frega”,
l'Isola del Pinedo, la zona del territorio dove sfociano il Chiavenna e il torrente Nure vecchio e la
fascia del Po antistente Isola de Pinedo sono classificate come "Zona a Protezione integrale". Il
tratto del torrente Chiavenna subito a valle della confluenza, con il Riglio invece è "Zona di
protezione delle specie ittiche".
Si sono ricavate le tipologie di pesci presenti nel torrente Nure dalla pubblicazione della Provincia
di Piacenza, “Distribuzione dell'ittiofauna in provincia di Piacenza", come riportato nella tabella
seguente.
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Nei tre corsi d'acqua principali la presenza dei Ciprinidi è frequente ed abbondante, in particolare,
le specie alloctone (Rodeo Amaro, Pseudorasbora e Abramide) che sono in aumento.
Le specie come il luccio e il pesce gatto, sono in diminuzione a seguito di una gestione idraulica
dei corsi d'acqua che ha creato ambienti a loro non favorevoli.
A causa dell'inquinamento è in diminuzione la presenza di anguille, mentre nel Po si registra la
progressiva colonizzazione della zona B, zona dei ciprinidi fitofili, da parte del pesce siluro.
B.3 Gli aspetti vegetazionali
La copertura vegetale si configura come elemento caratterizzante un territorio nel quale le diverse
comunità vegetali si organizzano, dando origine a tipologie ecosistemiche che possono interagire
o competere sul territorio, fondendosi a formare un unico grande paesaggio.
Si tratta di tipologie vegetali, fortemente influenzate dalle caratteristiche idrogeomorfologiche,
geologiche e climatiche del territorio, e riassumibili in:
•
formazioni boschive,
•
formazioni lineari.
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Va sottolineata la dinamicità di questi ambienti, i cui caratteri (dimensione, composizione,
struttura) sono influenzati dalla presenza di un corpo idrico di primaria importanza (il fiume Po) e
di altri minori (il Chiavenna, il Riglio ed il Nure), oltre che dalla pressione antropica sul territorio,
più o meno accentuata. Le considerazioni che seguono, desunte dall’analisi della Tav. A2.3
“Assetto vegetazionale” del PTCP 2007, sono state il supporto per la realizzazione della Tavola
QC_B12 “SISTEMA AMBIENTALE. Assetto vegetazionale”.
Formazioni boschive
La foresta planiziale originaria della Pianura Padana, rappresentata nella sua successione
climatica dal querco-carpineto, con dominanza di farnia (Quercus robur), carpino bianco
(Carpinus betulus), olmo (Ulmus minor), tiglio (Tilia cordata), frassino (Fraxinus excelsior) e
ciliegio (Prunus avium), ha fortemente risentito degli insediamenti urbani ed è stata gradualmente
sostituita dagli estesi pioppeti industriali e dalle colture agrarie di tipo intensivo quali frumento,
orzo, mais, soia, erba medica ed ortaggi.
Ad eccezione di isolati popolamenti forestali, oggi, le formazioni boschive si sono ridotte a
costituire siepi o filari che ricordano le originarie formazioni planiziali per la presenza di alcune
specie indicative, come ad esempio le farnie o isolati individui di eccezionale valore naturalistico
(vedi ciliegio sulla sponda destra del Chiavenna verso la confluenza con il Riglio).
Come verificabile sulla Carta Forestale, attualmente la superficie complessiva occupata dalle
formazioni boschive, ricadenti tutte nel SIC, è di circa a ha. 666. I popolamenti più naturaliformi
sono per lo più presenti in prossimità dell'Isola De Pinedo, mentre gli impianti di arboricoltura o i
pioppeti industriali sono maggiormente presenti nella parte ovest dell'ansa che il fiume Po forma
in questo tratto.
I dati riportati in tabella sono stati estrapolati dal database della Carta forestale predisposta
dall’Amministrazione Provinciale.
Gli arbusteti, a dominanza di Amorpha fruticosa (Af- Indaco bastarda), occupano una superficie di
circa ha. 50, talvolta, misti a Salix alba (Sa-salice bianco) e, in minor misura, a Populus nigra
(Pni-pioppo nero).
Le formazioni boschive, difficilmente riconducibili all'una o all'altra forma di governo (ceduo o
fustaia), occupano una superficie complessiva di circa ha. 296. Comprendono formazioni
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boschive a dominanza di Populus alba (Pal-pioppo bianco), misto a Populus nigra (Pni-pioppo
nero), Quercus robur (Qr-farnia) e l'invadente Robinia pseudoacacia (Rp-robinia), poco
rappresentate rispetto a popolamenti dove il pioppo nero forma popolamenti misti con: pioppo
bianco, salice, robinia, meno con farnia.
Fra questi soprassuoli si annoverano querceti di farnie, poco rappresentati in termini di superficie
occupata, e ospitanti pioppo nero, maggiormente frequente rispetto al bianco e alla robinia, che
pure tende ad affermarsi a scapito delle altre specie, essendo dotata di capacità adattative
superiori rispetto alle altre specie. Circa il 50% di questi soprassuoli sono rappresentati da
formazioni a salice bianco, per lo più miste a pioppo nero.
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Le fustaie sono costituite da pioppeti governati a fustaia, a Populus alba (pioppo bianco) o da
saliceti rappresentati da popolamenti puri o misti a Populus nigra, anche se entrambi
scarsamente rappresentativi del territorio, occupando infatti solo 8 ha., rispetto ai 666 ha di
popolamenti boschivi indicati nella Carta forestale.
A conferma della drastica scomparsa di molti ambienti vegetali caratterizzanti la pianura, si
osserva che la superficie occupata dagli impianti di pioppo (Populus deltoides e P x
euroamericana) occupa circa il 40% dell'intera superficie boscata del territorio.
La pioppicoltura è una delle cause principali della scomparsa di ambienti naturali, già fortemente
provata dall'invadenza di specie esotiche come la robinia e l'amorfa.
Relativamente ad altri impianti di arboricoltura da legno, si tratta di impianti deputati alla
produzione di legno di ottima qualità e, pertanto, le specie utilizzate tra quelle adatte all'ambiente,
sono lo Juglans regia (jr- Noce comune) e la Quercus robur (Qrfarnia) associata a Prunus avium
(Pav- ciliegio).
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Formazioni lineari
Come confermato dai dati riportati nei paragrafi precedenti; le formazioni lineari presenti
attualmente sul territorio ricordano le originarie formazioni planiziali, per la presenza di alcune
specie indicative.
Presenti un po' ovunque, assolvono a funzioni di connessione tra formazioni ed ambienti naturali
o seminaturali, di estensione dei popolamenti boschivi o semplicemente possono rappresentare
strutture vegetali isolate sul territorio, relitti di popolamenti del passato o semplicemente
impiantate per delimitare i confine di proprietà dei campi.
L'importanza ecologica di questi elementi lineari risiede nella funzione che svolgono di corridoi
minori di collegamento tra aree che presentano valenza ecologico - naturalistica, che sul territorio
comunale coincidono di fatto (purtroppo) con i corridoi primari, i torrenti e ristrette aree boscate
lungo gli stessi.
Le formazioni lineari aventi funzione di connessione interessano l'area più a est dell'ansa che il
fiume Po forma in questo tratto e, in particolare, l'area a ridosso di Isola del Pinedo. Di fatto a
mezzo di queste formazioni si ha un continuum vegetale di connessione tra i torrenti Chiavenna e
Nure, nel suo tratto a sud.
Quelle di estensione sono per lo più dislocate lungo il Chiavenna e lungo la via Emilia. Di fatto si
tratta di formazioni che ripropongono sul territorio le tipologie boschive presenti sul territorio.
Dal confronto tra la versione semplificata della Carta forestale predisposta dalla Provincia (anno
2006) e i dati contenuti nel PTCP vigente, si osserva una sensibile riduzione dei filari a gelsi.
Si tratta per lo più di formazioni lineari caratterizzate da essenze forestali (87%), come i salici
(Salix spp.), il carpino bianco, l'acero campestre (Acer campestre), il pioppo nero (Populus nigra),
il noce (Juglans regia), il ciliegio, qualche farnia (come formazione più alta).
In minore percentuale si hanno filari di arbusteti (10%) e di gelsi (3%). Tra le altre specie
prevalenti nelle siepi, oltre a quella di gelso, vi sono biancospino (Crataegus monogyna),
sambuco nero (Sambucus nigra), olmo (Ulmus minor), sanguinella (Comus sanguinea), rosa
canina (Rosa canina), rovo (Rubus sp.), morone (Morus alba), caprifoglio peloso (Lonicera
xylosteum) e pallon di neve (Viburnum opulus).
Le specie esotiche quali la robinia (Robinía pseudoacacia), l'ailanto (Ailanthus altissima) e
l'indaco bastardo (Amorpha fruticosa), grazie alla loro adattabilità e rapidità rigenerativa, sono
riuscite a colonizzare diversi ambienti (corsi d'acqua, margini stradali, infrastrutture viarie),
entrando in competizione, prima, e sostituendosi quasi del tutto, dopo, con le specie autoctone.
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B.3.1 Le Aree Umide
Le aree umide lungo la fascia di meandreggiamento sono rappresentate da lanche, morte, stagni,
acquitrini, depressioni di varia natura, invasi irrigui, canali di bonifica, rami abbandonati dai corsi
d'acqua.
Dagli anni '70 agli anni '90, i biotopi umidi lungo il Po, nel tratto piacentino, sono scomparsi nella
misura pari al 57% (Mezzadri & Montanari, 1994); ciò indica che l'impoverimento ambientale
golenale del fiume Po è molto rapido. Tra i principali motivi della scomparsa delle aree umide vi
sono: l'espansione dei coltivi, il riempimento degli invasi con rifiuti e inerti, l'espansione delle aree
edificate e delle infrastrutture, l'abbassamento della falda superficiale, gli interventi di regimazione
idraulica.
Dei 99 biotopi di interesse naturalistico - ambientale individuati lungo la fascia di
meandreggiamento, le aree umide più interessanti dal punto di vista floristico (presenza di idrofite
rare, elementi vegetazionali planiziali) oltre che faunistico (sosta dei migratori, ricca comunità
ornitica nidificante, ricca Microteriofauna, presenza di Anfibi) ne restano circa 35. La maggior
concentrazione di questi ambienti si ha nella golena del comune di Caorso; numerose aree di
pregio si rinvengono anche in comune di Calendasco, seguono gli ambiti golenali dei comuni di
Piacenza e di Monticelli d'Ongina.
Le aree umide residue, non essendo in alcun modo tutelate, sono sottoposte a diverse forme di
degrado, soprattutto quelle immerse nella matrice agricola. Esse si riducono in estensione anno
dopo anno (sia per cause naturali, sia per cause antropiche dirette e indirette) e rischiano di
scomparire definitivamente nel breve termine.
Considerando che gli interventi di regimazione attuati lungo il Po uniti all'abbassamento del letto
fluviale non consentiranno facilmente alle dinamiche naturali del corso d'acqua di rigenerare
biotopi in sostituzione di quelli in via di scomparsa, si rende necessario salvaguardare quelli
ancora esistenti e individuare per essi opportuni criteri e indirizzi di gestione.
Forme di tutela immediata andrebbero previste in particolare per quei biotopi caratterizzati da:
•
associazioni idrofitiche ed elofitiche complesse e nelle quali compaiono entità botaniche
rarissime e protette (quali Salvinia natans, Trapa natans, Nymphaea alba, Leucojum
aestivum, Utricularia vulgaris );
•
presenza di popolazioni di Anfibi in via di scomparsa nella Pianura Padana (tritone
crestato, tritone punteggiato, rana di Lataste, rana dalmatina, raganella, rospo comune,
rospo smeraldino);
•
nidificazione di specie di Uccelli legati agli specchi d'acqua e al canneto,
•
presenza di Micromammiferi in via di rarefazione (tra i quali topolino delle risaie e
moscardino);
•
sosta e alimentazione delle specie migratorie.
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Questi ambienti svolgono un ruolo biologico importantissimo per il mantenimento degli equilibri
ambientali in un contesto territoriale dominato dalle coltivazioni intensive poiché, anche in uno
spazio limitato, consentono il permanere di elevati livelli di biodiversità.
La loro scomparsa comporterebbe una consistente perdita del patrimonio biologico del territorio
padano provinciale e non solo. Molti di questi biotopi umidi ospitano, infatti, specie di flora e di
fauna di rarità regionale, nazionale e, in alcuni casi, europea.
Segue una tabella riassuntiva, redatta sulla base delle indicazioni riportate nel "Censimento e
prima caratterizzazione biologica degli ambienti idrofili lungo il tratto piacentino del fiume Po" Giugno 1994, a cura dell'Amministrazione Provinciale di Piacenza e dell' "Indagine preliminare
per l'individuazione di una rete di unità ecosistemiche naturali sul territorio provinciale", marzo
1999, a cura di Roberta Camoni, Amministrazione Provinciale di Piacenza, verificate e
confrontate con ortofoto.
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