Scomparsa di WANG TSE MING - Tui

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Scomparsa di WANG TSE MING - Tui
SCOMPARSA DI WANG TSE MING
Articolo di Chan Sanyi
Il Maestro Wang Tse Ming (Wang Zeming o Tai Ming Wong), nato a Canton (Guangzhou) il 04.04.1909,
discepolo diretto del maestro Wang Xiangzhai (Wang Xiang Chai o Wang Yu Seng ; Wei Jian Cun 24.11.1885 / Tianjin - 12.07.1963) è scomparso il 15.10.2002 a Kaohsiung (Taiwan) a 93 anni.
Wang Tse Ming proviene da una importante famiglia originaria dalla Contea di Yue (Zhejiang), vicino alla
città di Hangzhou. Questa famiglia conta alcuni personaggi famosi, tra cui il celebre pittore e calligrafo
Wang Xi Zhi (Wang Hsi Chih ; 321 – 379), Wang Tai Xing “l’Immortale dal Pino Rosso”, il filosofo e uomo
d’azione Wang Yang Ming (Wang Shu Ren o Wang Shu Jen o O’Yomei in giapponese ; 1472 – 1529).
Fu la stessa famiglia a raccogliere e adottare il celebre Yue Fei (Yao Fei o Yuen Fei ; 1103 – 1142) il cui vero
nome era Yue Yu Mu Wang (Yue raccolto e adottato da Wang), un patriota la cui tomba memoriale è
sempre molto visitata a Hangzhou.
Prima dell’avvento della Repubblica cinese il “clan” Wang di Yue era un marchesato e beneficiava delle
entrate di cento famiglie.
All’epoca, una famiglia poteva considerarsi come tale se possedeva almeno cento buoi. Si diceva che i buoi
del clan Wang di Yue erano numerosi quanto le stelle nel cielo dei Quattro Palazzi, poiché la cifra
“diecimila” rappresenta il carattere Wan che disegna la corsa dell’Orsa Maggiore all’interno dei Quattro
Palazzi Celesti, il cui perno centrale è la Stella Polare del Nord (Pei Tai Yi).
L’emblema, che corrisponde all’arme della famiglia Wang di Yue è quindi l’Orsa Maggiore detta anche
“Staio delle Sette Stelle del Nord e dell’Unità Suprema” (Pei Tou Qi Xing Tai Yi).
Sulla Collina dell’Imperatore di Giada (o Collina dell’Origine dei Wang), vicino a Hangzhou, si trova un
tempio taoista nelle vicinanze del quale ci sono sette grandi urne di bronzo piene d’acqua che sono
disposte come le sette stelle dell’Orsa Maggiore.
Secondo la leggenda, queste urne hanno sempre protetto la città di Hangzhou contro gli incendi.
Per lo stesso motivo, il clan Wang di Yue era chiamato “Protettore di Hangzhou”.
Chi si reca su questa collina e segue con lo sguardo la direzione indicata dall’Orsa Maggiore scopre in basso
il Campo degli Otto Trigrammi (Ba Gua Tian) dove, una volta, era locato un altare della dinastia Song.
Questo sito rappresenta il Taiji (Grande Colmo) circondato dagli Otto Trigrammi.
Per molti anni fu il luogo di pratica del Pugilato della Mantide Religiosa delle Sette Stelle del Nord (Pei Qi
Xing Tang Lang Quan) e del Pugilato della Mantide Religiosa del Grande Colmo (Taiji Tang Lang Quan),
un’eredità del clan Wang di Yue (Yue Wang Jia).
La prima forma del Pugilato della Mantide Religiosa delle Sette Stelle del Nord si chiama “Yi Quan Pan Bo
Tui”. Il clan Wang di Yue ha dunque utilizzato le espressioni Taijiquan, Yiquan e Bagua alcuni secoli prima
che fossero ripresi da altri sistemi.
Inoltre, il clan Wang di Yue ha conservato la trasmissione del “Bastone dell’interno di Yue Fei” che trae la
sua origine dal metodo di combattimento creato da Yue Fei e che fu all’origine profonda dello Xingyiquan.
Esso si basa sul “Yue Fei Ku Kian Jiang” (Lancia fusa ad un uncino di Yue Fei).
Nel 1939 Wang Tse Ming decise di recarsi a Shanghai per seguire l’insegnamento del famoso maestro
Wang Xiangzhai (Wang Xiang Chai o Wang Yu Seng) che insegnava anche a Pechino.
Egli era stato un discepolo diretto di una figura leggendaria delle Arti del Pugno, il celebre Guo Yun Sen
(Kuo Yunshen) conosciuto anche sotto lo pseudonimo “Fo Junsha” (Fo = Budda, Jun = Palmo; Sha =
uccidere, ammazzare) : “Il Palmo Assassino del Buddha” o “Il Divino Palmo Devastatore” (Divine Crushing
Hand, in inglese).
Wang Tse Ming seguì l’insegnamento di Wang Xiangzhai per una decina d’anni, durante i quali divenne
amico di Kennichi Sawai, il più famoso discepolo giapponese di Wang Xiangzhai.
Wang Tse Ming non fu il discepolo più conosciuto e rinomato di Wang Xiangzhai, poiché era molto preso
dalla sua attività commerciale: era responsabile di una società di import-export che lavorava molto con la
Francia. Anche se il suo maestro gli chiese varie volte d’insegnare, non ebbe il tempo di occuparsi di un
corso in Cina.
Nel 1949 Wang Tse Ming espatriò in Francia per sfuggire alle persecuzioni del governo cinese, in quanto
egli era un discendente di Wang Yang Ming (1472 – 1529), il fondatore e riformatore del
neoconfucianesimo di tendenza idealista detto Xinxue o “Purezza del Cuore”, un movimento politicofilosofico che il governo non vuole vedere tornare in auge, come si è visto durante gli avvenimenti di Piazza
Tiananmen dove gli studenti usarono una famosa formula di Wang Yang Ming: “No ai bottegai di
Confucio”!
Wang Tse Ming fu ricevuto in Francia come rifugiato politico, cosa rara per un Cinese.
Egli cambiò il proprio nome in Tai Ming Wong, un nome a consonanza più vietnamita, in modo di farsi
dimenticare più facilmente, poi prese la nazionalità francese. Questa “naturalizzazione” lo divertiva molto;
egli si paragonava allora ad un animale naturalizzato, quindi impagliato, e rimpiangeva di non aver potuto
scegliersi un nome latino al fine di essere esposto, dopo la morte, al Museum d’Histoire Naturelle (Museo
di Storia Naturale) che egli visitava spesso, essendo residente in Rue Cuvier.
Per vari motivi, pretendeva di essere una specie in via di estensione poiché era uno dei rarissimi Cinesi ad
esser stato marchese sotto l’Imperatore, cittadino sotto la Repubblica Francese, compagno sotto la
Repubblica Popolare, falso Vietnamita, Francese verace e autentico Parigino d’adozione!
Tuttavia andò in pensione nel 1979 e si ritirò a Kaohsiung nel sud dell’isola di Taiwan (Repubblica di Cina),
diventando così Taiwanese un po’ a suo malgrado e fino al suo ultimo giorno.
Desiderava tornare in Cina , ma non poté decidersi a tornare sul continente dove la maggior parte della
propria famiglia era stata ammazzata durante gli anni della Rivoluzione.
Sapeva anche che Hong Kong sarebbe stata restituita alla Cina senza che l’Occidente facesse una piega.
E le altre diaspore anglosassoni non lo ispiravano per niente.
Amava ricordare che “la pratica è qui ed ora, non altrove e in altri tempi”.
Questo “altrove e in altri tempi” rappresenta la storia della pratica.
Ormai una pagina di questa storia è stata girata con la scomparsa di Wang Tse Ming.
Ma la pratica continua grazie a lui e lo ringrazio vivamente.
Così come ringrazio ora, a nome suo tutti coloro – insegnanti e praticanti – che permettono che il suo
insegnamento sia vivo all’interno di ogni movimento della Scuola San Yi Quan e delle Scuole che
rappresentano, a vario titolo, le Arti Classiche del Tao.