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Semestrale n. 31 - Dicembre 2010 News Periodico di solidarietà mondiale che racconta e rendiconta le attività in corso in Italia e nel Sud del mondo de “Il Sole” associazione per la cooperazione internazionale e le adozioni a distanza ONLUS. “Poste Italiane S.p.A - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (con. in L. 27/02/2004 n°46) art. 1, comma 2, DCB Como. ll Sole Onlus è su Facebook… aggiungici tra gli amici! Sommario 3 EDITORIALE Aprirsi al mondo 4 5 6 NOTIZIE DAI PAESI Cambogia, Benin, India Etiopia Etiopia, Benin 7 8 9 FOCUS SUI PAESI Reportage dal Benin Storia dal Benin – Storia del mondo Benin la terra del Vudù 11 GLI IMPEGNI DE IL SOLE ONLUS Fiori che comunicano 13 16 UN ANGOLO PER APPROFONDIRE Alcuni dati dal dossier: “Caritas/Migrantes, Africa – Italia. Scenari migratori” Storie di migranti 17 ADOTTA UN BAMBINO A DISTANZA 19 DIARI DI MISSIONE Pepe, dall’Etiopia in partenza anticipata… 21 IMMAGINI DELLA MISSIONE DI SETTEMBRE 2010 IN ETIOPIA 25 LAVORARE IN BENIN. INTERVISTA AD ELENA MELANI 26 27 28 CALENDARIO EVENTI CAMPAGNE IN ATTO Giornate Soleidali Campagna di Natale Prendi in prestito i libri della biblioteca de Il Sole Onlus! 29 COSA STIAMO FACENDO 30 LETTURE CONSIGLIATE CONTATTI: Il Sole Onlus via L. Leoni, 20 – 22100 Como www.ilsole.org – [email protected] tel. 031 275065 – Fax. 031 2757275 Il Sole News - 2 Aprirsi al mondo Informarsi per conoscere, conoscere per ca pire, capire per apprezzare, apprezzare per aprirsi. Quotidianamente. Al mondo, qua lunque esso sia. Il Sole Onlus, il nostro Sole, il vostro Sole ci prova, si mette in gioco per aprirsi. Tutti i giorni si apre all’Etiopia, al Burkina Faso, all’India, allo Sri Lanka e recentemente al Benin e alla Cambogia. Paesi nuovi, scono sciuti fino a quando non abbiamo iniziato ad informarci, a conoscere, a capire, ad ap prezzare. Ci si apre per apprezzare i vari Paul, Blaise, Dawi, Jagadeesh, Antoinette, giovani e adulti che conosciamo da anni. Ci si apre per ap prezzare Addis Abeba, Ougadagou, Prod datur, Colombo e anche Cotonou e Phnon Penh. La solidarietà intesa da Il Sole Onlus è pro prio questo: apprezzare. Apprezzare non a senso unico, mossi da pietismo, ma apprez zare consapevoli che solo apprezzando ci si può mettere in gioco fino al punto di con trastare le storture del mondo al quale ci si è aperti. Alganesh, Pauline, Vihjani, Michelle, sono solo dei piccoli esempi, viventi, di come le storture del mondo siano più vicine di quanto pensiamo. Questi nomi rappresentano l’evidenza che il mondo al quale ci siamo aperti non sem pre funziona: violazioni dei diritti dei bambini, sono storture da combattere. Ma per combat tere occorre conoscere, capire, apprezzare e soprattutto aprirsi con gli occhi ingenui e in nocenti dei bambini. Il Sole ha questo approccio in Etiopia, Burki na, India, Sri Lanka, Benin, Cambogia e in tutti gli altri Paesi in cui non interviene, ma nei quali si registrano violazioni dei diritti dei bambini molto evidenti. Aprirsi al (terzo) mondo è questo, è capire, è conoscere realtà lontane, in termini di tempo e spazio, anni luce, è testimoniare bello e brutto del (terzo) mondo. E in Italia? In Italia è la stessa e identica cosa. Sofia, Salvatore, Carlo, Rosalba, Salvo, Da lila, Dario, Chiara sono persone che ci stan no aiutando ad aprirci al (primo) mondo, il nostro. Da sempre il nostro motto è: “il 50% del nos tro lavoro è la, il 50% qua”. Individuare il là, per noi è semplice. Là è ovunque ci sia una violazione dei diritti dell’Infanzia. E qua? Qua è ovunque ci sia la possibilità di sensi bilizzare e promuovere la tutela dei diritti dei bambini dimenticati, violati, abusati, sfruttati. Qua è ovunque Il Sole Onlus possa ado perarsi per informare, per far conoscere, per far capire, per far apprezzare alle persone del nostro mondo ciò che succede nel terzo mondo. Qua è ovunque ci si possa aprire per aprirsi al mondo. È un luogo della mente, ma è anche un luogo fisico, reale e concreto. Qua è l’insieme dei nostri sportelli opera tivi di Torino, Rescaldina, Jesolo e Palermo. Luoghi da conoscere, capire e apprezzare affinché la nostra opera di sensibilizzazione e promozione si possa diffondere in maniera capillare. Qua è l’insieme formato da Sofia, Salvatore, Carlo, Rosalba, Salvo, Dalila, Dario, Chiara e da tutti quelli che vogliono unirsi a noi per dar voce e forza ai diritti dei bambini del mondo. Di tutto il mondo, dei bambini là e dei bam bini qua. Qua e là, sono due facce della stessa me daglia che hanno un solo ed unico scopo: aprirsi al mondo. Vittorio Villa Il Sole News - 3 Notizie dal Mondo CAMBOGIA Povertà 16/09/2010 Operai protestano a Phnom Penh A Phnom Penh, in Cambogia, gli operai del set tore dell’abbigliamento chiedono l’aumento dei salari. Guadagnano 61 dollari al mese. Fonte: www.Internazionale.it BENIN Istruzione 14/09/2010 La scuola non è ricominciata per i bambini ‘vidomegons’ Sono figli di famiglie povere, vengono comprati dai ricchi che li fanno lavorare duro anziché mandarli a lezione. Nell’antica tradizione del Benin i ‘vidomegons’ erano i ragazzi mandati a studiare in città presso i parenti più benestanti, che provvedevano al loro sostentamento e li mantenevano agli studi. Oggi l’antica pratica si è però trasformata in un mercato: i bam bini vengono rapiti o comprati da intermediari senza scrupoli con cifre che vanno dai 10 ai 40 euro, spesso raggirando i genitori con false promesse. Sono 150mila ogni anno i minori che finiscono a lavorare nelle abitazioni dei ricchi, nei mer cati, nelle cave di pietra o nelle piantagioni di Nigeria, Togo e Costa d’Avorio venendo strap pati alla scuola e alle famiglie, spesso mal trattati e abusati. I piccoli non sono registrati all’anagrafe e una volta venduti è impossibile ritrovarli. Spesso inoltre le bambine subiscono matrimoni forzati combinati dalle famiglie a loro insaputa, costrette a essere spose bambine e a lavorare a casa di chi le ha acquistate. INDIA Infanzia 17/09/2010 La mortalità infantile è in calo, cruciale è il ruolo delle donne Dal 1990, la mortalità infantile è diminuita di un terzo con 8,1 milioni di decessi nel 2009 in vece dei 12,4 milioni di casi registrati quasi 20 anni prima, anche se tassi elevati perdurano in alcuni paesi dell’Africa sub-sahariana, in par ticolare Nigeria e Repubblica democratica del Congo. I dati sono contenuti nell’ultimo rappor to stilato dal Fondo Onu per l’infanzia (Unicef) che prende in considerazione i casi di mortalità infantile dalla nascita fino ai 5 anni di età. No nostante passi avanti significativi, con 12.000 bambini salvati ogni giorno, sono ancora in 22.000 a morire quotidianamente e nel 70% dei casi si tratta di piccoli sotto l’anno di vita. In coda alla classifica ci sono i paesi dell’Africa sub-sahariana, dove un bambino su otto non riesce a raggiungere i 5 anni di età, ma anche India, Pakistan e Cina. L’Unicef sottolinea che si è ancora lontani dalla riduzione dei due terzi del tasso di mortalità infantile auspicata dagli Obiettivi del Millennio adottati nel 2000. Secon do la prestigiosa rivista medica britannica The Lancet, i progressi più significativi vengono registrati laddove il settore sanitario pubblico è in rapida espansione così come l’accesso a programmi di assistenza nutrizionale, vacci nazione, acqua potabile e vitamine. Inoltre, a giocare un ruolo determinante in difesa della salute dei bambini è la figura materna: si stima che nel 2009 le giovani donne con livelli minimi di istruzione sono riuscite a salvare più di 4 mi lioni di vite. Fonte: www.misna.org Fonte: www.vita.it Il Sole News - 4 Notizie dal Mondo ETIOPIA 7/10/2010 Politica Liberazione di Birtukan Mideksa, oppositrice del governo incarcerata per le proteste contro i risultati elettorali È rientrata nella sua abitazione dopo 646 giorni di carcere, oltre 200 dei quali passati in isola mento, Birtukan Mideksa, carismatica presi dente del partito di opposizione ‘Unione per la democrazia e la giustizia (Udj)’, oggetto di una grazia del presidente Girma Woldegiorgis, che ha dato il via libera alla sua scarcerazione. La notizia, annunciata dalla televisione di stato, ha fatto il giro di Addis Abeba in poche ore e oggi è sulla bocca di tutti. La giovane oppositrice, di appena 36 anni, soprannominata la ‘Aung San Suu Kyi etiopica’ era stata condannata insieme ad altri esponenti dell’opposizione, giornalisti e attivisti, dopo le proteste contro i risultati eletto rali del 2005, durante le quali 187 manifestanti e almeno sei poliziotti furono uccisi. Nel 2007 ottenne il perdono e fu rilasciata, come molti altri, dopo aver firmato una lettera di scuse. Nel 2008, Birtukan – un ex giudice federale - parlò a un incontro pubblico delle negoziazioni per il suo rilascio. Dopo aver rifiutato di ritrattare le sue affermazioni, fu arrestata di nuovo e la sentenza originale ripristinata. “Nonostante l’entusiasmo, in pochi ritengono che la sua scarcerazione lasci presagire un ammorbidi mento delle posizioni del governo di Meles Zenawi sull’opposizione – osserva la fonte – e anzi, i critici sostengono che questo rilascio sia un’operazione ‘di facciata’ per riparare ai danni d’immagine subiti dal regime negli ultimi mesi”. La liberazione di Birtukan avviene all’indomani dell’insediamento del primo ministro Zenawi per un nuovo mandato quinquennale, dopo una vittoria schiacciante e molto contestata alle passate elezioni nel mese di Maggio. Anche se adesso le tensioni dei mesi scorsi, collegate all’appuntamento alle urne si sono affievolite “le comunicazioni e la connessione ad Internet restano sempre problematiche, e il governo controlla qualsiasi tipo di collega mento con l’estero”, negli ultimi mesi il governo ha raddoppiato la stretta sulle voci dissidenti “anche in seguito ad un’ondata di aumenti dei prezzi di generi di prima necessità come farina, pane e carburante, che hanno provocato dif fuso scontento tra la popolazione”. Nel giro di una settimana “la benzina è aumentata di un Birr e mezzo (circa cinque centesimi di euro), e la farina di due Birr – aggiunge - cifre che pesano sull’economia delle famiglie etiopi”. Una situazione, complessa quella nel paese, considerato tra i più stabili alleati del Corno d’Africa nella lotta contro il terrorismo interna zionale e l’insurrezione antigovernativa che da mesi cinge d’assedio il governo di transizione nella vicina Somalia. “Se Birtukan riuscirà a far cambiare le cose, il cammino dell’Etiopia sarà comunque lungo – conclude – ma la sua scarcerazione è un primo passo nella direzione giusta”. Fonte: www.misna.org Il Sole News - 5 Notizie dal Mondo ETIOPIA 5/10/2010 Politica Meles Zenawi si insedia per un altro mandato di 5 anni come Primo ministro Si è insediato per un ennesimo mandato di cinque anni il primo ministro Meles Zenawi, da 19 anni alla guida del paese. Davanti alle due camere del Parlamento di Addis Abeba, Zenawi ha giurato fedeltà alla Costituzione, mentre è stato eletto il nuovo presidente del Parlamento, Abadula Gemeda, alleato del pri mo ministro. L’insediamento di Zenawi fa se guito alle elezioni del Maggio scorso, vinte con una schiacciante maggioranza - oltre il 99% dei voti - dal suo partito, il Fronte democratico e rivoluzionario del popolo etiopico (Eprdf). Nato nel 1955 nella provincia settentrionale del Ti gray, Zenawi è stato un esponente di spicco del ‘Fronte di liberazione dei popoli del Tigray’ (Tplf), uno dei movimenti armati che rovesciò il dittatore Mengistsu Haile Mariam nel 1991. Presidente del governo di transizione fino al 1995, Zenawi fu eletto primo ministro lo stesso anno, e da allora accumula mandati quinquen nali. L’opposizione politica, molto debole no nostante il regime sia multipartitico, denuncia da anni pressioni, intimidazioni e frode eletto rali. Fonte: www.misna.org BENIN 26/10/2010 Povertà L’alluvione dimenticata, in Benin 50mila case distrutte tale è stata caratterizzata da violente precipi tazioni, che però hanno colpito con particolare gravità il piccolo Benin. Cotonou, è interamente sott’acqua e migliaia di ettari di produzioni agri cole sono a loro volta sommerse, con un grave rischio per l’economia del paese. 56 persone hanno già perso la vita e 50.000 case sono an date distrutte in quella che viene ricordata come la peggiore inondazione da oltre cinquant’anni. Ma al momento il pericolo maggiore sembra venire dal colera che è già stato registrato in oltre 800 casi, e che potrebbe rapidamente es pandersi a macchia d’olio in assenza di ade guati sistemi di potabilizzazione dell’acqua. Intanto gli aiuti della comunità internazionale, come recentemente avvenuto in Pakistan, re stano a livelli bassissimi. Catastrofi al rallen tatore come questa non sembrano infatti stuz zicare l’attenzione dei media e della politica, restringendo di conseguenza le disponibilità economiche per le organizzazioni umanitarie impegnate nella risposta. Al momento solo la Germania e l’Inghilterra hanno riportato con tributi all’appello delle Nazioni Unite. Sul blog della Banca Mondiale l’inviato in loco Daniel Sellen scrive: “A poche settimane dal raccolto le inondazioni non potevano scegliere un periodo peggiore per la produzione agricola, il fiume Ouemè è straripato al punto di rendere impossibile distinguere il suo letto originario”. Nelle prossime settimane si aspettano nuove piogge, è indispensabile che questa volta, di versamente da quanto avvenuto in Pakistan, la comunità internazionale risponda prima che anche questa inondazione vada a perdersi in un oceano di indifferenza. Fonte: www.repubblica.it 710.000 dollari, pari a circa un dollaro per persona colpita, questa è la proporzione dell’impegno umanitario attuale della comunità internazionale per il Benin. Da settimane l’intera area dell’Africa occiden Il Sole News - 6 Reportage dal Benin L’impatto visivo è formidabile: una distesa di zata, incapace di parlare e con il corpo pieno quasi venti ettari di terreno punteggiata da ban di bruciature di sigaretta. Forse uno scambio carelle, carretti, verdure, frutta, tuberi, sementi, andato male o un trasferimento fallito, con la abiti usati e ogni altro genere di merci avvolti polizia alle calcagne. in un chiasso infernale e in un odore pungente La storia di Desirèe è una delle tante e le des di spezie e materiale organico in decompo tinazioni di questi bambini sono le più svariate. sizione. Oltre al lavoro nell’agricoltura molti vengono Siamo a Cotonou, città del Benin, e il magma impiegati come bambinisoldato, altri finiscono vivente nel quale stiamo per addentrarci è nell’ambito della prostituzione, o, ancora, nel il mercato di Dantokpa, il più grande di tutta lucroso settore delle adozioni, ovviamente non l’Africa Occidentale. Dicono sia frequentato in Europa o Nord America dove i controlli sono ogni giorno da almeno un milione di persone, e ferrei. non si stenta a crederci. A fare del piccolo Benin un paese leader in Qui l’economia del paese prende corpo, si ma questo traffico concorrono diversi fattori. Innan terializza. Qui si svolgono milioni di traffici com zi tutto la collocazione geografica e l’assoluta preso quello più odioso, la tratta dei bambini. permeabilità dei confini. Sulla frontiera ad est Secondo le Nazioni Unite il Benin ha un primato c’è il gigante Nigeria, patria di tutti i traffici e di di cui non andare fiero: almeno quaranta mila ogni scambio clandestino e illegale. Ad Ovest, minori vengono venduti come schiavi e le storie a pochissimi chilometri, c’è un’altra frontiera, che si raccolgono sono toccanti. Desirèe oggi ha quella con il Togo e subito dopo quella del quattordici anni e ha una esperienza agghiac Ghana. Tre frontiere in successione dominate ciante di schiava bambina. La racconta con un dalla corruzione dalle quali passano ogni gior filo di voce, gli occhi bassi e il viso nascosto no merci per un valore incalcolabile, anche la dalle treccine, come se merce umana, all’alba facesse fatica a rievo del terzo millennio. Qui l’economia del paese prende carla. Quando di anni ne A complicare il tutto c’è corpo, si materializza. Qui si svolgoaveva undici fu affidata il fatto che il Benin è un no milioni di traffici compreso quello dai genitori ad una co paese anomalo, che vive più odioso, la tratta dei bambini. noscente, che promise esclusivamente di com di portarla nella capitale mercio e che non ha un per farla studiare e poi settore agricolo. La cosa trovarle un lavoro. Per la famiglia numerosa era salta all’occhio se si viaggia nell’entroterra, ver un affare: una bocca in meno da sfamare e una so le città dell’altopiano di Atakorà, in direzione chance per una delle figlie, che altrimenti non delle frontiere a nord con il Burkina Faso e il avrebbe avuto nessuna possibilità di lasciare Niger. Il paesaggio è quello africano, piccoli vil il villaggio e costruirsi una vita propria. Ma le laggi, nugoli di bambini che scorrazzano sulla cose non andarono così. Il giorno stesso in cui terra rossa di questa parte di continente, ma fu prelevata, Desirèe fu portata a Dantokpa e mancano i campi coltivati. poi a Porto Novo, capitale del Benin, sulla fron È forse anche per questo che Cotonou è una tiera con la Nigeria. La conoscente le mise in città caotica, che ospita quasi un quarto dei cir mano alcuni pacchetti di biscotti e le disse di ca sette milioni di abitanti di tutto il paese. Una passare la dogana senza voltarsi indietro, lei città dominata dai motorini, che invadono le eseguì e si ritrovò in un paese straniero, senza strade come fossero sciami di mosche. Anche identità e alla mercé di una banda di trafficanti in questo si vede la vocazione commerciale di che la fecero lavorare in condizioni di schiavitù questo paese: su questi motorini passa buona per due anni nei campi. Poi l’anno scorso fu parte dell’economia dato che trasportano di trovata abbandonata a Porto Novo traumatiz tutto e almeno la metà sono mototaxi capaci di Il Sole News - 7 caricare anche due passeggeri e un bambino. Oggi è cambiato tutto e il Regno del Dahomey In fatto di vocazioni il Benin ne ha una che arri non c’è più, il paese ha cambiato nome in Be va dalla storia. Ai tempi dello schiavismo erano nin, la schiavitù è stata abolita per legge, ma quattro le vene aperte quella odiosa forma di che hanno dissanguato commercio di esseri l’Africa: l’isola di Gorèe, umani non è ancora Oggi è cambiato tutto e il Regno del in Senegal, Cape Cost, scomparsa del tutto. Dahomey non c’è più, il paese ha cam nel vicino Ghana, la biato nome in Benin, la schiavitù è sta città di Pointe Noire, Raffaele Masto ta abolita per legge, ma quella odiosa nel Congo Brazzaville Giornalista e scrittore. forma di commercio di essere umani Lavora nella redazione e, appunto Ouidah, non è ancora scomparsa del tutto. esteri di Radio Popoporto sulla costa del lare. È stato inviato in Benin. Da qui vennero Medio Oriente, America imbarcati centinaia di migliaia di schiavi catturati nell’entroterra dai Latina ma soprattutto in Africa. Sui suoi viaggi sovrani del sanguinario Regno del Dahomey in questo continente ha scritto diversi libri per che poi li vendevano ai trafficanti portoghesi, Sperling & Kupfer. Tra gli altri “In Africa” (2003) e “L’Africa del Tesoro” (2006) spagnoli, francesi, danesi e inglesi. Raffaele Masto Storia dal Benin – Storia del Mondo Dal Togo alla Nigeria, passando per il Benin, si estende quella che veniva chiamata la “Costa degli Schiavi”. Cuore pulsante del commercio negriero in questa regione era la città costiera di Ouidah, in Benin, 42 chilometri a ovest della capitale economica Cotonou, un luogo impre gnato di storia e di spiritualità vudù (la religione locale). A Ouidah è possibile percorrere un breve iti nerario che rievoca la strada battuta dagli schiavi per raggiungere le navi negriere che li attendevano ancorate al porto. Qui – come in altre città interessate dalla tratta – si trova la Porta del non ritorno, un arco monumentale che evoca la tragedia della tratta. La porta è rag giungibile percorrendo la strada principale che collega il centro cittadino all’oceano. Il percorso corrisponde esattamente al cammino – lungo circa quattro chilometri – calpestato per secoli da migliaia di africani, catturati e incatenati. Lungo il tragitto si incontra l’Albero dell’oblio, attorno al quale venivano trascinati gli schiavi affinché dimenticassero il loro passato di uo mini liberi (qui, in catene facevano nove volte il giro attorno all’albero per dimenticare le loro origini, i loro ricordi, le loro radici). Venivano condotti poi alla Casa Oscura nel quartiere Zo mai, dove venivano tenuti per settimane intere, nel buio e in catene, in attesa dell’arrivo delle navi negriere. Questa pratica aveva il duplice scopo, da una parte abituarli al buio della stiva della nave, dall’altra di creare un disorienta mento fisico e psicologico nell’animo dei po veretti in catene. A Ouidah, due isolati a est del mercato, si trova inoltre il Museo di storia, crea to all’interno di un vecchio forte portoghese, ben restaurato, dove si può rivivere la storia di quel terribile traffico umano. Il Sole News - 8 Benin la terra del Vudù Mi trovo in un minuscolo villaggio al centro del di anime, di avi e di aldilà. Una religione che Benin. Le poche capanne di fango e paglia esalta i propri defunti che vivono in un aldilà sono posizionate attorno ad una piccola ca molto vicino all’aldiquà. Che sono il ponte tra la panna circolare. Vi sbircio dentro. Al centro terra ed il cielo, tra il visibile e l’invisibile. c’è un montarozzo di terra con diversi oggetti Ogni città, ogni villaggio, ogni casa, ha il suo informi, di materiale ferroso, appoggiati sopra. Vudù protettore, a cui chiedere di intercedere La mia curiosità non passa inosservata. Un presso l’Entità Suprema (Mawu) per ricevere giovane, guardandomi viene verso l’uscio della protezione, fortuna, salute, ricchezza, amore. E capanna. Si toglie le infradito ed entra. Inginoc il Vudù può assumere diverse forme: un vaso, chiatosi innanzi a quel cumulo di fango prende un cumulo di fango, un pupazzetto, dentro cui una campanella posta accanto. Con delicatez alberga lo spirito. Lo spirito non può che essere za la percuote ed assieme al tintinnio sussurra rispettato, venerato e non va irriso. Fotogra qualcosa. Si direbbe fare senza chiedere una preghiera. Dopo permesso è mancare di un po’ mi guarda e mi rispetto e, forse, la foto Questa terra è la madre del Vudù, la sorride. Mi fa segno di depotenzia le capacità cui parola significa “mistero”, “nascos avvicinarmi: non posso magiche. to” e non indica la pratica di infilzare, entrare ma mi indica, Con i miei compagni con spilli e chiodi, pupazzetti antropo la macchina fotografica di viaggio risaliamo il morfizzati, come certa letteratura, o e annuendo col capo fiume con la piroga. filmografia, ci ha fatto credere, ma è mi fa intendere che Incrociamo decine di la religione di questa parte dell’Africa. posso scattare qualche altre imbarcazioni lo Ogni angolo del Benin ci parla di riti, foto. Ha prima chiesto cali. Gli uomini pescano di fede, di magia, di sacrifici, di anime, il permesso agli spiriti e o raccolgono la sab di avi e di aldilà. Una religione che loro glielo hanno accor bia dal fondo da riven dato. Quella è la casa dere ai costruttori sulla esalta i propri defunti che vivono in del Vudù del villaggio. riva della terra ferma. un aldilà molto vicino all’aldiquà. Che Il Vudù che protegge Nelle barche dove ci sono il ponte tra la terra ed il cielo, tra l’attività del fabbro. Ed sono bambini e donne, il visibile e l’invisibile. il giovane sorridente è questi si appiattiscono il “fabbrosacerdote”. Mi sul fondo e si coprono mostro onorato – e lo sono davvero – per tale con le loro stoffe, un po’ per pudore, un po’ per concessione e dopo le foto mi inchino, in segno paura e un po’ per non farsi fotografare. Poco di gratitudine, sia al Vudù che al giovane. distante dal villaggio di Agueguè ci rechiamo Ho visto in diversi altri villaggi e città del Benin, presso un’isoletta. Vi si accede con difficoltà. turisti dallo “scatto selvaggio”, venire insegui Tutt’attorno c’è una vegetazione alta e fitta. ti con sassi e bastoni, proprio per non avere Molto prima di toccare terra incontriamo un avuto la delicatezza di attendere il permesso di ingorgo di altre piroghe. Si stanno dirigendo fotografare i sacri luoghi. tutte nella stessa direzione. Siamo costretti a Questa terra è la madre del Vudù, la cui parola scendere in acqua. Il fondo, che non si vede, è significa “mistero”, “nascosto” e non indica la limaccioso e scuro. Le scarpe le lasciamo sulla pratica di infilzare, con spilli e chiodi, pupazzetti piroga perché sull’isola c’è la foresta sacra e antropomorfizzati, come certa letteratura, o fil la si percorre solo a piedi nudi. Abbiamo una mografia, ci ha fatto credere, ma è la religione guida d’eccezione: un omino dal sorriso fisso di questa parte dell’Africa. Ogni angolo del Be su un faccino simpatico, tutto vestito di bianco nin ci parla di riti, di fede, di magia, di sacrifici, che qui è considerato il Re della foresta sacra. Il Sole News - 9 Per questo motivo l’atteggiamento degli uomini che incontriamo è sorridente ed accogliente. Questi balzano agili dalle loro barche facendo ondeggiare i loro vestiti leggeri, quasi tutti bian chi. Dopo qualche decina di metri, percorsi con l’acqua sino alle cosce, tocchiamo terra e lì ci viene incontro una vecchina, dagli abiti vario pinti, con un vaso in mano, nel quale, con un rametto, intinge ed asperge, su di noi, un liquido benedicente. Echeggiano urla, cantilene e ritmi di tamburo. Ci inoltriamo nella foresta sacra e ci vengono incontro una dozzina di donne, ves tite come quella più anziana. Ci accolgono (ve ramente accolgono il loro Re, e noi al seguito), quindi voltatesi ci precedono danzando e ci fanno strada verso una radura. Lì si fermano e fanno ala. Noi passiamo nel mezzo e ci acco modiamo, per terra, in fondo. Al Re viene porta ta una poltrona. Ancora soavemente sorride. Si siede. Cambia il ritmo dei tamburi e delle danze. Dal folto della foresta spuntano una decina di uomini con asce e bastoni in mano. Mimano atteggiamenti minacciosi. Qualcuno regge una torcia. Capriole e piroette e poi, tutti a sfregarsi il corpo col fuoco, tra gli applausi e le risa della gente attorno. Il Re guarda benevolo e fa cenni di approvazione con la mano. Finita l’esibizione in onore del re, gli uomini vestiti di bianco si dis pongono ad ala dietro le donne e fanno ingres so tre distinti signori. I vestiti ed i copricapo vis tosi e dai colori sgargianti. In mezzo alla radura vi sono decine di anfore di terracotta e diverse statuette fatte di rami, fango e pezzi di mate riale ferroso. Gli ultimi arrivati sono sacerdoti. Lo sguardo è fiero e il portamento altezzoso. Non incrociano lo sguardo di nessuno, tranne quello del Re a cui concedono però cenni di riverenza e di onore. Si seggono in prossimità delle anfore. Sono i Vudù che abitano la foresta sacra. Uno dei sacerdoti prende una bottiglia, la porta alla bocca e prende un grosso sorso del liquido lì contenuto, dopodiché lo spruzza, dalla bocca stessa, sui Vudù innanzi. Ripete il gesto sino a che ogni vaso ed ogni “scultura” sia stato bagnato. Lo stesso ripeteranno gli altri sacerdoti. Un brindisi con gli spiriti, con gli avi defunti, con le divinità e anche un po’ con me ed i miei compagni, perché ogni volta che sputano investono anche noi con un po’ di SottoTraccia È una pubblicazione semestrale di taglio interdisciplinare sulle tematiche del sociale diretta da Salvatore Inguì e Rosalba Romano. Nata da un progetto maturato negli anni da due esperti professionisti del sociale, SottoTraccia, è una rivista sui saperi e percorsi sociali che raccoglie contributi di professio nisti ed esperti di tutte le discipline e materie insistenti in tale ambito, per dare un contributo di studio e di ricerca nonché spunti di approfondimento sui problemi quotidiani della persona. Ogni numero è aperto a quanti desiderano collaborarvi e si avvale di contributi interni ed esterni: nessuna presunzione di poter fare da soli, ma anzi ci auspichiamo il contributo di altre esperienze, di altre scienze, di altri saperi. SottoTraccia è inoltre una galleria fotografica che accosta immagini e parole, trattando temi da attingere nei circuiti ai molti “invisibili” perché paralleli a realtà più in voga. benedizione. A quel punto il Re, con un gesto misurato richiama l’attenzione dei sacerdoti e poi indica il nostro gruppo. Fa cenno di andare avanti, verso il centro. Mi accorgo che tutti gli sguardi sono su di me. Mi stanno invitando a partecipare. I miei compagni sono sollevati dalla scelta. Qualche perplessità mi sfiora, ma la ricaccio immediatamente. Mi alzo tra urla ed acclamazioni degli astanti. Un sacerdote colma un bicchiere del liquido dalla bottiglia e me lo porge. Lo agguanto con atteggiamento solenne e lo sollevo, alla occidentale, verso tutti i pre senti. Dopodiché, ancor più ispirato, mi volgo verso gli spiriti. Alzo il bicchiere verso di loro e bevo in un sol colpo, avendo cura di lasciare un po’ di liquido sul fondo. Così, con ancora maggiore solennità, lascio cadere il contenuto rimasto sui Vudù. Attorno a me urla ed appro vazione. Seguito da sguardi sorridenti torno al mio posto e mi seggo e soltanto lì mi arriva un colpo al petto, ma dall’interno, come di ma chete, che mi squarcia le viscere. Solo dopo Il Sole News - 10 saprò che si chiama Sokabe, ed è il distillato del cuore di palma. Rimango dignitosamente impassibile. Il rito continua. Adesso attorno è tutto silenzioso. Non più urla, né tamburi, né battiti di mani. La scena è tutta di un sacerdote che indugia tra i Vudù. Gli parla. Tra le mani tiene un’anfora che dopo avere scossa capo volge tra i feticci. Ne escono dei sassolini co lorati. Il silenzio adesso è tombale. Il sacerdote curvo, immobile. Lentamente fa scorrere i suoi occhi su quei sassi. Tutto trattiene il respiro. Fi nalmente si erge verso la folla dallo sguardo interrogativo e lentamente parla. Si levano urla di giubilo. Gli spiriti hanno accettato l’offerta ed il responso dell’oracolo è che avremo tutti buo na fortuna, buona sorte e benedizioni, tante. E via di nuovo canti e danze ed esibizioni di de strezza. Alla fine, a noi bianchi, viene richiesto un obolo. Non ci penso due volte a lasciare loro un regalo: non c’è prezzo per la partecipazione ad un rito dal quale ritorni a casa carico di for tuna, salute e benedizione. Salvatore Inguì coordinatore di “Libera, nomi e numeri contro le mafie”, ma anche direttore del semestrale SottoTraccia, che affronta tematiche sociali e assistente sociale da sempre impegnato, per conto del Ministero della Giustizia nel reinserimento e nel recupero dei giovani più disagiati. Fiori che comunicano Fanno notizia i bambini del Sud del mondo? pubblicista e redattrice prima e come addetta Fanno notizia i bambini etiopi abusati sessual stampa poi. Conciliare il mio lavoro con il mio in mente, seguiti dal counseling center de Il Sole teresse per la cooperazione, per i rapporti Nord Onlus? Può sembrare una domanda cinica, e – Sud del mondo, per le pratiche verso un altro forse lo è in questi termini, ma è questa la sfida mondo possibile è sempre stata una priorità. principale dell’attività di comunicazione e ufficio E dei progetti de Il Sole Onlus sto cercando di stampa che ho avviato da poche settimane per comunicare proprio questo: non si fa carità, si danno strumenti, non il sodalizio comasco. ci si limita ad aiutare L’obiettivo della colla Comunicare il non profit non è sempre “qui e ora” ma si lavora borazione professio facile, perché gli spazi sono ridotti e per un futuro migliore, nale tra me e Il Sole l’interesse spesso non è molto; comunei vari Paesi in cui Onlus è appunto nicare una realtà non profit come Il Sole si opera. Il tutto con l’avvio dell’ufficio Onlus, che non è «un’azienda della co strategie basate sulla stampa della Ong, ini partecipazione e sulla ziando un percorso di operazione» e si occupa di tematiche trasparenza: valori non comunicazione con molto delicate può rappresentare un sempre, purtroppo, ri tinuativa con i media ulteriore livello di complessità. spettati da alcune re locali e nazionali. altà non profit, anche La sfida è duplice: comunicare il non profit non è sempre facile, più grandi e “visibili” de Il Sole. Quando si fa perché gli spazi sono ridotti e l’interesse spesso cooperazione, insomma, non è importante a non è molto; comunicare una realtà non profit mio avviso solo il risultato: è importante anche come Il Sole Onlus, che non è «un’azienda della come lo si raggiunge. cooperazione» e si occupa di tematiche molto Sto comunicando ai media i contenuti dei sin delicate può rappresentare un ulteriore livello di goli progetti, con un’attenzione particolare complessità. Ciò detto, come professionista e alla campagna per il sostegno a distanza che come persona attenta alle realtà del Terzo set riguarda Fiori che rinascono, il progetto attivo tore, ho accettato la sfida: mi occupo di comu in Etiopia, di supporto e aiuto a bambini vittime nicazione da quasi dieci anni, come giornalista di violenza sessuale. L’interesse dei miei in Il Sole News - 11 terlocutori – giornalisti di periodici, settimanali, quotidiani della carta stampata, dal livello lo cale a quello nazionale, cronisti delle agenzie di stampa e redattori di radio e tv, oltre che di varie testate on line – è crescente: sono so prattutto le “storie” delle persone, dei bambini aiutati dal Sole Onlus a catalizzare l’attenzione. Le splendide fotografie dei progetti, i video, le testimonianze dirette suscitano l’interesse di tutti, e i giornalisti non sono una “categoria” più insensibile delle altre… Riuscire a “confezionare” queste storie nel modo più efficace possibile, renderle vere e proprie notizie, con modalità che variano a seconda delle esigenze e del tipo di media al quale ci si rivolge, è il mio compito, nonché la chiave di volta per rendere migliore la comuni cazione di una Ong verso i media. Lo scopo insito in questo lavoro è quello di ac creditarsi sempre di più come voce autorevole in materia di cooperazione, di aiuti, di tutela dei diritti dei minori e dei diritti umani in genere. È un percorso appena iniziato, ma già entusias mante. E lo è non solo per la bontà reale, tangibile, dei progetti de Il Sole, per i bambini dalle storie orribili, che fanno male solo ad essere lette sui dossier preparati dai referenti dell’associazione. Lo è anche perché si respira un clima di sentita collaborazione tra tutti, di calore e accoglienza, di ascolto, soprattutto, delle opinioni di tutti e di decisioni partecipate: non tutta la cooperazione è uguale, la cura delle piccole cose, “come” una Onlus si comporta con i propri interlocu tori, inclusi i propri collaboratori, possono es sere un buon metro di giudizio per valutare il lavoro dell’associazione stessa. Quanto a me, mi auguro di contribuire all’affermazione e al successo delle attività de Il Sole Onlus. Con un occhio sempre forse un po’ cinico – deformazione professionale, ca va sans dire – ma con la consapevolezza che tanti vorranno e potranno raccontare, ognuno con i suoi mezzi, con linguaggi e ottiche diversi, le tante esperienze legate a questa Ong. Per ché, come diceva uno dei più grandi maestri del giornalismo, Ryszard Kapuscinski, «i cat tivi non possono essere buoni giornalisti. Solo l’uomo buono cerca di comprendere gli altri, le loro intenzioni, la loro fede, i loro interessi e le loro tragedie. E di diventare subito, fin dal primo momento, una parte del loro destino». Barbara Battaglia Il Sole News - 12 Alcuni dati dal dossier: “Caritas/Migrantes, Africa – Italia. Scenari migratori” 1 Pesano sul presente dell’Africa le gravi eredità proprio Pil (320 milioni di euro) per la coopera del suo passato, a partire dal traffico degli zione allo sviluppo. schiavi, i cui effetti non sempre sono stati presi Le migrazioni, sia volontarie che forzate (per in considerazione. Lo storico africano Joseph motivi ambientali e politici), sono innanzi tutto KiZerbo ha stimato che siano stati più di 30 interne alla stessa Africa. Se dirette altrove, milioni gli africani ridotti in schiavitù e deportati sono in larga maggioranza regolari, anche se fuori dal continente: un terribile impoverimen non manca chi tenta di attraversare il Mediter to. Dopo è venuto il colonialismo, con le sue raneo, spesso trovandovi la morte. pesanti conseguenze e, infine, il neocoloniali Dei quasi 5 milioni di africani nell’UE, circa un smo. quinto si è insediato in Italia. Si tratta di 871.128 La disuguale distribuzione delle risorse pone persone (su 3.891.295 cittadini stranieri resi il 90% delle strutture produttive in mano a un denti), ma almeno 1 milione considerando sesto della popolazione quelle in attesa di re mondiale, mentre quasi gistrazione anagrafica. La disuguale distribuzione delle la metà della popolazio Le donne sono il 39,8%, risorse pone il 90% delle strutture ne africana è povera e ma con variazioni note produttive in mano a un sesto della sottoalimentata. L’area voli tra le diverse colletti popolazione mondiale, mentre quasi subsahariana, dove è vità. Nel gruppo di quelle la metà della popolazione africana è concentrato circa un ot più conosciute, si va dal povera e sottoalimentata. tavo della popolazione 21% del Senegal al 73% della Terra (più di 800 di Capo Verde. milioni di persone), dis Ogni 10 immigrati africa pone solo del 2,1% della ricchezza mondiale ni 7 sono nordafricani (69,6%) e quasi 5 maroc con un reddito procapite circa 20 volte inferiore chini (46,3%). Tra le collettività più numerose a quello dell’UE. La disoccupazione giovanile si inseriscono la Tunisia (oltre 100mila resi arriva al 60% e l’agricoltura rimane l’attività denti), l’Egitto (quasi 75.000), il Senegal (quasi principale (70% degli occupati). La Nigeria 70.000), la Nigeria e il Ghana (più di 40.000). è un esempio significativo di una situazione Gli africani in Italia vivono nei due terzi dei casi contraddittoria, in cui la ricchezza potenziale è (66,3%) in quattro regioni: Lombardia (29%), associata alla povertà di fatto. Emilia Romagna (14,8%), Piemonte (10,2%) e Si continua a parlare di prospettive di miglio Veneto (12,3%). ramento ma, come osservato dal Sinodo dei Le traiettorie di insediamento cambiano a se Vescovi africani, permane una collocazione conda dei gruppi nazionali. La Lombardia è il al margine dello scenario socioeconomico polo più importante per la presenza africana in mondiale sotto il peso di ingiustizie e sfrutta generale e per gli egiziani in particolare, che mento, ma anche di malgoverno e corruzione, qui si concentrano in 7 casi su 10. I tunisini nonostante sia passato mezzo secolo dal 1960, realizzano l’insediamento più significativo in l’anno simbolo dell’indipendenza africana. Sicilia (15,3% del totale), così come fanno la collettività ghanese nel Nord Est (62,4%, di Migrare per crescere cui il 28,3% in Veneto e il 22,1% in Emilia Ro La migrazione rientra nelle strategie di soprav magna) e quella capoverdiana nel Lazio (46%) vivenza dei singoli e nelle strategie di sostegno e a Roma (42%), un altro polo importante per alla crescita dei Paesi africani. Nel 2009 l’Italia diverse nazionalità. non è arrivata a versare neppure lo 0,2% del Più di mezzo milione di persone originarie del (1) AfricaItalia scenari migratori, Centro studi e ricerche IDOS, Roma, 2010 Il Sole News - 13 continente africano sono inserite come lavora tori dipendenti nel sistema produttivo italiano, costituendo quasi un quinto (17,6%) del totale degli occupati nati all’estero registrati dall’Inail. L’80% dei medici del Benin lavora in Francia; Chicago conta più medici etiopici di quanti ce ne siano in Etiopia. Sono almeno 23.000 gli uni versitari che lasciano il continente ogni anno. In Italia nell’a.a. 2007/08 si contavano 1.891 im La situazione è piuttosto dinamica sul piano matricolati africani, 5.758 iscritti ai corsi di lau dell’iniziativa imprenditoriale, che vede gli afri rea e 505 laureati. cani, con 61.323 posizioni su 185.466 titolari Complessivamente, circa un terzo degli intel d’impresa stranieri censiti a maggio 2009 lettuali africani vive all’estero, mentre l’Africa (Unioncamere/Cna), incidere per un terzo subsahariana è privata di circa il 30% della sull’insieme degli imprenditori stranieri. La nota sua manodopera qualificata, anche se non dolente è la scarsa inci tutti trovano un posto denza delle donne: ap rispondente alla loro L’esodo degli africani può rapprepena l’11,3% tra gli afri preparazione, complici sentare un fattore di riuscita per i cani imprenditori, fatta le difficoltà per il ricono singoli protagonisti, mentre per i eccezione per le nigeria scimento dei titoli di stu rispettivi Paesi può costituire un imne (53,2%). dio e gli andamenti dei poverimento, in particolare quando Nel futuro, bisognerà mercati occupazionali si tratta di lavoratori qualificati che mettere in conto una di alcuni Paesi di inseri maggiore presenza afri mento, segnatamente hanno richiesto un cospicuo inves cana nel nostro Paese. quelli dell’Europa medi timento formativo, specialmente se Per il 2050, anno per il terranea. specializzati in alcuni settori, come quale l’Istat ha previsto In un contesto così ad esempio quello medicosanitario. la presenza di 12,3 mi squilibrato è comprensi lioni di stranieri, se gli bile l’interesse dei Paesi africani mantenessero l’incidenza attuale (ma di origine a coinvolgere i migranti nella crescita probabilmente l’aumenteranno) diventereb dei sistemi socioeconomici locali, sia che rien bero oltre 2,7 milioni. L’esodo degli africani può trino personalmente, sia che lo facciano tramite rappresentare un fattore di riuscita per i singoli le loro competenze o promuovano gli scambi protagonisti e di speranza per i rispettivi Pae commerciali o mettano a disposizione parte dei si, purché non si riduca a una semplice fuga loro risparmi. di cervelli e il ritorno finanziario (dall’Italia nel Sotto quest’ultimo aspetto l’apporto della dia 2008 è stato inviato quasi 1 miliardo di euro) spora è veramente imponente: arrivano in Afri si accompagni un ritorno di professionalità e di ca circa 40 miliardi di dollari l’anno, in certi casi iniziative produttive. più degli aiuti internazionali e degli investimenti Il sostegno all’integrazione degli immigrati afri diretti dall’estero. I governi dell’UE si sono im cani, in un quadro chiaro di doveri e di diritti, in pegnati a devolvere a questo scopo lo 0,51% questa prospettiva, è un contributo alla crescita del proprio Pil entro il 2010 e lo 0,7% nel 2015, del continente. ma l’obiettivo rimane lontano. Nel 2009 l’Italia, che si è impegnata a devolvere la metà degli La fuga di cervelli aiuti all’area subsahariana, non è arrivata a L’esodo degli africani può rappresentare un fat versare neppure lo 0,2% del proprio Pil: poco tore di riuscita per i singoli protagonisti, mentre più di 320 milioni di euro. per i rispettivi Paesi può costituire un impove rimento, in particolare quando si tratta di lavo Il valore delle rimesse ratori qualificati che hanno richiesto un cos Le rimesse hanno una consistente incidenza picuo investimento formativo, specialmente se sul Pil, specialmente in alcuni Paesi (28% nel specializzati in alcuni settori, come ad esempio Lesotho, 10% nel Senegal e nel Togo, 9% in quello medicosanitario. Capo Verde). Dagli immigrati africani in Italia Il Sole News - 14 nel 2008 è stato inviato quasi 1 miliardo di euro occasioni di imparare gratuitamente l’italiano (930 milioni, di cui la metà verso il Nord Afri (anche dopo che è stato sancito l’obbligo di ca) e la tendenza, una volta passata la crisi, è studiarlo con il cosiddetto “permesso di sog all’aumento, grazie anche alla crescente “ban giorno a punti”), rafforzata l’assistenza (asso carizzazione” degli immigrati africani. lutamente insufficiente) per quanto riguarda la Attualmente, 2 punti di distribuzione delle ricerca del posto di lavoro, così come vanno rimesse su 3 fanno capo ai money transfer contrastati i comportamenti discriminatori. ed è sentita la necessità di ampliare la rete di Il secondo impegno riguarda la valorizzazione distribuzione. Nel corso della conferenza inter della funzione promozionale degli immigrati nazionale sulle rimes africani. In un mondo se, svoltasi a Roma che ai cosiddetti Paesi Secondo stime della Banca Mondiale, nel mese di novembre in via di sviluppo riserva se diminuisse il costo medio di invio 2009, è stata auspi ben poche ragioni di ot cata la diminuzione dei timismo e occasioni di delle rimesse di 5 punti percentuali in costi dell’invio, che at crescita, l’immigrazione 5 anni, l’aumento del reddito nei Paesi tualmente incidono tra va considerata come ricettori sarebbe pari a 13-15 miliardi il 9,7% e il 25% sulle uno dei pochi segni di dollari. somme inviate. di speranza. Gli afri Secondo stime della cani all’estero sono un Banca Mondiale, se diminuisse il costo medio di potenziale enorme per lo “sviluppo” dei loro invio di 5 punti percentuali in 5 anni, l’aumento Paesi, che resterà potenziale fino a quando del reddito nei Paesi ricettori sarebbe pari a 13 le politiche non interverranno per sostenerlo. 15 miliardi di dollari. L’Africa ha bisogno non solo delle rimesse ma anche di un ritorno di professionalità e di ca Una questione di diritti pacità progettuali. Ai cittadini stranieri i diritti non devono essere La tesi dell’“aiutarli a casa loro” non regge alla concessi solo sulla carta, in maniera formale e prova dei fatti e, in ogni caso, sarebbe fuorviante scollegata dalla messa a disposizione dei mezzi se utilizzata per chiudere i corridoi migratori e finanziari necessari e dagli atteggiamenti quo spingere al ritorno chi si è già insediato stabil tidiani. Vanno superate le disfunzioni e le len mente in Italia. Al contrario, questa presenza tezze nel trattare le pratiche, ampliate le scarse va valorizzata per legare maggiormente il con tinente al dinamismo della crescita. l’Africa, o meglio le Afriche, oltre a essere vicina geograficamente, lo sarà anche perché let ta in profondità: nella complessità dei suoi aspetti problematici e anche nelle possibi lità del suo ‘sviluppo’. L’Africa è un continen te che deve essere inquadrato con mag giore speranza, con fidando nell’apporto che potranno dare gli stessi immigrati. Il Sole News - 15 Storie di migranti Spezie da primo premio Una banca etica per gli africani Edith Elise Jaomazava, nominata “Imprendi tore immigrato dell’anno” dalla MoneyGram, la società di trasferimenti internazionali di denaro che ogni anno premia l’eccellenza dell’imprenditoria etnica. Di origine malga scia, Jaomazava, 40 anni, gestisce da sei anni SA.VA, un’azienda di spezie a Moncalieri, in provincia di Torino. L’impresa è in piena cresci ta: nel 2009 le vendite sono aumentate del 62,8 per cento. Oltre a sfidare la crisi in Italia Jaomazava, sposata con un italiano e madre di quattro figli, si fa promotrice dello sviluppo in Madagascar: la vaniglia e la cannella coltivate nel nord di quel Paese danno lavoro a 300 per sone. “Le difficoltà sono state molte. Come fare a raccontarle?”, scrive sul suo sito “la lingua e le leggi, la diffidenza dei clienti che si fermano al colore della pelle e non riescono a vedere la serietà del lavoro. E poi la famiglia, che non si può certo trascurare”. Edith Elise Jaomazava guarda lontano. Nel 2011 prevede di aprire una nuova sede in Madagascar per migliorare la lo gistica della filiera con l’Italia. Francis Sietchiping, gastroenterologo camerunese trasferitosi a Milano, nel 2007 decide con alcuni amici di fondare una banca etica per gli africani, la Unicontinental Bank. È la prima in Italia della diaspora africana. “L’idea”, racconta Sietchiping, “nasce dalla nostra volontà, da noi africani d’Italia. Abbiamo voluto creare uno strumento di microfinanza e per farlo dovevamo fondare una banca ad hoc. L’intuizione iniziale era facilitare i trasferimenti di valuta tra l’Italia e l’Africa, oggi costoso e anche rischioso”. Sietchiping, calcolatrice alla mano, ha fatto un po’ di conti: ogni anno gli afri cani della diaspora nel mondo spediscono a casa circa 48 miliardi di dollari. Una somma im portante su cui prendono le provvigioni socie tà come la Western Union o la MoneyGram. Il progetto di Sietchiping è ancora in fase di ‘start up’. “Stiamo selezionando 5.000 africani pronti ad acquistare azioni per un minimo di 600 euro. Speriamo di chiudere le prenotazioni entro giugno e di aprire la banca per la fine dell’anno”, ha spiegato Ibrahima Camara, membro del comitato di garanzia. “Come diceva Thomas Sankara (ex presidente del Burkina Faso, ndr), dobbiamo produrre e consumare africano”. Un progetto, dunque, di ispirazione panafricana: la banca etica sarà posseduta all’80 per cen to da africani. I fondatori prevedono di aprire un’agenzia in Senegal e più sedi in Italia, con il placet della Banca d’Italia. Il Sole News - 16 Adotta un bambino a distanza Per Il Sole Onlus l’adozione a distanza non è solo un sostegno finanziario. Il suo obiettivo è quello di creare un legame significativo e duraturo nel tempo tra tutti gli attori dell’intervento. Insieme alla realizzazione di progetti di sviluppo, l’adozione a distanza vuole rientrare in un con cetto più ampio di sostegno a distanza ravvicinato. Il sostenitore di un’adozione a distanza può, tramite Il Sole Onlus, assottigliare lo spazio che esiste tra lui e il bimbo sostenuto. Il Sole Onlus favorisce infatti contatti epistolari tra sostenitori e beneficiari, promuove incontri con i bambini adottati a distanza e viaggi di conoscenza della loro realtà di appartenenza. Cognome ……………………………………… Nome ………………………………………………… Denominazione (nel caso di un’azienda, ente o gruppo) …………………………………………… Codice fiscale o Partita Iva …………………………………………………………………………….. Data di nascita ………………… Professione…………………………………………………………. Indirizzo …………………………………………………………………………………………………. Cap ……………… Città …………………………………………………………….. Prov. …………… Tel. ……………………………………………… Cell. ………………………………………………….. E-mail……………………………………………………………………………………………………… Intendo attivare N° ……. adozione/i a distanza nel seguente Paese: Burkina Faso India Etiopia Etiopia – progetto Fiori che rinascono, bambini vittime di violenza sessuale Quota: Annuale (Euro 300) Due rate semestrali di 150 euro Quattro rate trimestrali di 75 euro Per sostenere un bambino vittima di violenza sessuale inserito nel progetto Fiori che rinascono: Annuale (Euro 516) Due rate semestrali di 258 euro È possibile versare la quota a copertura dell’adozione a distanza tramite: Bonifico bancario: Cassa Rurale ed Artigiana di Cantù – IBAN IT71Q0843010900000000260452 Conto corrente postale N. 11751229 intestato a: Il Sole Ong Onlus Rid bancario compilando l’apposito modulo. Tutti i versamenti sono da intestare a Il Sole Ong Onlus, specificando nella causale il Paese dell’adozione, esempio: “Adozione in Etiopia”. DATA ………………….. FIRMA………………………………............... Il Sole News - 17 Le persone fisiche e giuridiche possono dedurre o detrarre gli importi delle donazioni a favore de Il Sole Ong Onlus ai sensi del D. lgs 460/97, Art. 13. La presente scheda compilata e firmata, può essere inviata, con allegata copia della ricevuta del versamento o del bonifico all’attenzione di Luciana Milanesi – responsabile dell’ufficio adozioni: - via fax al numero 031.2757275 - via e-mail all’indirizzo: [email protected] - via posta all’indirizzo: Il Sole Onlus Via L. Leoni 20, 22100 Como INFORMATIVA AGLI UTENTI (Ai sensi dell’Art.13 del D.Lgs. 196/2003 - Codice in materia di protezione dei dati personali) Titolare del trattamento è l’Associazione Il Sole Onlus, con Sede in via Leoni 20, 22100 Como (Co), che li utilizzerà per le operazioni connesse alle adozioni, per l’invio della newsletter, del giornalino e del materiale informativo relativo ai progetti e alle campagne di raccolta fondi. I dati saranno trattati esclusivamente dal personale dell’associazione, non saranno comunicati, né diffusi, né trasferiti ad altri. L’utente potrà esercitare i diritti di cui all’art. 7 del D. Lgs. 196/2003 nei limiti e alle condizioni pre viste dagli artt. 8, 9 e 10 del citato decreto legislativo rivolgendosi al Titolare del trattamento. Acconsento al trattamento dei dati personali: Si No Firma …………………………………………………………. Il Sole News - 18 Pepe, dall’Etiopia in partenza anticipata… L’obiettivo della missione di settembre 2010 in Etiopia è stato quello di formare giovani studenti dell’università di Addis Abeba, che si occuperanno dei laboratori artistici del progetto Fiori che rinascono. Valerio e Selene si sono occupati rispettivamente di fotografia e riprese video, Jacopo di teatro e Pepe di formazione musicale. Per problemi personali Pepe ha dovuto anticipare di qualche giorno il rientro in Italia. Prima di partire ha scritto una lettera di incoraggiamento ai suoi studenti. Di seguito abbiamo riportato la traduzione dall’inglese. Ciao ragazzi e ragazze, prima di tutto voglio ringraziarvi per i bei mo menti passati insieme. Sono molto felice di avervi conosciuto, è stata una bella esperien za. Ho apprezzato il vostro modo di fare musica, di pensare la musica e di amarla e anche la vostra curiosità e attenzione rispetto alle cose di cui ho parlato. Siete un buon gruppo e vorrei che continuaste insieme il percorso che avete iniziato. Come vi ho già detto, la cosa più difficile è re stare un gruppo, indipendentemente dalle dif ficoltà, dai problemi, dal lavoro sempre più im pegnativo e dalla distanza geografica. Credo in voi! Amiamo tutti la musica e amiamo i bambini, quindi dobbiamo lavorare per trovare il modo migliore per far sentire e vivere la musica ai bambini. Ricordatevi che non è importante quanto siete bravi in qualcosa, è molto più importante quan to amate quello che state facendo e ricordatevi che un uomo o una donna non sono quello che fanno o hanno fatto, ma sono quello che sono. Quindi riflettete bene sul lavoro che potete fare con i bambini e cercate di trovare il vostro ruolo all’interno del gruppo. La vostra individualità è Il Sole News - 19 fondamentale per ottenere il meglio dal gruppo, come le singole corde di una chitarra. C’è un solo aspetto su cui è importante che lavoriate: il vostro modo di relazionarvi con i bambini. Quello che ho visto sabato è stata una certa rigidità con i bimbi. Non voglio dire che dovete essere innaturali o troppo “esplosivi”, ma è im portante stabilire una connessione con loro. Vi stanno aspettando, hanno voglia di giocare con voi, cercano di creare empatia, ma dovete dar gliene la possibilità. Pensateci, riflettete su voi stessi per conoscervi meglio e per migliorare questo aspetto. Un grande bacio Pepe Il Sole News - 20 Immagini della missione di settembre 2010 in Etiopia Il Sole News - 21 Il Sole News - 22 Il Sole News - 23 Foto realizzate da Selene De Rui e Valerio Ferrario Il Sole News - 24 Lavorare in Benin. Intervista ad Elena Melani Un interesse per la cooperazione internazio nale, tanto lavoro con i bambini e una quasi seconda laurea in psicologia, con una tesi sulla violenza sessuale sui bambini. Questo in sintesi il profilo di Elena Melani, responsabile della struttura di accoglienza e formazione pro fessionale Maison de l’Espérance, per minori vittime del traffico e di sfruttamento a Cotonou. Abbiamo già accennato al suo lavoro nella nostra newsletter di ottobre, il nostro direttore Vittorio l’ha incontrata “sul campo” nel mese di luglio, durante la missione in Benin. Elena è rientrata in Italia da qualche settimana e ne abbiamo approfittato per porle qualche domanda. Quali sono le tappe che ti hanno portata a lavorare in Benin? Nel 2006 ho passato alcuni mesi in Madagas car con un’associazione che collabora con Ifma. Uno dei responsabili, durante un incon tro, mi ha fatto una buona pubblicità con la re sponsabile di Ifma!! Perché una tesi sulla violenza sessuale sui bambini? Che argomenti affronta? Un interesse particolare il mio, verso le violenze e le forme di abuso. Ferite che non si vedono ad occhio nudo, ma che spesso sono così pro fonde da modificare comportamenti, pensieri e atteggiamenti verso la vita. La tesi verterà sulla differenza di abuso nei ra gazzi e nelle ragazze. Ad oggi la documentazio ne disponibile per le ragazze è scarsa, mentre non ci sono documenti o studi su quella dei pic coli. Cosa può fare una Ong come Il Sole Onlus in Benin? L’esperienza nel campo delle violenze che l’Ong Il Sole Onlus ha acquisito negli anni potrà essere messa a servizio anche dei minori del Benin, specifiche competenze da riadattare sul campo, saranno utilissime per una formazione continua del personale inserito nel progetto. L’unione in partenariato di competenze e risorse diverse, l’unione di attori con una vasta espe rienza non potrà che migliorare le prestazioni di servizi da offrire, in un campo così delicato come le violenze e gli abusi dei minori. Qual è la situazione dei bambini in Benin? Non amo le statistiche né i numeri con cui spesso si catalogano i bambini seppur utile per dare una visione d’insieme, posso parlare però per i bambini che vedo ogni giorno. Privati del diritto di essere bambini e ignari della possibi lità di una vita migliore. Qual è il tuo ruolo in Ifma (Institut des filles de Marie Auxiliatrice, Soeur Salésiennes de Don Bosco)? Ho iniziato la mia collaborazione con Ifma come volontaria del progresso, un’associazione francese, sono stata successivamente inserita nell’organico come coordinatrice del terreno, coordinavo cioè il personale inserito nel pro getto e tutte le attività che si svolgevano nel mercato di Dantokpa (casa della speranza, baracche, alfabetizzazioni, corsi di gestione, sensibilizzazioni, formazione professionale…). Dal 2010 la mia permanenza in Benin è di 7 mesi l’anno, il resto del tempo sono in Italia per ricerca fondi, sensibilizzazioni e studio. Greta Pini Il Sole News - 25 !"!# dicembre 1)*%(01(/%+%( COMO $%&'()*+%'#, Lun/Ven 9-19 !"#$%&'"#'( !"#( )*"+",( %-."( /"0'+10'( 2( !'"!!"013"( 2( 1*45'1#13"( 2( 166'50'17%#3"( 2( !1*17%00%( 2( 7150'%8%( 2( !"/7%4!'( 2( 5'"!9'( )%*( 6176'#'(2("55%33'(+'(!1*3"0%*'1 GIORNATE S LEIDALI :%*('#$"*71&'"#';(<%0=(>?@=ABC>DC(2('#$"E'0/"0%="*5( ( ( ((((FFF='0/"0%="*5 Il Sole News - 26 Sab/Dom 10-18 !"#$#%&$#'()&$(*! "#$%&'&()!*! +,%-&(.%),!/&%.')!*! +)--0!1.(!2&(.!*!!3+"/!+)&44&(,-&!*! 56.%$&%)'-.%),! 1)! 7&'.--)! 8(&%),! *! 9%&:;#.%),! <%)((,=-)=,! *! 9%&:;#.%),! +>,%#.! *! ?.-,! @,$$)A(),#.=-&! $)#$)B! *! ! +,',! 1.((,!+,%-,!*!9.((.--.%),!C.(!?&DD&! *!!2D,44)&!8,$.(!1)!E%$, SAPORIMONDO !"#$%&$'()$*+'+&" ,-".&%$'#+! 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Gli ultimi arrivi della nostra biblioteca: Castellitto L., Il Sogno del bambino stregone, Piemme, Milano, 2010 Romanzo Come molti bambini che la notte cercano riparo tra le bancarelle del mercato di Kinshasa, in Congo. Michel è stato cacciato di casa con un’accusa gravissima e ridicola al tempo stesso: quella di essere un infido stregone, che trascina il malocchio sul tetto familiare. La storia di Michel raccontata in prima persona dall’autore. Moyo D., La carità che uccide. Come gli aiuti dell’occidente stanno devastando il terzo mondo, Rizzoli 2010, Milano Mondo Cosa impedisce al continente di affrancarsi da una con dizione di povertà cronica? Secondo l’economista africa na Dambisa Moyo, la colpa è proprio degli aiuti, un’elemosina che, nella migliore delle ipotesi, costringe l’Africa a una perenne adolescenza economica, rendendola dipendente come da una droga. E nella peggiore, contribuisce a diffondere le pestilenze della corruzione e del peculato, grazie a massicce iniezioni di credito nelle vene di Paesi privi di una governance so lida e trasparente, e di un ceto medio capace di potersi reinventare in chiave imprenditoriale. L’alternativa è chiara: seguire la Cina, che negli ultimi anni ha sviluppato una partnership effi ciente con molti Paesi della zona subsaharia na. Definita l’anti-Bono per lo spietato prag matismo delle sue posizioni, in questo libro Dambisa Moyo pone l’Occidente intero di fron te ai pregiudizi intrisi di sensi di colpa che sono alla base delle sue “buone azioni”, e lo invita a liberarsene. Allo stesso tempo invita l’Africa a liberarsi dell’Occidente, e del paradosso dei suoi cosiddetti “aiuti” che costituiscono il virus di una malattia curabile: la povertà. Due testi per approfondire la figura di Tho mas Sankara, rivoluzionario ex-presidente del Burkina Faso: Batà C., L’Africa di Thomas Sankara - le idee non si possono uccidere, Edizioni Achab, Verona, 2004 Mondo Una biografia per introdurre la figura di Thomas Sankara, a capo della rivoluzione del Burki na Faso dal 1983 al 1987 (anno della sua uccisione), e approfondire il suo pen siero politico rivoluzionario. Sankara T. (curatori De Ber nardis C., Correggia M.), Thomas Sankara. I discorsi e le idee, Edizioni Sankara, Roma, 2006 Mondo Una raccolta dei più significa tivi discorsi che Sankara ha te nuto durante gli anni della sua presidenza, tradotti da Marinella Correggia, massima esperta in Italia di Thomas Sankara. Puoi seguire gli aggiornamenti della biblioteca all’indirizzo www.anobii.com/ilsoleonlus/books. Per informazioni: Il Sole Onlus, via L. Leoni 20, 22100 Como, Tel. 031.275065 - info@ilsole. org. Il Sole News - 28 Cosa stiamo facendo PROGETTI IN CORSO BURKINA FASO Una scuola per Napounè Koumela - Fondazione San Zeno Progetto sostegni a distanza ETIOPIA Fiori che rinascono (Counseling center, Foster home, laboratori artistici) Progetto sostegni a distanza Progetto sostegni a distanza Fiori che rinascono ITALIA Esploriamo i diritti – percorsi di Educazione allo Sviluppo nelle scuole CAMBOGIA Vite da riprendersi - Cofinanziato da Il Sole Onlus e Cifa Onlus INDIA La Casa delle donne Progetto sostegni a distanza BENIN La casa delle donne nel villaggio di Toucountouna SONO IN FASE DI VALUTAZIONE I SEGUENTI PROGETTI: BURKINA FASO La casa delle donne nel villaggio di Napounè Koumela BENIN Sogni da riaccendere ITALIA Diritti protagonisti Mettiamo radici ADOZIONI A DISTANZA: Etiopia India Burkina Faso Sri Lanka Totale 696 421 298 24 1439 Il Sole News - 29 Letture consigliate Io, Nelson Mandela. Conversazioni con me stesso Nelson Mandela Ed. Sperling & Kupfer, 2010 La prefazione di Barack Obama apre questo inte ressante testo, che è dif ficilmente catalogabile per quanto riguarda il genere di appartenenza, a metà tra la raccolta di lettere e il diario. L’edizione di questo libro, infatti, è nata in seguito all’apertura del Nelson Mandela Centre of Memory and Dialogue, in occasione della quale, una certa quantità di scritti fu raccolta, ordinata e archiviata. Si tratta di una gran mole di materiale, accuratamente suddiviso in parti e queste in capitoli, i titoli dei quali richiamano ai periodi della lunga vita di Nelson Mandela, l’uomo che con la sua lunga ed efficace azione politica condusse il Suda frica all’abolizione dell’apartheid. Si parte dall’infanzia nel villaggio di Qunu per arrivare agli anni della presidenza e ai giorni nostri. Le lettere ai membri delle sue due famiglie, o ad amici, altri esponenti politici o av vocati durante i viaggi ma soprattutto durante la lunga prigionia avvenuta per lo più a Rob ben Island, costituiscono una consistente parte del libro, ma anche le interviste fatte durante la preparazione dell’autobiografia “Lungo cammi no verso la libertà” sia dall’amico e compagno di cella Ahmed Kathrada che dal giornalista Richard Stengel, svolgono un ruolo importante nel delineare la figura dello statista. Sono inoltre riportati tutti quegli scritti molto intimi e particolari estratti dai tanti taccuini di viaggio che Mandela regolarmente riempiva per annotare sensazioni e impressioni legate ai luoghi che visitava, spesso in clandestinità. Persino i calendari con le piccole note a mar gine diventano fonti di preziose riflessioni del quotidiano dell’uomo, come del suo aspetto spirituale e umano. Il numero delle gocce di collirio ha infatti, in un calendario, pari dignità del profondo aforisma esistenziale, l’abito e l’aspetto del visitatore del giorno diventano im portanti quanto i programmi politici e le notizie di attualità, brevemente descritte nel piccolo spazio cartaceo di un giorno. La lettura del libro, corredato anche da fotografie di documenti e dello stesso protagonista, si rivela veramente interessante per compren dere una personalità complessa e sfaccettata come quella di un leader carismatico come Nelson Mandela, non esente però da dubbi e momenti di vera e propria “conversazione con se stesso”. Una ragazza disubbidiente Ru Freeman Ed. Piemme, 2010 Romanzo di esordio della giornalista cingalese Ru Freeman, che è anche at tivista per i diritti civili e dei lavoratori, questo libro ac coglie le storie parallele di due donne, Latha e Bosi nel contesto della società dello Sri Lanka e sullo sfondo dei contrasti politici e civili, mai risolti. Le due storie si dipanano, sapientemente al ternate, in modo da interessare sempre più il lettore in un susseguirsi di colpi di scena e de scrizioni liriche e poetiche, mai prive di una cer ta ironia, che provvidenzialmente alleggerisce il clima, a volta opprimente, delle rispettive vi cende amorose e familiari. Questo romanzo, tramite questi due personaggi femminili e gli svariati altri che li affiancano, dipinge un effi cace affresco della società cingalese ed in par ticolare della situazione della donna, tutt’ora Il Sole News - 30 Letture consigliate presente in quel paese. Le vite delle due protagoniste si svolgono dunque davanti ai nostri occhi, seguendo due diverse scansioni spazio-temporali. Latha, una bambina orfana e quindi destinata a servire nella casa di una famiglia di casta superiore nonostante innegabili doti di intelligenza e atti tudine allo studio, pur diventando matura molto velocemente in seguito a scelte sbagliate det tate dall’inesperienza e dal bisogno di sincero affetto, dopo una progressiva presa di coscien za, con l’età adulta raggiunge finalmente la se renità e la libertà tanto agognata. Bosi, invece è una donna sposata con tre figli al seguito, che decide di compiere un viaggio in treno verso la libertà da un marito vendicativo e violento im postole dal padre secondo l’usanza del luogo e da una società che la condanna per il suo coraggio e la sua forza. La Freeman quindi, narrando di queste due donne controcorrente, è stata capace di volare alto raggiungendo pienamente la sensibilità di tutti noi, in modo originale e convincente. Isabelle, amica del deserto. Viaggi, avventure, amori di una giovane esploratrice del Magreb Mirella Tenderini Ed. Opera Graphiaria Electa (col. Oleandri) 2010 Mirella Tenderini scrittrice e traduttrice, autrice di varie biografie e ricostruzioni storiche, pubblicate in di versi paesi del mondo, in questo piccolo libro di circa duecento pagine riesce a in serire una grande quantità di informazioni su uno dei per sonaggi femminili più inte ressanti del secolo scorso. Svolgendo una notevole ricerca documentale e recandosi direttamente nei luoghi dove visse e quelli che esplorò Isabelle Wilhelmine Marie Eberhardt, fornisce ai lettori un ritratto molto ef ficace della donna e della letterata. Isabelle nasce a Ginevra nel 1877, in una nume rosa famiglia di alto rango di origine russa, nella quale la cultura riveste un ruolo fondamentale. Come i suoi fratelli maggiori infatti, impara più lingue e porta a termine studi classici, iniziando giovanissima a scrivere dei racconti, spronata in particolare dal tutore e dal fratello Augustin. Si interessa sin da subito alla cultura islamica iniziando quindi a studiare l’arabo e facendosi fotografare in abiti maschili “orientali”. Ben presto avrà la possibilità di trasferirsi in Alge ria con la madre e di cominciare a viaggiare visitando il Magreb dal deserto alle oasi sotto mentite spoglie ovvero come marinaio Nicolas Podolinsky o studioso di Corano Mahmoud, scortata da ufficiali dell’esercito francese o in sieme a carovane di tuareg o a studiosi delle scuole coraniche e sufi. Per essere più vicina alla cultura dei paesi che esplora e che sente come propri, si converte alla religione islamica sufi e scrive. Scrive una grande abbondanza di lettere al fratello o agli amici o a svariati intellet tuali dell’epoca, scrive i diari di viaggio ricchi di annotazioni di interesse geografico e descrizio ni suggestive su luoghi e persone, le più varie, con le quali viene a contatto. La produzione letteraria e di reportage spazia dai racconti ed articoli in lingua francese alla produzione in lin gua russa e araba. Due persone fondamentali nell’ultima parte della breve vita dell’esploratrice furono Slimene Ehnni, un soldato francese di origini arabe che, dopo tanti imprevisti e traversie diventò suo marito standole accanto sino alla fine e il Generale Louis Hubert Lyautey che le consentì di muoversi come corrispondente di guerra in luoghi che per gli altri giornalisti erano inac cessibili e per le donne sole assolutamente impraticabili. Morì a soli 27 anni a Aïn Sefra travolta dalla piena del fiume, lasciando con la sua opera, molteplici suggestioni. Elisabetta Maccioni Il Sole News - 31 Iscritto nel registro stampa del Tribunale di Como con decreto n° 21/2000 in data 8/9/2000 Direttore responsabile: Elena Scarrone Sede della direzione: via Leone Leoni 20, Como Tel. 031/275065 Stampa: Tipografia Banfi via dei Mulini, 25 · 22100 Como Fotografie: archivio Il Sole In redazione: Elisabetta Maccioni, Greta Pini, Francesca Pozzi, Diego Roncoroni, Vittorio Villa. Per questo numero hanno collaborato: Barbara Battaglia, Selene De Rui, Valerio Ferrario, Salvatore Inguì, Raffaele Masto, Elena Melani, Luca (Pepe) Schiavo Il Sole News - 32