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Semestrale n. 31 - Dicembre 2010
News
Periodico di solidarietà mondiale che racconta e rendiconta le attività in corso in Italia e nel Sud del
mondo de “Il Sole” associazione per la cooperazione internazionale e le adozioni a distanza ONLUS.
“Poste Italiane S.p.A - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (con. in L. 27/02/2004 n°46) art. 1, comma 2, DCB Como.
ll Sole Onlus è su Facebook…
aggiungici tra gli amici!
Sommario
3
EDITORIALE
Aprirsi al mondo
4
5
6
NOTIZIE DAI PAESI
Cambogia, Benin, India
Etiopia
Etiopia, Benin
7
8
9
FOCUS SUI PAESI
Reportage dal Benin
Storia dal Benin – Storia del mondo
Benin la terra del Vudù
11
GLI IMPEGNI DE IL SOLE ONLUS
Fiori che comunicano
13
16
UN ANGOLO PER APPROFONDIRE
Alcuni dati dal dossier: “Caritas/Migrantes, Africa – Italia. Scenari migratori”
Storie di migranti
17
ADOTTA UN BAMBINO A DISTANZA
19
DIARI DI MISSIONE
Pepe, dall’Etiopia in partenza anticipata…
21
IMMAGINI DELLA MISSIONE DI SETTEMBRE 2010 IN ETIOPIA
25
LAVORARE IN BENIN. INTERVISTA AD ELENA MELANI
26
27
28
CALENDARIO EVENTI ­ CAMPAGNE IN ATTO
Giornate Soleidali
Campagna di Natale
Prendi in prestito i libri della biblioteca de Il Sole Onlus!
29
COSA STIAMO FACENDO
30
LETTURE CONSIGLIATE
CONTATTI: Il Sole Onlus
via L. Leoni, 20 – 22100 Como
www.ilsole.org – [email protected]
tel. 031 275065 – Fax. 031 2757275
Il Sole News - 2
Aprirsi al mondo
Informarsi per conoscere, conoscere per ca­
pire, capire per apprezzare, apprezzare per
aprirsi. Quotidianamente. Al mondo, qua­
lunque esso sia.
Il Sole Onlus, il nostro Sole, il vostro Sole
ci prova, si mette in gioco per aprirsi. Tutti
i giorni si apre all’Etiopia, al Burkina Faso,
all’India, allo Sri Lanka e recentemente al
Benin e alla Cambogia. Paesi nuovi, scono­
sciuti fino a quando non abbiamo iniziato ad
informarci, a conoscere, a capire, ad ap­
prezzare.
Ci si apre per apprezzare i vari Paul, Blaise,
Dawi, Jagadeesh, Antoinette, giovani e adulti
che conosciamo da anni. Ci si apre per ap­
prezzare Addis Abeba, Ougadagou, Prod­
datur, Colombo e anche Cotonou e Phnon
Penh.
La solidarietà intesa da Il Sole Onlus è pro­
prio questo: apprezzare. Apprezzare non a
senso unico, mossi da pietismo, ma apprez­
zare consapevoli che solo apprezzando ci
si può mettere in gioco fino al punto di con­
trastare le storture del mondo al quale ci si è
aperti. Alganesh, Pauline, Vihjani, Michelle,
sono solo dei piccoli esempi, viventi, di come
le storture del mondo siano più vicine di
quanto pensiamo.
Questi nomi rappresentano l’evidenza che
il mondo al quale ci siamo aperti non sem­
pre funziona: violazioni dei diritti dei bambini,
sono storture da combattere. Ma per combat­
tere occorre conoscere, capire, apprezzare e
soprattutto aprirsi con gli occhi ingenui e in­
nocenti dei bambini.
Il Sole ha questo approccio in Etiopia, Burki­
na, India, Sri Lanka, Benin, Cambogia e in
tutti gli altri Paesi in cui non interviene, ma
nei quali si registrano violazioni dei diritti dei
bambini molto evidenti.
Aprirsi al (terzo) mondo è questo, è capire, è
conoscere realtà lontane, in termini di tempo
e spazio, anni luce, è testimoniare bello e
brutto del (terzo) mondo.
E in Italia?
In Italia è la stessa e identica cosa.
Sofia, Salvatore, Carlo, Rosalba, Salvo, Da­
lila, Dario, Chiara sono persone che ci stan­
no aiutando ad aprirci al (primo) mondo, il
nostro.
Da sempre il nostro motto è: “il 50% del nos­
tro lavoro è la, il 50% qua”.
Individuare il là, per noi è semplice. Là è
ovunque ci sia una violazione dei diritti
dell’Infanzia. E qua?
Qua è ovunque ci sia la possibilità di sensi­
bilizzare e promuovere la tutela dei diritti dei
bambini dimenticati, violati, abusati, sfruttati.
Qua è ovunque Il Sole Onlus possa ado­
perarsi per informare, per far conoscere, per
far capire, per far apprezzare alle persone
del nostro mondo ciò che succede nel terzo
mondo.
Qua è ovunque ci si possa aprire per aprirsi
al mondo.
È un luogo della mente, ma è anche un luogo
fisico, reale e concreto.
Qua è l’insieme dei nostri sportelli opera­
tivi di Torino, Rescaldina, Jesolo e Palermo.
Luoghi da conoscere, capire e apprezzare
affinché la nostra opera di sensibilizzazione
e promozione si possa diffondere in maniera
capillare.
Qua è l’insieme formato da Sofia, Salvatore,
Carlo, Rosalba, Salvo, Dalila, Dario, Chiara e
da tutti quelli che vogliono unirsi a noi per dar
voce e forza ai diritti dei bambini del mondo.
Di tutto il mondo, dei bambini là e dei bam­
bini qua.
Qua e là, sono due facce della stessa me­
daglia che hanno un solo ed unico scopo:
aprirsi al mondo.
Vittorio Villa
Il Sole News - 3
Notizie dal Mondo
CAMBOGIA Povertà
16/09/2010
Operai protestano a Phnom Penh
A Phnom Penh, in Cambogia, gli operai del set­
tore dell’abbigliamento chiedono l’aumento dei
salari. Guadagnano 61 dollari al mese.
Fonte: www.Internazionale.it
BENIN
Istruzione
14/09/2010
La scuola non è ricominciata per i bambini
‘vidomegons’
Sono figli di famiglie povere, vengono comprati
dai ricchi che li fanno lavorare duro anziché
mandarli a lezione. Nell’antica tradizione del
Benin i ‘vidomegons’ erano i ragazzi mandati a
studiare in città presso i parenti più benestanti,
che provvedevano al loro sostentamento e li
mantenevano agli studi. Oggi l’antica pratica
si è però trasformata in un mercato: i bam­
bini vengono rapiti o comprati da intermediari
senza scrupoli con cifre che vanno dai 10 ai
40 euro, spesso raggirando i genitori con false
promesse.
Sono 150mila ogni anno i minori che finiscono
a lavorare nelle abitazioni dei ricchi, nei mer­
cati, nelle cave di pietra o nelle piantagioni di
Nigeria, Togo e Costa d’Avorio venendo strap­
pati alla scuola e alle famiglie, spesso mal­
trattati e abusati. I piccoli non sono registrati
all’anagrafe e una volta venduti è impossibile
ritrovarli. Spesso inoltre le bambine subiscono
matrimoni forzati combinati dalle famiglie a loro
insaputa, costrette a essere spose bambine e a
lavorare a casa di chi le ha acquistate.
INDIA
Infanzia
17/09/2010 La mortalità infantile è in calo, cruciale è il
ruolo delle donne
Dal 1990, la mortalità infantile è diminuita di
un terzo con 8,1 milioni di decessi nel 2009 in­
vece dei 12,4 milioni di casi registrati quasi 20
anni prima, anche se tassi elevati perdurano in
alcuni paesi dell’Africa sub-sahariana, in par­
ticolare Nigeria e Repubblica democratica del
Congo. I dati sono contenuti nell’ultimo rappor­
to stilato dal Fondo Onu per l’infanzia (Unicef)
che prende in considerazione i casi di mortalità
infantile dalla nascita fino ai 5 anni di età. No­
nostante passi avanti significativi, con 12.000
bambini salvati ogni giorno, sono ancora in
22.000 a morire quotidianamente e nel 70%
dei casi si tratta di piccoli sotto l’anno di vita.
In coda alla classifica ci sono i paesi dell’Africa
sub-sahariana, dove un bambino su otto non
riesce a raggiungere i 5 anni di età, ma anche
India, Pakistan e Cina. L’Unicef sottolinea che
si è ancora lontani dalla riduzione dei due terzi
del tasso di mortalità infantile auspicata dagli
Obiettivi del Millennio adottati nel 2000. Secon­
do la prestigiosa rivista medica britannica The
Lancet, i progressi più significativi vengono
registrati laddove il settore sanitario pubblico
è in rapida espansione così come l’accesso
a programmi di assistenza nutrizionale, vacci­
nazione, acqua potabile e vitamine. Inoltre, a
giocare un ruolo determinante in difesa della
salute dei bambini è la figura materna: si stima
che nel 2009 le giovani donne con livelli minimi
di istruzione sono riuscite a salvare più di 4 mi­
lioni di vite.
Fonte: www.misna.org
Fonte: www.vita.it
Il Sole News - 4
Notizie dal Mondo
ETIOPIA
7/10/2010
Politica
Liberazione di Birtukan Mideksa, oppositrice del governo incarcerata per le proteste
contro i risultati elettorali
È rientrata nella sua abitazione dopo 646 giorni
di carcere, oltre 200 dei quali passati in isola­
mento, Birtukan Mideksa, carismatica presi­
dente del partito di opposizione ‘Unione per la
democrazia e la giustizia (Udj)’, oggetto di una
grazia del presidente Girma Woldegiorgis, che
ha dato il via libera alla sua scarcerazione. La
notizia, annunciata dalla televisione di stato, ha
fatto il giro di Addis Abeba in poche ore e oggi
è sulla bocca di tutti. La giovane oppositrice, di
appena 36 anni, soprannominata la ‘Aung San
Suu Kyi etiopica’ era stata condannata insieme
ad altri esponenti dell’opposizione, giornalisti e
attivisti, dopo le proteste contro i risultati eletto­
rali del 2005, durante le quali 187 manifestanti
e almeno sei poliziotti furono uccisi. Nel 2007
ottenne il perdono e fu rilasciata, come molti
altri, dopo aver firmato una lettera di scuse. Nel
2008, Birtukan – un ex giudice federale - parlò
a un incontro pubblico delle negoziazioni per
il suo rilascio. Dopo aver rifiutato di ritrattare
le sue affermazioni, fu arrestata di nuovo e la
sentenza originale ripristinata. “Nonostante
l’entusiasmo, in pochi ritengono che la sua
scarcerazione lasci presagire un ammorbidi­
mento delle posizioni del governo di Meles
Zenawi sull’opposizione – osserva la fonte – e
anzi, i critici sostengono che questo rilascio sia
un’operazione ‘di facciata’ per riparare ai danni
d’immagine subiti dal regime negli ultimi mesi”.
La liberazione di Birtukan avviene all’indomani
dell’insediamento del primo ministro Zenawi
per un nuovo mandato quinquennale, dopo
una vittoria schiacciante e molto contestata
alle passate elezioni nel mese di Maggio.
Anche se adesso le tensioni dei mesi scorsi,
collegate all’appuntamento alle urne si sono
affievolite “le comunicazioni e la connessione
ad Internet restano sempre problematiche, e
il governo controlla qualsiasi tipo di collega­
mento con l’estero”, negli ultimi mesi il governo
ha raddoppiato la stretta sulle voci dissidenti
“anche in seguito ad un’ondata di aumenti dei
prezzi di generi di prima necessità come farina,
pane e carburante, che hanno provocato dif­
fuso scontento tra la popolazione”. Nel giro di
una settimana “la benzina è aumentata di un
Birr e mezzo (circa cinque centesimi di euro),
e la farina di due Birr – aggiunge - cifre che
pesano sull’economia delle famiglie etiopi”.
Una situazione, complessa quella nel paese,
considerato tra i più stabili alleati del Corno
d’Africa nella lotta contro il terrorismo interna­
zionale e l’insurrezione antigovernativa che da
mesi cinge d’assedio il governo di transizione
nella vicina Somalia. “Se Birtukan riuscirà a
far cambiare le cose, il cammino dell’Etiopia
sarà comunque lungo – conclude – ma la sua
scarcerazione è un primo passo nella direzione
giusta”.
Fonte: www.misna.org
Il Sole News - 5
Notizie dal Mondo
ETIOPIA
5/10/2010 Politica
Meles Zenawi si insedia per un altro mandato di 5 anni come Primo ministro
Si è insediato per un ennesimo mandato di
cinque anni il primo ministro Meles Zenawi,
da 19 anni alla guida del paese. Davanti alle
due camere del Parlamento di Addis Abeba,
Zenawi ha giurato fedeltà alla Costituzione,
mentre è stato eletto il nuovo presidente del
Parlamento, Abadula Gemeda, alleato del pri­
mo ministro. L’insediamento di Zenawi fa se­
guito alle elezioni del Maggio scorso, vinte con
una schiacciante maggioranza - oltre il 99% dei
voti - dal suo partito, il Fronte democratico e
rivoluzionario del popolo etiopico (Eprdf). Nato
nel 1955 nella provincia settentrionale del Ti­
gray, Zenawi è stato un esponente di spicco
del ‘Fronte di liberazione dei popoli del Tigray’
(Tplf), uno dei movimenti armati che rovesciò
il dittatore Mengistsu Haile Mariam nel 1991.
Presidente del governo di transizione fino al
1995, Zenawi fu eletto primo ministro lo stesso
anno, e da allora accumula mandati quinquen­
nali. L’opposizione politica, molto debole no­
nostante il regime sia multipartitico, denuncia
da anni pressioni, intimidazioni e frode eletto­
rali.
Fonte: www.misna.org
BENIN
26/10/2010
Povertà
L’alluvione dimenticata, in Benin 50mila
case distrutte
tale è stata caratterizzata da violente precipi­
tazioni, che però hanno colpito con particolare
gravità il piccolo Benin. Cotonou, è interamente
sott’acqua e migliaia di ettari di produzioni agri­
cole sono a loro volta sommerse, con un grave
rischio per l’economia del paese. 56 persone
hanno già perso la vita e 50.000 case sono an­
date distrutte in quella che viene ricordata come
la peggiore inondazione da oltre cinquant’anni.
Ma al momento il pericolo maggiore sembra
venire dal colera che è già stato registrato in
oltre 800 casi, e che potrebbe rapidamente es­
pandersi a macchia d’olio in assenza di ade­
guati sistemi di potabilizzazione dell’acqua.
Intanto gli aiuti della comunità internazionale,
come recentemente avvenuto in Pakistan, re­
stano a livelli bassissimi. Catastrofi al rallen­
tatore come questa non sembrano infatti stuz­
zicare l’attenzione dei media e della politica,
restringendo di conseguenza le disponibilità
economiche per le organizzazioni umanitarie
impegnate nella risposta. Al momento solo la
Germania e l’Inghilterra hanno riportato con­
tributi all’appello delle Nazioni Unite.
Sul blog della Banca Mondiale l’inviato in loco
Daniel Sellen scrive: “A poche settimane dal
raccolto le inondazioni non potevano scegliere
un periodo peggiore per la produzione agricola,
il fiume Ouemè è straripato al punto di rendere
impossibile distinguere il suo letto originario”.
Nelle prossime settimane si aspettano nuove
piogge, è indispensabile che questa volta, di­
versamente da quanto avvenuto in Pakistan,
la comunità internazionale risponda prima che
anche questa inondazione vada a perdersi in
un oceano di indifferenza.
Fonte: www.repubblica.it
710.000 dollari, pari a circa un dollaro per
persona colpita, questa è la proporzione
dell’impegno umanitario attuale della comunità
internazionale per il Benin.
Da settimane l’intera area dell’Africa occiden­
Il Sole News - 6
Reportage dal Benin
L’impatto visivo è formidabile: una distesa di zata, incapace di parlare e con il corpo pieno
quasi venti ettari di terreno punteggiata da ban­ di bruciature di sigaretta. Forse uno scambio
carelle, carretti, verdure, frutta, tuberi, sementi, andato male o un trasferimento fallito, con la
abiti usati e ogni altro genere di merci avvolti polizia alle calcagne.
in un chiasso infernale e in un odore pungente La storia di Desirèe è una delle tante e le des­
di spezie e materiale organico in decompo­ tinazioni di questi bambini sono le più svariate.
sizione.
Oltre al lavoro nell’agricoltura molti vengono
Siamo a Cotonou, città del Benin, e il magma impiegati come bambini­soldato, altri finiscono
vivente nel quale stiamo per addentrarci è nell’ambito della prostituzione, o, ancora, nel
il mercato di Dantokpa, il più grande di tutta lucroso settore delle adozioni, ovviamente non
l’Africa Occidentale. Dicono sia frequentato in Europa o Nord America dove i controlli sono
ogni giorno da almeno un milione di persone, e ferrei.
non si stenta a crederci.
A fare del piccolo Benin un paese leader in
Qui l’economia del paese prende corpo, si ma­ questo traffico concorrono diversi fattori. Innan­
terializza. Qui si svolgono milioni di traffici com­ zi tutto la collocazione geografica e l’assoluta
preso quello più odioso, la tratta dei bambini.
permeabilità dei confini. Sulla frontiera ad est
Secondo le Nazioni Unite il Benin ha un primato c’è il gigante Nigeria, patria di tutti i traffici e di
di cui non andare fiero: almeno quaranta mila ogni scambio clandestino e illegale. Ad Ovest,
minori vengono venduti come schiavi e le storie a pochissimi chilometri, c’è un’altra frontiera,
che si raccolgono sono toccanti. Desirèe oggi ha quella con il Togo e subito dopo quella del
quattordici anni e ha una esperienza agghiac­ Ghana. Tre frontiere in successione dominate
ciante di schiava bambina. La racconta con un dalla corruzione dalle quali passano ogni gior­
filo di voce, gli occhi bassi e il viso nascosto no merci per un valore incalcolabile, anche la
dalle treccine, come se
merce umana, all’alba
facesse fatica a rievo­
del terzo millennio.
Qui l’economia del paese prende
carla. Quando di anni ne
A complicare il tutto c’è
corpo, si materializza. Qui si svolgoaveva undici fu affidata
il fatto che il Benin è un
no milioni di traffici compreso quello
dai genitori ad una co­
paese anomalo, che vive
più odioso, la tratta dei bambini.
noscente, che promise
esclusivamente di com­
di portarla nella capitale
mercio e che non ha un
per farla studiare e poi
settore agricolo. La cosa
trovarle un lavoro. Per la famiglia numerosa era salta all’occhio se si viaggia nell’entroterra, ver­
un affare: una bocca in meno da sfamare e una so le città dell’altopiano di Atakorà, in direzione
chance per una delle figlie, che altrimenti non delle frontiere a nord con il Burkina Faso e il
avrebbe avuto nessuna possibilità di lasciare Niger. Il paesaggio è quello africano, piccoli vil­
il villaggio e costruirsi una vita propria. Ma le laggi, nugoli di bambini che scorrazzano sulla
cose non andarono così. Il giorno stesso in cui terra rossa di questa parte di continente, ma
fu prelevata, Desirèe fu portata a Dantokpa e mancano i campi coltivati.
poi a Porto Novo, capitale del Benin, sulla fron­ È forse anche per questo che Cotonou è una
tiera con la Nigeria. La conoscente le mise in città caotica, che ospita quasi un quarto dei cir­
mano alcuni pacchetti di biscotti e le disse di ca sette milioni di abitanti di tutto il paese. Una
passare la dogana senza voltarsi indietro, lei città dominata dai motorini, che invadono le
eseguì e si ritrovò in un paese straniero, senza strade come fossero sciami di mosche. Anche
identità e alla mercé di una banda di trafficanti in questo si vede la vocazione commerciale di
che la fecero lavorare in condizioni di schiavitù questo paese: su questi motorini passa buona
per due anni nei campi. Poi l’anno scorso fu parte dell’economia dato che trasportano di
trovata abbandonata a Porto Novo traumatiz­ tutto e almeno la metà sono moto­taxi capaci di
Il Sole News - 7
caricare anche due passeggeri e un bambino.
Oggi è cambiato tutto e il Regno del Dahomey
In fatto di vocazioni il Benin ne ha una che arri­ non c’è più, il paese ha cambiato nome in Be­
va dalla storia. Ai tempi dello schiavismo erano nin, la schiavitù è stata abolita per legge, ma
quattro le vene aperte
quella odiosa forma di
che hanno dissanguato
commercio di esseri
l’Africa: l’isola di Gorèe,
umani non è ancora
Oggi è cambiato tutto e il Regno del
in Senegal, Cape Cost,
scomparsa del tutto.
Dahomey non c’è più, il paese ha cam­
nel vicino Ghana, la
biato nome in Benin, la schiavitù è sta­
città di Pointe Noire,
Raffaele Masto
ta abolita per legge, ma quella odiosa
nel Congo Brazzaville
Giornalista e scrittore.
forma di commercio di essere umani
Lavora nella redazione
e, appunto Ouidah,
non è ancora scomparsa del tutto.
esteri di Radio Popoporto sulla costa del
lare. È stato inviato in
Benin. Da qui vennero
Medio Oriente, America
imbarcati centinaia di
migliaia di schiavi catturati nell’entroterra dai Latina ma soprattutto in Africa. Sui suoi viaggi
sovrani del sanguinario Regno del Dahomey in questo continente ha scritto diversi libri per
che poi li vendevano ai trafficanti portoghesi, Sperling & Kupfer. Tra gli altri “In Africa” (2003)
e “L’Africa del Tesoro” (2006)
spagnoli, francesi, danesi e inglesi.
Raffaele Masto
Storia dal Benin – Storia del Mondo
Dal Togo alla Nigeria, passando per il Benin, si
estende quella che veniva chiamata la “Costa
degli Schiavi”. Cuore pulsante del commercio
negriero in questa regione era la città costiera
di Ouidah, in Benin, 42 chilometri a ovest della
capitale economica Cotonou, un luogo impre­
gnato di storia e di spiritualità vudù (la religione
locale).
A Ouidah è possibile percorrere un breve iti­
nerario che rievoca la strada battuta dagli
schiavi per raggiungere le navi negriere che li
attendevano ancorate al porto. Qui – come in
altre città interessate dalla tratta – si trova la
Porta del non ritorno, un arco monumentale che
evoca la tragedia della tratta. La porta è rag­
giungibile percorrendo la strada principale che
collega il centro cittadino all’oceano. Il percorso
corrisponde esattamente al cammino – lungo
circa quattro chilometri – calpestato per secoli
da migliaia di africani, catturati e incatenati.
Lungo il tragitto si incontra l’Albero dell’oblio,
attorno al quale venivano trascinati gli schiavi
affinché dimenticassero il loro passato di uo­
mini liberi (qui, in catene facevano nove volte
il giro attorno all’albero per dimenticare le loro
origini, i loro ricordi, le loro radici). Venivano
condotti poi alla Casa Oscura nel quartiere Zo­
mai, dove venivano tenuti per settimane intere,
nel buio e in catene, in attesa dell’arrivo delle
navi negriere. Questa pratica aveva il duplice
scopo, da una parte abituarli al buio della stiva
della nave, dall’altra di creare un disorienta­
mento fisico e psicologico nell’animo dei po­
veretti in catene. A Ouidah, due isolati a est del
mercato, si trova inoltre il Museo di storia, crea­
to all’interno di un vecchio forte portoghese,
ben restaurato, dove si può rivivere la storia di
quel terribile traffico umano.
Il Sole News - 8
Benin la terra del Vudù
Mi trovo in un minuscolo villaggio al centro del di anime, di avi e di aldilà. Una religione che
Benin. Le poche capanne di fango e paglia esalta i propri defunti che vivono in un aldilà
sono posizionate attorno ad una piccola ca­ molto vicino all’aldiquà. Che sono il ponte tra la
panna circolare. Vi sbircio dentro. Al centro terra ed il cielo, tra il visibile e l’invisibile.
c’è un montarozzo di terra con diversi oggetti Ogni città, ogni villaggio, ogni casa, ha il suo
informi, di materiale ferroso, appoggiati sopra. Vudù protettore, a cui chiedere di intercedere
La mia curiosità non passa inosservata. Un presso l’Entità Suprema (Mawu) per ricevere
giovane, guardandomi viene verso l’uscio della protezione, fortuna, salute, ricchezza, amore. E
capanna. Si toglie le infradito ed entra. Inginoc­ il Vudù può assumere diverse forme: un vaso,
chiatosi innanzi a quel cumulo di fango prende un cumulo di fango, un pupazzetto, dentro cui
una campanella posta accanto. Con delicatez­ alberga lo spirito. Lo spirito non può che essere
za la percuote ed assieme al tintinnio sussurra rispettato, venerato e non va irriso. Fotogra­
qualcosa. Si direbbe
fare senza chiedere
una preghiera. Dopo
permesso è mancare di
un po’ mi guarda e mi
rispetto e, forse, la foto
Questa terra è la madre del Vudù, la
sorride. Mi fa segno di
depotenzia le capacità
cui parola significa “mistero”, “nascos­
avvicinarmi: non posso
magiche.
to” e non indica la pratica di infilzare,
entrare ma mi indica,
Con i miei compagni
con spilli e chiodi, pupazzetti antropo­
la macchina fotografica
di viaggio risaliamo il
morfizzati, come certa letteratura, o
e annuendo col capo
fiume con la piroga.
filmografia, ci ha fatto credere, ma è
mi fa intendere che
Incrociamo decine di
la religione di questa parte dell’Africa.
posso scattare qualche
altre imbarcazioni lo­
Ogni angolo del Benin ci parla di riti,
foto. Ha prima chiesto
cali. Gli uomini pescano
di fede, di magia, di sacrifici, di anime,
il permesso agli spiriti e
o raccolgono la sab­
di avi e di aldilà. Una religione che
loro glielo hanno accor­
bia dal fondo da riven­
dato. Quella è la casa
dere ai costruttori sulla
esalta i propri defunti che vivono in
del Vudù del villaggio.
riva della terra ferma.
un aldilà molto vicino all’aldiquà. Che
Il Vudù che protegge
Nelle barche dove ci
sono il ponte tra la terra ed il cielo, tra
l’attività del fabbro. Ed
sono bambini e donne,
il visibile e l’invisibile.
il giovane sorridente è
questi si appiattiscono
il “fabbro­sacerdote”. Mi
sul fondo e si coprono
mostro onorato – e lo sono davvero – per tale con le loro stoffe, un po’ per pudore, un po’ per
concessione e dopo le foto mi inchino, in segno paura e un po’ per non farsi fotografare. Poco
di gratitudine, sia al Vudù che al giovane.
distante dal villaggio di Agueguè ci rechiamo
Ho visto in diversi altri villaggi e città del Benin, presso un’isoletta. Vi si accede con difficoltà.
turisti dallo “scatto selvaggio”, venire insegui­ Tutt’attorno c’è una vegetazione alta e fitta.
ti con sassi e bastoni, proprio per non avere Molto prima di toccare terra incontriamo un
avuto la delicatezza di attendere il permesso di ingorgo di altre piroghe. Si stanno dirigendo
fotografare i sacri luoghi.
tutte nella stessa direzione. Siamo costretti a
Questa terra è la madre del Vudù, la cui parola scendere in acqua. Il fondo, che non si vede, è
significa “mistero”, “nascosto” e non indica la limaccioso e scuro. Le scarpe le lasciamo sulla
pratica di infilzare, con spilli e chiodi, pupazzetti piroga perché sull’isola c’è la foresta sacra e
antropomorfizzati, come certa letteratura, o fil­ la si percorre solo a piedi nudi. Abbiamo una
mografia, ci ha fatto credere, ma è la religione guida d’eccezione: un omino dal sorriso fisso
di questa parte dell’Africa. Ogni angolo del Be­ su un faccino simpatico, tutto vestito di bianco
nin ci parla di riti, di fede, di magia, di sacrifici, che qui è considerato il Re della foresta sacra.
Il Sole News - 9
Per questo motivo l’atteggiamento degli uomini
che incontriamo è sorridente ed accogliente.
Questi balzano agili dalle loro barche facendo
ondeggiare i loro vestiti leggeri, quasi tutti bian­
chi. Dopo qualche decina di metri, percorsi con
l’acqua sino alle cosce, tocchiamo terra e lì ci
viene incontro una vecchina, dagli abiti vario­
pinti, con un vaso in mano, nel quale, con un
rametto, intinge ed asperge, su di noi, un li­quido
benedicente. Echeggiano urla, cantilene e ritmi
di tamburo. Ci inoltriamo nella foresta sacra e
ci vengono incontro una dozzina di donne, ves­
tite come quella più anziana. Ci accolgono (ve­
ramente accolgono il loro Re, e noi al se­guito),
quindi voltatesi ci precedono danzando e ci
fanno strada verso una radura. Lì si fermano e
fanno ala. Noi passiamo nel mezzo e ci acco­
modiamo, per terra, in fondo. Al Re viene porta­
ta una poltrona. Ancora soavemente sorride. Si
siede. Cambia il ritmo dei tamburi e delle danze.
Dal folto della foresta spuntano una decina di
uomini con asce e bastoni in mano. Mimano
atteggiamenti mi­nacciosi. Qualcuno regge una
torcia. Capriole e piroette e poi, tutti a sfregarsi
il corpo col fuoco, tra gli applausi e le risa della
gente attorno. Il Re guarda benevolo e fa cenni
di approvazione con la mano. Finita l’esibizione
in onore del re, gli uomini vestiti di bianco si dis­
pongono ad ala dietro le donne e fanno ingres­
so tre distinti signori. I vestiti ed i copricapo vis­
tosi e dai colori sgargianti. In mezzo alla radura
vi sono decine di anfore di terracotta e diverse
statuette fatte di rami, fango e pezzi di mate­
riale ferroso. Gli ultimi arrivati sono sacerdoti.
Lo sguardo è fiero e il portamento altezzoso.
Non incrociano lo sguardo di nessuno, tranne
quello del Re a cui concedono però cenni di
riverenza e di onore. Si seggono in prossimità
delle anfore. Sono i Vudù che a­bitano la foresta
sacra. Uno dei sa­cerdoti prende una bottiglia,
la porta alla bocca e prende un grosso sorso
del liquido lì contenuto, dopodiché lo spruzza,
dalla bocca stessa, sui Vudù innanzi. Ripete il
gesto sino a che ogni vaso ed ogni “scultura”
sia stato bagnato. Lo stesso ripeteranno gli
altri sacerdoti. Un brindisi con gli spiriti, con
gli avi defunti, con le divinità e anche un po’
con me ed i miei compagni, perché ogni volta
che sputano investono anche noi con un po’ di
SottoTraccia
È una pubblicazione semestrale di taglio
interdisciplinare sulle tematiche del sociale
diretta da Salvatore Inguì e Rosalba Romano.
Nata da un progetto maturato negli anni da
due esperti professionisti del sociale, SottoTraccia, è una rivista sui saperi e percorsi
sociali che raccoglie contributi di professio­
nisti ed esperti di tutte le discipline e materie
insistenti in tale ambito, per dare un contributo di studio e di ricerca nonché spunti
di approfondimento sui problemi quotidiani
della persona.
Ogni numero è aperto a quanti desiderano
collaborarvi e si avvale di contributi interni
ed esterni: nessuna presunzione di poter
fare da soli, ma anzi ci auspichiamo il contributo di altre esperienze, di altre scienze,
di altri saperi. SottoTraccia è inoltre una galleria fotografica che accosta immagini e parole, trattando temi da attingere nei circuiti ai
molti “invisibili” perché paralleli a realtà più
in voga.
benedizione. A quel punto il Re, con un gesto
misurato richiama l’attenzione dei sacerdoti e
poi indica il nostro gruppo. Fa cenno di andare
avanti, verso il centro. Mi accorgo che tutti gli
sguardi sono su di me. Mi stanno invitando a
partecipare. I miei compagni sono sollevati
dalla scelta. Qualche perplessità mi sfiora, ma
la ricaccio immediatamente. Mi alzo tra urla ed
acclamazioni degli astanti. Un sacerdote colma
un bicchiere del liquido dalla bottiglia e me lo
porge. Lo agguanto con atteggiamento solenne
e lo sollevo, alla occidentale, verso tutti i pre­
senti. Dopodiché, ancor più ispirato, mi volgo
verso gli spiriti. Alzo il bicchiere verso di loro e
bevo in un sol colpo, avendo cura di lasciare
un po’ di liquido sul fondo. Così, con ancora
maggiore solennità, lascio cadere il contenuto
rimasto sui Vudù. Attorno a me urla ed appro­
vazione. Seguito da sguardi sorridenti torno
al mio posto e mi seggo e soltanto lì mi arriva
un colpo al petto, ma dall’interno, come di ma­
chete, che mi squarcia le viscere. Solo dopo
Il Sole News - 10
saprò che si chiama Soka­be, ed è il distillato
del cuore di palma. Rimango dignitosamente
impassibile. Il rito continua. Adesso attorno è
tutto silenzioso. Non più urla, né tamburi, né
battiti di mani. La scena è tutta di un sacerdote
che indugia tra i Vudù. Gli parla. Tra le mani
tiene un’anfora che dopo avere scossa capo­
volge tra i feticci. Ne escono dei sassolini co­
lorati. Il silenzio adesso è tombale. Il sacerdote
curvo, immobile. Lentamente fa scorrere i suoi
occhi su quei sassi. Tutto trattiene il respiro. Fi­
nalmente si erge verso la folla dallo sguardo
interrogativo e lentamente parla. Si levano urla
di giubilo. Gli spiriti hanno accettato l’offerta ed
il responso dell’oracolo è che avremo tutti buo­
na fortuna, buona sorte e benedizioni, tante. E
via di nuovo canti e danze ed esibizioni di de­
strezza. Alla fine, a noi bianchi, viene richiesto
un obolo. Non ci penso due volte a lasciare loro
un regalo: non c’è prezzo per la partecipazione
ad un rito dal quale ritorni a casa carico di for­
tuna, salute e benedizione.
Salvatore Inguì
coordinatore di “Libera, nomi e numeri contro
le mafie”, ma anche direttore del semestrale
SottoTraccia, che affronta tematiche sociali e
assistente sociale da sempre impegnato, per
conto del Ministero della Giustizia nel reinserimento e nel recupero dei giovani più disagiati.
Fiori che comunicano
Fanno notizia i bambini del Sud del mondo? pubblicista e redattrice prima e come addetta
Fanno notizia i bambini etiopi abusati sessual­ stampa poi. Conciliare il mio lavoro con il mio in­
mente, seguiti dal counseling center de Il Sole teresse per la cooperazione, per i rapporti Nord
Onlus? Può sembrare una domanda cinica, e – Sud del mondo, per le pratiche verso un altro
forse lo è in questi termini, ma è questa la sfida mondo possibile è sempre stata una priorità.
principale dell’attività di comunicazione e ufficio E dei progetti de Il Sole Onlus sto cercando di
stampa che ho avviato da poche settimane per comunicare proprio questo: non si fa carità, si
danno strumenti, non
il sodalizio comasco.
ci si limita ad aiutare
L’obiettivo della colla­
Comunicare il non profit non è sempre
“qui e ora” ma si lavora
borazione professio­
facile, perché gli spazi sono ridotti e
per un futuro migliore,
nale tra me e Il Sole
l’interesse spesso non è molto; comunei vari Paesi in cui
Onlus
è
appunto
nicare una realtà non profit come Il Sole
si opera. Il tutto con
l’avvio
dell’ufficio
Onlus, che non è «un’azienda della co­
strategie basate sulla
stampa della Ong, ini­
partecipazione e sulla
ziando un percorso di
operazione» e si occupa di tematiche
trasparenza: valori non
comunicazione con­
molto delicate può rappresentare un
sempre, purtroppo, ri­
tinuativa con i media
ulteriore livello di complessità.
spettati da alcune re­
locali e nazionali.
altà non profit, anche
La sfida è duplice:
comunicare il non profit non è sempre facile, più grandi e “visibili” de Il Sole. Quando si fa
perché gli spazi sono ridotti e l’interesse spesso cooperazione, insomma, non è importante a
non è molto; comunicare una realtà non profit mio avviso solo il risultato: è importante anche
come Il Sole Onlus, che non è «un’azienda della come lo si raggiunge.
cooperazione» e si occupa di tematiche molto Sto comunicando ai media i contenuti dei sin­
delicate può rappresentare un ulteriore livello di goli progetti, con un’attenzione particolare
complessità. Ciò detto, come professionista e alla campagna per il sostegno a distanza che
come persona attenta alle realtà del Terzo set­ riguarda Fiori che rinascono, il progetto attivo
tore, ho accettato la sfida: mi occupo di comu­ in Etiopia, di supporto e aiuto a bambini vittime
nicazione da quasi dieci anni, come giornalista di violenza sessuale. L’interesse dei miei in­
Il Sole News - 11
terlocutori – giornalisti di periodici, settimanali,
quotidiani della carta stampata, dal livello lo­
cale a quello nazionale, cronisti delle agenzie
di stampa e redattori di radio e tv, oltre che di
varie testate on line – è crescente: sono so­
prattutto le “storie” delle persone, dei bambini
aiutati dal Sole Onlus a catalizzare l’attenzione.
Le splendide fotografie dei progetti, i video, le
testimonianze dirette suscitano l’interesse di
tutti, e i giornalisti non sono una “categoria” più
insensibile delle altre…
Riuscire a “confezionare” queste storie nel
modo più efficace possibile, renderle vere e
proprie notizie, con modalità che variano a
se­conda delle esigenze e del tipo di media al
quale ci si rivolge, è il mio compito, nonché la
chiave di volta per rendere migliore la comuni­
cazione di una Ong verso i media.
Lo scopo insito in questo lavoro è quello di ac­
creditarsi sempre di più come voce autorevole
in materia di cooperazione, di aiuti, di tutela dei
diritti dei minori e dei diritti umani in genere. È
un percorso appena iniziato, ma già entusias­
mante.
E lo è non solo per la bontà reale, tangibile,
dei progetti de Il Sole, per i bambini dalle storie
orribili, che fanno male solo ad essere lette sui
dossier preparati dai referenti dell’associazione.
Lo è anche perché si respira un clima di sentita
collaborazione tra tutti, di calore e accoglienza,
di ascolto, soprattutto, delle opinioni di tutti e di
decisioni partecipate: non tutta la cooperazione
è uguale, la cura delle piccole cose, “come”
una Onlus si comporta con i propri interlocu­
tori, inclusi i propri collaboratori, possono es­
sere un buon metro di giudizio per valutare il
lavoro dell’associazione stessa.
Quanto a me, mi auguro di contribuire
all’affermazione e al successo delle attività de
Il Sole Onlus. Con un occhio sempre forse un
po’ cinico – deformazione professionale, ca va
sans dire – ma con la consapevolezza che tanti
vorranno e potranno raccontare, ognuno con i
suoi mezzi, con linguaggi e ottiche diversi, le
tante esperienze legate a questa Ong. Per­
ché, come diceva uno dei più grandi maestri
del giornalismo, Ryszard Kapuscinski, «i cat­
tivi non possono essere buoni giornalisti. Solo
l’uomo buono cerca di comprendere gli altri, le
loro intenzioni, la loro fede, i loro interessi e le
loro tragedie. E di diventare subito, fin dal primo
momento, una parte del loro destino».
Barbara Battaglia
Il Sole News - 12
Alcuni dati dal dossier:
“Caritas/Migrantes, Africa – Italia. Scenari migratori” 1
Pesano sul presente dell’Africa le gravi eredità proprio Pil (320 milioni di euro) per la coopera­
del suo passato, a partire dal traffico degli zione allo sviluppo.
schiavi, i cui effetti non sempre sono stati presi Le migrazioni, sia volontarie che forzate (per
in considerazione. Lo storico africano Joseph motivi ambientali e politici), sono innanzi tutto
Ki­Zerbo ha stimato che siano stati più di 30 interne alla stessa Africa. Se dirette altrove,
milioni gli africani ridotti in schiavitù e deportati sono in larga maggioranza regolari, anche se
fuori dal continente: un terribile impoverimen­ non manca chi tenta di attraversare il Mediter­
to. Dopo è venuto il colonialismo, con le sue raneo, spesso trovandovi la morte.
pesanti conseguenze e, infine, il neocoloniali­ Dei quasi 5 milioni di africani nell’UE, circa un
smo.
quinto si è insediato in Italia. Si tratta di 871.128
La disuguale distribuzione delle risorse pone persone (su 3.891.295 cittadini stranieri resi­
il 90% delle strutture produttive in mano a un denti), ma almeno 1 milione considerando
sesto della popolazione
quelle in attesa di re­
mondiale, mentre quasi
gistrazione anagrafica.
La disuguale distribuzione delle
la metà della popolazio­
Le donne sono il 39,8%,
risorse pone il 90% delle strutture
ne africana è povera e
ma con variazioni note­
produttive in mano a un sesto della
sottoalimentata. L’area
voli tra le diverse colletti­
popolazione mondiale, mentre quasi
subsahariana, dove è
vità. Nel gruppo di quelle
la metà della popolazione africana è
concentrato circa un ot­
più conosciute, si va dal
povera e sottoalimentata.
tavo della popolazione
21% del Senegal al 73%
della Terra (più di 800
di Capo Verde.
milioni di persone), dis­
Ogni 10 immigrati africa­
pone solo del 2,1% della ricchezza mondiale ni 7 sono nordafricani (69,6%) e quasi 5 maroc­
con un reddito pro­capite circa 20 volte inferiore chini (46,3%). Tra le collettività più numerose
a quello dell’UE. La disoccupazione giovanile si inseriscono la Tunisia (oltre 100mila resi­
arriva al 60% e l’agricoltura rimane l’attività denti), l’Egitto (quasi 75.000), il Senegal (quasi
principale (70% degli occupati). La Nigeria 70.000), la Nigeria e il Ghana (più di 40.000).
è un esempio significativo di una situazione Gli africani in Italia vivono nei due terzi dei casi
contraddittoria, in cui la ricchezza potenziale è (66,3%) in quattro regioni: Lombardia (29%),
associata alla povertà di fatto.
Emilia Romagna (14,8%), Piemonte (10,2%) e
Si continua a parlare di prospettive di miglio­ Veneto (12,3%).
ramento ma, come osservato dal Sinodo dei Le traiettorie di insediamento cambiano a se­
Vescovi africani, permane una collocazione conda dei gruppi nazionali. La Lombardia è il
al margine dello scenario socio­economico polo più importante per la presenza africana in
mondiale sotto il peso di ingiustizie e sfrutta­ generale e per gli egiziani in particolare, che
mento, ma anche di malgoverno e corruzione, qui si concentrano in 7 casi su 10. I tunisini
nonostante sia passato mezzo secolo dal 1960, realizzano l’insediamento più significativo in
l’anno simbolo dell’indipendenza africana.
Sicilia (15,3% del totale), così come fanno la
collettività ghanese nel Nord Est (62,4%, di
Migrare per crescere
cui il 28,3% in Veneto e il 22,1% in Emilia Ro­
La migrazione rientra nelle strategie di soprav­ magna) e quella capoverdiana nel Lazio (46%)
vivenza dei singoli e nelle strategie di sostegno e a Roma (42%), un altro polo importante per
alla crescita dei Paesi africani. Nel 2009 l’Italia diverse nazionalità.
non è arrivata a versare neppure lo 0,2% del Più di mezzo milione di persone originarie del
(1) Africa­Italia scenari migratori, Centro studi e ricerche IDOS, Roma, 2010
Il Sole News - 13
continente africano sono inserite come lavora­
tori dipendenti nel sistema produttivo italiano,
costituendo quasi un quinto (17,6%) del totale
degli occupati nati all’estero registrati dall’Inail.
L’80% dei medici del Benin lavora in Francia;
Chicago conta più medici etiopici di quanti ce
ne siano in Etiopia. Sono almeno 23.000 gli uni­
versitari che lasciano il continente ogni anno. In
Italia nell’a.a. 2007/08 si contavano 1.891 im­
La situazione è piuttosto dinamica sul piano matricolati africani, 5.758 iscritti ai corsi di lau­
dell’iniziativa imprenditoriale, che vede gli afri­ rea e 505 laureati.
cani, con 61.323 posizioni su 185.466 titolari Complessivamente, circa un terzo degli intel­
d’impresa stranieri censiti a maggio 2009 lettuali africani vive all’estero, mentre l’Africa
(Unioncamere/Cna), incidere per un terzo subsahariana è privata di circa il 30% della
sull’insieme degli imprenditori stranieri. La nota sua manodopera qualificata, anche se non
dolente è la scarsa inci­
tutti trovano un posto
denza delle donne: ap­
rispondente alla loro
L’esodo degli africani può rapprepena l’11,3% tra gli afri­
preparazione, complici
sentare un fattore di riuscita per i
cani imprenditori, fatta
le difficoltà per il ricono­
singoli protagonisti, mentre per i
eccezione per le nigeria­
scimento dei titoli di stu­
rispettivi Paesi può costituire un imne (53,2%).
dio e gli andamenti dei
poverimento, in particolare quando
Nel futuro, bisognerà
mercati occupazionali
si tratta di lavoratori qualificati che
mettere in conto una
di alcuni Paesi di inseri­
maggiore presenza afri­
mento, segnatamente
hanno richiesto un cospicuo inves­
cana nel nostro Paese.
quelli dell’Europa medi­
timento formativo, specialmente se
Per il 2050, anno per il
terranea.
specializzati in alcuni settori, come
quale l’Istat ha previsto
In un contesto così
ad esempio quello medico­sanitario.
la presenza di 12,3 mi­
squilibrato è comprensi­
lioni di stranieri, se gli
bile l’interesse dei Paesi
africani mantenessero l’incidenza attuale (ma di origine a coinvolgere i migranti nella crescita
probabilmente l’aumenteranno) diventereb­ dei sistemi socio­economici locali, sia che rien­
bero oltre 2,7 milioni. L’esodo degli africani può trino personalmente, sia che lo facciano tramite
rappresentare un fattore di riuscita per i singoli le loro competenze o promuovano gli scambi
protagonisti e di speranza per i rispettivi Pae­ commerciali o mettano a disposizione parte dei
si, purché non si riduca a una semplice fuga loro risparmi.
di cervelli e il ritorno finanziario (dall’Italia nel Sotto quest’ultimo aspetto l’apporto della dia­
2008 è stato inviato quasi 1 miliardo di euro) spora è veramente imponente: arrivano in Afri­
si accompagni un ritorno di professionalità e di ca circa 40 miliardi di dollari l’anno, in certi casi
iniziative produttive.
più degli aiuti internazionali e degli investimenti
Il sostegno all’integrazione degli immigrati afri­ diretti dall’estero. I governi dell’UE si sono im­
cani, in un quadro chiaro di doveri e di diritti, in pegnati a devolvere a questo scopo lo 0,51%
questa prospettiva, è un contributo alla crescita del proprio Pil entro il 2010 e lo 0,7% nel 2015,
del continente.
ma l’obiettivo rimane lontano. Nel 2009 l’Italia,
che si è impegnata a devolvere la metà degli
La fuga di cervelli
aiuti all’area subsahariana, non è arrivata a
L’esodo degli africani può rappresentare un fat­ versare neppure lo 0,2% del proprio Pil: poco
tore di riuscita per i singoli protagonisti, mentre più di 320 milioni di euro.
per i rispettivi Paesi può costituire un impove­
rimento, in particolare quando si tratta di lavo­ Il valore delle rimesse
ratori qualificati che hanno richiesto un cos­ Le rimesse hanno una consistente incidenza
picuo investimento formativo, specialmente se sul Pil, specialmente in alcuni Paesi (28% nel
specializzati in alcuni settori, come ad esempio Lesotho, 10% nel Senegal e nel Togo, 9% in
quello medico­sanitario.
Capo Verde). Dagli immigrati africani in Italia
Il Sole News - 14
nel 2008 è stato inviato quasi 1 miliardo di euro occasioni di imparare gratuitamente l’italiano
(930 milioni, di cui la metà verso il Nord Afri­ (anche dopo che è stato sancito l’obbligo di
ca) e la tendenza, una volta passata la crisi, è studiarlo con il cosiddetto “permesso di sog­
all’aumento, grazie anche alla crescente “ban­ giorno a punti”), rafforzata l’assistenza (asso­
carizzazione” degli immigrati africani.
lutamente insufficiente) per quanto riguarda la
Attualmente, 2 punti di distribuzione delle ricerca del posto di lavoro, così come vanno
rimesse su 3 fanno capo ai money transfer contrastati i comportamenti discriminatori.
ed è sentita la necessità di ampliare la rete di Il secondo impegno riguarda la valorizzazione
distribuzione. Nel corso della conferenza inter­ della funzione promozionale degli immigrati
nazionale sulle rimes­
africani. In un mondo
se, svoltasi a Roma
che ai cosiddetti Paesi
Secondo stime della Banca Mondiale,
nel mese di novembre
in via di sviluppo riserva
se diminuisse il costo medio di invio
2009, è stata auspi­
ben poche ragioni di ot­
cata la diminuzione dei
timismo e occasioni di
delle rimesse di 5 punti percentuali in
costi dell’invio, che at­
crescita, l’immigrazione
5 anni, l’aumento del reddito nei Paesi
tualmente incidono tra
va considerata come
ricettori sarebbe pari a 13-15 miliardi
il 9,7% e il 25% sulle
uno dei pochi segni
di dollari.
somme inviate.
di speranza. Gli afri­
Secondo stime della
cani all’estero sono un
Banca Mondiale, se diminuisse il costo medio di potenziale enorme per lo “sviluppo” dei loro
invio di 5 punti percentuali in 5 anni, l’aumento Paesi, che resterà potenziale fino a quando
del reddito nei Paesi ricettori sarebbe pari a 13­ le politiche non interverranno per sostenerlo.
15 miliardi di dollari.
L’Africa ha bisogno non solo delle rimesse ma
anche di un ritorno di professionalità e di ca­
Una questione di diritti
pacità progettuali.
Ai cittadini stranieri i diritti non devono essere La tesi dell’“aiutarli a casa loro” non regge alla
concessi solo sulla carta, in maniera formale e prova dei fatti e, in ogni caso, sarebbe fuorviante
scollegata dalla messa a disposizione dei mezzi se utilizzata per chiudere i corridoi migratori e
finanziari necessari e dagli atteggiamenti quo­ spingere al ritorno chi si è già insediato stabil­
tidiani. Vanno superate le disfunzioni e le len­ mente in Italia. Al contrario, questa presenza
tezze nel trattare le pratiche, ampliate le scarse va valorizzata per legare maggiormente il con­
tinente al dinamismo
della crescita. l’Africa,
o meglio le Afriche,
oltre a essere vicina
geograficamente, lo
sarà anche perché let­
ta in profondità: nella
complessità dei suoi
aspetti problematici e
anche nelle possibi­
lità del suo ‘sviluppo’.
L’Africa è un continen­
te che deve essere
inquadrato con mag­
giore speranza, con­
fidando nell’apporto
che potranno dare gli
stessi immigrati.
Il Sole News - 15
Storie di migranti
Spezie da primo premio
Una banca etica per gli africani
Edith Elise Jaomazava, nominata “Imprendi­
tore immigrato dell’anno” dalla MoneyGram,
la socie­tà di trasferimenti internazionali di
denaro che ogni anno premia l’eccellenza
dell’imprenditoria etnica. Di origine malga­
scia, Jaomazava, 40 anni, gestisce da sei anni
SA.VA, un’azienda di spezie a Moncalieri, in
provincia di Torino. L’impresa è in piena cresci­
ta: nel 2009 le vendite sono aumentate del
62,8 per cento. Oltre a sfidare la crisi in Italia
Jaomazava, sposata con un italiano e madre
di quattro figli, si fa promotrice dello sviluppo in
Madagascar: la vaniglia e la cannella coltivate
nel nord di quel Paese danno lavoro a 300 per­
sone. “Le difficoltà sono state molte. Come fare
a raccontarle?”, scrive sul suo sito “la lingua e
le leggi, la diffidenza dei clienti che si fermano
al colore della pelle e non riescono a vedere la
serietà del lavoro. E poi la famiglia, che non si
può certo trascurare”. Edith Elise Jaomazava
guarda lontano. Nel 2011 prevede di aprire una
nuova sede in Madagascar per migliorare la lo­
gistica della filiera con l’Italia.
Francis
Sietchiping,
gastroenterologo
camerunese trasferitosi a Milano, nel 2007
decide con alcuni amici di fondare una banca
etica per gli africani, la Unicontinental Bank.
È la prima in Italia della diaspora africana.
“L’idea”, racconta Sietchiping, “nasce dalla
nostra volontà, da noi africani d’Italia. Abbiamo
voluto creare uno strumento di microfinanza e
per farlo dovevamo fondare una banca ad hoc.
L’intuizione iniziale era facilitare i trasferimenti
di valuta tra l’Italia e l’Africa, oggi costoso e
anche rischioso”. Sietchiping, calcolatrice alla
mano, ha fatto un po’ di conti: ogni anno gli afri­
cani della diaspora nel mondo spediscono a
casa circa 48 miliardi di dollari. Una somma im­
portante su cui prendono le provvigioni socie­
tà come la Western Union o la MoneyGram. Il
progetto di Sietchiping è ancora in fase di ‘start
up’. “Stiamo selezionando 5.000 africani pronti
ad acquistare azioni per un minimo di 600 euro.
Speriamo di chiudere le prenotazioni entro
giugno e di aprire la banca per la fine dell’anno”,
ha spiegato Ibrahima Camara, membro del
comitato di garanzia. “Come diceva Thomas
Sankara (ex presidente del Burkina Faso, ndr),
dobbiamo produrre e consumare africano”. Un
progetto, dunque, di ispirazione panafricana:
la banca etica sarà posseduta all’80 per cen­
to da africani. I fondatori prevedono di aprire
un’agenzia in Senegal e più sedi in Italia, con il
placet della Banca d’Italia.
Il Sole News - 16
Adotta un bambino a distanza
Per Il Sole Onlus l’adozione a distanza non è solo un sostegno finanziario. Il suo obiettivo è quello
di creare un legame significativo e duraturo nel tempo tra tutti gli attori dell’intervento.
Insieme alla realizzazione di progetti di sviluppo, l’adozione a distanza vuole rientrare in un con­
cetto più ampio di sostegno a distanza ravvicinato. Il sostenitore di un’adozione a distanza può,
tramite Il Sole Onlus, assottigliare lo spazio che esiste tra lui e il bimbo sostenuto.
Il Sole Onlus favorisce infatti contatti epistolari tra sostenitori e beneficiari, promuove incontri con
i bambini adottati a distanza e viaggi di conoscenza della loro realtà di appartenenza.
Cognome ……………………………………… Nome …………………………………………………
Denominazione (nel caso di un’azienda, ente o gruppo) ……………………………………………
Codice fiscale o Partita Iva ……………………………………………………………………………..
Data di nascita ………………… Professione………………………………………………………….
Indirizzo ………………………………………………………………………………………………….
Cap ……………… Città …………………………………………………………….. Prov. ……………
Tel. ……………………………………………… Cell. …………………………………………………..
E-mail………………………………………………………………………………………………………
Intendo attivare N° ……. adozione/i a distanza nel seguente Paese:
 Burkina Faso
 India
 Etiopia
 Etiopia – progetto Fiori che rinascono, bambini vittime di violenza sessuale
Quota:
 Annuale (Euro 300)  Due rate semestrali di 150 euro  Quattro rate trimestrali di 75 euro
Per sostenere un bambino vittima di violenza sessuale inserito nel progetto Fiori che rinascono:
 Annuale (Euro 516)  Due rate semestrali di 258 euro
È possibile versare la quota a copertura dell’adozione a distanza tramite:
 Bonifico bancario: Cassa Rurale ed Artigiana di Cantù – IBAN IT71Q0843010900000000260452
 Conto corrente postale N. 11751229 intestato a: Il Sole Ong Onlus
 Rid bancario compilando l’apposito modulo.
Tutti i versamenti sono da intestare a Il Sole Ong Onlus, specificando nella causale il Paese
dell’adozione, esempio: “Adozione in Etiopia”.
DATA …………………..
FIRMA………………………………...............
Il Sole News - 17
Le persone fisiche e giuridiche possono dedurre o detrarre gli importi delle donazioni a favore de
Il Sole Ong Onlus ai sensi del D. lgs 460/97, Art. 13.
La presente scheda compilata e firmata, può essere inviata, con allegata copia della ricevuta del
versamento o del bonifico all’attenzione di Luciana Milanesi – responsabile dell’ufficio adozioni:
- via fax al numero 031.2757275
- via e-mail all’indirizzo: [email protected]
- via posta all’indirizzo:
Il Sole Onlus
Via L. Leoni 20,
22100 Como
INFORMATIVA AGLI UTENTI
(Ai sensi dell’Art.13 del D.Lgs. 196/2003 - Codice in materia di protezione dei dati personali)
Titolare del trattamento è l’Associazione Il Sole Onlus, con Sede in via Leoni 20, 22100 Como
(Co), che li utilizzerà per le operazioni connesse alle adozioni, per l’invio della newsletter, del
giornalino e del materiale informativo relativo ai progetti e alle campagne di raccolta fondi.
I dati saranno trattati esclusivamente dal personale dell’associazione, non saranno comunicati,
né diffusi, né trasferiti ad altri.
L’utente potrà esercitare i diritti di cui all’art. 7 del D. Lgs. 196/2003 nei limiti e alle condizioni pre­
viste dagli artt. 8, 9 e 10 del citato decreto legislativo rivolgendosi al Titolare del trattamento.
Acconsento al trattamento dei dati personali:
 Si
 No
Firma ………………………………………………………….
Il Sole News - 18
Pepe, dall’Etiopia in partenza anticipata…
L’obiettivo della missione di settembre 2010
in Etiopia è stato quello di formare giovani
studenti dell’università di Addis Abeba, che
si occuperanno dei laboratori artistici del
progetto Fiori che rinascono. Valerio e Selene si sono occupati rispettivamente di fotografia e riprese video, Jacopo di teatro e
Pepe di formazione musicale.
Per problemi personali Pepe ha dovuto anticipare di qualche giorno il rientro in Italia.
Prima di partire ha scritto una lettera di incoraggiamento ai suoi studenti. Di seguito
abbiamo riportato la traduzione dall’inglese.
Ciao ragazzi e ragazze,
prima di tutto voglio ringraziarvi per i bei mo­
menti passati insieme. Sono molto felice di
avervi conosciuto, è stata una bella esperien­
za.
Ho apprezzato il vostro modo di fare musica,
di pensare la musica e di amarla e anche la
vostra curiosità e attenzione rispetto alle cose
di cui ho parlato. Siete un buon gruppo e vorrei
che continuaste insieme il percorso che avete
iniziato.
Come vi ho già detto, la cosa più difficile è re­
stare un gruppo, indipendentemente dalle dif­
ficoltà, dai problemi, dal lavoro sempre più im­
pegnativo e dalla distanza geografica.
Credo in voi!
Amiamo tutti la musica e amiamo i bambini,
quindi dobbiamo lavorare per trovare il modo
migliore per far sentire e vivere la musica ai
bambini.
Ricordatevi che non è importante quanto siete
bravi in qualcosa, è molto più importante quan­
to amate quello che state facendo e ricordatevi
che un uomo o una donna non sono quello che
fanno o hanno fatto, ma sono quello che sono.
Quindi riflettete bene sul lavoro che potete fare
con i bambini e cercate di trovare il vostro ruolo
all’interno del gruppo. La vostra individualità è
Il Sole News - 19
fondamentale per ottenere il meglio dal gruppo,
come le singole corde di una chitarra.
C’è un solo aspetto su cui è importante che
lavoriate: il vostro modo di relazionarvi con i
bambini.
Quello che ho visto sabato è stata una certa
rigidità con i bimbi. Non voglio dire che dovete
essere innaturali o troppo “esplosivi”, ma è im­
portante stabilire una connessione con loro. Vi
stanno aspettando, hanno voglia di giocare con
voi, cercano di creare empatia, ma dovete dar­
gliene la possibilità.
Pensateci, riflettete su voi stessi per conoscervi
meglio e per migliorare questo aspetto.
Un grande bacio
Pepe
Il Sole News - 20
Immagini della missione di settembre 2010 in Etiopia
Il Sole News - 21
Il Sole News - 22
Il Sole News - 23
Foto realizzate da Selene De Rui e Valerio Ferrario
Il Sole News - 24
Lavorare in Benin. Intervista ad Elena Melani
Un interesse per la cooperazione internazio­
nale, tanto lavoro con i bambini e una quasi
seconda laurea in psicologia, con una tesi
sulla violenza sessuale sui bambini. Questo in
sintesi il profilo di Elena Melani, responsabile
della struttura di accoglienza e formazione pro­
fessionale Maison de l’Espérance, per minori
vittime del traffico e di sfruttamento a Cotonou.
Abbiamo già accennato al suo lavoro nella
nostra newsletter di ottobre, il nostro direttore
Vittorio l’ha incontrata “sul campo” nel mese di
luglio, durante la missione in Benin.
Elena è rientrata in Italia da qualche settimana
e ne abbiamo approfittato per porle qualche
domanda.
Quali sono le tappe che ti hanno portata a lavorare in Benin?
Nel 2006 ho passato alcuni mesi in Madagas­
car con un’associazione che collabora con
Ifma. Uno dei responsabili, durante un incon­
tro, mi ha fatto una buona pubblicità con la re­
sponsabile di Ifma!!
Perché una tesi sulla violenza sessuale sui
bambini? Che argomenti affronta?
Un interesse particolare il mio, verso le violenze
e le forme di abuso. Ferite che non si vedono
ad occhio nudo, ma che spesso sono così pro­
fonde da modificare comportamenti, pensieri e
atteggiamenti verso la vita.
La tesi verterà sulla differenza di abuso nei ra­
gazzi e nelle ragazze. Ad oggi la documentazio­
ne disponibile per le ragazze è scarsa, mentre
non ci sono documenti o studi su quella dei pic­
coli.
Cosa può fare una Ong come Il Sole Onlus in
Benin?
L’esperienza nel campo delle violenze che
l’Ong Il Sole Onlus ha acquisito negli anni potrà
essere messa a servizio anche dei minori del
Benin, specifiche competenze da riadattare sul
campo, saranno utilissime per una formazione
continua del personale inserito nel progetto.
L’unione in partenariato di competenze e risorse
diverse, l’unione di attori con una vasta espe­
rienza non potrà che migliorare le prestazioni
di servizi da offrire, in un campo così delicato
come le violenze e gli abusi dei minori.
Qual è la situazione dei bambini in Benin?
Non amo le statistiche né i numeri con cui
spesso si catalogano i bambini seppur utile per
dare una visione d’insieme, posso parlare però
per i bambini che vedo ogni giorno. Privati del
diritto di essere bambini e ignari della possibi­
lità di una vita migliore.
Qual è il tuo ruolo in Ifma (Institut des filles de
Marie Auxiliatrice, Soeur Salésiennes de Don
Bosco)?
Ho iniziato la mia collaborazione con Ifma come
volontaria del progresso, un’associazione
francese, sono stata successivamente inserita
nell’organico come coordinatrice del terreno,
coordinavo cioè il personale inserito nel pro­
getto e tutte le attività che si svolgevano nel
mercato di Dantokpa (casa della speranza,
baracche, alfabetizzazioni, corsi di gestione,
sensibilizzazioni, formazione professionale…).
Dal 2010 la mia permanenza in Benin è di 7
mesi l’anno, il resto del tempo sono in Italia per
ricerca fondi, sensibilizzazioni e studio.
Greta Pini
Il Sole News - 25
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Il Sole News - 26
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Il Sole News - 27
Prendi in prestito i libri della biblioteca de Il Sole Onlus!
160 volumi che parlano di: diritti, cooperazione
internazionale, storia, scienze umane, ecc.
puoi trovare anche romanzi e libri per bambini.
Se sei un socio o un sostenitore, dopo aver
richiesto la tessera, puoi scegliere il libro che
preferisci e prenderlo in prestito per un mese.
Se sei un utente esterno puoi venire a trovarci
negli orari di apertura della sede (lunedì-vener­
dì 9-17.30) e consultare i testi che ti interes­
sano.
Gli ultimi arrivi della nostra biblioteca:
Castellitto L., Il Sogno del
bambino stregone, Piemme,
Milano, 2010
Romanzo
Come molti bambini che la
notte cercano riparo tra le
bancarelle del mercato di
Kinshasa, in Congo. Michel
è stato cacciato di casa con
un’accusa gravissima e ridicola al tempo
stesso: quella di essere un infido stregone,
che trascina il malocchio sul tetto familiare. La
storia di Michel raccontata in prima persona
dall’autore.
Moyo D., La carità che uccide.
Come gli aiuti dell’occidente
stanno devastando il terzo
mondo, Rizzoli 2010, Milano
Mondo
Cosa impedisce al continente
di affrancarsi da una con­
dizione di povertà cronica?
Secondo l’economista africa­
na Dambisa Moyo, la colpa è proprio degli aiuti,
un’elemosina che, nella migliore delle ipotesi,
costringe l’Africa a una perenne adolescenza
economica, rendendola dipendente come da
una droga. E nella peggiore, contribuisce a
diffondere le pestilenze della corruzione e del
peculato, grazie a massicce iniezioni di credito
nelle vene di Paesi privi di una governance so­
lida e trasparente, e di un ceto medio capace
di potersi reinventare in chiave imprenditoria­le.
L’alternativa è chiara: seguire la Cina, che negli
ultimi anni ha sviluppato una partnership effi­
ciente con molti Paesi della zona subsaharia­
na. Definita l’anti-Bono per lo spietato prag­
matismo delle sue posizioni, in questo libro
Dambisa Moyo pone l’Occidente intero di fron­
te ai pregiudizi intrisi di sensi di colpa che sono
alla base delle sue “buone azioni”, e lo invita
a liberarsene. Allo stesso tempo invita l’Africa
a liberarsi dell’Occidente, e del paradosso dei
suoi cosiddetti “aiuti” che costituiscono il virus
di una malattia curabile: la povertà.
Due testi per approfondire la figura di Tho­
mas Sankara, rivoluzionario ex-presidente del
Burkina Faso:
Batà C., L’Africa di Thomas
Sankara - le idee non si possono uccidere, Edizioni Achab,
Verona, 2004
Mondo
Una biografia per introdurre la
figura di Thomas Sankara, a
capo della rivoluzione del Burki­
na Faso dal 1983 al 1987 (anno
della sua uccisione), e approfondire il suo pen­
siero politico rivoluzionario.
Sankara T. (curatori De Ber­
nardis C., Correggia M.), Thomas Sankara. I discorsi e le
idee, Edizioni Sankara, Roma,
2006
Mondo
Una raccolta dei più significa­
tivi discorsi che Sankara ha te­
nuto durante gli anni della sua
presidenza, tradotti da Marinella Correggia,
massima esperta in Italia di Thomas Sankara.
Puoi seguire gli aggiornamenti della biblioteca
all’indirizzo www.anobii.com/ilsoleonlus/books.
Per informazioni: Il Sole Onlus, via L. Leoni 20,
22100 Como, Tel. 031.275065 - info@ilsole.
org.
Il Sole News - 28
Cosa stiamo facendo
PROGETTI IN CORSO
BURKINA FASO
Una scuola per Napounè Koumela - Fondazione San Zeno
Progetto sostegni a distanza
ETIOPIA
Fiori che rinascono (Counseling center, Foster home, laboratori artistici)
Progetto sostegni a distanza
Progetto sostegni a distanza Fiori che rinascono
ITALIA
Esploriamo i diritti – percorsi di Educazione allo Sviluppo nelle scuole
CAMBOGIA
Vite da riprendersi - Cofinanziato da Il Sole Onlus e Cifa Onlus
INDIA
La Casa delle donne
Progetto sostegni a distanza
BENIN
La casa delle donne nel villaggio di Toucountouna
SONO IN FASE DI VALUTAZIONE I SEGUENTI PROGETTI:
BURKINA FASO
La casa delle donne nel villaggio di Napounè Koumela
BENIN
Sogni da riaccendere
ITALIA
Diritti protagonisti
Mettiamo radici
ADOZIONI A DISTANZA:
Etiopia India Burkina Faso Sri Lanka Totale
696
421
298
24
1439
Il Sole News - 29
Letture consigliate
Io, Nelson Mandela. Conversazioni con me
stesso
Nelson Mandela
Ed. Sperling & Kupfer, 2010
La prefazione di Barack
Obama apre questo inte­
ressante testo, che è dif­
ficilmente catalogabile per
quanto riguarda il genere
di appartenenza, a metà
tra la raccolta di lettere
e il diario. L’edizione di
questo libro, infatti, è nata
in seguito all’apertura del
Nelson Mandela Centre
of Memory and Dialogue,
in occasione della quale, una certa quantità di
scritti fu raccolta, ordinata e archiviata. Si tratta
di una gran mole di materiale, accuratamente
suddiviso in parti e queste in capitoli, i titoli dei
quali richiamano ai periodi della lunga vita di
Nelson Mandela, l’uomo che con la sua lunga
ed efficace azione politica condusse il Suda­
frica all’abolizione dell’apartheid.
Si parte dall’infanzia nel villaggio di Qunu per
arrivare agli anni della presidenza e ai giorni
nostri. Le lettere ai membri delle sue due
famiglie, o ad amici, altri esponenti politici o av­
vocati durante i viaggi ma soprattutto durante
la lunga prigionia avvenuta per lo più a Rob­
ben Island, costituiscono una consistente parte
del libro, ma anche le interviste fatte durante la
preparazione dell’autobiografia “Lungo cammi­
no verso la libertà” sia dall’amico e compa­gno
di cella Ahmed Kathrada che dal giornalista
Richard Stengel, svolgono un ruolo importante
nel delineare la figura dello statista.
Sono inoltre riportati tutti quegli scritti molto
intimi e particolari estratti dai tanti taccuini di
viaggio che Mandela regolarmente riempiva
per annotare sensazioni e impressioni legate
ai luoghi che visitava, spesso in clandestinità.
Persino i calendari con le piccole note a mar­
gine diventano fonti di preziose riflessioni del
quotidiano dell’uomo, come del suo aspetto
spirituale e umano. Il numero delle gocce di
collirio ha infatti, in un calendario, pari dignità
del profondo aforisma esistenziale, l’abito e
l’aspetto del visitatore del giorno diventano im­
portanti quanto i programmi politici e le notizie
di attualità, brevemente descritte nel piccolo
spazio cartaceo di un giorno.
La lettura del libro, corredato anche da fotografie
di documenti e dello stesso protagonista, si
rivela veramente interessante per compren­
dere una personalità complessa e sfaccettata
come quella di un leader carismatico come
Nelson Mandela, non esente però da dubbi e
momenti di vera e propria “conversazio­ne con
se stesso”.
Una ragazza disubbidiente
Ru Freeman
Ed. Piemme, 2010
Romanzo di esordio della
giornalista cingalese Ru
Freeman, che è anche at­
tivista per i diritti civili e dei
lavoratori, questo libro ac­
coglie le storie parallele di
due donne, Latha e Bosi nel
contesto della società dello
Sri Lanka e sullo sfondo dei
contrasti politici e civili, mai
risolti.
Le due storie si dipanano, sapientemente al­
ternate, in modo da interessare sempre più il
lettore in un susseguirsi di colpi di scena e de­
scrizioni liriche e poetiche, mai prive di una cer­
ta ironia, che provvidenzialmente allegge­risce
il clima, a volta opprimente, delle rispettive vi­
cende amorose e familiari. Questo romanzo,
tramite questi due personaggi femminili e gli
svariati altri che li affiancano, dipinge un effi­
cace affresco della società cingalese ed in par­
ticolare della situazione della donna, tutt’ora
Il Sole News - 30
Letture consigliate
presente in quel paese.
Le vite delle due protagoniste si svolgono
dunque davanti ai nostri occhi, seguendo due
diverse scansioni spazio-temporali. Latha, una
bambina orfana e quindi destinata a servire
nella casa di una famiglia di casta superiore
nonostante innegabili doti di intelligenza e atti­
tudine allo studio, pur diventando matura molto
velocemente in seguito a scelte sbagliate det­
tate dall’inesperienza e dal bisogno di sincero
affetto, dopo una progressiva presa di coscien­
za, con l’età adulta raggiunge finalmente la se­
renità e la libertà tanto agognata. Bosi, invece
è una donna sposata con tre figli al seguito, che
decide di compiere un viaggio in treno verso la
libertà da un marito vendicativo e violento im­
postole dal padre secondo l’usanza del luogo
e da una società che la condanna per il suo
coraggio e la sua forza.
La Freeman quindi, narrando di queste due
donne controcorrente, è stata capace di volare
alto raggiungendo pienamente la sensibilità di
tutti noi, in modo originale e convincente.
Isabelle, amica del deserto. Viaggi, avventure, amori di una giovane esploratrice del
Magreb
Mirella Tenderini
Ed. Opera Graphiaria Electa (col. Oleandri)
2010
Mirella Tenderini scrittrice e
traduttrice, autrice di varie
biografie e ricostruzio­ni
storiche, pubblicate in di­
versi paesi del mondo, in
questo piccolo libro di circa
duecento pagine riesce a in­
serire una grande quantità di
informazioni su uno dei per­
sonaggi femminili più inte­
ressanti del secolo scorso.
Svolgendo una notevole ricerca documentale
e recandosi direttamente nei luoghi dove visse
e quelli che esplorò Isabelle Wilhelmine Marie
Eberhardt, fornisce ai lettori un ritratto molto ef­
ficace della donna e della letterata.
Isabelle nasce a Ginevra nel 1877, in una nume­
rosa famiglia di alto rango di origine russa, nella
quale la cultura riveste un ruolo fondamentale.
Come i suoi fratelli maggiori infatti, impara più
lingue e porta a termine studi classici, iniziando
giovanissima a scrivere dei racconti, spronata
in particolare dal tutore e dal fratello Augustin.
Si interessa sin da subito alla cultura islamica
iniziando quindi a studiare l’arabo e facendosi
fotografare in abiti maschili “orientali”. Ben
presto avrà la possibilità di trasferirsi in Alge­
ria con la madre e di cominciare a viaggiare
visitando il Magreb dal deserto alle oasi sotto
mentite spoglie ovvero come marinaio Nicolas
Podolinsky o studioso di Corano Mahmoud,
scortata da ufficiali dell’esercito francese o in­
sieme a carovane di tuareg o a studiosi delle
scuole coraniche e sufi. Per essere più vicina
alla cultura dei paesi che esplora e che sente
come propri, si converte alla religione islamica
sufi e scrive. Scrive una grande abbondanza di
lettere al fratello o agli amici o a svariati intellet­
tuali dell’epoca, scrive i diari di viaggio ricchi di
annotazioni di interesse geografico e descrizio­
ni suggestive su luoghi e persone, le più varie,
con le quali viene a contatto. La produzio­ne
letteraria e di reportage spazia dai racconti ed
articoli in lingua francese alla produzione in lin­
gua russa e araba.
Due persone fondamentali nell’ultima parte
della breve vita dell’esploratrice furono Slimene
Ehnni, un soldato francese di origini arabe
che, dopo tanti imprevisti e traversie diventò
suo marito standole accanto sino alla fine e il
Generale Louis Hubert Lyautey che le consentì
di muoversi come corrispondente di guerra in
luoghi che per gli altri giornalisti erano inac­
cessibili e per le donne sole assolutamente
imprati­cabili. Morì a soli 27 anni a Aïn Sefra
travolta dalla piena del fiume, lasciando con la
sua opera, molteplici suggestioni.
Elisabetta Maccioni
Il Sole News - 31
Iscritto nel registro stampa del Tribunale di Como
con decreto n° 21/2000 in data 8/9/2000
Direttore responsabile:
Elena Scarrone
Sede della direzione:
via Leone Leoni 20, Como
Tel. 031/275065
Stampa:
Tipografia Banfi
via dei Mulini, 25 · 22100 Como
Fotografie:
archivio Il Sole
In redazione:
Elisabetta Maccioni, Greta Pini, Francesca Pozzi,
Diego Roncoroni, Vittorio Villa.
Per questo numero hanno collaborato:
Barbara Battaglia, Selene De Rui,
Valerio Ferrario, Salvatore Inguì, Raffaele Masto,
Elena Melani, Luca (Pepe) Schiavo
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