la foresta di sangue - Le Meraviglie di Varese

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la foresta di sangue - Le Meraviglie di Varese
LA FORESTA DI SANGUE
C’era un piccolo villaggio sperduto di nome Alnus, che sorgeva ai piedi di una montagna, vicino a un fiume
tortuoso. Per arrivare al villaggio bisognava attraversare una misteriosa e fitta foresta e pochi erano gli
stranieri che vi arrivavano e osavano avventurarvisi dentro, perché erano molte le storie che circolavano, si
diceva che chi vi metteva piede spariva dalla faccia della terra.
Un giorno passava nelle vicinanze un giovane, che aveva appena lasciato casa sua per cercare avventure per
il mondo. Ormai era da molto tempo che camminava, ed era molto stanco. In lontananza in mezzo ad una
foresta udì lo scorrere di un fiume, immediatamente si diresse verso le sue rive per abbeverarsi e accese un
fuoco per scaldarsi. Il sole stava calando, le ombre si stavano allungando sul terreno e il ragazzo decise di
trovare un rifugio per la notte. Mentre vagava per la foresta un brivido gli percorse la schiena, si guardò
attorno: era circondato da alti alberi, con rami nodosi e ricchi di foglie che gettavano un’ombra inquietante
tutto intorno. Avendo sempre vissuto in città non conosceva il nome di quegli alberi, ma sembrava che lo
guardassero e sospirassero di dolore. Il giovane bollò quei pensieri come fantasie, era solo il vento e la
stanchezza si ripeteva. Decise comunque di aumentare il passo e non fu poco il suo sollievo quando dopo
una curva su uno spiazzo apparve il piccolo villaggio. Nel villaggio non c’erano più di una trentina di case,
era attraversato da un’unica strada, che in quel momento era deserta. Dalle finestre sbarrate non filtrava
nessuna luce, sembrava proprio che quel villaggio fosse abbandonato. Improvvisamente una strana
sensazione di gelo si era impossessata di lui: si sentiva osservato da molto occhi, come prima nella foresta,
scacciò di nuovo quel pensiero dicendosi che era uno sciocco. Provò a bussare alla porta di una casa per
chiedere ospitalità per una notte nel fienile, ma nessuno rispose, così come in tutte le altre case. Quel
villaggio allora era veramente abbandonato, rincuorato da questo fatto entrò in un fienile dove avrebbe
riposato e alle prime luci dell’alba sarebbe ripartito per la sua strada, non voleva stare un secondo di più in
quelle terre. La luna si stava alzando nel cielo e i suoi occhi si stavano facendo pesanti quando notò una
luce tremolante provenire da fuori il fienile. Si alzò e aprì la porta, la prima cosa che notò fu l’enorme fuoco
che si ergeva in mezzo alla piazza, subito dopo lo colpì un odore dolciastro che proveniva dal fuoco, più lo
respirava più sentiva le membra pesanti e gli occhi chiudersi, l’ultima cosa che vide era un gruppo di donne
vestite di nero che gli venivano incontro, poi la notte discese su di lui.
Quando riprese i sensi la luna era ormai alta nel cielo e non erano più nella piazza, osservando intorno a lui
si accorse che era circondato dalla foresta, a qualche metro da lui c’era un fuoco che scoppiettava e c’erano
dodici donne di tutte le età che lo circondavano, indossavano una lunga veste nera e avevano il cappuccio
sulla testa, il che le rendeva molto inquietanti e misteriosi. Nonostante non fosse legato non riusciva a fare
nemmeno una mossa, era come incatenato al terreno. Una donna anziana fece un passo avanti nel cerchio,
gettò delle erbe nel fuoco e con una voce bassa e ipnotica iniziò a raccontare:
<< Questo villaggio fu costruito tre secoli fa da un gruppo di uomini e donne che stavano scappando da una
terra lontana che si trovava a nord in cui imperversavano molte battaglie. Si accamparono nella radura
vicino al fiume per riposare, il fiume era ricco di pesci ed erano circondati da alberi molto belli e resistenti,
adatti per costruire la loro nuova casa. Vissero per molti anni in pace, si arricchirono con la pesca e
l’agricoltura. Nel villaggio viveva una bellissima fanciulla di nome Achren, aveva lunghi capelli color del
rame e due occhi smeraldo. Lei amava molto la foresta che circondava il villaggio, vi passava la maggior
parte del tempo a raccogliere erbe che le servivano per curare la gente o più semplicemente passeggiando
con una sensazione di pace e serenità che solo lì riusciva veramente a provare. Essendo bellissima e molto
generosa gli abitanti del villaggio le erano molto affezionati.
Un giorno passò di lì un principe a capo del suo esercito, doveva andare a combattere in una terra lontana
per saccheggiarla e portarne via le ricchezze. Passando per la foresta vide la bellissima fanciulla che cantava
mentre raccoglieva dei fiori, il principe ne fu ammaliato. La iniziò a corteggiare, ma la fanciulla non era
interessata. Si accorse immediatamente del carattere superbo del principe, pensava che tutto gli fosse
dovuto e non si aspettava di certo un rifiuto: “ cosa c’è di meglio di un principe, cosa c’è meglio di me”
pensava lui, già immaginandosela sua bellissima regina. Achren però gli cancellò brutalmente quella sua
fantasia dicendogli che non avrebbe mai potuto sposare una persona così egoista e che non si sarebbe mai
potuta allontanare dalla sua adorata foresta e detto questo se ne andò. Il principe rimase lì ferito
nell’orgoglio, decise che per vendicarsi avrebbe portato via alla fanciulla ciò che aveva di più caro al mondo.
Ordinò al suo esercito di sradicare tutti gli alberi della foresta, il legname gli sarebbe servito per fare una
nave bellissima che si confaceva alla sua magnificenza. Finito il lavoro si accamparono dove prima c’era la
foresta con l’intenzione di partire il giorno dopo. Erano tutti profondamente addormentati quando
sentirono un terribile e agghiacciante urlo squarciare l’aria. Poco distante da loro, illuminata dalla luna
piena c’era Achren , i capelli che le svolazzavano attorno sembravano letali serpenti attorcigliati, la rabbia e
la sofferenza le trasfiguravano i suoi bei lineamenti. Immediatamente si avventò sul principe e con un
colpo di pugnale al cuore lo uccise, l’esercito rimase per un attimo raggelato a quella visione, avendo perso
il loro capo iniziò a fuggire da tutte le parti spaventato. Achren era ormai assetata di vendetta, non
avrebbe permesso a nessuno di lasciare quel posto impunito e dopo aver pronunciato a bassa voce delle
strane parole si uccise. Non appena il terreno si imbevve del suo sangue i soldati si immobilizzarono e
lentamente con atroci grida di dolore si trasformarono in alberi contorti. Gli abitanti del villaggio furono
attirati dalle grida e videro che cosa stava succedendo, pieni di orrore corsero a terra vicino alla loro amata
Achren che ormai era morta. Pieni di dolore la seppellirono con tutti gli onori e non potendo più fidarsi di
nessuno, giurarono che nessun straniero avrebbe più potuto attraversare la loro foresta sacra, sarebbe
stato trasformato anche lui in albero e condannato a un’eternità di dolore. >>
Non appena la donna anziana ebbe finito con il suo racconto, il ragazzo fu come catapultato fuori dal
racconto, la donna si abbassò il cappuccio e due occhi glaciali trafissero il ragazzo, che ormai era in preda al
terrore, avrebbe voluto scappare lontano da lì, ma non riusciva a muoversi. Con un’abile mossa la donna
tagliò un rametto dall’albero, sembrava che sanguinasse, del sangue della fanciulla il cui sacrificio aveva
restituito loro la foresta. La donna lasciò cadere quello strano liquido sulla testa del ragazzo e gettò il
rametto nel fuoco. Il giovane spaventato si guardò i piedi, una strana corteccia si stava avvolgendo
lentamente e dolorosamente lungo il suo corpo, piano piano si trasformò in un albero contorto e
raggrinzito, urlava ma le sue erano grida silenziose che nessuno poteva più udire.
Il desiderio di sangue e vendetta della giovane Achren era stato appagato nuovamente. Le donne spensero
accuratamente il fuoco, poichè nulla poteva rovinare la loro foresta sacra. Il villaggio ritornò alla normale
vita di tutti i giorni, pronto a vendicare il ricordo della bellissima Achren, che era stata distrutta dalla
prepotenza e dalla superbia degli uomini.