05 LAVORATORI DOMESTICI

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05 LAVORATORI DOMESTICI
Lavoratori domestici, il Ccnl tutela anche le
condizioni di lavoro
Lavoratori domestici.
Il contratto collettivo nazionale, la tutela della sicurezza negli ambienti di lavoro.
Secondo quanto prescritto dall’art. 26 del Contratto collettivo nazionale di lavoro sulla disciplina
del rapporto di lavoro domestico (decorrenza 1 luglio 2013, scadenza 31 dicembre 2016), in caso di
malattia il lavoratore dovrà avvertire tempestivamente il datore di lavoro salvo cause di forza
maggiore o obbiettivi impedimenti, entro l’orario contrattualmente previsto per l’inizio della
prestazione lavorativa. Successivamente il lavoratore dovrà far pervenite al datore di lavoro il
relativo certificato medico, rilasciato entro il giorno successivo all’inizio della malattia.
Il certificato:
• indica la prognosi di inabilità al lavoro;
• deve essere consegnato o inviato mediante raccomandata al datore di lavoro entro due giorni
dal relativo rilascio.
Per i lavoratori domestici conviventi non è necessario l’invio del certificato medico, salvo che non
sia espressamente richiesto dal datore di lavoro.
L’obbligo dell’invio del certificato medico anche da parte dei conviventi è prescritto in caso di
malattia intervenuta nel corso delle ferie o in periodi nei quali i lavoratori non siano presenti
nell’abitazione del datore di lavoro.
Il successivo art. 27 del CCNL titola Tutela delle condizioni di lavoro. Per il primo comma, ogni
lavoratore ha diritto a un ambiente di lavoro sicuro e salubre, sulla base di quanto previsto dalla
legislazione vigente, relativamente agli ambienti domestici.
Per questo, fra l’altro e rispetto allo specifico rischio elettrico, spetta al datore di lavoro di
garantire la presenza sull’impianto elettrico di un adeguato interruttore differenziale, cosiddetto
salvavita. Ma in generale, il datore di lavoro deve informare il lavoratore circa eventuali rischi
esistenti nell’ambiente di lavoro relativi anche:
• all’uso delle attrezzature;
• all’esposizione a particolari agenti chimici, fisici e biologici.
L’attività informativa sui rischi ambientali “si realizza
1. all’atto dell’individuazione delle mansioni conferite al lavoratore;
2. all’eventuale successivo cambiamento delle mansioni stesse, mediante la consegna
dell’apposito documento che verrà elaborato dall’Ente bilaterale”.
La procedura dell’assunzione del lavoratore domestico
Le procedure per l'assunzione, le comunicazioni all'Inps, serie di approfondimenti a tema.
La definizione di lavoratore domestico viene così fornita dal portale dell’Inps. “Sono
lavoratori domestici coloro che prestano un’attività lavorativa continuativa per le necessità
della vita familiare del datore di lavoro come ad esempio colf, assistenti familiari o baby
sitter, governanti, camerieri, cuochi.
Rientrano in questa categoria anche i lavoratori che prestano tali attività presso comunità
religiose (conventi, seminari), presso caserme e comandi militari, nonché presso le
comunità senza fini di lucro, come orfanotrofi e ricoveri per anziani, il cui fine è
prevalentemente assistenziale”.
Sulla scorta delle altre informazioni sull’argomento presenti nel sito, dedicherò alcuni
approfondimenti nella rubrica. A partire dall’assunzione di questa particolare categoria di
lavoratori.
Qual è la procedura per l’assunzione di un lavoratore domestico? A partire dal 29 gennaio
2009 la comunicazione di assunzione deve essere presentata all’Inps entro le ore 24 del
giorno precedente a quello di instaurazione del rapporto di lavoro. La comunicazione ha
efficacia anche nei confronti dei Servizi competenti, del Ministero del Lavoro, del Ministero
della Salute, dell’Inail e della Prefettura.
La comunicazione all’Inps è obbligatoria:
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anche per il periodo di prova;
qualunque sia la durata del lavoro;
anche se il lavoro è saltuario o discontinuo;
anche se l’interessato è già assicurato presso un altro datore di lavoro e se è già
assicurato per un’altra attività;
• anche se l’interessato è di nazionalità straniera;
• anche se l’interessato è titolare di pensione.
La comunicazione all’Inps va fatta, entro 5 giorni dall’evento, anche:
1. per la proroga o la trasformazione del rapporto di lavoro (tempo determinato, tempo
indeterminato);
2. per la modifica, rispetto alla prima comunicazione, della sede di svolgimento
dell’attività;
3. per la cessazione del rapporto di lavoro.
Comunicazione di variazioni. All’Inps devono essere comunicate anche le variazioni di
elementi del rapporto di lavoro (retribuzione, orario, settimane lavorate, ecc.). Poiché
hanno effetto sul calcolo dei contributi da versare, sono ammesse variazioni di orario e di
retribuzione per un massimo di due comunicazioni al trimestre.
Per effetto della semplificazione introdotta dal sistema, dall’aprile 2011 per l’iscrizione e
le eventuali variazioni relative ai lavoratori domestici possono avvenire:
• attraverso il Contact Center, al numero 803.164 gratuito da rete fissa, o al numero
06164164 da rete mobile a pagamento secondo la tariffa prevista dal proprio
gestore telefonico;
• utilizzando la procedura Internet di compilazione e invio on-line disponibile sul sito
www.inps.it
Quando il lavoratore domestico si infortuna
Serie di approfondimenti a tema, gli obblighi del datore di lavoro nel caso di infortunio di un
lavoratore domestico.
Cosa deve fare il datore di lavoro se il lavoratore domestico è vittima di un infortunio
durante lo svolgimento del lavoro domestico? Risponde l’INPS dal suo portale
www.inps.it.
Il datore di lavoro:
1. deve prestare il primo soccorso all’interessato;
2. deve denunciare l’incidente all’Inail: entro le 24 ore e telegraficamente per gli
infortuni mortali; entro due giorni dalla ricezione del certificato di infortunio (per
prognosi superiore a tre giorni).
La stessa denuncia e con le stesse modalità va fatta all’autorità di Pubblica Sicurezza.
1. Deve corrispondere la retribuzione globale per i primi tre giorni di assenza;
2. deve conservare il posto di lavoro per un numero di giorni variabile a seconda
dell’anzianità di servizio, e cioè: 10 giorni, per anzianità fino a sei mesi; 45 giorni,
per anzianità superiore a sei mesi e fino a due anni; 180 giorni, se l’anzianità
supera i due anni.
Il lavoratore deve controfirmare il modulo di denuncia infortunio che il datore avrà
predisposto per ottenere, a secondo dei casi, le seguenti prestazioni dall’Inail*:
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un’indennità giornaliera per l’inabilità temporanea;
una rendita per l’inabilità permanente;
un assegno per l’assistenza personale continuativa;
una rendita ai superstiti ed un assegno in caso di morte;
le cure mediche e chirurgiche, compresi gli accertamenti clinici;
la fornitura degli apparecchi di protesi.
* Sono previste dal Dpr 1124/1965, Testo unico delle disposizioni per l’assicurazione
obbligatoria contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali.
Lavori domestici, i consigli dell’Inail contro il rischio elettrico
Sicurezza lavoratori domestici.
Una serie di approfondimenti a partire dalla guida Inail "Casa Si Cura" pubblicata nel
maggio 2014.
Nell’ambito del progetto Casa sicura – Campagna sulla salute e sicurezza per i
collaboratori domestici stranieri in Italia finanziato dal Ministero del Lavoro, l’Inail ha
appena pubblicato un vademecum sulla prevenzione (Leggi: Casa Si Cura) e la sicurezza
di colf e badanti stranieri residenti in Italia ma in funzione anche della sensibilizzare le
famiglie/datori di lavoro, presso cui questi lavoratori svolgono la loro attività di cura e
assistenza*.
Si tratta di un aiuto contro i rischi domestici dei quali desidero occuparmi, con alcune
schede di sintesi, per favorire anche fra i nostri lettori la cultura della prevenzione in un
settore lavorativo tutt’altro che insignificante dal punto di vista della frequenza e della
gravità degli infortuni.
Intanto, occorre dare una definizione di “lavoratori domestici”: sono coloro che prestano
un’attività lavorativa continuativa per le necessità della vita familiare del datore di
lavoro (es. colf, assistenti familiari o baby sitter, governanti, camerieri, cuochi, ecc.,
compresi quelli che prestano queste attività nelle comunità religiose, negli orfanatrofi, nelle
caserme …).
I rischi per la sicurezza sono i rischi che possono provocare un infortunio dovuto alla
interazione con strutture, macchinari, impianti elettrici, sostanze pericolose oppure ad un
incendio o un’esplosione.
Appartiene a questa categoria il rischio elettrico** per la cui prevenzione occorre:
• non sovraccaricare le prese multiple (ad es. non collegare contemporaneamente
ferro da stiro e stufetta);
• non usare apparecchi elettrici vicino all’acqua o con le mani bagnate, evitando
inoltre di restare a piedi nudi quando si utilizzano;
• non tirare il cavo per togliere la spina;
• non pulire i piccoli elettrodomestici immergendoli in acqua;
• non far passare i cavi elettrici sotto i tappeti;
• controllare regolarmente le condizioni dei cavi di aspirapolvere, ferri da stiro,
lucidatrici, ecc., in quanto soggetti a deterioramento;
• non avvolgere troppo strettamente i cavi intorno ai vari apparecchi, facendo
attenzione soprattutto quando sono ancora caldi.
E questi i consigli del vademecum:
• ferro da stiro, non stirare mai con le mani bagnate o a piedi nudi, togliere sempre
la spina quando si deve caricare il serbatoio dell’acqua;
• frigoriferi e congelatori, vanno collocati lontano da fonti di calore e devono essere
distanti almeno 10 cm dalla parete, al fine di avere una buona areazione;
• asciugacapelli/phon, non adoperarli vicino ad una vasca da bagno o ad un
lavandino pieni d’acqua e non usarli con i piedi e le mani umide;
• condizionatori portatili, vanno tenuti lontano da tendaggi e tappezzerie,
lasciandoli accesi solo quando si è presenti nel locale.
* Oltre 1.200.000 colf e badanti operano in Italia nel campo del lavoro domestico e
dell’assistenza agli anziani, ai disabili e ai non autosufficienti, servizi svolti
prevalentemente da giovani donne e immigrati.
** In Italia ogni anno si verificano circa 4 milioni e mezzo di infortuni (a cui occorrerebbe
aggiungere quelli non denunciati, stimati almeno in un altro 20%), con circa cinque
infortuni elettrici mortali ogni settimana, di cui circa la metà in ambiente domestico.
I rischi nelle attività di pulizia della casa e nell’assistenza alle persone
I rischi nel lavoro di assistenza alle persone.
Detergenti, disinfettanti, insetticidi, sgrassatori e altri prodotti per la pulizia della casa, se
non utilizzati correttamente, possono essere dannosi per la salute e per l’ambiente (bagno,
cucina, ripostiglio/cantina).
Il contatto con la pelle o con gli occhi, l’ingestione e l’inalazione possono provocare effetti
dannosi come intossicazione, allergie, irritazione.
Ecco la prevenzione suggerita da Inail nella pubblicazione a favore dei lavoratori
domestici:
• “leggere e seguire sempre le indicazioni sull’etichetta;
• non fumare, non mangiare, non bere, quando si utilizzano i prodotti chimici;
• tenere i prodotti nel loro contenitore originale per evitare confusione e possibile
ingestione per errore;
• non travasare e non conservare i prodotti chimici in contenitori alimentari o in
contenitori non etichettati;
• non mescolare i prodotti (come ad esempio la candeggina e gli acidi), perché ciò
potrebbe causare reazioni pericolose;
• usare i guanti, evitare gli schizzi, non inalare o ingerire il prodotto;
• lavare le mani con acqua e sapone dopo l’utilizzo;
• non usare i prodotti in quantità eccessive e per scopi diversi da quelli indicati;
• non utilizzare i prodotti su superfici molto calde;
• quando si usano prodotti corrosivi (anticalcare, sgorganti, ecc.), fare attenzione che
nessuno vi entri in contatto e, terminata l’azione del prodotto, risciacquare
abbondantemente con acqua;
• chiudere i contenitori dopo l’uso e conservarli in luogo sicuro, sempre lontano da
fonti di calore;
• arieggiare i locali dove si impiegano prodotti per la pulizia;
• acquistare prodotti le cui etichette riportino informazioni con caratteri leggibili, visibili
e non cancellabili e preferire prodotti non pericolosi per la salute e l’ambiente”.
Un capitolo a parte del vademecum Inail si rivolge ai lavoratori domestici che sono addetti
all’assistenza a persone non autonome o disabili e che sono per questo sottoposte a
frequenti sforzi fisici che possono essere dannosi soprattutto per la schiena. Si può
ridurre il rischio di mal di schiena conoscendo e applicando le giuste posture da assumere
e i corretti movimenti da fare.
Ecco perché, negli spostamenti dell’assistito, è bene:
• “cercare la collaborazione dell’assistito, quando è possibile;
• se l’assistito è molto pesante o non collabora, ricorrere all’aiuto di una seconda
persona e/o utilizzare un ausilio (sedia a rotelle, sollevatore meccanico), per
garantire la sicurezza di entrambi durante la movimentazione;
• mantenere una corretta postura, piegando le ginocchia e allargando i piedi, per
abbassarsi;
• porsi il più vicino possibile all’assistito e utilizzare soprattutto la forza delle gambe,
evitando di piegare la schiena”.
I rischi di casa, cadute, ferite, ma anche infezioni, allergie, intossicazioni
Dopo aver parlato del rischio elettrico, gli altri rischi per chi lavora in casa.
Una recente pubblicazione dell’Istat indica queste percentuali delle cause degli infortuni
domestici: le cadute (48,1%), le ferite da taglio e punta (18,1%), gli urti o gli schiacciamenti
(14,6%), i corpi estranei (3,2%), le ustioni o corrosioni (2,6%).
Le cadute, come avverte il vademecum dell’Inail di recente pubblicazione, possono
essere provocate da pavimenti bagnati, ostacoli sul pavimento o tappeti, fili elettrici liberi,
uso non corretto di sgabelli e sedie.
Quale prevenzione per lo specifico rischio?
• Per raggiungere oggetti posti in alto usare scale adatte, evitare di salire su sgabelli,
sedie o tavoli;
• non sporgersi sulla scala per raggiungere oggetti lontani, ma spostare la scala;
• fare attenzione a tappeti e altri ostacoli presenti sul pavimento;
• non lasciare fili circolanti in mezzo alla stanza;
• fare attenzione ai pavimenti bagnati e limitare l’uso di cere;
• usare tappeti antiscivolo, specialmente in bagno;
• evitare la presenza di spigoli o sporgenze nelle zone di passaggio.
Per evitare i rischi di ferite, occorre:
• usare gli oggetti taglienti e appuntiti con attenzione, conservarli in luoghi sicuri e
riporli al loro posto immediatamente dopo l’utilizzo;
• utilizzare coltelli, apriscatole, forbici e altri utensili da cucina in buono stato;
• quando si utilizzano utensili elettrici quali frullatori, tritatutto, affettatrici ecc.,
staccare sempre la spina prima di svuotarli o pulirli;
• usare palette o altro per raccogliere vetri rotti e proteggere le mani con i guanti. Le
ferite più comuni possono avvenire soprattutto in cucina e in bagno per la presenza
di:
• oggetti taglienti: coltelli, forbici, apriscatole, vetri, carta, rasoi, ecc.;
• oggetti appuntiti: ferri, chiodi, aghi, siringhe, spine di piante ecc.
Per contrastare il rischio biologico dovuto alla presenza ovunque ma anche
nell’ambiente domestico, di microrganismi, virus, batteri, funghi microscopici, che
possono causare infezioni, allergie ed intossicazioni, bisogna:
• fare attenzione agli oggetti taglienti e pungenti (coltelli, siringhe per iniezioni);
• usare guanti di protezione nel caso di iniezioni, cambio biancheria e cambio
pannoloni agli assistiti;
• mantenere la casa ed i servizi igienici puliti;
• lavarsi frequentemente le mani;
• evitare il contatto diretto con persone o animali infetti.
Il rischio da microrganismi è diffuso in particolare:
• in cucina (ad es. taglio con coltelli sporchi, consumo di cibi alterati);
• in bagno (ad es. scarsa pulizia dei servizi igienici);
• in cantina (ad es. per la presenza di topi o insetti che possono essere portatori di
microbi);
• in camera da letto: quando ci si prende cura di persone con malattie infettive (ad es.
nella somministrazione di iniezioni).
Regione Toscana, linee guida miglioramento sicurezza d’uso delle abitazioni
Regione Toscana.
Linee guida per la prevenzione degli infortuni nelle abitazioni e per la progettazione di
spazi che sappiano tutelare le persone.
FIRENZE – Pubblicate dalla Regione Toscana e promosse dai settori Prevenzione,
Igiene e Sicurezza sui luoghi di lavoro, Pianificazione del territorio e Politiche abitative le
Linee guida in materia di miglioramento della sicurezza d’uso delle abitazioni, redatte a
cura del prof. Antonio Laurìa, Università di Firenze dpartimento DIDA, Centro TESIS e
Unità funzionale “Verifica impianti e macchine” dell’Asl 10 Firenze.
Gli infortuni domestici rappresentano una delle prime cause di incidenti in Italia, un
fenomeno ancora non sufficientemente studiato e che secondo gli ultimi dati ISTAT si
stima coinvolga circa tre milioni di cittadini italiani ogni anno, con eventi di gravità
diversificate e con esiti anche mortali.
L’infortunio domestico è “un evento dannoso che può verificarsi negli immobili di civile
abitazione e nelle relative pertinenze e che può coinvolgere i componenti del nucleo
abitativo o altri soggetti presenti nell’abitazione nello svolgimento di attività quotidiane
residenziali, manutentive e di bricolage”.
L’infortunio è determinato dall’interazione di tre tipi di fattori di rischio: quelli ambientali
(relativi cioè a caratteristiche dei luoghi o ad agenti materiali ivi presenti), quelli individuali
(relativi cioè alle caratteristiche dell’infortunato quali età sesso, stato di salute) e quelli
comportamentali (cioè la specifica propensione ad agire in modo rischioso o meno).
La prevenzione può giocare un ruolo determinante e intervenire su ogni tipologia di
fattori di rischio e deve essere attuata mediante strategie dirette sia alla persona (in modo
da incidere sui fattori di rischio comportamentali e individuali) che agli habitat residenziali
(in modo da incidere sui fattori di rischio ambientale). È proprio a questo secondo aspetto
che la pubblicazione è dedicata.
Le linee guida si avvalgono infatti di uno speciale compendio elaborato allo scopo di
fornire al progettista un quadro descrittivo delle soluzioni attuabili per ridurre il rischio di
infortunio nelle abitazioni, e allo stesso tempo si rivolgono agli enti locali per definire un
regolamento regionale e/o integrare regolamenti edilizi comunali e fornire criteri per la
formazione dei bandi di edilizia residenziale pubblica.
La guida è strutturata quindi in schede con informazioni tecnico-progettuali e normative.
Base di partenza è l’individuazione delle principali dinamiche di infortunio: cadute da o
sulle scale, conseguenti a scivolata, conseguenti a inciampo o passo falso, cadute
dall’alto, urti o collisioni con parti del fabbricato, collisioni con oggetti in caduta,
elettrocuzioni, incendi di natura elettrica ed eventi connessi con l’utilizzo del gas.
Di ogni dinamica di infortunio si identificano quindi gli specifici fattori di rischio, gli aspetti
tecnici, la normativa di riferimento e le possibili soluzioniprogettuali.