Andrea Branzi - Heretical Design Museo MARCA Catanzaro Via

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Andrea Branzi - Heretical Design Museo MARCA Catanzaro Via
Andrea Branzi - Heretical Design
Museo MARCA
Catanzaro Via Alessandro Turco 63.
Inaugurazione:
martedì 23 dicembre ore 18,30
Comunicato Stampa
Il MARCA riparte. Dopo l'antologica dedicata a Agostino Bonalumi, viene proposto il percorso di un
altro grande protagonista dell'arte italiana, il designer e architetto Andrea Branzi che proprio in questi
giorni viene celebrato in Francia e nel 2015 approderà negli Stati Uniti all'Università di Harvard. Al MARCA
di Catanzaro viene presentato, dal 24 dicembre al 29 marzo, Heretical Design, una mostra organizzata dalla
Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Calabria e dall'Amministrazione Provinciale di
Catanzaro. A curare la rassegna è Alberto Fiz che, insieme allo Studio Branzi, ha selezionato 70 opere tra
dipinti, disegni, installazioni, mobili, lampade, vasi e oggetti d'arredo datate tra il 1967 e il 2014. "Quello
proposto al MARCA è un percorso relazionale fortemente coinvolgente", afferma Alberto Fiz, "dove
l'oggetto, senza mai perdere la propria funzione, diventa metafora del mondo, interprete di una società in
profonda trasformazione." In quest'occasione viene presentato il prototipo inedito di una serie di sedute
create da Branzi per il Parco Internazionale della Scultura di Catanzaro che, per la prima volta, coinvolge un
designer. Il progetto installativo, di carattere modulare, è concepito come luogo di incontro in stretta
relazione sia con la scultura sia con l'architettura. Sono spazi attivi di forte evocazione ed espliciti rimandi
all'oriente che interagiscono con l'ambiente assorbendolo e trasformandolo. La mostra al MARCA, intesa
come corpus unitario, parte dal presupposto che l'opera di Branzi fa della devianza e dell'eterodossia il
principio fondante di un'indagine che mette in discussione ogni riferimento al progetto tradizionale, così
come all'industrial desgin. "Con il termine Heretical Design si desidera indicare una nuova e particolare
categoria della cultura del progetto; una categoria che non fa riferimento né a una commitenza né a una
specifica tecnologia. Essa risponde piuttosto all'urgenza di operare al di fuori delle normali pratiche
professionali, vivendo direttamente una rifondazione radicale dei contenuti e delle ragioni del mio lavoro",
afferma Branzi ribadendo i contenuti della mostra. In questo caso l'opera viene chiamata a confrontarsi con
la cultura antropologica ponendosi in stretta relazione con i temi della vita, della psiche, del sacro, dell'eros,
della morte e della poesia. Il percorso si snoda attraverso le fasi cruciali di un'esperienza che si sviluppa a
partire dagli anni sessanta, come dimostrano due opere emblematiche del periodo di Archizoom come la
Lampada Sanremo del 1968 e il divano Superonda dell'anno precedente. Proprio quest'ultimo, per la sua
composizione variabile sovverte le norme standard dell'abitare borghese introducendo una forma che
esprime il movimento, l'instabilità e la libertà del fruitore. La radicalità di oggetti che hanno contraddistinto
un'epoca rimane, sia pure in maniera differente, una costante per Branzi anche negli anni successivi. Se già
nel 1985 con la serie degli Animali Domestici i tronchi d'albero e i rami nel loro aspetto naturale si
innestavano sulle sedute producendo un linguaggio inedito fatto di ibridazioni, con i Grandi Legni del 2009
Branzi crea una dimensione archetipale ed enigmatica assemblando le antiche travi provenienti dalla Val
Badia. Ne emergono strutture aperte che non rientrano in nessuna categoria prestabilita dove gli oggetti
appartenenti a categorie e a epoche differenti trovano una loro collocazione. Si tratta di una miscellanea
dove gli affreschi pompeiani si confrontano con bronzi cinesi o con oggetti di uso comune attraverso
un'orizzontalità dell'informazione. Come ci ricorda Branzi "è lo spessore oscuro del mondo materiale la cosa
che m'interessa di più. Desidero realizzare oggetti che abbiano la capacità di creare un'emozione
confrontandosi con i miti della contemporaneità, con la mistica cristiana o con i demoni tibetani." Un'arte
circolare, insomma, che assorbe il tempo, l'oblio e le continue amnesie dell'essere dove gli oggetti sono
transfert, interlocutori dell'anima. In questa direzione si colloca anche la recente serie dei Solid Dreams,
luoghi onirici di contaminazione dove Rosso Fiorentino e Buddha vanno a braccetto, così come Picasso e
Giotto. "I sogni solidi", scrive Branzi, "sono visioni di un presente continuo, profondo, inesplorato, ma più
credibile delle illusioni della sola realtà materiale." Un design, il suo che lavora sul concetto d'infinito
superando ogni vincolo di carattere stilistico o tematico. Non a caso la mostra è inframezzata dagli Oggetti
dell'Ospitalità che appartengono alle forme architettoniche a scala domestica che vanno a qualificare
l'architettura interiore, cristallizzando spazi immaginari. Basti pensare agli Enzimi, vasi in plexiglass dove i
luoghi interni sono diversi e autonomi dai luoghi esterni sviluppando un'energia silenziosa di
trasformazione e di sviluppo. "Quella che va in scena al MARCA", spiega Fiz, "è la drammaturgia degli
oggetti, parte integrante di un intimo percorso emozionale e scenografico dove l'ar tista mette
continuamente in crisi le nostre certezze." L'infinito di Branzi al museo di Catanzaro comprende anche una
sala dedicata specificatamente alle Nature morte, così come una lunga parete di dodici metri interamente
ricoperta da una serie di Epigrammi dipinti che vanno incontro alle nostre amnesie con racconti sospesi nel
vuoto, tracciati di un percorso misterioso e al tempo stesso ironico. Dunque, eretico. In contemporanea con
la mostra del MARCA, il Museo di Arti Decorative e del Design di Bordeaux presenta, sino al 25 gennaio
prossimo, un omaggio a Branzi attraverso cinquant'anni di creazione raccontando la sua esperienza di
designer, architetto e teorico. In marzo, poi, partirà dall'Università di Harvard un'ampia ricognizione del suo
lavoro da parte degli Stati Uniti, tanto che è previsto un tour in altre prestigiose sedi universitarie
americane. Note Biografiche Andrea Branzi, Architetto e Designer, è nato a Firenze nel 1938 dove si è
laureato; vive e lavora a Milano dal 1974. Dal 1964 al 1974 ha fatto parte del gruppo Archizoom Associati,
primo gruppo di avanguardia noto in campo Internazionale. Si occupa di design industriale e sperimentale,
architettura, progettazione urbana, didattica e promozione culturale. E' autore di molti libri sulla storia e la
teoria della progettazione, pubblicati in molti paesi; negli ultimi anni importanti monografie sono state
pubblicate sul suo lavoro. E' stato consulente responsabile del primo Centro Design e Servizi per
un'industria di materie prime (Montefibre) dal 1974 al 1979, vincendo con le ricerche di Design Primario il
primo dei suoi tre Compassi d'Oro, di cui uno alla carriera. Nel 1982 ha co-fondato e diretto Domus
Academy, prima scuola post-universitaria di design. E' stato direttore della rivista MODO dal 1982 al 1984.
Come Professore Ordinario e' stato Presidente del Corso di Studi in Design degli Interni alla Facoltà di
Design del Politecnico di Milano, dove attualmente continua ad insegnare. Nel 2008 ha ricevuto la Laurea
Honoris Causa in Design dall'Università della Sapienza di Roma e nello stesso anno è stato nominato
Membro Onorario del Royal Design for Industry di Londra. Ha tenuto conferenze in Francia, Belgio, Olanda,
Germania, Inghilterra, Svizzera, Spagna, Portogallo, Stati Uniti, Brasile, Argentina, Giappone, Corea, Hong
Kong, Cina, Singapore, Thailandia. I suoi progetti sono oggi conservati presso molti musei quali: Centro
Studi e Archivio della Comunicazione dell'Università di Parma; Centro Georges Pompidou, Parigi; Design
Museum, Gent; MOMA New York; Brooklyn Museum, New York; Denver Museum of Art, Denver; Fondation
Cartier pour l'Art Contemporain, Parigi; Groninger Museum, Groningen; Fonds Régional d'Art
Contemporain, Orleans; Houston Museum of Fine Arts, Texas; Israel Museum, Gerusalemme; Musée des
Beaux-Arts, Montreal; Musée des Arts décoratifs, Parigi; Victoria & Albert Museum, Londra; Vitra Design
Museum, Weil-am-Rhein; MAK, Vienna.