Arriva dal Sud Africa la farfalla che distrugge i gerani coltivati

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Arriva dal Sud Africa la farfalla che distrugge i gerani coltivati
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AGRICOLTURA FITOPATOLOGIA
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Arriva dal Sud Africa la farfalla che distrugge
i gerani coltivati
Giovanni Bosio • Direzione Sviluppo dell’agricoltura – Settore Fitosanitario
L’intensificarsi degli scambi commerciali tra le aree
Uova
più remote dei diversi continenti e la progressiva riduzione dei tempi di viaggio ha favorito una sempre
maggiore diffusione di specie nocive alle piante.
Ogni anno è in continuo aumento il numero di insetti, funghi, batteri e altri organismi segnalati come
nuove avversità dei vegetali in Paesi dai quali risultavano prima assenti.
Per i soli insetti, anche in Piemonte negli ultimi anni
è stato segnalato un elevato numero di specie di
nuova introduzione. Alcune di queste specie possono risultare particolarmente nocive per le colture o
le piante spontanee in quanto mancano, nel nostro
ambiente, i loro limitatori naturali, presenti invece
nella zone di origine. E’ il caso ad esempio di
Cacyreus marshalli Butler (Lepidoptera: Lycaenidae),
una piccola farfalla di provenienza sudafricana che
nelle zone di origine non causa danni particolari
mentre in Europa si è rivelata distruttiva per i gerani coltivati, appartenenti ai generi Pelargonium e
Geranium.
Distribuzione geografica
Originario dell’Africa meridionale (Sudafrica, Mozambico, Zimbabwe) C. marshalli fu rinvenuto per la prima volta in Europa nell’isola di Maiorca (Spagna)
nel 1989 (Eitschberger e Stamer, 1990). L’insediamento di questo licenide esotico nelle isole Baleari
venne confermato successivamente dal Servizio di
Protezione dei Vegetali della Catalogna (Sarto i
Monteys e Masó, 1991). In Italia la prima segnalazione della specie risale al 1996: popolazioni consistenti sono state censite alla periferia di Roma, a
Tabella 1 - Ritrovamenti di C. marshalli in Piemonte
Località
Prov
Anno
Pezzolo Valle Uzzone
Cortemilia
Nizza Monferrato
Spigno Monferrato
Bistagno
Acqui Terme
Bubbio
Asti
Canelli
Olmo Gentile
Alba
Murazzano
San Benedetto Belbo
Montelupo Albese
Cravanzana
Boves
Torino
Bricherasio
Vigone
Ivrea
Strambino
Colleretto Giacosa
Limone Piemonte
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Ostia e a Sabaudia (Trematerra et al., 1997). Attualmente la specie risulta diffusa, oltre che nella Spagna, anche in Belgio, Francia (Germain, 1999), Portogallo e nord Africa.
In Piemonte l’introduzione della specie sembra più
recente, ma già nel 2003 risultava una diffusione
notevole nella parte meridionale della nostra regione (tab. 1). Nel corso del 2004 sono aumentate le
segnalazioni e i campioni di gerani infestati pervenuti al Settore Fitosanitario anche dal Torinese, per
cui si può ormai considerare C. marshalli come insediato in larga parte del territorio regionale.
Aspetti morfologici
Adulto: l’apertura alare è di 18 – 27 mm nelle femmine e di 15 – 23 mm nei maschi. Le ali presentano una colorazione bruna uniforme sul lato superiore, con presenza lungo il bordo di una frangia con
macchie chiare, mentre la parte interna presenta
caratteristiche macchie di colore grigio e marrone
chiaro. Le ali posteriori sono provviste di due sottili
codine; in prossimità della loro inserzione è presente, su entrambi i lati, una macchia bruno scura.
Uovo: di colore bianco o giallo chiaro e di forma subsferoidale, ha un diametro di 0,5-0,6 mm e altezza di 0,3 mm.
Larva: di colore variabile dal giallo al verde, spesso
con 1 o 2 bande dorsali o dorso-laterali di color lilla, è ricoperta da una fitta peluria. Le dimensioni
variano da 1-2 mm del 1° stadio larvale ai 13 mm
del 4° stadio a sviluppo completo.
Crisalide: lunga circa 9 mm, presenta molti peli. Il
colore varia dal verde, con o senza banda lilla nelle
fasi iniziali, al bruno scuro.
Ciclo biologico
C. marshalli può presentare anche 5 – 6 generazioni nell’Italia centrale e probabilmente, a seconda
dell’andamento climatico, solo 3 - 4 in Piemonte.
L’attività di questa specie risulta molto evidente nel
periodo fine agosto-settembre. Le femmine depongono le uova singolarmente, in prevalenza sulle infiorescenze ma anche sulle foglie. Sulle prime le
larve neonate scavano fori nei sepali per portarsi all’interno dei boccioli fiorali, mentre sulle foglie compiono erosioni sulla pagina inferiore e scavano
mine. Si dirigono in seguito verso i peduncoli delle
infiorescenze e i fusticini, dove nel 2° e 3° stadio
larvale svolgono la loro attività endofitica. Le larve,
alla fine del 3° stadio, fuoriescono dalle gallerie
all’interno dei fusti del geranio scavando un foro
circolare in prossimità degli internodi. Le larve del
Adulto
su infiorescenza
4° stadio si nutrono a spese di foglie, fiori e apici
vegetativi fino all’incrisalidamento. La durata di ciascun stadio larvale è di circa 8 giorni e la formazione delle crisalidi può avvenire sia sulla vegetazione
che nei residui delle piante caduti in terra. A 20 °C
lo sviluppo larvale richiede in totale circa 30 giorni,
mentre lo stadio di crisalide dura un paio di settimane; l’intero ciclo biologico richiede quindi un
massimo di circa 60 giorni. A 30 °C la durata del
ciclo si dimezza.
Danni e possibilità di lotta
Tra i gerani coltivati C. marshalli sembra preferire le
specie zonale e peltatum, mentre meno appetite
sono le specie grandiflorum e capitatum. L’attività
trofica delle larve può risultare spesso letale per i
gerani: i danni consistono nella distruzione delle infiorescenze e nella comparsa di estesi disseccamenti della parte vegetativa a causa dalle gallerie
scavate negli steli. A partire dai fori si possono inoltre sviluppare marciumi indotti da funghi e altri microrganismi patogeni. Forti infestazioni possono portare alla morte delle piante. Nelle isole Baleari, a
causa dei danni provocati dalla diffusione di C.
marshalli, gran parte dei gerani sono stati sostituiti
con altre specie ornamentali.
Nelle fasi iniziali è difficile rilevare l’infestazione a
causa del comportamento endofitico delle larve. A
volte è anche possibile confondere le erosioni a carico delle foglie con quelle simili provocate dalle larve di altri lepidotteri nottuidi, es. Autographa gamma e Chrysodeixis chalcites, le cui infestazioni risultano molto meno devastanti.
Gli adulti di C. marshalli, pur essendo discreti volaAgricoltura/46
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Danni
Chrysodeixis chalcites:
larva ed erosioni
tori, tendono a compiere brevi voli e a rimanere in
prossimità delle piante ospiti. Per questo motivo la
specie sembra finora maggiormente legata ad ambienti “urbani”, come balconi, giardini e parchi. Questa caratteristica potrebbe ridurre i rischi di infestazione delle geraniacee della flora spontanea che tra
l’altro presentano anche fusti di diametro inferiore
rispetto alle specie coltivate e pertanto forse meno
adatti allo sviluppo degli stadi larvali più avanzati.
L’acclimatazione e la diffusione particolarmente rapida di questo insetto esotico non sarebbe quindi
facilmente spiegabile se non si considera l’intensità
degli scambi commerciali di piante ornamentali nel
nostro Paese, dove viene stimata una produzione
annua di circa 30 milioni di gerani.
Considerata la nocività di C. marshalli l’Organizzazione Europea per la Protezione delle Piante (OEPP)
ha inserito questa specie nell’elenco A2 dei parassiti di quarantena.
Per quanto riguarda la lotta diretta, trattamenti insetticidi con prodotti di origine naturale, quali Bacillus thuringiensis var. kurstaki e spinosad, o di sintesi come thiacloprid, thiamethoxam, fenitrothion, ripetuti 3 volte a cadenza settimanale a fine estate,
hanno dimostrato un buon contenimento della specie (Sacco et al., 2004). Trattamenti indirizzati contro uova e larve neonate con clorpirifos metil e contro le larve nella fase endofitica con insetticidi citotropici (dimetoato, acefate e malathion) hanno fornito buoni risultati (Trematerra e Parenzan, 2003).
Anche l’impiego di piretroidi (alfametrina, lambdacialotrina) e di regolatori di crescita (diflubenzuro, esaflumuron) si è rivelato efficace (Lupi e Jucker,
2004).
Nelle aziende vivaistiche e floricole, oltre ad una attenta osservazione di eventuali partite acquistate e
delle piante nella fasi di coltivazione, si deve evitare
di lasciare per periodi prolungati gerani invenduti
senza alcun tipo di controllo, in quanto, attirando gli
adulti di C. marshalli, possono facilmente diventare
una fonte di infestazione. Nel caso di gerani molto
infestati è consigliabile l’eliminazione degli stessi,
tenendo presente che il terriccio dei vasi può ospitare larve mature e crisalidi.
Poiché in Sud Africa questo licenide presenta diversi limitatori naturali anche in Europa sono in corso
ricerche per la messa a punto di tecniche di lotta
biologica, con l’utilizzo di insetti predatori o parassitoidi, come ad esempio l’imenottero Trichogramma
evanescens Westwood che è in grado si svilupparsi
a spese delle uova di C. marshalli. Peraltro gli eventuali tentativi di lotta biologica dovranno tener conto
della presenza di altre specie di licenidi indigene,
considerate di notevole valore per il patrimonio faunistico e a rischio di estinzione. Sarà dunque necessario verificare la stretta specificità degli entomofagi
eventualmente utilizzabili contro C. marshalli, come
contemplato in un progetto Interreg che prevede la
collaborazione del Di.Va.P.R.A.- Settore Entomologia
dell’Università di Torino e l’Institute National de la
Recherche Agronomique (I.N.R.A.) di Antibes.
Ringraziamenti
Si ringraziano A. Alma, G. Baldizzone, P. Barberis, R.
Barbero, A. Casale, O. Cavallo, T. Ferrero, E. Gallo
per le segnalazioni di C. marshalli in Piemonte.