Arriva dal Sud Africa la farfalla che distrugge i gerani coltivati
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Arriva dal Sud Africa la farfalla che distrugge i gerani coltivati
...... 36 AGRICOLTURA FITOPATOLOGIA ........................................................................................................................................................................... Arriva dal Sud Africa la farfalla che distrugge i gerani coltivati Giovanni Bosio • Direzione Sviluppo dell’agricoltura – Settore Fitosanitario L’intensificarsi degli scambi commerciali tra le aree Uova più remote dei diversi continenti e la progressiva riduzione dei tempi di viaggio ha favorito una sempre maggiore diffusione di specie nocive alle piante. Ogni anno è in continuo aumento il numero di insetti, funghi, batteri e altri organismi segnalati come nuove avversità dei vegetali in Paesi dai quali risultavano prima assenti. Per i soli insetti, anche in Piemonte negli ultimi anni è stato segnalato un elevato numero di specie di nuova introduzione. Alcune di queste specie possono risultare particolarmente nocive per le colture o le piante spontanee in quanto mancano, nel nostro ambiente, i loro limitatori naturali, presenti invece nella zone di origine. E’ il caso ad esempio di Cacyreus marshalli Butler (Lepidoptera: Lycaenidae), una piccola farfalla di provenienza sudafricana che nelle zone di origine non causa danni particolari mentre in Europa si è rivelata distruttiva per i gerani coltivati, appartenenti ai generi Pelargonium e Geranium. Distribuzione geografica Originario dell’Africa meridionale (Sudafrica, Mozambico, Zimbabwe) C. marshalli fu rinvenuto per la prima volta in Europa nell’isola di Maiorca (Spagna) nel 1989 (Eitschberger e Stamer, 1990). L’insediamento di questo licenide esotico nelle isole Baleari venne confermato successivamente dal Servizio di Protezione dei Vegetali della Catalogna (Sarto i Monteys e Masó, 1991). In Italia la prima segnalazione della specie risale al 1996: popolazioni consistenti sono state censite alla periferia di Roma, a Tabella 1 - Ritrovamenti di C. marshalli in Piemonte Località Prov Anno Pezzolo Valle Uzzone Cortemilia Nizza Monferrato Spigno Monferrato Bistagno Acqui Terme Bubbio Asti Canelli Olmo Gentile Alba Murazzano San Benedetto Belbo Montelupo Albese Cravanzana Boves Torino Bricherasio Vigone Ivrea Strambino Colleretto Giacosa Limone Piemonte CN CN AL AL AL AL AT AT AT AT CN CN CN CN CN CN TO TO TO TO TO TO CN 2002 2002 2003 2003 2003 2003 2003 2003 2003 2003 2003 2003 2003 2003 2003 2003 2003 2004 2004 2004 2004 2004 2004 ...... FITOPATOLOGIA 37 ........................................................................................................................................................................... Ostia e a Sabaudia (Trematerra et al., 1997). Attualmente la specie risulta diffusa, oltre che nella Spagna, anche in Belgio, Francia (Germain, 1999), Portogallo e nord Africa. In Piemonte l’introduzione della specie sembra più recente, ma già nel 2003 risultava una diffusione notevole nella parte meridionale della nostra regione (tab. 1). Nel corso del 2004 sono aumentate le segnalazioni e i campioni di gerani infestati pervenuti al Settore Fitosanitario anche dal Torinese, per cui si può ormai considerare C. marshalli come insediato in larga parte del territorio regionale. Aspetti morfologici Adulto: l’apertura alare è di 18 – 27 mm nelle femmine e di 15 – 23 mm nei maschi. Le ali presentano una colorazione bruna uniforme sul lato superiore, con presenza lungo il bordo di una frangia con macchie chiare, mentre la parte interna presenta caratteristiche macchie di colore grigio e marrone chiaro. Le ali posteriori sono provviste di due sottili codine; in prossimità della loro inserzione è presente, su entrambi i lati, una macchia bruno scura. Uovo: di colore bianco o giallo chiaro e di forma subsferoidale, ha un diametro di 0,5-0,6 mm e altezza di 0,3 mm. Larva: di colore variabile dal giallo al verde, spesso con 1 o 2 bande dorsali o dorso-laterali di color lilla, è ricoperta da una fitta peluria. Le dimensioni variano da 1-2 mm del 1° stadio larvale ai 13 mm del 4° stadio a sviluppo completo. Crisalide: lunga circa 9 mm, presenta molti peli. Il colore varia dal verde, con o senza banda lilla nelle fasi iniziali, al bruno scuro. Ciclo biologico C. marshalli può presentare anche 5 – 6 generazioni nell’Italia centrale e probabilmente, a seconda dell’andamento climatico, solo 3 - 4 in Piemonte. L’attività di questa specie risulta molto evidente nel periodo fine agosto-settembre. Le femmine depongono le uova singolarmente, in prevalenza sulle infiorescenze ma anche sulle foglie. Sulle prime le larve neonate scavano fori nei sepali per portarsi all’interno dei boccioli fiorali, mentre sulle foglie compiono erosioni sulla pagina inferiore e scavano mine. Si dirigono in seguito verso i peduncoli delle infiorescenze e i fusticini, dove nel 2° e 3° stadio larvale svolgono la loro attività endofitica. Le larve, alla fine del 3° stadio, fuoriescono dalle gallerie all’interno dei fusti del geranio scavando un foro circolare in prossimità degli internodi. Le larve del Adulto su infiorescenza 4° stadio si nutrono a spese di foglie, fiori e apici vegetativi fino all’incrisalidamento. La durata di ciascun stadio larvale è di circa 8 giorni e la formazione delle crisalidi può avvenire sia sulla vegetazione che nei residui delle piante caduti in terra. A 20 °C lo sviluppo larvale richiede in totale circa 30 giorni, mentre lo stadio di crisalide dura un paio di settimane; l’intero ciclo biologico richiede quindi un massimo di circa 60 giorni. A 30 °C la durata del ciclo si dimezza. Danni e possibilità di lotta Tra i gerani coltivati C. marshalli sembra preferire le specie zonale e peltatum, mentre meno appetite sono le specie grandiflorum e capitatum. L’attività trofica delle larve può risultare spesso letale per i gerani: i danni consistono nella distruzione delle infiorescenze e nella comparsa di estesi disseccamenti della parte vegetativa a causa dalle gallerie scavate negli steli. A partire dai fori si possono inoltre sviluppare marciumi indotti da funghi e altri microrganismi patogeni. Forti infestazioni possono portare alla morte delle piante. Nelle isole Baleari, a causa dei danni provocati dalla diffusione di C. marshalli, gran parte dei gerani sono stati sostituiti con altre specie ornamentali. Nelle fasi iniziali è difficile rilevare l’infestazione a causa del comportamento endofitico delle larve. A volte è anche possibile confondere le erosioni a carico delle foglie con quelle simili provocate dalle larve di altri lepidotteri nottuidi, es. Autographa gamma e Chrysodeixis chalcites, le cui infestazioni risultano molto meno devastanti. Gli adulti di C. marshalli, pur essendo discreti volaAgricoltura/46 ...... 38 AGRICOLTURA FITOPATOLOGIA ........................................................................................................................................................................... Danni Chrysodeixis chalcites: larva ed erosioni tori, tendono a compiere brevi voli e a rimanere in prossimità delle piante ospiti. Per questo motivo la specie sembra finora maggiormente legata ad ambienti “urbani”, come balconi, giardini e parchi. Questa caratteristica potrebbe ridurre i rischi di infestazione delle geraniacee della flora spontanea che tra l’altro presentano anche fusti di diametro inferiore rispetto alle specie coltivate e pertanto forse meno adatti allo sviluppo degli stadi larvali più avanzati. L’acclimatazione e la diffusione particolarmente rapida di questo insetto esotico non sarebbe quindi facilmente spiegabile se non si considera l’intensità degli scambi commerciali di piante ornamentali nel nostro Paese, dove viene stimata una produzione annua di circa 30 milioni di gerani. Considerata la nocività di C. marshalli l’Organizzazione Europea per la Protezione delle Piante (OEPP) ha inserito questa specie nell’elenco A2 dei parassiti di quarantena. Per quanto riguarda la lotta diretta, trattamenti insetticidi con prodotti di origine naturale, quali Bacillus thuringiensis var. kurstaki e spinosad, o di sintesi come thiacloprid, thiamethoxam, fenitrothion, ripetuti 3 volte a cadenza settimanale a fine estate, hanno dimostrato un buon contenimento della specie (Sacco et al., 2004). Trattamenti indirizzati contro uova e larve neonate con clorpirifos metil e contro le larve nella fase endofitica con insetticidi citotropici (dimetoato, acefate e malathion) hanno fornito buoni risultati (Trematerra e Parenzan, 2003). Anche l’impiego di piretroidi (alfametrina, lambdacialotrina) e di regolatori di crescita (diflubenzuro, esaflumuron) si è rivelato efficace (Lupi e Jucker, 2004). Nelle aziende vivaistiche e floricole, oltre ad una attenta osservazione di eventuali partite acquistate e delle piante nella fasi di coltivazione, si deve evitare di lasciare per periodi prolungati gerani invenduti senza alcun tipo di controllo, in quanto, attirando gli adulti di C. marshalli, possono facilmente diventare una fonte di infestazione. Nel caso di gerani molto infestati è consigliabile l’eliminazione degli stessi, tenendo presente che il terriccio dei vasi può ospitare larve mature e crisalidi. Poiché in Sud Africa questo licenide presenta diversi limitatori naturali anche in Europa sono in corso ricerche per la messa a punto di tecniche di lotta biologica, con l’utilizzo di insetti predatori o parassitoidi, come ad esempio l’imenottero Trichogramma evanescens Westwood che è in grado si svilupparsi a spese delle uova di C. marshalli. Peraltro gli eventuali tentativi di lotta biologica dovranno tener conto della presenza di altre specie di licenidi indigene, considerate di notevole valore per il patrimonio faunistico e a rischio di estinzione. Sarà dunque necessario verificare la stretta specificità degli entomofagi eventualmente utilizzabili contro C. marshalli, come contemplato in un progetto Interreg che prevede la collaborazione del Di.Va.P.R.A.- Settore Entomologia dell’Università di Torino e l’Institute National de la Recherche Agronomique (I.N.R.A.) di Antibes. Ringraziamenti Si ringraziano A. Alma, G. Baldizzone, P. Barberis, R. Barbero, A. Casale, O. Cavallo, T. Ferrero, E. Gallo per le segnalazioni di C. marshalli in Piemonte.