Una chemio in gravidanza, oggi si può fare
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Una chemio in gravidanza, oggi si può fare
TESTIMONIANZE La storia di Valentina In questo articolo: Una chemio in gravidanza, oggi si può fare hanno fatto un’ecografia e mi hanno rimandata a casa dicendo che non c’era niente di preoccupante. Se adesso ci penso sono ancora arrabbiata. Il tempo nella cura dei tumori è fondamentale e con quella risposta non ho più dato importanza a quel nodulo. Anche perché nel frattempo avevo altro a cui pensare”. Infatti Valentina scopre di essere in attesa della seconda figlia: ne ha già uno, di due anni, e spera di dargli una sorellina. È durante una visita di controllo presso la sua ginecologa, all’Ospedale San Martino di Genova, che si lamenta di quel nodulo che non ha smesso di infastidirla. “La ginecologa si è preoccupata, mi ha fatto fare subito un esame e persino prima della biopsia, il medico che mi aveva presa in carico già sapeva che si trattava di un tumore”. cancro al seno gravidanza chemioterapia Scoprire di avere un tumore al seno mentre si aspetta un figlio è un’esperienza traumatica, ma con l’aiuto di medici speciali c’è chi è riuscito a superarla felicemente a cura della REDAZIONE raccontare la storia di Valentina sono quattro ragazzi, quattro star di YouTube, il canale di condivisione video che, tra una clip musicale e una ricetta di cucina, ospita anche alcuni dei videoblog più seguiti dai giovani. AlicelikeAudrey, Jack Jaselli, Daniele Doesn’t Matter si sono cimentati con una vicenda ben lontana da quelle che raccontano di solito: questa volta su YouTube devono postare un video che parla di cancro attraverso la storia di Valentina – avvocato genovese di 40 anni che scopre di avere un cancro al seno proprio mentre è in attesa della seconda figlia – di suo marito e del medico che l’ha curata (vedi box). Una storia che non lascia indifferenti, per la sua intensità e forza. A “ UNA STORIA IMPORTANTE ” Chi volesse conoscere per intero la storia di Valentina dalla viva voce dei protagonisti e con la collaborazione dei quattro YouTubers per AIRC può vedere il video all’indirizzo http://bit.ly/non-si-vince-da-soli 14 | FONDAMENTALE | GIUGNO 2014 Un pianto liberatorio Il risultato è un racconto delicato ma forte, come sono spesso le storie di vita che lasciano tracce profonde nei protagonisti. Lo dimostra il pianto liberatorio con cui Andrea, il marito di Valentina, ricorda il momento della diagnosi e dell’intervento, la paura per la vita della moglie e della creatura che stava nascendo. Chi si mantiene sempre forte, però, è la protagonista della vicenda. “Era il mese di agosto del 2009, me lo ricordo bene” dice Valentina. “Mi stavo lavando e mi sono accorta che c’era un nodulo nel seno. Mi sembrava una cosa diversa dal solito, tanto che mi sono precipitata a prenotare un controllo presso un centro privato, qui a Genova. Era estate e mi sembrava la soluzione più semplice e rapida. Mi Una chemio particolare Nel gennaio del 2010 Valentina viene sottoposta all’asportazione del tumore. Il marito Andrea ricorda quei giorni con grande ansia: “Non sapevo che cosa aspettarmi, non sapevo quanto grave fosse la situazione e pensavo a mia moglie, al figlio piccolo che già avevamo e a quella bambina che tanto volevamo e che ancora doveva nascere”. La fortuna è dalla parte di Valentina: il tumore è ancora circoscritto malgrado il tempo perso e i linfonodi sono puliti, segno che non ci sono ancora metastasi in giro. Ma la biopsia dice anche che si tratta di una forma piut- tosto aggressiva: il tumore è di tipo triplo negativo, cioè non risponde alle cure ormonali. “Bisognava fare subito una chemioterapia, ma io ero in attesa di una bambina. È così che all’IRCCS AOU San Martino di Genova ho incontrato Lucia Del Mastro, che fa ricerca proprio sulla fertilità e le chemioterapie” spiega Valentina. Il protocollo che Del Mastro le propone è particolare: si tratta di cominciare subito la chemioterapia classica, ma di somministrarla molto lentamente. Invece delle tre-quattro ore solite, la chemio di Valentina dura tre giorni. “Mi ricoveravano più o meno ogni tre settimane. Non c’era tempo da perdere, bisognava aggredire il tumore in quella fase e non si poteva aspettare. È lì che ho capito quanto è importante avere un medico di cui ti fidi: avevo paura, ma i medici sono stati fantastici e mi hanno rassicurata sia sul mio futuro, sia su quello della bambina”. Dopo due cicli di chemioterapia, la gravidanza è già abbastanza avanzata da permettere il parto: il 4 marzo 2010 nasce Anna, che pesa poco più di due chili e ha qualche piccolo problema di respirazione che si risolve nel giro di qualche giorno. “Quando l’ho portata a casa, è stato il momento più bello della mia vita. Ero a pezzi, senza capelli e con la prospettiva di altri cicli di chemio da affrontare, ma lei era viva e sana. Mi sembrava un miracolo”. Il ruolo di un buon medico Una settimana dopo il parto, Valentina ha ripreso le cure e le ha terminate col protocollo normale. Ora che sono passati i fatidici cinque anni entro i quali possono manifestarsi recidive con maggior frequenza, tira un sospiro di sollievo: i controlli si sono diradati e la sua vita è piuttosto piena, con due figli piccoli e un lavoro impegnativo. “Il caso di Valentina non è purtroppo unico” spiega Lucia Del Mastro. “Rispetto al passato, però, non è più necessario decidere tra la vita della mamma e quella del bambino: abbiamo capito alcune cose importanti del metabolismo dei tumori e anche della struttura della placenta (la barriera tra la circolazione materna e quella fetale), conosciamo meglio gli effetti collaterali dei farmaci. Tutto ciò ci consente di intervenire anche in gravidanza, limitando i possibili danni al nascituro senza compromettere le percentuali di sopravvivenza della madre”.