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Ilpersonaggio
«Il futuro del turismo?
Servizi su misura»
di Domenico Marasco
Montenegrino di origine ma da anni trapiantato
in Italia, Franjo Ljuljdjuraj dal 2013 è presidente
di Valtur, lo storico marchio tricolore dei villaggi
vacanza che oggi sta guidando verso una ritrovata
leadership. Alla spiegazione su come sta rilanciando
l'azienda, non manca di accompagnare una
riflessione sul settore turistico nazionale
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luglio 2015
In Italia ci è sbarcato quasi per caso. Galeotta fu una borsa di studio per l’Università
che, qualche decennio fa, lo ha condotto
prima a Roma e poi a Padova. Da allora,
dalle italiche coste, non se n’è più andato. Anche perchè, racconta, «come nella più classica
delle sceneggiature, a Padova ho anche trovato
l’amore della mia vita, mia moglie Cleofe». Al
timone di Valtur, Franjo Ljuljdjuraj ci è arrivato
forte della robusta esperienza imprenditoriale
maturata negli ultimi vent’anni come “patron”
di Orovacanze, l’operatore turistico da lui fondato e attraverso il quale, di fatto, ha “salvato”
dall’amministrazione straordinaria l’ex compagnia di Stato pioniera dei villaggi-vacanza,
rilanciandola con un piano di ristrutturazione
e di espansione. Lo studio di Via Conservatorio, a Milano, è la plancia di comando da dove
adesso Ljuljdjuraj sta guidando Valtur verso la
ritrovata leadership del settore turistico nazionale. «Rilanciare un marchio come questo, che
negli ultimi 50 anni ha fatto la storia del turismo in Italia, è un grande onore – spiega – ma
implica anche una grande responsabilità: quella di rendere la formula del villaggio-vacanza
funzionale alle esigenze degli ospiti di oggi.
Tutti gli operatori devono capire che non basta
avere il paese più bello del mondo perché il
turismo funzioni e “fatturi”: bisogna rendere le
strutture in grado di accogliere i turisti anche
a maggio e settembre, trovare staff nei villaggi
che conosca le lingue, valorizzare il prodotto
sui mercati esteri. Questi sono i punti su cui
stiamo lavorando in Valtur e i primi risultati si
cominciano a vedere. Quest’anno dovremmo
arrivare a 85-90 milioni di fatturato».
Su quali aspetti strutturali punta il suo piano
di rilancio?
Il nostro vero punto di forza sono le persone
che lavorano con noi. Tutti i ragazzi scelti per
far parte della nostra equipe ogni anno frequentano l’Academy, la nostra scuola di formazione certificata che serve a trasmettere
le competenze per affrontare la stagione ma
Foto di R.Patti
E in Italia invece, quali sono le novità?
Cinque nuovi Club bellissimi, che sono
stati un po’ un omaggio al paese natale
di Valtur in occasione dei suoi 50 anni.
Abbiamo Simeri e Porto Ada in Calabria;
Portorosa, un cinque stelle nella baia tra
Milazzo e Tindari in Sicilia, Torre Chia in
Sardegna, nei pressi di Villasimius, dove
c’è un mare “caraibico”, e infine Lacona
all’isola d’Elba, un paradiso per gli amanti
della natura e delle immersioni. I tempi sono cambiati e anche i viaggiatori.
Qual è il target a cui oggi si rivolge Valtur?
La famiglia resta sempre il nostro pubblico principale, perché è il soggetto che
può godersi il mondo Valtur a tutto tondo:
divertimento, sport, giochi con gli animatori, relax. Quella in Valtur resta la vacanza che non si dimentica più: perché non
si dimenticano i luoghi, non si dimentica
la sigla del villaggio, la simpatia degli animatori, le lacrime dei bambini che a fine
vacanza a non vorrebbero tornare a casa!
Il suo è un osservatorio privilegiato. Fotografi
l’attuale momento del turismo italiano...
C’è poco da dire. In Italia quello del turismo è un settore ancora sottodimensionato rispetto alle sue potenzialità. Chi è
nel settore da tanti anni come me lo sa: il
turismo può rendere più ricca l’Italia.
Foto di R.Patti
soprattutto lo spirito Valtur, quello che
i nostri clienti cercano. Dall’Academy è
nata anche una Fondazione, con l’obiettivo di mettere a frutto questa nostra
grande ricchezza attraverso partnership
e collaborazioni con Enti di formazione
e Università. Nel lungo periodo, invece,
puntiamo a internazionalizzare sempre
più il brand. La Valtur tornerà all’estero.
Stiamo lavorando per mettere in catalogo
già dal 2016 Cuba, Croazia, Mozambico e
probabilmente anche la Grecia.
Non basta avere il paese
più bello del mondo perché
il turismo "fatturi": bisogna
rendere le strutture in grado
di accogliere i turisti anche
a maggio e settembre,
scegliere personale che
conosca le lingue, valorizzare
il prodotto sui mercati esteri
Lanci allora un messaggio al ministro
Franceschini: come si rilancia il settore?
Mettendo gli operatori in condizioni di lavorare, adoperandosi per snellire tante procedure e burocrazie che mettono in difficoltà
chi lavora. Credo anche che bisognerebbe
mettere la parola fine sui tanti enti che in passato furono presentati come la soluzione per
promuovere l’immagine dell’Italia all’estero.
Ormai è evidente che non funzionano.
In apertura Franjo Ljuljdjuraj nel suo studio di Via Conservatorio. Qui, scatti dai villaggi Valtur
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