Giornalino Studenti n.0 - IIS Evangelista Torricelli

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Giornalino Studenti n.0 - IIS Evangelista Torricelli
Cari lettori, oggi nasce “Il Giovane Periferico” che vi accompagnerà, mese per mese, per tutto l’anno scolastico. Ci anima una
speranza: che in questo spazio possiate trovare tante informazioni interessanti, temi da approfondire, argomenti di cui discutere.
Soprattutto vorremmo che ciascuno riconoscesse nel nostro giornalino un angolo in cui essere protagonista nella libera condivisione.
“Il Giovane Periferico” è nostro! Di noi giovani studenti di periferia!
La Redazione
LETTERE DEI RAPPRESENTANTI
La creazione di un giornalino vorrebbe essere
l’occasione per offrire un’informazione vera,
non come quella che spesso sentiamo o
leggiamo. Oggi siamo schiavi di informazioni
ambigue e poco chiare che ci rendono difficile
capire dove sta la verità.
La verità è la strada migliore per essere
intellettualmente potenti ed è per questo che
ci piacerebbe dare a tutti l’opportunità di
cercarla e trovarla.
Noi ragazzi ci sentiamo abbandonati.
Abbandonati dalle istituzioni che si
curano poco di noi, così come non si
interessano dei nostri quartieri, sporchi e
insicuri. Ci sentiamo abbandonati in
strutture scolastiche dove i soldi sono
sempre troppo pochi e i problemi sempre
troppi. Siamo tagliati fuori da linee
periferiche vergognose, come la tarantella
quotidiana del 146. Questo giornalino è un
segno: valorizza i giovani che non si
Ermanno Bartoli accontentano. Il nostro lavoro è solo
all’inizio, ma ce la metteremo tutta.
Nonostante tutto, noi ci siamo. A-partitici,
perché la voglia di migliorarsi non
conosce colori.
Molto spesso noi giovani d’oggi tendiamo
a farci distrarre da cose futili o meno
importanti che ci deviano da quello che
dovrebbe essere veramente rilevante nella
nostra vita quotidiana. Lo scopo del
“Giovane Periferico” è quindi quello di
divulgare un’informazione che sviluppi
una conoscenza e una coscienza
individuale affrontando gli importanti
avvenimenti che ci coinvolgono tutti.
Questo progetto ha anche lo scopo di
invitare ogni studente a partecipare
attivamente nel migliorare la sua
esperienza e il suo rapporto con la scuola.
Silvia De Gennaro
Francesco D’Amico
REDAZIONE
Direttore: Simone Pescosolido
Vicedirettori: Francesca Antonelli, Eleonora Ridolfi
Direttore Grafico: Jiapei Fu
Prof.ssa Referente: Prof.ssa Maria Mascheretti
Vignettista: Alessandra De Michetti
Caposezione Scienze: Francesco D’Amico
Caposezione Attualità: Leonardo Buitrago, Luca Caponecchia
Caposezione Cronaca Scolastica: Francesca Antonelli, Ermanno Bartoli
Caposezione Cultura&Spettacolo: Silvia De Gennaro, Riccardo D’Angelantonio
Redattori: Ludovico Crespi, Matteo Cristofori, Serena De Pietro, Giulia D’Orio, Irene Raimondi, Francesca Ziccolella
Referente Succursale: Giada Di Pietro
Liceo Scientifico - sede via Del Forte Braschi, 99 (RM)
Stampa concessa per l’anno scolastico 2016-17 dal Dirigente scolastico, Prof.ssa Anna Maria Scala
pag.1
NOI, RAGAZZI NON PIU’ COMODI
Intervista a Tommaso Salaroli
Sabato 12 Novembre 2016 gli ideatori del mensile cartaceo
Scomodo avevano organizzato uno “Scomoday” all’interno
dell’Auditorium Albergotti. L’evento aveva in programma concerti,
mostre, conferenze, proiezioni e iniziative, ma purtroppo la forza
pubblica ha interrotto questi lavori e ha sgomberato l’intero luogo.
I ragazzi di Scomodo, comunque, non si sono arresi e hanno subito
riproposto l’evento all’ex Lavanderia S. Maria della Pietà. Di
seguito l’intervista a Tommaso Salaroli, direttore e cofondatore di
Scomodo.
Com’è nato Scomodo? Chi lo scrive e per chi viene scritto?
Qual è il suo fine?
Scomodo nasce da una mancanza che sentivamo noi studenti,
quella mancanza d’informazione che purtroppo aleggia nei
giorni nostri. Siamo in un secolo dove ormai nessuno legge più
né il cartaceo né online.
Sentendo questa necessità, quest’estate abbiamo riunito un
gruppo di ragazzi, studenti anch’essi, che hanno dato vita a ciò
che è Scomodo adesso. Scomodo è scritto per quei ragazzi che,
come noi, hanno voglia di informarsi e, perché no, vogliono
farla crescere in se stessi e negli altri. Il fatto che sia scritto da
studenti tuoi coetanei, piuttosto che da un giornalista di 50 anni,
te lo fa sentire magari più vicino, più attuale, oltre ad uno
strumento con il quale avvicinarsi a temi più complessi e
scottanti.
Com’è stato strutturato lo “Scomoday” e per quale motivo è
nato? Ci saranno altri eventi di questo tipo?
L’idea dello Scomoday è molto simile a quella della notte
scomoda, semplicemente è un piccolo blitz in un luogo. Nello
Scomoday, così come nella notte scomoda, occupiamo un posto
giusto il tempo di ripulirlo e metterlo a posto per fare l’evento.
Il nostro intento è far vedere come sarebbe se venisse utilizzato,
lasciandolo in uno stato migliore, rispetto a quello che era
prima. Facendo una notte scomoda ogni 3 mesi, rischiamo di
non lasciare abbastanza il segno e, per questo motivo, ci siamo
resi conto che, facendo eventi più piccoli, come lo Scomoday, in
luoghi più significativi, come l’Auditorium in via Albergotti,
con una certa frequenza riusciremo di certo a far smuovere
qualcosa.
Purtroppo siamo stati sgomberati dall’Auditorium, ma questo
ha dato i suoi frutti. Il XIII municipio, ad esempio, ha iniziato
cercare di organizzare queste serate una volta ogni due
settimane, non solo per far fare ai ragazzi qualcosa che sia
diverso rispetto al solito, ma anche per creare un evento che
abbia una certa rilevanza politica e che ci permetta di riabilitare
luoghi abbandonati.
Come stanno andando dal vostro punto di vista Scomodo, lo
Scomoday e la notte scomoda? E come vi sembra stiano
venendo accolti dai ragazzi?
Noi abbiamo una visione molto più che positiva di ciò che sta
accadendo. Riusciamo con un solo evento su Facebook o con
un semplice giro di chiamate a muovere centinaia di persone
che ci raggiungono e ci sostengono. Per quanto riguarda il
modo in cui tutto ciò viene accolto dai ragazzi, la risposta è
collegata alla precedente, perché con questo partecipare agli
eventi ci dimostrano di rendersi conto che qualcosa si sta
muovendo nella loro città. Riconoscono che il tipo di evento ha
anche una valenza sociale a cui non sono abituati. Alcuni
vengono anche da molto lontano solo per raggiungerci, passare
una serata con noi e, magari, dar vita a queste iniziative
“scomode” per smuovere e lasciare un segno nella città.
A seguito dei tristi eventi accaduti sabato sera alla fine
dell’evento Scomoday, ovvero l’aggressione di ragazzi
simpatizzanti del fascismo, volevamo sapere un tuo
commento a freddo su ciò che è accaduto.
La dinamica del fatto purtroppo è finita su tutti i giornali, i quali
hanno spesso riportato dei fatti errati, non sapendo niente se li
sono inventati. C’è stato, per così dire, un piccolo sciacallaggio
mediatico. Solo Repubblica si è degnata di intervistarci ed è,
infatti, l’unica ad aver riportato i fatti come stanno.
Un commento su ciò che è accaduto purtroppo viene un po' da
sé. Non diamo importanza all’episodio dal punto di vista del
nostro progetto, Scomodo, non ci interessa e non ci tocca
minimamente. Questo è un grosso problema a cui dare molta
importanza a livello sociale. Le vili aggressioni che ci sono
state nei confronti dei ragazzi, solo perché antifascisti, sono
senza senso perché Scomodo, anche per scelta editoriale, non si
è mai posto così fortemente sull’antifascismo. Vedere che a
venire aggrediti siamo stati noi, ragazzi che danno vita ad un
giornale, è proprio la dimostrazione che c’è qualcosa che non
va bene.
Questi ragazzi sono normalissimi studenti che stanno dimostrando
il loro impegno sociale a Roma e nel quartiere. Questa è la prova
di quanto la società sia composta da individui e di come qualsiasi
cosa si possa fare. L’intervista è precedente al 30/11/2016, giorno
in cui l’Auditorium Albergotti è stato colpito da un incendio,
lasciandolo praticamente in rovina. L’edificio che simboleggiava il
loro successo in ambito sociale nel quartiere è stato distrutto in
circostanze ancora da confermare.
pag.2
Leonardo Buitrago 5A
https://www.vocedinapoli.it
MAMMA ROMA, ADDIO...
La mattina di sabato 12 Novembre Vittorio Bos Andrei, meglio
conosciuto come “Cranio Randagio” ha detto addio alla sua
mamma Roma in seguito ad una festa con degli amici. Vittorio
era conosciuto da molti per la sua musica, essendo apparso
anche ad X Factor; egli infatti era noto, soprattutto nella nostra
città, come rapper, o come lui si definiva “pseudo rapper
paranoico”, e con le sue canzoni si è fatto conoscere e amare.
Ha fatto emozionare e riflettere tutti coloro che lo ascoltavano,
comunicando il suo messaggio di speranza e tenacia che lo
contraddistinguevano.
Nella canzone “Mamma Roma Addio” parlava della sua Roma
che nonostante gli addii dovuti al suo andare a Milano per
lavoro lo riportava sempre a se; ma stavolta la sua città gli ha
dato il suo saluto definitivo, mentre i suoi amici ed i suoi cari
non hanno potuto farlo. Sabato 12 Novembre però non è venuto
a mancare un rapper, come molti giornali sembrano mostrare; è
venuto a mancare un ragazzo che non aveva ancora 22 anni, un
ragazzo che ha lasciato la madre, i fratelli e moltissimi amici
che sono costretti in questi giorni di grande dolore a leggere
non di quanto fosse sempre solare, disponibile e altruista
Vittorio, ma di come egli era stato scelto da Mika per X Factor
o peggio costretti ad ascoltare tesi assurde e infondate sulla sua
scomparsa .
Vittorio è stato una guida e un punto di riferimento per molti; le
sue canzoni esprimevano tutto quello che era e tutto ciò che ha
passato nella sua intensa seppur breve vita. Nei suoi testi
parlava della sua lotta contro se stesso e contro le sfide che la
vita gli ha riservato, del modo in cui affrontava tutto con il
sorriso sul viso, anche quando questo gli era difficile, per essere
sempre di supporto a chi gli era intorno. Parlava di suo padre e
di sua madre “più forte di un cingolato” che lo ha sempre
sostenuto e che, anche nei momenti peggiori, è rimasta in piedi
SEMPRE DI PIÙ
E TU DAI
ANCHE SE CADON
O
SONO
MURI
SU
per aiutare la propria famiglia. Parlava della sua semplicità
nell'affrontare la vita come si presenta, non dimenticandosi però
di lottare per ciò che voleva. Tutto questo riusciva ad
esprimerlo tramite la passione che coltivava da quando era
bambino e cantava in parrocchia con il suo gruppo formato con
i suoi amici scout. Lo scoutismo è stato un punto fondamentale
nella sua vita; ha trovato i suoi migliori amici proprio grazie ad
esso ed è anche grazie a loro che è riuscito ad andare avanti, a
crescere diventando l'uomo che era.
Negli ultimi giorni molti hanno voluto salutare Vittorio,
rendergli omaggio e ringraziarlo per quello che ha fatto per
loro. Molti post sono stati scritti su Facebook, molte foto sono
state pubblicate dai suoi amici e dai suoi fan, e sono stati scritti
molti articoli e pensieri sulla sua vicenda, ma purtroppo la sua
famiglia ed i suoi amici non hanno potuto salutarlo per l'ultima
volta. Anche la sua città lo saluta, la Roma del suo Seneca, la
Roma di Primavalle e di Cornelia dove è cresciuto, la Roma
della parrocchia e degli scout, la Roma delle bevute al pub, la
Roma delle sue strofe, la Roma delle delusioni e delle difficoltà,
la Roma delle serate in compagnia dei suoi amici, la Roma di
tutto quello in cui credeva e che mai lo ha deluso (e che sempre
era pronto ad accoglierlo quando tornava dalla sua seconda
casa, da Milano), e che in ogni caso riusciva a cancellare ogni
problema. “Come minimo adesso devi metterti a vegliare su
Carlotta, Sergio e Giovanni, poi su tutti noi, ce lo devi,
proteggici da lassù che noi da quaggiù continuiamo a volerti
bene” dice il suo migliore amico, e anche io voglio pensare
così. Ciao Vittò.
La fame di un lupo, il cuore di un cane.
Luca Caponecchia 5A
O NO, DI
DEGNO
SU QUESTO PIANETA?RESPIRARE
I
PARE INNATURALE CAMPARE SENZA MONETA, E
PRENDI I MATTONI, RIMETTILI
INTANTO VEDO PIÙ DI UN’ANZIANA SOLA CHE PREGA
FIORI ANCHE NELLE PALUDI PRONA SULL’AFALTO POST-MERCATO COGLIE UNA
C I L I E G I A - SHITTY THOUGHTS PT. 1
SENTI PIÙ NIENTE
QUANDO C’È IL VENTO
ME NE DA UNA
PROMESSE
È LÌ CHE TI PRESTO LO
DI
MANTENUTO
,
PERCHÉ ‘STA MUSICA È
DI
SCIACALLI
CHE
SE
PENSANO
CHE
È
UN
GIOCO
UN SIERO POTENTE
- MAMMA ROMA, ADDIO HO QUALCOSA DI IMPORTANTE
DA DOVERVI RACCONTARE,
- PETROLIO I FANTASMI
VALE
NESSUN
E RIPORTA
QUANTO UN
IL
COME DIDEROT L’ IGNORANZA MI R A TT R I S T A, SAN
FARE UNA MISTA MA QUANTI LEGGERE UN L I B R O - PXV - IL CLIMA CAMBIERÀ -
CRESCONO
NON
STEREO VADO ROMA
SCACCIA
IO
COLPA
“NON CE LA FARAI”
SERENO
POCO
“NON MOLLARE”
TUTTI
pag.3
http://www.consciousreminder.com
EINSTEIN E LA RIVOLUZIONE DELLA FISICA MODERNA Dalla relatività alle onde gravitazionali: a 100 anni dalla pubblicazione della teoria arriva un’altra importantissima conferma
Albert Einstein è stato un fisico tedesco, tra i più celebri
scienziati nella storia della scienza. Insignito del premio Nobel
per la fisica nel 1921 grazie alla scoperta della legge dell’effetto
fotoelettrico, è ricordato dall’opinione pubblica soprattutto per
la formulazione della teoria della relatività e per i rivoluzionari
effetti che questa ha avuto sulla società del XX e XXI secolo.
Solo nel 1915 lo scienziato tedesco formula la relatività generale,
ancora più geniale della precedente. La teoria porta ad
una concezione dello spazio-tempo totalmente nuova e
rivoluzionaria. Quest’ultimo, in accordo con la teoria, viene
curvato dalle grandi masse e la luce risentirebbe della modifica
variando la sua traiettoria.
http://tuttoin1.it
Per secoli gli scienziati hanno creduto nella validità della fisica
classica per descrivere qualsiasi fenomeno; almeno fino al 1905,
anno della pubblicazione da parte di Einstein della teoria della
relatività speciale. Infatti la fisica classica è solo
un’approssimazione della realtà, molto precisa per eventi a
basse velocità e che coinvolgono piccole masse ma
assolutamente insufficiente per trattare fenomeni più complessi,
per i quali la relatività si rende indispensabile.
indispensabile per il funzionamento del sistema GPS e dei
navigatori satellitari: se non si considerassero le correzioni che
comporta, tutti i satelliti in orbita diverrebbero inutilizzabili nel
giro di pochi minuti. Inoltre la teoria di Einstein ha aperto le
porte, almeno a livello teorico, ai viaggi nel tempo, anche se
soltanto verso il futuro e quindi senza possibilità di tornare
indietro; inoltre sancisce un limite all’esplorazione dell’universo
affermando l’impossibilità di superare la velocità della luce.
Nonostante ad oggi la teoria della relatività sia universalmente
accettata, era da 100 anni che stavamo aspettando un’importante
conferma sperimentale: quella delle onde gravitazionali. Ebbene
a distanza di un secolo dalla formulazione della teoria finalmente
gli scienziati sono riusciti a registrare questo fenomeno, portando
ulteriore credito alla teoria di Einstein.
http://nonnamia.iobloggo.com
Matteo Cristofori 3B
L’AFORISMA
È proprio quest’ultimo effetto che è stato preso in
considerazione nell’esperimento dell’astronomo inglese Arthur
Eddington; lo scienziato ha infatti sfruttato l’eclisse totale
di Sole del 23 maggio 1919 per misurare la deviazione della
posizione apparente delle stelle in prossimità dell’astro. Lo
spostamento era perfettamente in accordo con quanto
previsto da Einstein e il risultato fu la clamorosa conferma della
relatività: la notizia finì sulle prime pagine di tutti i maggiori
giornali, dando risonanza alla teoria in tutto il mondo.
La teoria della relatività ha avuto un profondo impatto culturale
sulla società; per esempio essa rappresenta il fondamento
teorico alla base del funzionamento delle bombe atomiche,
l’impiego delle quali è stato determinante nel decretare la
sconfitta del Giappone nella II Guerra Mondiale. Essa è anche
pag.4
QUANDO UN UOMO SIEDE
UN'ORA IN COMPAGNIA DI
UNA BELLA RAGAZZA,
SEMBRA SIA PASSATO UN
MINUTO. MA FATELO SEDERE
SU UNA STUFA PER UN
MINUTO E GLI SEMBRERÀ PIÙ
LUNGO DI QUALSIASI ORA.
QUESTA È LA RELATIVITÀ.
http://www.ilpost.it
CENT'ANNI DI ATTESA
Dalla relatività generale (1916) alle onde gravitazionali (2015)
Nella campagna pisana, in un luogo tranquillo lontano dalla
civiltà, è stato possibile rilevare le onde gravitazionali,
argomento della relatività di Einstein che dal 1916 si dava per
non dimostrabile per via della complessità delle rilevazioni.
due strumenti consiste nel misurare lo spostamento
infinitesimale delle masse colpite da onde gravitazionali
tramite la riflessione di un laser tra gli specchi dello strumento:
se le masse si spostano il raggio viene deviato.
http://www.ilpost.it
Nel 14 settembre 2015 è stato sfatato questo mito: i due
rilevatori LIGO, americano, e VIRGO, europeo, hanno
registrato esattamente la stessa deformazione nel campo
gravitazionale in un intervallo di dieci millisecondi; la scoperta
è stata annunciata l'11 febbraio 2016.
Le onde rilevate sono state emesse nell’ultimo istante
precedente alla completa fusione di due buchi neri pari a 29 e
36 masse solari in un buco nero rotante di circa 62 masse solari;
tuttavia dato che nulla si crea e nulla si distrugge, dove sono
finite le 3 masse solari mancanti?
Per poter essere certi di rilevare le onde gravitazionali piuttosto
che un camion che passa o un terremoto, il sistema è totalmente
isolato da fattori esterni e gli specchi si trovano nel vuoto.
http://www.greenreport.it
https://oggiscienza.it
A cent’anni dalla relatività generale di Einstein questo è il
pezzo che completa il puzzle della teoria che ha gettato le basi
della fisica futura.
Le 3 masse solari si sono trasformate in energia, più
precisamente in onde elettromagnetiche e gravitazionali. La
relazione tra massa ed energia è data dalla celebre formula
E=mc² di Einstein, il quale ha affermato, in maniera
rivoluzionaria, che la massa non è altro che una forma di
energia.
Se una massa assorbe energia, essa aumenta di E/c² e viceversa
diminuisce se cede energia.
Le onde gravitazionali rientrano nella concezione relativistica
dell'universo in quanto Einstein afferma che esiste un campo
gravitazionale indipendentemente da una massa e che questo
campo è uniforme; quindi è necessario lo spostamento di
almeno una massa affinché si crei un’alterazione. Questa
alterazione è appunto l’onda gravitazionale.
Le onde gravitazionali creano variazioni nelle distanze tra due
punti in direzione ortogonale rispetto alla direzione dell’onda.
VIRGO, il complesso di misuratori di onde di Pisa, ha un
gemello nello stato di Washington. Il funzionamento di questi
pag.5
Ludovico Crespi 3B
http://www.liceoguidocarli.eu
BILANCIO E CRITICITÀ DI UN ANNO DI LAVORO
E' ormai passato un anno da quando, secondo la “Buona
Scuola", è entrata in vigore per tutte le classi terze l’alternanza
scuola-lavoro. Mentre per gli istituti tecnici, che già la
svolgevano negli anni passati, la novità ha riguardato
solamente il suo divenire obbligatoria, i ragazzi dei licei si sono
invece confrontati per la prima volta con quello che è il mondo
del lavoro.
Numerosi sono stati i feed-back ricevuti, e il giudizio dato al
lavoro svolto durante l'anno passato oscilla fra l'entusiasmo di
molti e il dissenso di tanti altri.
http://philippedouale.com
Nicola Calderone, studente di quinto anno dell'IIS PacinottiArchimede, ha partecipato come rappresentante della sua
scuola all'incontro organizzato il 18 ottobre dal Ministero
dell’Istruzione, della ricerca e dell’Università, con argomento
l’alternanza scuola-lavoro. Gli scopi prefissati dal MIUR erano
di compiere un bilancio del lavoro svolto durante l'anno,
chiamando alcune scuole italiane a raccontare una loro
esperienza di A.S.L, e di presentare il progetto "I campioni
dell'alternanza", programma che coinvolge 16 organizzazioni aziende grandi e medie, ordini e Terzo Settore, per la proposta
di nuovi percorsi formativi.
Nicola ha rappresentato per noi il tramite fra la nostra piccola
realtà scolastica e quella così grande e lontana del Ministero,
dandoci la possibilità di capire meglio quali sono i punti
cardine attorno ai quali ruotano le problematiche sollevate da
ragazzi e docenti che si sono cimentati in questa esperienza.
Come si è svolto l’incontro per voi rappresentanti delle
scuole italiane?
Ogni scuola ha avuto cinque minuti di tempo, divisi fra
insegnante referente del progetto, dirigente scolastico e alunno
rappresentativo, per presentare il percorso di un’esperienza di
A.S.L. svoltasi nell’istituto. Io e il docente referente abbiamo
discusso dell’esperienza che noi ragazzi dell’istituto tecnico
abbiamo svolto presso un’azienda di progettazione di impianti
gas medicali. Il mio intento era quello di presentare al Ministro
Giannini gli aspetti positivi della nostra esperienza, ma anche di
mettere in rilievo le problematiche sorte con l’alternanza svolta
dai ragazzi del liceo scientifico compreso nel nostro istituto.
Anche noi frequentiamo il liceo scientifico e, ascoltando le
opinioni dei ragazzi e dei docenti coinvolti sui lavori svolti,
ci siamo resi conto di quanto l’alternanza nei licei sia stata a
volte più un “problema” che un’opportunità. Qual è stato il
motivo per cui l’A.S.L. ha funzionato diversamente fra
Istituti Tecnici e Licei?
Il problema principale riscontrato sta nel fatto che, se per noi
del tecnico l’Alternanza era già stata messa in atto da tempo,
per i ragazzi del liceo è stata una novità, alla quale sono arrivati
impreparati. E non solo loro, ma anche per i Dirigenti Scolastici
e i docenti è stata una “patata bollente” da scaricarsi di mano in
mano.
Le leggi che da anni regolavano l’A.S.L., erano state strutturate
in base ad un numero ristretto di partecipanti. Quando poi è
diventata obbligatoria, non è stato sopperito in modo adeguato
all’aumento vertiginoso dei ragazzi coinvolti nel progetto ed è
risultato molto difficile per le scuole, se non a volte impossibile,
trovare le aziende adatte all’Alternanza. Gli istituti, quindi,
hanno dovuto proporre ai ragazzi progetti alternativi, che per
quanto potevano essere stati pensati e svolti al meglio, non sono
stati reputati dal MIUR stesso coerenti con quanto si era
prefissato. Il MIUR ha detto chiaro e tondo nell’incontro del 18
che i progetti svolti da alcune scuole nei laboratori della
Sapienza non erano effettivamente pertinenti con l’idea iniziale
di cosa l’A.S.L. dovesse essere.
Bisognerà quindi lavorare tanto affinché l’Alternanza diventi
realmente formativa per i ragazzi e pertinente con il loro
percorso di studio.
Nell’incontro, quindi, cosa ha espresso il Ministro riguardo
questa problematica? Quali sono i provvedimenti che vuole
mettere in atto per migliorare la situazione?
Purtroppo non c’è stata occasione da parte mia, né da parte
degli altri rappresentanti scolastici, di poter esprimere
esattamente tutto ciò che avevamo da dire sull’Alternanza. Il
mio discorso, come quello della mia insegnante di riferimento e
degli altri ragazzi partecipanti, è stato modificato, e sono state
eliminate proprio le parti in cui avrei voluto parlare della
situazione del mio liceo. Ne è risultato, quindi, un incontro in
cui è stata data una visione esclusivamente parziale
dell’Alternanza, facendo trasparire la volontà di non parlare di
determinate problematiche, delle quali il ministero è però
pienamente consapevole. Un’ulteriore dimostrazione di non
volere presentare tutti gli aspetti dell’ A.S.L., anche i più critici,
è stato il convocare all’incontro prettamente Istituti Tecnici, che
già la svolgevano da tempo e non avevano nuove problematiche
da presentare.
In ogni caso, la volontà esplicitata dal ministero è quella di
“alzare il livello qualitativo complessivo di questo nuovo format
didattico”, come scrive nel sito ufficiale del MIUR, e con il
progetto “I campioni dell’ Alternanza” si sta già muovendo in
questo senso. Con la consapevolezza, però, che a partire da
quest’anno si dovrà fare molto di più, non ci resta che fidarci
delle parole che il Ministro Giannini ha riferito personalmente a
Nicola: “Siamo qui per questo”.
pag.6
Francesca Antonelli 5D e Eleonora Ridolfi 4C
http://www.dariofo.it
http://www.russhmagazine.com
LEONARD COHEN:
TRA MALINCONIA E MUSICA
Lo scorso 13 ottobre, ci lasciava uno degli artisti più capaci del
nostro Paese e del nostro tempo. Dario Fo, nato nel 1926 nei
pressi di Milano, fu non solo attore e regista, ma anche autore,
pittore e scrittore. La sua tenacia e la sua caparbietà lo hanno
reso un uomo degno di ricevere il Nobel per la Letteratura nel
1977. Infatti le sue opere teatrali, ispirate dalla Commedia
dell’arte italiana, sono rappresentate in tutto il mondo.
Even though it all went wrong, I’ll stand before the Lord of Song
http://www.film.it/
DARIO FO, L’ETERNO GIULLARE
La sua premiazione al Nobel generò anche diverse critiche, in
molti in Italia e all’estero si sono chiesti per quale motivo egli
vinse il premio. L’Accademia svedese stessa disse che l’artista
“seguendo la tradizione dei giullari medievali, dileggiava il
potere restituendo la dignità agli oppressi”. Il teatro di Fo non
seguiva le convenzioni e regole tradizionali, perché il suo unico
scopo era quello di trasmettere a tutte le persone ciò che
intendeva dire, con un rapporto sempre diretto con il pubblico.
Infatti egli riprende la commedia dei giullari, i quali recitavano
scene di vita quotidiana ed elimina nelle sue opere ogni sorta di
approfondimento psicologico lasciando spazio alla satira.
Insieme a sua moglie, Franca Rame, Dario sostenne le sue idee
politiche con fervore, tanto da essere censurato dalla televisione.
Schierato nell’estrema Sinistra, le sue opere di satira scaturirono
molto clamore, infatti, ancora oggi non tutte vengono inscenate
nel mondo.
Uno degli strumenti che prediligeva nelle sue opere, a supporto
dei suoi ideali, era sicuramente l’ironia. Sostenendo che “senza
l’ironia c’è solo il melodramma, un pericolo per la società”,
arrivò ad ironizzare anche sull’opulenza del Clero, al quale
rimproverava scarsa coerenza con la dottrina predicata.
Sarebbe interessante trovare negli artisti della nuova
generazione qualcuno che lo ricordi per la sua ironia sottile.
Questo perché, a differenza di molte persone, ha sempre avuto il
coraggio delle proprie idee che manifestava nelle sue diverse
forme d’arte. Oggi non sono molte le persone che hanno la
fermezza di ribadire le proprie decisioni rischiando di andare
contro le istituzioni. Chissà in certi casi cosa sia meglio fare,
esprimere le proprie opinioni se pur contrastanti rispetto agli
altri giudizi, o stare in silenzio e accontentarsi di ciò che viene
deciso?
Forse è un artista che molti di noi non hanno mai sentito
nominare o non hanno mai ascoltato: è un poeta, un letterato
oltre che un cantautore diverso che ha commosso generazioni e
ispirato artisti successivi.
Nasce nel 1934 a Montreal (Canada) da una famiglia ebrea. Il
padre muore nel 1943 lasciando una ferita profonda nel
giovane Cohen, testimonianza che i grandi artisti non hanno
mai una vita facile. Inizia a scrivere raccolte poetiche durante
l’università e si laurea in lettere. Nel 1960 si trasferisce a
Hydra, isola greca, e inizia il suo amore con Marianne, sua
musa ispiratrice, qui scrive 2 libri (uno autobiografico e uno
noir) e nel 1967 ,tornato in America, si dedica alla musica, da
cui era rimasto stregato fin da adolescente quando aveva
formato una band country, e pubblica il suo primo album che
non ottiene il successo sperato a causa del tema del suicidio,
troppo in disaccordo con il clima hippy del tempo. Il successo
arriva con il secondo album “Songs from a room”
che
preannuncia una brillante carriera musicale. La sua vita, però,
non è tutta rose e fiori, infatti soffre di depressione per molti
anni. Nel 1994 si ritira per 6 anni in un monastero zen in cerca
di riflessione e semplicità, diventando monaco ma non rinnega
mai la sua religione (l’ebraismo). Nei suoi 50 anni di attività
pubblica molti libri e raccolte poetiche oltre a 14 album di cui
l’ultimo uscito quest’anno ; alcune sue canzoni sono conosciute
a livello mondiale come “Suzanne” ispirata alla donna che è la
madre dei suoi 2 figli, “So long Marianne”, “Bird on the Wire”
e “Hallelujah” resa immortale da Jeff Buckley.
La sua particolarità sono i complessi temi trattati spesso celati
nei suoi testi enigmatici:
la religione infatti cita spesso racconti biblici e figure che fanno
parte del Vecchio Testamento, cioè l’unico valido per gli ebrei;
la discriminazione e l’ingiustizia sociale nei confronti di poveri
e gay;afferma che gli Stati Uniti stessi sono solo una
democrazia illusoria; la depressione e il suicidio (temi che
nascono dal suo vissuto); l’aborto che egli ritiene
imperdonabile; la lotta contro la guerra in particolare quella
arabo-palestinese che coinvolge il suo popolo e la difesa degli
oppressi; poi ci sono temi più classici come amore e sesso ma
mai trattati con banalità, sempre immersi nello spirito
malinconico che caratterizza questo grande artista.
La sua morte stessa è avvolta in un’aura malinconica: poco
tempo prima era stata predetta da Cohen stesso in una lettera
indirizzata alla sua ex-fiamma Marianne morente, a causa di
una leucemia.
Leonard Cohen muore a Los Angeles il 7 novembre 2016.
Francesca Ziccolella 4C
pag.7
Irene Raimondi 3A
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STORIA DI UN MARCHIO, STORIA DI UNO STILE
Un bavarese di circa vent'anni Adolf Dassler, soprannominato
“Adi”, sopravvissuto agli orrori della Prima Guerra Mondiale,
decise assieme al fratello maggiore Rudolf e al padre Christoph
di creare delle scarpe sportive nel cortile della loro casa.
Vendendo molti dei loro articoli, nel 1924 i fratelli fondarono la
Gebrüder Dassler Schuhfabrik, un vero e proprio luogo di
riferimento per le calzature sportive in Germania.
mondiale svizzero del 1954 anche grazie alle scarpe fornite da
Adidas.
Il trionfo dei tedeschi “griffati” da Adi Dassler fece
letteralmente decollare il marchio in tutto il mondo, un mondo
che tra l’altro iniziava a vedere lo sport come business,
portando quindi a un giro di soldi che cresceva anno dopo anno
in modo vertiginoso.
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Nel 1720 Adolf Dassler si propose di disegnare per Stan Smith
una scarpa totalmente in pelle, la prima della storia delle scarpe
da tennis. Inizialmente Adi aveva deciso di chiamarle "Adidas
Robert Haillet" in onore del tennista francese scelto come
endorser ufficiale della scarpa ma, una volta ritiratosi dal tennis
professionistico, l'azienda scelse di cercare un nuovo
testimonial e la decisione cadde su Stan Smith, uno dei tennisti
più acclamati d'America, che quello stesso anno vinse
Wimbledon. Da qui una delle sue citazioni più famose:
“Sono un giocatore di tennis, ma un sacco di persone pensano
che io sia una scarpa.”
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La calzatura appare con un design molto semplice che, al posto
delle tre strisce, emblema del logo Adidas, presenta tre forature
laterali. Sulla linguetta è presente il disegno e la firma di Smith
e nel '76 fu inserita l'imbottitura posteriore sulla cavigliera per
proteggere il tendine d'Achille.
Gli inizi per PUMA non furono facili, mentre Adidas prese
nettamente il sopravvento. Rudolf Dassler fece un grosso errore
quando litigò con Sepp Herberger, il commissario tecnico della
nazionale tedesca di calcio, che vinse miracolosamente il
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Se inizialmente le enormi differenze caratteriali tra i fratelli
fecero bene all’impresa, piano piano le tensioni latenti
portarono al conflitto sempre più aperto. Non potendo più
lavorare insieme, Rudolf decise di fondare nel 1948 una propria
compagnia di calzature sportive chiamandola RUDA, dalle
iniziali del proprio nome e cognome, per poi cambiarla in
PUMA. Nel frattempo Adolf decise di cambiare il nome
dell’originale fabbrica di calzature sportive, chiamandola
ADIDAS, anche lui usando le sue iniziali. Imponente sarà la
grande rivalità tra quelli che diventeranno due autentici colossi
dell’abbigliamento sportivo.
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Essendo coscienti del fatto che fosse importante, oltre alla
qualità, il differenziarsi delle scarpe a seconda degli sport,
ebbero grande successo fabbricando sia scarpe per corse di
fondo che per sprinter. Ci fu infatti un primo esordio nelle
Olimpiadi di Berlino del 1936 dove videro Jesse Owens
trionfare e portarsi a casa quattro medaglie d’oro, grazie anche
alle scarpe fornite dai Dassler.
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Prese piede verso gli anni 80 ma solo recentemente è diventata
la scarpa da tennis più famosa di tutti i tempi, diventando un
vero e proprio must have. Nel corso degli anni le Stan Smith
hanno contraddistinto svariate culture di strada come skater,
ballerini Hip Hop e cantanti Rap.
Citando le parole di Coco Chanel, "una moda che non
raggiunge le strade non è moda". Sono comparse in video
musicali, canzoni, shooting fotografici e film.
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Tante le capsule collection che gli stilisti hanno realizzato in
collaborazione con Adidas:
Raf Simons ha creato tre modelli dai colori intensi e due
effetto “used”; Jeremy Scoot ha aggiunto ali, strappi e tinte che
non passano inosservate; Pharrel Williams le ha utilizzate per
mandare messaggi: smile, call me later, ecc; Alexander Wang,
invece, ha deciso di lasciarsi ispirare da colore, tessuto e
lavorazione.
L'affermazione delle Stan Smith come scarpe di moda potrebbe
essere nata con Marc Jacobs. Il classico modello bianco e verde
è stata la sua costante scelta durante tutto il suo periodo "alla
buona" prima di cambiare stile: maglione navy, pantaloni larghi,
e occhiali dalla montatura e le lenti trasparenti.
Rappresentavano il look di un vero designer ''fuori dagli
schemi", l'uniforme di qualcuno che è troppo impegnato per
pensare a cosa indossare.
Sono scarpe che possono davvero essere abbinate con tutto:
giacca e pantaloni classici, con jeans skinny o boyfriend, pull
over, camicie di ogni misura ma anche vestiti corti o lunghi.
Abbinamenti più amati dalle fashion blogger: maxi felpe, total
jeans o total white, salopette e gonne plissè.
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Tra i più grandi sostenitori abbiamo:
Jay-Z che ama indossarle in molti suoi video e le abbina spesso
allo smoking nelle serate eleganti; il rapper francese La Fouine,
che scrisse "Stan Smith" il cui testo cita “J’prépare un classique
genre Stan Smith” ovvero “Sto preparando un classico come le
Stan Smith”; Gisele Bundchen le indossò in un nudo
fotografico per
Vogue Paris nel 2013; Pharrel Williams
musicista, produttore discografico, rapper, stilista e trend setter;
la formosissima Kim Kardashian ed infine l'affascinante David
Beckham.
COME INDOSSARLE? Non c'è conclusione migliore che di quella di Luciana
Littizzetto:
"Ma quali rose rosse, ma quali bouquet di mammole?! Date
retta a me: mazzi di scarpe. Questo è il desiderio inconfessabile
di ogni femmina."
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Serena De Pietro 5D
http://www.mansarda.it
SUDOKU (livello medio)
REBUS (livello medio)
PROBLEMA DELLE MONETE (livello difficile)
Siano date 12 monete, tra cui una di peso diverso dalle altre,
e una bilancia a due piatti. Stabilire con 3 pesate quale sia la
moneta di peso diverso, e se è più pesante o più leggera delle
altre.
http://www.prolocosangiovanni.it
Giovan Loranzo Bernini e i suoi
La Cometa dell’Arte
I mille volti di Roma, arte e modelli
s t o r i a , t r a d i z i o n i e Gli angeli tra i più belli del
contraddizioni
Barocco romano: otto modelli
Dal 12/10/16 al 12/04/17
in terra cruda
Teatro della Cometa
Dal 16/11/16 al 26/02/17
Via del Teatro Marcello 4 (RM) Viale Vaticano (RM)
Bizhan Bassiri - Specchio
Solare
Dal 23/02/16 al 31/12/16
Museo Carlo Bilotti
Via Fiorello La Guardia (RM)
Guerre stellari. Play!
Esposizione dedicata a "Star
LOVE. L’arte contemporanea Van Gogh alive -The experience Wa r s " , u n m i t o c h e h a
incontra l’amore
Mostra multimediale dedicata incantato tre generazioni
Dal 28/10/16 al 29/01/17
Riuniti i più importanti artisti al grande pittore olandese
Dal 25/10/16 al 27/03/17
Complesso del Vittoriano
dell'arte contemporanea
Via Girolamo Induno 4 (RM)
Via di San Pietro in Carcere
Dal 29/09/16 al 9/02/17
(RM)
Chiostro del Bramante
Alvaro Siza, Sacro
Via Arco della Pace 5 (RM)
L'esposizione del grande Time is Out of Joint
16 ottobre 1943, la razzia
architetto portoghese
L'esposizione sonda l'elasticità
del concetto di tempo
U n o d e g l i e p i s o d i p i ù Dal 09/11/16 al 16/03/17
drammatici della città di Roma Maxxi - Museo nazionale delle Dal 11/10/16 al 15/04/17
arti del XXI secolo
Galleria Nazioniale d’Arte
Dal 19/09/16 al 15/01/17
Via Guido Reni 4 (RM)
Moderna e Contemporanea
Casina dei Vallati
Viale delle Belle Arti 131 (RM)
Via del Portico d'Ottavia (RM)
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Colors
Omaggio al Colore
Dal 27/10/2016 al 14/01/17
Galleria Edieuropa
Piazza Cenci 56 (RM)
Vite di Internati Militari Italiani
Dal fronte di guerra ai lager
tedeschi 1943-1945
Dal 10/11/15 al 31/12/16
Ass. Naz. Decorati Med. D’oro
Mauriziana Nastro verde
Via Labicana 15 (RM)
L’Ara com’era
Un racconto in realtà
aumentata del Museo dell'Ara
Pacis
Dal 14/10/16 al 30/10/17
Museo dell’Ara Pacis
Lungotevere in Augusta (RM)
ANGOLO DELLE INIZIATIVE
VICINI ALLE ZONE TERREMOTATE
www.ricercheradiologiche.it
Lo scorso mese molte scuole a Roma hanno deciso di
organizzare delle raccolte fondi per supportare, anche
moralmente, le popolazioni del centro Italia colpite dal
terremoto. Noi non siamo stati di certo a guardare ma, al
contrario, ci siamo dati da fare per collaborare a sostenere
quest’iniziativa.
Con l’aiuto di tutti siamo riusciti a raccogliere 530 euro!
A chi consegnare questa quota? Ad un’associazione che si
occupa di fornire aiuto alle persone in difficoltà (ad esempio
l’associazione nazionale alpini) o direttamente ad una scuola
del luogo?
Il comitato studentesco si è espresso a favore della seconda
opzione, sottolineando l’importanza che avrebbe questo gesto,
al livello morale, per ragazzi come noi che sono costretti a
vivere in una situazione così difficile.
Sono stati già presi contatti con il rappresentante d’istituto
dell’IISS R. Battaglia di Norcia: a breve si provvederà alla
consegna del ricavato dalla raccolta fondi con l’auspicio che
possa essere d’aiuto e supporto.
www.bancoalimentare.it
UN CALORE IN MANO
Sabato 28 Novembre il nostro Liceo ha partecipato alla colletta
alimentare promossa a livello nazionale. 93 ragazzi si sono
alternati nel servizio di raccolta presso il supermercato Agorà di
via Gregorio VII riuscendo a raccogliere 2 TONNELLATE di
prodotti alimentari che verranno distribuiti alle famiglie in
difficoltà.
Fateci sapere se conoscete famiglie bisognose: provvederemo a
portare un pacco-dono anche a loro!
VI ASPETTIAMO!
SE LA SCRITTURA, LA FOTOGRAFIA O I DISEGNI SONO LA
VOSTRA PASSIONE, SE VOLETE VEDERE COME FUNZIONA
LA REDAZIONE DI UN GIORNALE SCOLASTICO, SE VOLETE
FAR VALERE LA VOSTRA VOCE E CONDIVIDERE LE VOSTRE
IDEE, SIETE TUTTI INVITATI ALLA REDAZIONE DE “ IL
GIOVANE PERIFERICO”. SCRIVETECI ALLA MAIL:
[email protected]