Il Museo Borély a MarsIglIa
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Il Museo Borély a MarsIglIa
novembre 2013 Interni 1 / INteriors&architecture Interni novembre 2013 INteriors&architecture / 2 Ant. Igendel ipsam nulpa alitatiur, officiis molore, eum idus eost dolorest, cum alita simuscia voluptae. Adi diore, officid elictus provitas dolorupta volorum quid eum quam non con A sud di Marsiglia, nell’ambito delle opere di rilancio della città in occasione del ruolo di Capitale Europea della Cultura 2013, la restituzione degli spazi del Château Borély, trasformato in un suggestivo polo museale dedicato alla moda e alle arti decorative Il Museo Borély a Marsiglia progetto di Moatti – Rivière Architecture et Scénographie foto di F.Felix-Faure testo di Matteo Vercelloni due sale espositive al piano terreno del Museo Borély. Al restauro delle boiserie originarie si affiancano gli interventi contemporanei come le conchiglie rigide laccate dei controsoffitti che nascondono i canali della climatizzazione e vani tecnici e il pavimento bronzeo della sala ingresso. Le teche espositive delle collezioni di ceramica, con uno studiato sistema di illuminazioni sono state realizzate da Goppion. Nella pagina a fianco, il fronte del Museo verso la corte rivolta alla città. (foto M.v.) C hâteau Borély, la costruzione del XVIII secolo che insiste con il suo giardino formale affiancato dal mare nell’omonimo parco a sud della città, poco lontano dalle spiagge, ha ospitato al suo interno per anni il Museo Archeologico. Dopo lo spostamento di quest’ultimo nel Centre de la Vieille Charité, gli spazi del Château Borély sono stati chiusi per un decennio in attesa di una nuova funzione. Questa grande bastide, ai margini della città, eretta da una ricca famiglia di commercianti marsigliesi, conserva ancora oggi nel quartiere Bonneveine il suo carattere monumentale, nonché le decorazioni degli interni ad opera dell’artista Louis Chaix originario della vicina Aubagne. Isolato tra una corte rivolta verso il tessuto urbano e il giardino con esplanade centrale alle sue spalle anticipato dalla grande fontana, l’edificio simmetrico e regolare, dai fronti speculari e scandito dal corpo centrale con timpano e fregi, è oggi stato restituito alla città grazie a un recupero conservativo dell’opera architettonica e dei suoi padiglioni limitrofi. Ma l’attivazione del suo ruolo urbano si deve soprattutto al progetto di creazione del nuovo Museée des Arts décoratifs et de la Mode che ha raggruppato varie collezioni distribuite precedentemente in piccole sedi nella città. Il progetto degli interni e della relativa sistemazione museale, frutto di un concorso pubblico, è stato aggiudicato allo studio parigino Moatti-Rivière che quest’anno ne ha inaugurato gli spazi, reinventati con 3 / INteriors&architecture novembre 2013 Interni Interni novembre 2013 ????????????????????? / 4 accanto, La sala rossa al piano terreno. al centro, la sala d’ingresso al primo piano con il tavolo espositivo dedicato ai vetri contemporanei. in basso, alcuni disegni di progetto. attenzione e sensibilità contemporanea. Il progetto si basa essenzialmente sulla valorizzazione del carattere originario della bastide, della dimensione delle sue stanze e saloni, e del percorso interno che, di sala in sala, offre come un tempo, la scoperta di diverse situazioni e atmosfere. Così se in origine la serialità tra l’ingresso con lo scalone d’onore, la sala dorata e la cappella, le stanze private al primo piano e gli spazi di collegamento, offrivano una studiata gerarchia scenografica domestica, quello spirito è oggi restituito e amplificato dall’intervento di riforma legato alla funzione museale che conserva e offre al pubblico le diverse collezioni con una sequenza di diverse invenzioni espositive che miscelano brillantemente la dimensione museografica. Delle grandi conchiglie scultoree in resina colorata scendono dai soffitti in modo plastico, accogliendo e celando al loro interno impianti di climatizzazione, luci e cablaggi. Superfici contemporanee dal forte impatto che, sopra la quota dei cornicioni restaurati, sostituiscono i soffitti, reinventando una suggestiva dimensione decorativa. Le originarie piastrelle esagonali in cotto, in parte recuperate, sono diventate il filo conduttore per declinare nella stessa forma e a scala variabile nuovi materiali, come il marmo, il bronzo, il legno, chiamati a caratterizzare le pavimentazioni. Arredi su disegno laccati, tavoli e banconi espositivi, si sostituiscono solo in parte agli arredi di un tempo, che ancora occupano le sale, rileggendone dimensione e figura, per custodire le nuove collezioni poste sotto vetro, come nelle essenziali ed eleganti vetrine su disegno realizzate da Goppion. Al primo piano, nel salone centrale dedicato ai vetri contemporanei, con opere di Ettore Sottsass, un grande tavolo quadrato con zona circolare in rilievo circondata da una corolla di led a incasso, accoglie le opere mentre, come nelle altre stanze, le pareti perimetrali con boiserie e decorazioni restaurate instaurano un dialogo serrato tra passato e presente che l’intero progetto intende sottolineare. un ulteriore sala espositiva dedicata a ceramiche locali con il pavimento di legno sopraelevato che riproduce in scala maggiore la geomeria esagonale delle piastrelle originarie del palazzo, conservate in vari spazi e assunte come forma-guida per le nuove pavimentazioni.