La lirica provenzale
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La lirica provenzale
Nelle corti della Provenza (Sud della Francia) tra XI e XIII secolo si diffonde la lingua d'OC e nasce corrente poetica in volgare raffinata ed elaborata. All'inizio cantata con accompagnamento della viella, simile a una viola, o dell'arpa. Detta anche cortese, dalla corte del sovrano e dei signori feudali. Cortese indica una condizione di gentilezza, nobiltà, Raffinatezza nell’educazione e nei costumi, predisposizione alla generosità. LA LIRICA PROVENZALE o CORTESE o OCCITANICA Dove nasce La forma metrica principale Stile - trobar leu, cioè leggero, facile (sintassi nitida e piana, lessico semplice e cantabile) - trobar clus, poetare chiuso, difficile: testi più contorti Da chi è prodotta A chi si rivolge Base teorica La canzone (canso in provenzale), divisa in STANZE o strofe (dette coblas) con un numero fisso di versi e uno schema di rime ricorrente di strofa in strofa. Di solito cominciano con la descrizione di elementi naturali (che creano una corrispondenza tra la rinascita primaverile della natura e il sentimento amoroso, poi rappresentano la donna e la lodano, infine descrivono il rivale o i maldicenti che possono danneggiare l'amante. Infine c'è un congedo Tematica principale Il poeta cortese è detto trovatore, dal verbo trobar, poetare. A differenza dal poeta altomedievale, che rimaneva anonimo poichè mancava l'idea dell'autore come individuo creatore, questi poeti escono dall'anonimato ed hanno una profonda consapevolezza professionale. Possono essere cavalieri, borghesi, castellani e artigiani. Il primo di cui si ha notizia è GUGLIELMO IX duca d'Aquitania, grande feudatario dell'epoca. Cultura prevalentemente cavalleresca. I cavalieri erano i guerrieri che combattevano a cavallo. Difendevano la fede cristiana, le donne e i deboli. Pubblico aristocratico che fa riferimento ad un'etica feudale, basata su valori laici cioè la LEALTA', FEDELTA' E DEDIZIONE ASSOLUTA AL SIGNORE ANDREA CAPPELLANO: espone i principi dell'amore cortese in un trattato in latino, il De Amore, 1185 circa. (corte della contessa Maria di Champagne, Francia del nord). L'amore nasce dal pensiero continuo che l'amante rivolge all'amata dopo averla vista (prima rimane colpito dalla sua bellezza, ne porta in sè l'immagine che custodisce e alimenta con la memoria. L'AMORE PASSA PER GLI OCCHI e invade poi la mente L'AMORE, (detto fin'amor, o amore cortese) nobilita l'uomo, lo induce all'autoperfezionamento: le virtù della DONNA, manifestate dalla sua bellezza esteriore, sono talmente tante che inducono l'uomo a perfezionarsi per essere degno di lei. La donna è elevata e distante, anche per la sua posizione sociale e perchè donna sposata, quindi spesso irraggiungibile e l'amante è completamente subordinato a lei. L'amore non può esistere all'interno del matrimonio poichè non può sopportare vincoli. Altre tematiche Questo amore diviene specchio del rapporto feudale: il poeta - amante è vassallo della signora (in latino domina) e le è sottomesso in un continuo servizio d'amore. Il patto tra la donna e l'amante viene rafforzato da doni e riti simili a quelli dell'investitura feudale e cavalleresca, e segue regole convenzionali. Per esempio l'uomo tiene nascosto il nome della donna attraverso un senhal, un appellativo fittizio che la protegge dai pettegolezzi. - La frustrazione del poeta - amante (metafora di quella dei nobili senza feudo - celebrazione della nobiltà interiore e del servizio d'amore - appagamento dell'amore che non si può raggiungere: da questo nasce la poesia - desiderio che vive di ASSENZA, se venisse appagato cesserebbe la poesia (spesso l'amore è lontano) - ci sono anche testi di argomento religioso o moralistico, politico - militare, burlesco - parodico