Cronaca - Calino

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Cronaca - Calino
Lunedì 04/04/2016
Mortara - Garlasco (Km 20)
Cronaca
7:00 La sveglia suona all’alba, mentre il sole tenta di farsi vedere… oggi non ci riuscirà. Ma almeno non
piove e questo è già una bella notizia, viste le nefaste previsioni meteo di questi giorni.
8:00 dopo una buonissima, abbondante e ben assortita colazione presso l’albergo Trento, ci confondiamo
con l’onda degli studenti che, scesi dai pullman, stanno raggiungendo la loro “amata” scuola. Noi invece
imbocchiamo la “Strada Pavese” e ci dirigiamo fuori dal centro abitato, nella grande pianura pavese.
Qui ci scontriamo con la prima importante difficoltà del tracciato che porta alla ribalta il grande problema di
questi “cammini”: la segnaletica.
La via Francigena è, generalmente, ben segnata e segnalata. Tuttavia il problema più evidente e urgente è
la manutenzione dei segnali: non sempre viene fatta e tanti segnali “spariscono”.
Usciti da Mortara ci siamo diretti verso la campagna; lungo gli argini del fosso che costeggiava la
“carrareccia” che stavamo percorrendo, un gruppo di taglialegna (pugliesi) hanno praticamente tagliato
tutti i pioppi per centinaia di metri. Tagliando i pioppi hanno anche tagliato i segnali che erano stati messi
sui loro tronchi… Pioppi in partenza per la Puglia e destinati alla costruzione di cassette per la frutta.
Il pellegrino, in questi casi, si sente un po’ spaesato e impotente. Anche la guida (sempre utilissima) non
sempre riesce a darti la direzione giusta.
Ma sappiamo, anche, che il pellegrino è sempre visitato dalla Provvidenza. E provvidenza vuole che i
taglialegna erano ancora sul posto e, viste le nostre perplessità, ci hanno indicato la strada dove puntavano
i segnali che loro avevano appena “segato”… per di più loro stavano per andarsene in quanto il lavoro era
ultimato: tempo venti minuti e su quei campi non avremmo trovato nessuno a cui … chiedere aiuto. Se non
è Provvidenza questa… (mi piacerebbe sapere come hanno fatto i pellegrini venuti dopo di noi…).
Comunque il problema dei segnali è reale. Ma ne riparleremo ancora in questo diario.
9:30 Dopo un bel vagare per
campi, in un clima più autunnale
che primaverile (vista la frescura
e la nebbiolina che in queste
zone è comunque di casa), tra
avvistamenti di aironi, conigli
selvatici, e altra fauna campestre… facciamo la prima sosta a
Remondò (e Gambolò).
Il paesaggio campestre presenta
pioppeti molto suggestivi nella
loro ordinata disposizione su
filari ben allineati.
12:00 Arriviamo giusti per la sosta “caffè” a Tromello, dove nella “Boutique della Frutta” facciamo
provvista di vitamine. Dopo una breve visita alla chiesa di San Martino e al “Cappellone” che vi sorge di
fronte (sono tre cappelle barocche che chiudono la piccola piazza della chiesa) ci riposiamo e ci dissetiamo
presso un bar del paese.
Seguiamo la segnaletica della guida edita da “Terre di Mezzo” e puntiamo dritti al Santuario della Madonna
della Bozzola di Garlasco. Questo particolare ci consente di dire due parole sulle guide.
La via Francigena non è un tracciato univoco, come lo era già nel medioevo. La Francigena è una rete di
strade che puntano a Roma. Quindi ci sono percorsi che possono anche essere molto diversi tra loro, pur
mantenendo in comune le località di passaggio. Nel nostro caso abbiamo due guide diverse: quella del
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MIBAC (Ministero dei Beni Culturali) e quella di “Terre di Mezzo”. Nella prima il sentiero punta al paese di
Garlasco e il Santuario della Bozzola è una località da raggiungere in un secondo momento (se si vuole).
Nella seconda guida il viceversa: si consiglia di raggiungere il Santuario e lasciare Garlasco come visita
turistica serale. La scelta di puntare al Santuario della Madonna della Bozzola è risultata la migliore.
14:00 arriviamo nella piazza del santuario. Si festeggiano i 550 anni della sua edificazione. Un Giubileo nel
Giubileo. Devo dire che questo Santuario mi è piaciuto molto, in particolare la Cappella Galleria della
Misericordia (dietro il presbiterio), edificata nei primi anni ‘90 e decorata con affreschi e statue creati
dall’artista Toffetti. In quest’anno Santo della Misericordia siamo nel posto giusto.
Considerando, poi, che ieri era la solennità
dedicata alla Divina Misericordia… il cerchio si
chiude perfettamente.
15:00 facciamo un breve spuntino presso il
bar dell’oratorio, che sorge a fianco della
chiesa. I nostri pranzi sono sempre essenziali:
frutta e verdura, con qualche dolcetto per
riprendere rapidamente le forze.
Nel bar, una signora riconosce il nostro
accento e il nostro dialetto, si fa avanti e
rivela le sue origini: è di Pisogne, sulla
estrema punta a nord del lago d’Iseo. La signora abita da molti anni a Garlasco, da quando si è sposata, ma
le fa piacere (ed emozione) risentire un dialetto che le ricorda la sua giovinezza.
17:00 Garlasco dista circa 1,5 Km dal Santuario. Facciamo una passeggiata e visitiamo un po’ il centro di
questo paesotto. Troviamo vicino alla chiesa l’ufficio (l’accoglienza) per il pellegrini della Francigena.
Qualcuno di noi si è portato la credenziale e quindi ne approfittiamo per un timbro.
Poi ci prendiamo un momento di relax in un bel bar di fronte alla chiesa dove ci lasciamo andare ad un
“interessante” aperitivo con stuzzichini molto apprezzati (sarà stata anche … la fame).
18:30 Ritorniamo al Santuario dove c’è l’albergo che ci ospita (Margherita). Qui ci prendiamo un po’ di
riposo: docce e sistemazione zaini (compreso il bucato…). Inizia a piovere ma … dura molto poco; è stato
l’unico momento di pioggia di tutta la nostra avventura.
19:45 Finalmente a tavola. Una cena… senza infamia ne lode (le cene molisane o pugliesi dello scorso anno
erano un’altra cosa… ma lì c’è un’altra cultura del cibo e della convivialità).
22:00 Due passi nella piazza del Santuario chiudono questa bella giornata di cammino. Buona notte!
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