Testi e immagini per comunicare la speranza

Transcript

Testi e immagini per comunicare la speranza
INIZIATIVE
Una metafora per la ricerca
Testi e immagini
per comunicare
la speranza
Molto positivi i risultati
della prima edizione
del nuovo concorso indetto
da AIRC per gli studenti
delle scuole superiori
a cura della REDAZIONE
na metafora per esprimere la malattia ma soprattutto la speranza nella ricerca. È stata questa la richiesta che AIRC ha fatto
agli studenti delle scuole superiori di
tutta Italia quando ha indetto il concorso Una metafora per la ricerca, la
cui premiazione è avvenuta a Milano
nell’Aula Magna dell’Istituto IFOM di
oncologia molecolare.
A giudicare gli elaborati (testi, fotografie e disegni) c’era una giuria di eccezione: lo scrittore Giorgio Faletti, il
regista Ferzan Ozpetek, il pubblicitario Paolo Gorini e il direttore scientifico di IFOM Marco Foiani.
Tre i vincitori: Sonia Tallarico, della
IV Liceo scientifico Filolao di Crotone,
ha raffigurato un motore di ricerca simile a Google, intento a cercare la risposta per combattere la malattia; Lorenzo Nigro, iscritto all’ultimo anno
del Liceo scientifico Alfonso Gatto di
Agropoli, in provincia di Salerno, ha
fotografato la sua paura più grande,
quella della chemioterapia, ma anche
la possibilità di non cedere alla malattia; e Ramin Briguglio, sedicenne del
Liceo classico Impallomeni di Milazzo,
in provincia di Messina, ha immaginato il cancro come un verme che “rovina” il frutto dall’interno, ma contro il
U
34 | FONDAMENTALE | APRILE 2011
quale è possibile agire con cure opportune. I ragazzi, accompagnati dalle insegnanti, sono stati invitati a Milano e
hanno avuto la possibilità di visitare
IFOM e, soprattutto, di partecipare a
uno dei laboratori didattici che l’Istituto da anni propone alle scuole superiori. Hanno così potuto comprendere
qualcosa di più del lungo e faticoso lavoro che si nasconde dietro ogni
nuova scoperta scientifica.
“NEL MIO DISEGNO HO
RAFFIGURATO UNA CELLULA SANA,
CHE È IL TASTO DI ‘ENTRATA’ NEL
MOTORE DI RICERCA, E UNA
CELLULA MALATA, CON IL NUCLEO
FRASTAGLIATO, CHE È CIÒ CHE
VOGLIAMO ELIMINARE” SPIEGA
SONIA TALLARICO. “E NEL
LABORATORIO CHE HO VISITATO
STAMATTINA LE HO VISTE DAL
VERO!”
Anche Ramin Briguglio è stato
fortemente impressionato dal giro
nei laboratori di ricerca, e non esclude, in futuro, di poter scegliere di fare
medicina.
“LA METAFORA DEL VERME E
DELLA MELA È FORTE, MA QUANDO
SI GUARDANO LE CELLULE TUMORALI NEL MICROSCOPIO E SI PENSA
A CHE AZIONE HANNO I FARMACI
SCOPERTI IN QUESTI LABORATORI,
TUTTO DIVENTA CHIARO”.
Lorenzo Nigro, invece, in futuro
vorrebbe fare l’ingegnere. Già oggi si
muove bene con le nuove tecnologie,
come dimostra l’elaborazione fotografica che ha prodotto con un programma di fotoritocco.
“LA PERDITA DEI CAPELLI È PER ME
IL SIMBOLO DELLA MALATTIA E
Da sinistra a destra
i premiati:
Lorenzo Nigro,
Sonia Tallarico,
Ramin Briguglio.
In basso, i giurati:
Marco Foiani,
Paolo Gorini,
Ferzan Ozpetek,
Giorgio Faletti
CREDO CHE SPAVENTI QUALSIASI
GIOVANE. MA LA MIA FOTO VUOL
ANCHE DIRE CHE SI PUÒ FARE
QUALCOSA DI POSITIVO GRAZIE ALLA
RICERCA, INFATTI IL RAGAZZO SANO
PORTA UNA MAGLIETTA BIANCA, CHE
È UN SIMBOLO DI PUREZZA”.
I giurati sono rimasti favorevolmente impressionati dal livello degli
elaborati. “Le idee che ci sono dietro
sono molto buone e sono queste che
contano” spiega Gorini che, come
pubblicitario, sa quanta fatica si nasconde dietro un’intuizione efficace.
Per Ozpetek, invece, è l’emozione
che conta, nel momento in cui si
vuole mandare un messaggio.
“Quando ho pensato agli spot che ho
girato per AIRC volevo dire che la
malattia non è qualcosa di lontano,
ma che tocca tutti noi, personalmente o negli affetti. Per questo l’impegno contro il cancro deve essere collettivo”. Faletti non ama la retorica, e
infatti ha apprezzato particolarmente quanto di diretto c’è nel messaggio testuale del giovane Briguglio: “Il
cancro è un verme non solo perché
ti aggredisce dall’interno, ma anche
perché è subdolo”.
I giurati si sono chiesti come
nasce un’idea. “Non esiste un luogo
dove nascono le idee, altrimenti lo
frequenterei più spesso” ha detto Faletti. “A volte l’idea si presenta all’improvviso, ma poi la produzione
di un artista è frutto di un duro e sapiente lavoro”.
Per Ozpetek, invece, c’è una fase
della creazione che è collettiva:
“Quando scrivo la sceneggiatura di
un film, ho bisogno di sentirla leggere ad alta voce dagli attori per correggere quello che non funziona”.
Costanza, fatica e lavoro collettivo
sono caratteristiche che la creazione
artistica ha in comune
con la ricerca scientifica, ha detto Foiani:
“Per fare scienza serve
l’intuizione, ma poi
non basta. Bisogna lavorarci a lungo e con i PER SAPERNE DI PIÙ
propri collaboratori”.
APRILE 2011 | FONDAMENTALE | 35
WWW.AIRC.IT
La vita è una mela,
il cancro il suo
verme, la ricerca
il pesticida.