1 Event Triggered Sampler instrument. 1 - IASF Palermo
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1 Event Triggered Sampler instrument. 1 - IASF Palermo
ETS Event Triggered Sampler instrument. Lo strumento ETS esegue il campionamento simultaneo di 4 canali analogici nell’istante di arrivo di un segnale di Trigger. ETS restituisce in forma digitale i 4 campioni dei canali con le relative marcature temporali ed un’uscita analogica equivalente al segnale somma dei 4 canali analogici. Fig.1. 1. Caratteristiche Hardware. 4 input CH1 to CH4, 100K (or 50 internal jumper), ADC 16 bit, 500KSMP, 4096 mVolt FS. 1 input TRIGGER, 50 , 200 mVolt threshold, 5 Volt max. 1 output SUM/TEST, 50 output, DAC 14 bit, 2MSMP max, 4.0 Volt FS output (without term.) 1 output STROBE, 50 output, 2 Volt output (without term.) 1 POWER Input, 5.0 Volt, 300 mA max. 1 DELPHIN I/O Port interface, up to 40MB/sec I/O transfer rate 2. Caratteristiche Firmware. Acquisizione simultanea dei 4 canali CH1-4 all’arrivo del segnale di TRIGGER. Memoria degli eventi e dei tempi realizzata con due buffer identici che si avvicendano per eliminare i tempi morti di lettura. La struttura del buffer è mostrata in Tab.1. Impulso somma dei 4 canali CH1-4 nell’uscita SUM/TEST ritardato rispetto al segnale di TRIGGER di: 2 µs (tempo di conversione) + DELAYED TRIGGER (2 µs default). Opzione test: segnale a rampa nell’uscita SUM/TEST per test di funzionamento dei canali (v. par. “Test di funzionamento dei canali”). Le caratteristiche del segnale sono le seguenti: o ampiezza massima della rampa: 4 Volt, 16 valori con step 0.25V. o numero di campionamenti per ogni step della rampa: 1000 o valore di frequenza della rampa: 1KHz Impulso di sincronismo nell’uscita STROBE, in occorrenza della lettura dati effettuata dal software. Rev. 01 1 3. Caratteristiche Software. Il software, scritto in LabView, realizza in modo virtuale una strumentazione di tipo NIM e permette di svolgere le seguenti funzioni: Impostazione dei parametri di acquisizione (modifica dei valori di default o dell’ultimo valore impostato) Visualizzazione degli istogrammi dei 4 canali in un formato di tipo multicanale Visualizzazione di altri dati di housekeeping Lettura dati e archiviazione di questi su disco in formato ASCII Test di funzionamento dei 4 canali. Salvataggio automatico degli ultimi parametri di acquisizione impostati. 4. Assetto dello strumento. Lo strumento equipaggiato con l’interfaccia DELPHIN è visto da un qualunque Sistema Operativo come risorsa di sistema “ UNITA’ DISCO” nel quale effettuare operazioni standard (creazione e copia di file e cartelle, etc.). La capacità del disco (costituito con memoria a stato solido) è di 8 MB. Attenzione: si raccomanda di non cancellare, rinominare o editare i file di sistema del direttorio principale. Il Direttorio dello strumento IASF_MCA_xx attualmente comprende: Fig.2 La lettera dell’Unità Disco (E:) visualizzata in questo esempio è riferita al PC in uso. Il file ets_config_00.txt conserva le ultime configurazioni utilizzate nel programma. La cartella Source comprende I file sorgenti del programma ETSampler.exe. 4.1. Caratteristiche meccaniche ed elettriche. Lo strumento si presenta in un box compatto di dimensioni mm. 162 x 102 x 52 e pesa g. 300. Nel pannello frontale sono allineati 4 connettori BNC (CH(1-4)) nella fila superiore e tre connettori (STROBE, SUM/TEST, TRIGGER) nella fila inferiore. Nel pannello posteriore sono disposti: l’interruttore di accensione, il connettore Narrow SCSI 50 poli LVDS-SE di DELPHIN, il connettore di alimentazione POWER Input, 5.0 Volt, 300 mA, e l’interruttore di accensione. Infine un led, posto a fianco del connettore di alimentazione, indica l’accensione dello strumento (led permanentemente acceso), l’attività del segnale di Trigger e dell’accesso per le sessioni di lettura con lampeggi di differente durata. 2 Rev. 01 Fig.3 4.2. Struttura del Buffer di memoria. All’arrivo del segnale di TRIGGER i segnali d’ingresso ai 4 canali CH1-4 sono acquisiti simultaneamente. I segnali sono cioè campionati in contemporanea e salvati nel buffer di memoria con il formato di tab. 1. Le sessioni di lettura sono decise dal programma e perciò risultano asincrone rispetto alle fasi di acquisizione. Lo strumento dispone di due buffer di memoria dati per eliminare il tempo morto di lettura. Infatti durante la sessione di lettura di un buffer (anche se riempito con pochi campioni) i nuovi eventi sono dirottati nell’altro buffer. Non appena un buffer è completamente pieno, l’acquisizione però cessa in attesa di una sessione di lettura. Tab.1. Struttura di ciascuno dei due Buffer di memoria. Partition Type Partition Size HEADER 256 Word SAMPLE SAMPLE SAMPLE SAMPLE MARK MARK 512 Word 512 Word 512 Word 512 Word 512 Word 512 Word Partition Data Sync1 Sync2 tbd Acq_lenght (µs) Acq_lenght (ms) tbd Trigger number (65536 max) tbd Pile-up number (65536 max) tbd CH1, data sampled CH2, data sampled CH3, data sampled CH4, data sampled Time, 1µs data mark Time, 1ms data mark Address Buffer 0 to 3 4 to 7 8 to 15 16 17 18 to 19 20 21 to 23 24 25 to 255 256 to 767 768 to 1279 1280 to 1791 1792 to 2303 2304 to 2815 2816 to 3327 Esempio di scrittura in un Buffer al rate di 10K eventi/sec.: nelle 4 partizioni di tipo SAMPLE e nelle due partizioni di tipo MARK, i 4 rispettivi campioni + i 2 tempi di marcatura sono scritti contemporaneamente in 100µs. Quindi 512 campioni (in ogni partizione di tipo SAMPLE) sono scritti in 51,2msec (100µs x 512). Al rate specificato in questo esempio, un buffer si riempie in poco più di 50msec; un tempo sufficientemente lungo se rapportato al transfer rate di c.ca 1Mword/sec dell’attuale versione dell’interfaccia DELPHIN: la lettura di 3328 word che compongono l’intero buffer è effettuata in poco più di 3 msec. Al rate specificato in questo esempio, il READING INTERVAL può allora essere eventualmente impostato manualmente a 25msec per garantire il riempimento a metà della capacità del Buffer prima di essere letto. Rev. 01 3 5. Connessioni dello strumento e procedura di avvio. Lo strumento è operativo solo se connesso ad un host controller mediante interfaccia o adattatore SCSI. In tal modo il Sistema Operativo dell’host vede lo strumento come risorsa disco di sistema e può operare sui file dello strumento per gestirne le funzioni. Nell’host deve essere installato il programma Labview di National Instruments, o quantomeno la parte di Run-Time di Labview scaricabile gratuitamente dal sito di National Instruments. Per ogni tipo di connessione è prevista una differente procedura di avvio riportata in tab.2. Accertarsi che lo strumento sia spento. Inserire il cordone di alimentazione nel connettore Power Input. Tab.2 a. Using USB2 to SCSI adapter(1). Connect Instrument SCSI I/O connector to the USB2-SCSI adapter, leaving this last unplugged from the host(3). Switch on Instrument. Connect the USB2-SCSI adapter to the host(3). A message notifies for the new DELPHIN interface system disk resource. Anyway, Instrument DELPHIN interface is automatically found as system SCSI disk resource during host start-up. b. Using PCMCIA-SCSI adapter. Connect Instrument SCSI I/O connector to the PCMCIA-SCSI adapter, leaving this last unplugged from the host(4). Switch on Instrument. Connect the PCMCIA adapter to the host(4). A message notifies for the new DELPHIN interface system disk resource(4). Anyway, Instrument DELPHIN interface is automatically found as system SCSI disk resource during host start-up. c. Using PCI-SCSI host controller. Connect Instrument SCSI I/O connector to the host SCSI connector using Narrow SCSI 50 pole cable. Switch on Instrument. Rescan(2) or mount SCSI peripheral devices to find the UVIScope 1x1 DELPHIN interface among system disk resources. Anyway, Instrument DELPHIN interface is automatically found as system SCSI disk resource during host start-up. As all removable disk resource (CDROM, USB drive, etc.), Instrument may include an executable program that starts at the moment the connections where established(5) (6). Notes: (1) : http://www.ratocsystems.com/english/products/index.html#P_UltraSCSIConverter , one example of SCSI adapter and accessories site. (2) : i.e. For Windows XP execute “Rescan disks” from “Disk management” of “Computer management“. (3) : with some USB2-SCSI adapters (i.e. Ratoc) the USB connection to the host may done prior to switch on Instrument. (4) : If PCMCIA-SCSI adapter is already plugged into the host prior to switch on Instrument, to find Instrument DELPHIN interface among system disk resources should rescan (see note2) or mount SCSI peripheral devices. No message will be notified. (5) : only valid for point b. and c. cabling procedure above mentioned (6) : WindowsXP requires user acceptation, otherwise the executable program starts at once. Lo strumento dopo pochi istanti è riconosciuto come risorsa disco del PC, con il nome dell’Unità IASF_MCA_xx. Se il Sistema Operativo è Win2000 o successivo, l’host chiede se il programma “ETSampler.exe” presente nello strumento deve essere avviato. Se il Sistema Operativo è precedente a Win2000, il programma “ETSampler.exe” è avviato automaticamente, senza aver effettuato tale richiesta. Se non già connessi, connettere gli ingressi dei canali CH1-4 alle sorgenti dei rispettivi segnali analogici e l’ingresso TRIGGER al segnale esterno di trigger (v. esempio al par.12). Il led indica l’eventuale attività del segnale di TRIGGER. Se non già avviato, avviare il programma LabView “ETSampler.exe” dall’Unità IASF_MCA_xx. 6. Strumentazione virtuale di tipo NIM creata dal Programma “ETSampler.exe”. Il programma ETSampler.exe realizza in modo virtuale una strumentazione di tipo NIM. Tale strumentazione virtuale è composta da due moduli NIM: ETS – CTRL Questo modulo effettua la gestione dello strumento ETS, permette di impostare i parametri di acquisizione (dai valori di default o dai valori ultimamente impostati) e di visualizzare sinteticamente alcuni dati di H/S. ETS – MONITOR Questo modulo visualizza graficamente l’istogramma dei dati acquisiti e la storia di alcuni dati di H/S. 4 Rev. 01 6.1. ETS - CTRL. Il modulo ETS – CTRL è composto da: Fig.4 3 display per visualizzare i dati di H/S. o RATE METERS. events/sec. Il calcolo del rate è effettuato a fine scrittura di ogni singolo buffer. o o (1) (2) (3) LOST EVENTS. n.eventi persi/buf. Il calcolo è effettuato a fine scrittura di ogni singolo buffer (1) (2). TIME ELAPSED. sec. Indica il tempo trascorso dall’inizio acquisizione (3). TOTAL. Pulsante a sinistra sotto il display LOST EVENTS che serve a visualizzare il totale degli eventi persi dall’inizio dell’acquisizione. SLOW RD. Led posto a destra del display LOST EVENTS. Quando lampeggia, indica che il motivo degli eventi persi è dovuto agli accessi di lettura troppo lenti o perché è impostato un valore troppo alto in READING INTERVAL. SEC/HH.MM.SS. Pulsante a sinistra sotto il display TIME ELAPSED. Seleziona la visualizzazione del tempo solo in secondi o convertito in ore, minuti e secondi. 3 caselle con relativi selettori posti alla loro destra per impostare i parametri di acquisizione. o TRIGGER DELAY. Valori i microsecondi: 0÷65535. Modificando questo o o (4) (5) valore si stabilisce il ritardo del campionamento dall’istante di arrivo del segnale di TRIGGER. ACQUISITION TIME. Valori in secondi: intero a 32 bit. Modificando questo valore si stabilisce la durata di una fase di acquisizione (4). READING INTERVAL. Valori in millisecondi: intero a 32 bit. Durata in millisecondi che intercorre tra una lettura e la successiva. Modificare questo valore in modo inversamente proporzionale al rate di eventi aspettato in modo da non saturare la capacità del Buffer (v. Esempio di scrittura in un Buffer … nel par. “Struttura del Buffer di memoria”). Con un rate di 10KSMP l’intervallo di lettura può essere impostato a 25msec. Con un rate di 1KSMP l’intervallo di lettura può essere impostato a 250msec (5). INFINITE. Pulsante a sinistra sotto la casella ACQUISITION TIME. Attivando la selezione INFINITE, la fase di acquisizione termina disabilitando manualmente ill selettore ACQUISITION ENABLE. AUTO. Pulsante a sinistra sotto la casella READING INTERVAL. Attivando questa selezione il programma adegua gradualmente gli intervalli di lettura al rate di eventi in arrivo, perdendo eventualmente alcuni dati durante la fase di ricalcolo del rate quando questo cambia troppo repentinamente. In questo caso il valore impostato indica l’intervallo massimo che non può essere superato da tale automatismo 4 selettori per attivare le modalità di di acquisizione. o ACQUISITION ENABLE. ON/OFF. Attivare questa selezione per avviare o o o la fase di acquisizione. Se TEST MODE ENABLE è abilitato questa selezione avvia anche la fase di test. TEST MODE ENABLE. ON/OFF. Attivare questa selezione quando si vuole effettuare il test dei canali. Riferirsi al par. “Test di funzionamento dei canali”. MONITOR ENABLE. ON/OFF. Attivare questa selezione per visualizzare il secondo modulo ETS - MONITOR descritto nel rispettivo paragrafo. SAVE DATA ENABLE: ON/OFF. Attivare questa selezione per archiviare i dati su disco. I dati sono archiviati in file sequenziali di tipo “ets_data_gg-mm-yy_hhmm.txt” della cartella C:\ ETS_Measurement_Data\. Riferirsi ai paragrafi “Impostazione parametri di scrittura su file” e “Archiviazione dati”. 1 pulsante di uscita dal programma. o EXIT PROGRAM. Chiusura del programma. Premendo contemporaneamente i tasti <CTRL> + <SHIFT> + F2, il programma termina l’esecuzione senza chiudere il form dell’applicazione, consentendo un nuovo avvio. Rev. 01 5 6.2. ETS - MONITOR. Il pulsante MONITOR ENABLE del modulo ETS – CTRL apre un secondo modulo di tipo NIM, affiancato a destra e denominato ETS – MONITOR, composto da: 4 selettori (CHANNEL VIEW) per abilitare la visualizzazione di ciascuno dei 4 istogrammi dei canali. Se più di un canale è selezionato, gli istogrammi (di colore diverso) risultano sovrapposti. 1 display grafico per la visualizzazione degli istogrammi selezionati. 4 selettori (HISTORY VIEW) per abilitare la visualizzazione storica di alcuni H/S. 1 display per la visualizzazione storica dei H/S selezionati Fig.5 6 Rev. 01 7. Impostazione dei parametri di scrittura su file. I dati sono salvati sul disco secondo le modalità impostate nella funzione di scrittura su file “Write Labview Measurement File” di LabView accessibile solo in modalità editor del programma sorgente “ETSampler.vi”. Attualmente la funzione è così impostata: nome dei file sequenziali di acquisizione ets_data_gg-mm-yy_hhmm.txt durata in minuti di ciascun file 30 min (*) Per modificare le impostazioni di scrittura su file occorre cambiare i parametri di detta funzione nel seguente modo: selezionare la funzione “Write Labview Measurement File” nello schema del programma “ETSampler.vi” di LabView col tasto destro del mouse aprire il menù della funzione col tasto sinistro del mouse selezionare Proprietà modificare i parametri di scrittura su file Ricompilare il programma e sostituirlo all’eseguibile “ETSampler.exe” originale. Detti parametri rimarranno impostati fino alla prossima modifica. (*) La scelta di archiviazione dei dati su file sequenziali di 30 minuti ciascuno potrebbe rivelarsi più sicura di quella di archiviazione dei dati in un unico file. Infatti nel caso di interruzione dell’alimentazione del sistema si perderebbe solo l’ultimo file non concluso ed in caso di errore di cancellazione di un file non si precluderebbe l’intera sessione di lavoro. 8. Archiviazione dati. Se da un canto la funzione “Write Labview Measurement File” svolge un ruolo notevole nella gestione di scrittura su file, fa risparmiare una mole non indifferente di lavoro ed è semplice ed immediata da usare, d’altro canto essa impone dei formati di scrittura proprietari non modificabili. Pertanto il modo di archiviazione dei dati è fissato in modo testo file.txt, occupando una eccessiva quantità di spazio su disco; la dimensione dei valori trascritti è in doppia precisione; le informazioni supplementari non possono essere tolte. Il risultato è che la dimensione di un file creato durante un minuto di acquisizione al rate di 1KHz è di circa 3Mbyte; dodici ore allo stesso rate occupano circa 2GByte. Un eventuale operazione di compressione può ridurre di circa dieci volte le dimensioni del file. I dati sono archiviati in file ASCII sequenziali di tipo “ets_data_gg-mm-yy_hhmm.txt” della cartella C:\ETS_Measurement_Data\. Ogni volta che si avvia l’acquisizione tramite ACQUISITION ENABLE di ETS – CTRL, si crea un nuovo file. Inoltre se il Buffer di lettura è vuoto, il relativo frame non è scritto nel file. Il file .txt creato dalla funzione “Write Labview Measurement File” può essere aperto facilmente anche in Excel. L’header è descritto in tab.3 mentre il formato dei dati è descritto in tab. 4. Le tabelle sono un compendio abbreviato del file originario dal quale sono state estratte le informazioni inerenti all’acquisizione e completato con testi esplicativi. Nelle tabb.3 e 4 il primo rigo (rigo n°0) in giallo è stato aggiunto per evidenziare l’indice delle colonne. Nel file è indicato che sono state prodotti 13 Channels (ns. interpretazione: channels = colonne), ma essendo in realtà 14 le colonne, la prima è stata identificata come colonna 0. Il seguente frame di esempio di tab.3 e ta.4 è ottenuto operando in modalità TEST (rampa 0-4V, 1KHz). 8.1 Header. Nel rigo 1 Samples da colonna 1 fino a colonna 6 sono indicati il numero di campioni occorsi per ciascun canale durante questo frame di acquisizione. I valori indicati in colonna 7 fino alla colonna 13 sono i risultati e le impostazioni di questo frame di acquisizione. Attenzione: nel rigo 2 Date e nel rigo 3 Time è indicato il tempo assoluto di fine di questo frame di acquisizione. Nel momento in cui si effettua un ciclo di lettura, il programma determina l’istante di fine scrittura dei campioni nel Buffer; detto istante coincide con l’istante di inizio scrittura dei nuovi campioni nell’altro Buffer di memoria. Sicché il tempo assoluto assegnato dal programma in quell’istante può riferirsi sia al tempo di fine frame appena letto sia al tempo d’inizio di scrittura dei nuovi campioni che formeranno il prossimo frame. Tab. 3 Description IASF-PA / INAF 2008. ETS - 4 channel event-triggered sampler. Notes X values guaranteed valid only for Channels 13 Col. 0 Col. 1 Col. 2 Col. 3 Col. 4 Col. 5 Samples Date Time 498 2008/05/12 11:20:49, 962999 498 .08/05/12 11:20:49, 962999 498 .08/05/12 11:20:49, 962999 498 .08/05/12 11:20:49, 962999 498 .08/05/12 11:20:49, 962999 Col. 6 Col. 7 Col. 8 Col. 9 Col. 10 Col. 11 Col. 12 Col. 13 498 .08/05/12 11:20:49, 962999 1 .08/05/12 11:20:49, 962999 1 .08/05/12 11:20:49, 962999 1 .08/05/12 11:20:49, 962999 1 .08/05/12 11:20:49, 962999 1 .08/05/12 11:20:49, 962999 1 .08/05/12 11:20:49, 962999 1 .08/05/12 11:20:49, 962999 …………… ***End_of_Header*** Rev. 01 7 8.2 Formato dei dati. La lunghezza del frame relativo ai dati corrisponde al numero di eventi occorsi durante l’intervallo di lettura impostato o autogestito ma che non supera l’ampiezza del Buffer di memoria (512 word di Col. 13). L’ampiezza di questo primo frame-dati è di 497 “trigger” di test occorsi nei 500msec. impostati automaticamente nella casella READING INTERVAL. I successivi frame possono assumere un’ampiezza variabile che dipende dal segmento di rampa campionato e dal riaggiustamento automatico dell’intervallo di lettura. Le colonne da 1 a 6 sono riferite ai campionamenti e alle marcature temporali degli eventi. Le rimanenti colonne sono riempite solo nel rigo n°0 e rappresentano i risultati conseguiti (Col. da 7 a 10) e le impostazione di questo frame-dati (Col. da 11 a 13). Tab. 4 Col. 0 Event Col. 1 Ch1 Col. 2 Ch2 Col. 3 Ch3 Col. 4 Ch4 Col. 5 uSec Mark Col. 6 mSec Mark Col. 7 uSec Acq Time Col. 8 mSec Acq Time Col. 9 Acq Event Number Col. 10 Acq PileUp Number Col. 11 uSec Event DeadTime Col. 12 uSec Event Acq Delay Col. 13 Acq Buffer Length 0 1 2 n 497 4005 4000 4000 4005 4006 4000 4002 4006 4007 4001 4002 4006 4005 3998 4002 4005 2540 3540 4540 40788 2 3 4 499 41250 500 498 0 2.083 2 512 Col. 0 Col. 1 – 4 Col. 5 – 6 Col. 7 – 8 Col. 9 Col. 10 Col. 11 - 12 Col. 13 Numero di evento. Valori di ampiezza del campionamento. Il valore 4000 (su una scala di 65536 bit ed un FS di 4096 mV) indica che è stato campionato il primo valore della rampa pari a 244mV. Marcatura temporale di ciascun evento dall’inizio della scrittura del Buffer, espressa in µs (Col.5) ed in msec (Col.6). Durata totale dell’acquisizione di questo frame, espressa in µs (Col.7) ed in msec (Col.8). Numero di eventi campionati. Numero di pile-up intercorsi. Tempo morto fisso di ogni singolo evento: tempo di conversione hardware (2 µs di Col.11) + valore di TRIGGER DELAY (2,083 µs di Col. 12). Ampiezza del Buffer di memoria. 9. Test di funzionamento dei canali. L’impulso di uscita SUM/TEST è il risultato proporzionale della somma dei quattro segnali d’ingresso e si presenta in una forma simile ad una gaussiana. Le caratteristiche di questo segnale sono descritte nel paragrafo “Caratteristiche Hardware”. Il guadagno attuale dell’amplificatore somma è uguale a 1, ma può essere aumentato via firmware. Abilitando TEST MODE ENABLE e connettendo l’uscita SUM/TEST solo all’ingresso CH1, si predispone lo strumento per avviare il test di funzionamento contemporaneo dei 4 canali. All’uscita SUM/TEST il firmware genera una rampa di tensione con le seguenti caratteristiche: valore di ampiezza massima della rampa: 4 Volt, 16 valori con step 0.25V numero di campionamenti per ogni step della rampa: 1000 valore di frequenza della rampa: 1KHz Impostare il valore di ACQUISITION TIME per una durata opportuna e abilitare ACQUISITION ENABLE per avviare l’acquisizione del segnale di TEST. Abilitando SAVE DATA ENABLE la sessione di TEST è archiviata su disco. Il test va a buon fine allorché i display dei canali visualizzano i relativi istogrammi tutti di uguale ampiezza (sommando anche gli eventuali BIN laterali associati). 10. Modifiche e suggerimenti. I valori di default della rampa di test e dell’uscita somma SUM/TEST attualmente possono essere modificati solo via firmware, ma se necessario potranno essere cambiati inserendo nuove caselle di impostazione nel modulo di controllo NIM. Altre caratteristiche firmware e software possono essere cambiate per risultare più appropriate al tipo di misura da effettuare. In questo caso occorre definire le funzioni convenienti in modo da modificare di conseguenza il firmware ed il programma. 11. Versione provvisoria del firmware, del programma e di questo documento. Questa è la prima versione del firmware e del programma ETSampler.exe e può essere sottoposta ad ulteriori verifiche e modifiche. I dati di H/S visualizzati nei display dei moduli NIM virtuali, servono solo per monitorare il funzionamento dello strumento. Riferirsi ai dati registrati per un corretto uso dei valori di campionamento. Anche il presente documento può essere sottoposto a possibile revisione per eventuali errori ed omissioni. 8 Rev. 01 12. Esempio di connessione dello strumento con moduli NIM “Linear Gate Stretcher” mod. 542 Ortec. Connettere l’uscita “Output” (pannello anteriore) di un modulo “Linear Gate Stretcher” all’ingresso di uno dei canali di ETS CH1-4. Connettere l’uscita “Busy” (pannello posteriore) del modulo “Linear Gate Stretcher” all’ingresso TRIGGER di ETS. Regolare l’Output Delay del modulo “Linear Gate Stretcher” al minimo consentito. Regolare l’Output Width del modulo “Linear Gate Stretcher” a circa 2 microsecondi. Nel programma ETSampler.exe impostare il valore di TRIGGER DELAY per una durata di 2 microsecondi. All’occorrenza aggiungere altri moduli “Linear Gate Stretcher” fino a occupare tutti i canali d’ingresso dell’ETS. In tal caso l’uscita “Busy” di ciascun modulo “Linear Gate Stretcher” può essere inviata ad un modulo logico tipo NIM mod. CO4020 Ortec per ottenere una uscita logica (OR, AND, Coinc.) da inviare all’ingresso TRIGGER di ETS. Rev. 01 9