Che senso ha pubblicare nel 2012 un dizionario bergamasco

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Che senso ha pubblicare nel 2012 un dizionario bergamasco
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ROTARY CLUB SARNICO E VALLE CAVALLINA
DISTRETTO 2040 - AR 2012/2013
Bollettino n. 10 – 15.10.2012
“Che senso ha pubblicare nel 2012 un dizionario bergamasco – italiano – latino
scritto nel 1700 dall’Abate Giovanni Battista Angelini”
Relatore: Vincenzo Marchetti
La serata
Questa sera al “Vigneto” abbiamo avuto come nostro gradito ospite e relatore lo
studioso Vincenzo Marchetti, di cui il Presidente Adriano Galizzi ha letto un breve
curriculum.
Esperto conoscitore di metratura di testi di
letteratura sia medievale sia umanistica, passione
maturata durante la sua pregressa attività di
bibliotecario, Vincenzo Marchetti ha acquisito “sul
campo” quelle conoscenze che gli hanno permesso
di curare in particolare le pubblicazione di 4 opere
fondamentali per gli studiosi e gli appassionati di
storia locale:
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- Il Giovanni Da Lezze “Descrizione di Bergamo e suo territorio” del 1596, pubblicata
anche a cura del noto Prof. Lelio Pagani.
-
“Confini dei comuni del territorio di Bergamo”, opera del 1392-1395;
- “Descrizione di Bergamo in terza rima” del 1720, scritto dall’Abate Giovanni Battista
Angelini;
- il “Vocabolario bergamasco italiano latino”, scritto nel 1740 sempre dall’Abate
Giovanni Battista Angelini (di seguito chiamato più semplicemente “Vocabolario”).
Dal 1980 al 1994, ha diretto e coordinato le attività del Centro Documentazioni e Beni
Culturali della Provincia di Bergamo.
Inoltre, dal 1995 al 2004, è stato incaricato dalla Diocesi di Bergamo della conduzione
dell’Archivio Storico Diocesano.
Dopo cena, Vincenzo Marchetti ha quindi preso la parola per parlarci in particolare del
Dizionario bergamasco italiano latino scritto dall’Abate Giovanni Battista Angelini,
opera divisa in tre volumi, pubblicata per la prima volta nel 2012:
“Il quesito posto circa il senso di pubblicare nel 2012
il Vocabolario settecentesco dell’Angelini potrebbe
sembrare di primo acchito un po’ retorico, perché
implicante tra le risposte possibili anche quella
negativa e cioè che, forse, non ne valeva la pena. È
evidente, al contrario, che chi come il sottoscritto ha
contribuito in modo convinto e appassionato alla sua
pubblicazione, non possa decisamente rispondere: sì,
ne valeva la pena e perciò ha un senso pubblicare
opere di questo genere a distanza di secoli dalla loro
composizione.
Le motivazioni di questa operazione mi sono permesso di sottolinearle, a merito del Centro Studi Valle
Imagna che si è assunto l’onore e l’onere della pubblicazione in quattro ragioni:
1- aver offerto alla storia e alla cultura bergamasca l’edizione del più antico vocabolario del suo dialetto
che fino ad oggi si conosca, anticipando di un secolo almeno il Vocabolario del Tiraboschi edito nel
1867 e, guarda caso nell’anno centenario della morte di Giovan Battista Angelini;
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2- aver apprestato in generale a dialettologi, glottologi, un ulteriore strumento di studio e di
approfondimento facilmente consultabile, non solo ma utile anche agli studiosi ed esperti di varie
discipline, specialmente nei campi della cultura materiale e della demologia;
3- l’aver posto le basi per un’eventuale compilazione di un vocabolario bergamasco italiano e viceversa,
in ordine alfabetico secondo i metodi e i criteri dei moderni vocabolaristi;
4- l’aver ulteriormente rivalutato e illustrato la personalità, l’operosità, la vasta cultura di un loro
concittadino.
L’autore del “Vocabolario”, Giovanni Battista Angelini, è nato a Strozza nel 1679; ha frequentato i
corsi di Diritto Civile e Canonico e di Retorica a Bergamo e di Teologia a Milano. Ordinato sacerdote
nel 1703, dal 1710 fu cappellano del Podestà di Bergamo, località dove morì nel 1767.
È stato autore di almeno 18 stampe e 15 manoscritti, tra cui i già citati “Vocabolario” e “Descrizione
di Bergamo in terza rima”. Si tratta – quest’ultima – di un’opera in poesia, composta da 33.000 versi,
conservata alla Biblioteca Civica di Bergamo. La poesia non è eccelsa ma in quest’opera c’è la
descrizione esatta di usi, costumi e tradizioni della bergamasca. È una descrizione importantissima che
sarà ripresa ed integrata anche dal successivo “Vocabolario”. In quest’opera si descrivono ad esempio i
borghi di Città Alta (da Colle Aperto a Piazza Vecchia) e la Fiera d’Agosto (odierna Fiera di S.
Alessandro che risale ai primi del 1000), dove invece vengono descritti quali prodotti portavano in
vendita i vari paesi della bergamasca. Per chi fosse interessato, quest’opera è in vendita presso l’Ateneo
di Scienze Lettere ed Arti di Bergamo Via Torquato Tasso 4.
L’Angelini è stato anche autore di una
“Storia di Bergamo”, vale a dire la prima
storia in senso moderno scritta da un
autore bergamasco sulla storia bergamasca.
L’opera era divisa in due volumi: il primo
volume raccontava la storia di Bergamo
dalle origini fino all’avvento della
Repubblica di Venezia (1428), mentre il
secondo la raccontava dal 1428 fino alla
fine del 1700. Tuttavia, di questi due
volumi se ne conosce solo uno (il primo,
quello che racconta la storia dalle origini
al 1428). L’Avv. Carlo Salvioni (che
avete conosciuto durante la conviviale
dedicata al Risorgimento) dice che qualche famiglia signorile che non era stata trattata molto bene
all’interno del secondo volume aveva pensato bene di acquistarlo per non diffonderlo. Magari tra qualche
tempo lo troveremo in qualche archivio pubblico o privato.
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L’Angelini scriveva in italiano, bergamasco e latino e le sue prime opere hanno il “sapore” tipicamente
seicentesco, con poesie encomiastiche di omaggio ai padroni, ai Podestà. Ha scritto inoltre anche un
capitolo sulla parola “ciao” che deriva dalla parola veneta “s-ciào” o “s-ciàvo” che ha il significato di
“schiavo”.
Per quanto riguarda l’opera che funge da tema della serata, ossia il “Vocabolario”,l’Angelini è stato
uno dei pochi a pubblicare un lavoro così importante. Non è ordinato alfabeticamente ma è diviso per
argomenti, il che lo rende già una cosa piuttosto rara. Tra le materie in cui è diviso (circa 40) ci sono:
mestieri, letteratura, musica, arte, professioni, lavori di campagna, attrezzi da cucina, cibi, bevande ecc.
Una miniera di informazioni di quello che è il ‘700 bergamasco.
I due manoscritti originali del “Vocabolario” sono conservati rispettivamente, il primo presso la
Biblioteca Ambrosiana di Milano, mentre il secondo presso la Biblioteca del Clero di Bergamo. La loro
complementarietà è stata possibile grazie al fatto che nel volume di Bergamo erano elencati i “verbi per
alfabeto disposti” e prima di questi c’era un fascicoletto di 8-12 pagine dal titolo “Indice de capi del
vocabolario” dove viene descritta l’esatta impostazione e successione delle materie contenute nel testo
dell’Ambrosiana.
Il vocabolario attuale è la trascrizione del codice milanese dell’Ambrosiana e di quello alla Biblioteca del
Clero di Bergamo, per un totale a stampa di 2004 pagine circa.
Il lavoro più difficile è stato quello della trascrizione dei manoscritti svolto da Roberta Frigeni che è
ricercatrice e insegna all’Università di Milano e da Veronica Vitali della Curia di Bergamo. La
trascrizione iniziata nel 2003 è infatti terminata solo nel 2012.
Da parte mia, non avendo nessun
titolo né come lessicologo né come
dialettologo, il vero problema è stato
quello di accentare tutte le parole
tronche secondo l’uso del ‘700.
Come vi ho già detto, il dizionario è
distribuito in diverse materie.
Innanzitutto i quattro elementi della
natura: aria, acqua, terra e fuoco.
Sotto ognuna di queste voci ci sono
delle sottovoci: sotto “acqua” troviamo
ad esempio “temporale”, “fiumi”,
“corsi d’acqua”, “pesci”, sotto “terra” troviamo ad esempio “animali”, “piante”, “vegetazione”, “cibi”,
“bevande”, “carne”.
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Oltre a queste principali ci sono anche altre categorie come “vestimenti da uomo e da donna”, “monete”,
“strade”, “carte”, “chiese”, “genere umano”, “giustizia” (linguaggio giuridico del Foro), “scrittura”,
“astronomia”, “lettere”, “scienze”, “aritmetica”, “musica”, “tempo”, “stagioni”, “cosmografia”,
“avverbi di luogo”, “architettura”, “arte del navigare”, “pittura”, “scultura”, “medicina”, “animo”
(qualità e vizi dell’animo umano) eccetera, “vizi e virtù”, “carattere della donna”, “passatempi e giochi”,
“avverbi” “particelle”, “proverbi o detti proverbiali ed altri modi di dire”.
Infine sono elencati 1844 proverbi o modi di dire.
Perché vale la pena pubblicare quest’opera? Per un fatto culturale in sé, perché si tratta di un’opera
notevole e per fare emergere la personalità di questo autore (quando lavoravo nella Biblioteca Civica negli
anni ’60 erano rare le persone e gli studiosi di storia bergamasca che conoscevano il nome di Giovan
Battista Angelini).
Con questo dizionario si può anche ricostruire la storia della pittura a Bergamo e degli autori delle opere
d’arte in quel periodo. C’è un capitolo infatti dove vengono elencate le famiglie bergamasche che avevano
collezioni di quadri . Si parla ad esempio della famiglia Carrara che aveva una raccolta di quadri che
poi hanno dato origine all’attuale Accademia Carrara.
Ve ne consiglio la lettura in quanto secondo me è anche la prima storia dell’arte bergamasca. Per chi
fosse interessato, il “Vocabolario” è invece in vendita presso il Centro Studi Valle Imagna”.
Durante la sua esposizione, il relatore Vincenzo Marchetti è stato seguito con grande
interesse ed attenzione da parte dei numerosi presenti che al termine gli hanno anche
rivolto alcune domande, consapevoli di avere di fronte un ricercatore preparato ed
appassionato sulla storia della terra bergamasca. In particolare, il relatore ha soddisfatto
pienamente la curiosità di coloro che desideravano
conoscere l’origine di una delle più famose parole
tipiche bergamasche, oltre alla vera origine del
Caravaggio (che è milanese e non bergamasca, in
quanto quando è nato Caravaggio si trovava sotto
il dominio di Milano), nonché sulla storia del
confine medievale meridionale della nostra
provincia
più
conosciuto
come
“fosso
bergamasco”.
La serata si è quindi definitivamente conclusa con
un caloroso applauso che l’intero uditorio ha
rivolto al relatore, cui è stato consegnato anche il
consueto omaggio conviviale.
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Le prossime conviviali
Lunedì 22 ottobre – ore 20:00 Ristorante “Al Vigneto”
“Bergamaschi illustri: Gianandrea Gavazzeni”
Relatrice: Mimma Forlani
Serata con coniugi e amici.
Lunedì 29 ottobre – conviviale sospesa (5° lunedì del mese)
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