Fai `sta cazzo di nanna

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Fai `sta cazzo di nanna
Fai ‘sta cazzo di nanna / Adam Mansbach ; illustrazioni di Ricardo
Cortés ; traduzione di Edoardo Brugnatelli. – Milano : Mondadori,
2011. – 32 p. : ill. ; […] cm. - ISBN 8804614048
€ 12,90
E’ in commercio anche in Italia, pubblicato da Mondadori, il libro per bambini dedicato
agli adulti che nell’edizione originale riporta in copertina il commento di Jonathan
Lethem: “Total genius”, forse frainteso.
Scritto da Adam Mansbach, docente alla Rutgers University (New Jersey), è
efficacemente illustrato da Ricardo Cortés, autore anche di It's Just a Plant, un libro per
bambini auto-prodotto nel 2005, dedicato ai genitori che vogliono educare le nuove
generazioni alla legalizzazione dell’uso della marijuana (un po’ come i testi di “Olanda”
oppure “Marghera” dei Pitura Freska).
Nella versione italiana - composta d’ineccepibili rime, con le parole “cazzo” e “palle” che
compaiono all’interno di ogni quartina - è opera di Edoardo Brugnatelli, traduttore del
più celebre Stupid White Men di Michael Moore nel 2005.
Questo libro è certamente un caso, editoriale e sociale. Già fonte d’ispirazione per
mamme italiane insonni <http://ty.donnamoderna.com/scrivi-post>, produce nel lettore
una sorta d’inquietudine ansiosa per la violenza sottesa nei termini lessicali scelti, per la
forma ricercata in cui vengono formulati (l’espressione di imprecazioni dettate in versi a
rime baciate evoca, per la lettura a voce alta, un sibilo a denti stretti) e per le
suggestioni “mistiche” delle immagini, suggerite dall’iconografia delle pubblicazioni di
Watchtower / Testimoni di Geova o di L. Ron Hubbard / Scientology, rese però sotto
effetto lisergico. L’aggressività trattenuta e in fase di esplosione che ad ogni accoppiata
di pagine gonfia agli occhi di chi legge, solo per alcuni può risultare divertente (?),
“liberatoria e terapeutica” (??) così come definita dalla postfazione. Ai più suggerisce
invece sconcerto, imbarazzo, incomprensione. E’ assodato che i ruoli genitore/figlio
siano attribuiti a individui adulto=genitore e bambino=figlio; in questo libro invece così
non pare. Al genitore è attribuito un linguaggio da rapper adolescente, arrabbiato col
mondo e il/la figlio/a – passivo uditore del monologo delirante e feroce - viene ritratto
in una solitudine da vecchio sopravvissuto alla catastrofe nucleare. Sarà interessante
leggere il sequel, magari ad opera della bambina che ora ha tre anni a cui è dedicato il
volume, Vivien, la figlia di Adam Mansbach (se mai riuscirà a raggiungere l’età adulta),
per conoscere la prospettiva del/della figlio/a al cospetto di tanta e tale educazione.
La frase di chiusa dell’edizione italiana, comunque, riporta un consiglio che sarebbe
opportuno accogliere: “… è meglio NON leggere questo libro ai vostri bambini”.
[Nicoletta Lazzarini]