Venerdì 15 Aprile Ci svegliamo alle ore 07:00. Oggi il sole splende

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Venerdì 15 Aprile Ci svegliamo alle ore 07:00. Oggi il sole splende
Venerdì 15 Aprile
Ci svegliamo alle ore 07:00.
Oggi il sole splende alto in cielo,
come previsto.
Ci aspetta una giornata molto varia, il viaggio dalla mattina alla sera con
arrivo a New York e prima visita a midtown. Abbiamo davanti a noi
247 miglia.
Accendiamo il nostro MacBook Pro e chiamiamo a casa con Skype poi
scendiamo alle ore 08:05 nella Hall a fare colazione.
La nostra colazione di oggi sarà “full”, perché mangiare per la strada è
sempre un compromesso e qui si mangia il meglio del meglio che si
può desiderare ed avere.
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Spendiamo ancora una volta 18.00$, poi torniamo subito in camera a
preparare i nostri bagagli, rimettere a posto le nostre attrezzature e lasciamo la nostra camera, con un filo di malinconia.
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Facciamo il check-out, scendiamo al parcheggio sotterraneo, carichiamo i nostri bagagli e siamo in strada.
Tiriamo come sempre fuori il nostro navigatore e appena all’aperto impostiamo la nostra nuova destinazione. Sono le ore 09:21 e ci apprestiamo a uscire dalla città.
Anche questa volta siamo nel verso giusto di scorrimento del traffico,
tutti stanno entrando in città e noi per fortuna stiamo uscendo!
Come sempre dobbiamo ringraziare il nostro caro TomTom, che ci sta
portando fuori dal caos un po’ alla volta, tra code e file impossibili in
mezzo a camion e suv44 che ci accerchiano, poi la strada si sgombra e
finalmente siamo in viaggio per New York City.
Hotel Best Western Plaza Hotel - Address 39-34 21 Street Long Island
City (New York), NY 11101
44
SUV Sport Utility Vehicle
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Parliamo tra noi mentre ascoltiamo la nostra musica, alternando cantautori italiani, musica americana e inglese45.
Tiro fuori il MacBook Pro e sistemo il diario di ieri, ricontrollo le spese
del 12, 13 e 14. Aggiusto le ore degli eventi già registrati in diretta come
segnaposto e mi preparo a scrivere queste quattro note.
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[stiamo ascoltando in viaggio da Washington a New York City “Lean on me”
del CD “Hope for Haiti now” poi “Let it be”, “I’ll stand by you” etc…]
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In autostrada abbiamo pagato per ora 2$ e 5$ e siamo a un terzo del
viaggio, mancano 154 miglia a New York. Colgo l’occasione per
riorganizzare le nostre foto.
Normalmente oltre a raccogliere giorno per giorno le nostre foto divise
per macchina fotografica, creo delle nuove cartelle per categorizzare le
nostre foto, ad esempio:
La nostra targa ( e le foto della nostra auto )
Niagara Falls Presentazione, che abbiamo già mandato su Youtube (riservato agli amici)
Videoclips da Niagara Falls
Che cosa abbiamo mangiato
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Siamo a 133 miglia da NYC e abbiamo pagato altri 4$ per il pedaggio
autostradale.
Tra le annotazioni, da fissare in questo diario, ancora qualcosa di tecnica sulla sua realizzazione:
Le note sono prese sull’iPhone quasi sempre, occasionalmente sul MacBook
Pro o su qualche foglietto di carta.
Il grosso del diario è fatto la sera, nelle ore del pomeriggio dedicate a riposarci, o al massimo il giorno dopo.
La nota spesa, serve per ricavare i nomi dei luoghi e degli eventi caratterizzati da spese, che portano in dote l’orario esatto del momento da ricordare.
Le foto, tutte dotate di orario sincronizzato, anche questo è uno sforzo quotidiano da mettere in conto, ci riportano attraverso le immagini l’orario esatto e anche questo ci aiuta a riaggiustare ancora più precisamente il nostro diario a eventi.
Il tagging delle foto, lo abbiamo in automatico solo sull’iPhone, ma dato il
nostro livello di strutturazione del diario, ancora una volta non ne sentiamo
particolarmente bisogno.
Sono le ore 11:45, ci fermiamo in un’area di servizio per fare una pausa
e per mangiare.
Usciamo che sono le ore 12:20, abbiamo speso 16.44$.
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Quando ripartiamo secondo il nostro TomTom, ci restano 116 miglia.
Alessandra ascoltando la nostra musica, canta con me e da sola alcuni
motivetti che registro con il suo permesso.
Sono le ore 13:52 e mancano ormai 41 miglia.
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Mentre la nostra fila scorre bene, viaggiamo sempre al limite 64/65 miglia orarie, sull’altra fila è tutto il giorno che c’è fissa la fila.
Non riusciamo a crederci.
I lavori di tipo infrastrutturali sono continui.
Per ora ci siamo trovati sempre nella direzione di scorrimento che va!
Scattiamo foto su foto perché la sola vista di questa massa di mezzi che
si stanno spostando, e allo stesso tempo così fermi è memorabile e anche un monito.
Stiamo viaggiando su cinque corsie di marcia e due di emergenza.
Dovrò creare una nuova sezione per le foto, dedicata al traffico.
Alessandra è ormai da quando siamo ripartiti che mi chiede di smettere
di sentire la musica attraverso il nostro impianto audio dell’auto.
Sono costretto a tornare a usare le care cuffie della Apple.
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E intanto sul MacBook Pro scrivo di noi e delle nostre idee…
Le avventure sulle strade e nelle grandi città, alla fine sono l’essenza delle nostre vacanze attraverso le mete classiche dell’America.
Viaggiare per le grandi strade americane, quando si percorrono lunghe tratte in aperta campagna o montagna, è particolarmente noioso, ma quando si è in prossimità
della periferia e nel centro delle città, “il videogioco” si accende. Si ha subito la consapevolezza di non essere in un gioco, dove non è permesso sbagliare, e si è sempre
con il dubbio di non sapere se e quando si arriva. Il navigatore, il cellulare, un po’
di mangiare e bere, sono parte delle nostre certezze, sempre pronti in nostro aiuto,
ma il brivido è sempre in agguato.
Poi di solito tutto finisce bene e si arriva anche, ma chi lo può sapere prima?
Viaggiare in aereo, ovviamente è certamente più veloce, ma è diventato anche un
modo di spostarsi, con cui si delega il trasporto di noi stesi a un processo standardizzato. Volare è un modo di spostarsi asettico, impersonale e a parte la probabilità
di poter precipitare, è diventato ormai un evento che rientra nella normalità di chi si
ha la necessità di spostarsi rapidamente. Specialmente qui in America, dove tutto è
vasto e il problema delle connessioni e del tempo che manca sono “il problema”.
Organizzare viaggi, da soli, decidendo quando fermarsi, dove e per quanto, è certamente molto più impegnativo, anche costoso, ma è anche un’avventura da sperimentare se si ha un minimo di capacità di adattamento. Noi non sappiamo bene la lingua, ma ogni “santo” giorno, siamo costretti a dirimere piccoli imperfezioni nel normale flusso delle cose e questo è il sale della vita.
Sono le ore 14:24 e siamo ormai in vista di Manhattan.
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Siamo a otto miglia dal nostro Hotel.
Per uscire dall’autostrada ci chiedono 8.20$
Ci ritroviamo in breve incanalati per circa un chilometro su file separate per autobus, mezzi pesanti e macchine, ognuno pronto ad infilarsi
nel “Lincoln Tunnel” che porta il traffico dalle rive del “New Jersey” al
cuore di Manhattan, all’altezza della 39-esima strada.
Prima di infilarci ordinatamente nel tunnel ci chiedono altri 8.00$ e
quando è il nostro turno, iniziamo la nostra traversata sotto le acque
del fiume Hudson.
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Quando arriviamo alla fine, siamo nello stato di “New York”.
Ci ritroviamo immediatamente in mezzo al traffico più caotico che abbiamo mai visto. Un vero inferno dal punto di vista del conducente di
un auto. Soli in mezzo alla gente più irrispettosa del mondo, delle regole e della segnaletica della strada.
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Ci accodiamo a uno dei tantissimi Taxi e un po’ alla volta riusciamo a
perderci per la mancanza di segnale che gli altissimi grattacieli, mascherano fino ad accecare il nostro navigatore.
Dovremmo fare un percorso in mezzo alla città ma finiamo per perderci. Ci rendiamo conto che siamo “ciechi”.
Ci stiamo muovendo a caso.
Per fortuna conosciamo bene Manhattan.
Ci rendiamo conto che ci stiamo muovendo tra la 34-esima e la 40esima.
Siamo su di una direttrice che ci porta da ovest a est, quando intravediamo le indicazioni per il Queens Midtown Tunnel.
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Manhattan vissuta a piedi o con la metropolitana e gli autobus è tutta
un’altra storia da come la può vivere un conducente di un’auto.
Riusciamo ad arrivare alla fine di questo nuovo tunnel a pagamento e ci
chiedono altri 8.00$.
Poi una nuova rivelazione che ci fa palpitare il cuore.
Dopo aver fatto 1.4 Km sotto l’Hudson, il poco segnale GPS che avevamo riguadagnato nel East Side è di nuovo un ricordo e il nostro
TomTom alla fine si decide e sospende le sue indicazioni prospettiche.
Infine eccoci finalmente fuori del tunnel.
Ma ecco che scopriamo una nuova amara verità.
All’uscita dal tunnel occorre decidere immediatamente quale strada
prendere, subito senza indugiare, data la coda di macchine che abbiamo
dietro e nessuna possibilità di fermarci a decidere. E intanto il nostro
navigatore ha bisogno di 30-60 secondi per rifare il punto della situazione.
Siamo nel quartiere di New York chiamato Queens.
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Siamo solo a 2.7 Km dal nostro albergo, praticamente lo vediamo.
Ed ecco che lo vediamo sfuggire
proprio mentre imbocchiamo la
strada sbagliata.
Avremmo dovuto fare tutto un giro particolare, che sappiamo adesso che stiamo
correggendo il racconto di quegli avvenimenti.
Presi dallo sconforto per non sapere dove girare, dietro di noi c’è una
fila di macchine che ci spinge sulla 495, poi sulla 278, direzione Brooklyn, non ci resta che aspettare che il nostro TomTom si riprenda.
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Adesso il navigatore ci indica tre miglia alla destinazione, ma stiamo
andando in direzione “Brooklyn”, un altro dei quartieri di New York,
fino a quando alla prima uscita possibile, dopo aver ricalcolato
l’impossibile, il navigatore ci fa spostare su di una serie di stradine di
campagna, disperse per una zona mista tra porto e area industriale, roba da film degli anni 20, proprio sulla riva opposta alla modernissima
Manhattan.
Cominciamo a sentire di nuovo tutta la stanchezza del viaggio. Pensavamo di riposarci e tutto sembra sfuggirci di mano.
Continuiamo così per qualche miglio, nella speranza
che la macchina non si fermi
e non ci fermino, fino di
nuovo ad essere a vista con
il nostro albergo, quando
improvvisamente, a causa di
lavori in corso, non previsti
e non documentati sulle
mappe del navigatore, ci
troviamo di nuovo a scegliere tra strade non riportate
sulla cartografia.
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Siamo di nuovo su di una direttrice per il centro di Manhattan, il ponte
del “Queensboro”, senza possibilità di uscirne, di nuovo nel traffico di
Manhattan, nella zona Midtown.
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Con un po’ di smarrimento, stanchi, ma con la voglia ancora di arrivare, perché non ne possiamo più di stare in macchina, invertiamo di
nuovo la marcia e comunque questa volta senza dover pagare nulla, ci
dirigiamo attraverso questo enorme ponte di metallo color ruggine nel
cuore del Queens.
Ancora una volta senza ausilio del navigatore, perché anche il metallo
scherma, questa volta pronti a uscire alla prima deviazione, sperando di
dirigerci al cuore del quartiere.
Con non poche difficoltà ci riusciamo, ma ancora una volta siamo su
strade, non segnate, improvvisando un pizzico, ma più che altro usando le mappe della zona ricavate al volo dal nostro iPhone, che come il
TomTom ha un suo localizzatore GPS.
Mixando le informazioni dell’iPhone ed il TomTom e con l’ausilio della
nostra esperienza e un pizzico di stanchezza, che ci sta aiutando a
sbagliare strada più di una volta proprio quando stavamo imboccando
la strada giusta, alla fine riusciamo a guadagnare il nostro albergo.
Sempre con la macchina abbiamo fatto qualche inversione, non proprio da manuale, in un’area vagamente dai lineamenti industriali che da’
l’idea di un posto con “regole fai da te”.
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Comunque siamo arrivati: Hotel Best
Western Plaza Hotel - Address 39-34 21
Street Long Island City (New York),
NY 11101.
Scendo dalla macchina, Alessandra è
stanca, sfinita e provata dal turbinio della città e dalle urla che alla fine ho tirato
per qualche manovra errata a causa della
stanchezza di tutti noi.
Alla reception, tutto fila liscio, ci aspettavano, ci danno le nostre chiavi elettroniche, ci indicano dove posteggiare la
macchina, ci danno i codici di accesso
per la connessione WiFi.
Esco di nuovo in strada e vado a prendere Alessandra.
Ci infiliamo nel parcheggiamo a cui si accede dal davanti del Hotel e ci
fermiamo sul retro. Portiamo le nostre valigie al 6° piano, camera 611.
La camera è buona, c’è tutto quello che serve per passare tre giorni più
che bene.
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Ci rinfreschiamo, poi con qualche difficoltà riusciamo ad accedere a
uno dei tanti canali radio predisposti per la connessione WiFi e finalmente riusciamo a fare qualche telefonata a casa e siamo di nuovo
pronti a uscire. NYC aspettaci. L’unica cosa che abbiamo con noi, sul
nostro iPhone, sono le mappe della metro e della città.
A un isolato c’è la fermata della metropolitana “Queens Bridge”.
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Ci fermiamo un attimo a ragionare su cosa ci conviene fare per una
permanenza di (½ + 1 + ½ ) giorni:
Biglietto singolo 2.25$
Abbonamento settimanale 29$ (equivalente a 12 corse singole)
Non ci sono altre possibilità.
Fatti due conti di come in passato abbiamo usato la metropolitana, una
specie di sali-scendi continuo, decidiamo per due abbonamenti settimanali: il conto è un po’ salato, ma comunque conviene.
Siamo dentro, ma siamo stanchi, sbagliamo subito a scegliere il verso di
percorrenza e ci ritroviamo a Jackson Hts Roosevelt Av.
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La linea “F” della metropolitana che ci riguarda è locale dalla nostra
fermata fino alla fine di Manhattan, ma dalla nostra verso Jamaica funziona da Express, facendo in tutto solo tre fermate e la successiva alla
nostra è a molti chilometri.
La fame e la stanchezza ci hanno fatto smarrire un attimo, ma ci siamo
ripresi subito, perché infondo siamo a NYC e siamo sulla Metro, dove
basta scendere alla prima fermata e cambiare direzione e siamo di nuovo in corsa. La nostra prossima fermata: incrocio tra la 57-esima st e la
6 Avenue.
Davanti a noi “Central Park”.
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Purtroppo non riusciamo subito a trovare le mappe dettagliate della metro e questo ci agita un poco, perché
oggi è venerdì.
Il venerdì notte nelle metropoli che gestiscono le metropolitane, è di solito il giorno in cui iniziano i lavori di
manutenzione delle tratte e delle stazioni, sabato e domenica inclusi.
E anche questa volta, come c’era già capitato in passato proprio qui a
NYC, la nostra linea, dalle ore 11 pm fino alle ore 5 am di venerdì, sabato e domenica, non ferma alla “21-esima Queens Bridge”.
La nostra finestra temporale per tornare in albergo si è perciò drasticamente ridotta.
Per tornare all’albergo in orari più tardi delle ore 23:00, utilizzando altre
fermate, su altre tratte della metropolitana, richiede l’attraversamento di
notte a piedi di alcune zone del Queens e non è cosa consigliabile per i
turisti.
Alla fine girando per le varie stazioni della metro nel centro di Manhattan troviamo finalmente una mappa dettagliata e ci risentiamo immediatamente cittadini del mondo, con il pieno controllo della situazione.
L’ultima volta che siamo stati a New York, dopo dieci giorni a piedi per
Manhattan e dintorni, avevamo acquisito una confidenza con la viabilità della città quasi come quella di un cittadino newyorchese.
Sono le ore 18:15. Possiamo dedicarci al nostro primo obiettivo da
realizzare qui a New York: andare a cena.
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Ci facciamo un giro per le vie di Manhattan e scattiamo qualche foto,
come se non ne avessimo fatte mai!46
Veniamo dal caldo di Washington, ma qui si sta stranamente bene con
il cappellino di lana e il nostro giaccone invernale.
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(ne abbiamo oltre 2000 nel nostro album fotografico e DVD del 2009)
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Sono le ore 19:00, raggiungiamo il ristorante Rosie O'Grady’s, consigliatoci da una nostra amica, prima di partire, passiamo una serata davvero tranquilla, mangiamo bene, il locale è come lo avevamo immaginato e spendiamo 91.00 (TIP incluso).
Usciamo che sono le ore 20:05. Oscillando tra Streets e Ave, ci facciamo qualche foto ormai nella città in versione notturna e ce ne ritorniamo alla nostra linea “F” che ci ferma a due passi dal nostro albergo.
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Saliamo in camera che sono le ore 20:36.
Predisponiamo le solite cose per le nostre attrezzature, il MacBook Pro
per il diario e avviamo una video chiamata con Luca a notte inoltrata.
Alessandra non perde occasione per vedersi ancora un’altra puntata
della terza serie di Fringe in inglese, come sempre da me altamente
sconsigliata, perché noi, in Italia, forse vedremo la terza serie a settembre.
Do uno sguardo alle previsioni del tempo per domani e finiamo questo
prototipo del diario47.
Ci stiamo per imbattere in una perturbazione che negli stati del sud sta
già facendo molti danni.
Speriamo bene!
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(la bozza finale la stiamo finendo oggi, sabato pomeriggio, durante una pausa
in hotel per riposarci)
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Le nostre spese di oggi 15 Aprile.
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