Ne sono certo, Dio mi protegge

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Ne sono certo, Dio mi protegge
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Num. 139 - 5 settembre 2015
SANIAMO LE FERITE DEL MONDO
NDO
Custodi
del pianeta
Papa Francesco istituisce
a
la Giornata mondiale di preghiera
per la cura del Creato e indica
la strada per una conversione
ecologica dell’essere umano
RAIMONDO TODARO
Ne sono certo,
Dio mi protegge
Non è solo un grande ballerino, ma un ragazzo
di sani principi sorretto da quel genuino affidamento
a Dio che lo rende un cristiano in cammino
Quando la magia fa
il pieno di solidarietà
La sofferenza
che salva
F
D I Frack, devolve il ricavato dei suoi
spettacoli ai bambini bisognosi
ancor di più alla fede e la spinge
ad annunciarla al prossimo
La rinascita di Sarajevo
D
le nuove generazioni cercano
di superare il solco tra le diverse
comunità etnico-religiose
PRIMA PAGINA
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V'()* +, -.
Le doggy bags
e le leggi che
non aiutano il Creato
L
a Celebrazione della 10ª Giornata per la custodia del Creato è
un’occasione per riflettere su questo tema, dal sapore biblico ma
anche molto pragmatico.
Non è un caso che la Chiesa italiana quest’anno abbia scelto di ricordarla
all’Expo; considerato infatti che il cibo, al centro di questa manifestazione,
è strettamente connesso al Creato, essendo un frutto della Madre Terra e
fonte di vita per le specie viventi, non mi sembra fuori luogo rivolgere un
invito perché si rifletta sul rapporto tra il nutrimento e il dono che Dio ci
fa, concedendocene ogni giorno sulle nostre tavole. Sappiamo tutti però
che nel corso dei secoli l’uomo è stato capace di alterare questa relazione
e offendere il gesto d’amore che l’Altissimo ci ha riservato, riducendo intere popolazione alla fame, maltrattando
i frutti della terra, abusandone o privandosene
con smodatezza.
Quel cibo, che tante volte passa sotto i nostri occhi
e sulle nostre tavole inosservato, che abbiamo in
un’abbondanza tale da non farci mai pensare a
come sarebbe la nostra vita in condizioni di scarsità alimentare, che ci capita finanche di buttare,
Sacerdote
molti nostri fratelli non ce l’hanno. Lo sappiamo,
rogazionista,
ci viene ricordato – giustamente – molto spesso,
giornalista e
eppure ce ne dimentichiamo in fretta. Così, visto
regista della
che capita l’occasione di celebrare la Giornata
Santa Messa
del Creato e visto che il tema dell’anno è proprio
di RaiUno
questo, è bene ribadire a noi stessi quanto fortunati
siamo ad avere il pane quotidiano. Ma oltre a farne
memento, sarebbe il caso di fermarci a ragionare anche su quali sono i
comportamenti che ci rendono ingrati di fronte a tale privilegio, primo tra
tutti lo spreco alimentare domestico, che costa otto miliardi all’anno e
vale mezzo punto di Pil. Ma non solo. Mi ha fatto riflettere una notizia
letta qualche giorno fa dal titolo: “Doggy bag! No, grazie, gli italiani si
vergognano”. La denuncia fatta nel pezzo riguarda le nostre abitudini
al ristorante. In sintesi, quando ci avanza qualcosa nel piatto, cibo che
paghiamo e che quindi è nostro, non abbiamo il coraggio di farcelo
incartare e di portarlo a casa, come si fa normalmente in America,
patria delle doggy bags. La cosa assurda è che quel cibo, anche quando
non toccato, come accade spesso per il pane, non può essere donato.
Non può essere distribuito a chi non ha nulla da mangiare – secondo
l’Istat più di dieci milioni di italiani – ma deve finire nella spazzatura.
Perché lo impone la legge. A differenza della Francia, dove l’Assemblea
ha recentemente approvato una norma che obbliga supermercati e
grandi centri commerciali a regalare i prodotti invenduti non scaduti
alle associazioni benefiche. Sarebbe ora che anche in Italia si arrivasse
a questo grado di civiltà. Possibile che tra le 928 proposte di legge presentate al Senato nella legislatura in corso e le 1230 avviate dai deputati,
nemmeno una affronti questo problema? Possibile che tanto accada
nel paese che ospita una Esposizione universale dedicata al cibo e che
ha promosso uno sviluppo più equo e sostenibile attraverso la Carta
di Milano? Anche questo sarebbe celebrare il Creato!
Un compito
per le nuove
generazioni
i celebra in questi giorni la Giornata
S
per la custodia del Creato. Custodia
perché l’essere umano non è padrone
ma “giardiniere” di un mondo che deve
proteggere e valorizzare. Sarà una giornata
per riflettere sulle responsabilità e sugli
stili di vita che devono essere indirizzati
al rispetto di un dono che deve essere
considerato casa e non qualcosa di esterno
alle nostre proprietà. “Laudato si’” diceva San
Francesco alle bellezze della natura e Papa
Francesco ha ripreso questa espressione
nella sua enciclica sulla salvaguardia del
Creato. Qualcuno sostiene che per fare in
modo che si cominci ad amare l’ambiente in
cui viviamo si debbano poter fare multe a
chi, colto in flagrante, lo ferisce e lo deturpa.
Io non so se le sanzioni possano essere
veramente la soluzione all’inquinamento
ma ciò su cui si dovrebbe sicuramente
investire di più è sull’educazione al rispetto
del Creato. Nelle scuole, in famiglia,
ovunque si deve formare alla salvaguardia
di qualcosa che ci permette di vivere e che
deve essere dono anche per le generazioni
future. Un atteggiamento, questo, che deve
essere progetto non solo per quelle figure
istituzionali che partecipano ai grandi
summit sull’argomento ma anche per ognuno
di noi, giorno dopo giorno. L’inquinamento
deturpa il Creato e il Creato, a differenza di
Dio e quando riesce, dell’uomo, non perdona,
uccide. Sono tante le pagine dei giornali
riempite per raccontare catastrofi dovute
all’irresponsabilità dell’essere umano che,
avido ed egoista nei suoi interessi, costruisce
sare alle conseguenze.
e agisce senza pensare
E allora, quante vite si dovranno
ancora spezzare e quante lacrime si
rsare affinché
dovranno ancora versare
eriore capace
ci sia un sussulto interiore
iò che ci
di amare davvero ciò
ettandolo
è stato donato, rispettandolo
e facendo in modo che
possa continuare a vivere
to in
nell’equilibrio perfetto
cui è stato pensato?
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Giornalista e conduttrice
rice
della trasmissione
A Sua Immagine
Gianni Epifani
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Il Vangelo della settimana CG HGJGKM N G OPQPRCS TT HPKKPUJRP WXTN
La liturgia della
Parola domenicale
è commentata
da padre Ermes
Ronchi e Marina
Marcolini
Settiman
Settimanale
imanale
iman
Le ragioni
della speranza
DOMENICA 6 SETTEMBRE 2015
Seconda lettura
Dio non ha forse scelto i poveri
per farli eredi del Regno?
Prima lettura
Si schiuderanno gli orecchi dei sordi,
griderà di gioia la lingua del muto
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(Capitolo 35, versetti 4-7)
Dite agli smarriti di cuore:
«Coraggio, non temete! Ecco il vostro
Dio, giunge la vendetta, la ricompen-
Salmo responsoriale
sa divina. Egli viene a salvarvi».
Allora si apriranno gli occhi dei ciechi e si schiuderanno gli orecchi dei
sordi. Allora lo zoppo salterà come
un cervo, griderà di gioia la lingua del
muto, perché scaturiranno acque nel
deserto, scorreranno torrenti nella
steppa.
La terra bruciata diventerà una palude, il suolo riarso sorgenti d’acqua.
(Sal 33)
A cura di monsignor Antonio Parisi
apostolo
(Capitolo 2, versetti 1-5)
Fratelli miei, la vostra fede nel Signore nostro Gesù Cristo, Signore
della gloria, sia immune da favoritismi personali.
Supponiamo che, in una delle vostre riunioni, entri qualcuno con un
anello d’oro al dito, vestito lussuosamente, ed entri anche un povero
con un vestito logoro. Se guardate
colui che è vestito lussuosamente
e gli dite: «Tu siediti qui, comodamente», e al povero dite: «Tu mettiti là, in piedi», oppure: «Siediti qui
ai piedi del mio sgabello», non fate
forse discriminazioni e non siete
giudici dai giudizi perversi?
Ascoltate, fratelli miei carissimi:
Dio non ha forse scelto i poveri agli
occhi del mondo, che sono ricchi
nella fede ed eredi del Regno, promesso a quelli che lo amano?
Vangelo
Fa udire i sordi e fa parlare i muti
Dal Vangelo
secondo Marco
(Capitolo 7, versetti 31-37)
Per guardare e ascoltare l’esecuzione del salmo vai su www.musicasacra-bari.it
In quel tempo, Gesù, uscito dalla
regione di Tiro, passando per Sidòne, venne verso il mare di Galilea in
pieno territorio della Decàpoli.
Gli portarono un sordomuto e lo
pregarono di imporgli la mano. Lo
prese in disparte, lontano dalla folla,
gli pose le dita negli orecchi e con la
saliva gli toccò la lingua; guardando
A Sua Immagine
Settiman
Settimanale
imanale
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Il Vangelo della settimana CG HGJGKM N G OPQPRCS TT HPKKPUJRP WXTN
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Gesù guardando quindi verso il cielo, emise un sospiro e gli disse: Effatà, cioè: Apriti! In aramaico, nel
dialetto di casa, nella lingua del cuore, quasi soffiando l’alito della creazione: Apriti, come si apre una porta
all’ospite, una finestra al sole. Apriti
dalle tue chiusure, libera la bellezza e le potenzialità che sono in te.
Apriti agli altri e a Dio, anche con le
tue ferite.
E subito gli si aprirono gli orecchi,
si sciolse il nodo della sua lingua e
parlava correttamente. Prima gli
orecchi. Ed è un simbolo eloquente.
Sa parlare solo chi sa ascoltare. Gli
altri innalzano barriere quando parlano e non incontrano nessuno.
Gesù non guarisce i malati perché
diventino credenti o si mettano al
suo seguito, ma per creare uomini
liberi, guariti, pieni. “Gloria di Dio è
l’uomo vivente” (S. Ireneo) l’uomo
tornato a pienezza di vita.
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e gli disse: «Effatà», cioè: «Apriti!».
E subito gli si aprirono gli orecchi,
si sciolse il nodo della sua lingua e
parlava correttamente.
E comandò loro di non dirlo a nessuno. Ma più egli lo proibiva, più essi
lo proclamavano e, pieni di stupore,
dicevano: «Ha fatto bene ogni cosa:
fa udire i sordi e fa parlare i muti!».
Commento
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molto significativo: con una lunga
deviazione Gesù sceglie un itinerario che congiunge città e territori
estranei alla tradizione religiosa di
Israele, alla ricerca dell’uomo profondo, di quella parte di noi che viene prima di ogni divisione culturale,
religiosa, razziale.
Gli portarono un sordomuto. Un
uomo imprigionato nel silenzio, sostenuto però da una piccola comunità di persone che gli vogliono bene
e che lo accompagnano da colui che
è Parola e liberazione.
A Sua Immagine
E lo pregarono di imporgli la mano.
Ma Gesù fa molto di più di ciò che
gli è chiesto,
rivelando la sovrabbondanza della
risposta di Dio.
Allora Gesù lo prese in disparte,
lontano dalla folla. È il primo gesto
del Signore. Li immagino occhi negli
occhi, e Gesù che prende quel volto
fra le mani. Io e te soli, sembra dire.
Ora sono tutto tuo, ora per me conti
solo tu.
E seguono dei gesti molto corporei,
e anche molto delicati: Gesù pose le
dita sugli orecchi del sordo. Vuole
entrare in comunicazione, lo fa con
il tocco delle dita, col linguaggio che
il sordomuto può comprendere.
Poi con la saliva toccò la sua lingua. Gesto intimo, coinvolgente: ti
do qualcosa di mio, qualcosa che
sta nella bocca dell’uomo insieme al
respiro e alla parola, simboli dello
Spirito.
Vangelo di contatti, di odori, di sapori. Il contatto fisico non dispiaceva a Gesù, anzi. E i corpi diventano
Santi del giorno
B. Anastasio Garzon Gonzalez, S. Bega, B. Bertrando da Garrigue, S. Cagnoaldo di Laon, S. Consolata di Reggio Emilia, B. Diego Llorca Llopis,
SS. Donaziano, Presidio, Mansueto e compagni,
S. Eleuterio di Spoleto, Santa Eva, S. Evurzio di
Orleans, S. Frontiniano, S. Imperia, S. Liberato
da Loro Piceno, S. Magno di Fussen, B. Michele
Czartoryski, S. Onesiforo Discepolo di S. Paolo,
B. Pasquale Torres Lloret, S. Sciath, B. Stefano
Vazquez Alonso, S. Umberto di Maroilles, S.
Zaccaria
Santa Eva
Ž ‘ ’“”•–“ —‘”˜–”“
venerata a Dreux,
città francese di cui è
patrona. Non si hanno
molte notizie sulla
sua vita. Di certo ha subito il
martirio in una delle persecuzioni
dei primi secoli del cristianesimo.
Per il resto non sappiamo quando
e come visse. La chiesa di San
Pietro a Dreux conserva alcune
sue reliquie.