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L’AUTOSTIMA
L’autostima è una valutazione che ciascun individuo fa di se stesso.
Un requisito fondamentale per il benessere mentale è avere una buona stima di sé, ovvero possedere quel senso di fiducia nelle proprie capacità che consente di perseguire e raggiungere obiettivi, di costruire e mantenere relazioni affettive positive. Detto in altri termini, avere una buona opinione di sé, influisce in maniera sostanziale sul rapporto che ogni individuo instaura con gli altri e sulla percezione della realtà che lo circonda.
Una bassa autostima, al contrario, è la causa di una svalutazione delle proprie qualità, genera una profonda insicurezza e un eccessivo timore a commettere errori. Questa sfiducia può portare alla rinuncia nella realizzazione di traguardi in ambito professionale e personale.
Diversi autori, nel corso degli anni, hanno approfondito gli studi relativi a tale argomento. Uno dei più significativi è William James (1890/1983). Egli definisce l’autostima come il rapporto tra il concetto di sé, (Sé percepito) e l’immagine della persona che si vorrebbe essere (Sé ideale). Secondo James un soggetto sviluppa una bassa autostima quando la percezione che ha di se stesso non raggiunge il livello dell’ideale al quale aspira e, più la distanza tra i due è grande, maggiore sarà l’insoddisfazione. Si può dunque affermare che l’autostima derivi dal confronto tra i successi ottenuti e le corrispondenti aspettative.
Il pensiero di James, largamente diffuso e condiviso, è un esempio di quanto gli studiosi si siano prodigati per comprendere e dare significato all’agire umano, per cogliere le motivazioni che spingono un soggetto all’insuccesso e all’abbandono della speranza a condurre un’esistenza soddisfacente. A tal proposito è importante sottolineare che l’autostima non dipende soltanto da fattori interni, ovvero dall’opinione che si ha di se stessi, ma anche da fattori esterni. L’ambiente circostante e l’interazione con gli altri possono contribuire a migliorare o peggiorare le prestazioni di ciascuno e, di conseguenza, influire in maniera positiva o negativa sullo sviluppo dell’autostima.
Avere una buona opinione di sé, come già detto, è fondamentale per la propria autorealizzazione. È altrettanto importante comprendere come nasce e il modo in cui si sviluppa nel corso degli anni.
Ogni bambino ha una percezione di sé strettamente legata a come si sente visto dai genitori; è possibile affermare che, se i genitori hanno scarse attese, il bambino penserà di non valere molto, tenderà a perdere la fiducia nelle proprie capacità e le motivazioni ad ottenere il successo nelle piccole e grandi sfide che la vita riserva. È altrettanto negativo mostrare aspettative eccessive nei confronti di un figlio perché produrrebbe un’autostima esagerata e quindi una percezione errata della realtà, ovvero l’idea che ogni successo sia facilmente raggiungibile. Può sembrare banale ma l’atteggiamento migliore affinché un bambino sviluppi una sana autostima è il giusto compromesso tra vicinanza e distanza. I genitori dovrebbero aiutare un figlio e, allo stesso tempo, favorirne l’autonomia, valorizzarne le capacità e le risorse. Ciò non significa eliminare il rimprovero dall’educazione, è giusto correggere un comportamento errato, senza però cedere nell’umiliazione e porre l’accento sui progressi che un bambino compie piuttosto che sui suoi insuccessi. I genitori dovrebbero creare un ambiente familiare stimolante in grado di soddisfare la naturale curiosità di un bambino, accogliere i suoi bisogni, comunicare in maniera efficace ed essere una figura di riferimento positiva che sia di esempio. Si può dire che la famiglia sia il “luogo” più importante dove un bambino impara ad apprezzare se stesso e gli altri, dove sviluppa la consapevolezza delle proprie qualità e prende il coraggio per affrontare le difficoltà proprie di ogni fase evolutiva.
Non tutte le persone hanno avuto la possibilità di crescere e sviluppare una buona autostima. È possibile, tuttavia, mettere in atto delle strategie per migliorarla. Si tratta di consigli semplici ma che possono rivelarsi utili: ­Porsi degli obiettivi che siano ragionevoli e mai irrealistici.
­Non attribuirsi tutta la colpa di un insuccesso perché possono verificarsi cause esterne in grado di trasformare una “buona occasione” in un fallimento.
­Riconoscere che un insuccesso è un fenomeno transitorio non riconducibile ad una incapacità personale.
­Imparare a valorizzare i propri punti di forza e accettare le mancanze, con la consapevolezza che nella vita si può sempre migliorare le caratteristiche ritenute inadeguate. Questi piccoli accorgimenti non garantiscono la felicità ma, se presi sempre in considerazione, possono aiutare a mantenere positiva l’opinione che si ha di se stessi.
Laura Damiani
Maggio 2013