"Scienziati sotto controllo" (Il Manifesto)

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"Scienziati sotto controllo" (Il Manifesto)
Scienziati sotto controllo
Proteste dei ricercatori che annunciano manifestazioni davanti al parlamento. Rita Levi Montalcini:
«Decisione deplorevole». Dopo l'annuncio si dimette il presidente dell'Infm, Flavio Toigo
Il governo commissaria il Cnr e approva la modifica Moratti degli enti di ricerca
Il governo sfida gli scienziati. Dopo mesi di braccio di ferro tra il ministro dell'istruzione Letizia
Moratti e la comunità scientifica nazionale, a sorpresa ieri il consiglio dei ministri ha deciso il
commissariamento del Consiglio nazionale delle ricerche e approvato i disegni di riforma di
alcuni importanti enti. Lucio Bianco, attuale presidente del Cnr, verrà sostituito da Adriano De
Maio, oggi al vertice della Luiss, mentre il riordino riguarderà anche l'Istituto nazionale di
astrofisica (Isaf) e l'Agenzia spaziale italiana (Asi). Una decisione che assomiglia a un colpo di
mano e che ha suscitato reazioni immediate e durissime da parte dei ricercatori. Solo
ventiquattro ore prima, infatti, la riforma era stata depennata dall'ordine del giorno del
consiglio dei ministri lasciando così sperare in un'apertura da parte della Moratti. Invece nel
pomeriggio la notizia della retromarcia del governo e l'evidente decisione di voler forzare la
situazione a tutti i costi. «Il commissariamento del Cnr è un atto illegittimo sul piano formale e
di tracotanza sul piano politico», è stato il primo commento di Bianco, mentre per un altro
nome autorevole del mondo scientifico, come il premio Nobel Rita Levi Montalcini, quella del
governo è «una decisione deplorevole che porterà a un peggioramento dello stato attuale della
ricerca in Italia». E mentre gli scienziati preparano iniziative di protesta clamorose, come la
simbolica riconsegna davanti a Montecitorio dei «ferri del mestiere» e la fuga in massa
all'estero, in serata in segno di protesta si è dimesso Flavio Toigo, presidente dell'Infm,
l'Istituto nazionale di fisica della materia di cui è previsto l'accorpamento con il Cnr.
Per i ricercatori italiani quella di ieri è stata l'ennesima giornata trascorsa sulle barricate nel
tentativo di difendere l'autonomia del proprio lavoro. Fin dal mattino in migliaia hanno
partecipato alle molte assemblee che si sono svolte nelle varie sedi del Cnr e alle quali hanno
partecipato anche sc ienziati prestigiosi come Rita Levi Montalcini, Margherita Hack, Tullio
Regge, Giorgio Salvini, Giuliano Toraldo di Francia e Carlo Bernardini. Tutti hanno criticato
l'ipotesi di riforma che prevede l'accorpamento degli enti con la conseguente eliminazione di
alcuni di essi ma che rappresenterebbe anche una pesante minaccia al futuro della ricerca in
Italia. Con la riforma, infatti, il governo si approprierebbe della possibilità di nominare i vertici
degli Istituti, a danno dell'equilibrio esistente oggi e basato su nomine scelte sia dal ministro
che dalla comunità scientifica. Se approvato il testo - che ora passerà al parere del parlamento
- penalizzerebbe inoltre in maniera pesante il Cnr dividendolo in tre macro-aree di ricerca e
privandolo della propria autonomia sia finanziaria che gestionale. «Progetti che la comunità
scientifica non è in grado di accettare», ha osservato Rino Falcone, coordinatore
dell'Osservatorio della ricerca. «Pensavamo che la giornata di mobilitazione avrebbe indotto
almeno a un confronto ulteriore con la comunità scientifica, ma adesso non resta che
accelerare le manifestazioni di protesta già annunciate». E come primo atto i ricercatori hanno
già cominciato a far piovere sul ministero dell'Istruzione e su palazzo Chigi centinaia e
centinaia di fax.
«Non c'è nessun motivo di protestare da parte dei ricercatori, perché la struttura degli enti di
ricerca rimane sostanzialmente immutata», ha difeso ieri sera la decisione del governo il
ministro per le politiche Agricole Gianni Alema nno. «L'accorpamento riguarda solo la parte
burocratica amministrativa che viene sostanzialmente sfrondata. Ci sono meno consigli di
amministrazione - ha proseguito il ministro - meno posti da occupare ma le strutture vengono
tutte preservate». Un ottimismo non condiviso, ovviamente, da Flaminia Saccà, responsabile
università e ricerca dei Ds, per la quale quello del governo «è un blitz dell'ultima ora, anzi
dell'ultimo minuto». «Da parte del ministro Moratti c'è stato un tira e molla in questi giorni. Il
ministro ha voluto far vedere che apriva un giro di consultazioni tra le forze politiche - ha detto
ancora Saccà - An stessa aveva chiesto un confronto più ampio, ma Moratti ha deciso tutto lo
stesso e, ripeto, all'ultimo minuto, nonostante una protesta in atto dei ricercatori al Cnr e di
tutti gli istituti scientifici. Si sono ribellati tutti ma lei ha proceduto lo stesso» .
(Fonte: manifesto.it)