REALIZZAZIONE PISTA CICLABILE S.S.N.14 CASALI
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REALIZZAZIONE PISTA CICLABILE S.S.N.14 CASALI
LUOGO : REGIONE FRIULI VENEZIA GIULIA PROVINCIA DI UDINE COMUNE DI CARLINO TITOLO : REALIZZAZIONE PISTA CICLABILE S.S.N.14 CASALI-FERUGLIO COMMITTENTE : AMM.NE COMUNALE DI CARLINO Piazza San Rocco, 24 33050 Carlino Udine Via Calvi, 122 31015 Conegliano (TV) T +39 0438 32857, F +39 0438 429323 e-mail: [email protected] GRUPPO DI LAVORO : arch. Pietro Brovazzo geom. Paolo Bozzoli dott. ing. Giovanni Antonio Albertin PROGETTO DEFINITIVO ed. rev. DESCRIZIONE DOCUMENTO : data natura modifiche eseg. verif. appr. DOCUMENTO n. : RELAZIONE DI VERIFICA DI ASSOGGETTABILITA' ALLA V.A.S. 12044 D file : scala: A TERMINE DI LEGGE SI RISERVA LA PROPRIETA' DEL PRESENTE ELABORATO CON DIVIETO DI RIPRODURLO O DI RENDERLO NOTO A TERZI SENZA LA NOSTRA AUTORIZZAZIONE SCRITTA PREMESSA Il presente documento, redatto in conformità ai dispositivi normativi che regolano la Valutazione Ambientale in Italia, viene elaborato in relazione alle varianti necessarie al progetto per ottenere l’approvazione del progetto per la pista ciclopedonale CasaliFeruglio. In riferimento alla stesura del presente elaborato sono state le indicazioni contenute nella direttiva e nel decreto di recepimento, e dei rispettivi allegati, nello specifico: Dir. 2001/42/CE – Allegato II D. Lgs 4/2008 correttivo al D.Lgs 152/2006 – Allegato I L’allegato I al D.Lgs. 4/2008 descrive i criteri atti a valutare se un piano possieda o meno le caratteristiche per essere sottoposto a procedimento di VAS. Il presente rapporto preliminare ambientale, pertanto, viene redatto con riferimento a tali criteri in modo da configurarsi come un documento di immediata lettura per l’Autorità Competente che dovrà esprimersi al riguardo. La procedura di verifica, quindi, si rende necessaria per accertare se ricorrano i presupposti della redazione di una Valutazione Ambientale Strategica. (artt. 13-18 del D.lgs 152/2006) La Verifica di assoggettabilità di un piano dalla VAS è condotta sulla base di un Documento contenente le informazioni circa i suoi effetti significativi sull’ambiente e sulla salute (cfr. Allegato II citati Indirizzi generali - Criteri per la determinazione dei possibili effetti significativi di cui all’articolo 3 della Direttiva 2001/42/CE). Il documento viene elaborato, sulla base della normativa sopra citata, per poter valutare: Le caratteristiche delle aree interessate da possibili impatti dal punto di vista dei valori naturalistici e ambientali della loro vulnerabilità, della presenza di fattori di criticità e della presenza di vincoli di salvaguardia; Le caratteristiche delle varianti dal punto di vista dei contenuti e della loro rilevanza per l’integrazione di criteri ambientali volti alla sostenibilità; Le caratteristiche degli impatti attesi dal punto di vista dell’entità ed estensione, probabilità, frequenza, durata e reversibilità, dei loro impatti cumulativi. Come già anticipato la procedura di verifica preliminare, effettuata sulla base dell’ allegato I del Dlgs 152/2006 e smi, permette all’Amministrazione Comunale di valutare se l’intervento possa avere effetti significativi sull’ambiente e solo in quel caso verrà attivare la procedura di VAS. RIFERIMENTI NORMATIVI La Valutazione Ambientale Strategica o VAS è un processo di supporto alle decisioni riguardo la progettazione del territorio introdotta dalla Direttiva 2001/42/CE del 27 Giugno 2001: “Direttiva del Parlamento Europeo che riguarda la valutazione degli effetti di determinati piani e programmi sull’ambiente”. L’introduzione della VAS come strumento della pianificazione territoriale rappresenta un’opportunità per avviare un nuovo modello di pianificazione e programmazione per fissare la sostenibilità come obiettivo fondamentale nel processo decisionale. A livello nazionale le linee guida per la redazione del documento di VAS si ritrovano nel Decreto Legislativo 3 aprile 2006, n. 152, recante norme in materia ambientale, e in ultimo nel decreto legislativo n.128 del 29 giugno 2010 (ulteriori disposizioni correttive ed integrative al decreto 152/2006) che ha ulteriormente modificato e adeguato la procedura di VAS alla direttiva Comunitaria. 1 A livello regionale, esclusivamente per la pianificazione urbanistica comunale, i riferimenti normativi sono individuati nella Legge Regionale n 16 del 5 dicembre 2008, “Norme urgenti in materia di ambiente, territorio, edilizia, urbanistica e disciplina dell’attività edilizia e del paesaggio), art. 4. La VAS è applicata ai Piani e ai Programmi e richiede che, le questioni ambientali legate allo sviluppo sostenibile siano attentamente prese in considerazione fin dall’inizio della pianificazione per garantire che le informazioni ottenute vadano in aiuto dei livelli di programmazione successivi. La funzione della VAS è di completamento e coerenza con l'intero processo di pianificazione indirizzandolo verso la sostenibilità, tenendo conto degli aspetti ambientali, sociali ed economici, durante tutto il processo di impostazione e redazione del Piani e Programmi. In riferimento alla stesura del presente elaborato sono state le indicazioni contenute nella direttiva e nel decreto di recepimento, e dei rispettivi allegati, nello specifico: Dir. 2001/42/CE – Allegato II D. Lgs 4/2008 correttivo al D.Lgs 152/2006 – Allegato I L’allegato I al D.Lgs. 4/2008 descrive i criteri atti a valutare se un piano possieda o meno le caratteristiche per essere sottoposto a procedimento di VAS. Il presente rapporto preliminare ambientale, pertanto, viene redatto con riferimento a tali criteri in modo da configurarsi come un documento di immediata lettura per l’Autorità Competente che dovrà esprimersi al riguardo. La procedura di verifica, quindi, si rende necessaria per accertare se ricorrano i presupposti della redazione di una Valutazione Ambientale Strategica. (artt. 13-18 del D.lgs 152/2006) La Verifica di assoggettabilità di un piano dalla VAS è condotta sulla base di un Documento contenente le informazioni circa i suoi effetti significativi sull’ambiente e sulla salute (cfr. Allegato II citati Indirizzi generali - Criteri per la determinazione dei possibili effetti significativi di cui all’articolo 3 della Direttiva 2001/42/CE). il documento viene elaborato, sulla base della normativa sopra citata, per poter valutare: Le caratteristiche delle aree interessate da possibili impatti dal punto di vista dei valori naturalistici e ambientali della loro vulnerabilità, della presenza di fattori di criticità e della presenza di vincoli di salvaguardia; Le caratteristiche del Piano/variante dal punto di vista dei contenuti e della loro rilevanza per l’integrazione di criteri ambientali volti alla sostenibilità; Le caratteristiche degli impatti attesi dal punto di vista dell’entità ed estensione, probabilità, frequenza, durata e reversibilità, dei loro impatti cumulativi. Come già anticipato la procedura di verifica preliminare, effettuata sulla base dell’ allegato I del Dlgs 152/2006 e smi, permette all’Amministrazione Comunale di valutare se l’intervento possa avere effetti significativi sull’ambiente e solo in quel 2 1. QUADRO CONOSCITIVO GENERALE La variante in oggetto, verificando l’assetto urbanistico del territorio, ha come obiettivo primario dare la possibilità di sviluppare il progetto in un’ottica sostenibile, creando una pista ciclabile, intesa, come un sistema dotato di coerenza, continuità e comfort. Pertanto è stato essenziale realizzare un’ approfondita analisi per individuare gli elementi conoscitivi necessari alla definizione del percorso ciclabile La sostenibilità può essere letta secondo tre categorie o meglio in tre componenti: sociale, economica e ambientale. Lo sviluppo sostenibile si caratterizza, quindi, per una visione dinamica secondo la quale ogni cambiamento deve tenere conto dei suoi effetti sugli aspetti economici, ambientali e sociali, che devono tra loro coesistere in una forma di equilibrio. Il quadro conoscitivo è stato, quindi, strutturato in: SISTEMA AMBIENTALE AREE TUTELATE ARIA ACQUE SUOLO PAESAGGIO SISTEMA FISICO INSEDIAMENTI VIABILITA’ 1.1 SISTEMA AMBIENTALE 1.1.1 SUOLO L’area oggetto di studio è sita nella parte più meridionale della Regione Friulana, a ridosso del Fiume Zellina. La morfologia di questo settore della pianura venetofriulana è caratterizzata da modestissimo declivio degradante verso Sud, con pendenza inferiore allo 0,2%. La pianura friulana può essere considerata l’estrema parte orientale della pianura padana, anche se rispetto a questa presenta marcate differenze dal punto di vista della granulometria dei sedimenti (più grossolani) e della pendenza media (maggiore). La pianura friulana può essere suddivisa in due parti: l’alta pianura, caratterizzata dalla prevalenza di depositi ghiaiosi grossolani in cui si ha filtrazione di acque superficiali che vanno a costituire la falda freatica, e la bassa pianura, dominata da depositi per lo più fini (sabbie intercalate a limi e argille), ove sono presenti più falde sovrapposte per lo più artesiane. La linea di separazione tra alta e bassa pianura è rappresentata dalla linea delle risorgive, ampia fascia allungata in senso NW-SE in corrispondenza della quale si assiste all’emergenza delle acque della falda freatica dell’alta pianura, per effetto della diminuzione della permeabilità media. Tutti i depositi costituenti la pianura friulana sono di origine quaternaria, e poggiano su di un substrato roccioso prequaternario che si approfondisce progressivamente allontanandosi dagli ultimi rilievi prealpini verso il mare. In corrispondenza fascia lagunare e perilagunare la profondità del substrato arriva anche a 600m. 3 Carta geolitologica delle superfici – fonte relazione geologica progetto preliminare “Percorsi e itinerari cicloturistici della Riviera Adriatica” Verso valle, nella zona della Linea delle Risorgive, le intercalazioni argillose diventano via via più frequenti, più estese e soprattutto aumentano di spessore. In profondità comunque, i depositi ghiaiosi più o meno cementati risultano ancora ben rappresentati, tanto da costituire circa il 50% dei sedimenti. A valle della fascia della Linea delle Risorgive si sviluppano i potenti depositi della Bassa friulana che, procedendo da nord verso sud, in sinistra Tagliamento presentano tanto orizzontalmente quanto verticalmente una diminuzione della frazione grossolana, con passaggio da depositi spesso cementati a depositi decisamente sciolti e da orizzonti ghiaioso-sabbiosi a depositi a granulometria decisamente fina nella fascia perilagunare. I terreni del sottosuolo, che verso ovest, nella zona di Latisana, Palazzolo della Stella, Precenicco, risultano decisamente argilloso-limosi con intercalazioni di deboli orizzonti sabbiosi, diventano procedendo verso oriente, localmente leggermente più grossolani anche per la presenza di alcuni livelli ghiaiosi. Questi orizzonti ghiaiosi, relativamente grossolani e permeabili, sono dovuti, nella zona a oriente di Cervignano del Friuli, alla dispersione delle antiche alluvioni dell'Isonzo e del Natisone. In base all'analisi dell'ampia letteratura in merito e dai riscontri delle distribuzioni dei depositi ghiaiosi in profondità, il paleoalveo dell'Isonzo risulta essersi, nel suo ultimo tratto in pianura, inizialmente impostato più a ovest del tratto attuale, tanto da sfociare in prossimità di Belvedere e di Grado. Depositi fini con netta prevalenza di materiali limoso-argillosi, sono presenti con continuità in tutta l'area perilagunare lungo una fascia compresa tra Piancada, Palazzolo dello Stella e Muzzana del Turgnano. La vasta area compresa tra la Linea delle Risorgive e quella perilagunare è caratterizzata da depositi misti da sabbioso-limosi a limoso-argillosi talora organici, variamente distribuiti ed intercalati, ma con una certa prevalenza della frazione più fina. 4 1.1.2 USO DEL SUOLO A livello di inquadramento territoriale vengono di seguito riportate alcune mappe regionali che raccolgono informazioni sul territorio limitrofo. Sono riferite ad un territorio più vasto dell'area specifica relativa alla pista ciclabile dei Casali- Feruglio, ma servono, oltre che per individuare la nostra posizione precisa, anche per avere un quadro generale della situazione ambientale dell'area su scala più vasta. L'interesse verso la tutela del suolo, che rappresenta una risorsa limitata attualmente sotto pressione dal punto di vista ambientale, trova fondamento nella Decisione N. 1600/2002/CE del 22 luglio 2002 che istituisce il sesto programma comunitario di azione in materia di ambiente. In particolare all'art. 6 comma c, viene evidenziata la necessità di “elaborare una strategia tematica in materia di protezione del suolo, che affronti, tra l'altro, l'inquinamento, l'erosione, la desertificazione, il degrado del territorio, l'occupazione del suolo ed i rischi idrogeologici, tenendo conto della diversità regionale, ivi compresa la specificità delle regioni di montagna e delle zone aride”. L’analisi dei cambiamenti colturali, oppure estensione dell'industrializzazione o delle aree destinate alle infrastrutture e, in genere, tutte le variazioni dei vari tipi di aree individuate come omogenee al loro interno (agricole, urbane, industriali, infrastrutture, ricreative, naturali e seminaturali, corpi idrici può monitorare le variazioni di uso del suolo. Si riporta l’analisi del territorio della “carta natura” della Regione FVG. Questa cartografia consente l’individuazione di aree a rischio degrado per l’eccessiva pressione antropica e le aree dia alto valore ecologico. Carta del valore ecologico 5 Carta della fragilità ecologica Carta della sensibilità ecologica 6 Carta delle pressioni 7 1.1.3 ARIA Dall’analisi del territorio si stima che le fonti principali di inquinamento atmosferico siano il traffico veicolare, e i processi industriali presenti nella zona, oltre che la produzione di energia e riscaldamento domestico. Di seguito vengono brevemente descritti gli inquinanti più significativi: Ozono: l’ozono troposferico è un inquinante secondario, cioè non viene emesso direttamente da una o più sorgenti, ma si produce per effetto della radiazione solare in presenza di inquinanti primari quali gli ossidi d’azoto (NOX) e i composti organici volatili (COV). L’insieme di composti che si forma in atmosfera a seguito di complesse reazioni fotochimiche e di cui l’ozono è il principale componente, viene denominato “smog fotochimico”. Polveri sottili (PM10): si tratta della la frazione di materiale particolato aerodisperso con diametro aerodinamico inferiore a 10 μm. Tra le sorgenti antropiche hanno particolare rilievo il traffico veicolare, i processi industriali, la produzione di energia e riscaldamento domestico (soprattutto dove si fa uso di legna da ardere e di carbone). L’attenzione verso il PM10 è cresciuta a causa dell’accertata pericolosità sulla salute umana. NOx: la sigla NOx identifica gli ossidi di azoto che si producono come sottoprodotti durante una combustione che avvenga utilizzando. Gli ossidi di azoto sono considerati sostanze inquinanti; alcuni di essi in presenza di radiazione solare possono reagire con l'ossigeno formando ozono e altri composti del cosiddetto smog fotochimico se in presenza anche di idrocarburi incombusti (HC). L'ossido di azoto (NO) è un inquinante primario che si genera in parte nei processi di combustione per reazione diretta tra azoto ed ossigeno dell'aria; le principali fonti di NO di origine umana sono dovute ad attività civili ed industriali che comportano processi di combustione, come i trasporti (veicoli con motore diesel, benzina, GPL, ecc.) e la produzione di calore ed elettricità. La principale fonte di emissione di ossidi di azoto è il traffico veicolare; altre fonti sono gli impianti di riscaldamento civile e industriale, le centrali per la produzione di energia e un ampio spettro di processi industriali. Biossido di zolfo: le principali sorgenti di biossido di zolfo (SO2) sono gli impianti di produzione di energia, gli impianti termici di riscaldamento, alcuni processi industriali, e in minor misura, il traffico veicolare, con particolare riferimento ai motori diesel. Il biossido di zolfo contribuisce alla formazione di deposizioni acide, secche e umide e alla formazione di PM secondario. Per quanto riguarda l’ozono la normativa prevede la verifica del conseguimento dei valori bersaglio (livello fissato al fine di evitare a lungo termine effetti nocivi sulla salute umana e sull’ambiente nel suo complesso, da conseguirsi per quanto possibile entro un dato periodo di tempo) soltanto nel 2013 per quanto riguarda la protezione della salute umana, e nel 2015 per la protezione della vegetazione. I limiti previsti dal D.Lgs. 183/2004 sono i seguenti: Soglia di informazione Soglia di allarme parametro soglia media di 1 ora 180 μg/m4 media di 1 ora 240 μg/m4 8 La soglia di informazione è da intendersi come il livello oltre il quale vi è un rischio per la salute umana in caso di esposizione di breve durata per alcuni gruppi particolarmente sensibili della popolazione, mentre la soglia di allarme quale livello oltre il quale vi è un rischio per la salute umana in caso di esposizione di breve durata. Invece la soglia di allarme fa riferimento al livello oltre il quale vi è un rischio per la salute umana in caso di esposizione di breve durata e raggiunto il quale devono essere adottate le misure previste dall’articolo 5 del Decreto Legislativo 183/04. L’ozono, essendo un inquinante secondario strettamente connesso all’irraggiamento solare, presenta i suoi massimi nei mesi estivi, proprio quando l’intensità solare è maggiore. Di seguito si presentano i dati disponibili per la zona. zonizzazione per l'ozono: numero di superamenti annui della soglia di 120 microgrammi per metro cubo di O3. fonte Piano di risanamento dell’aria regione FVG 9 Dal piano di risanamento dell’aria della Regione FVG sono state tratte le seguenti informazioni relative alle concentrazioni di PM10. limiti previsti dal DM 60/2002 sono i seguenti: Periodo di mediazione 1. Valore limite di 24 ore per la protezione della salute umana 2. Valore limite annuale per la protezione della salute umana 24 ore Anno civile Valore limite 50 µg/m3PM10 da non superare piu' di 7 volte l'anno 20 µg/m3PM10 La valutazione dei livelli di PM10 e il numero di superamenti ha permesso di individuare i Comuni per il quali si rende necessario Identificare i Comuni da classificare nelle Zone di Risanamento, di seguito rappresentati. zonizzazione per le polveri sottili -Fonte: Piano di risanamento dell’aria del Friuli Venezia Giulia 10 1.1.4 ACQUE SUPERFICIALI La rete idrologica superficiale della zona è caratterizzata dalla presenza di due principali corpi acquiferi: il Fiume Tagliamento ed il Fiume Stella. Il primo, già ampiamente descritto nella prima parte del testo per genesi ed evoluzione, delimita il margine occidentale del territorio oggetto di studio; il suo alveo, all’altezza della Frazione Fraforeano si restringe notevolmente e, delimitato da arginature via via più elevate, prosegue con andamento meandriforme fino alla foce. Lo Stella, alimentato da acque di risorgiva, nasce poco a monte di Codroipo e segue un percorso quasi parallelo al Tagliamento. Circa un chilometro a Nord della Frazione Chiarmacis riceve le acque del tributario Fiume Torsa, e poco più a valle, per riduzione della pendenza inizia un percorso a tratti meandreggiante a tratti più regolare. Nel settore sud-orientale dell’areale studiato, rilevante è la presenza di altri tre corsi d’acqua: il Fiume Cormor, lo Zellina (che lambisce il nostro intervento) ed il Fiume Turgnano. Tutta la zona a Sud della S.S. 14 interessata, è solcata da una fitta rete di canali del Consorzio di Bonifica Bassa Friulana che si integrano ed in parte ricalcano l’antica rete drenante naturale. Una fascia di alcuni chilometri intorno allo specchio lagunare, dalle altimetrie particolarmente ridotte, se non negative, è a scolo meccanico. In tutta la zona della bassa pianura friulana non si riscontra una vera e propria falda freatica ma degli adunamenti acquiferi superficiali dovuti a variazioni granulometriche del terreno e alle precipitazioni meteoriche locali. I bacini fluviali 11 Considerate le caratteristiche idrologiche del territorio regionale, sulla base delle tipologie dei corsi d’acqua si possono individuare in generale delle tipologie di problematicità: Corsi d’acqua di pianura, le criticità sono determinate dalla possibilità che precipitazioni di intensità e durata eccezionale determinino la formazione di portate di deflusso superiori alle capacità degli alvei. Nel caso di carenza o assenza di zone di naturale laminazione o espansione delle acque di piena oppure a causa della forte urbanizzazione del territorio di pianura e delle modifiche dell’uso del suolo intervenute negli ultimi decenni, che hanno portato all’aumento degli afflussi di acque meteoriche dalle superfici urbanizzate e alla diminuzione delle aree libere disponibili per la dispersione in fossi e campagne delle acque stesse, si può avere l’esondazione dei fiumi con conseguente allagamento di vaste aree di territorio con livelli d’acqua. I principali corsi d’acqua del territorio (tra cui il fiume Zellina) 12 Le esondazioni che si possono determinare lungo l’asta e nella parte terminale di tali corsi d’acqua non sono generalmente quantitativamente rilevanti, né temporalmente persistenti, tuttavia in genere interessano zone densamente abitate o con presenza di insediamenti artigianali ed industriali e pertanto si possono rivelare estremamente gravi sia in termini di danni arrecati ai beni mobili e immobili, sia in termini di disagio alla viabilità e alle attività economiche e sociali delle località colpite. Corsi d’acqua di risorgiva, hanno un regime idraulico naturale peculiare in quanto reagiscono alle precipitazioni con un certo ritardo e hanno tempi di salita ed esaurimento delle piene più lenti rispetto ai torrenti. Il regime ordinario è legato agli andamenti stagionali delle falde di alimentazione, tuttavia ad esso si può sovrapporre il contributo delle piogge locali sul bacino afferente che, qualora intense, possono determinare fenomeni di piena significativi e anche esondazioni sia del corso principale che dei numerosi scoli e canali minori che in caso di innalzamento eccessivo del livello idrico del fiume principale non sono in grado di recapitarvi le proprie acque. 13 1.1.5 AREE TUTELATE Il nostro intervento è vicino alla zona S.I.C. IT3320033 - "Bosco Boscat", ma rimane esterno e non compreso nemmeno parzialmente nell'area tutelata. Mappa Aree tutelate 14 1.1.6 PAESAGGIO In attuazione al Codice dei beni culturali e del paesaggio e della Convenzione europea per il paesaggio, la Regione FVG ha avviato le procedure per la redazione del Piano Paesaggistico Regionale (PPR). Dalla cartografia predisposta nell’analisi del territorio per la redazione del Piano territoriale regionale (adottato nel 2007), il territorio oggetto della presente verifica risulta essere circoscritto tra gli ambiti di Laguna e quelli di Bassa pianura, mentre, per quanto riguarda la condizione del paesaggio si può notare dalla cartografia, come, all’interno dell’area ci siano diversi livelli qualità. Tavola ambiti paesaggistici – analisi PTR – fonte regione FVG Tavola qualità del paesaggio- analisi PTR – fonte regione FVG 15 L’area in questione ricade all’interno degli ambiti individuati dalla documentazione per il Piano per governo del territorio prodotta dalla Regione Friuli Venezia Giulia.(vedasi studi propedeutici al PTR 2007) come si può notare dalla cartografia riportata: AP24 -BASSA PIANURA DELLE BONIFICHE A SCOLO NATURALE, AP25 –BASSA PIANURA DELLE BONIFICHE A SCOLO MECCANICO E DEI BOSCHI PLANIZIALI AP26 -BASSA PIANURA DELLE RISORGIVE E DELLE STRUTTURE AGRICOLE TRADIZIONALI AP28 - LAGUNA AP32 -CORRIDOIO FLUVIALE DEL TAGLIAMENTO Da Tavole di analisi PTR 2007 Regione FVG - 16 “Dal punto di vista normativo la tutela del paesaggio prende avvio con la Legge 29 giugno 1939, n. 1497, rivolta principalmente agli aspetti naturalistici, panoramici e storici puntualmente individuati, più tardi integrata con la Legge 8 agosto 1986, n. 431 che vi ha compreso ulteriori elementi, per lo più naturalistici, quali coste, corsi d’acqua, boschi, laghi, monti, riconoscendo a questi aspetti precisa valenza paesaggistica. La portata innovativa della L.431/85 è stata quella, pur nella sua genericità, di estendere il controllo degli interventi ad aree e beni di natura ambientale prima esclusi. Bisogna attendere l’emanazione nel 2004 del Codice dei beni culturali e del paesaggio (come da ultimo modificato con il Decreto Legge 26.03.2008 n. 63), perchè, nel rispetto dei principi fissati dalla Convenzione Europea del Paesaggio sottoscritta a Firenze nel 2000, sia introdotto il nuovo concetto di “paesaggio” inteso come l’insieme di tutto il territorio regionale. Non sono più un valore solo i paesaggi d’eccellenza, lo sono anche i paesaggi del quotidiano e quelli degradati. Tutto il territorio è quindi riconosciuto quale risorsa essenziale e bene comune della collettività. In attuazione al Codice dei beni culturali e del paesaggio e della Convenzione europea per il paesaggio, la Regione FVG ha avviato le procedure per la redazione del Piano Paesaggistico Regionale (PPR). Nella nostra Regione le aree vincolate ai sensi dell’art. 136 del Dlgs 42/04, originariamente individuate dalla Legge 1497/39, sono circa 50 (a cui vanno aggiunte 25 cavità naturali), mentre quelle di maggiore estensione, oggi difficilmente quantificabili nella loro superficie, sono le aree tutelate per legge ai sensi dell’art. 142 del Codice (ex Legge 431/85). Il D.lgs 22 gennaio 2004 n 42 all’art 142 prescrive che siano sottoposti a vincolo paesaggistico 17 Nella nostra zona si riscontrano le seguenti aree tutelate per legge (ai sensi dell’art.142 del D.Lgs.42/04): Corsi d’acqua (491 fiume Zellina) Zone sottoposte a vincolo paesaggistico 18 1. 2 SISTEMA FISICO 1.2.1 INSEDIAMENTI L’area oggetto di verifica è già molto urbanizzata. La parte più densa è quella posta ad ovest con lotti privati recintati, adiacenti e posti a ridosso della fascia di separazione dalla carreggiata, costituita dalla banchina e dal fosso. Mentre la parte centrale è ancora pressochè priva di insediamenti ed di recinzioni, per poi tornare urbanizzata, ma di minor densità, nella porzione posta più ad est fino a lambire il Fiume Zellina. Gli accessi carrai alle proprietà private si trovano ad una quota intermedia fra la quota della sede stradale (alta) e la quota della campagna (bassa). Mediamente la strada risulta essere più alta della campagna di circa m 1.00. Numerose sono le recinzioni private che evidenziano segni di cedimento e dissesti di vario tipo. Fra le recinzioni private e la strada vi è una depressione verde sotto alla quale c’è un tombinamento in cls. 1.2.2 VIABILITA’ Sotto il profilo della connessione infrastrutturale, la zona risulta servita. Costituisce elemento cardine della rete dell’accessibilità infrastrutturale, la presenza dell’autostrada A4 che connette la Regione con il nord Italia e la Slovenia, ed intercetta tutto il traffico proveniente dal triveneto e dalle connessioni autostradali che si innestano sulla medesima infrastruttura (A28-A27). L'analisi della viabilità esistente individua: come viabilità autostradale la parte di A4 che transita sui territori comunali, come viabilità di interesse regionale le porzioni di S.S. 14 stessa, come viabilità comprensoriale. La rimanente rete stradale può essere ulteriormente suddivisa in: - viabilità di interesse locale, che collega i centri edificati con la porzione di territorio esterno in relazione e agli usi del territorio e alle funzioni insediate; - viabilità urbana di collegamento, costituita dai percorsi di impianto dei centri edificati che mettono in relazione le varie parti; - viabilità di quartiere, quella che congiunge gli insediamenti più recenti con il centro. - tratti di piste ciclabili, ma si tratta di percorsi brevi senza soluzione di continuità. Esistono inoltre diverse strade rurali, percorsi interpoderali che costituiscono la struttura della proprietà agricola, che, per le loro intrinseche caratteristiche, rivestono interesse paesaggistico. 19 Schema insediamenti e viabilità su larga scala 20 La regione FVG ha elaborato un Piano regionale della sicurezza STRADALE (2004 regione fvg).l Le Tabelle seguenti riportano una sintesi della ripartizione modale degli spostamenti sistematici nel F.V.G. per l’anno 2001. Ripartizione modale degli spostamenti sistematici nel F.V.G. (fonte ISTAT 2001) Inoltre il Piano fornisce dati riguardanti l’analisi di incidentalità stradale nel Friuli Venezia Giulia sulla cui base vengono evidenziate le criticità del fenomeno, previste le sue possibili evoluzioni, individuati gli obiettivi da perseguire attraverso mirate azioni indirizzate prioritariamente alla risoluzione delle situazioni di particolare gravità. È stata eseguita l’analisi dell’incidentalità per tipologia di veicoli coinvolti negli incidente Ripartizione percentuale delle tipologie di veicoli coinvolti negli incidenti, anni 1994 – 2003. 21 Piano regionale della sicurezza stradale- Regione FVG 22 1. 3 SISTEMA STORICO-CULTURALE 1.3.1 BENI ARCHEOLOGICI Il territorio della bassa friulana è delimitato a nord dalla Stradalta e dalla linea delle Risorgive, a sud dal mare Adriatico e dalla laguna, a ovest dal fiume Tagliamento e a est dal confine con le province di Gorizia e Trieste. Una pianura ricca di acque e terre fertili che è stata luogo di passaggio per molte civiltà. Il territorio dell’Aster è ricco di storia, e attraverso le varie epoche e dominazioni si è formato come oggi lo conosciamo. I siti archeologici tuttora documentati sono classificati nella “Carta archeologica del Friuli Venezia Giulia.Sono state accertate aree con affioramento di materiale archeologico a bassa e ad alta concentrazione e aree di abitati veri e propri; per certi siti si è potuto ipotizzare, talvolta quasi sicuramente, la destinazione: villa rustica, insediamento produttivo, insediamento residenziale, tombe, strade. Carta archeologica fonte regione FVG 23 Nel territorio limitrofo sono state trovati numerosi reperti risalenti a diverse epoche storiche, in particolare si trovano elementi relativi a: Preistoria: − Età neolitica (V millennio a.C.); − Età del rame (fine III millennio a.C.); − Età del bronzo antico e del bronzo recente (fine XIII fine XII sec. a.C.); − Età del ferro evoluto. Il sito del Fortin (Carlino): Insediamento a destinazione produttiva, risalente all'Età del Ferro, VI-I sec. a.C., Epoca romana La Fornace Romana di Chiamana, a ridosso del fiume Zellina, a Carlino. Importante viene indicato dagli studiosi il percorso dell'antica via romana Annia, attuale S.S. 14. 24 2. CARATTERISTICHE DEL TERRITORIO COMUNALE Il territorio comunale di Carlino si trova nella Bassa friulana a Sud di Udine della cui provincia fa parte e confina a Sud con il Comune di Marano Lagunare, ad Est con il Comune di San Giorgio di Nogaro, ad Ovest con il Comune di Muzzana e a Nord con il Comune di Castions di Strada. Inquadramento territoriale Superficie territoriale Popolazione residente Frazioni e località 30,36 Kmq 2.806 abitanti Maranutto, San Gervasio Il sistema viario è rappresentato sul territorio Comunale con aste orizzontali N-E ( S. P. 70 e SP 3 di collegamento a Marano lagunare ) ed orizzontali E-O (SS 14 TS-VE e la A4) e un fitto reticolo di strade Comunali e di sterrati di attraversamento della campagna. La morfologia della zona è caratterizzata dall’assoluta prevalenza del piano orizzontale, e rappresenta il paesaggio tipico della bonifica della Bassa friulana, costituito prevalentemente da vaste aree agricole. Inoltre il comune di Carlino può essere inserito nel sistema degli insediamenti agrari antichi e stratificati, ancora poco compromessi dalle nuove forme dell’urbanizzazione contemporanea, infatti, presenta ancora oggi i segni degli antichi particellari con siepi, filari e margini vegetati. 25 Il territorio comunale Le zone del territorio comunale di Carlino assieme a quelle dei territori limitrofi sono, fin dai tempi antichi, ricche di insediamenti umani e attività produttive: è sempre stato un territorio di passaggio, scambi e comunicazioni, d'invasioni, incursioni: di questi insediamenti ci sono ancora numerose tracce sparse sul territorio costituite da antiche fornaci, strade romane, ville rustiche o tombe. Dal punto di vista geologico l’ambito mostra terreni misti, per lo più sabbiosi, limosi e argillosi ben drenati da bonifiche a scolo naturale o artificiale. Il confine con il paesaggio lagunare è definito da un margine artificiale che separa la pianura bonificata dalla laguna stessa. Nei tempi antichi questa area, con pendenza quasi nulla, era ricca di zone umide e boschi. Con la bonifica moderna, e il controllo artificiale delle acque, si è costruito un paesaggio caratterizzato da campi omogenei “alla ferrarese”, coltivati a seminativo e con qualche bosco residuale di grande complessità ecologica. La Bassa pianura friulana è segnata da numerosi corsi d’acqua, fiumi, e rogge. Il territorio di Carlino è attraversato dall’alveo del Fiume Zellina che sfocia nella Laguna di Marano e Grado. La fauna del territorio non si discosta da quella del resto della bassa pianura friulana; in particolare il processo di graduale semplificazione del territorio ha fortemente condizionato la presenza di gran parte delle specie selvatiche, soprattutto quelle più sensibili, che in pianura sopravvivono perlopiù nei pochi relitti naturali rimasti.Le specie più caratteristiche e diffuse sono quelle ecologicamente meno esigenti che riescono ad adattarsi agli ambienti caratterizzati prevalentemente dall’agricoltura di tipo intensivo. Aree di notevole pregio ed interesse ecologico e naturalistico, lembo sopravvissuto agli eventi antropici e residuo delle antiche selve che coprivano il territorio di pianura, è il Bosco di Sacile. 26 3. DESCRIZIONE DELL'OPERA Per la descrizione delle opere da realizzare e sulla loro fattibilità, si rimanda alla descrizione degli interventi. 3.1 IL PROGETTO DELLA "PISTA CICLABILE - CASALI FERUGLIO" I lavori previsti riguardano la realizzazione di un percorso ciclopedonale nel lato destro parzialmente urbanizzato della S.S. n.14 percorrendo la strada in direzione nord-est. L’alta velocità dei mezzi che percorrono il predetto percorso, le numerosi intersezioni, la configurazione geometrica della sede stradale, la presenza di un traffico pesante e sostenuto soprattutto durante le ore di punta, rende difficoltoso e pericoloso il transito di pedoni e ciclisti. Situato in un contesto semi urbanizzato, numerose sono le presenze di accessi carrai e pedonali che si affacciano lungo il tratto di intervento. La S.S. n.14 presenta un nastro asfaltato avente larghezza variabile da m 6.8 a 10.00, è a doppio senso percorribile in direzione nord-est sud- ovest e risulta sopraelevata rispetto al piano campagna. Non vi è la presenza di un marciapiede rialzato o di percorsi protetti, ma di un fossato su ambo i lati, ubicato alla base della scarpata, che raccoglie e smaltisce l’acqua meteorica I nuovi interventi previsti mirano a migliorare la viabilità dei pedoni e dei ciclisti sia in termini di fruizione che in termini di sicurezza ed al contempo ad illuminare gli accessi carrai alle proprietà private. All’interno del presente progetto preliminare viene preso in esame il tratto della S.S. n.14 compreso tra l’agriturismo Cjasal ed il ponte sullo Zellina per circa complessivi 700 m. All’interno del tratto citato si dovranno realizzare inoltre delle opere idrauliche accessorie che consentono lo smaltimento delle acque captate lungo il percorso. Nel primo stralcio di lavori si prevede il riempimento dei fossi esistenti con misto natura previa realizzazione di ispezioni nella condotta esistente. Il percorso ciclopedonale di progetto avrà una quota variabile e pendenza secondo la legge 13/89. Si tratta quindi di raccordare la quota degli accessi carrai esistenti (quota fissa) con una quota mediana tra la sede stradale e la campagna al fine di poter contenere la pendenza del percorso di progetto all’interno dei parametri di legge. Si renderà necessario il rifacimento e/o completamento di alcuni tratti di recinzione ad oggi ammalorati e/o mancanti nonché il consolidamento di altri. Si porrà particolare cura alla captazione e smaltimento dell’acqua meteorica proveniente dalla sede stradale (SS.n.14), dalla scarpata e del nuovo percorso ciclopedonale in modo da salvaguardare le proprietà private ed evitare pericoli di ruscellamento nonché danni in genere. Il percorso avrà larghezza variabile a seconda dello spazio presente tra le recinzioni esistenti e la sede stradale; da un minimo di 1.50 ad un massimo di m 3.50 circa. Sarà limitato da una cordonata sul lato monte, a ridosso della scarpata stradale, e dalle recinzioni esistenti verso i privati. Completerà l’opera una finitura superficiale in conglomerato bituminoso e l’impianto di pubblica illuminazione a servizio del percorso ciclopedonale. Per rendere possibile il progetto è necessaria una modifica all’uso attuale del territorio attraverso una variante al PRG, variante che è l’oggetto della presente verifica. 27 3.2 MODALITÀ OPERATIVE Le fasi operative verranno stimate in modo puntuale nella stesura del piano di Sicurezza in concomitanza dello studio del progetto esecutivo, in via preliminare e per la definizione dell'opera di presume che per l'esecuzione dell'opera si preveda di procedere secondo le fasi lavorative di seguito indicate: Pulizia dell’area; Accantieramento; Scarifica o scotico; Scavi; Posa della condotta; Rinterri; Posa di cordonate; Formazione di massetto armato; Formazione di sottofondo stradale e binder; Segnaletica stradale; Smobilizzo del cantiere. 28 4. DESCRIZIONE DELLA VARIANTE La pista ciclabile in oggetto è, come detto, posta sul lato sud della S.S 14, ed è posta sul limite estremo del confine posto a nord. Confine che delimita il territorio del Comune di Carlino con quello del Comune di Castions di Strada. Sulla piantina appena vista, si identifica con il taglio rettilineo rappresentato dalla S.S. 14, posto nella "testa" all'estremo nord del territorio comunale. 29 30 4.1 IN QUALE MISURA IL PIANO INFLUENZA ALTRI PIANI O PROGRAMMI, INCLUSI QUELLI GERARCHICAMENTE ORDINATI La variante propone delle modifiche necessarie per realizzare un intervento in linea con le strategie di sviluppo eco-sostenibile dei piani/programmi di scala provinciale, regionale, nazionale e comunitaria. La variante permetterà di realizzare una pista ciclabile necessaria per poter consentire il transito dei pedoni e delle biciclette che normalmente utilizzavano la stessa statale con evidenti e noti rischi per l'incolumità e la sicurezza. L'intervento è ritenuto necessario ed è fortemente voluto dalla cittadinanza, specialmente dai diretti interessati che vedrebbero risolte anche le pericolosità degli attuali accessi carrabili privati. Quindi, la modifica introdotta con la proposta di Variante al PRG del Comune di Carlino non si ripercuote negativamente su altri piani e programmi, né interferisce con quelli dei Comuni contermini con i quali, invece, si completano (specialmente il limitrofo Comune di San Giorgio di Nogaro, che viene raggiunto da questa nuova pista ciclabile), introducendo puntuali e minimali adeguamenti alla zonizzazione, per integrare un sistema complesso per uno sviluppo del territorio in un’ottica sostenibile, altrimenti non realizzabile. 4.2 LA PERTINENZA DELLA VARIANTE PER L’INTEGRAZIONE DELLE CONSIDERAZIONI AMBIENTALI, IN PARTICOLARE AL FINE DI PROMUOVERE LO SVILUPPO SOSTENIBILE Il traffico veicolare, generato dalla mobilità di persone e merci, costituisce il principale fattore d’impatto ambientale nei nostri territori ed è su di esso che bisogna in primo luogo agire per rendere più vivibile l’ambiente urbano. Una pianificazione sostenibile del territorio richiede una riduzione del traffico, senza che questo comporti una riduzione della mobilità. Una politica efficace per una mobilità sostenibile è una azione complessa che mira a soddisfare la domanda di mobilità, minimizzando d’altra parte il dispendio economico ed energetico causato dal traffico motorizzato e rispettando i requisiti della compatibilità ambientale. Alla domanda di mobilità sempre più crescente si può rispondere con diversi sistemi di offerta di trasporto, che presentano differenti gradi di sostenibilità ambientale. Una di queste alternative è costituita dalla bicicletta: lo sviluppo dell’utilizzo della bicicletta per contribuire a migliorare il traffico e l’ambiente urbano è uno degli obiettivi che deve essere perseguito sia dagli amministratori pubblici locali attraverso appropriate politiche dei trasporti e ambientali, sia dai cittadini. 31 5. L’ANALISI SWOT Per ottenere una migliore conoscenza di base degli elementi si è ritenuto opportuno costruire una matrice SWOT che individui i punti di forza e le debolezze (interni al sistema) e le opportunità e i rischi (fattori esterni). In questo contesto l’analisi SWOT costituisce la rappresentazione e l’identificazione più immediata degli aspetti e delle problematiche legate al territorio, prendendo in considerazione le connotazioni e le valenze ambientali, lo sviluppo locale, la valorizzazione e la promozione delle risorse esistenti. La matrice si rivela dunque necessaria come strumento che unisce le esigenze di interventi di conservazione, di valorizzazione e di fruizione delle risorse naturali, con le opportunità di sviluppo locale derivanti dalla promozione dei valori tradizionali e delle identità culturali del territorio. La matrice SWOT è il mezzo più appropriato per evidenziare il quadro diagnostico del territorio, attraverso l’indicazione delle variabili endogene, rappresentate dai punti di forza e di debolezza, e dalle variabili esogene, costituite dalle opportunità e dai rischi che condizionano il sistema ambientale territoriale: sui primi due elementi devono incentrarsi gli interventi necessari al raggiungimento degli obiettivi prefissati, mentre le opportunità e le minacce sono variabili esterne al sistema e per tale motivo è necessario un loro monitoraggio e controllo per evitare i possibili rischi e trarre il massimo vantaggio dalle diverse opportunità. Punti di forza Punti di debolezza Notevole diversità del potenziale turistico connesso alle valenze ambientali, alla presenza di bellezze culturali e storiche Possibilità di costruire una rete di percorsi rurali ben strutturata di connessione di tutto il territorio Presenza di piccole aziende agricole che producono prodotti di alta qualità Conservazione di attività agricole legate alla tradizione e all’identità dei luoghi Possibilità di promozione del mondo rurale come prodotto turistico non ancora ben utilizzato attraverso gli strumenti del marketing territoriale Territorio con collocazione strategica nell’area della Bassa friulana Territorio con caratteristiche di notevole interesse naturalistico, paesaggistico e storico che offre a la possibilità di diversificazione e de-stagionalizzazione dei flussi 32 Carenza di offerte turistiche per la valorizzazione del patrimonio storico e culturale Collegamenti ciclo-pedonali parziali tra i Comuni Scarsa connessione del turismo locale con altre offerte in regione e con altri prodotti turistici (turismo culturale, rurale, …) Presenza di fragilità ambientali (SIC) Carenza del sistema di collegamento degli ambiti naturalistici e dei siti di interesse storico culturale Scarsa integrazione tra offerta di servizi turistici e valenza del patrimonio ambientale culturale, artistico e storico (pacchetti turistici integrati) Scarsa accessibilità alla fruizione del patrimonio naturale e culturale privo di idonea e unitaria cartellonistica I beni ambientali storico-culturali non sono sufficientemente turistici Presenza diffusa di centri abitati di medie e piccole dimensioni, con buona rete di collegamenti interni, con tempi di percorrenza contenuti, che si configura Potenzialità faunistica degli ecosistemi esistenti Elevata biodiversità flogisticovegetazionale Presenza di realtà imprenditoriali consolidate Presenza di alcune aree ad alta valenza paesaggistica e ambientale (-) 33 valorizzati a causa della mancanza di un “sistema” Carenza di risorse umane ed economiche Rischi Opportunità Elaborazione di strategie di sviluppo comunale di tipo settoriale Approccio esclusivamente ambientalista che slega i temi della tutela ambientale e dello sviluppo sostenibile Perdita di competitività del sistema produttivo locale e dell’offerta turistica per mancanza di adeguamento ad uno sviluppo di modello innovativo di offerta turistica Il “sistema paese”: continuare a pensare come singolo territorio comunale e non pensare ad una rete come forza Attività con le scuole di educazione ambientale, informazione e sensibilizzazione (percorsi sicuri) Costituzione e potenziamento di strutture consortili di promozione dei beni culturali e naturali del territorio Accresciuta sensibilità dei cittadini verso le risorse ambientali e culturali Sviluppo di nuove opportunità economiche e valorizzazione turistica in chiave ambientale e culturale La ricchezza di risorse storicoambientali offre ampie possibilità di diversificazione e destagionalizzazione dei flussi turistici Integrazione degli enti locali sensibili alla valorizzazione ed alla promozione del territorio con gli operatori privati Possibilità di accedere a programmi di sostegno finanziario comunitario attraverso programmi integrati È in costante aumento la domanda turistica basata sulla fruizione delle risorse eno-gastronomiche Riduzione delle emissioni del proprio territorio di CO2 del 20% entro il 2020 (aumentando nel contempo del 20% il livello di efficienza energetica e del 20% la quota di utilizzo delle fonti di energia rinnovabile) Piano di gestione dello Stella Elevato livello di naturalità del territorio Elevato livello di protezione (presenza di varie aree protette Dall’analisi SWOT emerge la necessità di un nuovi metodi di lavoro che propongano obiettivi generali condivisi per: creare sviluppo dal “far sistema” dell’esistente, mettendo in rete soggetti e progetti; tutelare l’ambiente, le risorse naturali, le risorse paesistiche e la biodiversità; 34 valorizzare il patrimonio di beni archeologici, monumentali e artistici, di storia, di tradizioni, di dialetti, di beni religiosi, ecc., l’educazione e la formazione; salvaguardare l’identità del luoghi; sostenere le produzioni tipiche agro-alimentari e artigianali che originano una riscoperta del territorio; incoraggiare gli sport eco-compatibili, le strutture, i servizi, le manifestazioni e gli eventi per il tempo libero, lo spettacolo, il divertimento, l’intrattenimento per il benessere fisico e la salute dei cittadini. Questa prima fase di analisi SWOT consente, quindi, di definire alcuni punti di riferimento specifici per la buona riuscita del progetto: contribuire allo sviluppo di un sistema basato sull’integrazione dei sistemi produttivi, dei servizi di accoglienza e delle infrastrutture, incentivandone le relazioni in un’ottica di miglioramento della qualità globale; offrire al visitatore un’offerta integrata delle opportunità presenti sul territorio in modo da facilitarlo nella conoscenza; promuovere l’immagine del territorio verso l’esterno; favorire nelle comunità locali la conoscenza delle risorse del territorio in un’ottica di sostenibilità del sistema, di valorizzazione delle tradizioni esistenti e di miglioramento della qualità ambientale e paesaggistica; 35 6. EFFETTI POTENZIALI 6.1 INDIVIDUAZIONE DEGLI EFFETTI SIGNIFICATIVI La valutazione complessiva degli esiti delle azioni di piano verrà condotta analizzando il peso trasformativi dei singoli punti di variante. Per analizzare le azioni sono state individuate le componenti secondo il D.lgs 152/2006 e le possibili fonti di pressione. E’ stata predisposta una schedatura degli interventi proposti dalla variante, una valutazione degli impatti e una possibile mitigazione degli stessi. Per la verifica dei possibili impatti generati dalla azioni della variante è stato individuato anche un bersaglio possibile nelle componenti ambientali scelte. Le azioni sono rappresentate dalle azioni antropiche di utilizzo del territorio nel momento in cui la variante si sarà completamente sviluppata. Analisi della proposta di variante Considerata, in questo momento, l’indeterminatezza delle azioni di piano che verranno specificate in sede progettuale, la quantificazione dei singoli impatti, basata su una valutazione di tipo qualitativo, ha una scala di valori numerica che va dallo 0 al 2. Basso = 0 Medio = 1 Alto 36 =2 Ambito Carlino- località Casali Feruglio Aree tutelate A ridosso del Sic IT3320033 - "Bosco Boscat", ma esterni all'ambito Stato attuale Strada Statale n.14 Descrizione intervento Percorso ciclabile su sede propria parallelo alla strada Interventi previsti Segnaletica orizzontale e verticale – pavimentazione in asfalto Valutazione impatto 0 Motivazioni Fauna e vegetazione 0 Cementificazione e impermeabilizzazione del suolo Suolo –fauna e vegetazione 1 RIFIUTI Incremento di rifiuti Suolo – fauna e vegetazione 0 La perdita di suolo ed i possibili sversamenti di inquinanti nel terreno e nelle acque superficiali sono da considerarsi trascurabili sia in fase di cantiere che di esercizio La variante in questo caso prevede un minimo consumo di suolo in quanto il percorso sarà costituito da una pista ciclabile con fondo in asfalto o altro. I rifiuti solidi prodotti in fase di cantiere verranno gestiti in conformità delle norme vigenti, pertanto non causeranno impatti negativi soprattutto sui siti protetti possibili dispersioni di rifiuti urbani solidi. RUMORE Passaggio biciclette Fauna- popolazione 0 In fase di cantiere si registrerà un lieve incremento dell’inquinamento acustico, considerata la zona di localizzazione lungo una strada trafficatissima l’impatto è da considerarsi minimo. - EMISSIONI LUMINOSE Inquinamento luminoso Fauna 0 - VEGETAZIONE Riduzione della vegetazione Fauna e vegetazione 0 Pista ciclabile su strada statale, con punti luminosi a norma di legge, in area già antropizzata, La realizzazione dell’opera comporterà solo in Componente Effetto Bersaglio potenziale ARIA - TRAFFICO Aumento delle emissioni di inquinanti in atmosfera a causa delle attività di cantiere Popolazione- fauna e vegetazione ACQUA Possibile inquinamento acqua superficiale SUOLO 37 Mitigazione Si tratta di un punto di variante localizzato in una zona già antropizzata lungo la strada statale che porta a San Giorgio di Nogaro. Le uniche emissioni derivanti dagli interventi previsti potranno essere quelle in fase di cantiere, limitate alla sua durata e tali da non incidere sulla qualità dell’aria esistente. In fase di cantiere dovrà essere posta particolare attenzione allo sversamento di sostanze nocive. La zona in cui verrà realizzata la pista ciclabile è già fortemente antropizzata. Localizzazione di econtenitori differenziata dei rifiuti. per la raccolta minima parte la rimozione di vegetazione presente, tuttavia le formazioni erbacee, arbustive ed arboree presenti non sono di grande rilevanza naturalistica Considerata la localizzazione prevista dalla variante e la tipologia dell’opera si può ritenere che non si verificheranno effetti significativi per la fauna locale. FAUNA Aumento delle barriere per fauna, disturbo per il passaggio dei ciclisti Fauna 0 HABITAT Frammentazione territoriale causata da potenziale disturbo alla fauna e flora selvatiche Fauna e vegetazione 0 PAESAGGIO Impatto visivo Popolazione 0 POPOLAZIONE Effetti socio-economici popolazione 0 – effetto positivo La pista ciclabile permette il collegamento con il limitrofo Comune di San Giorgio di Nogaro, risolvendo completamente il problema della sicurezza per le biciclette che normalmente utilizzavano la trafficatissima strada statale. il collegamento tra i due comuni viene notevolmente migliorato e vengono incentivati gli interscambi ed i rapporti umani. Salute popolazione 0 – effetto positivo Sicurezza dei ciclisti risolta e migliorate le uscite dagli spazi carrabili privati insistenti sulla statale. Aumento dell’accessibilità e della mobilità in un contesto di maggiore sicurezza. 38 Nessun habitat di interesse comunitario, tanto meno prioritario, verrà interessato dall’opera. Il tratto in cui verrà realizzata la pista è pressochè parallelo all’attuale assetto stradale, lungo il quale sono situate già numerose attività antropiche di tipo agricolo ed residenziale; quindi si può considerare che l’opera non determini una frammentazione dell’ambiente Considerato lo stato dei luoghi rilevato e la tipologia di opere, l’assetto del paesaggio non subirà cambiamenti sostanziali. - 6.2 SINTESI EFFETTI OSSERVATI Dal quadro generale degli elementi considerati appare evidente che, alla luce degli elementi sopra riportati, gli effetti previsti dall'intervento della variante non producono situazioni di impatto significativo. Le aree di intervento sono ubicate all'esterno di zone oggetto di Tutela ambientale. Gli interventi derivanti dalla variante non producono alcuna emissione in atmosfera e non saranno fonti di emissioni luminose. La pista ciclabile viene pressochè sempre realizzata tra la strada statale n.14 e le recinzioni dei lotti privati relativi alle abitazioni che già ora si attestano sulla statale. Quindi di fatto utilizzano, per la quasi totalità, spazi già antropizzati e compromessi. I cittadini otterranno un beneficio sociale dall'iniziativa in oggetto in termini di sicurezza La variante riguarda una pista ciclabile in sede propria parallela ad una strada statale molto trafficata e molto utilizzata. Non è relazionabile in modo diretto agli ambiti di interesse naturalistico ambientale e non introduce effetti significativi sui siti protetti in termini di: perdita di habitat frammentazione distruzione perturbazione cambiamenti negli elementi principali dei siti protetti Le modifiche introdotte dalla variante, per tipologia e localizzazione degli interventi previsti, non producono interazione con il contesto ambientale. 6.3 EFFETTI CUMULATIVI L’assenza di azioni di trasformazioni sostanziali del territorio, ma solo la natura di un intervento localizzato e posto in zona già compromessa ed antropizzata, consente di prevedere un’assenza di effetti cumulativi e la conservazione dell’equilibrio ecosistemico dei luoghi limitrofi, compresa la zona SIC posta sulla parte opposta della strada statale, tutta ricompresa nel Comune di Castions di Strada e comunque interamente distaccata dal nostro intervento. 39 7. CARATTERISTICHE DEGLI EFFETTI 7.1 RISCHI PER LA SALUTE UMANA E PER L’AMBIENTE Non si riscontrano potenziali rischi per la salute umana. La pista ciclabile si basa sul concetto di collegamento in sede propria "stradale", che necessariamente associa i concetti di continuità, pertanto assenza di buchi o “punti neri” pericolosi, assenza di effetti sulle le barriere naturali o artificiali, rispettivamente corsi s’acqua o infrastrutture viarie, ed in sicurezza La pista ciclabile in questione rappresenta la soluzione più conveniente per la mobilità ciclistica che attualmente comunque avviene in condizioni di totale rischio e mancanza di sicurezza I potenziali effetti per quanto riguarda l’ambiente possono essere riconducibili esclusivamente alla fase di cantiere: piccoli sversamenti accidentali, rumori, polveri e rifiuti; produzione di rumori, rifiuti. Tuttavia, in questo caso, l’assenza di azioni di trasformazione sostanziali consente di rilevare una assenza di rischi significativi per l’ambiente. 7.2 ENTITA’ ED ESTENSIONE NELLO SPAZIO DEGLI IMPATTI Analizzata la dimensione, l’ubicazione e la tipologia dell'intervento in oggetto della variante proposta, gli effetti riscontrati dalla valutazione si possono considerare limitati. L’entità e l’estensione nello spazio sono circoscritte alla localizzazione puntuale e pertanto non relazionabili con il contesto più ampio. Gli effetti che potrebbero essere provocati si inseriscono in un processo pianificatorio definito e rafforzato in un ottica di sviluppo sostenibile. 7.3 VALORE VARIANTE E VULNERABILITÀ DELLE AREE INTERESSATE DALLA Per fenomeni e attività che influenzano lo stato di protezione del sito si intendono tutte quelle attività umane e tutti i processi naturali che in qualche misura possono avere un’influenza, sia essa positiva che negativa, sulla conservazione e sulla gestione degli stessi. Generalmente le azioni di trasformazione possono determinare effetti diretti, quando, ricadendo all’interno o nell’intorno di un’area tutelata vanno ad incidere sullo stato di conservazione degli habitat e/o delle specie presenti (sottrazione diretta di superficie di habitat, disturbi diretti indotti da rumori o vibrazioni, emissioni gassose in atmosfera, isole di calore, reflui civili, produzione e stoccaggio rifiuti ecc.). Tali interventi n o n determinano effetti indiretti, ricadendo esternamente ad un’area tutelata, e comunque a fianco della strada statale esistente che molto più che la nostra pista ciclabile ad essa parallela, potrebbe nell'eventualità generare un “effetto barriera” incrementando la frammentazione territoriale e diminuendo la connettività ecologica e la permeabilità complessiva all’interno della matrice agricola. I potenziali effetti possono essere riconducibili a: scarichi, piccoli sversamenti accidentali, rumori, polveri e rifiuti in fase di cantiere, produzione di reflui e rifiuti. La tipologia degli interventi previsti dalla variante, l’ubicazione delle azioni rispetto al SIC e agli habitat di interesse è tale da ritenere che la realizzazione delle opere previste dalla variante non possa generare incidenze negative significative dirette e indirette sull’area tutelate in esame. In merito all’ambito di utilizzo del ponte sul Fiume Zellina, si fa notare che si tratta 40 di un ponte esistente e, ad oggi, già interessato da traffico veicolare pesante ed intenso, tale per cui una pista ciclabile parallela risulta in ogni modo trascurabile rispetto all'attuale uso del sistema viario. Quindi non vengono introdotti ulteriori fattori di stress per aree vulnerabili o di valore. L'unico punto di variante considerabile, in quanto i percorsi ciclabili di progetto, passano limitrofo ad aree tutelate, può essere riassunto in: le infrastrutture ciclabili sono sicuramente tra le meno impattanti fra tutte ma possono, se non programmate nel modo corretto, alterano l’ambiente. Gli stessi ciclisti, per quanto attenti e rispettosi della natura, sono comunque destinati a lasciare un segno del loro passaggio. Va altresì sottolineato che la bicicletta è considerata un mezzo raccomandato dalle normative sulla sostenibilità nelle aree protette come si evince dalla Carta Europea del Turismo Sostenibile di Europarc e gli effetti causati dal passaggio dei ciclisti risulta da alcuni studi di gran lunga il meno impattante. A titolo esemplificativo si riporta uno studio olandese in merito: Eventi disturbanti osservati in percentuale per ogni specie nella costa olandese Studio di Tensen e Van Zoest Quindi la proposta rappresenta il minore impatto possibile sia attraverso l'utilizzo di un sistema viario esistente, sia con l’utilizzo di materiali il più possibile naturali e autoctoni . 41 8 .CONCLUSIONI Nel merito delle possibili interferenze con le aree di interesse ambientale, si ritiene che la stima degli effetti e la quantificazione degli stessi affrontata nel presente documento di valutazione non abbia portato a particolari indicazioni di criticità o particolari situazioni di conflitto fra le previsioni riconducibili introdotte dal variante e le esigenze di tutela degli ecosistemi presenti. La tipologia degli interventi previsti dalla variante, l’ubicazione delle azioni rispetto ai SIC – ZPS e agli habitat di interesse è tale da ritenere che la realizzazione delle opere previste dalla variante non possa generare incidenze negative dirette e indirette sull’area SIC – ZPS in esame. Tuttavia, soprattutto in fase di esecuzione dei lavori, al fine di mitigare l’impatto con la rete di collegamento ecologico, si dovrà salvaguardare, attraverso una serie di accorgimenti in fase di cantiere, il sistema naturalistico limitrofo. Stabilito che la variante relativa alla progettazione della “Pista Ciclabile Casali Feruglio” non rientra nel campo di applicazione di cui all’art. 6 comma 2) lett a) e b) del D.Lgs 152/2006 e non è uno strumento rilevante in termini di attuazione della normativa ambientale comunitaria, sulla base dei contenuti e delle valutazioni affrontate all’interno del presente documento relativamente agli effetti ambientali riconducibili alla variante, si conclude che le previsioni urbanistiche non producono potenziali effetti significativi sull’ambiente tali da rendere necessaria l’attivazione della procedura di valutazione ambientale strategica di cui agli artt. 13-18 del D.lgs 3 aprile 2006, n.152. 42