REALIZZAZIONE PISTA CICLABILE S.S.N.14 CASALI

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REALIZZAZIONE PISTA CICLABILE S.S.N.14 CASALI
LUOGO :
REGIONE FRIULI VENEZIA GIULIA
PROVINCIA DI UDINE
COMUNE DI CARLINO
TITOLO :
REALIZZAZIONE PISTA CICLABILE
S.S.N.14 CASALI-FERUGLIO
COMMITTENTE :
AMM.NE COMUNALE DI CARLINO
Piazza San Rocco, 24 33050 Carlino Udine
Via Calvi, 122 31015 Conegliano (TV)
T +39 0438 32857, F +39 0438 429323
e-mail: [email protected]
GRUPPO DI LAVORO :
arch. Pietro Brovazzo
geom. Paolo Bozzoli
dott. ing. Giovanni Antonio Albertin
PROGETTO DEFINITIVO
ed. rev.
DESCRIZIONE DOCUMENTO :
data
natura modifiche
eseg. verif. appr.
DOCUMENTO n. :
RELAZIONE DI VERIFICA DI
ASSOGGETTABILITA' ALLA V.A.S.
12044 D
file :
scala:
A TERMINE DI LEGGE SI RISERVA LA PROPRIETA' DEL PRESENTE ELABORATO CON DIVIETO DI RIPRODURLO O DI RENDERLO NOTO A TERZI SENZA LA NOSTRA AUTORIZZAZIONE SCRITTA
PREMESSA
Il presente documento, redatto in conformità ai dispositivi normativi che regolano la
Valutazione Ambientale in Italia, viene elaborato in relazione alle varianti necessarie
al progetto per ottenere l’approvazione del progetto per la pista ciclopedonale CasaliFeruglio.
In riferimento alla stesura del presente elaborato sono state le indicazioni contenute
nella direttiva e nel decreto di recepimento, e dei rispettivi allegati, nello specifico:
 Dir. 2001/42/CE – Allegato II
 D. Lgs 4/2008 correttivo al D.Lgs 152/2006 – Allegato I
L’allegato I al D.Lgs. 4/2008 descrive i criteri atti a valutare se un piano possieda o
meno le caratteristiche per essere sottoposto a procedimento di VAS. Il presente
rapporto preliminare ambientale, pertanto, viene redatto con riferimento a tali criteri
in modo da configurarsi come un documento di immediata lettura per l’Autorità
Competente che dovrà esprimersi al riguardo.
La procedura di verifica, quindi, si rende necessaria per accertare se ricorrano i
presupposti della redazione di una Valutazione Ambientale Strategica. (artt. 13-18
del D.lgs 152/2006)
La Verifica di assoggettabilità di un piano dalla VAS è condotta sulla base di un
Documento contenente le informazioni circa i suoi effetti significativi sull’ambiente e
sulla salute (cfr. Allegato II citati Indirizzi generali - Criteri per la determinazione dei
possibili effetti significativi di cui all’articolo 3 della Direttiva 2001/42/CE).
Il documento viene elaborato, sulla base della normativa sopra citata, per poter
valutare:
 Le caratteristiche delle aree interessate da possibili impatti dal punto di vista
dei valori naturalistici e ambientali della loro vulnerabilità, della presenza di
fattori di criticità e della presenza di vincoli di salvaguardia;
 Le caratteristiche delle varianti dal punto di vista dei contenuti e della loro
rilevanza per l’integrazione di criteri ambientali volti alla sostenibilità;
 Le caratteristiche degli impatti attesi dal punto di vista dell’entità ed
estensione, probabilità, frequenza, durata e reversibilità, dei loro impatti
cumulativi.
Come già anticipato la procedura di verifica preliminare, effettuata sulla base dell’
allegato I del Dlgs 152/2006 e smi, permette all’Amministrazione Comunale di
valutare se l’intervento possa avere effetti significativi sull’ambiente e solo in quel
caso verrà attivare la procedura di VAS.
RIFERIMENTI NORMATIVI
La Valutazione Ambientale Strategica o VAS è un processo di supporto alle decisioni
riguardo la progettazione del territorio introdotta dalla Direttiva 2001/42/CE del 27
Giugno 2001: “Direttiva del Parlamento Europeo che riguarda la valutazione degli
effetti di determinati piani e programmi sull’ambiente”.
L’introduzione della VAS come strumento della pianificazione territoriale rappresenta
un’opportunità per avviare un nuovo modello di pianificazione e programmazione per
fissare la sostenibilità come obiettivo fondamentale nel processo decisionale.
A livello nazionale le linee guida per la redazione del documento di VAS si ritrovano
nel Decreto Legislativo 3 aprile 2006, n. 152, recante norme in materia ambientale,
e in ultimo nel decreto legislativo n.128 del 29 giugno 2010 (ulteriori disposizioni
correttive ed integrative al decreto 152/2006) che ha ulteriormente modificato e
adeguato la procedura di VAS alla direttiva Comunitaria.
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A livello regionale, esclusivamente per la pianificazione urbanistica comunale, i
riferimenti normativi sono individuati nella Legge Regionale n 16 del 5 dicembre
2008, “Norme urgenti in materia di ambiente, territorio, edilizia, urbanistica e
disciplina dell’attività edilizia e del paesaggio), art. 4.
La VAS è applicata ai Piani e ai Programmi e richiede che, le questioni ambientali
legate allo sviluppo sostenibile siano attentamente prese in considerazione fin
dall’inizio della pianificazione per garantire che le informazioni ottenute vadano in
aiuto dei livelli di programmazione successivi.
La funzione della VAS è di completamento e coerenza con l'intero processo di
pianificazione indirizzandolo verso la sostenibilità, tenendo conto degli aspetti
ambientali, sociali ed economici, durante tutto il processo di impostazione e
redazione del Piani e Programmi.
In riferimento alla stesura del presente elaborato sono state le indicazioni contenute
nella direttiva e nel decreto di recepimento, e dei rispettivi allegati, nello specifico:
Dir. 2001/42/CE – Allegato II
D. Lgs 4/2008 correttivo al D.Lgs 152/2006 – Allegato I
L’allegato I al D.Lgs. 4/2008 descrive i criteri atti a valutare se un piano possieda o
meno le caratteristiche per essere sottoposto a procedimento di VAS. Il presente
rapporto preliminare ambientale, pertanto, viene redatto con riferimento a tali criteri
in modo da configurarsi come un documento di immediata lettura per l’Autorità
Competente che dovrà esprimersi al riguardo.
La procedura di verifica, quindi, si rende necessaria per accertare se ricorrano i
presupposti della redazione di una Valutazione Ambientale Strategica. (artt. 13-18
del D.lgs 152/2006)
La Verifica di assoggettabilità di un piano dalla VAS è condotta sulla base di un
Documento contenente le informazioni circa i suoi effetti significativi sull’ambiente e
sulla salute (cfr. Allegato II citati Indirizzi generali - Criteri per la determinazione dei
possibili effetti significativi di cui all’articolo 3 della Direttiva 2001/42/CE).
il documento viene elaborato, sulla base della normativa sopra citata, per poter
valutare:
 Le caratteristiche delle aree interessate da possibili impatti dal punto di vista
dei valori naturalistici e ambientali della loro vulnerabilità, della presenza di
fattori di criticità e della presenza di vincoli di salvaguardia;
 Le caratteristiche del Piano/variante dal punto di vista dei contenuti e della
loro rilevanza per l’integrazione di criteri ambientali volti alla sostenibilità;
 Le caratteristiche degli impatti attesi dal punto di vista dell’entità ed
estensione, probabilità, frequenza, durata e reversibilità, dei loro impatti
cumulativi.
Come già anticipato la procedura di verifica preliminare, effettuata sulla base dell’
allegato I del Dlgs 152/2006 e smi, permette all’Amministrazione Comunale di
valutare se l’intervento possa avere effetti significativi sull’ambiente e solo in quel
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1. QUADRO CONOSCITIVO GENERALE
La variante in oggetto, verificando l’assetto urbanistico del territorio, ha come
obiettivo primario dare la possibilità di sviluppare il progetto in un’ottica sostenibile,
creando una pista ciclabile, intesa, come un sistema dotato di coerenza, continuità e
comfort. Pertanto è stato essenziale realizzare un’ approfondita analisi per
individuare gli elementi conoscitivi necessari alla definizione del percorso ciclabile
La sostenibilità può essere letta secondo tre categorie o meglio in tre componenti:
sociale, economica e ambientale.
Lo sviluppo sostenibile si caratterizza, quindi, per una visione dinamica secondo la
quale ogni cambiamento deve tenere conto dei suoi effetti sugli aspetti economici,
ambientali e sociali, che devono tra loro coesistere in una forma di equilibrio. Il
quadro conoscitivo è stato, quindi, strutturato in:
SISTEMA AMBIENTALE
 AREE TUTELATE
 ARIA
 ACQUE
 SUOLO
 PAESAGGIO
SISTEMA FISICO
 INSEDIAMENTI
 VIABILITA’
1.1 SISTEMA AMBIENTALE
1.1.1 SUOLO
L’area oggetto di studio è sita nella parte più meridionale della Regione Friulana, a
ridosso del Fiume Zellina. La morfologia di questo settore della pianura venetofriulana è caratterizzata da modestissimo declivio degradante verso Sud, con
pendenza inferiore allo 0,2%.
La pianura friulana può essere considerata l’estrema parte orientale della pianura
padana, anche se rispetto a questa presenta marcate differenze dal punto di vista
della granulometria dei sedimenti (più grossolani) e della pendenza media
(maggiore).
La pianura friulana può essere suddivisa in due parti: l’alta pianura, caratterizzata
dalla prevalenza di depositi ghiaiosi grossolani in cui si ha filtrazione di acque
superficiali che vanno a costituire la falda freatica, e la bassa pianura, dominata da
depositi per lo più fini (sabbie intercalate a limi e argille), ove sono presenti più falde
sovrapposte per lo più artesiane. La linea di separazione tra alta e bassa pianura è
rappresentata dalla linea delle risorgive, ampia fascia allungata in senso NW-SE in
corrispondenza della quale si assiste all’emergenza delle acque della falda freatica
dell’alta pianura, per effetto della diminuzione della permeabilità media. Tutti i
depositi costituenti la pianura friulana sono di origine quaternaria, e poggiano su di
un substrato roccioso prequaternario che si approfondisce progressivamente
allontanandosi dagli ultimi rilievi prealpini verso il mare. In corrispondenza fascia
lagunare e perilagunare la profondità del substrato arriva anche a 600m.
3
Carta geolitologica delle superfici – fonte relazione geologica progetto
preliminare “Percorsi e itinerari cicloturistici della Riviera Adriatica”
Verso valle, nella zona della Linea delle Risorgive, le intercalazioni argillose
diventano via via più frequenti, più estese e soprattutto aumentano di spessore. In
profondità comunque, i depositi ghiaiosi più o meno cementati risultano ancora ben
rappresentati, tanto da costituire circa il 50% dei sedimenti.
A valle della fascia della Linea delle Risorgive si sviluppano i potenti depositi della
Bassa friulana che, procedendo da nord verso sud, in sinistra Tagliamento
presentano tanto orizzontalmente quanto verticalmente una diminuzione della
frazione grossolana, con passaggio da depositi spesso cementati a depositi
decisamente sciolti e da orizzonti ghiaioso-sabbiosi a depositi a granulometria
decisamente fina nella fascia perilagunare.
I terreni del sottosuolo, che verso ovest, nella zona di Latisana, Palazzolo della
Stella, Precenicco, risultano decisamente argilloso-limosi con intercalazioni di deboli
orizzonti sabbiosi, diventano procedendo verso oriente, localmente leggermente più
grossolani anche per la presenza di alcuni livelli ghiaiosi. Questi orizzonti ghiaiosi,
relativamente grossolani e permeabili, sono dovuti, nella zona a oriente di
Cervignano del Friuli, alla dispersione delle antiche alluvioni dell'Isonzo e del
Natisone. In base all'analisi dell'ampia letteratura in merito e dai riscontri delle
distribuzioni dei depositi ghiaiosi in profondità, il paleoalveo dell'Isonzo risulta
essersi, nel suo ultimo tratto in pianura, inizialmente impostato più a ovest del tratto
attuale, tanto da sfociare in prossimità di Belvedere e di Grado. Depositi fini con
netta prevalenza di materiali limoso-argillosi, sono presenti con continuità in tutta
l'area perilagunare lungo una fascia compresa tra Piancada, Palazzolo dello Stella e
Muzzana del Turgnano. La vasta area compresa tra la Linea delle Risorgive e quella
perilagunare è caratterizzata da depositi misti da sabbioso-limosi a limoso-argillosi
talora organici, variamente distribuiti ed intercalati, ma con una certa prevalenza
della frazione più fina.
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1.1.2 USO DEL SUOLO
A livello di inquadramento territoriale vengono di seguito riportate alcune mappe
regionali che raccolgono informazioni sul territorio limitrofo. Sono riferite ad un
territorio più vasto dell'area specifica relativa alla pista ciclabile dei Casali- Feruglio,
ma servono, oltre che per individuare la nostra posizione precisa, anche per avere un
quadro generale della situazione ambientale dell'area su scala più vasta.
L'interesse verso la tutela del suolo, che rappresenta una risorsa limitata
attualmente sotto pressione dal punto di vista ambientale, trova fondamento nella
Decisione N. 1600/2002/CE del 22 luglio 2002 che istituisce il sesto programma
comunitario di azione in materia di ambiente. In particolare all'art. 6 comma c, viene
evidenziata la necessità di “elaborare una strategia tematica in materia di protezione
del suolo, che affronti, tra l'altro, l'inquinamento, l'erosione, la desertificazione, il
degrado del territorio, l'occupazione del suolo ed i rischi idrogeologici, tenendo conto
della diversità regionale, ivi compresa la specificità delle regioni di montagna e delle
zone aride”.
L’analisi dei cambiamenti colturali, oppure estensione dell'industrializzazione o delle
aree destinate alle infrastrutture e, in genere, tutte le variazioni dei vari tipi di aree
individuate come omogenee al loro interno (agricole, urbane, industriali,
infrastrutture, ricreative, naturali e seminaturali, corpi idrici può monitorare
le
variazioni di uso del suolo. Si riporta l’analisi del territorio della “carta natura” della
Regione FVG. Questa cartografia consente l’individuazione di aree a rischio degrado
per l’eccessiva pressione antropica e le aree dia alto valore ecologico.
Carta del valore ecologico
5
Carta della fragilità ecologica
Carta della sensibilità ecologica
6
Carta delle pressioni
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1.1.3 ARIA
Dall’analisi del territorio si stima che le fonti principali di inquinamento atmosferico
siano il traffico veicolare, e i processi industriali presenti nella zona, oltre che la
produzione di energia e riscaldamento domestico.
Di seguito vengono brevemente descritti gli inquinanti più significativi:
Ozono: l’ozono troposferico è un inquinante secondario, cioè non viene emesso
direttamente da una o più sorgenti, ma si produce per effetto della radiazione solare
in presenza di inquinanti primari quali gli ossidi d’azoto (NOX) e i composti organici
volatili (COV).
L’insieme di composti che si forma in atmosfera a seguito di complesse reazioni
fotochimiche e di cui l’ozono è il principale componente, viene denominato “smog
fotochimico”.
Polveri sottili (PM10): si tratta della la frazione di materiale particolato
aerodisperso con diametro aerodinamico inferiore a 10 μm.
Tra le sorgenti antropiche hanno particolare rilievo il traffico veicolare, i processi
industriali, la produzione di energia e riscaldamento domestico (soprattutto dove si
fa uso di legna da ardere e di carbone). L’attenzione verso il PM10 è cresciuta a
causa dell’accertata pericolosità sulla salute umana.
NOx: la sigla NOx identifica gli ossidi di azoto che si producono come sottoprodotti
durante una combustione che avvenga utilizzando.
Gli ossidi di azoto sono considerati sostanze inquinanti; alcuni di essi in presenza di
radiazione solare possono reagire con l'ossigeno formando ozono e altri composti del
cosiddetto smog fotochimico se in presenza anche di idrocarburi incombusti (HC).
L'ossido di azoto (NO) è un inquinante primario che si genera in parte nei processi
di combustione per reazione diretta tra azoto ed ossigeno dell'aria; le principali fonti
di NO di origine umana sono dovute ad attività civili ed industriali che comportano
processi di combustione, come i trasporti (veicoli con motore diesel, benzina, GPL,
ecc.) e la produzione di calore ed elettricità.
La principale fonte di emissione di ossidi di azoto è il traffico veicolare; altre fonti
sono gli impianti di riscaldamento civile e industriale, le centrali per la produzione di
energia e un ampio spettro di processi industriali.
Biossido di zolfo: le principali sorgenti di biossido di zolfo (SO2) sono gli impianti
di produzione di energia, gli impianti termici di riscaldamento, alcuni processi
industriali, e in minor misura, il traffico veicolare, con particolare riferimento ai
motori diesel. Il biossido di zolfo contribuisce alla formazione di deposizioni acide,
secche e umide e alla formazione di PM secondario.
Per quanto riguarda l’ozono la normativa prevede la verifica del conseguimento dei
valori bersaglio (livello fissato al fine di evitare a lungo termine effetti nocivi sulla
salute umana e sull’ambiente nel suo complesso, da conseguirsi per quanto possibile
entro un dato periodo di tempo) soltanto nel 2013 per quanto riguarda la protezione
della salute umana, e nel 2015 per la protezione della vegetazione.
I limiti previsti dal D.Lgs. 183/2004 sono i seguenti:
Soglia
di
informazione
Soglia di allarme
parametro
soglia
media di 1 ora
180 μg/m4
media di 1 ora
240 μg/m4
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La soglia di informazione è da intendersi come il livello oltre il quale vi è un rischio
per la salute umana in caso di esposizione di breve durata per alcuni gruppi
particolarmente sensibili della popolazione, mentre la soglia di allarme quale livello
oltre il quale vi è un rischio per la salute umana in caso di esposizione di breve
durata. Invece la soglia di allarme fa riferimento al livello oltre il quale vi è un rischio
per la salute umana in caso di esposizione di breve durata e raggiunto il quale
devono essere adottate le misure previste dall’articolo 5 del Decreto Legislativo
183/04.
L’ozono, essendo un inquinante secondario strettamente connesso all’irraggiamento
solare, presenta i suoi massimi nei mesi estivi, proprio quando l’intensità solare è
maggiore.
Di seguito si presentano i dati disponibili per la zona.
zonizzazione per l'ozono: numero di superamenti annui della soglia di
120 microgrammi per metro cubo di O3. fonte Piano di risanamento
dell’aria regione FVG
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Dal piano di risanamento dell’aria della Regione FVG sono state tratte le seguenti
informazioni relative alle concentrazioni di PM10.
limiti previsti dal DM 60/2002 sono i seguenti:
Periodo di
mediazione
1. Valore limite di 24
ore
per la protezione
della salute umana
2.
Valore
limite
annuale
per
la
protezione della salute
umana
24 ore
Anno civile
Valore limite
50 µg/m3PM10 da
non superare piu' di
7 volte l'anno
20 µg/m3PM10
La valutazione dei livelli di PM10 e il numero di superamenti ha permesso di
individuare i Comuni per il quali si rende necessario Identificare i Comuni da
classificare nelle Zone di Risanamento, di seguito rappresentati.
zonizzazione per le polveri sottili -Fonte: Piano di risanamento dell’aria del Friuli
Venezia Giulia
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1.1.4 ACQUE SUPERFICIALI
La rete idrologica superficiale della zona è caratterizzata dalla presenza di due
principali corpi acquiferi: il Fiume Tagliamento ed il Fiume Stella. Il primo, già
ampiamente descritto nella prima parte del testo per genesi ed evoluzione, delimita
il margine occidentale del territorio oggetto di studio; il suo alveo, all’altezza della
Frazione Fraforeano si restringe notevolmente e, delimitato da arginature via via più
elevate, prosegue con andamento meandriforme fino alla foce.
Lo Stella, alimentato da acque di risorgiva, nasce poco a monte di Codroipo e segue
un percorso quasi parallelo al Tagliamento. Circa un chilometro a Nord della Frazione
Chiarmacis riceve le acque del tributario Fiume Torsa, e poco più a valle, per
riduzione della pendenza inizia un percorso a tratti meandreggiante a tratti più
regolare.
Nel settore sud-orientale dell’areale studiato, rilevante è la presenza di altri tre corsi
d’acqua: il Fiume Cormor, lo Zellina (che lambisce il nostro intervento) ed il Fiume
Turgnano.
Tutta la zona a Sud della S.S. 14 interessata, è solcata da una fitta rete di canali
del Consorzio di Bonifica Bassa Friulana che si integrano ed in parte ricalcano l’antica
rete drenante naturale. Una fascia di alcuni chilometri intorno allo specchio lagunare,
dalle altimetrie particolarmente ridotte, se non negative, è a scolo meccanico.
In tutta la zona della bassa pianura friulana non si riscontra una vera e propria falda
freatica ma degli adunamenti acquiferi superficiali dovuti a variazioni
granulometriche del terreno e alle precipitazioni meteoriche locali.
I bacini fluviali
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Considerate le caratteristiche idrologiche del territorio regionale, sulla base delle
tipologie dei corsi d’acqua si possono individuare in generale delle tipologie di
problematicità:
Corsi d’acqua di pianura, le criticità sono determinate dalla possibilità che
precipitazioni di intensità e durata eccezionale determinino la formazione di portate
di deflusso superiori alle capacità degli alvei. Nel caso di carenza o assenza di zone di
naturale laminazione o espansione delle acque di piena oppure a causa della forte
urbanizzazione del territorio di pianura e delle modifiche dell’uso del suolo
intervenute negli ultimi decenni, che hanno portato all’aumento degli afflussi di
acque meteoriche dalle superfici urbanizzate e alla diminuzione delle aree libere
disponibili per la dispersione in fossi e campagne delle acque stesse, si può avere
l’esondazione dei fiumi con conseguente allagamento di vaste aree di territorio con
livelli d’acqua.
I principali corsi d’acqua del territorio (tra cui il fiume Zellina)
12
Le esondazioni che si possono determinare lungo l’asta e nella parte terminale di tali
corsi d’acqua non sono generalmente quantitativamente rilevanti, né temporalmente
persistenti, tuttavia in genere interessano zone densamente abitate o con presenza
di insediamenti artigianali ed industriali e pertanto si possono rivelare estremamente
gravi sia in termini di danni arrecati ai beni mobili e immobili, sia in termini di disagio
alla viabilità e alle attività economiche e sociali delle località colpite.
Corsi d’acqua di risorgiva, hanno un regime idraulico naturale peculiare in quanto
reagiscono alle precipitazioni con un certo ritardo e hanno tempi di salita ed
esaurimento delle piene più lenti rispetto ai torrenti. Il regime ordinario è legato agli
andamenti stagionali delle falde di alimentazione, tuttavia ad esso si può sovrapporre
il contributo delle piogge locali sul bacino afferente che, qualora intense, possono
determinare fenomeni di piena significativi e anche esondazioni sia del corso
principale che dei numerosi scoli e canali minori che in caso di innalzamento
eccessivo del livello idrico del fiume principale non sono in grado di recapitarvi le
proprie acque.
13
1.1.5 AREE TUTELATE
Il nostro intervento è vicino alla zona S.I.C. IT3320033 - "Bosco Boscat",
ma rimane esterno e non compreso nemmeno parzialmente nell'area tutelata. Mappa Aree tutelate
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1.1.6 PAESAGGIO
In attuazione al Codice dei beni culturali e del paesaggio e della Convenzione
europea per il paesaggio, la Regione FVG ha avviato le procedure per la redazione
del Piano Paesaggistico Regionale (PPR). Dalla cartografia predisposta nell’analisi del
territorio per la redazione del Piano territoriale regionale (adottato nel 2007), il
territorio oggetto della presente verifica risulta essere circoscritto tra gli ambiti di
Laguna e quelli di Bassa pianura, mentre, per quanto riguarda la condizione del
paesaggio si può notare dalla cartografia, come, all’interno dell’area ci siano diversi
livelli qualità.
Tavola ambiti paesaggistici – analisi PTR – fonte regione FVG
Tavola qualità del paesaggio- analisi PTR – fonte regione FVG
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L’area in questione ricade all’interno degli ambiti individuati dalla documentazione
per il Piano per governo del territorio prodotta dalla Regione Friuli Venezia
Giulia.(vedasi studi propedeutici al PTR 2007) come si può notare dalla cartografia
riportata:





AP24 -BASSA PIANURA DELLE BONIFICHE A SCOLO NATURALE,
AP25 –BASSA PIANURA DELLE BONIFICHE A SCOLO MECCANICO E DEI
BOSCHI PLANIZIALI
AP26 -BASSA PIANURA DELLE RISORGIVE E DELLE STRUTTURE
AGRICOLE TRADIZIONALI
AP28 - LAGUNA
AP32 -CORRIDOIO FLUVIALE DEL TAGLIAMENTO
Da Tavole di analisi PTR 2007 Regione FVG -
16
“Dal punto di vista normativo la tutela del paesaggio prende avvio con la Legge 29
giugno 1939, n. 1497, rivolta principalmente agli aspetti naturalistici, panoramici e
storici puntualmente individuati, più tardi integrata con la Legge 8 agosto 1986, n.
431 che vi ha compreso ulteriori elementi, per lo più naturalistici, quali coste, corsi
d’acqua, boschi, laghi, monti, riconoscendo a questi aspetti precisa valenza
paesaggistica. La portata innovativa della L.431/85 è stata quella, pur nella sua
genericità, di estendere il controllo degli interventi ad aree e beni di natura
ambientale prima esclusi.
Bisogna attendere l’emanazione nel 2004 del Codice dei beni culturali e del
paesaggio (come da ultimo modificato con il Decreto Legge 26.03.2008 n. 63),
perchè, nel rispetto dei principi fissati dalla Convenzione Europea del Paesaggio
sottoscritta a Firenze nel 2000, sia introdotto il nuovo concetto di “paesaggio” inteso
come l’insieme di tutto il territorio regionale. Non sono più un valore solo i paesaggi
d’eccellenza, lo sono anche i paesaggi del quotidiano e quelli degradati.
Tutto il territorio è quindi riconosciuto quale risorsa essenziale e bene comune della
collettività.
In attuazione al Codice dei beni culturali e del paesaggio e della Convenzione
europea per il paesaggio, la Regione FVG ha avviato le procedure per la redazione
del Piano Paesaggistico Regionale (PPR).
Nella nostra Regione le aree vincolate ai sensi dell’art. 136 del Dlgs 42/04,
originariamente individuate dalla Legge 1497/39, sono circa 50 (a cui vanno
aggiunte 25 cavità naturali), mentre quelle di maggiore estensione, oggi difficilmente
quantificabili nella loro superficie, sono le aree tutelate per legge ai sensi dell’art.
142 del Codice (ex Legge 431/85).
Il D.lgs 22 gennaio 2004 n 42 all’art 142 prescrive che siano sottoposti a vincolo
paesaggistico
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Nella nostra zona si riscontrano le seguenti aree tutelate per legge
(ai sensi dell’art.142 del D.Lgs.42/04):

Corsi d’acqua (491 fiume Zellina)
Zone sottoposte a vincolo paesaggistico
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1. 2 SISTEMA FISICO
1.2.1 INSEDIAMENTI
L’area oggetto di verifica è già molto urbanizzata.
La parte più densa è quella posta ad ovest con lotti privati recintati, adiacenti e posti a
ridosso della fascia di separazione dalla carreggiata, costituita dalla banchina e dal
fosso. Mentre la parte centrale è ancora pressochè priva di insediamenti ed di
recinzioni, per poi tornare urbanizzata, ma di minor densità, nella porzione posta più
ad est fino a lambire il Fiume Zellina.
Gli accessi carrai alle proprietà private si trovano ad una quota intermedia fra la quota
della sede stradale (alta) e la quota della campagna (bassa). Mediamente la strada
risulta essere più alta della campagna di circa m 1.00.
Numerose sono le recinzioni private che evidenziano segni di cedimento e dissesti di
vario tipo. Fra le recinzioni private e la strada vi è una depressione verde sotto alla
quale c’è un tombinamento in cls.
1.2.2 VIABILITA’
Sotto il profilo della connessione infrastrutturale, la zona risulta servita.
Costituisce elemento cardine della rete dell’accessibilità infrastrutturale, la presenza
dell’autostrada A4 che connette la Regione con il nord Italia e la Slovenia, ed
intercetta tutto il traffico proveniente dal triveneto e dalle connessioni autostradali che
si innestano sulla medesima infrastruttura (A28-A27).
L'analisi della viabilità esistente individua: come viabilità autostradale la parte di A4
che transita sui territori comunali, come viabilità di interesse regionale le porzioni di
S.S. 14 stessa, come viabilità comprensoriale.
La rimanente rete stradale può essere ulteriormente suddivisa in:
- viabilità di interesse locale, che collega i centri edificati con la porzione di territorio
esterno in relazione e agli usi del territorio e alle funzioni insediate;
- viabilità urbana di collegamento, costituita dai percorsi di impianto dei centri
edificati che mettono in relazione le varie parti;
- viabilità di quartiere, quella che congiunge gli insediamenti più recenti con il centro.
- tratti di piste ciclabili, ma si tratta di percorsi brevi senza soluzione di continuità.
Esistono inoltre diverse strade rurali, percorsi interpoderali che costituiscono la
struttura della proprietà agricola, che, per le loro intrinseche caratteristiche,
rivestono interesse paesaggistico.
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Schema insediamenti e viabilità su larga scala
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La regione FVG ha elaborato un Piano regionale della sicurezza STRADALE (2004
regione fvg).l
Le Tabelle seguenti riportano una sintesi della ripartizione modale degli spostamenti
sistematici nel F.V.G. per l’anno 2001.
Ripartizione modale degli spostamenti sistematici nel F.V.G. (fonte ISTAT
2001)
Inoltre il Piano fornisce dati riguardanti l’analisi di incidentalità stradale nel Friuli
Venezia Giulia sulla cui base vengono evidenziate le criticità del fenomeno, previste
le sue possibili evoluzioni, individuati gli obiettivi da perseguire attraverso mirate
azioni indirizzate prioritariamente alla risoluzione delle situazioni di particolare
gravità.
È stata eseguita l’analisi dell’incidentalità per tipologia di veicoli coinvolti negli
incidente
Ripartizione percentuale delle tipologie di veicoli coinvolti negli incidenti,
anni 1994 – 2003.
21
Piano regionale della sicurezza stradale- Regione FVG
22
1. 3 SISTEMA STORICO-CULTURALE
1.3.1 BENI ARCHEOLOGICI
Il territorio della bassa friulana è delimitato a nord dalla Stradalta e dalla linea delle
Risorgive, a sud dal mare Adriatico e dalla laguna, a ovest dal fiume Tagliamento e a
est
dal confine con le province di Gorizia e Trieste. Una pianura ricca di acque e terre
fertili che è stata luogo di passaggio per molte civiltà. Il territorio dell’Aster è ricco di
storia, e attraverso le varie epoche e dominazioni si è formato come oggi lo
conosciamo.
I siti archeologici tuttora documentati sono classificati nella “Carta archeologica del
Friuli
Venezia Giulia.Sono state accertate aree con affioramento di materiale archeologico
a bassa e ad alta concentrazione e aree di abitati veri e propri; per certi siti si è
potuto ipotizzare, talvolta quasi sicuramente, la destinazione: villa rustica,
insediamento produttivo, insediamento residenziale, tombe, strade.
Carta archeologica fonte regione FVG
23
Nel territorio limitrofo sono state trovati numerosi reperti risalenti a diverse epoche
storiche, in particolare si trovano elementi relativi a:
 Preistoria:
− Età neolitica (V millennio a.C.);
− Età del rame (fine III millennio a.C.);
− Età del bronzo antico e del bronzo recente (fine XIII fine XII sec. a.C.);
− Età del ferro evoluto.
Il sito del Fortin (Carlino): Insediamento a destinazione produttiva, risalente all'Età
del Ferro, VI-I sec. a.C.,
 Epoca romana
La Fornace Romana di Chiamana, a ridosso del fiume Zellina, a Carlino.
Importante viene indicato dagli studiosi il percorso dell'antica via romana Annia,
attuale S.S. 14.
24
2. CARATTERISTICHE DEL TERRITORIO COMUNALE
Il territorio comunale di Carlino si trova nella Bassa friulana a Sud di Udine della cui
provincia fa parte e confina a Sud con il Comune di Marano Lagunare, ad Est con il
Comune di San Giorgio di Nogaro, ad Ovest con il Comune di Muzzana e a Nord con
il Comune di Castions di Strada.
Inquadramento territoriale
Superficie territoriale
Popolazione residente
Frazioni e località
30,36 Kmq
2.806 abitanti
Maranutto, San Gervasio
Il sistema viario è rappresentato sul territorio Comunale con aste orizzontali N-E ( S.
P. 70 e SP 3 di collegamento a Marano lagunare ) ed orizzontali E-O (SS 14 TS-VE e
la A4) e un fitto reticolo di strade Comunali e di sterrati di attraversamento della
campagna.
La morfologia della zona è caratterizzata dall’assoluta prevalenza del piano
orizzontale, e rappresenta il paesaggio tipico della bonifica della Bassa friulana,
costituito prevalentemente da vaste aree agricole.
Inoltre il comune di Carlino può essere inserito nel sistema degli insediamenti agrari
antichi e stratificati, ancora poco compromessi dalle nuove forme dell’urbanizzazione
contemporanea, infatti, presenta ancora oggi i segni degli antichi particellari con
siepi, filari e margini vegetati.
25
Il territorio comunale
Le zone del territorio comunale di Carlino assieme a quelle dei territori limitrofi sono,
fin dai tempi antichi, ricche di insediamenti umani e attività produttive: è sempre
stato un territorio di passaggio, scambi e comunicazioni, d'invasioni, incursioni: di
questi insediamenti ci sono ancora numerose tracce sparse sul territorio costituite da
antiche fornaci, strade romane, ville rustiche o tombe.
Dal punto di vista geologico l’ambito mostra terreni misti, per lo più sabbiosi, limosi
e argillosi ben drenati da bonifiche a scolo naturale o artificiale.
Il confine con il paesaggio lagunare è definito da un margine artificiale che separa la
pianura bonificata dalla laguna stessa.
Nei tempi antichi questa area, con pendenza quasi nulla, era ricca di zone umide e
boschi. Con la bonifica moderna, e il controllo artificiale delle acque, si è costruito un
paesaggio caratterizzato da campi omogenei “alla ferrarese”, coltivati a seminativo e
con qualche bosco residuale di grande complessità ecologica.
La Bassa pianura friulana è segnata da numerosi corsi d’acqua, fiumi, e rogge. Il
territorio di Carlino è attraversato dall’alveo del Fiume Zellina che sfocia nella Laguna
di Marano e Grado.
La fauna del territorio non si discosta da quella del resto della bassa pianura friulana;
in particolare il processo di graduale semplificazione del territorio ha fortemente
condizionato la presenza di gran parte delle specie selvatiche, soprattutto quelle più
sensibili, che in pianura sopravvivono perlopiù nei pochi relitti naturali rimasti.Le
specie più caratteristiche e diffuse sono quelle ecologicamente meno esigenti che
riescono ad adattarsi agli ambienti caratterizzati prevalentemente dall’agricoltura di
tipo intensivo.
Aree di notevole pregio ed interesse ecologico e naturalistico, lembo sopravvissuto
agli eventi antropici e residuo delle antiche selve che coprivano il territorio di
pianura, è il Bosco di Sacile.
26
3. DESCRIZIONE DELL'OPERA
Per la descrizione delle opere da realizzare e sulla loro fattibilità, si rimanda alla descrizione degli
interventi.
3.1 IL PROGETTO DELLA "PISTA CICLABILE - CASALI FERUGLIO"
I lavori previsti riguardano la realizzazione di un percorso ciclopedonale nel lato destro
parzialmente urbanizzato della S.S. n.14 percorrendo la strada in direzione nord-est.
L’alta velocità dei mezzi che percorrono il predetto percorso, le numerosi intersezioni,
la configurazione geometrica della sede stradale, la presenza di un traffico pesante e
sostenuto soprattutto durante le ore di punta, rende difficoltoso e pericoloso il transito
di pedoni e ciclisti.
Situato in un contesto semi urbanizzato, numerose sono le presenze di accessi carrai e
pedonali che si affacciano lungo il tratto di intervento.
La S.S. n.14 presenta un nastro asfaltato avente larghezza variabile da m 6.8 a 10.00,
è a doppio senso percorribile in direzione nord-est sud- ovest e risulta sopraelevata
rispetto al piano campagna.
Non vi è la presenza di un marciapiede rialzato o di percorsi protetti, ma di un fossato
su ambo i lati, ubicato alla base della scarpata, che raccoglie e smaltisce l’acqua
meteorica
I nuovi interventi previsti mirano a migliorare la viabilità dei pedoni e dei ciclisti sia in
termini di fruizione che in termini di sicurezza ed al contempo ad illuminare gli accessi
carrai alle proprietà private. All’interno del presente progetto preliminare viene preso
in esame il tratto della S.S. n.14 compreso tra l’agriturismo Cjasal ed il ponte sullo
Zellina per circa complessivi 700 m. All’interno del tratto citato si dovranno realizzare
inoltre delle opere idrauliche accessorie che consentono lo smaltimento delle acque
captate lungo il percorso.
Nel primo stralcio di lavori si prevede il riempimento dei fossi esistenti con misto
natura previa realizzazione di ispezioni nella condotta esistente.
Il percorso ciclopedonale di progetto avrà una quota variabile e pendenza secondo la
legge 13/89. Si tratta quindi di raccordare la quota degli accessi carrai esistenti (quota
fissa) con una quota mediana tra la sede stradale e la campagna al fine di poter
contenere la pendenza del percorso di progetto all’interno dei parametri di legge.
Si renderà necessario il rifacimento e/o completamento di alcuni tratti di recinzione ad
oggi ammalorati e/o mancanti nonché il consolidamento di altri.
Si porrà particolare cura alla captazione e smaltimento dell’acqua meteorica
proveniente dalla sede stradale (SS.n.14), dalla scarpata e del nuovo percorso
ciclopedonale in modo da salvaguardare le proprietà private ed evitare pericoli di
ruscellamento nonché danni in genere.
Il percorso avrà larghezza variabile a seconda dello spazio presente tra le recinzioni
esistenti e la sede stradale; da un minimo di 1.50 ad un massimo di m 3.50 circa. Sarà
limitato da una cordonata sul lato monte, a ridosso della scarpata stradale, e dalle
recinzioni esistenti verso i privati.
Completerà l’opera una finitura superficiale in conglomerato bituminoso e l’impianto di
pubblica illuminazione a servizio del percorso ciclopedonale.
Per rendere possibile il progetto è necessaria una modifica all’uso attuale del territorio
attraverso una variante al PRG, variante che è l’oggetto della presente verifica.
27
3.2 MODALITÀ OPERATIVE
Le fasi operative verranno stimate in modo puntuale nella stesura del piano di Sicurezza in
concomitanza dello studio del progetto esecutivo, in via preliminare e per la definizione dell'opera di
presume che per l'esecuzione dell'opera si preveda di procedere secondo le fasi lavorative di
seguito indicate:











Pulizia dell’area;
Accantieramento;
Scarifica o scotico;
Scavi;
Posa della condotta;
Rinterri;
Posa di cordonate;
Formazione di massetto armato;
Formazione di sottofondo stradale e binder;
Segnaletica stradale;
Smobilizzo del cantiere.
28
4. DESCRIZIONE DELLA VARIANTE
La pista ciclabile in oggetto è, come detto, posta sul lato sud della S.S 14, ed è posta
sul limite estremo del confine posto a nord. Confine che delimita il territorio del
Comune di Carlino con quello del Comune di Castions di Strada.
Sulla piantina appena vista, si identifica con il taglio rettilineo rappresentato dalla
S.S. 14, posto nella "testa" all'estremo nord del territorio comunale.
29
30
4.1 IN QUALE MISURA IL PIANO INFLUENZA ALTRI PIANI O PROGRAMMI,
INCLUSI QUELLI GERARCHICAMENTE ORDINATI
La variante propone delle modifiche necessarie per realizzare un intervento in linea
con le strategie di sviluppo eco-sostenibile dei piani/programmi di scala provinciale,
regionale, nazionale e comunitaria.
La variante permetterà di realizzare una pista ciclabile necessaria per poter
consentire il transito dei pedoni e delle biciclette che normalmente utilizzavano la
stessa statale con evidenti e noti rischi per l'incolumità e la sicurezza.
L'intervento è ritenuto necessario ed è fortemente voluto dalla cittadinanza,
specialmente dai diretti interessati che vedrebbero risolte anche le pericolosità degli
attuali accessi carrabili privati.
Quindi, la modifica introdotta con la proposta di Variante al PRG del Comune di
Carlino non si ripercuote negativamente su altri piani e programmi, né interferisce
con quelli dei Comuni contermini con i quali, invece, si completano (specialmente
il limitrofo Comune di San Giorgio di Nogaro, che viene raggiunto da questa nuova
pista ciclabile), introducendo puntuali e minimali adeguamenti alla zonizzazione,
per integrare un sistema complesso per uno sviluppo del territorio in un’ottica
sostenibile, altrimenti non realizzabile.
4.2 LA PERTINENZA DELLA VARIANTE PER L’INTEGRAZIONE DELLE
CONSIDERAZIONI AMBIENTALI, IN PARTICOLARE AL FINE DI PROMUOVERE
LO SVILUPPO SOSTENIBILE
Il traffico veicolare, generato dalla mobilità di persone e merci, costituisce il
principale fattore d’impatto ambientale nei nostri territori ed è su di esso che bisogna
in primo luogo agire per rendere più vivibile l’ambiente urbano.
Una pianificazione sostenibile del territorio richiede una riduzione del traffico, senza
che questo comporti una riduzione della mobilità.
Una politica efficace per una mobilità sostenibile è una azione complessa che mira a
soddisfare la domanda di mobilità, minimizzando d’altra parte il dispendio economico
ed energetico causato dal traffico motorizzato e rispettando i requisiti della
compatibilità ambientale. Alla domanda di mobilità sempre più crescente si può
rispondere con diversi sistemi di offerta di trasporto, che presentano differenti gradi
di sostenibilità ambientale. Una di queste alternative è costituita dalla bicicletta: lo
sviluppo dell’utilizzo della bicicletta per contribuire a migliorare il traffico e l’ambiente
urbano è uno degli obiettivi che deve essere perseguito sia dagli amministratori
pubblici locali attraverso appropriate politiche dei trasporti e ambientali, sia dai
cittadini.
31
5. L’ANALISI SWOT
Per ottenere una migliore conoscenza di base degli elementi si è ritenuto opportuno
costruire una matrice SWOT che individui i punti di forza e le debolezze (interni al
sistema) e le opportunità e i rischi (fattori esterni).
In questo contesto l’analisi SWOT costituisce la rappresentazione e l’identificazione
più immediata degli aspetti e delle problematiche legate al territorio, prendendo in
considerazione le connotazioni e le valenze ambientali, lo sviluppo locale, la
valorizzazione e la promozione delle risorse esistenti.
La matrice si rivela dunque necessaria come strumento che unisce le esigenze di
interventi di conservazione, di valorizzazione e di fruizione delle risorse naturali, con
le opportunità di sviluppo locale derivanti dalla promozione dei valori tradizionali e
delle identità culturali del territorio.
La matrice SWOT è il mezzo più appropriato per evidenziare il quadro diagnostico del
territorio, attraverso l’indicazione delle variabili endogene, rappresentate dai punti di
forza e di debolezza, e dalle variabili esogene, costituite dalle opportunità e dai rischi
che condizionano il sistema ambientale territoriale: sui primi due elementi devono
incentrarsi gli interventi necessari al raggiungimento degli obiettivi prefissati, mentre
le opportunità e le minacce sono variabili esterne al sistema e per tale motivo è
necessario un loro monitoraggio e controllo per evitare i possibili rischi e trarre il
massimo vantaggio dalle diverse opportunità.
Punti di forza







Punti di debolezza
Notevole diversità del potenziale
turistico connesso alle valenze
ambientali, alla
presenza
di
bellezze culturali e storiche
Possibilità di costruire una rete di
percorsi rurali ben strutturata di
connessione di tutto il territorio
Presenza
di
piccole
aziende
agricole che producono prodotti di
alta qualità
Conservazione di attività agricole
legate alla tradizione e all’identità
dei luoghi
Possibilità di
promozione del
mondo rurale come prodotto
turistico non ancora ben utilizzato
attraverso gli
strumenti
del
marketing territoriale
Territorio
con
collocazione
strategica nell’area della Bassa
friulana
Territorio con caratteristiche di
notevole interesse naturalistico,
paesaggistico e storico che offre a
la possibilità di diversificazione e
de-stagionalizzazione dei flussi
32








Carenza di offerte turistiche per la
valorizzazione
del
patrimonio
storico e culturale
Collegamenti ciclo-pedonali parziali
tra i Comuni
Scarsa connessione del turismo
locale con altre offerte in regione e
con altri prodotti turistici (turismo
culturale, rurale, …)
Presenza di fragilità ambientali
(SIC)
Carenza
del
sistema
di
collegamento
degli
ambiti
naturalistici e dei siti di interesse
storico culturale
Scarsa integrazione tra offerta di
servizi turistici e valenza del
patrimonio ambientale culturale,
artistico
e
storico
(pacchetti
turistici integrati)
Scarsa accessibilità alla fruizione
del patrimonio naturale e culturale
privo
di
idonea
e
unitaria
cartellonistica
I beni ambientali storico-culturali
non
sono
sufficientemente






turistici
Presenza diffusa di centri abitati
di medie e piccole dimensioni, con
buona
rete
di
collegamenti
interni, con tempi di percorrenza
contenuti, che si configura
Potenzialità
faunistica
degli
ecosistemi esistenti
Elevata
biodiversità
flogisticovegetazionale
Presenza di realtà imprenditoriali
consolidate
Presenza di alcune aree ad alta
valenza
paesaggistica
e
ambientale (-)
33

valorizzati a causa della mancanza
di un “sistema”
Carenza di risorse umane ed
economiche
Rischi




Opportunità
Elaborazione di
strategie
di
sviluppo
comunale
di
tipo
settoriale
Approccio
esclusivamente
ambientalista che slega i temi
della tutela ambientale e dello
sviluppo sostenibile
Perdita
di
competitività del
sistema produttivo locale e
dell’offerta
turistica
per
mancanza di adeguamento ad
uno
sviluppo
di
modello
innovativo di offerta turistica
Il “sistema paese”: continuare a
pensare come singolo territorio
comunale e non pensare ad una
rete come forza













Attività con le scuole di educazione
ambientale,
informazione
e
sensibilizzazione (percorsi sicuri)
Costituzione e potenziamento di
strutture consortili di promozione
dei beni culturali e naturali del
territorio
Accresciuta sensibilità dei cittadini
verso le risorse ambientali e
culturali
Sviluppo di
nuove opportunità
economiche
e
valorizzazione
turistica in chiave ambientale e
culturale
La ricchezza di risorse storicoambientali offre ampie possibilità di
diversificazione
e
destagionalizzazione
dei
flussi
turistici
Integrazione
degli
enti
locali
sensibili alla valorizzazione ed alla
promozione del territorio con gli
operatori privati
Possibilità di accedere a programmi
di sostegno finanziario comunitario
attraverso programmi integrati
È in costante aumento la domanda
turistica basata sulla fruizione delle
risorse eno-gastronomiche
Riduzione
delle
emissioni
del
proprio territorio di CO2 del 20%
entro il 2020 (aumentando nel
contempo del 20% il livello di
efficienza energetica e del 20% la
quota di utilizzo delle fonti di
energia rinnovabile)
Piano di gestione dello Stella
Elevato livello di naturalità del
territorio
Elevato
livello
di
protezione
(presenza di varie aree protette

Dall’analisi SWOT emerge la necessità di un nuovi metodi di lavoro che propongano
obiettivi generali condivisi per:
 creare sviluppo dal “far sistema” dell’esistente, mettendo in rete soggetti e
progetti;
 tutelare l’ambiente, le risorse naturali, le risorse paesistiche e la biodiversità;
34




valorizzare il patrimonio di beni archeologici, monumentali e artistici, di storia,
di tradizioni, di dialetti, di beni religiosi, ecc., l’educazione e la formazione;
salvaguardare l’identità del luoghi;
sostenere le produzioni tipiche agro-alimentari e artigianali che originano una
riscoperta del territorio;
incoraggiare gli sport eco-compatibili, le strutture, i servizi, le manifestazioni e
gli eventi per il tempo libero, lo spettacolo, il divertimento, l’intrattenimento
per il benessere fisico e la salute dei cittadini.
Questa prima fase di analisi SWOT consente, quindi, di definire alcuni punti di
riferimento specifici per la buona riuscita del progetto:
 contribuire allo sviluppo di un sistema basato sull’integrazione dei sistemi
produttivi, dei servizi di accoglienza e delle infrastrutture, incentivandone le
relazioni in un’ottica di miglioramento della qualità globale;
 offrire al visitatore un’offerta integrata delle opportunità presenti sul territorio
in modo da facilitarlo nella conoscenza;
 promuovere l’immagine del territorio verso l’esterno;
 favorire nelle comunità locali la conoscenza delle risorse del territorio in
un’ottica di sostenibilità del sistema, di valorizzazione delle tradizioni esistenti
e di miglioramento della qualità ambientale e paesaggistica;
35
6. EFFETTI POTENZIALI
6.1 INDIVIDUAZIONE DEGLI EFFETTI SIGNIFICATIVI
La valutazione complessiva degli esiti delle azioni di piano verrà condotta
analizzando il peso trasformativi dei singoli punti di variante. Per analizzare le azioni
sono state individuate le componenti secondo il D.lgs 152/2006 e le possibili fonti di
pressione. E’ stata predisposta una schedatura degli interventi proposti dalla
variante, una valutazione degli impatti e una possibile mitigazione degli stessi.
Per la verifica dei possibili impatti generati dalla azioni della variante è stato
individuato anche un bersaglio possibile nelle componenti ambientali scelte. Le azioni
sono rappresentate dalle azioni antropiche di utilizzo del territorio nel momento in
cui la variante si sarà completamente sviluppata.
Analisi della proposta di variante
Considerata, in questo momento, l’indeterminatezza delle azioni di piano che
verranno specificate in sede progettuale, la quantificazione dei singoli impatti,
basata su una valutazione di tipo qualitativo, ha una scala di valori numerica che va
dallo 0 al 2.
Basso = 0
Medio = 1
Alto
36
=2
Ambito
Carlino- località Casali Feruglio
Aree tutelate
A ridosso del Sic IT3320033 - "Bosco Boscat", ma esterni all'ambito
Stato attuale
Strada Statale n.14
Descrizione intervento
Percorso ciclabile su sede propria parallelo alla strada
Interventi previsti
Segnaletica orizzontale e verticale – pavimentazione in asfalto
Valutazione
impatto
0
Motivazioni
Fauna e vegetazione
0
Cementificazione e
impermeabilizzazione del suolo
Suolo –fauna e
vegetazione
1
RIFIUTI
Incremento di rifiuti
Suolo – fauna e
vegetazione
0
La perdita di suolo ed i possibili sversamenti
di inquinanti nel terreno e nelle acque
superficiali sono da considerarsi trascurabili
sia in fase di cantiere che di esercizio
La variante in questo caso prevede un
minimo consumo di suolo in quanto il
percorso sarà costituito da una pista ciclabile
con fondo in asfalto o altro.
I rifiuti solidi prodotti in fase di cantiere
verranno gestiti in conformità delle norme
vigenti, pertanto non causeranno impatti
negativi soprattutto sui siti protetti possibili
dispersioni di rifiuti urbani solidi.
RUMORE
Passaggio biciclette
Fauna- popolazione
0
In fase di cantiere si registrerà un lieve
incremento
dell’inquinamento
acustico,
considerata la zona di localizzazione lungo
una strada trafficatissima l’impatto è da
considerarsi minimo.
-
EMISSIONI
LUMINOSE
Inquinamento luminoso
Fauna
0
-
VEGETAZIONE
Riduzione della vegetazione
Fauna e vegetazione
0
Pista ciclabile su strada statale, con punti
luminosi a norma di legge, in area già
antropizzata,
La realizzazione dell’opera comporterà solo in
Componente
Effetto
Bersaglio potenziale
ARIA - TRAFFICO
Aumento delle emissioni di
inquinanti in atmosfera a causa
delle attività di cantiere
Popolazione- fauna e
vegetazione
ACQUA
Possibile inquinamento acqua
superficiale
SUOLO
37
Mitigazione
Si tratta di un punto di variante localizzato in una zona già antropizzata lungo la strada
statale che porta a San Giorgio di Nogaro. Le
uniche emissioni derivanti dagli interventi
previsti potranno essere quelle in fase di
cantiere, limitate alla sua durata e tali da non
incidere sulla qualità dell’aria esistente.
In fase di cantiere dovrà essere posta particolare
attenzione allo sversamento di sostanze nocive.
La zona in cui verrà realizzata la pista ciclabile è già
fortemente antropizzata.
Localizzazione
di econtenitori
differenziata dei rifiuti.
per
la
raccolta
minima parte la rimozione di vegetazione
presente, tuttavia
le formazioni erbacee,
arbustive ed arboree presenti non sono di
grande rilevanza naturalistica
Considerata la localizzazione prevista dalla
variante
e la tipologia dell’opera si può
ritenere che non si verificheranno effetti
significativi per la fauna locale.
FAUNA
Aumento delle barriere per
fauna, disturbo per il passaggio
dei ciclisti
Fauna
0
HABITAT
Frammentazione
territoriale
causata
da
potenziale
disturbo alla fauna e flora
selvatiche
Fauna e vegetazione
0
PAESAGGIO
Impatto visivo
Popolazione
0
POPOLAZIONE
Effetti socio-economici
popolazione
0
–
effetto
positivo
La pista ciclabile permette il collegamento con il limitrofo Comune di San Giorgio di Nogaro,
risolvendo completamente il problema della
sicurezza per le biciclette che normalmente
utilizzavano la trafficatissima strada statale. il
collegamento tra i due comuni viene
notevolmente migliorato e vengono incentivati
gli interscambi ed i rapporti umani.
Salute
popolazione
0
–
effetto
positivo
Sicurezza dei ciclisti risolta e migliorate le
uscite dagli spazi carrabili privati insistenti
sulla statale.
Aumento dell’accessibilità e della mobilità in
un contesto di maggiore sicurezza.
38
Nessun habitat di interesse comunitario,
tanto meno prioritario, verrà interessato
dall’opera. Il tratto in cui verrà realizzata la
pista è pressochè parallelo all’attuale assetto
stradale, lungo il quale sono situate già
numerose attività antropiche di tipo agricolo
ed residenziale; quindi si può considerare che
l’opera non determini una frammentazione
dell’ambiente
Considerato lo stato dei luoghi rilevato e la
tipologia di opere, l’assetto del paesaggio non
subirà cambiamenti sostanziali.
-
6.2 SINTESI EFFETTI OSSERVATI
Dal quadro generale degli elementi considerati appare evidente che, alla luce degli
elementi sopra riportati, gli effetti previsti dall'intervento della variante non
producono situazioni di impatto significativo.




Le aree di intervento sono ubicate all'esterno di zone oggetto di Tutela
ambientale.
Gli interventi derivanti dalla variante non producono alcuna emissione in
atmosfera e non saranno fonti di emissioni luminose.
La pista ciclabile viene pressochè sempre realizzata tra la strada statale n.14 e
le recinzioni dei lotti privati relativi alle abitazioni che già ora si attestano sulla
statale. Quindi di fatto utilizzano, per la quasi totalità, spazi già antropizzati e
compromessi.
I cittadini otterranno un beneficio sociale dall'iniziativa in oggetto in termini di
sicurezza

La variante riguarda una pista ciclabile in sede propria parallela ad una strada statale
molto trafficata e molto utilizzata. Non è relazionabile in modo diretto agli
ambiti di interesse naturalistico ambientale e non introduce effetti significativi sui
siti
protetti in termini di:





perdita di habitat
frammentazione
distruzione
perturbazione
cambiamenti negli elementi principali dei siti protetti
Le modifiche introdotte dalla variante, per tipologia e localizzazione degli interventi
previsti, non producono interazione con il contesto ambientale.
6.3 EFFETTI CUMULATIVI
L’assenza di azioni di trasformazioni sostanziali del territorio, ma solo la natura di un
intervento localizzato e posto in zona già compromessa ed antropizzata, consente di
prevedere un’assenza di effetti cumulativi e la conservazione dell’equilibrio
ecosistemico dei luoghi limitrofi, compresa la zona SIC posta sulla parte opposta della
strada statale, tutta ricompresa nel Comune di Castions di Strada e comunque
interamente distaccata dal nostro intervento.
39
7. CARATTERISTICHE DEGLI EFFETTI
7.1 RISCHI PER LA SALUTE UMANA E PER L’AMBIENTE
Non si riscontrano potenziali rischi per la salute umana.
La pista ciclabile si basa sul concetto di collegamento in sede propria "stradale",
che necessariamente associa i concetti di continuità, pertanto assenza di buchi o
“punti neri” pericolosi, assenza di effetti sulle le barriere naturali o artificiali,
rispettivamente corsi s’acqua o infrastrutture viarie, ed in sicurezza
La pista ciclabile in questione rappresenta la soluzione più conveniente per la
mobilità ciclistica che attualmente comunque avviene in condizioni di totale rischio e
mancanza di sicurezza
I potenziali effetti per quanto riguarda l’ambiente possono essere riconducibili
esclusivamente alla fase di cantiere: piccoli sversamenti accidentali, rumori, polveri e
rifiuti; produzione di rumori, rifiuti. Tuttavia, in questo caso, l’assenza di azioni di
trasformazione sostanziali consente di rilevare una assenza di rischi significativi per
l’ambiente.
7.2 ENTITA’ ED ESTENSIONE NELLO SPAZIO DEGLI IMPATTI
Analizzata la dimensione, l’ubicazione e la tipologia dell'intervento in oggetto della
variante proposta, gli effetti riscontrati dalla valutazione si possono considerare
limitati. L’entità e l’estensione nello spazio sono circoscritte alla localizzazione
puntuale e pertanto non relazionabili con il contesto più ampio. Gli effetti che
potrebbero essere provocati si inseriscono in un processo pianificatorio definito e
rafforzato in un ottica di sviluppo sostenibile.
7.3 VALORE
VARIANTE
E
VULNERABILITÀ
DELLE
AREE
INTERESSATE
DALLA
Per fenomeni e attività che influenzano lo stato di protezione del sito si intendono
tutte quelle attività umane e tutti i processi naturali che in qualche misura possono
avere un’influenza, sia essa positiva che negativa, sulla conservazione e sulla
gestione degli stessi.
Generalmente le azioni di trasformazione possono determinare effetti diretti, quando,
ricadendo all’interno o nell’intorno di un’area tutelata vanno ad incidere sullo stato di
conservazione degli habitat e/o delle specie presenti (sottrazione diretta di superficie
di habitat, disturbi diretti indotti da rumori o vibrazioni, emissioni gassose in
atmosfera, isole di calore, reflui civili, produzione e stoccaggio rifiuti ecc.). Tali
interventi n o n determinano effetti indiretti, ricadendo esternamente ad un’area
tutelata, e comunque a fianco della strada statale esistente che molto più che la
nostra pista ciclabile ad essa parallela, potrebbe nell'eventualità generare un “effetto
barriera” incrementando la frammentazione territoriale e diminuendo la connettività
ecologica e la permeabilità complessiva all’interno della matrice agricola.
I potenziali effetti possono essere riconducibili a: scarichi, piccoli sversamenti
accidentali, rumori, polveri e rifiuti in fase di cantiere, produzione di reflui e rifiuti.
La tipologia degli interventi previsti dalla variante, l’ubicazione delle azioni rispetto
al SIC e agli habitat di interesse è tale da ritenere che la realizzazione delle opere
previste dalla variante non possa generare incidenze negative significative dirette e
indirette sull’area tutelate in esame.
In merito all’ambito di utilizzo del ponte sul Fiume Zellina, si fa notare che si tratta
40
di un ponte esistente e, ad oggi, già interessato da traffico veicolare pesante ed
intenso, tale per cui una pista ciclabile parallela risulta in ogni modo trascurabile
rispetto all'attuale uso del sistema viario. Quindi non vengono introdotti ulteriori
fattori di stress per aree vulnerabili o di valore.
L'unico punto di variante considerabile, in quanto i percorsi ciclabili di progetto,
passano limitrofo ad aree tutelate, può essere riassunto in: le infrastrutture ciclabili
sono sicuramente tra le meno impattanti fra tutte ma possono, se non
programmate nel modo corretto, alterano l’ambiente. Gli stessi ciclisti, per quanto
attenti e rispettosi della natura, sono comunque destinati a lasciare un segno del
loro passaggio. Va altresì sottolineato che la bicicletta è considerata un mezzo
raccomandato dalle normative sulla sostenibilità nelle aree protette come si evince
dalla Carta Europea del Turismo Sostenibile di Europarc e gli effetti causati dal
passaggio dei ciclisti risulta da alcuni studi di gran lunga il meno impattante. A
titolo esemplificativo si riporta uno studio olandese in merito:
Eventi disturbanti osservati in percentuale per ogni specie nella costa olandese
Studio di Tensen e Van Zoest
Quindi la proposta rappresenta il minore impatto possibile sia attraverso l'utilizzo di
un sistema viario esistente, sia con l’utilizzo di materiali il più possibile naturali
e autoctoni .
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8 .CONCLUSIONI
Nel merito delle possibili interferenze con le aree di interesse ambientale, si ritiene
che la stima degli effetti e la quantificazione degli stessi affrontata nel presente
documento di valutazione non abbia portato a particolari indicazioni di criticità o
particolari situazioni di conflitto fra le previsioni riconducibili introdotte dal variante e
le esigenze di tutela degli ecosistemi presenti.
La tipologia degli interventi previsti dalla variante, l’ubicazione delle azioni rispetto ai
SIC – ZPS e agli habitat di interesse è tale da ritenere che la realizzazione delle
opere previste dalla variante non possa generare incidenze negative dirette e
indirette sull’area SIC – ZPS in esame.
Tuttavia, soprattutto in fase di esecuzione dei lavori, al fine di mitigare l’impatto con
la rete di collegamento ecologico, si dovrà salvaguardare, attraverso una serie di
accorgimenti in fase di cantiere, il sistema naturalistico limitrofo.
Stabilito che la variante relativa alla progettazione della “Pista Ciclabile Casali Feruglio” non rientra nel campo di applicazione di cui all’art. 6 comma 2) lett a)
e b) del D.Lgs 152/2006 e non è uno strumento rilevante in termini di attuazione
della normativa ambientale comunitaria, sulla base dei contenuti e delle valutazioni
affrontate all’interno del presente documento relativamente agli effetti ambientali
riconducibili alla variante, si conclude che le previsioni urbanistiche non producono
potenziali effetti significativi sull’ambiente tali da rendere necessaria l’attivazione
della procedura di valutazione ambientale strategica di cui agli artt. 13-18 del D.lgs 3
aprile 2006, n.152.
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