ASSEMBLEA DELLE DELEGATE 22 – 25 febbraio 2009, Messico

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ASSEMBLEA DELLE DELEGATE 22 – 25 febbraio 2009, Messico
ASSEMBLEA DELLE DELEGATE
22 – 25 febbraio 2009, Messico
AIC 2009 : CAMBIARE IL MONDO… LE DONNE POSSONO ! AIC
23 Rampe des Ardennais
B-1348 Louvain la Neuve
e-mail : [email protected]
www.aic-international.org
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Sommario
Programma ....................................................................................................................p. 5
Inaugurazione – Discorso introduttivo (Marina Costa) ...........................................p. 7
I dieci semi del Cambio Sistemico (P. Robert Maloney, C.M.) ...........................p. 11
Il progredire del Cambio Sistemico (Patricia P. De Nava) ..................................p. 15
Le Linee Operative dell’AIC, un passo avanti grazie all’esperienza sistemica
(Nicola Foroni, conduttore) ................................................................................................... p. 17
Riunione delle Presidenti delle associazioni AIC...................................................p. 29
Discorso di chiusura (Marina Costa) .......................................................................p. 30
Messaggio della nuova Presidente dell’AIC (Laurence de la Brosse)...............p. 34
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PROGRAMMA
Domenica 22 febbraio 2009
0900
Seduta inaugurale
- Apertura dell’Assemblea
M. Costa, Presidente Internazionale AIC
L.Ferráez de Cámara, Presidente AIC Messico
- Parole di benvenuto
- Presentazione delle Delegazioni
Agnès Dandois, Segretaria generale
- Introduzione al tema dell’assemblea
M. Costa, Presidente internazionale AIC
10.30
I dieci semi del Cambio Sistemico nella vita e nelle opere di San Vincenzo
Padre R. Maloney, CM, Presidente della Commissione per il Cambio Sistemico
11.30 I progressi della Commissione per il Cambio Sistemico
P.Palacios de Nava,
Membro della Commissione per il Cambio Sistemico. Responsabile AIC dei contatti con la
Famiglia Vincenziana
12.30 Eucarestia
15.30 “Linee Operative AIC: un passo in più grazie all’esperienza sistemica” 1° parte
Nicola Foroni, conduttore
Lunedì 23 febbraio 2009
09.00 Respiro spirituale
09.15 “Linee Operative AIC: un passo in più grazie all’esperienza sistemica” 2° parte
Nicola Foroni, conduttore
12.30 Eucarestia
15.30 “Linee Operative AIC: un passo in più grazie all’esperienza sistemica” 3° parte
Nicola Foroni, conduttore
In serata: Presentazione dei progetti delle associazioni
Martedì 24 febbraio 2009
09.00 Respiro spirituale
09.15 Riunione delle Presidenti delle associazioni AIC – 1° parte
14.15 Pellegrinaggio alla Basilica di Nostra Signora di Guadalupe
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Mercoledì 25 febbraio 2009
09.00 Respiro spirituale
09.15 Riunione delle Presidenti delle associazioni AIC – 2° parte
12.30 Eucarestia
15.30 Assemblea statutaria
- Presentazione del rapporto finanziario
- Ammissione e dimissione di associazioni
- Elezione del Bureau Executif
In serata: Riunione delle associazioni per continente
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22 febbraio 2009
DISCORSO DI INTRODUZIONE
Marina Costa
Presidente internazionale
Care Volontarie, care Suore, cari Padri e amici, benvenuti in Messico per la nostra Assemblea
internazionale.
L’AIC 2009: “Cambiare il Mondo…. le donne possono”
Grazie a tutti e a tutte di essere qui presenti, pronti a condividere le vostre esperienze e riflessioni
e ad assumere le vostre responsabilità in un momento così difficile per il nostro mondo, per la
società e ancor più per i poveri le cui situazioni e sofferenze vogliamo siano al centro dei nostri
lavori.
A nome di tutta l’AIC, ringrazio la Presidente nazionale dell’AIC Messico, Ligia Ferraez poiché è
grazie al suo prezioso sostegno e alla sua disponibilità che l’Assemblea internazionale ha potuto
essere organizzata qui.
Con il tema scelto per la nostra Assemblea, vorremmo continuare a sviluppare la riflessione che
avevamo iniziato nell’Assemblea di Roma nel 2007: “Donne e Povertà nella diversità delle culture”.
Durante quell’ Assemblea abbiamo ascoltato numerose testimonianze concrete di volontarie che
stavano vivendo personalmente gravi situazioni di povertà e di discriminazione.
Nelle esperienze riferite, abbiamo visto che spesso le donne vivono in situazione di povertà perché
sono vittime di disuguaglianze evidenti e che soffrono di molte discriminazioni, spesso generate
dalle culture locali. Da questo punto di vista le volontarie hanno un ruolo importante nel creare le
condizioni favorevoli ad un cambiamento.
Al termine di quattro giorni di lavoro, la relazione tra donne, povertà e culture locali si è manifestata
chiaramente e sono state definite le nuove LINEE OPERATIVE :
RINFORZARE LE NOSTRE RISPOSTE ALLA POVERTÀ DELLE DONNE
1. Rinforzare l’impegno per rispondere alle povertà delle donne
2. Accompagnare le donne ad una presa di “responsabilità personale”
3. Responsabilizzare la società intera
Il seguito dell’Assemblea nelle associazioni ed i contatti con vari gruppi ci hanno indotto a
continuare a riflettere su alcuni punti:
-
Come ci interpellano le sofferenze legate alla situazione di povertà e di disuguaglianza
delle donne? Sono sofferenze che noi, volontarie, condividiamo con l’ascolto,
l’accompagnamento e l’empatia.
Come possiamo arrivare ad una buona applicazione delle Linee affinché la povertà delle
donne diventi il punto di partenza di un vero cambiamento sociale attraverso il
coinvolgimento responsabile delle donne, sia destinatarie che volontarie?
Come abbiamo detto nel corso dell’Assemblea 2007, siamo convinte che un aiuto importante per
realizzare un cambiamento può venire dalla metodologia del
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CAMBIO SISTEMICO
Si tratta di un processo che ci è stato proposto dalla Famiglia Vincenziana che, di fronte al
continuo aumento delle povertà, ha deciso di organizzare una Commissione composta da membri
dei diversi rami della Famiglia. La Commissione ha studiato il problema e analizzato alcuni progetti
che sono riusciti a ottenere un vero cambiamento della realtà, proponendoci questo nuovo
percorso.
Le Linee Operative e il Cambio Sistemico interagiscono e si arricchiscono vicendevolmente:
-
Le Linee Operative propongono delle piste per trasformare le situazioni di povertà e
possono aiutarci a mettere in pratica il Cambio Sistemico applicandolo alle nostre azioni.
Parallelamente il metodo del Cambio Sistemico può facilitare l’applicazione delle Linee
Operative, renderle più vive e dinamiche e motivarci a realizzare azioni di vera
trasformazione attraverso il cambiamento di tutto un sistema.
I rapporti di attività dei paesi e le comunicazioni che sono arrivate all’AIC nel corso di questi due
ultimi anni ci dimostrano in modo chiaro che i gruppi AIC lavorano molto per mettere in pratica le
Linee e per familiarizzarsi con il metodo del Cambio Sistemico. In questo quadro vorrei segnalare
alcune azioni che mi sembrano interessanti e che possono darci delle idee, anche se sono sicura
che ognuna di voi ne conosce molte altre nella sua associazione.
Alcuni gruppi, motivati dalla formazione specifica ricevuta durante l’Assemblea 2007, dai Quaderni
di formazione e dall’annuncio del Premio AIC per i progetti di microcredito, di mutue per la salute e
di cooperative:
• Hanno realizzato progetti di microcredito e di cooperative per sostenere le donne che non
hanno accesso al credito bancario e che, in certi casi, come in Africa, sono vittime di
discriminazione e maltrattate perché vedove. In questi progetti le volontarie formano le
donne alla gestione finanziaria e tecnica, all’organizzazione delle attività e allo stesso
tempo le incitano a scoprire che ognuna può trovare in sé le risorse per costruire il
suo progetto di vita, come indica la seconda Linea Operativa
• Altri gruppi hanno promosso progetti di mutue per la salute in cui le volontarie hanno
lavorato con madri nubili, vedove o abbandonate, che non hanno diritto a nessuna
prestazione medica né sociale. Far parte di una mutua per la salute aiuta queste donne a
passare dalla sopravivenza a una visione a lungo termine. Partecipano fin dall’inizio alla
creazione della mutua dando un contributo mensile, formandosi alla prevenzione e
dimostrando così in modo molto chiaro che ogni cambiamento deve venire dalla
persona e dalla presa di coscienza della sua situazione.
• Questi progetti, ed altri ancora che voi presenterete domani sera, sono il frutto
dell’impegno di molti gruppi vincenziani a rinforzare le loro risposte alla povertà delle
donne e favorire il cambiamento, come suggerisce la prima Linea. Molte delle attività
dei gruppi AIC (laboratori, dispensari, guardaroba, accoglienza ai senza tetto, clubs per le
persone anziane o per quelle che soffrono di disagi psichici), costituiscono spazi
privilegiati di accompagnamento delle persone e luoghi formidabili di socializzazione nei
quali le relazioni, i legami interpersonali si creano e si arricchiscono grazie alla
convivialità, all’attenzione e all’empatia offerte dalle volontarie. Questi spazi di scambio
permettono alle partecipanti di ricreare una buona immagine di sé, di parlare liberamente,
di ricostruire il legame sociale, di fare amicizia. Queste attitudini stimolano le persone a
condividere i loro problemi, unire i loro sforzi e trovare soluzioni.
• Vorrei anche segnalare un progetto centrato sui valori che sostengono l’azione dell’AIC e
che sono espressi nelle Linee Operative (rispetto, dignità delle donne, solidarietà tra
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donne, rinforzo del senso della famiglia, formazione spirituale). E’ un progetto che
tenta di fare in modo che le famiglie siano sane e vivano in condizioni sane. Cerca di
coinvolgere la famiglia intera tenendo conto di tutti i membri e di tutti i sistemi che
interagiscono con la famiglia, rinforzandone le capacità e i legami.
• Un punto interessante che possiamo leggere nei rapporti di tutti i progetti è l’importanza
della formazione delle volontarie per accogliere, servire e ascoltare le persone in difficoltà.
Infatti è essenziale per potervi arrivare. Le Linee precisano che ogni volontaria può
contribuire alla creazione delle condizioni favorevoli per lo sviluppo delle donne.
L’esperienza dei gruppi mostra che è una grande responsabilità, per la quale è richiesto
ad ogni volontaria di seguire una formazione permanente e specifica per poter
accompagnare le persone in questo cammino.
• Nel quadro della terza Linea, che ci invita a “ Responsabilizzare tutta la società per la
promozione delle donne”, abbiamo potuto constatare che il numero delle associazioni
che lavorano in rete o in partenariato con istituzioni pubbliche è in aumento costante,
come la qualità della collaborazione.
• Mi sembra molto motivante segnalare che una associazione è stata scelta come
collaboratrice del Ministero dell’Educazione del suo paese per la riforma dell’educazione
prescolare. Dicono che hanno scelto il gruppo AIC per:
9 L’efficacia dei suoi progetti, che siu avvalgodino tecniche pedagogiche alternative
di sviluppo e di educazione informale.
9 Per la sua capacità di lavorare in rete con gli altri attori dello sviluppo.
E’ un vero Cambio Sistemico, una virata a 180° gradi, che implica il sistema della società:
non siamo noi che supplichiamo di essere prese in considerazione e di poter partecipare,
ma i poteri pubblici che ci scelgono per le competenze e l’innovazione del nostro servizio.
• Un altro esempio motivante per implicare la società in modo responsabile è stato in
settembre l’organizzazione del “Primo Forum Sociale”.dell’AIC Paraguay. Questo gruppo
ha invitato le autorità appena entrate in funzione, i settori pubblici e privati della società in
rapporto con il lavoro sociale.
L’obiettivo del Forum: “Scoprire la povertà e le sue cause e risolverle partendo dalla
nostra realtà sociale e culturale attraverso il Cambio Sistemico”. La prima Signora del
Paese e i rappresentanti di diversi Ministeri vi hanno partecipato; hanno formato un
gruppo di coordinamento con i rappresentanti di tutti i settori della società che propongono
di lavorare utilizzando il Cambio Sistemico per ritrovare i valori morali, umani e cristiani
della società paraguayana.
I rapporti ci mostrano che molti paesi hanno approfondito il Cambio Sistemico attraverso seminari
e riunioni specifiche e che altri hanno partecipato a riunioni della Famiglia Vincenziana sullo stesso
tema. Infatti, applicando le Linee Operative dell’AIC in tutti i progetti, possiamo avviare delle
strategie segnalate dalla Commissione del Cambio Sistemico.
Tuttavia siamo anche ben coscienti che molte volontarie hanno sempre delle difficoltà a capire
come applicare il metodo del Cambio Sistemico alla loro realtà e alle loro azioni concrete. La
nostra sfida è perciò di approfondire il seguito dell’applicazione delle Linee Operative, tenendo
conto del valore aggiunto che ci può dare il metodo del Cambio Sistemico.
L’obiettivo del nostro lavoro di questi giorni è capire come questo metodo del Cambio Sistemico
può aiutarci ad applicare le Linee Operative con mezzi concreti per giungere a un cambiamento
sociale e darci la motivazione, le capacità e i mezzi di farlo.
La metodologia che utilizzeremo non sarà un metodo teorico o intellettuale, ma un metodo
concreto, che creeremo insieme e svilupperemo con l’aiuto di esperienze vissute da noi tutte. Un
seminario è una ricerca comune che si arricchisce con il contributo di tutti i partecipanti e non solo
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dall’apporto dei relatori.
Come sapete, in questo luogo negli ultimi giorni si è tenuto un seminario per gli assistenti e i
responsabili laici della Famiglia Vincenziana dell’America Latina. L’obbiettivo era di formare le
persone che potrebbero diventare dei formatori del Cambio Sistemico. Alcune di voi vi hanno
partecipato e potranno arricchire il nostro lavoro con quello che hanno appreso e interiorizzato
negli ultimi giorni.
L’Assemblea dell’AIC è stata organizzata in continuità con quel seminario per sottolineare la
complementarietà dei due avvenimenti e offrire così una formazione più completa.
Infatti, sappiamo che facciamo tutte parte di molti sistemi, tra cui il sistema AIC e il sistema della
Famiglia Vincenziana. Siamo coscienti che ognuna di noi ha la sua parte di responsabilità nella
dinamica generale e nella correlazione dei sistemi. Questi due avvenimenti, uno di seguito all’altro,
ci permettono di avvicinarci meglio ai molteplici legami creati tra le varie parti di questi sistemi e di
sviluppare la ricchezza della nostra collaborazione.
Altri incontri AIC saranno organizzati in seguito a seminari della Famiglia VIncenziana sul Cambio
Sistemico. Uno di essi avrà luogo in luglio a Yaundé, in Camerun, per le associazioni dell’Africa e
nel mese di novembre a Bangkok, in Tailandia, per l’Asia.
Vorrei ora ringraziare tutte le amiche che hanno preparato questa riunione: grazie alla Presidente
nazionale dell’AIC Messico, Lili Ferràez, per il suo prezioso sostegno e la sua disponibilità. Grazie
a lei l’Assemblea ha luogo qui oggi.
Grazie ai membri del Bureau Executif, Maria Eugenia Magallanes e Lourdes Mavy Cortès che,
grazie al sostegno molto prezioso di Alicia Duhne e di numerosi gruppi di volontarie dell’AIC
Messico, hanno fatto un lavoro ammirevole come responsabili dell’organizzazione e della logistica:
le ringraziamo per il loro impegno, il loro spirito di collaborazione e la loro creatività nella
preparazione di questa Assemblea
Grazie anche ai membri del Segretariato internazionale per il loro impegno nell’assolvere tutto il
lavoro in più che comporta una Assemblea internazionale. Lo hanno fatto con competenza ed
efficacia e grazie alla loro grande generosità hanno superato le difficoltà inerenti all’organizzazione
di una tale Assemblea.
Grazie ai responsabili del seminario della Famiglia Vincenziana, al Padre Silvestre Sanchez, al
Padre Adrian Acosta e al Visitatore provinciale Padre Silvano Calderòn, che ci hanno permesso di
unire i nostri sforzi e ci hanno molto sostenuto nell’organizzazione della nostra Assemblea.
I lavori concreti dell’Assemblea AIC 2009 ora cominceranno con un momento forte di spiritualità
vincenziana, che ci darà l’occasione di fondare il nostro lavoro sulle radici della nostra missione e
sulla visione del nostro fondatore.
Il Padre Robert Maloney, Presidente della Commissione sul Cambio Sistemico ci parlerà di:
“Dieci semi di Cambio Sistemico nella vita e le opere di san Vincenzo de’ Paoli”
Poi, Patricia de Nava, ex Presidente internazionale dell’AIC, membro della Commissione
internazionale per il Cambio Sistemico e Responsabile delle relazioni con la Famiglia Vincenziana
ci parlerà di:
“Progressi nel metodo del Cambio Sistemico”
e ci presenterà i mezzi concreti che possono aiutarci nel lavoro.
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DIECI SEMI DI CAMBIO SISTEMICO
NELLA VITA E NELLE OPERE DI S. VINCENZO
Padre Robert Maloney, CM
Presidente della Commissione internazionale per il Cambio Sistemico
Il concetto di “Cambio Sistemico” è moderno Era sconosciuto per S. Vincenzo ed i suoi
contemporanei. Come noi oggi, Vincenzo ha accettato come un dono, e talvolta come dono di Dio,
la maggior parte delle strutture esistenti. Erano come l’aria che respirava. Per lo più le ha
semplicemente prese come ovvie. Vincenzo è nato e morto in una società gerarchizzata, con una
monarchia, la nobiltà, il clero e il terzo stato. Non avrebbe mai sognato di cambiare radicalmente
queste strutture, come lo ha fatto la Francia rivoluzionaria 150 anni dopo.
Ma, nel contesto del suo tempo, Vincenzo ha espresso molte idee legate al Cambio Sistemico. E’
utile che esaminiamo i suoi pensieri di base, poiché ci aiutano a situare una mentalità sistemica di
cambiamento nella spiritualità della Famiglia Vincenziana oggi. Così, permettete che intitoli questa
breve riflessione così:”Dieci semi di Cambio Sistemico nella vita e nelle opere di S. Vincenzo”.
Darò un nome ad ognuno di questi semi, utilizzando la terminologia trovata oggi nei progetti
sistemici di cambiamento. Si potrebbe fare altrettanto in rapporto alla vita e alle opere di Luisa di
Marillac, di Federico Ozanam e di altri eroi della Famiglia Vincenziana.
1.
“Amore affettivo e effettivo” Æ cambiando le strutture sociali
La frase che Vincenzo ha ripetuto tante volte, è che il nostro amore deve essere insieme
“affettivo e effettivo”. Dice, per esempio, che l’amore di una figlia della carità è non solo tenero,
ma anche efficace, perché serve concretamente il povero. Oggi, siamo coscienti che il peccato
non colpisce solo gli individui, colpisce profondamente anche le strutture sociali. Si incarna
nelle leggi ingiuste, i rapporti economici fondati sul potere e la forza, i trattati ingiusti, le
frontiere artificiali, i governi, le numerose sottili insidie che ostacolano le relazioni armoniose
nella società. Alcune di queste strutture sociali ingiuste mantengono i poveri nella povertà.
La parabola del buon samaritano tratta dal Vangelo di Luca mette in scena il principio che
l’amore di Dio si manifesta nell’amore del prossimo. Ma oggi riconosciamo sempre più che
l’amore efficace implica non solo di curare le ferite della vittima e di versarvi sopra dell’olio, ma
anche di vegliare a che la strada che conduce da Gerusalemme a Gerico in avvenire sia
sicura per tutti.
2.
Evangelizzazione in parole e in opere Æ evangelizzazione integrale: testimonianza,
predicazione e promozione umana.
Vincenzo era profondamente convinto che le nostre parole e i nostri atti dovevano stimolarci
reciprocamente. Le testimonianze certificano le parole. Quello che diciamo è credibile solo se
le nostre azioni lo confermano. In altri termini, Vincenzo considera che la testimonianza, il
servizio, la predicazione e l’insegnamento sono complementari e si integrano nel processo di
evangelizzazione.
Oggi l’unità tra la testimonianza, l’evangelizzazione e la promozione umana, che fanno parte
integrante del carisma vincenziano, è uno dei punti su cui insiste la dottrina sociale della
Chiesa. Agite prima e insegnate dopo. E’ la regola di S.Vincenzo per una evangelizzazione
effettiva.
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3.
Spiritualmente e corporalmente Æ servizio olistico
S. Vincenzo amava dire che serviamo il “povero spiritualmente e corporalmente”. Ha usato
questa espressione parlando ai tre gruppi principali che ha fondato: le Confraternite della
carità, la Congregazione della missione e le Figlie della carità. Dice alle Figlie della carità che
dovrebbero tendere a rispondere non solo ai bisogni corporali, ma condividere anche la loro
fede con i poveri con la loro testimonianza e le loro parole. E avverte i membri della
Congregazione della missione che non dovrebbero pensare alla loro missione in termini
esclusivamente spirituali. Invece dovrebbero occuparsi dei malati, dei bambini abbandonati,
dei malati psichici, anche i più abbandonati.
Così Vincenzo incoraggiava i suoi discepoli a esaminare tutti gli aspetti della vita dei poveri,
per discernere quali erano i loro bisogni più urgenti: alimentazione, cure della salute,
educazione, possibilità di lavoro, e attenzione spirituale. Teneva conto della persona nella sua
totalità.
4.
Vedere Cristo sotto le sembianze del povero Æ qualità
Vincenzo voleva che la qualità, la competenza, la gentilezza e il rispetto caratterizziassero il
servizio offerto nell’ambito di un progetto. Ha insistito sul fatto che bisognava non solo che noi
realizzassimo delle opere buone, ma anche le faccessimo bene con risorse adeguate e, nello
stesso tempo, con cura e affetto.
Per incoraggiare il servizio di qualità, è tornato a più riprese sulla visione fondamentale che ha
ispirato la sua vita e la sua opera: vedere Cristo nella persona dei poveri. Lo diceva con
eloquenza alle Figlie della carità: “E’ ciò che ci obbliga a servire i poveri con rispetto, come
vostri maestri, e con devozione: essi rappresentano per voi la persona di Nostro Signore, che
ha detto: Considererò come fatto a me quello che avrete fatto ai più piccoli tra i miei.”
5.
“Chatillon” Æ organizzazione
Quando riunisce per la prima volta le donne che dovevano formare la “confraternita della
Carità” a Chatillon-les-Dombes, nel novembre 1617, Vincenzo ha enunciato, nella regola che
aveva elaborato per loro, che i poveri soffrono talvolta più per mancanza di “ordine” nell’aiuto
che viene loro portato piuttosto che per mancanza di persone caritatevoli che vogliono aiutare.
Allora le ha organizzate. Ha creduto che la carità ben intenzionata deve anche essere ben
organizzata, nel senso che deve essere prevista ed eseguita con precisione e cura. Vincenzo
era un pianificatore e un organizzatore preciso. Era uno dei suoi doni più grandi. Ciò ha
contribuito all’efficacia delle sue opere.
6.
Contratti e regolamenti Æ fondazioni solide come fondamento di sviluppo duraturo.
Durante la sua vita, Vincenzo ha trattato nei dettagli i contratti e ha scritto dei regolamenti precisi
quando istallava tutti i gruppi che fondava. Ha voluto che i gruppi fossero saldamente stabiliti in
modo che il loro servizio si realizzasse nella durata. I contratti hanno previsto la stabilità
finanziaria dei gruppi. Le regole hanno messo a posto la struttura e hanno descritto il carisma e lo
spirito dei gruppi che ha fondato. I contratti e le regole hanno avuto un ruolo fondamentale,
proteggendo i gruppi per il futuro. E’ importante segnalare che Vincenzo non ha visto nessun
conflitto tra dare fiducia alla Provvidenza divina e prevedere il futuro per mezzo di fondamenti
finanziari solidi e creando strutture che avrebbero assicurato la durata ai suoi progetti.
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7.
Semplicità Æ trasparenza
Vincenzo ci indica a più riprese che i poveri sono attirati da coloro che parlano e vivono
semplicemente, che sono trasparenti in quello che dicono e fanno. E’ anche questo uno degli
aspetti fondamentali dei progetti di Cambio Sistemico riusciti: i loro responsabili hanno
sviluppato la capacità di ascoltare i poveri, di parlare con loro in modo semplice e trasparente,
e di farli partecipare al progetto ad ogni tappa, dal discernimento iniziale dei bisogni alla
previsione del progetto, alla sua messa in opera, e alla valutazione e di procedere agli
aggiustamenti in modo continuo.
8.
Piccole scuole Æ educazione e formazione professionale
Vincenzo e Luisa di Marillac erano profondamente impegnati nell’educazione e nella
formazione dei poveri, particolarmente i giovani, in modo che potessero avere le qualifiche
necessarie per lavorare. Per questa ragione, con l’appoggio di Vincenzo, Luisa ha fondato le
“piccole scuole” ed ha garantito l’istruzione dei giovani poveri. E’ una delle opere principali
delle prime Figlie della Carità. Così, fin dall’inizio, le scuole hanno fatto parte integrante del
carisma della Famiglia Vincenziana. Luisa stessa ha insegnato in queste scuole. Insisteva sul
fatto che l’istruzione data doveva essere chiara e pratica.
Oggi, le scuole della Famiglia Vincenziana contano più di un milione di allievi. Oltre le scuole, i
gruppi della Gioventù Mariana offrono una formazione a più di 120.000 giovani.
L’educazione e la formazione a un mestiere sono estremamente importanti nel quadro del
Cambio Sistemico. Nella Populorum Progressio, di cui abbiamo celebrato l’anno scorso il
quarantesimo anniversario, il Papa Paolo VI ha scritto: “La mancanza di educazione è un
problema tanto grave quanto la mancanza di cibo, la persona illetterata è uno spirito
affamato”.
S. Vincenzo e S. Luisa si sono preoccupati non solo dell’educazione dei poveri, ma anche
dell’educazione e della formazione delle serve dei poveri, cioè noi, i membri delle comunità o
gruppi che i due Santi hanno fondato o hanno ispirato.
9.
Collaborazione a livello di tutte le sfere della società > il lavoro in rete
Vincenzo ha saputo lavorare in rete. Ha riunito ricchi e poveri, giovani e vecchi, membri del
clero e laici, uomini e donne. Ha avuto la capacità di identificare e mettere in valore i talenti
delle persone. Ha visto che la collaborazione era la chiave del successo nel servizio ai poveri.
Così, ha creato legami, stabilito ponti, e stimolato l’unità di persone molto diverse. Ha saputo
attirare queste persone nella sua visione accattivante della vita. Ai suoi fianchi si trovavano
contemporaneamente Anna, la regina di Francia, una donna di grandissima cultura e che
sapeva maneggiare l’intrigo politico, e Margherita Naseau, una contadina che non sapeva né
leggere né scrivere. Ha riunito uomini e donne di qualsiasi classe sociale , ha condiviso con
loro la sua visione. Sapeva meravigliosamente lavorare in rete.
10. Il suo ruolo alla corte > perorazione in favore dei poveri
Vincenzo, se è più conosciuto per le sue opere pratiche di carità, è stato anche l’avvocato dei
poveri presso le più Alte Autorità, talvolta esponendosi a rischi considerevoli. E’ intervenuto
personalmente a due riprese per cercare di provocare la pace quando la guerra distruggeva la
vita dei poveri. E’ andato direttamente fino alle autorità.
A un certo momento, tra il 1639 e il 1642, durante le guerre in Lorena, è andato dal Cardinale
Richelieu, si è messo in ginocchio davanti a lui, ha descritto gli orrori della guerra, ed ha
parlato in favore della pace. “Che possiamo avere la pace. Abbiate pietà di noi. Date la pace
alla Francia” Richelieu ha rifiutato, rispondendo diplomaticamente che la pace non dipendeva
solo da lui.
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Uno dei biografi di Vincenzo racconta un episodio molto toccante, riferito dal segretario di
Vincenzo. Nel 1649, durante la guerra civile, Vincenzo ha lasciato Parigi tranquillamente,
attraversato le linee di battaglia e ha attraversato a guado a cavallo un fiume in piena (a quasi
70 anni) per andare a incontrare la regina e pregarla di allontanare Mazzarino, che
considerava responsabile della guerra.
Ha anche parlato direttamente a Mazzarino. Ma di nuovo i suoi reclami sono rimasti senza
effetto. Vincenzo ha cercato di parlare con le autorità delle due parti e ha talvolta creduto che
un accordo fosse alla sua portata, ma le ambizioni e gli intrighi hanno contrastato i suoi sforzi.
I suoi tentativi per ristabilire la pace gli hanno creato l’ostilità di Mazzarino, che lo registra
come nemico nel suo giornale intimo. Nel frattempo la pace è ristabilita e Vincenzo è
allontanato dal Consiglio della coscienza.
Tutto ciò è implicato nel progetti di Cambio Sistemico oggi e sottolinea l’importanza di
prendere la difesa dei poveri e di stabilire un dialogo con vari attori: i poveri, le comunità,
qualsiasi persona interessata, i donatori, le chiese, i governi, il settore privato, i sindacati, i
media, gli organismi e le reti internazionali, ecc.
Ecco i dieci semi di Cambio Sistemico nella vita e nelle opere di S. Vincenzo:
• “Amore affettivo e effettivo” cambiando le strutture sociali
• Evangelizzazione in parole e atti > evangelizzazione integrale, testimonianza,
insegnamento e promozione umana
• “Spiritualmente e corporalmente > servizio olistico
• Vedere il Cristo nel povero > servizio di qualità
• “Chatillon” > organizzazione
• Contratti e regolamento > fondazioni solide
• Semplicità > trasparenza
• Piccole scuole > istruzione e formazione professionale
• Collaborazione a tutti i livelli della società > lavoro in rete
• Il suo ruolo alla corte: difesa dei poveri
Come frutto di questi semi, così importanti nella spiritualità della nostra Famiglia Vincenziana,
abbiamo riflettuto durante gli ultimi due decenni sul richiamo che il Papa Giovanni Paolo II ha
indirizzato all’Assemblea generale della Congregazione della Missione nel 1986: “Cercate più che
mai, con audacia, umiltà e competenza, le cause della povertà e incoraggiate soluzioni a breve e
lungo termine – adattabili e soluzioni concrete e effettive. Agendo così, lavorerete alla credibilità
del Vangelo e della Chiesa”.
Vi incoraggio oggi a riflettere su questi dieci semi, che sono fondamentali nella mentalità del
Cambio Sistemico. I semi sono piccoli. Si sviluppano solo gradualmente. Come i semi, gli inizi
creatori si identificano solo più tardi quando si sono sviluppati nelle opere compiute. Un seme è
bello non quando è gettato nella terra, ma quando diventa un albero che fiorisce. Così accade in
un progetto di Cambio Sistemico in germe, come un seme, porterà i suoi frutti solo quando sarà
consolidato, annaffiato e curato con pazienza.
Infatti, tutti coloro, che si sono impegnati a favorire il Cambio Sistemico e che sono riusciti, dicono:
“Cominciate in piccolo. Andate avanti pazientemente passo per passo”. Così vi incoraggio oggi,
seminate molti semi. Restate in ascolto, come S. Vincenzo, aperte a idee innovative e creatrici.
Sostenete le nuove iniziative avviate da altri. In questi tempi che ci interpellano, incoraggiate la
creatività, siate coraggiose e perseveranti nella messa in opera di idee creatrici. Esaminate la
situazione difficile dei poveri nel suo concreto contesto, ma anche esaminatela nel suo insieme,
Poi cercatela con i poveri, per piantare semi che trasformeranno il campo intero e fioriranno di
nuovo.
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ATTUAZIONE SUGLI APPORTI DELLA COMMISSIONE
INTERNAZIONALE
PER LA PROMOZIONE DEL CAMBIO SISTEMICO
Patricia P. de Nava
Commissione per la promozione del Cambio Sistemico
Patricia de Nava, membro della Commissione internazionale per la promozione del
Cambio Sistemico e Responsabile AIC delle relazioni con la Famiglia Vincenziana, expresidente internazionale dell’AIC, presenterà dei mezzi concreti che possono aiutarci
nell’applicazione delle Linee Operative, tenendo conto del valore aggiunto che ci
fornisce il metodo del Cambio Sistemico.
Una chiave elettronica (UBS) che contiene tutti questi mezzi sarà consegnata ad ogni
Presidente nazionale.
Informazione sull’aggiornamento dei lavori fatti dalla Commissione internazionale per la
promozione del Cambio Sistemico.
1. Il libro”Semi di Speranza”
Contiene il procedimento seguito dalla Commissione:
ƒ Spiegazione generale sul concetto del processo e dell’approccio sistemico.
ƒ Storie del Cambio Sistemizo: la Commissione ha iniziato il suo lavoro
raccontando delle storie (progetti) riuscite di Cambio Sistemico, alle quali hanno
partecipato attivamente numerosi suoi membri. Personalmente ho cominciato
parlando delle Linee Operative dell’AIC, da cui sono derivate molte delle
strategie riuscite per il Cambio Sistemico, proposte dalla Commissione. Poi ho
presentato la storia dell’AIC-Madagascar.
ƒ Strategie di Cambio Sistemico: dall’analisi delle storie sono nate varie idee che
sono state sintetizzate e ordinate in conformità al loro orientamento principale:
strategie orientate sulla Missione (orientamento e direzione), sulla Persona
(centrate sugli stessi poveri perché sono i più adatti per modificare la loro
situazione), sul Compito (organizzazione), sulla Solidarietà e la Partecipazione
(azione politica e lavoro in rete).
ƒ Spiegazione e fondamenti delle strategie
ƒ Difficoltà e sfide
2. “Toolkits” o metodi di lavoro per riprodurre il laboratorio sul Cambio Sistemico
preparato dalla Famiglia Vincenziana
Ogni partecipante ha ricevuto una chiave USB contenente i seguenti mezzi:
ƒ Presentazione generale del Cambio Sistemico;
ƒ Depliant dei vari progetti della Commissione, della Famiglia Vincenziana, ecc.;
ƒ Versione pittorica “San Vincenzo e il Cambio Sistemico”;
ƒ Video su alcuni progetti (Akamasoa, Federazione delle Persone senza Casa nelle
Filippine);
ƒ Preghiera per il Cambio Sistemico;
ƒ Canzone con parole e musica, ecc.
15
3. Sei laboratori regionali per riprodurre il laboratorio della Famiglia Vincenziana
Oltre al laboratorio latino-americano organizzato in Messico dal 15 al 24 febbraio
2009, i laboratori regionali avranno luogo a Brasilia, in Africa (Yaundé, Camerun) in
Asia (Bangkok, Tailandia), nell’Europa dell’Est, nell’Europa dell’Ovest e negli Stati
Uniti.
4. Aiuti per lanciare progetti di Cambio Sistemico o per trasformare i progetti esistenti.
Motivare le partecipanti all’Assemblea a impegnarsi per mettere in opera progetti
di Cambio Sistemico o a trasformare quelli esistenti.
Portare il cambiamento, le Donne possono farlo!
16
Assemblea MESSICO 2009
le partecipanti ...
gli espositori...
gli interpreti
lavoro di grupo
L’ assemblea statutaria ...
le elezioni del Bureau Exécutif
le Presidenti
Tesoriera
Segretarie Generali
22 e 23 febbraio 2009
“LA POVERTA’ DELLE DONNE: UNA DISCRIMINAZIONE
Un passo avanti grazie all’esperienza sistemica”
Nicola Foroni, conduttrore
Applicando le Linee Operative i membri dell’AIC si impegnano a:
RINFORZARE LE LORO RISPOSTE ALLA POVERTA’ DELLE DONNE:
1.
2.
3.
Rinforzare il loro impegno per rispondere alle povertà delle donne
Accompagnare le donne a una presa di “responsabilità personale”
Responsabilizzare la società intera
Per facilitare l’applicazione delle Linee Operative nel seminario di formazione, lavoreremo
sulla discriminazione, perché è una delle cause principali della povertà delle donne.
Per rinforzare le nostre risposte alle povertà provocate dalla discriminazione, è importante
analizzare questa causa di povertà con l’aiuto di un approccio sistemico che ci aiuti a
prendere coscienza del modo in cui opera la discriminazione e il modo con cui si può affrontarla,
tenendo conto di tutti gli elementi del sistema sociale che la genera.
Attraverso i processi successivi di presa di coscienza personale e sociale, ci rendiamo conto che
viviamo in società che discriminano le donne e che ognuna di noi conosce nella sua vita situazioni
di discriminazione. Prenderne coscienza e realizzare come opera la discriminazione ci ha
permesso di capirla meglio e di identificarci con la discriminazione delle donne e in particolare
con quelle che vivono in situazione di povertà (doppiamente discriminate dal fatto di essere donne
e di essere povere) e di metterci su un piano di uguaglianza.
Davanti a situazioni di discriminazione, tutte sviluppiamo delle strategie che possono
essere strategie di difesa … o di cambiamento.
La nostra personale esperienza ci darà la forza di cambiare.
La presa di coscienza personale e collettiva ci ha condotto a identificare qualche elemento
importante per cambiare le situazioni di discriminazione e rinforzare così le nostre risposte
alla povertà delle donne:
- tener conto di tutti gli elementi del sistema discriminante
- prendere coscienza della capacità di cambiamento che tutte abbiamo
- scoprire le strutture sociali che provocano la discriminazione
- rendersi conto che, se si vuole arrivare a un cambiamento, non si può separare il piano
individuale dal paino sociale
- identificare strategie di cambiamento individuali e collettive in rapporto con le Linee
Operative
- impegnarci a mettere in opera la trasformazione sociale e così rinforzare le nostre
risposte alla povertà delle donne.
17
INTRODUZIONE
Prospettiva di lavoro:
• Sarà basata sul vissuto e cercheremo di non perdere mai il legame tra l’analisi che
facciamo e il nostro vissuto:
o Partiremo dalle nostre esperienze individuali e le metteremo in comune.
o Partendo da ciò che abbiamo vissuto e messo in comune, cercheremo di identificare
e di arricchire alcune chiavi di cambiamento che provengono dalla nostra esperienza.
o Lavoreremo sulla discriminazione e le sue implicazioni, visualizzando la relazione tra
l’individuale e le strutture.
o Vedremo come opera la discriminazione e le strategie di superamento per mezzo
delle Linee Operative e del Cambio Sistemico.
o Analizzeremo l’azione dell’AIC ed i modi di migliorarla.
Tecnica di lavoro:
o Utilizzeremo varie tecniche che permettono la partecipazione e un processo di
costruzione collettivo.
o Utilizzeremo vari mezzi, come il disegno, la parola, la scrittura….
o Poiché parliamo di donne, parleremo al femminile, includendo naturalmente gli uomini
presenti che cercheranno di viverla dal loro punto di vista maschile e dal punto di
vista dell’equità.
Vogliamo invitarvi a lasciarvi andare e a esplorare nuovi apprendimenti, non solo dal punto
di vista del contenuto, ma anche dal punto di vista del modo di costruire e imparare.
1° PARTE: PRESA DI COSCIENZA PERSONALE COME DONNA
1ª attività
• Obiettivo: come punto di partenza del processo, ogni partecipante entra in se stessa per
ricordare le esperienze di vita legate alla sua presa di coscienza, al suo superamento
personale e riflette sul modo in cui si è evoluta e progressivamente cambiata
Tecnica: riflessione personale: ogni partecipante ricorda un momento felice della sua
infanzia, lo rivive e lo esprime disegnandolo su un foglio.
2ª attività
• Obiettivo: Ogni donna riconosce la forza di articolazione e di interrelazione tra le donne.
Tecnica: Si formano dei gruppi – Si realizza un disegno partendo da ciò che si è rivissuto e
si parla di ciò che ha permesso il cambiamento: presa di coscienza, risorse personali….
Socializziamo attraverso il disegno. Presentiamo il nostro disegno e lo spieghiamo alle
altre. Raccontiamo quello che disegnamo. In seguito lavoriamo su quello che ha permesso
il cambiamento.
3ª attività
• Obiettivo: Ogni donna accetta l’idea di essere capace di “auto-costruirsi” e di contribuire
allo sviluppo delle donne.
Tecnica: Scrivere qualcosa di positivo su di sé, qualcosa di cui siamo fiere, su un foglio –
disegniamo un autoritratto.
Alla fine, ogni partecipante si dirige nel mezzo della sala, posa il suo ritratto per terra formando un
cerchio e legge il suo foglio dicendo quello di cui è fiera.
18
Quello su cui le volontarie hanno insistito:
• Se riproduciamo questa attività con le volontarie del nostro gruppo e con i
destinatari dei nostri progetti, faremmo molto meglio il nostro lavoro associativo.
• Dobbiamo prendere coscienza della nostra capacità di cambiamento personale. Se
cambiamo, sapremo come facilitare il cambiamento nella vita di ogni donna.
• Non posso voler cambiare le strutture se prima non cambio il mio modo di essere e
di vedere mio fratello o mia sorella.
¾ Prospettive sistemiche
• Ognuno di noi è un elemento del sistema e ne fa parte, quindi qualsiasi
cambiamento personale ha una incidenza sul nostro ambiente perché siamo tutti
legati.
• Le cose non cambiano da sole, se cambiano è perché le persone cambiano.
• Non bisogna separare il cambiamento esteriore dal nostro.
• La nostra esperienza ci dà la forza per il cambiamento: modificare un elemento
del sistema induce un cambiamento in tutto il sistema.
2ª PARTE: PRESA DI COSCIENZA SOCIALE A PARTIRE DALLA PROSPETTIVA
DELLE DONNE
1ª attività
• Obiettivo: le partecipanti si riconoscono partendo da diversi elementi di identità e passano
dalla dimensione individuale alla dimensione sociale.
Tecnica: raggruppamento per categorie: si invitano le partecipanti a riunirsi in gruppi
secondo particolari categorie, per es. per lingua, colore degli occhi, età, ecc.
Quello su cui hanno insistito le volontarie:
• Apparteniamo tutte obbligatoriamente a un gruppo.
• Qualcuna pensava di far parte di un gruppo, ma il gruppo non l’ha riconosciuta come
tale. Un’altra si è sentita esclusa da tutti i gruppi, uno dopo l’altro (a proposito del
colore degli occhi).
• Per altre, si è verificato il contrario: vari gruppi le volevano con loro.
• Possiamo tutte lavorare insieme.
• Ogni persona ha delle caratteristiche diverse e non bisogna confondere la diversità,
che è un fatto, con la discriminazione, che è il modo con cui si tratta la diversità nel
sistema sociale.
• LA nostra identità è frutto del modo con cui ci vedono e del modo con cui ci
vediamo noi stessi, dipende dal sistema-persona e del sistema-collettività.
¾ Prospettive sistemiche
• Ogni sistema si divide in sotto-sistemi, determinati da regole esplicite, implicite
o talvolta “mitiche”, cioè che provengono da usi o tradizioni.
• Ogni sistema si delimita in maniera arbitraria, e la divisione non è sempre
razionale. Per esempio, nel sotto-sistema “età”, una partecipante di 70 anni si è
diretta verso il gruppo dei 50, perché si sentiva di quell’età.
• La demarcazione dei gruppi non è così semplice, molti sistemi interferiscono e
19
non abbiamo sempre potuto determinare con certezza dove termina un gruppo e
dove comincia l’altro
3ª PARTE: LA DISCRIMINAZIONE
1ª attività
• Obiettivo: Prendere coscienza del modo con cui è percepita la discriminazione a livello
personale.
Tecnica: Esperienze di discriminazione. Siamo tutte da una parte della sala contro il
muro. L’esercizio si esegue in un silenzio assoluto e senza toccarsi. Devono attraversare la
sala e mettersi contro il muro opposto tutte le persone che si sono sentite discriminate,
oppresse o umiliate, almeno una volta nella vita, per far parte di una delle categorie .che
saranno enumerate. Dopo aver attraversato la sala, le persone guardano quelle che hanno
attraversato con loro, quelle che sono rimaste dall’altra parte e poi tornano al punto di
partenza.
Esempio di categoria di discriminazione: per essere una donna, per essere povero, per
essere troppo giovane o troppo vecchio, per avere un basso livello di educazione, per la
sua religione, per le sue origini razziali, per i suoi limiti fisici, per la sua lingua, per la sua
apparenza fisica, per essere una volontaria dell’AIC, per essere un essere umano.
Alla fine, attraversano la sala tutte le persone che hanno discriminato, oppresso o
umiliato almeno una volta nella vita un’altra persona.
2ª attività
• Obiettivo: identificare le strutture di discriminazione e il loro impatto personale e sociale.
Tecnica: Gruppi di lavoro – Quali riflessioni e apprendimenti abbiamo ottenuto da
quello che è avvenuto. Ti tratta di comunicare delle riflessioni e degli apprendimenti
partendo da quanto abbiamo percepito facendo l’esercizio, perché ciò è avvenuto,
collegando quello che è avvenuto durante la prima dinamica con la nostra vita attuale,
con i nostri progetti e azioni, con la trasformazione sociale.
Domande:
1. Si chiede alle persone di riflettere e di analizzare il modo in cui si sono sentite durante lo
svolgersi della tecnica di raggruppamento, passando dall’altra parte della sala, o non
facendolo, quando poche persone passavano, quando ne passavano tante, quando è stato
chiesto che passassero quelle che avevano discriminato altri
2. Cosa abbiamo imparato per quello che concerne la discriminazione
3. Cosa ci dice questo a proposito dei nostri progetti e perché?
Quello su cui hanno insistito le volontarie:
• La discriminazione è una delle principali cause di povertà.
• Strutturalmente, le donne e i poveri ne soffrono maggiormente.
• Talvolta, la discriminazioni si produce di colpo e talvolta è goccia a goccia.,
permanente, e non mi rendo nemmeno conto di ciò che avviene. Ciò che si ripete
poco a poco incide sulla mentalità.
¾ Prospettive sistemiche:
• E’ importante tener conto della relazione tra gli elementi del sistema: cominciamo
con un lavoro personale – passiamo al sociale – torniamo al personale. Vi è una
continua interazione: io, in quanto individuo, ho influenza sul mio ambiente,
20
•
•
•
•
posso cambiarlo e il mio ambiente ha influenza su di me e può condizionarmi.
Ogni persona fa parte del sistema: io, come elemento del sistema – è importante
che ogni persona sia il soggetto di ciò che avviene. Per questo abbiamo fatto gli
esercizi. In questo modo, il punto di partenza è cambiato e lavoriamo partendo da
noi stessi.
Se capisco ciò che avviene in me quando percepisco una discriminazione, posso
capire quello che sentono gli altri nella stessa situazione.
Il lavoro ci ha socializzato tra noi. Gli apprendimenti sono venuti dopo che
ognuna ha parlato di sé.
Vi è un processo di costruzione collettiva.
4ª PARTE – a) COME OPERA LA DISCRIMINAZIONE? COSA LE PERMETTE DI PRODURSI E
DI MANIFESTARSI?
• Obiettivo: Riconoscere come opera la discriminazione a livello sociale (= dimensione
strutturale della discriminazione). Dopo aver lavorato sulla discriminazione a livello
personale, passiamo dal personale al sociale: come esseri umani, abbiamo una serie di
caratteristiche poiché, nascendo, abbiamo un’origine, un colore, un sesso, uno stato
sociale, una lingua, una cultura, ecc. In conseguenza qualsiasi discriminazione per una di
queste caratteristiche, inerenti all’essere umano, è una discriminazione strutturale di tutti gli
esseri umani.
Tecnica: Lavoro in gruppo – si riprende il lavoro di analisi per vedere come opera la
discriminazione a livello sociale.
Domanda: Come si stabilisce la discriminazione?
Le partecipanti hanno identificato vari elementi, tra cui:
- L’individualismo, la divisione, l’interesse personale
- Il fatto di confrontare le persone tra di loro
- Il fatto di minimizzare le persone discriminate
- Il fatto di trasformare le differenze in discriminazioni
- Il fatto di discreditare costantemente la categoria discriminata
- La ripetizione e la frequenza delle piccole cose che la rendono naturale
- Il silenzio, i gesti, l’indifferenza, l’intolleranza, la negazione
- La comunicazione non verbale,
- L’incoscienza culturale di quello che esiste
- La percezione soggettiva, l’immagine mentale che abbiamo e la realtà obbiettiva
- Il fatto che non esiste l’organizzazione per affrontare la negligenza, l’omissione
- Gli stereotipi trasmessi dai media sociali
Ogni gruppo indica le sue risposte su un tabellone e le presenta agli altri gruppi. Tutti i gruppi
hanno le stesse prime due domande. L’insieme dei fogli, in forma di petali, viene posto intorno al
cerchio in cui abbiamo messo i nostri ritratti disegnati durante la prima seduta. L’insieme forma un
fiore, con i nostri visi al centro e le nostre domande e risposte intorno.
¾ Prospettive sistemiche
• Ogni sistema deve essere considerato nella sua totalità, nella sua complessità e
bisogna tener conto delle proprie dinamiche.
21
4° PARTE – b) QUALI STRATEGIE INDIVIDUALI E COLLETTIVE ABBIAMO UTILIZZATO
NELLA NOSTRA ESPERIENZA E POSSIAMO UTILIZZARLE NEI NOSTRI
PROGETTI?
• Obiettivo: riconoscere la propria capacità di operare un cambiamento.
Tecnica: Lavoro in gruppo – identificare le strategie che abbiamo utilizzato
individualmente e socialmente per far fronte alla discriminazione.
Domande:
1. Con quali strategie individuali possiamo rispondere alle discriminazioni e farvi fronte?
2. Con quali strategie collettive?
3. Come sono avviate queste strategie nell’AIC?
Molte strategie sono state suggerite dalle partecipanti, tentiamo di classificarle per categorie.
* Strategie di resistenza passiva
- Negare la discriminazione (questo non esiste, non è grave,…)
- Evitarla (non mettersi nella situazione in cui può manifestarsi, evitare i luoghi, la gente …)
* Strategie di resistenza attiva
- Cercare di superarla (studiare, arricchissi …)
- Non lasciarsi affliggere (non fare attenzione, non tener conto …)
- Affermarsi (sapere che abbiamo del valore, essere fieri di quello che si è …)
Sono tutte strategie individuali; adoperandole rispondiamo a un fenomeno sociale con un
rimedio individuale. Per arrivare a un vero cambiamento, è necessario allargare le strategie che
usiamo e non utilizzare solo le nostre che sono individuali. Si tratta di passare da una esperienza
vissuta e dal lavoro individuale a strategie sociali che possono portare un cambiamento
strutturale.
* Strategie sociali per un cambiamento strutturale:
- Ascoltare e dialogare per affrontare la discriminazione, rimetterla in discussione in
modo esplicito nei nostri spazi e a livello sociale.
- Solidarizzarci (difendere i diritti dell’Uomo, prendere pubblicamente posizione, creare
spazi di scambio e di empowerment soprattutto per le donne, per paragonare i
problemi, unire gli sforzi, trovare soluzioni).
- Finirla con la cultura discriminante attraverso l’educazione ai valori, l’educazione al
rispetto.
* Strategie in seno all’AIC
- Organizzarci e coordinarci per combattere la discriminazione: azioni politiche e di
pressione, prevenzione, lavoro in rete …
- Rinforzare le rappresentanze a tutti i livelli, coinvolgere le istituzioni, le autorità.
- Denunciare e annunciare, utilizzando i media e le tecnologie, difendere la verità.
- Vivere e diffondere i valori evangelici, la preghiera.
- Rinforzare le capacità e la formazione AIC per il cambiamento.
- Mettere le qualità di ogni volontaria al servizio del gruppo
- Essere aperte per vedere la realtà con un’altra logica.
¾ Prospettive sistemiche
• Per realizzare un cambiamento non si può fare attenzione ad un solo aspetto
della situazione di povertà (strategie individuali), e bisogna occuparsi anche del
lato sociale del problema. Le due dimensioni non possono essere separate se si
vuole arrivare al cambiamento.
22
• Ogni sistema cerca di mantenersi in equilibrio ed è per questo che sorgono
strategie per rispondere alla discriminazione.
• Le strategie proposte mostrano che, per cambiare, bisogna lavorare in modo unito
e coinvolgere tutti gli attori del sistema sociale.
• La molteplicità delle strategie suggerite ci insegna che il Cambio Sistemico non
esclude nulla né nessuno, disponiamo di mezzi e di fonti di informazione
• Non è ciò che facciamo che conta ma come lo facciamo.
NOI, VOLONTARIE DELL’AIC, CAMBIAMO; E IL MONDO CAMBIERA’
CONCLUSIONI
Con l’applicazione delle Linee Operative i membri dell’AIC si impegnano a
RINFORZARE LE LORO RISPOSTE ALLA POVERTA’ DELLE DONNE
Il lavoro che abbiamo realizzato sulla discriminazione ci permette di approfondire la
lettura delle Linee Operative e di riorganizzarle per mettere in evidenza i tre livelli di
cambiamento personale, in seno all’AIC, nella società. Troverete i cambiamenti in corsivo.
L’importante è di essere coscienti che le tre Linee Operative
non possono essere separate
se vogliamo che si operi un cambiamento, bisogna impegnarsi ad applicarle
simultaneamente
23
LE LINEE OPERATIVE DELL’AIC 2009 – 2011
Convinte
• Che vi è una interazione tra le culture e le povertà delle donne;
• Che tutte le culture possono evolversi;
• Che affinché le situazioni cambino, bisogna che le persone cambino
I Gruppi AIC si impegnano a
1. PROMUOVERE UN CAMBIAMENTO PERSONALE E UNA PRESA DI
RESPONSABILITA’
Con la convinzione che:
• Ogni volontaria può cambiare il suo modo di vedere e di fare;
• Ogni cambiamento deve partire dalla persona e dalla presa di coscienza della sua
situazione;
• Ogni donna può trovare in sé le risorse per costruire il suo progetto di vita;
• Ogni donna ha la capacità di evolvere e di far evolvere la sua cultura;
2. IN SENO ALL’AIC RINFORZARE LE RISPOSTE ALLE POVERTA’ DELLE DONNE
Con:
• La creazione e lo sviluppo di tempi di parola per mettere in comune i problemi, unire
gli sforzi, trovare le soluzioni;
• L’educazione a un migliore equilibrio dei ruoli tra uomini e donne;
• La formazione ai diritti umani, soprattutto quelli delle donne, e alla loro difesa, e la
formazione all’azione politica per l’applicazione delle leggi in favore delle donne;
3. NELLA SOCIETA’ TUTTA INTERA, RESPONSABILIZZARE LE PERSONE E GLI
ORGANISMI
Rinforzando:
• Il lavoro in rete mirando alla promozione della donna;
• Le azioni di pressione per un coinvolgimentro responsabile della società;
• Una sensibilizzazione dei media per promuovere la dignità della donna.
Riaffermando i valori che sostengono l’azione dell’AIC.
•
•
•
•
Il rispetto della dignità delle donne;
La solidarietà tra le donne;
Il rafforzamento del senso della famiglia;
Una formazione a una spiritualità vincenziana profonda e vissuta.
24
SCHEDE TECNICHE
DOMENICA:
OBIETTIVI
SO
GG
ET
TO
INTRODUZIONE
•
Le partecipanti
prendono visione del
piano di lavoro e della
logica del lavoro
TECNICA
Presentazione
PROCEDURA
•
Spiegazione del piano di lavoro per una giornata e mezza e proposta a tutte le partecipanti di esplorare nuovi
metodi di apprendimento e di iniziare un processo di costruzione collettiva con tecniche diverse
DURATA
10’
MATERIALE
Mappa della
giornata e
mezza
RESPON
SABILI
Nicola
→(15 :40)
•
•
PRESA DI COSCIENZA PERSONALE COME.DONNA
15:30 – 19:30
•
Ogni partecipante si
considera come il punto
di partenza del processo
di costruzione
Ogni donna accetta
l’idea di essere capace
di auto-costruirsi e di
contribuire allo sviluppo
delle donne
Ognuna di esse
riconosce la forza
dell’articolazione e
dell’interrelazione tra le
donne
Io, come donna
•
•
•
Le partecipanti si mettono comode, chiudono gli occhi e si rilassano;
Viene letto un testo mentre hanno gli occhi chiusi e si ricordano delle esperienze di vita legate alla loro presa di
coscienza, al loro superamento di sé e al loro progresso;
Tutte aprono gli occhi e fanno un disegno in rapporto a quello che hanno provato
5’
10’
Testo
Fogli
Marcatori di
colore
Nicola
Fogli
Carta
Marcatori di
colori
Nicola
20’
→(16:15)
Lavoro di
gruppo
•
•
•
•
Formazione di gruppi di 5 persone riunendo le persone più vicine l’una all’altra e messa in comune dei disegni
Ogni gruppo tira delle conclusioni scritte riguardanti
o
Quello che ha provato
o
Quello che ha permesso il cambiamento (presa di coscienza, mezzi personali)
o
L’evoluzione personale e sociale, partendo dalle esperienze scambiate
Si formano gruppi più grandi (20 persone) riunendo 4 gruppi di 5 persone
Messa in comune dei risultati di ogni gruppo e sintesi finale.
20’
20’
20’
→(17:15)
Plenaria
•
•
Autoritratto
•
•
•
PAUSA
Ogni gruppo espone le sue conclusioni
Il conduttore esprime una riflessione generale sui fatti, le loro implicazioni, lo scopo sistemico del lavoro e la
loro relazione con le Linee Operative dell’AIC
Ogni partecipante disegna il suo autoritratto su un disco di carta
Su un cartone ognuna scrive una frase (positiva) su ciò di cui è fiera
Ognuna legge rapidamente la sua frase (2 o 3 microfoni disponibili), depone il suo autoritratto su un grande
disco di carta (cuore del fiore) e il cartone con la sua frase sul simbolo gigante «AIC» già pronto. Alla fine il
fiore e il cartone gigante sono appesi al muro.
25
20’ →(17:35)
Conduttrici
e Nicola
60’
20’
→(18:55)
10’
5’
20’
→(19:30)
Dischi di carta
Marcatori di
colore
Nicola e 2
o3
collabora
trici
LUNEDI’:
COSCIENZA SOCIALE VISTA DALLE DONNE
INTRODUZIONE
SOG
GET
TO
9:00 – 12:00 (12:30)
OBIETTIVI
TECNICA
PROCEDURA
•
Le partecipanti
ricordano le attività
del giorno precedente
focalizzandosi sul
genere
Presentazione
•
Una persona riassume le attività del giorno precedente
•
Le partecipanti si
riconoscono
attraverso diversi
elementi
identificativi nella
loro pluri-dimensione
sociale
Identificano i
meccanismi sociali di
discriminazione e il
loro impatto
personale e sociale
Ogni donna
riconosce la
dimensione
strutturale della
discriminazione ed è
capace di agire per
indurre al
cambiamento
Gruppi di
lavoro
•
•
Il gruppo si alza e si divide secondo criteri nati da varie categorie nominate dal conduttore
Quando i gruppi sono formati, si verifica il nome/identità di ogni gruppo che, se necessario, si riformano. I
gruppi si formano secondo:
o
Il continente
o
La lingua madre
o
Il colore degli occhi
o
L’età
o
Il colore della pelle
Plenaria
•
Dialogo tra le partecipanti e il conduttore per commentare brevemente la tecnica
La
discriminazione
•
Il conduttore chiede a tutte le persone del gruppo di lasciare il loro materiale da parte, di spegnere i cellulari
e di andare da una parte della sala
Commenta la serietà e l’intensità della tecnica e il rispetto necessario per il suo buon funzionamento
Spiega il processo di andirivieni via via che si annunciano le categorie
Per applicare questa tecnica, le categorie vengono nominate una a una
DURATA
MATERIALE
RESPON
SABILI
Conduttrici
10’
→(9:10)
•
•
•
•
•
Gruppi di
lavoro
•
•
•
I gruppi di lavoro si formano (6-7 gruppi di 20 persone circa) in un posto definito
Ogni gruppi sviluppa il suo meccanismo di socializzazione, una riflessione e la sua posizione (basandosi
sugli orientamenti su cui ha lavorato la sera prima)
La sessione termina con un abbraccio di gruppo
26
Nicola
20’
→(10:10)
Nicola
5’
Nicola
35’
→(10:50)
5’
60’
(90’)
5’
→(12:00)
→(12:30)
Guide
Nicola e le
conduttrici
volontarie
per 2 o 3
LUNEDI’: 15:30 – 19:30
OBIETTIVI
COSCIENZA SOCIALE VISTA DALLE DONNE
INTRODUZIONE
SOG
GET
TO
TECNICA
PROCEDURE
•
Le partecipanti
ricordano le attività
del mattino
concentrandosi sulla
trasformazione
Presentazione
meditazione
•
Il conduttore inizia con una introduzione sulla dinamica utilizzata durante la mattina, parla del lavoro di gruppo,
del significato della dinamica, del dolore personale e sociale percepito durante l’esercizio, della loro
implicazione, dell’obiettivo del lavoro e della sua relazione con le Linee Operative dell’AIC. Poi orienta il
lavoro del pomeriggio a seconda che le partecipanti abbiano superato o meno questa situazione.
•
Le partecipanti si
riconoscono
attraverso vari
elementi
identificativi nella
loro pluri-dimensione
sociale
Esse identificano i
meccanismi sociali di
discriminazione e il
loro impatto
personale e sociale
Ogni donna
riconosce la
dimensione
strutturale della
discriminazione ed è
capace di agire per
indurre il
cambiamento
Lavoro di
gruppo
•
Ogni gruppo intraprende un lavoro di analisi e identifica le risposte alle tre domande
o
Come opera la discriminazione?
o
Quali sono le strategie che possiamo utilizzare o che utilizziamo per sradicarla?
(Scrivete le vostre conclusioni per le prime due domande sui fogli colorati)
o
Una delle sei seguenti domande (1 domanda diversa per gruppo)
ƒ
Come lavorare su questi elementi nei gruppi AIC? Come riprenderli o dar loro più peso?
ƒ
Come favorire le azioni di pressione perchè la società sia implicata in modo responsabile?
ƒ
Come questi elementi sono trattai dai media? Come possiamo influenzarli?
ƒ
Come possiamo fare perchè le donne ne siano coscienti e come creare nei gruppi AIC
condizioni migliori per favorire il loro sviluppo?
ƒ
Come possiamo promuovere la solidarietà tra le donne affinché agiscano insieme sia in
gruppo che a livello sociale?
ƒ
Qual è il ruolo personale che ogni volontaria può avere nel gruppo e nella società per
contribuire al Cambiamento?
(Scrivete la risposta alla vostra domanda su un petalo del fiore preparato per l’occasione)
•
•
Plenaria
•
•
Plenaria
•
•
•
Ogni gruppo presenta agli altri le risposte alle prime due domande (discriminazione) e le scrive su due petali del
fiore bianco.
Commenti.
PAUSA
Un gruppo alla volta presenta il suo lavoro, lo commentiamo, migliorandolo se occorre
Incolla il suo petalo accanto al cuore del fiore
Il fiore è completato e appeso quando è completo
DURATA
MATERIALE
Nicola
15’
→(15:45)
40’
RESPON
SABILI
Cartoni colorati
Petali di fiore di
carta
Nicola e le
conduttrici
volontarie
per 2 o 3
30’
→(16:55)
30’
Nicola
→(17:25)
20’ →(17:45)
45’
→(18:30)
Presentazione e
dialogo
•
•
Il conduttore esprime una riflessione generale sul lavoro fatto durante la giornata e mezza, utilizza un grafico
Power Point per presentare i processi di trasformazione cosciente e commenta le loro relazioni con le Linee
Operative e il lavoro dell’AIC.
Discussione con le partecipanti.
27
30’
15’
→(19:15)
Nicola
VALUTAZIONE
I volti
•
•
•
Tutte le partecipanti valutano la sessione (una giornata e mezza) sulla base dei criteri di valutazione, con l’aiuto
di emozioni e mettendo una croce nel riquadro di ogni criterio riempito.
Criteri di valutazione:
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L’ambiente
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La metodologia
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L’utilità (sarà utile in seguito?)
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La partecipazione (la mia, non quella delle altre)
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L’apprendimento (cosa ho imparato?)
Discussione
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15’
→(19:30)
Nicola
24 e 25 febbraio 2009
RIUNIONE DELLE PRESIDENTI NAZIONALI
DELLE ASSOCIAZIONI MEMBRI DELL’AIC
Ordine del giorno
Martedì 24 febbraio
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Presentazione del rapporto di attività dell’AIC e del Bureau Executif
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Presentazione delle candidate al Bureau Executif
Ogni candidata
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Reclutamento di nuove volontarie: Tavola rotonda
Agnès Dandois, Segretaria generale
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Documenti di formazione delle associazioni: scambi di buone pratiche
Laurence de la Brosse, vice alla Presidenza
Mercoledì 25 febbraio – mattino
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Politica di ricerca fondi per l’AIC e le associazioni nazionali
Christine de Cambray, Tesoriera
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Celebrazione del 350° anniversario della morte di San Vincenzo de’ Paoli
P. Manuel Ginete, Assistente internazionale
M. Eugenia Magallanes, Rappresentante AIC alla Famiglia
Vincenziana
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Progetti e gemellaggi
Natalie Monteza, Incaricata dei progetti
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Pagina Internet dell’AIC
Roseline Desguin, Incaricata del sito Internet dell’AIC
-
Rappresentazioni
Anne Sturm, Responsabile delle Rappresentazioni dell’AIC
Mercoledì 25 febbraio – pomeriggio
ASSEMBLEA STATUTARIA DELL’AIC
Il rapporto è nell’allegato 1
Verso le 21: Riunione delle associazioni per continente
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25 febbraio 2009
DISCORSO DI CHIUSURA
Marina Costa
L’Assemblea dell’AIC si conclude oggi.
“Cambiare il Mondo … le donne possono farlo”
Iniziamo ora una nuova tappa del nostro cammino di aiuto ai poveri, motivate da quello
che abbiamo potuto imparare le une dalle altre grazie alla diversità e alla ricchezza delle
nostre culture e delle nostre rispettive esperienze.
Questi ultimi giorni, con il lavoro collettivo, abbiamo rinforzato il legame e la collaborazione
che esisteva tra noi. Torniamo a casa più forti, grazie al sentimento di comunione che
abbiamo percepito. Questo sentimento è ancora più forte dell’amicizia, nasce da ideali
identici, da una missione comune, da esperienze condivise e sfide raccolte insieme.
Quello che ci unisce, è lo spirito di S. Vincemzo de’ Paoli e il senso di appartenenza
all’AIC e alla Famiglia Vincenziana.
Il primo giorno, con l’aiuto di Padre Maloney, abbiamo avviato una riflessione sui principi
della spiritualità di san Vincenzo, che ci hanno spinto a impegnarci in azioni di
cambiamento restando tuttavia fedeli alle idee dei nostri fondatori. Per fare questo,
abbiamo ricevuto dei mezzi concreti per indurre più facilmente il cambiamento.
Poi, abbiamo ricevuto una formazione affinché i nostri progetti di lotta contro la povertà
delle donne avessero una forza più grande di trasformazione, seguendo le Linee
Operative e applicando il Cambio Sistemico.
Vorrei sottolineare alcuni aspetti interessanti emersi dal nostro lavoro e che ci
permetteranno di guardare al futuro con coraggio e speranza.
La prima frase delle Linee Operative afferma che “vi è una interazione tra le culture e le
povertà delle donne”. La discriminazione è un elemento importante nell’interazione,
esiste in tutte le culture ed è una delle più grandi cause della povertà per le donne.
Durante il seminario, abbiamo utilizzato un procedimento di apprendimento collettivo per
capire come opera la discriminazione e per trovare come cambiare le situazioni
discriminanti che escludono e marginalizzano le donne.
• Le prime attività avevano lo scopo di insegnarci a costruire insieme e a riconoscere
la forza dell’articolazione e dell’interrelazione esistente tra le donne.
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Ora conosciamo il metodo e potremo applicarlo nei nostri gruppi. Potremo anche
fare delle azioni per incoraggiare le volontarie e i destinatari a partecipare. Potremo
così sviluppare degli spazi di scambio, unire le nostre forze e trovare
soluzioni stando sullo stesso piano di uguaglianza e capaci di avanzare insieme.
Questo permetterà alle volontarie di contribuire alla creazione di condizioni
favorevoli per lo sviluppo delle donne
• In seguito, abbiamo lavorato sul tema della discriminazione. La prima Linea
Operativa indica il bisogno di rispondere a certe discriminazioni importanti tra le
quali la ripartizione disuguale dei ruoli tra uomini e donne, il non rispetto dei
diritti umani, soprattutto dei diritti delle donne e le leggi discriminanti.
Partendo dalle nostre esperienze personali, abbiamo utilizzato delle dinamiche che
ci hanno fatto prendere coscienza della discriminazione strutturale presente nella
società. Ci hanno anche mostrato che molte di noi hanno già subito questa
discriminazione nel corso della loro vita. Tuttavia, alcune hanno affermato di non
esserne mai state oggetto personalmente. In realtà, non è possibile nella nostra
società attuale, vi sono dei tipi di discriminazione che ci toccano meno perché
abbiamo la capacità e la forza di reagire. Ma i poveri sono legioni, molte donne non
hanno dunque la forza e la stima di sé necessarie per poter reagire. Di
conseguenza, si lasciano opprimere, umiliare, discriminare. Per aiutarle, dobbiamo
capire come operano le strutture discriminanti e impegnarci a cambiarle. Se
ignoriamo o vinciamo la discriminazione perché abbiamo le risorse o la forza per
farlo, è che rispondiamo alla discriminazione strutturale con mezzi individuali.
Questo comportamento non condurrà né a un cambiamento delle strutture
discriminanti né a un cambiamento della situazione di povertà delle donne.
• Partendo dalla nostra esperienza personale di lotta contro la discriminazione,
abbiamo proposto una strategia per cambiare i meccanismi di discriminazione che
generano e aumentano la povertà delle donne. Dobbiamo riconoscere la
discriminazione, confrontarci con essa, solidarizzarci, organizzarci e lavorare
insieme per combatterla. Ogni membro dell’AIC può contribuire alla creazione
di condizioni favorevoli allo sviluppo delle donne.
• La moltitudine delle strategie proposte ci dimostra che il Cambio Sistemico non
esclude niente e nessuno, disponiamo di mezzi e di fonti di informazione. Ogni
donna, volontaria o destinataria, può trovare in sé i mezzi necessari per costruire il
suo progetto di vita.
• Quello che importa non è quello che facciamo, ma come lo facciamo. Tutti i progetti,
anche i più urgenti, o quelli che hanno bisogno di una attenzione prioritaria,
possono essere trasformatori. Questo dipende dal modo in cui li avviamo.
Possiamo, per esempio, dare cibo, indumenti, organizzare laboratori di formazione,
aprire scuole o ancora concedere microcrediti, l’importante è non focalizzarsi
unicamente sull’attenzione personale. Bisogna considerare il sistema nella sua
integrità e capire quello che possiamo fare per arrivare a un cambiamento sociale.
Come? Incoraggiando il lavoro in rete, le azioni di pressione per coinvolgere
la società, la sensibilizzazione e l’utilizzo di mezzi di comunicazione per
promuovere la dignità della donna.
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• Durante le attività, non abbiamo mai smesso di passare dalla sfera personale alla
sfera sociale e viceversa. E’ emerso chiaramente che questi due livelli vanno di pari
passo: per noi che viviamo e agiamo tutti in una stessa società. Esistono
simultaneamente dimensioni diverse e i vari sistemi interagiscono: le persone
cambiano quando il mondo cambia e il mondo cambia anch’esso se le persone
cambiano. Non sono dunque le cose che cambiano ma la gente.
Questa interazione è cruciale per le Linee Operative dell’AIC perché esse formano un
sistema. Per arrivare a un cambiamento non bisogna considerarle come parti distinte, ma
piuttosto come “il sistema tutto intero delle Linee Operative” e applicarle tutte insieme.
Ecco per me i punti che mi sembrano essenziali. Sono certa che ognuna di voi ne avrà
scoperti altri, che saranno utili per rinforzare le risposte alle povertà delle donne e
continuare ad andare avanti
Da quando sono entrata nel Bureau Executif internazionale, l’AIC ha progredito molto. Si è
evoluta con il nostro tempo e ha capito che i bisogni cambiano. L’AIC è sempre restata
fedele al progetto di san Vincenzo, progetto audace e creativo poiché ci ha fatto prendere
altre vie e aver fede in ogni essere umano, soprattutto le donne, affinché diventassero
padrone del loro avvenire.
La Presidente internazionale e il Bureau Executif appena eletti hanno ora il compito di
continuare la missione dell’AIC in questi tempi difficili, in un contesto di crisi mondiale sia
sul piano economico che culturale e morale. E’ una grande sfida perché il modello di
sviluppo dominante ci interpella.
San Vincenzo affermava che bisogna sempre prepararsi ad ogni tipo di avvenimento per
essere capaci di trarre vantaggio per i poveri da qualsiasi situazione, persino le situazioni
avverse.
Sappiamo per certo che l’AIC, da sola, non può superare questi considerevoli problemi.
Tuttavia può cooperare sul piano sociale e concentrare tutte le sue forze a livello mondiale
grazie all’aiuto di tutte le donne che desiderano cambiare la situazione, che siano
volontarie o destinatarie. Può collaborare per ottenere nuove libertà, una giustizia sociale,
dei diritti e la possibilità di costruire il suo avvenire.
Durante gli anni in cui sono stata presidente dell’AIC con dedizione, convinzione e
passione, ero perfettamente cosciente che potevo contare su ciascuna di voi. Grazie per
tutto quello che mi avete insegnato. Voi, le volontarie e le vostre esperienze,
rappresentate per l’AIC una sorgente inesauribile di motivazioni e di creatività. E’ la vostra
disponibilità e la vostra capacità a impegnarvi che ci permette di andare avanti.
Non mi congratulerò né con Laurence che è stata appena eletta Presidente, né con i nuovi
membri del Bureau Executif perché essere alla testa dell’AIC non è un onore ma un
servizio. Tuttavia vorrei ringraziarle, a nome di noi tutte, di aver accettato questo compito e
auguro loro di avere sempre in loro la forza, il dinamismo e il sapere per continuare a
raccogliere le sfide che il Mondo e la povertà non smettono di presentarci.
Spero che non vi abituerete mai alle ingiustizie e che non avrete paura di continuare a
sognare poiché è il primo passo verso il cambiamento.
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Il 27 settembre 2009 avrà luogo la celebrazione del 350° anniversario della morte di S.
Vincenzo e di S. Luisa, è un momento importante per riflettere sulle nostre origini e sul
cammino che abbiamo percorso restando fedeli alla missione che ci avevano affidato.
Sull’argomento di questa celebrazione, permettetemi di concludere con una citazione di
Papa Giovanni Paolo II:
“Non dovete solo ricordare e raccontare una storia gloriosa, ma avete da
costruire una grande storia! Guardate verso l’avvenire, dove lo Spirito vi
invia per fare ancora con voi grandi cose”.
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MESSAGGIO DELLA NUOVA PRESIDENTE DELL’AIC
Laurence de la Brosse
Presidente internazionale
Care Amiche dell’AIC,
Prima di tutto, vorrei esprimervi i miei ringraziamenti.
Vi ringrazio di avermi dato fiducia oggi e spero di esserne degna durante tutta la missione
che mi è stata affidata.
Siate certe che concentrerò i miei sforzi per rispondere alle vostre attese ma, per farlo,
conto sulla vostra collaborazione.
Conto più particolarmente sui membri del Bureau Executif eletto oggi, sulle Presidenti
nazionali, sui membri del Segretariato, sulle consigliere, sulle mie collaboratrici e sulle
interpreti.
Vorrei esprimere la mia profonda riconoscenza per il lavoro effettuato dalle ex presidenti
fino ad ora. Devo dire che ho la grande fortuna di conoscerle personalmente: Claire,
Geneviève, Dilde, Patty, Anne e Marina.
Vorrei ringraziare particolarmente Anne e Marina, perché hanno condiviso con me le loro
conoscenze dell’AIC e mi hanno dato la loro amicizia. So che posso contare su di loro.
Mi sento veramente come un anello della catena che formiamo tutte in seno all’AIC.
L’AIC oggi è il risultato di tutte le azioni intraprese da TUTTE le volontarie, di TUTTI i
continenti, a TUTTI i livelli, dopo TUTTI questi anni, da che san Vincenzo ci ha mostrato la
via da seguire.
Oggi, l’AIC conta più di 200.000 volontarie nel mondo: siamo una vera forza su cui i poveri
possono contare. Continuiamo!
Cerchiamo di fare ancora meglio nel 2009. La sfida da raccogliere è ancora più difficile in
questo contesto di crisi mondiale.
Insieme, in seno all’AIC, dobbiamo resistere ai valori del mondo attuale: il materialismo,
l’avidità senza limiti, lo sfruttamento dei più poveri, la corruzione, ecc.
Dobbiamo lottare contro la legge del più forte, come ce lo dice il Vangelo.
In questo mondo in piena tormenta, l’AIC deve mantenere la rotta: bisogna difendere con
anima e corpo i nostri valori di sempre: la solidarietà, l’aiuto spirituale, la giustizia, la
condivisione, ecc.
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Siamo una associazione di donne che aiutano i più poveri ma anche le donne. Le aiutiamo
a sentirsi fiere di sé, a stabilire relazioni soddisfacenti.
Le aiutiamo a prendere in mano la loro vita. Le Incoraggiamo ad essere più presenti nelle
istanze pubbliche locali, regionali e nazionali: la voce delle donne deve essere udita!
Lo sappiamo tutte, questa crisi mondiale tocca per primi i più deboli e le situazioni precarie
si moltiplicano.
Parallelamente, i doni sono sempre più rari perché le imprese, i governi ed i privati
mettono meno facilmente la mano al portafoglio in tempo di crisi.
Dobbiamo raccogliere ANCHE questa sfida, perché è indispensabile trovare i fondi
necessari ai progetti e alla formazione delle volontarie. L’AIC conta attualmente 16.000
progetti distribuiti in tutto il mondo. Dobbiamo incoraggiare e sostenere questi progetti se
non vogliamo rovinare la speranza di migliaia di persone.
Di conseguenza cosa fare concretamente per condurre a buon fine questa
missione?
1. Intraprendere azioni che conducano a un vero cambiamento sociale: durante
questa assemblea, abbiamo capito che affinché le situazioni cambino, occorre che
le persone cambino, a cominciare da noi, ed è un processo senza fine.
Dobbiamo trasmettere alle nostre rispettive associazioni quello che abbiamo vissuto
qui insieme. Il prossimo quaderno di formazione proporrà loro una messa in pratica
di questa esperienza.
Dobbiamo anche sviluppare una politica di ricerca fondi: abbiamo preso coscienza
che è urgente, se l’AIC vuole continuare a sostenere i progetti e le formazioni.
Questa politica dovrà essere messa a punto a tutti i livelli nello stesso tempo
(locale, nazionale e internazionale) e avrà il vantaggio di migliorare la visibilità
dell’AIC, di interpellare nuove volontarie e rinforzare la fierezza di appartenere
all’AIC.
2. Prevedere il calendario delle visite effettuate dai membri del Bureau Executif
Le Presidenti con cui ho potuto parlare hanno sottolineato l’importanza di queste
visite perché le volontarie si sentano membri dell’AIC. Il Bureau Executif si riunirà
nei prossimi tre giorni per stabilire il programma delle visite.
3. Infine vorrei dire che il pellegrinaggio a Nostra Signora di Guadalupe è stato un
momento chiave per ognuna di noi.
Con l’aiuto della Vergine Maria abbiamo rinnovato il nostro impegno, certe che “ci
da, ci concede il suo amore, il suo aiuto e la sua protezione”.
Di fronte a questo impegno, dobbiamo anche raccogliere un’altra sfida: come può il
nostro servizio essere “spirituale e corporale” ai giorni nostri?
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Come essere la scintilla per i nostri contemporanei alla ricerca del senso della loro
vita?
Come proporre un servizio completo alle persone come ce lo ha ricordato il Padre
Maloney?
Per concludere, seguiamo la via che ci ha proposto il nostro Papa Benedetto XVI, nel suo
discorso del 1° gennaio 2009:
Mettiamo i poveri in primo piano e, con tenacia, mondializziamo la solidarietà.
Sì, è la cultura dell’AIC!
Sì, cambiare il Mondo, le donne possono farlo!
Sì, cambiamo e il Mondo cambierà!
Viva l’AIC!
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