rilevanza e prospettive dei sistemi zootecnici
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B. RONCHI (*) RILEVANZA E PROSPETTIVE DEI SISTEMI ZOOTECNICI SILVOPASTORALI (*) Dipartimento di Produzioni Animali, Università degli Studi della Tuscia, Viterbo I sistemi silvopastorali rivestono un ruolo importante in molte aree geografiche, sia per le funzioni produttive e di sostegno alle popolazioni rurali, sia per le implicazioni di carattere ambientale. Le attività silvopastorali diffuse nei paesi di area Mediterranea sono spesso all’origine di problemi di degrado ambientale, ma forniscono anche contributi interessanti per il mantenimento della biodiversità e per la diversificazione e caratterizzazione delle produzioni animali. Le prospettive di sviluppo appaiono differenziate in rapporto alle componenti del contesto ambientale e legate a provvedimenti normativi e tecnici. I futuri modelli di gestione dovranno essere sempre più orientati verso criteri di sostenibilità e multifunzionalità, con integrazione e responsabilizzazione delle diverse componenti ambientali e produttive. Parole chiave: sistemi silvopastorali, produzioni animali, sostenibilità. Key words: silvopastoral systems, animal productions, sustainability. Mots clés: systèmes sylvopastoraux, élevage, durabilité agro-écologique. 1. INTRODUZIONE 2. LO STATO DELLA RICERCA SUI SISTEMI SILVOPASTORALI Intorno alla questione dell’utilizzazione di aree boschive per finalità zootecniche si è sviluppato nel corso degli anni un ampio dibattito, che ha portato alla affermazione di linee di pensiero diverse e spesso contrapposte, con ricadute su aspetti normativi, sociali ed economici. Nella presente relazione il tema “pascolo nel bosco” viene inquadrato all’interno del tema più ampio dei “sistemi silvopastorali”, che comprende non soltanto la pratica tradizionale di pascolamento di erbivori in aree forestali, ma anche altre tecniche di interesse economico ed ecologico che prevedono interventi di forestazione o riforestazione in aree pascolo prive di vegetazione arbustiva ed arborea. Tali aspetti non verranno tuttavia affrontati nella trattazione. I sistemi silvopastorali sono caratterizzati dalla messa in atto di un insieme di pratiche di uso delle risorse naturali del territorio, per diverse finalità e con profonde interazioni ecologiche ed economiche tra le diverse componenti (McAdam, 2004). I sistemi silvopastorali combinano, in un disegno gestionale di tipo unitario, obiettivi produttivi forestali di medio-lungo periodo con obiettivi produttivi zootecnici di corto periodo. Tre principali tipi di sistemi silvopastorali possono essere individuati (Murgueitio, 2006): - sistemi nei quali viene esercitato il pascolo permanente o stagionale in aree boschive; - sistemi nei quali viene introdotta e/o migliorata la produzione di foraggio all’interno di piantagioni forestali; - sistemi nei quali alberi ed arbusti vengono mantenuti o introdotti in aree pascolo. I sistemi silvopastorali rivestono una grande importanza a livello mondiale, come evidenziato da atti internazionali, come i documenti di Rio (convenzioni sulla diversità biologica, sui cambiamenti climatici, sulla lotta alla desertificazione e sullo sviluppo ambientale). In Agenda 21 della suddetta convenzione i sistemi silvopastorali sono ricordati come un modello di gestione sostenibile del territorio. Obiettivo principale della trattazione è di delineare il significato attuale dei sistemi silvopastorali, con particolare riferimento a quelli diffusi in paesi dell’area Mediterranea, e di delineare ipotesi per linee di sviluppo sostenibile. 2.1 Gli effetti negativi sull’ambiente, con riferimento all’area Mediterranea Occorre in premessa evidenziare che, pur in presenza di una notevole e crescente attività di ricerca sui sistemi silvopastorali, i risultati sperimentali disponibili non sono facilmente confrontabili tra loro, in quanto derivanti da studi in condizioni stazionali a volte profondamente diverse, influenzate da un complesso di fattori che include il clima, le specie animali ed il loro carico, le vicende pregresse legate alla utilizzazione delle risorse, gli interventi umani. Il paesaggio rurale del bacino Mediterraneo è profondamente segnato dalle attività agrosilvopastorali, che hanno contribuito alla creazione di un mosaico di ecosistemi (Di Castri, 1981). I sistemi di allevamento a carattere estensivo che si riscontrano nelle aree mediterranee sono ritenuti responsabili di fenomeni di degrado ambientale, quali deforestazione e desertificazione (Tabella 1). Tali fenomeni sono determinati da una serie di condizioni interagenti (Tsoumis, 1985; Pulina et al., 1998; Mayer et al., 2005): - il permanere del bestiame al pascolo anche nel periodo invernale; - l’accrescersi delle dimensioni delle mandrie o del gregge per ragioni di sostenibilità economica; - la marginalità fisica delle aree utilizzate per il pascolamento, prevalentemente collinari e montane, con scarso spessore di suolo e vasti affioramenti rocciosi; - dalle scarse ed irregolari precipitazioni e dalla scarsa disponibilità di punti d’acqua; - dalla presenza di aree pubbliche con uso civico di pascolamento, ove è difficile mettere in atto sistemi razionali di gestione; - gli incoraggiamenti forniti dalla Comunità Europea, prima dell’entrata in vigore di Agenda 2000, ad aumentare la numerosità dei capi allevati. In merito alla questione delle aree gravate da uso civico, se da una parte viene riconosciuto che la presenza di forme di gestione pubblica delle aree pascolive e boschive ha fornito in passato e continua a fornire ancora oggi un contributo di rilievo per l’economia locale, altrettanto evidenti sono i fenomeni di degrado legati alla non corretta gestione - 366 - del bene pubblico da parte di amministratori e di utenti. E’ utile citare a questo proposito un passaggio tratto da The tragedy of the commons (Hardin, 1968), che mette in luce una profonda modifica del controllo sociale nella gestione del territorio, con predominanza delle strategie individuali: “Each man is locked into a system that compels him to increase his herd without limit – in a world that is limited”. La pratica degli incendi fa parte integrante dei sistemi silvopastorali presenti nelle aree mediterranea (Margaris, 1992). Non infrequentemente sovrapascolamento ed incendi sono strettamente collegati, riscontrabili soprattutto in terre pubbliche. La pratica dell’incendio viene vista come un sistema utile per espandere le aree di pascolo a danno della superficie boscata, per limitare l’espandersi dei cespugli e per combattere la diffusione di componenti erbacee infestanti. I risultati di questa pratica storica, osservabili in molte aree collinari e montane dell’Italia centromeridionale ed insulare utilizzate per l’allevamento dei piccoli ruminanti, dimostrano effetti del tutto opposti agli obiettivi fissati. Occorre tuttavia evidenziare che elementi estranei alla gestione pastorale vengono spesso chiamati in causa, rendendo il fenomeno degli incendi boschivi estremamente complesso. 2.2 Gli effetti positivi sull’ambiente Se da una parte non ci sono dubbi sugli effetti deleteri del carico eccessivo di bestiame e della mancanza di interventi gestionali, esistono numerosi riscontri sperimentali di effetti positivi della presenza del bestiame nei boschi (Tabella 1). Molte aree montane europee hanno fatto esperienza negli ultimi decenni di un progressivo abbandono delle pratiche agricole e zootecniche, fino allo spopolamento. La scomparsa di forme di utilizzazione delle risorse foraggiere e di gestione del territorio ha determinato profonde variazioni a carico della architettura e della fisionomia del paesaggio, con riduzione di alcune componenti del mosaico, degrado delle aree pascolo con invasione di alberi ed arbusti e perdita di biodiversità (Piussi e Farrel 2000). Diversi autori hanno dimostrato che il pascolamento condotto ad un livello intermedio di pressione permette di potenziare la biodiversità nelle sue diverse componenti (Smart et al., 1985; Giurga et al., 1998; Rambo e Faeth, 1999). I sistemi di allevamento a carattere estensivo sono considerati uno strumento utile per modulare la forte dinamica della vegetazione verso lo sviluppo e l’invasione delle aree pascolo da parte di specie arbustive (Casasus et al., 2003) e di migliorare la fertilità dei suoli (Smit e Kooijman, 2001). Se adeguatamente impostato e gestito, il pascolamento del bestiame può essere un utile strumento sia per mantenere l’integrità del paesaggio, sia per la prevenzione degli incendi (Perez, 2002). Numerose sperimentazioni hanno dimostrato che il pascolamento con erbivori domestici, quali ovini e caprini (Bellon e Roggero, 1997), può essere utile per ridurre la biomassa erbacea ed arbustiva che costituisce un potente combustibile nei periodi estivi. Ciò può apparire, come è stato evidenziato da alcuni autori, elemento contraddittorio e provocatorio se confrontato con un contesto di storia delle attività silvopastorali nell’area Mediterranea, segnato da una tendenza dei pastori ad utilizzare la pratica dell’incendio come sistema di rinnovamento delle aree pascolo (Flamant et al., 1999). Molte questioni rimangono tuttavia di difficile soluzione (Bernues et al., 2005), quali: il tipo di pascolo da utilizzare, le variazioni a carico della vegetazione a seguito del pascolamento, il tipo di animali e le modalità di gestione del pascolamento, la quantificazione dei vantaggi prevedibili sul piano ambientale e delle produzioni zootecniche. 2.3 Ricadute sull’allevamento estensivo Molte ricerche hanno affrontato il tema della stima della biomassa foraggiera disponibile per le esigenze dell’allevamento e la stima del potenziale valore nutrizionale (Papachristou et al., 2005; Argenti et al., 2006). I dati disponibili non sono facilmente generalizzabili, in quanto influenzati dalle specifiche formazioni, delle fasi vegetative e dell’influenza esercitata dalle condizioni ambientali. Un ulteriore elemento di complessità e variabilità è rappresentato dal fatto che la dieta di un erbivoro è in realtà costituita da un insieme di singole componenti foraggiere, che si combinano tra loro determinando effetti associativi solo in minima parte conosciuti. Molti dei composti rinvenibili nelle specie arbustive ed arboree sono classificati come fattori antinutrizionali, in quanto possiedono la capacità di interferire con alcuni processo digestivi e metabolici dell’animale, con effetti variabili in funzione della specie e della concentrazione nella dieta (Kumar e Singh, 1984; Mueller-Harvey e McAllan, 1992; Rosales e Gill, 1997). Va inoltre considerata l’interazione tra erbivori domestici e fauna selvatica, che non riguarda soltanto la competizione per risorse alimentari, ma anche la competizione per spazi vitali, così come possibilità di trasmissione reciproca di agenti di malattie parassitarie ed infettive (Kramer et al., 2006). I sistemi silvopastorali forniscono un contributo straordinario per il mantenimento e la salvaguardia della biodiversità animale, rappresentata da razze e popolazioni animali locali (Battaglini et al., 2006), nonché per la salvaguardia di prodotti di origine animale tradizionali, espressione di un forte legame tra genotipo, ambiente di allevamento e tecnica di lavorazione (Tabella 2). Il pascolamento nel bosco contribuisce ad arricchire e a migliorare alcune caratteristiche di composizione dei prodotti di origine animale, latte in modo particolare. Le componenti erbacee, arbustive ed arboree influenzano il profilo aromatico del latte e dei formaggi , agendo positivamente anche sul contenuto di alcune sostanze ritenute di grande interesse per la salute umana (Rubino e Chilliard, 2003). In aggiunta a ciò, i sistemi di allevamento a carattere estensivo sono riconducibile e qualificabili come sistemi di tipo biologico, concorrendo a soddisfare una crescente domanda di “naturalità” dei prodotti di origine animale (Ronchi e Nardone, 2003). 3. PROSPETTIVE DEI SISTEMI SILVOPASTORALI 3.1 Prospettive generali dei sistemi zootecnici a carattere estensivo L’evoluzione demografica del pianeta, unitamente alla crescita economica di paesi densamente popolati, determineranno per i prossimi decenni una forte richiesta di proteine di origine animale (Steinfeld et al., 2006). Tale domanda potrà essere soddisfatta soprattutto con l’ulteriore espansione di sistemi di allevamento a carattere intensivo, in particolare quello di specie avicole e di suini, così come dell’acquacoltura (Nardone, 2002). I sistemi di allevamen- - 367 - to a carattere estensivo, che attualmente concorrono solo in parte a livello mondiale all’offerta di prodotti di origine animale, avranno un peso sempre meno rilevante in futuro. Ciò sarà anche condizionato dall’evolversi delle condizioni climatiche e dall’influenza che il clima potrà esercitare nelle aree dove attualmente i sistemi silvopastorali sono molto sviluppati e concorrono a sostenere i bisogni delle popolazioni rurali (Toutain e Steinfeld, 2001). I sistemi silvopastorali tenderanno a ridursi ulteriormente nella maggior parte delle aree temperate dell’Europa, come risultato dell’abbandono delle aree montane, dell’intensificazione delle pratiche agrozootecniche, della scomparsa delle tradizionali forme di transumanza e della specializzazione delle colture forestali (Dupraz and Newman, 1997). Prospettive negative possono essere delineate anche per le attività silvopastorali in paesi di area Mediterranea, a causa dei bassi ritorni economici, della imprevedibilità dei risultati produttivi, delle difficoltà di interazione con strutture pubbliche deputate al governo del territorio e ai servizi sanitari, e della difficoltà di poter attingere a contributi integrativi, come precisato nel paragrafo seguente. 3.2 I sistemi silvopastorali nella normativa comunitaria e regionale La politica agricola della Comunità Europea è segnata negli ultimi anni da una serie di provvedimenti normativi rivolti a ridurre gli eccessi produttivi, a migliorare la redditività e l’efficienza produttiva degli imprenditori, a porre freno al fenomeno dell’abbandono delle aree rurali marginali e all’inquinamento delle aree rurali più favorevoli. In altri termini, la politica agricola comunitaria è rivolta a favorire un uso più sostenibile delle risorse naturali. Ciò appare ben evidente nel Regolamento del Consiglio (EC) N. 1698/2005, riguardante i supporti per lo sviluppo rurale a carico del fondo Europeo EAFRD (European Agricultural Fund for Rural Development) (EC, 2005). Il citato Regolamento riconosce all’uso multifunzionale delle aree boschive un ruolo fondamentale nello sviluppo rurale. Nel riconfermare il ruolo strategico di alcune misure agro-ambientali e dei sostegni per gli insediamenti in aree montane, il Regolamento introduce in modo evidente il concetto di sistemi agro-forestali, riconoscendo a questi “un alto valore ecologico e sociale derivante dalla combinazione dell’agricoltura estensiva e dei sistemi forestali”. L’attività agroforestale, e all’interno di essa il settore silvopastorale, potranno avere la giusta considerazione nell’ambito dei programmi europei per lo sviluppo agricolo. Sono tuttavia prevedibili ostacoli in fase attuativa legati ad una serie di fatti, quali: - la diffusa presenza di esercizio dell’attività silvopastorale in aree gravate da uso civico; - le incertezze di natura tecnica; - la scarsa attrattività delle misure previste. Le misure a sostegno dei sistemi silvopastorali dovrebbero essere rapportate al grado di impatto ambientale ed economico che essi sono in grado di sostenere, nonché ai vantaggi prodotti per gli operatori e per la comunità, che risultano di difficile valutazione, soprattutto nella fase “ex ante”. A seguito del trasferimento delle funzioni amministrative in materia forestale dallo Stato alle Regioni e Province autonome (L. n. 11 del 15/01/1972), gli Enti locali hanno provveduto a dotarsi di specifici atti normativi che, ispirati alle normative generali, si differenziano per finalità e strumenti (Tabella 3). 4. CONCLUSIONI Merita una menzione, come spunto per considerazioni conclusive quanto riportato in un trattato di Selvicoltura (Gori Montanelli, 1950) sul tema del coordinamento e della conciliazione fra bosco e pascolo: “Bosco e pascolo sono gli elementi sostanziali della produzione in montagna; il loro coordinamento, la loro convivenza, la loro alleanza, sono basi essenziali di un perfetto e razionale assetto dell’ordinamento produttivo montano”. Più recentemente, una delle principali conclusioni del congresso internazionale “Sivopastoralism and sustainable land management” fu che: “…lo sviluppo dei sistemi silvopastorali dovrebbe essere basato sulla conoscenza del complesso di tradizioni e delle modalità attuali di esercizio (considerando anche degli aspetti sociali e culturali), sulla valutazione delle specifiche dinamiche degli ecosistemi forestali, sugli effetti degli interventi umani sugli equilibri ambientali e sulla ricerca di modelli sostenibili di gestione multifunzionale del bosco” (Mosquera-Losada et al., 2005). Si rende necessario un approccio sistemico per la pianificazione e la gestione delle numerose componenti di natura ambientale, tecnica, sociale, economica e politica che interagiscono fortemente tra loro all’interno dei sistemi silvopastorali, come sottolineato nelle “Linee guida per la gestione silvopastorale nei parchi nazionali (Ciancio, 2008). Possibili linee di sviluppo futuro, differenziate per principali sistemi silvopastorali presenti in Italia, sono indicate in Tabella 4. L’alto livello di imprevedibilità riguardante gli ecosistemi montani implica necessariamente che la gestione debba essere responsabile, adattabile e flessibile, al fine di tenere conto della dinamica dei vari elementi e delle situazioni che si vengono creare (Bernues et al., 2005). Un processo di negoziazione e di cooperazione multilaterale può contribuire a delineare indirizzi condivisi e a ridurre i dissidi tra portatori di interessi diversi. - 368 - Significato Economico-produttivo sociale Effetti positivi Effetti negativi Produzioni animali, integrazione reddito Possibile riduzione ricavi da selvicoltura Disponibilità foraggi in periodi critici Scarsa digeribilità e valore nutrizionale Scarsa efficienza produttiva, perdite da fattori ambientali Pratica incontrollata dell’incrocio Difficoltà per normative sanitarie Carenza infrastrutture Riduzione benessere animale per cattiva gestione Riduzione biodiversità per sovrautilizzazione Desertificazione per sovrautilizzazione Inquinamento sorgenti Pratica abusiva incendi Spopolamento fauna Ritorni economici a breve e medio periodo Mantenimento razze locali Prodotti alimentari tradizionali e tipici Mantenimento insediamenti rurali Miglioramento benessere animale Mantenimento, potenziamento biodiversità Mantenimento paesaggio Fertilizzazione suoli Riduzione rischio incendi Controllo fauna selvatica Ambientale Tabella 1. Significato economico ed ambientale dei sistemi silvopastorali. Table 1. Economic and ecological values of silvopastoral systems. Tableau 1. Importance économique et environnementale des systèmes de sylviculture et d’élevage. Sistema Area Semiestensivo bovini alpini Pascoli e boschi montani arco alpino Estensivo bovini maremmani Macchia maremma toscana e laziale Estensivo bovini sardi Pascoli e boschi Sardegna Semiestensivo ovini da latte Pascoli collinari e montani aree meridionali ed insulari Semiestensivo bovini da carne Pascoli e boschi appenninici Estensivosemiestensivo Bovini Podolici Aree collinari e montane Meridionali Razze Principali Valdostana Piemontese Bruna Grigia Alpina Rendena Maremmana e incroci con bovini da carne Sarda e incroci con Bruna e Modicana Sarda Massese Sopravissana Gentile Romagnola Chianina Marchigiana Podolica Sarda Aurunci Semiestensivo caprino Garganica Derivata di Siria Maltese Calabrese Casertana Boschi aree collinari apEstensivo Cinta Senese Mora Romapenniniche, centromeridiosuino gnola nali ed insulari Nero Siciliano Sardo Pascoli e boschi appenniniAgricolo Estensivo equino ci Avelignese (* ) Alpeggio/monticazione estiva (**) Transumanza orizzontale Pascoli e boschi collinari meridionali ed insulari Tempo di permanenza Prodotti principali - Estate in aree alpine (*) - Primavera ed autunno in aree subalpine. -latte - formaggi tipici - carne Permanente carne Permanente -carne -formaggi tipici - Permanente - Estate (**) -formaggi tipici -carne Aprile-novembre (*) carne (IGP) -Permanente -Primavera Autunno (**) -formaggi tipici -carne Permanente Primavera-autunno (**) -formaggi tipici Permanente -carne -salumi tipici Permanente Carne Tabella. 2.Principali sistemi silvopastorali presenti in Italia. Table 2. Main silvopastoral systems in Italy. Tableau 2. Principaux systèmes de sylviculture et d’élevage présents en Italie. Regione/Provincia Riferimento normativo Provincia di Trento L. Prov. n. 11, 23/05/2007 Friuli Venezia Giulia L.R. n. 9, 23/04/2007 Lombardia L.R.n. 27, 28/10/2004 - 369 - Azioni previste - Multifunzionalità ecosistemi - Parchi naturali agricoli - Sostegno a forme di gestione del patrimonio agro-silvo-pastorale - Mantenimento pascoli - Recupero terreni abbandonati - Promozione e sostegno di ricerca, formazione ed assistenza tecnica nel settore agrosilvopastorale - Piano regionale degli alpeggi - Pascolo per prevenzione incendi in boschi e terreni incolti. (segue) (segue Tabella 3) Toscana L.R. n.39, 21/03/2000 Lazio L.R. n. 32, 20/11/2002 Abruzzo L.R. n. 28, 12/04/1994 Piano Forestale Ambientale Regionale, 27/12/2007 L.R. n. 14, 14/04/2006 Sardegna Sicilia -Piani di gestione dei patrimoni silvopastorali pubblici - Piani di assestamento e di utilizzazione dei pascoli - Recupero dei pascoli abbandonati Valorizzazione dei patrimoni silvo-pastorali pubblici -Recupero sistemi forestali danneggiati da sovrapascolamento - Mantenimento e miglioramento sistemi agrosilvopastorali Miglioramento e gestione dei pascoli Tabella 3. Provvedimenti normativi di alcune Regioni italiane per lo sviluppo dei sistemi silvopastorali. Table 3. Legislation from some Italian Regions for the development of silvopastoral systems. Tableau 3. Mesures réglementaires pour certaines régions italiennes concernant le développement des systèmes de sylviculture et d’élevages. Sistema Semiestensivo bovini alpini Estensivo bovini maremmani Estensivo bovini sardi Semiestensivo ovini da latte Semiestensivo bovini da carne Estensivosemiestensivo Bovini Podolici Semiestensivo caprino Estensivo suino Estensivo equino Perspectives for future development are conditioned by different components of environmental contest and by legislative and technical activities. New management models are required, oriented towards sustainability and multifunctionality, integrating and involving different ecological and economic components. Linee di sviluppo Integrazione con piani assetto parchi Mantenimento di carichi minimi per conservazione ambiente Integrazione con attività agrituristiche Valorizzazione prodotti tipici Conservazione razze locali Conservazione e valorizzazione strutture edilizie Conservazione razza Integrazione con piani assetto parchi Piani gestione aree ad uso civico Valorizzazione carne Valorizzazione carne e formaggi tipici Conservazione razze locali Conservazione e valorizzazione strutture edilizie Responsabilizzazione allevatori Integrazione con piani assetto parchi Interdizione pascolo vagante Piani di gestione dei pascoli Interventi riforestazione Mantenimento di carichi minimi per conservazione ambiente Potenziamento infrastrutture Integrazione con attività agrituristiche Integrazione con piani assetto parchi Integrazione con attività agrituristiche Valorizzazione prodotti tipici Conservazione razza locale Responsabilizzazione allevatori Piani gestione aree ad uso civico Integrazione con piani assetto parchi Valorizzazione prodotti tipici Conservazione razze locali Interventi riforestazione Controlli sanitari e misure preventive Conservazione razze locali Valorizzazione prodotti tipici Responsabilizzazione allevatori Piani di gestione pascoli Integrazione con attività agrituristiche RÉSUMÉ RELEVANCE ET AVENIR DE LES SYSTEMES SYLVOPASTORAL Les systèmes de sylviculture et d’élevages jouent un rôle important dans de nombreuses zones géographiques, aussi bien dans la production, que dans le maintien des populations rurales, et les conséquences sur l’environnement. Les activités de sylviculture et d’élevage, répandues dans les pays méditerranéens sont souvent en partie responsables de la destruction de l’environnement, mais contribuent de façon importante au maintien de la biodiversité , à la diversification et à la caractérisation des productions animales. Les perspectives de développement apparaissent différenciées par rapport aux composantes du contexte territorial et liées aux mesures techniques et à la réglementation. Une révision des modèles actuels de gestion est donc nécessaire, modèles qui devront être toujours plus orientés vers des critères de faisabilité et des critères multifonctionnels, avec l’intégration et responsabilisation des différentes composantes environnementales et productives. BIBLIOGRAFIA Tabella 4. Linee di sviluppo di sistemi silvopastorali presenti in Italia. Table 4. Perspectives for the development of Italian silvopastoral systems. Tableau 4. Lignes de développement des systèmes silvopastorales en Italie. SUMMARY RELEVANCE AND PERSPECTIVES OF SILVOPASTORAL SYSTEMS Silvopastoral systems are playing an important role in large areas of the world, both for economic benefits and rural poverty alleviation, and for environmental benefits. Mediterranean silvopastoral farming practices are often implicated in negative environmental impacts, but can contribute to biodiversity maintenance and to animal production differentiation and characterisation. Argenti G., Bianchetto E., Ferretti F., Staglianò N., 2006 Proposta di un metodo semplificato di rilevamento pastorale nei piani di gestione forestale. Forest@, 3: 275280. Battaglini L., Mimosi A., Gentile M., Lussiana C., Malfatto V., Bianchi M., 2006 - Razze bovine allevate nel territorio montano piemontese: realtà e prospettive. Quad. SOZOOALP, n° 3: 84-93. Bellon S., Roggero P.P., 1997 - Elements for sustainable feeling systems in the Mediterranean region. In: Sorensen J.T. 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