4. Impianti frigoriferi
Transcript
4. Impianti frigoriferi
Corso di Impianti Meccanici – Laurea Triennale Modulo 4 Impianti frigoriferi Prof. Ing. Cesare Saccani Prof. Ing. Augusto Bianchini Dott. Ing. Marco Pellegrini Dott. Ing. Michele Gambuti Department of Industrial Engineering (DIN) - University of Bologna Agenda Fluidi Frigoriferi Impianto frigorifero a compressione Impianto frigorifero a compressione multipla Dimensionamento 2/42 Fluidi frigoriferi I fluidi frigoriferi vengono anche chiamati Freon: Freon è in realtà un nome commerciale. Il primo freon fu sintetizzato intorno agli anni ’30. Prima di allora si utilizzavano ghiacciaie e stecche di ghiaccio prodotte con impianti ad ammoniaca. La classificazione ASHRAE assegna ad ogni fluido frigorifero una sigla: R - I - II - III - IV - V - VI I - Si pone una C in caso di derivati ciclici, altrimenti si omette. II – n° di legami doppi. Se uguale a 0 si omette. III - n° di atomi di carbonio meno uno IV - n° di atomi di idrogeno più uno V - n° di atomi di fluoro VI - una lettera dell'alfabeto minuscola o maiuscola: dalla serie R10 fino alla serie R300 si utilizza una lettera minuscola che indica l’isomero della molecola; per le serie R400 e R500 (miscele di altri gas refrigeranti), le lettere maiuscole A,B,C, individuano univocamente le percentuali in peso dei componenti. L’impatto sull’ambiente di queste sostanze è molto elevato. Uno dei parametri che quantificano tale impatto è il Global Warming Potential GWP, che esprime il contributo all’effetto serra di un gas relativamente all'effetto della CO2 (il cui potenziale di riferimento è pari a 1) in uno specifico intervallo di tempo. Un altro parametro è il potenziale di eliminazione dell’ozono ODP (Ozone Depletion Potential) che è riferito all’R 11 (ODP dell’R 11 = 1) 3/42 Fluidi frigoriferi 4/42 Fluidi frigoriferi Diagramma p-H Il diagramma di riferimento più utilizzato è il p-H, con la pressione riportata sull’asse delle ordinare in scala logaritmica e l’entalpia specifica riportata sull’asse delle ascisse in scala lineare. Si utilizza il diagramma p-H perché è immediato individuare il ciclo frigorifero una volta individuate l’isobara di condensazione e l’isobara di evaporazione. Di seguito sono riportati diagrammi p-H di alcuni fluidi frigoriferi. R134a: le isobare coincidono con le linee isoterme dato che il fluido è monocomponente. R407C: le isoterme non coincidono con le isobare perché il fluido è multicomponente (è costituito da fluidi con punti di evaporazione diversi e il più bassobollente evapora/condensa prima lasciando in fase liquida una miscela diversa rispetto alla composizione iniziale). I coefficienti di scambio sono comunque molto elevati in fase di evaporazione, ma la temperatura non rimane costante. R507: è una miscela di R125 e R134a al 50% che però mantiene, con ottima approssimazione, la costanza della temperatura durante il cambiamento di fase. R404a: ha uno dei più elevati GWP (GWP=3,9) ma a pressioni relativamente alte evapora a temperature molto basse; ad esempio, per pressioni di circa 0,8÷0,9 bar si hanno temperature di evaporazione di -50°C, mentre per l’R134a (GWP=1,4) l’evaporazione avviene a -30°C. R717: si tratta di ammoniaca. Occorre considerare che l’NH3 è classificato fluido tossico e nocivo e che per il suo stoccaggio sono previste particolari prescrizioni di sicurezza. 5/42 Fluidi frigoriferi R134a 6/42 Fluidi frigoriferi R407C 7/42 Fluidi frigoriferi R507 8/42 Fluidi frigoriferi R404A 9/42 R717 (NH3) 10/42 Fluidi frigoriferi R717 (NH3) 11/42 Agenda Fluidi Frigoriferi Impianto frigorifero a compressione Impianto frigorifero a compressione multipla Dimensionamento 12/42 Impianto frigorifero a compressione Ciclo frigorifero - PFD 1→2: il fluido viene compresso dallo stato di vapore saturo secco allo stato di vapore surriscaldato. 2→3: il vapore viene raffreddato fino a condensare. 3→4: il liquido saturo umido, raccolto in un recipiente, subisce una laminazione fino alla pressione di evaporazione (si ottiene un fluido bifase). 4→1: il fluido, acquistando calore dall’ambiente da raffreddare, evapora. 13/42 Impianto frigorifero a compressione Portata di fluido frigorifero: G Potenza frigorifera agli evaporatori: Q E = G H1 − H4 Potenza meccanica fornita dal compressore: P = G H2 − H1 Potenza dissipata al condensatore: Q C = G H2 − H3 Vale la relazione: P + Q E = Q C Nel punto (4), per ogni chilogrammo di fluido frigorifero si hanno x4 chilogrammi di vapore e 1–x4 chilogrammi di liquido, dove x4 è il titolo raggiunto dalla miscela dopo la laminazione. H4 −H4′ x4 = H 1 −H4′ kgv kg → la portata di liquido frigorifero è: H −H G𝑙 = 1 − x4 G = H 1−H 4 G kg 𝑙 1 4′ Q E si può scrivere anche come: Q E = G𝑙 H1 − H4′ = G𝑙 r = 1 − x4 G r con r = calore di vaporizzazione Si definisce effetto utile dell’impianto ηu = QE P QE C −QE =Q 14/42 Impianto frigorifero a compressione Pensando, per semplicità, al ciclo ideale di Carnot si ha: QE QE ηu = = P QC − QE Q E = TE ∆s → Q C = TC ∆𝑠 ηu,Carnot = QE P QE C −QE =Q TE ∆s C ∆s−TE ∆s =T TE C −TE =T Più la temperatura di evaporazione è elevata e maggiore è l’effetto utile del ciclo, tuttavia in un ciclo frigorifero è necessaria una TE bassa per poter raffreddare l’ambiente desiderato. Un altro modo per aumentare l’effetto utile è avere una piccola differenza di temperatura tra condensazione ed evaporazione. TE è imposta dalle condizioni che si intendono realizzare nella cella frigorifera (conservazione di frutta, surgelazione rapida, …). TC dipende dalla qualità della sorgente fredda disponibile al condensatore: più bassa è la temperatura di tale sorgente è maggiore sarà l’effetto utile del ciclo. Se Te=-10°C e Tc=40°C, si ottiene (trasportando tutto in K): ηu,Carnot = TE (−10 + 273,15) = ≃5 TC − TE (40 + 273,15) − (−10 + 273,15) 15/42 Impianto frigorifero a compressione Impianto frigorifero a compressione semplice con separatore di liquido - P&I LEGENDA: Fd: filtro disidratatore Fs: flussimetro Lc: livellostato di massima Lp : livellostato di minima LI: Level Indicator M: motore elettrico trifase P: pompa Pd: pressostato differenziale Pm: pressostato di minima PM: pressostato di massima PI: Pressure Indicator Ra: regolatrice portata d’acqua RL: ricevitore di liquido Si: sfiato incondensabili So: separatore di olio TI: Temperature Indicator VI: valvola di intercettazione VNR: valvola di non ritorno VS: valvola di sicurezza VSO: valvola a solenoide 16/42 Impianto frigorifero a compressione M: Motore elettrico trifase Pm, PM, Pd: pressostato (di massima, di minima e differenziale) VI: valvola di intercettazione VNR: valvola di non ritorno TI: termometro PI (Pressure Indicator), solitamente manometri di Bourdon con la scala di pressione e 2 o 3 scale di temperatura riferite a diversi fluidi frigoriferi. Una valvola di intercettazione ne permette la manutenzione in caso di necessità. So: separatore di olio L’olio in sospensione viene catturato da una trappola per gocce. Una lamella impedisce che il flusso proveniente dal compressore perturbi il pelo libero dell’olio. Quando l’olio raccolto raggiunge un certo livello, un galleggiante apre lo scarico e l’olio, alla pressione di mandata del compressore, torna nel carter. 17/42 Impianto frigorifero a compressione Pressostati I pressostati garantiscono che il ciclo rimanga vicino al ciclo di progetto e l’integrità dei componenti. Scattano solo in caso di emergenza e sono a riarmo manuale. Pressostato di massima PM Il pressostato di massima impedisce di superare una pressione troppo elevata fermando il motore elettrico al superamento del set point. Il pressostato di massima scatta, ad esempio, in caso di insufficiente raffreddamento al condensatore. Pressostato di minima Pm Se la pressione minima scendesse sotto un certo valore, il volume specifico del fluido frigorifero aumenterebbe e, a parità di portata volumetrica, i kg di fluido frigorifero circolanti sarebbero meno. Il pressostato di minima scatta, ad esempio, quando il livellostato di massima non è intervenuto: ipotizziamo che le utenze non richiedano potenza frigorifera e si accumuli liquido nel separatore. Il compressore continua ad aspirare vapore e la pressione si abbassa perché il liquido non sta più evaporando. La temperatura di evaporazione si abbassa progressivamente, allontanandosi dalla temperatura di progetto. 18/42 Impianto frigorifero a compressione Pressostato differenziale Pd La pompa di circolazione dell’olio (solitamente a ingranaggi) del compressore alternativo, fornisce una prevalenza che dipende dalle resistenze del circuito e dalla densità del fluido. Se la pompa aspira olio e gas, la densità del fluido elaborato è inferiore, la prevalenza fornita dalla pompa cala e il pressostato differenziale lancia allarme. La pressione all’interno del carter non è nota: sarà una pressione intermedia tra la pressione di aspirazione e quella di mandata a seconda del grado dello stato delle tenute, del grado di usura,… Pertanto non si misura la pressione data dalla prevalenza della pompa più la pressione ambiente, poiché quest’ultima è sconosciuta. Si misura invece la differenza tra la pressione a valle della pompa e la pressione nel carter. Il pressostato differenziale serve per verificare che non manchi olio e dovendo intervenire solo in caso di emergenza, il riarmo è manuale. Alla partenza, con la pompa ferma, la pressione differenziale è zero è il motore non partirebbe. Si utilizza quindi un pressostato differenziale collegato ad un relay ritardato. La taratura del pressostato è molto delicata perché in caso di rilevamento di una differenza di pressione troppo bassa, lo strumento deve distinguere se si stia lavorando con olio in temperatura (meno viscoso) o si stia iniziando ad aspirare gas e quindi manchi il lubrificante. 19/42 Impianto frigorifero a compressione Condensatore Valvola di sicurezza (se entra in funzione determina la fuoriuscita di freon in atmosfera) Sfiato degli incondensabili (ad esempio aria) Sistema di regolazione della portata d’acqua (realizzata tramite pressostato o termostato, essendo pressione e temperatura di condensazione legate tra loro) Flussimetro per il controllo dell’acqua al condensatore Ricevitore di liquido con colonnina trasparente per l’ispezione visiva del livello Scarico Indicatore di livello 20/42 Impianto frigorifero a compressione Laminazione Il gruppo di laminazione è formato da valvole di intercettazione VI11 e VI12, valvola a solenoide VSO, valvola di laminazione VL e ramo di bypass con valvola di laminazione VL’. La VSO è una valvola comandata elettricamente dalla centralina: l’eccitamento di una bobina, apre o chiude l’otturatore. La chiusura di questa valvola, isola la parte di circuito ad alta pressione (pressione di condensazione) dalla parte di circuito a bassa pressione (pressione di evaporazione). In assenza della VSO, quando il compressore si ferma, la pressione della parte di circuito a più alta pressione si scaricherebbe attraverso il gruppo di laminazione. È bene che la VSO sia una valvola normalmente chiusa, in maniera tale che in assenza di alimentazione (e quindi a compressore fermo) la valvola sia chiusa. La VSO va posta prima della VL perché dopo la laminazione ci si trova a lavorare a basse temperature (es: -10°C). Se la VSO si trovasse in tali condizioni, la condensazione di vapor d’acqua intorno alla valvola e successiva formazione di ghiaccio, ne comprometterebbe l’uso. 21/42 Impianto frigorifero a compressione Separatore di liquido Dopo la laminazione, il fluido frigorifero arriva al separatore di liquido. Da qui, il liquido va agli evaporatori spinto da una pompa di circolazione, mentre il vapore va al collettore di aspirazione del compressore. Sono presenti due controlli di livello. 1) È necessario garantire un livello minimo per evitare problemi di cavitazione alla pompa. Poiché il liquido nel separatore di liquido è in condizioni sature è necessario garantire alla pompa un battente h che determina una sovrapressione ρgh tale da impedire al fluido di bollire. 2) Se l’utenza non necessita di potenza frigorifera, il liquido non evapora e il livello nel separatore di liquido sale. Un controllo di livello massimo agisce sul motore elettrico facendolo fermare. Nel separatore di liquido si hanno condizioni di saturazione ma le perdite di carico sulla linea di aspirazione del compressore fanno sì che non entrino goccioline di liquido nel compressore. 22/42 Impianto frigorifero a compressione Sistema di immissione e reintegro del fluido frigorifero Qualora necessario, il freon viene reintegrato collegando la bombola di freon ad un raccordo di innesto e agendo su un gruppo di valvole ermetiche. Per poter introdurre la prima carica di fluido frigorifero, occorre realizzare il vuoto per impedire all’aria di mescolarsi con il fluido frigorifero. In fase di carica, una volta realizzato il vuoto, viene collegata la bombola di freon al raccordo di innesto e attraverso le valvole VI8 e VI9 aperte, ed il filtro disidratatore Fd, si riempie il circuito. VI7 e VI10 restano chiuse. Il compressore viene fatto funzionare e nel ricevitore di liquido del condensatore e nel separatore di liquido dell’evaporatore si inizia a raccogliere del liquido. Arrivati alla carica giusta si chiudono tutte le valvole e si scollega la bombola. Se necessario svuotare il circuito per motivi di manutenzione, si collega una bombola vuota e, a compressore acceso, si svuota l’impianto tramite le valvole VI10 e VI9. 23/42 Impianto frigorifero a compressione Evaporatori Sulla linea dell’evaporatore troviamo valvole di intercettazione, filtro, valvola di drenaggio dell’olio, valvola termostatica, valvola di bilanciamento necessaria per bilanciare il carico idraulico delle varie celle (possono essere numerose e differentemente distanti dalla centrale frigorifera). Lo sbrinatore temporizzato, rilascia un getto d’acqua per sciogliere il ghiaccio formatosi (che agirebbe da isolante sull’evaporatore). Per garantire una buona distribuzione del freddo prodotto, si utilizzano ventilatori. Nella architettura a), quando l’impianto frigorifero è fermo, il serpentino è allagato di liquido che continua ad evaporare sottraendo calore alla cella. Nell’architettura b) a impianto fermo, per gravità il liquido cade e viene richiamato al separatore. 24/42 Impianto frigorifero a compressione Impianto frigorifero con scambiatore surriscaldatore a) Impianto munito di aerorefrigeranti b) Raffreddamento di acqua con scambiatori a fascio tubiero (water-chiller) 25/42 Impianto frigorifero a compressione L’impianto con separatore di liquido non sempre può risultare economicamente giustificabile. In alternativa ad esso si può utilizzare un impianto con generatore di vapore ad attraversamento e non più a circolazione. Per garantire che il compressore non aspiri liquido si utilizza uno scambiatore intermedio che surriscaldare il vapore diretto al compressore, e sottoraffredda il liquido da laminare. Cos’ facendo inoltre, si ottiene più liquido a seguito della laminazione del fluido frigorifero, ma aumenta il lavoro che il compressore deve compiere, dovendo comprimere un vapore surriscaldato. 26/42 Agenda Fluidi Frigoriferi Impianto frigorifero a compressione Impianto frigorifero a compressione multipla Dimensionamento 27/42 Impianto frigorifero a compressione multipla Impianto frigorifero con compressione multipla Per raggiungere temperature di evaporazione molto basse si utilizzano impianti con compressione multipla e il condensatore del circuito del circuito di bassa pressione è l’evaporatore del circuito di alta pressione. La sorgente fredda del condensatore proviene cioè da un altro circuito frigorifero, permettendo di abbassare la temperatura di evaporazione in cella senza avere effetti utili non giustificabili economicamente. 28/42 Impianto frigorifero a compressione multipla Il vapore all’uscita dal separatore S è saturo secco alla pressione di evaporazione pv, rappresentato dal punto 1. Seguendo l’isoentropica s1 fino all’intersezione con la pressione intermedia pi, si ottiene il punto di fine compressione ideale 2. In realtà il punto reale 2 all’uscita del compressore di bassa pressione si troverà spostato sulla destra. Uscito dal compressore di bassa il fluido viene raffreddato nello scambiatore intermedio. Da questo esce vapore saturo alla pressione intermedia, rappresentato dal punto 3. Ha inizio la fase di compressione fino al punto 4 alla pressione di condensazione pc. Il vapore va al condensatore, dove cede calore e condensa fino al punto 5. Subisce quindi una laminazione fino al punto 6 alla pressione pi. Dalla parte inferiore del separatore intermedio viene estratto liquido allo stato 7; questo viene laminato fino a pv (stato 8) e raccolto in un separatore di liquido. Il liquido allo stato 9 alimenta gli evaporatori delle celle frigorifere. Generalmente, la pressione intermedia viene calcolata come media geometrica della pressione di evaporazione del circuito di bassa pressione e della pressione di condensazione del circuito di alta pressione, poiché a questa corrisponde il minimo lavoro di compressione: pi = pc ∙ p v (Es: pi = pc ∙ pv = 15 ∙ 0,5 = 2,7 bar) 29/42 Impianto frigorifero a compressione multipla La potenza termica sottratta alle celle frigorifere dagli evaporatori è: Q V = Gb H1 − H8 η = Gv H1′ − H9 η Gb=portata nel circuito di bassa Gv=portata circolante negli evaporatori Sono note la potenza Q (dato di progetto), l’entalpia H1 (vapore saturo secco alla pressione pv), l’entalpia H8 (H8= H7, dove 7 identifica liquido saturo umido alla pressione pi). La portata Gb è quindi determinata. Scrivendo un bilancio termico al separatore intermedio, si ottiene la portata del circuito di alta Ga: Gb H2 − H7 = Ga H3 − H6 Il secondo membro rappresenta la potenza termica che il circuito di alta deve asportare dal circuito di bassa. Si ricava quindi Ga. Il condensatore del circuito di alta dovrà asportare una potenza termica pari a: Q C = Ga H4 − H5 30/42 Impianto frigorifero a compressione multipla Architettura con portata laminata frazionata La valvola di laminazione non lavora in maniera soddisfacente quando deve provocare cadute di pressione modeste con elevate portate. Ad esempio se pc=20bar, pi=4bar e pV=0,8bar, a parità di rapporto tra le pressioni, la valvola di laminazione del circuito di bassa deve realizzare una caduta di pressione più piccola rispetto alla valvola di laminazione del circuito di alta. Si adotta allora lo schema riportato in figura. 31/42 Impianto frigorifero a compressione multipla Solo la portata Ga–Gb viene laminata nel circuito di alta pressione. La portata Gb attraversa uno scambiatore a superficie interno al separatore intermedio, si sottoraffredda e arriva alla valvola laminatrice del circuito di bassa. In tal modo la valvola laminatrice lavora provocando una caduta di pressione maggiore. Si scrivono le relazioni: Q V = Gb H1 − H7 η Gb H2 − H3 + Gb H5 − H7 = Ga − Gb H3 − H6 Si ottiene: Gb H2 − H7 = Ga H3 − H5 Il punto di fine compressione 2 è noto (tecnologicamente è noto a che pressione si vuole arrivare); H7 viene determinato in funzione della potenza scambiata nello scambiatore a superficie e del salto minimo di temperatura (t5’ – t6’) tra la portata di liquido sottoraffreddato che abbandona lo scambiatore intermedio e il liquido in esso contenuto. H3 è l’entalpia del vapore saturo secco alla pressione pi. H5 è l’entalpia del liquido saturo umido alla pressione pC. Si ricava Ga è nota la portata Ga–Gb da laminare direttamente nel circuito di alta pressione. 32/42 Impianto frigorifero a compressione multipla Architettura a due livelli di vaporizzazione Molti impianti debbono operare con celle in condizioni nettamente diverse. Si potrà soddisfare l’utenza a temperatura più bassa (es: prodotti surgelati) vaporizzando il fluido frigorifero alla pressione pv e l’utenza a più alta temperatura (es: conservazione frutta) vaporizzando il fluido ad una pressione maggiore pi. Lo scambiatore intermedio presenta un proprio circuito di vaporizzazione per raffreddare l’utenza a più alta temperatura. Per il calcolo delle portate si utilizzano i bilanci: Q′ = Gb H1 − H7 η′ 𝑄 + Gb H2 − H7 = Ga H3 − H6 η 33/42 Agenda Fluidi Frigoriferi Impianto frigorifero a compressione Impianto frigorifero a compressione multipla Dimensionamento 34/42 Dimensionamento 1) Necessità del committente Occorre conoscere la potenza frigorifera richiesta e la temperatura da raggiungere in cella (surgelamento o conservazione, condizionamento?). Note le esigenze dell’utenza, è nota la temperatura di evaporazione e, individuato il fluido frigorifero da utilizzare, è nota la pressione di evaporazione. 2) Fonte fredda Occorre individuare la sorgente fredda disponibile al servizio del condensatore: potrebbe trattarsi di aria a 40°C, ovvero acqua proveniente da una torre di raffreddamento (a 35°C) o di acqua proveniente da falda (20°C). Sono quindi note temperatura e pressione di condensazione del fluido frigorifero. 3) Compressione Bisogna scegliere che tipi di compressore utilizzare: per impianti di grande potenza con rapporti di compressione anche elevati posso pensare di utilizzare compressori a vite dato che elaborano portate elevate e realizzano trasformazioni più efficienti grazie alla lubrificazione in linea. I compressori alternativi rivestono comunque una notevole importanza. 4) Eseguire bilanci per calcolare la portata di fluido frigorifero da comprimere e la portata di liquido frigorifero da far circolare agli evaporatori. 5) Calcolare le potenze effettive e l’effetto utile tenendo conto della presenza di ausiliari e dei rendimenti effettivi dei componenti. 35/42 Dimensionamento Calcolo della potenza necessaria ad un magazzino frigorifero La potenza frigorifera necessaria a portare la cella in temperatura, dipende dal prodotto stoccato. La frutta, ad esempio, si raccoglie nei mesi estivi prima che si abbiano temperature troppo alte. Quando la derrata viene inserita all’interno della cella, si trova a 30°C di temperatura. Occorre conoscere le portate di punta (tonnellate/ora) da stoccare che devono passare da 30°C a 5°C. Le derrate devono arrivare in temperatura in tempi brevi (3–5 ore) per bloccare immediatamente la maturazione. È inoltre necessaria una adeguata ventilazione del magazzino per permettere all’aria raffreddata di lambire tutte le derrate accatastate. Occorre quindi scegliere evaporatori con opportune ventole di circolazione. Note le condizioni interne di progetto (es: umidità 85%, temperatura minima=0°C), si identifica l’orientamento geografico del magazzino, si identificano le varie tipologie di pareti, soffitto e pavimento e si effettua il calcolo delle dispersioni del magazzino. 36/42 Dimensionamento Planimetria del magazzino N° celle frigorifere = 12 Altezza cella = 6 m Dimensioni cella in pianta = 15x10 m Volume cella = 15x10x6=900 m3 Larghezza corridoi di servizio = 6 m Temperatura cella = 0°C Temperatura sala corridoi = 30°C lavorazione e Temperatura media esterna = 35°C 37/42 Dimensionamento PARETI CONSIDERATE A B C D E F Soffitto Pavimento Superficie [m2] 60 90 60 90 90 60 150 150 Nord Ovest Interna su corridoio Interna su cella Interna su sala lavoraz. Sud - - Δt [°C] 35 35 30 25 30 35 35 12 Maggiorazione Δt [°C] 0 3 - - - 2 8 - Δt totale [°C] 35 38 30 25 30 37 43 12 0.024 0.024 0.024 0.024 0.024 0.024 0.024 0,0349 Spessore di tentativo [mm] 77 83,6 66 55 66 81,4 94,6 - Spessore commerciale scelto [mm] 80 80 65 50 65 80 100 60 Coefficiente di scambio esterno αe [W/(m2K)] 23,26 23,26 8,14 8,14 8,14 23,26 23,26 8,14 Coefficiente di scambio effettivo K [W/(m2K)] 0,304 0,304 0,359 0,455 0,359 0,304 0,245 0,508 638 1038 647 1023 970 674 1583 915 Esposizione Conduttività termica λ [W/(mK)] Q effettivo [W] 38/42 Dimensionamento Un ulteriore elemento da considerare è la presenza di operatori e carrelli elevatori: un muletto in fase di sollevamento introduce all’interno della cella una potenza di 30 kW. Occorre conoscere le ore di manovra previste per la cella frigorifera. È da considerare anche la potenza introdotta dall’illuminazione, e dai ventilatori per la distribuzione dell’aria. Si noti che un ventilatore da 1 kW di potenza e rendimento 0,7 introduce all’interno della cella l’intero kW di potenza sviluppata (non solo gli 0,3 kW dovuti alle dispersioni). 39/42 Dimensionamento Bilanci Detta q la quantità di calore ceduta dal compressore in conseguenza del raffreddamento ad acqua, con il raffreddamento dell’olio e con le dispersioni, trascurando variazioni di quota e di energia cinetica, la potenza assorbita dal compressore vale: P = G H2 − H1 + Gq Indicando con g la portata di acqua di raffreddamento, con ti e ts le temperature di ingresso e scarico della stessa, con a il coefficiente che tiene conto dei contributi al raffreddamento delle dispersioni e del raffreddamento dell’olio, si può porre: Gq = g c𝑙 t s − t i 1 + a La potenza assorbita dal compressore vale: P = G H2 − H1 + g c𝑙 t s − t i 1 + a La potenza assorbita dal motore elettrico è maggiore a causa delle perdite elettriche e meccaniche dello stesso, sicché la potenza assorbita dalla rete è espressa da: Pe = 3VI 1 cos φ = G H2 − H1 + g c𝑙 t s − t i 1 + a 1000 ηe [kW] Qualora i dati sul raffreddamento del compressore non fossero esaurienti si può fare riferimento ad un rendimento globale del compressore: G H2 − H1 Pe = [kW] ηc ηe 40/42 Dimensionamento La quantità di calore sottratta dal fluido frigorifero nel circuito di evaporazione vale: Q = G H1 − H3 η η tiene conto della quantità di calore che proviene dall’ambiente estero direttamente al circuito di vaporizzazione. Indicando con Ga la portata di acqua da inviare al condensatore, con te e tu le temperature dell’acqua all’entrata e all’uscita del condensatore, si può porre: Ga c𝑙 t u − t e = G H2 − H3 L’effetto utile ideale del ciclo vale: ηu = H1 −H4 H2 −H1 Tenendo conto della potenza introdotta all’interno della cella da ventilatori, carrelli elevatori, operatori e ausiliari in generale, l’effetto utile reale diviene: ηu,r = G H1 − H4 − Paus Pe − Paus 41/42 Corso di Impianti Meccanici – Laurea Triennale Modulo 4 Impianti frigoriferi Prof. Ing. Cesare Saccani Prof. Ing. Augusto Bianchini Dott. Ing. Marco Pellegrini Dott. Ing. Michele Gambuti Department of Industrial Engineering (DIN) - University of Bologna